L'Articolo che postiamo nei giorni che precedono la Festa della Pentecoste irradia nei nostri cuori "quella gioia che solo lo Spirito, al di là di ogni consolazione umana" (Cfr.intervista sotto) riesce a donarci avendo" ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!» narra la conversione di Sabatina James, una giovane originaria del Pakistan come Asia Naurīn Bibi, nostra sorella in Cristo condannata a morte con la falsa accusa di blasfemia.
Le parole di Sabatina fanno riflettere anche sulla condizione attuale della Santa Chiesa "in stato di necessità spirituale" allorchè un qualsiasi Consacrato osa sciaguratamente affermare: "che tutte le religioni sono uguali, e così otteniamo che i cattolici si convertono all’islam". (Cfr.intervista sotto)
Le ispirate parole di Sabatina sono dimetricalmente opposte a quelle che ha recentemente pronunciato in un incontro con gli studenti di scuole superiori l'Eccellentissimo Mons. Erio Castellucci, Arcivescovo di Modena.
Invece che elencare i luminosi esempi delle sempre più frequenti conversioni al Cristianesimo, nonostante le terribili minacce da parte degli islamici, l'Eccellentissimo Arcivescovo ha preferito dare ai giovani un messaggio assai diverso :"Noi siamo liberi di scegliere come hanno fatto i molti cristiani che si sono convertiti all’Islam."
La scelta di Sabatina, dopo un'oscillazione verso il protestantesimo, le ha fatto abbracciare con gioia la vera fede nella "vera Chiesa" Santa, Cattolica, Apostolica e Romana.
AC
Le ispirate parole di Sabatina sono dimetricalmente opposte a quelle che ha recentemente pronunciato in un incontro con gli studenti di scuole superiori l'Eccellentissimo Mons. Erio Castellucci, Arcivescovo di Modena.
Invece che elencare i luminosi esempi delle sempre più frequenti conversioni al Cristianesimo, nonostante le terribili minacce da parte degli islamici, l'Eccellentissimo Arcivescovo ha preferito dare ai giovani un messaggio assai diverso :"Noi siamo liberi di scegliere come hanno fatto i molti cristiani che si sono convertiti all’Islam."
La scelta di Sabatina, dopo un'oscillazione verso il protestantesimo, le ha fatto abbracciare con gioia la vera fede nella "vera Chiesa" Santa, Cattolica, Apostolica e Romana.
AC
Indovinate perché questa musulmana si è convertita al cattolicesimo
Redazione di UCCR
Ha 31 anni ed è costretta a vivere sotto scorta della polizia 24h al giorno
In questa nostra “Storia di una capinera”, la protagonista, a differenza di quella di Verga, è riuscita a volare verso la libertà, seppur a un prezzo altissimo.
Si nasconde sotto lo pseudonimo di Sabatina James, ha 31 anni ed è costretta a vivere sotto scorta della polizia 24h al giorno, cambiando regolarmente località della Germania.
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La sua storia è stata ripresa anche da Newsweek: quando ha dieci anni la sua famiglia musulmana sunnita si trasferisce da Lahore (Pakistan) ad un piccolo paesino dell’Austria.
A 17 anni tornano in Pakistan perché i genitori vogliono celebrare le sue nozze con un cugino cui era stata promessa in sposa da bambina.
Lei si ribella e viene segregata in una scuola coranica sunnita affinché impari ad essere una “pakistana decente”.
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La durezza delle condizioni la piegano, così i genitori, credendo di averla trasformata, la lasciano tornare in Austria affinché termini gli studi per poi tornare in Pakistan per sposarsi. Raggiunti i 18 anni Sabatina scappa e l’amicizia con un compagno di scuola evangelico la conduce ad un percorso di conversione, oscillando tra il protestantesimo e il cattolicesimo.
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Sempre presente è in lei il monito della comunità islamica che l’ha cresciuta: tra i cristiani non vi sono santi, le loro chiese sono vuote e i loro postriboli pieni.
Eppure, ciononostante, i simboli cattolici l’attraggono, l’immagine di Dio che sceglie di soffrire in croce la commuove.
La prima considerazione è che il timor di Dio professato dai cristiani, basato sull’amore, è diverso dal timor di Dio professato dai musulmani, basato sulla paura.
L’amico cristiano le legge passi della Bibbia che le danno pace e serenità, come mai il Corano aveva fatto.
Sabatina ricorda così quei giorni: «Cristo mostrava misericordia verso le donne adultere, mentre Maometto permetteva che fossero lapidate».
Più leggevo il Corano, più odio sentivo verso coloro che erano diversi; invece, come cristiana, provo amore per queste persone e desidero che ricevano lo stesso amore che ho provato io attraverso Gesù».
Si confida con un sacerdote cattolico ma non riceve molta attenzione, le viene detto che anche Maometto è stato un profeta, troppa paura di offendere l’islam.
Più confusa di prima, si orienta verso l’evangelismo subendo oltretutto le minacce dei genitori: se non torna sui suoi passi verrà uccisa.
La polizia non la aiuta, lo fa invece la Chiesa evangelica.
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Eppure continua a percepire una mancanza: rimane il fascino dell’esperienza cattolica, dentro sé sente che è quella “la Chiesa vera”, è una chiamata interna, così si accosta a grandi padri della Chiesa, quali Agostino, Ignazio di Antiochia e Ireneo.
A 17 anni tornano in Pakistan perché i genitori vogliono celebrare le sue nozze con un cugino cui era stata promessa in sposa da bambina.
Lei si ribella e viene segregata in una scuola coranica sunnita affinché impari ad essere una “pakistana decente”.
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La durezza delle condizioni la piegano, così i genitori, credendo di averla trasformata, la lasciano tornare in Austria affinché termini gli studi per poi tornare in Pakistan per sposarsi. Raggiunti i 18 anni Sabatina scappa e l’amicizia con un compagno di scuola evangelico la conduce ad un percorso di conversione, oscillando tra il protestantesimo e il cattolicesimo.
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Sempre presente è in lei il monito della comunità islamica che l’ha cresciuta: tra i cristiani non vi sono santi, le loro chiese sono vuote e i loro postriboli pieni.
Eppure, ciononostante, i simboli cattolici l’attraggono, l’immagine di Dio che sceglie di soffrire in croce la commuove.
La prima considerazione è che il timor di Dio professato dai cristiani, basato sull’amore, è diverso dal timor di Dio professato dai musulmani, basato sulla paura.
L’amico cristiano le legge passi della Bibbia che le danno pace e serenità, come mai il Corano aveva fatto.
Sabatina ricorda così quei giorni: «Cristo mostrava misericordia verso le donne adultere, mentre Maometto permetteva che fossero lapidate».
Più leggevo il Corano, più odio sentivo verso coloro che erano diversi; invece, come cristiana, provo amore per queste persone e desidero che ricevano lo stesso amore che ho provato io attraverso Gesù».
Si confida con un sacerdote cattolico ma non riceve molta attenzione, le viene detto che anche Maometto è stato un profeta, troppa paura di offendere l’islam.
Più confusa di prima, si orienta verso l’evangelismo subendo oltretutto le minacce dei genitori: se non torna sui suoi passi verrà uccisa.
La polizia non la aiuta, lo fa invece la Chiesa evangelica.
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Eppure continua a percepire una mancanza: rimane il fascino dell’esperienza cattolica, dentro sé sente che è quella “la Chiesa vera”, è una chiamata interna, così si accosta a grandi padri della Chiesa, quali Agostino, Ignazio di Antiochia e Ireneo.
Le minacce aumentano, ma la forza della nuova conversione, al cattolicesimo, le dona il sorriso e la pienezza della vita.
L’incontro con Cristo è reale adesso, rimane affascinata da questo passo: “Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia […] perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre” (Isaia 42,7-8).
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Sabatina comprende che la sua missione è sostenere le donne musulmane che si rivolgono a lei perché picchiate e segregate dai mariti, che vogliono deportarle nei Paesi d’origine.
E noi cattolici, lamenta Sabatina, «insegniamo che tutte le religioni sono uguali, e così otteniamo che i cattolici si convertono all’islam e vanno a combattere la Jihad in Iraq».
Con la fondazione di cui è diventata ambasciatrice, Terre des Femmes, oggi si batte per l’uguaglianza delle donne musulmane.
«Migliaia di donne sono torturate e assassinante in nome di Allah; negli ultimi anni, solo in Pakistan più di 4000 donne sono state bruciate vive», ha scritto nel suo libro “Mi lucha por la fe y la libertad (Ed. Palabra, 2013).
Oggi, piena di quella gioia che solo lo Spirito, al di là di ogni consolazione umana, può dare, ha deciso di donare tutto ciò che ha ricevuto da Cristo alle capinere che, come lei, hanno vissuto in un gabbia, affinché volino libere.
Fonte : Aleteia
Immagine: Marc-Charles-Gabriel Gleyre, La partenza degli Apostoli per annunciare il Vangelo, 1845, Musée Girodet, Montargis ( dal sito Scuola Ecclesia Mater )