C’era una volta il cattosauro (e c’è ancora….)
di Tommaso Scandroglio
Finirà presto nel Museo delle Scienze religiose.
Stiamo parlando del cattosauro.
Ne esistono ancora degli esemplari, ma – a parte qualche eccezione – vengono allevati in stato di cattività.
Reclusi in spazi angusti e non più liberi di scorrazzare in un ambiente sano, dottrinalmente salubre, in quelle praterie verdi che nel cretaceo erano costantemente assolate dalla verità e dove le nebbie del dubbio e del confronto non esistevano.
È proprio vero: le mutazioni climatiche sono una tragedia.
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Il cattosauro, retaggio dell’era glaciale preconciliare, è in via di estinzione. Il problema è legato all’ecosistema in cui oggi si trova a vivere.
Troppi veleni chimici – pensiamo alle varie pillole abortive e contraccettive – scarsità di femmine e maschi adatti ai loro ruoli, costantemente oggetto di preda di varie specie imbastardite come i cattodem e i cattoprog i quali furono centrati in pieno dai meteoriti del modernismo, ma sopravvissero, seppur con importanti mutazioni genetiche nell’ortodossia.
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Il cattosauro, invece, mal si adatta all’era post-moderna.
Lui, sin dal cretaceo, è sempre stato monogamico e invece cercano in tutti i modi di addestrarlo alla promiscuità; è sessualmente stanziale e all’opposto tentano di spingerlo alla sessualità nomade; si accoppia ancora con un membro della sua specie di sesso differente e si imbizzarrisce non poco se qualcuno del suo stesso sesso gli lancia ammiccamenti lascivi; è abituato a figliare, altrimenti non sarebbe arrivato sin qui; dialoga, ma conserva la sua voce e non si mette a muggire per compiacere le vacche.
È proprio vero: le mutazioni climatiche sono una tragedia.
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Lo tacciano giustamente di essere primitivo perché sia la sua struttura fisica-dottrinale sia il suo comportamento sono semplici, di base: crede ancora in un solo Dio e pensa che anche tutti le altre specie di credenti – ebrei e islamici compresi – dovrebbero convertirsi a quest’unico Dio; ritiene in modo incrollabile che dopo morti ci siano premi e castighi per tutti (cose da tombe egiziane, commenta qualche illuminato specialista); ripete in modo ossessivo – a parere degli etologi religiosi come Vito Mancuso e Alberto Melloni – condotte stereotipate, come pregare, a volte utilizzando il rosario come l’uomo della pietra usava il coltello in selce, recarsi a Messa alla momenica, digiunare in certi periodi non per scarsità di cibo ma per amore, sottoporsi a strani riti che, secondo sempre i paleontologi più accreditati, erano riti più magici che ragionevoli: cospargere di acqua la testa di un neonato, ungere con dell’olio dei ragazzi, inginocchiarsi davanti ad un membro della sua stessa specie con una stola viola sulla spalle per confessare l’inconfessabile, mangiare del pane credendo che sia Dio e via dicendo.
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In breve, il cattosauro è un’anomalia evolutiva secondo la teoria darwiniana, un fossile vivente che contraddice tutte le leggi pastorali varate di recente, una specie di celacanto religioso, una bizzarria buona solo per un Super Quark teologico.
Non dovrebbe esistere e, infatti, fanno di tutto per eliminarlo, schiacciarlo come la zanzara Zika, oppure se va bene - come dicevamo più sopra – tentano di rinchiuderlo in una riserva protetta.
La soppressione del cattosauro è doverosa perché, ne sono certi gli infettivologi vaticanisti, il cattosauro può veicolare malattie.
L’ortodossia recidivante, il cattolicesimo in forma integrale che può evolversi nel buon senso metastatico, il giudizio retto che provoca occlusioni agli apparati stupidi, la cronicità e irreversibilità del vincolo coniugale, la necrosi dei tessuti molli dei sistemi complessi quali i consigli pastorali e le facoltà teologiche del nord Europa, l’ilarità compulsiva e rush cutanei al solo contatto con la carta della stampa cattolica (non tutta), le allergie e travasi di bile dopo l’ingestione delle prime due righe di alcuni piani pastorali, la liturgico-fobia verso le celebrazioni più diffuse, la fotosensibilità verso le foto di Augias e Saviano.
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A volte, però, il cattosauro muove a tenerezza, lui così fuori posto oggi, con quelle mani giunte e ginocchia piegate davanti al Tabernacolo; con i suoi “sì, sì, no, no” che ai semiologi teo-prog appaiono infantili, propri dei bimbi che iniziano a sillabare; con quel baule di credenze che chiama verità rivelate e che si porta sempre appresso coma la copertina di Linus; con quella moglie che non cambia mai.
Il cattosauro però rimane specie in estinzione.
Da qui una proposta.
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Fonte : Nuova Bussola Quotidiana