La parabola evangelica del buon Samaritano ci insegna che la carità cristiana non conosce ne' confini ne’ limiti.
Nel corso della Storia della Chiesa non si contano, ne’ bisognerebbe farlo, i Santi e le Sante che nel nome di Gesù hanno soccorso, nel doveroso più assoluto silenzio, uomini e donne in stato di bisogno.
Un esempio luminosissimo del primato di carità cristiana è stato il Servo di Dio Papa Pio XII che durante l’ultimo conflitto mondiale non ha esitato neppure un attimo a far aprire i sacri luoghi protetti dalla sacra clausura, per “ospitare gli ebrei perseguitati dai nazisti in tutti gli istituti religiosi, di aprire gli istituti e anche le catacombe”.
Abbiamo voluto premettere questa doverosa esaltazione della carità , la più grande delle virtù cristiane, perché siamo rimasti ancora scioccati dalle parole che Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Domenico Mogavero, Vescovo di Mazara del Vallo, ha avuto la leggerezza di pronunciare in riferimento agli islamici che in ogni minuto, sotto le spoglie di presunti migranti-profughi, approdano nelle nostre accoglienti coste: " Dobbiamo mettere da parte angoscia distruttiva e fandonie della guerra santa. Non c’è alcun pericolo rispetto alla nostra identità di fede. L’islam non vuole cancellare le radici cristiane in occidente”.
Le parole del vescovo potrebbero suonare come una specie di “burla” , espressione di un "classico" umorismo clericale ( diversi vescovi in questi giorni sembrano trasformarsi in simpatici clown ... tanto da far presagire l'arrivo di una grande sventura )....
La tragedia quotidiana, per ora ambientata soprattutto in Medio Oriente, smentisce immediatamente le parole del Vescovo di Mazara del Vallo per riportare traumaticamente la nostra attenzione verso la morte tragica e violenta dei nostri fratelli e sorelle battezzati : la realtà, costellata da un fiume gonfio di sangue, dei nuovi Martiri Cristiani uccisi in odio alla fede e in odio a Cristo.
Dedichiamo al Vescovo di Mazara del Vallo due servizi : uno viene dalla terra macedone dove i cosiddetti “migranti” musulmani alla frontiera della Macedonia, rifiutano i pacchi offerti loro perchè contrassegnati dal simbolo della Croce Rossa ( simbolo del cristianesimo, da combattere ferocemente); ( QUI il video) e l’altro dal Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini.
Επίσης, σε μας τους αμαρτωλούς ( A.C.)
Επίσης, σε μας τους αμαρτωλούς ( A.C.)
Meeting di Rimini, preti denunciano: Genocidio di cristiani in Siria e Iraq
Due parroci, due citta’, Erbil e Aleppo, due Paesi, ma un solo grido e un solo appello: aiutate i cristiani vittime di un “genocidio” in Iraq e di una “Apocalisse” in Siria.
“Aiutate la mia gente. Vi imploro: non chiamate quello che succede nel mio paese un conflitto, è un genocidio e il genocidio è in Siria.
Credo che ci distruggeranno in Medio Oriente, ma credo anche che l’ultima parola sarà la nostra.
Credo che ci distruggeranno in Medio Oriente, ma credo anche che l’ultima parola sarà la nostra.
E sarà ‘Gesù ci ha salvati’, e’ la denuncia di Douglas Al-Bazi, parroco ad Erbil in Iraq, intervenendo al Meeting di Cl a Rimini all’incontro “Una ragione per vivere e per morire: martiri di oggi”, cui ha partecipato anche Ibrahim Alsabgh, prete di una chiesa di Aleppo in Siria.
“Quello che sta avvenendo in Siria è una vera e propria Apocalisse.
Manca tutto ormai, anche l’acqua” e’ la denuncia di Alsabagh, parroco della Comunità Latina di Aleppo.
”Siamo nel caos – ha spiegato Alsabagh- siamo nel disordine totale.
Aleppo è divisa in decine di parti e ogni gruppo di jihadisti controlla una parte.
Aleppo è divisa in decine di parti e ogni gruppo di jihadisti controlla una parte.
Viviamo nel caos, con la mancanza di tutto, prima di ogni cosa della sicurezza.
Ci sono bombardamenti che non risparmiano la gente nelle case, le moschee e le chiese, i bambini e gli anziani.
Siamo sotto un bombardamento continuo”.
”Siamo proprio sulla linea del fuoco – ha detto il prete che vive in Siria-e noi non sappiamo quando potranno colpire la nostra chiesa: ne hanno già colpite tante.
Siamo sotto tiro.
Questi gruppi di terroristi hanno colpito ospedali, suore e case, con armi di grande distruzione e non solo con il gas“.
In Siria e ad Aleppo in particolare “è molto difficile mangiare carne, latte e c’e'mancanza di medicine.
Tanti medici hanno lasciato il paese e tanti ospedali sono rimasti senza medicine.
C’è poi la mancanza dell’acqua in questi giorni, è una cosa micidiale”, sottolinea Alsabgh, sacerdote da 10 anni, dal 2014 parroco di San Francesco d’Assisi ad Aleppo.
Nella sua parrocchia in Siria a poche decine di metri dalla linea del fuoco ha creato un oratorio estivo con centinaia di bambini di famiglie non solo cristiane.
”Diverse zone di Aleppo sono state distrutte completamente come delle zone vicino al nostro convento e chiesa cui si avvicinano i bombardamenti – dice il sacerdote di Aleppo -. Non sappiamo quando potranno colpire la nostra chiesa. I gruppi di terroristi colpiscono e seminano morte immigrazione e terrore.
La gente non ce la fa.
Quelli ricconi sono partiti dai primi due anni del conflitto.
Sono rimasti con noi i più poveri.
La mancanza dell’acqua si e’ intensificata da un mese e mezzo.
Alcune parti dei jihadisti controllano le pompe dell’acqua. L’acqua arriva in modo interrotto.
Siria: l’esercito bombarda i mujahidin per liberare lo snodo idrico (I cazzari della stampa venduta hanno scritto che Assad bombardava i civili)
Diversi bambini sono finiti in ospedale perché hanno bevuto acqua non potabile e ci sono stati morti perche’ e stata bevuta acqua non potabile.
Perché allora “un cristiano deve rimanere?
Meglio scappare e buttarsi nel mare.
Anche tanti cristiani che hanno studiato.
Tanta gente è obbligata, non ce la fa a vivere lì.
Diversi sono i casi di cristiani che hanno lasciato il paese e lo lasceranno forse nel domani. Sembra che siamo nel libro dell’apocalisse.
Per noi cristiani, parlo di Aleppo, specialmente, siamo nell’Apocalisse”.
“La situazione è di una instabilità totale continua, bisogna essere attenti non solo ai bisogni dei cristiani ma anche dei musulmani, dei bambini, di chi scappa dalle bombe”, racconta Alsabgh.
“Se qualcuno dice che l’Isis non rappresenta l’Islam ha torto. (Sottolineatura nostra N.d.R.) L’Isis rappresenta l’Islam al 100 per cento”, prosegue Al- Bazi, che ha detto di aver subito due attentati e un sequestro e che sulla situazione in Iraq non ha usato mezzi termini: “Forse qui ci possono essere musulmani simpatici e amici, ma li’ sono degli assassini”.
“Sono orgoglioso di essere iracheno – aggiunge Al-Bazi rivolgendosi a una folta platea di ciellini che lo ha applaudito -e amo il mio paese, ma il mio paese purtroppo non e ‘orgoglioso che io sia parte di esso.
I cristiani in medioriente sono l’unico gruppo che ha visto il volto del male, l’Islam”.
“Aiutate la mia gente, salvate la mia gente.
Sono un sacerdote e penso che mi ammazzeranno un giorno, ma mi preoccupo per i nostri figli”, ( Sottolineatura nostra N.d.R.) conclude il parroco iracheno. (La Presse)
Fonte : ImolaOggi
QUI Il video di un bambino di appena due anni che con un coltello affilato "decapita" lentamente un orsacchiotto di peluche sotto la bandiera dello stato islamico. Non ci sono più parole !
Fatelo leggere anche a Bose e ai vescovi che hanno voluto scardinare le porte dei nostri confini: entri pure chi vuole, altrimenti non siamo bravi cristiani.
RispondiEliminaQueste sono le vere intenzioni dell'islam e lo vogliono fare anche in Europa.
Intanto la Conferenza Episcopale Belga ha appoggiato l'idea che venga emanata una legge con cui si obbliga i belgi ad affittare parte delle abitazioni in cui vivono ai signori islamici, promettendo di finanziare una parte degli affitti che però la Conferenza ha detto dover essere "ragionevoli". Ovviamente ci sarà un galantino belga a stabilire se un affitto è ragionevole o no.
Obbligare ad affittare una parte della casa per legge.....è folle come parlare di islam moderato....
non c'è limite al peggio, oltre che alla follia autolesionistica
Eliminagridiamo forte e chiaro all'episcopato sincretista ed eterodosso la nostra INDIGNAZIONE
RispondiEliminaMia figlia mi ha chiesto ieri sera :" Papà ma che differenza c'è tra noi cattolici e gli ortodossi? " le ho risposto: " che loro a differenza nostra non si vergognano di professarsi pubblicamente Cristiani " poi senti le dichiarazioni di alcuni vescovi e ti chiedi " ma siamo sicuri di essere ancora cattolici?"
RispondiEliminaVi prego: non date peso ai vescovi, specialmente a quelli che appaiono in televisione o scrivono ai giornali, i cristiani sono altro, grazie a Dio: non si vergognano né della fede né degli obblighi di fede e cercano di non seguire il principe di questo mondo
EliminaSe stiamo ad ascoltare i vescovi in tv stiamo freschi....
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