Ieri un Quotidiano italiano ha dato notizia che in una classe di 25 alunni di scuola media la quasi totalità di essi ha dichiarato che sarebbe pronta a "convertirsi" all'Islam nella sciaguratissima ipotesi che l'Isis dovesse prendere potere in Italia.
La notizia sta spopolando sui social network cattolici di stampo tradizionale.
La notizia sta spopolando sui social network cattolici di stampo tradizionale.
Il Giornalista Luca Doninelli l' ha
analizzata seguendo laicamente i propri canoni sociali fino a quando si è imbattuto nell'unica opposizione al conformismo di quella classe/campione : solo due ragazzi proventienti da famiglie cattoliche "molto impegnate" hanno dichiarato di non voler apostatare la loro fede.
analizzata seguendo laicamente i propri canoni sociali fino a quando si è imbattuto nell'unica opposizione al conformismo di quella classe/campione : solo due ragazzi proventienti da famiglie cattoliche "molto impegnate" hanno dichiarato di non voler apostatare la loro fede.
Il Giornalista ha concluso il suo articolo con questa amara considerazione: "- la maggioranza dei ragazzi - quella arrendevolista nella rinuncia alla loro Fede è- pronta a cedere ai prepotenti ma anche a sospettare di chi non si allinea.
È il tipo di suddito che tutti i totalitarismi desiderano...".
La scelta dei ragazzi manifesta l' assenza totale di fede in Gesù Cristo e nella Sua Chiesa.
La forza si attinge dalla Fede che è messa in discussione ogni momento da taluni uomni di Chiesa che dovrebbero invece confermarla.
Occorre ricordare la lugubre litania di alcuni chierici che insistono in ogni occasione sul falso concetto che "le religioni son tutte buone per la salvezza" o che è necessario "valorizzare i simboli cari a tutte le religioni"?
Non vogliamo addossare totalmente al Clero anche la croce della probabilissima apostasia delle giovanissime generazioni all'apparire della prima difficoltà : quasi tutti i Vescovi, i Sacerdoti e i Religiosi sono dei poveri Cristi che "si aggirano per il paese e non sanno che cosa fare" perchè il Magistero sembra essere troppo spesso offuscato da fittissima nebbia provocata artificialmente dai nemici di Cristo e della Sua unica Chiesa presenti ed operanti fuori e dentro le sacre mura.
La forza si attinge dalla Fede che è messa in discussione ogni momento da taluni uomni di Chiesa che dovrebbero invece confermarla.
Occorre ricordare la lugubre litania di alcuni chierici che insistono in ogni occasione sul falso concetto che "le religioni son tutte buone per la salvezza" o che è necessario "valorizzare i simboli cari a tutte le religioni"?
Non vogliamo addossare totalmente al Clero anche la croce della probabilissima apostasia delle giovanissime generazioni all'apparire della prima difficoltà : quasi tutti i Vescovi, i Sacerdoti e i Religiosi sono dei poveri Cristi che "si aggirano per il paese e non sanno che cosa fare" perchè il Magistero sembra essere troppo spesso offuscato da fittissima nebbia provocata artificialmente dai nemici di Cristo e della Sua unica Chiesa presenti ed operanti fuori e dentro le sacre mura.
Le responsabilità tuttattavia dei Consacrati posti "come sentinelle" a vegliare sulla fede sono enormi e non possono ne' debbono essere sottaciute.
Ci auguriamo però che questo Articolo possa essere letto nelle stanze vaticane, negli Uffici CEI e soprattutto nelle parrocchie dei piccoli paesi come delle grandi città.
Preghiamo la Madonna Santissima, Ausiliatrice dei Cristiani e San Giovanni Bosco, affinchè infondano coraggio ai giovani invocando nell'ora della prova e del pericolo il Santissimo Nome di Gesù come hanno fatto i Martiri Copti quando sono stati trucidati in odium fidei.
AC
Se arriva l'Isis 23 studenti su 25 si convertono
Test choc in una classe: il 90% dei nostri ragazzi pronta a cedere ai prepotenti
di Luca Doninelli
Un quotidiano online, Il Sussidiario.net , riportava ieri una notizia degna di grande attenzione.
Uno di quei fatti piccoli piccoli, capaci però di spalancare scenari inediti.
In una qualunque città italiana, in una qualunque scuola media, in una classe Terza sorge una discussione sull'integralismo islamico.
I ragazzi chiedono all'insegnante notizie sull'Isis: chi sono, qual è il loro programma, quali sono i loro metodi, e così via.
La risposta dell'insegnante è circostanziata.
Spiega che molti suoi aderenti vengono dall'Europa, che spesso sono perfettamente integrati, benestanti, laureati, e che uno dei loro celebri tagliagole era stato un celebre dj. Spiega che quelli dell'Isis distruggono tutti i simboli cristiani e uccidono chiunque non si converta all'islam e diverse altre cose.
Alla fine, quella stessa insegnante pone ai ragazzi la domanda: «E voi cosa fareste se l'Isis arrivasse a casa nostra?».
La risposta, solo in apparenza sorprendente e quasi unanime, è stata immediata e senza tentennamenti: ci convertiremmo subito all'islam.
Erano in venticinque in classe: ventitré erano di quell'idea, due soltanto si sono opposti, ed erano figli (poi spiegherò il perché di questa precisazione) di famiglie cattoliche molto «impegnate».
La prima osservazione, fatta anche dall'ottimo articolista del quotidiano online , è che con ogni evidenza noi viviamo in una società senza ideali.
Ai bambini hanno tolto Natale e Pasqua sostituendoli con parole che non evocano nessuna storia («inverno» e «primavera»), insomma nessun volto a cui affezionarsi.
I valori che si vorrebbero trasmettere riguardano il non fumare, una corretta alimentazione, oltre a un'idea politicamente corretta della sessualità, meglio nota come ideologia Gender. Niente per cui rischiare la vita, niente che accenda gli animi.
Ci hanno tolto Gesù Cristo e Garibaldi.
I vecchi comunisti da trent'anni dichiarano che il comunismo è morto salvo poi versare una lacrimuccia se sentono cantare L'Internazionale .
Perché, diciamolo chiaro, gli ultimi stracci di ideali che siamo stati capaci di produrre sono quelli rappresentati da Guareschi con Don Camillo e Peppone.
Mi spiace, siamo ancora lì.
Dopo di che, abbiamo avuto soltanto anni di dubbi, di scetticismo, di sgretolamento, di sospetto, di odio, di furbizia e di cinica strumentalizzazione di qualsiasi ideale allo scopo di adescare i gonzi.
E adesso cosa diciamo ai nostri ragazzini: che devono prendere le armi e combattere i tagliagole?
In nome di quali valori - o idee - vissuti e incarnati?
Perché lo sappiamo tutti: solo ciò che è incarnato può resistere al vento maligno del tempo.
Vorrei tuttavia spendere le ultime parole sui due ragazzi che si sono opposti, perché è significativo che le loro voci non abbiano fatto opinione.
Nessuno si è unito a loro: quello che affermavano veniva loro da famiglie un po' diverse dalla media.
Il pensiero che mi affiora alla mente è che quei due ragazzi venivano forse percepiti dai compagni come corpi leggermente estranei.
Amici finché si tratta di fare i compiti o magari di giocare a pallone, ma diversi su molte altre cose.
Parlo di una percezione a pelle, niente di malizioso.
Non antipatici, non cattivi, non nemici, soltanto di un'altra razza, ecco.
Come a dire che gli ideali mettono paura se accompagnati dalle armi, mentre se sono espressi pacificamente sono solo anacronistici, un po' irragionevoli, generano sospetto.
Resta il fatto che la generazione dei nostri figli cresce un po' come carne da cannone: pronta a cedere ai prepotenti ma anche a sospettare di chi non si allinea.
È il tipo di suddito che tutti i totalitarismi desiderano, ma che solo la democrazia, o ciò che noi chiamiamo con questo nome, col nostro consenso sta riuscendo a produrre.
Fonte : Il Giornale
Immagini :a) I 21 Martiri Copti uccisi dall'Isis e canonizzati dalla Chiesa Copta: Milad Makeen Zaky, Abanoub Ayad Attiya, Maged Soliman Shehata, Youssef Shukry Younan, Kyrillos Shukry Fawzy, Bishoy Estefanous Kamel, Samuel Estefanous Kamel, Malak Ibrahim Sinout, Tawadros Youssef Tawadros, Girgis Milad Sinout, Mina Fayez Aziz, Hany Abdel-Messih Saleeb, Bishoy Adel Khalaf, Samuel Alham Wilson, Ezzat Bishri Naseef, Lucas Nagati, Gaber Munir Adly, Essam Baddar Samir, Malak Farag Abram, Sameh Salah Farouq, Un lavoratore ancora senza generalità del villaggio di al-Our.
b) Gli 813 Martiri di Otranto abitanti della città salentina di Otranto uccisi il 14 agosto 1480 dai Turchi guidati da Gedik Ahmet Pascià, per aver rifiutato la conversione all'Islam dopo la caduta della loro città. Sono stati canonizzati il 12 maggio 2013 da Papa Francesco.