Anche se vecchio di due settimane, lo pubblichiamo a seguito delle voci che l'Esortazione postsinodale del S. Padre possa essere imminente.
L
11/01/2016
Uno dei siluramenti meno spiegabili, fra quelli, poco comprensibili anch’essi, compiuti nel regno di papa Francesco, ha toccato l’arcivescovo di Malines-Bruxelles, mons. André-Joseph Léonard. Mons. Léonard è stato congedato alla scadenza dei suoi cinque anni di servizio, senza ricevere la berretta cardinalizia che normalmente si accompagna a Bruxelles; è stato attaccato fisicamente e pubblicamente dalle Femen, ha difeso la dottrina cattolica, e avendo ricevuto una diocesi che nel 2010 aveva quattro seminaristi ha lasciato un seminario con 55 presenze.
Professore a Lovanio per vent’anni, per tredici superiore del seminario universitario e vescovo a Namur prima che a Bruxelles, è probabile che sia rimasto vittima dell’antipatia che godeva presso alcuno vescovi colleghi, che lo giudicavano troppo conservatore, e della scarsa sintonia con il consigliere del Papa, il discusso card. Danneels.
Poco dopo aver lasciato il suo incarico, ha risposto a La Croix a una serie di domande; e anche se l’intervista è di qualche giorno fa, ci sembra utile riproporne alcuni brani ai lettori italiani, rimandando all’originale QUI .
Léonard rivolge anche un appello al Papa. Interessante perché tocca il Sinodo della Famiglia, e il documento – l’esortazione post-sinodale – che il Pontefice secondo alcuni renderebbe pubblica il mese prossimo. Dopo aver detto di essere rimasto un po’ deluso dal testo finale, perché “si è coltivata l’ambiguità nei punti più delicati. Alcuni vescovi mi hanno detto che i testi sono stati redatti volontariamente in maniera ambigua cosicché siano interpretati in direzioni diverse”. Ed ecco l’appello: “Spero dunque che avremo una parola benevola e sfumata, ma chiara, sui temi della dottrina e della disciplina della Chiesa cattolica riguardo a matrimonio e famiglia. La palla è ora nel campo del Papa. E’ il momento per lui di esercitare il suo ruolo petrino di unità e di continuità della Tradizione come aveva dichiarato nel suo discorso di chiusura del primo Sinodo sulla famiglia”.
Professore a Lovanio per vent’anni, per tredici superiore del seminario universitario e vescovo a Namur prima che a Bruxelles, è probabile che sia rimasto vittima dell’antipatia che godeva presso alcuno vescovi colleghi, che lo giudicavano troppo conservatore, e della scarsa sintonia con il consigliere del Papa, il discusso card. Danneels.
Poco dopo aver lasciato il suo incarico, ha risposto a La Croix a una serie di domande; e anche se l’intervista è di qualche giorno fa, ci sembra utile riproporne alcuni brani ai lettori italiani, rimandando all’originale QUI .
Léonard rivolge anche un appello al Papa. Interessante perché tocca il Sinodo della Famiglia, e il documento – l’esortazione post-sinodale – che il Pontefice secondo alcuni renderebbe pubblica il mese prossimo. Dopo aver detto di essere rimasto un po’ deluso dal testo finale, perché “si è coltivata l’ambiguità nei punti più delicati. Alcuni vescovi mi hanno detto che i testi sono stati redatti volontariamente in maniera ambigua cosicché siano interpretati in direzioni diverse”. Ed ecco l’appello: “Spero dunque che avremo una parola benevola e sfumata, ma chiara, sui temi della dottrina e della disciplina della Chiesa cattolica riguardo a matrimonio e famiglia. La palla è ora nel campo del Papa. E’ il momento per lui di esercitare il suo ruolo petrino di unità e di continuità della Tradizione come aveva dichiarato nel suo discorso di chiusura del primo Sinodo sulla famiglia”.