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lunedì 21 marzo 2016

Luci spente a San Pietro


San Pietro a luci accese e poi spente
 Invece di occuparsi di cose serie siamo ridotti a parlare del risparmio di energia elettrica....
Purtroppo è da anni che si aderisce a queste iniziative, ma da un po' c'è anche  la "ola" della new wave ecclesiale (vedi QUI)
L
 La Nuova Bussola Quotidiana 21-3-20\6
Riccardo Cascioli
Sabato sera anche la Basilica di San Pietro è stata oscurata per un’ora, come tanti altri monumenti importanti in tutto il mondo, dalla Torre Eiffel di Parigi al Cristo Redentore di Rio de Janeiro, dal Ponte sul Bosforo all’Opera House di Sidney. Tutti insieme per l’Ora della Terra (The Earth Hour), un evento creato dall’associazione ecologista World Wildlife Fund (WWF) nel 2007 per mobilitare l’opinione pubblica contro i cambiamenti climatici.
Il WWF chiede l’abbandono dei combustibili fossili, l’uso dei quali è imputato del riscaldamento globale, ma che continuano necessariamente ad essere la principale fonte energetica mondiale. E per quanto si faccia un gran parlare di energie rinnovabili, la semplice verità è che allo stato attuale esse possono essere aggiuntive, ma non certo sostitutive dei combustibili fossili. Da qui anche l’iniziativa di spegnere le luci, un segno per invitare a fare a meno di tanta energia, magari riscoprendo la bellezza del buio; così in occasione dell’Ora della Terra vengono lanciate iniziative locali per fare apprezzare il piacere di stare senza luce: ristoranti che preparano menù romantici per una cena a lume di candela sono ormai un classico.
Come stanno effettivamente le cose a proposito dei cambiamenti climatici lo abbiamo detto molte volte (e ora c’è anche un libro della Bussola, Il clima che non t'aspetti, che spiega quanto siano deboli le basi scientifiche di questa teoria e quanto forti invece gli interessi ideologici e politici), ma l’iniziativa del WWF è criticata anche all’interno del mondo dei “duri e puri” del cambiamento climatico: le accuse vanno dall’inutilità dell’evento, buono solo a mettere in pace le coscienze delle persone, alla pericolosità di trasmettere un messaggio che sottovaluta l’importanza della disponibilità di energia (clicca qui). Peraltro a spezzare il quadro idilliaco di città senza luce, ci ha pensato una piccola città svedese, Östersund, che quest’anno ha deciso di non partecipare all’evento. Motivo? Ultimamente si sono registrate in città troppe violenze sessuali: l’Ora della Terra è importante, dicono i responsabili della municipalità, ma ci sono problemi di sicurezza che esigono strade illuminate (clicca qui).
Ma torniamo a San Pietro: la sua partecipazione non è una novità, è da molti anni ormai che la principale basilica della cristianità spegne le luci per un’ora, unendosi al resto del mondo. Non sappiamo da chi sia dipesa la decisione originale di aderire all’iniziativa e da chi dipenda il rinnovarla ogni anno, però non possiamo non guardare con una certa inquietudine a questo buio su San Pietro. A maggior ragione per il fatto che l’iniziativa del WWF è anzitutto simbolica. E ci sono infatti almeno due aspetti simbolici che dovrebbero risvegliare qualcuno in Vaticano.
Il primo è il cedimento della Chiesa alla cultura dominante. La Chiesa si è accodata tristemente a un’iniziativa propagandistica figlia di un neo-paganesimo in pieno sviluppo (il culto della Madre Terra), che sogna il ritorno a mondi ideali mai esistiti, che suggerisce ricette e politiche che porterebbero il mondo alla povertà generalizzata. È il segno di una Chiesa in cui la fede ha smesso di diventare cultura e tende quindi a diventare subalterna a ogni cultura che sia di moda. È successo con il marxismo, che ancora affascina tante fette di clero; succede oggi con l’ecologismo, ed è ancora più pericoloso perché i suoi concetti sembrano così in sintonia con la dottrina della Creazione. Sembrano: in realtà nascono da una concezione dell’uomo radicalmente opposta a quella cattolica.
Il secondo aspetto, dal punto di vista simbolico è ancora più inquietante. La battaglia tra la luce e le tenebre è da sempre un modo per raccontare lo scontro tra Cristo e il mondo. Il prologo del vangelo di Giovanni, ma anche tutta la liturgia, descrive Cristo come la luce che viene nel mondo. La luce è un tratto caratteristico anche delle feste cristiane, perché Cristo è la luce. In questi tempi di grande confusione non può dunque non creare una certa inquietudine la decisione di far calare le tenebre sulla basilica che rappresenta il centro della cristianità. Certo si tratta di un’ora, in un anno, una cosa da nulla si potrebbe dire. Ma i simboli sono importanti, e San Pietro che sceglie volontariamente le tenebre, che alla missione di testimoniare la luce preferisce unirsi al coro di chi quella luce vorrebbe spegnere, non può che lasciare perplessi, per usare un eufemismo. Per fortuna a rincuorare c’è ancora il vangelo di Giovanni che comunque promette che, per quanto le tenebre non accettino la luce, non riusciranno a offuscarla.
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