La pellicola della Marabini
Caso Pio XII: l’«Osservatore Romano» boccia il film «Sfumature di verità»
L’opera sul rapporto fra il Papa e gli
ebrei durante la Shoah presentata a Roma in anteprima mondiale:
«Prodotto ingenuo e quindi poco credibile, si poteva fare meglio»
di Paolo Conti, da Il Corriere della Sera, del 03.02.2015
ROMA -
Una stroncatura senza appello, quella riservata dall’«Osservatore
Romano» al film Sfumature di verità (Shades of Truth ), che la regista
Liana Marabini ha dedicato al rapporto tra Pio XII e la questione
ebraica. Il film è stato presentato ieri a Roma in anteprima mondiale.
La tesi dell’autrice, già molto discussa, è che papa Pacelli avrebbe
salvato ben 800.000 ebrei nel mondo e avrebbe dunque diritto al titolo
di «Schindler Vaticano». Ma il quotidiano della Santa Sede diretto da
Gian Maria Vian non lascia spazio a interpretazioni: «Non è certo con
lavori come Shades of Truth che si aiuta la comprensione storica
dell’operato di Pio XII e della sua Chiesa nei confronti del popolo
ebraico durante la Seconda guerra mondiale».
«Mezzi produttivi e artistici scarsi»
Per
l’«Osservatore Romano», «quando i mezzi produttivi e artistici non sono
all’altezza di un compito di tale spessore, allora è meglio rinunciare.
La regista Liana Marabini affronta con un atteggiamento volenteroso i
limiti di una produzione piccolissima. Eppure, anche con ambientazioni
un po’ arrangiate e con pochi attori, fra l’altro validi come Remo
Girone e Giancarlo Giannini, si poteva fare molto meglio». La
conclusione è più dura e inequivocabile, perché sottolinea
l’inattendibilità delle fonti: «Dal punto di vista del dossier storico
siamo ai minimi termini, anche se qua e là filtrano ovviamente spiragli
di verità. Ma è nel tentativo francamente maldestro di dare forma
drammaturgica al tutto, che l’autrice rende il prodotto complessivo
ingenuo e di conseguenza poco credibile».
La replica della regista
L’«Osservatore
Romano» appare quasi in sintonia con un altro verdetto severissimo,
quello espresso da «Pagine ebraiche», organo dell’Unione delle comunità
ebraiche italiane. Basterebbe il titolo, Ciak si beatifica. E anche
l’incipit: «Non esiste preparazione spirituale sufficiente ad affrontare
un’esperienza tanto catastrofica». Perché, si legge nel pesante
corsivo, «vicende drammatiche che hanno segnato indelebilmente i destini
di milioni di persone sono degradate alla stregua di una goffa soap
opera di dubbia qualità, infarcita di luoghi comuni e di fattoidi che
non spostano di un capello quanto era già noto. Prima che cali il
sipario appare sullo schermo un onirico Pio XII che sfoggia persino la
stella gialla. La storia e le sofferenze vengono riaccomodate a
piacimento, l’immaginazione galoppa».
Il periodico ebraico registra
la telegrafica opinione della storica dell’ebraismo Anna Foa, dopo la
proiezione. «Questi temi sono molto seri e importanti. Devono essere
lasciati alla ricerca, allo studio dei documenti. L’immaginazione della
gente di spettacolo sarebbe più prudente metterla da un canto». La
regista, intervistata da Radio Vaticana, assicura di «aver consultato
sull’operato di Pio XII in favore degli ebrei tutte le fonti storiche
esistenti, che sono accessibili a tutti sia per verifica che per
informazione. Spero che il film porti con sé il desiderio della
gratitudine verso questo grande Papa e anche il desiderio di giustizia,
perché chi è vittima di ingiustizia soffre moltissimo, soffre di
solitudine e di impotenza, e ritengo che Pio XII sia vittima di
un’enorme ingiustizia».