Nel nostro post del 18 giugno avevamo chiesto ai competenti organi della Arcidiocesi di Torino di confermare o smentire l’esistenza in Diocesi di rigorose disposizioni limitative della applicazione del Motu proprio Summorum Pontificum, la cui esistenza ci era stata ripetutamente segnalata nel periodo della ostensione della S. Sindone.
Il quesito era stato proposto on line nella forma della ‘lettera aperta’.(QUI)
Domande analoghe agli stessi uffici erano d’altra parte state precedentemente poste da un fedele torinese, con una lettera alla Curia, poi condivisa via facebook e ripresa dal nostro blog: e da un fedele milanese con una altra lettera, inviataci per conoscenza.
C’è poi stata la vibrata protesta di un pellegrino brasiliano, che avrebbe assistito personalmente a un vigoroso ‘intervento contentivo’, della quale abbiamo scritto qui
A tutt’oggi comunque la Curia torinese non ha sentito il bisogno di dare una risposta.
Ci vuole molto tempo per dire: “non è vero niente, i fedeli a Torino hanno gli stessi diritti di quelli del resto del mondo”?
Se vale il principio del silenzio-assenso, la Curia sembra quindi confermare che, come recitava il nostro quesito: “corrisponde a verità la voce diffusa secondo la quale nella Arcidiocesi di Torino sarebbero impartite dalle Autorità competenti direttive volte ad escludere la celebrazione della forma straordinaria del rito romano da determinate chiese o cappelle, o a consentirla solo a porte chiuse e in assenza di fedeli, ovvero a consentire tali celebrazioni solo in un circoscritto numero di luoghi di culto”.
Il testo di due lettere, delle quali abbiamo copia, concorrerebbe a confermare la gravità del quadro descritto.
Un gruppo di fedeli torinesi aveva richiesto nei mesi scorsi ospitalità in due chiese del centro cittadino: leggete cosa si sono visti rispondere.
LETTERA n 1:
“nel corso della riunione del Consiglio Direttivo … è stata esaminata la richiesta di utilizzo …per la celebrazione delle Sante Messe con il rito latino.
Mi spiace dover comunicare che non siamo in grado di poter venire incontro alle vostre esigenze, … Non entro nel merito degli aspetti giuridici della vicenda, tuttavia poiché la Curia Arcivescovile ha già concesso una chiesa ove poter svolgere tali funzioni, al Consiglio non è parso opportuno assumere un impegno che avrebbe comportato ulteriori oneri al piccolo gruppo di volontari che assicura l'apertura della chiesa.Non possiamo sottacere poi che la delicata posizione del nostro Rettore…, (il quale peraltro non ha preso alcuna posizione, lasciando a noi la decisione), tenuto conto del pensiero dominante in Curia circa tali manifestazioni, che oramai sono purtroppo fuori del tempo, non ci consiglia di prendere posizioni che possano essere in contrasto col pensiero dominante, tale posizione potrebbe infatti danneggiare in qualche modo il nostro Rettore. …Con i più rispettosi saluti
LETTERA n. 2
in merito alla Sua pregiata comunicazione … dopo aver discusso proprio ieri … con tutti i componenti del Consiglio Direttivo …, si è deciso di soprassedere alla concessione serale delle Vostre celebrazioni eucaristiche presso la nostra Cappella, in attesa di una chiarificazione da parte della locale Curia Metropolitana, a cui invieremo la Vostra richiesta. Spiacente, quindi, di non poter ora aderire alle Vostre esigenze religiose, anche per non incorrere subito nei “fulmini Curiali”.
Ringrazio comunque sentitamente delle espressioni a favore della nostra Cappella e, a nome di tutti…, porgo personalmente deferenti e cordiali saluti”.
Noi continuiamo a sperare in una smentita, ma le notizie che ci arrivano ogni giorno da Torino non sembrano andare nella stessa direzione.
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Immagine. Giuseppe Rollini (1842-1904) : Il trionfo di Maria Ausiliatrice in cielo e in terra, Basilica Santuario Maria Ausiliatrice, Valdocco, Torino.
Vi sono novità? Qualcuno della Curia torinese ha risposto? Penso di no, conoscendo bene chi ne fa parte penso abbiano cestinato le richieste e ora pensino alle prossime vacanze; il vescovo di Torino più volte ha risposto che i veri problemi sono altri! Se ne deduce che queste richieste sono un PROBLEMA!!!!! e non una ricchezza.
RispondiEliminaPer questo motivo vi chiedo in modo accorato di far pervenire questa Vostra richiesta di chiarimento non solo al vescovo di Torino ma contemporaneamente ai Prefetti delle congregazioni interessate.
Ma sono anni duri e sterili per la diocesi di Torino.