«Esprimere quello che uno sente dentro e' bellissimo, mentre l'imporre le cose agli altri e' feroce.
Non è possibile nella Chiesa continuare ad imporre formule e schemi liturgici sempre nuovi, secondo la moda del tempo, senza avvertire il sincero dolore per chi si sente calpestato.
Papa Benedetto XVI al termine dei suoi interventi amava dire: "Andiamo avanti".
L'esortazione è stata fatta propria da diversi fedeli tradizionali legati alla Liturgia antica della Chiesa.
Rorate Coeli ha commentato la frase del Papa : "Indietro non si torna" pronunciata sabato 7 marzo nell'Omelia della Messa celebrata nella Chiesa romana di Ognissanti.
E' vero , la storia lo insegna, indietro non si torna .
Il nostro "andare avanti" con la devota e santificante pratica liturgica dei nostri Padri e il modo univoco celebrativo e formativo dei nostri gruppi ci ricorda il richiamo del Papa : " Quella corrispondenza tra liturgia e vita. La liturgia non è una cosa strana, là, lontana, e mentre si celebra io penso a tante cose... No, no. C’è una corrispondenza, tra la celebrazione liturgica che poi io porto nella mia vita... "
Nei Coetus Fidelium la Liturgia non è "lontana" perchè si persegue, nonostante le proprie limitatezze, una coerente corrispondenza fra "la celebrazione liturgica" e la vita quotidiana : approfondendo la propria conoscenza teologica, storica e liturgica; sviluppando il senso della carità comunitaria verso Dio ( culto) e verso i fratelli e restaurando, anche praticamente, tutto quanto era andato perduto negli ultimi 50 anni e che, nel nome della liturgia ritrovata, andava riportato alla lode divina. »
Papa Benedetto XVI al termine dei suoi interventi amava dire: "Andiamo avanti".
L'esortazione è stata fatta propria da diversi fedeli tradizionali legati alla Liturgia antica della Chiesa.
Rorate Coeli ha commentato la frase del Papa : "Indietro non si torna" pronunciata sabato 7 marzo nell'Omelia della Messa celebrata nella Chiesa romana di Ognissanti.
E' vero , la storia lo insegna, indietro non si torna .
Il nostro "andare avanti" con la devota e santificante pratica liturgica dei nostri Padri e il modo univoco celebrativo e formativo dei nostri gruppi ci ricorda il richiamo del Papa : " Quella corrispondenza tra liturgia e vita. La liturgia non è una cosa strana, là, lontana, e mentre si celebra io penso a tante cose... No, no. C’è una corrispondenza, tra la celebrazione liturgica che poi io porto nella mia vita... "
Nei Coetus Fidelium la Liturgia non è "lontana" perchè si persegue, nonostante le proprie limitatezze, una coerente corrispondenza fra "la celebrazione liturgica" e la vita quotidiana : approfondendo la propria conoscenza teologica, storica e liturgica; sviluppando il senso della carità comunitaria verso Dio ( culto) e verso i fratelli e restaurando, anche praticamente, tutto quanto era andato perduto negli ultimi 50 anni e che, nel nome della liturgia ritrovata, andava riportato alla lode divina. »
" ...ieri sera ho partecipato alla S. Messa secondo il rito straordinario a Moncalieri.
Dopo la Messa è seguita la venerazione della Reliquia della S. Croce, un momento molto commovente.
Ho avuto notizia di tale funzione dal tuo blog.
Si è trattato di una Messa cantata, quindi si è protratta più a lungo del solito, ma non mi sono per nulla stancata, anzi non mi sono quasi distratta (devo sempre fare uno sforzo di attenzione mentre prego o partecipo alla messa e rinnovarlo più di una volta). […]
E' la prima volta che prendo parte a una Messa secondo il rito straordinario dopo il Motu Proprio “Summorum Pontificum”, ma non è stata la prima volta in assoluto: ho vissuto di nuovo la messa della mia infanzia. Sono infatti nata nel '54 [...].
Sì, ci sono molte differenze tra le due forme del rito, non si tratta solo di lingua.
C'è ad esempio l'orientamento del sacerdote e dei fedeli, ad Deum nell'antica Messa (devo dire che questa importanza l'ho capita da Benedetto XVI).
Dalla mia semplice esperienza e dai miei ricordi posso dire: la cosa più importante non è cercare di stabilire una preferenza per l'una o l'altra forma, l'importante è celebrare bene e partecipare bene alla Messa, sapere e pensare cosa si va a fare, sacerdote e fedeli (anche se la responsabilità del sacerdote, il parroco soprattutto, è maggiore; non c'è bisogno di spiegarlo: se un parroco tollera o non tollera certe cose, di conseguenza la celebrazione sarà o non sarà in certo modo).
Nella mia parrocchia di bambina si celebrava bene e io andavo quasi sempre lì.
Però, siccome noi abitavamo ai confini del paese, eravamo più vicini alla chiesa di un'altra parrocchia.
Quando mia madre aveva poco tempo, mi portava a Messa in quest'ultima parrocchia.
Che pena! [...]
Intanto in 20 minuti era tutto finito.
Poi la scena: entrava il sacerdote col chierichetto al seguito già farfugliando le prime formule (ho scritto farfugliando, perché andava talmente in fretta, a macchinetta, che non si capiva una sola parola); quando doveva girarsi al 'Dominus vobiscum' faceva una piroetta senza fermarsi, talmente in fretta che era tutto uno svolazzare di tonaca [...] ..."
Continua QUI
Fonte : Cordialiter
Bergoglio ha detto che:" indietro non si torna".
RispondiEliminaMa non è la scritta che sta sul cancello dell'inferno?
« 'Per me si va ne la città dolente,
RispondiEliminaper me si va ne l'etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.
Giustizia mosse il mio alto fattore:
fecemi la divina potestate,
la somma sapienza e 'l primo amore;
dinanzi a me non fuor cose create
se non etterne, e io etterno duro.
Lasciate ogne speranza, voi ch' intrate. »
Inferno, canto III
Però sì, parafrasando vuol dire che indietro non si torna!
A.
L'inferno è atto di giustizia, perché i peccatori impenitenti non possono aver la visione beatifica destinata a chi, più o meno ardentemente ha amato Dio e rispettato la sua legge. Sarebbe somma ingiustizia ove non ci fosse questa eterna distinzione.
Elimina"Fecemi": i soggetti son tre: Potestà, Sapienza e Amore. Ma il verbo è al singolare, perché Dio è uno e trino, ed è unica la volontà delle tre persone.
I dannati leggono con spavento il rigetto della Potestà (Padre) e della Sapienza (Figlio). Qualche speranza resta nella misericordia dell'amore divino: ma quando leggono che ha creato l'inferno anche il Primo Amore (Spirito Santo) hanno la certezza della loro eterna condanna: anche l'Amore li respinge e punisce: l'amore per i figli devoti, l'amore sdegnato con gli uomini che l'han tradito. Quest'ultimo Nome cala sui dannati come una definitiva lapide.
Chissà se Von Balthasar e suoi peggiori epigoni han mai letto questi versi. Forse il primo ci avrebbe pensato bene a dire che l'inferno se esiste è vuoto, come se Dio nella Sua Trinità avesse voluto divertirsi un po'. E ci pensino i sostenitori della salvezza universale che pensano d'esser portatori d'un messaggio nuovo ma ch'è in realtà una antichissima e ricorrente eresia.
Esattamente la sera di due anni fa...che tristezza ripensare a quel "Buonasera" invece di "Sia lodato Gesù Cristo" di Wojtyliana memoria! Signore vieni in nostro aiuto!
RispondiEliminaOra è il momento di accelerare sull aggiornamento della Chiesa, il Papa lo ha detto chiaramente, non saranno più tollerate resistenza per difendere posizioni di potere. La Chiesa deve predere l eurocentricità! C'è tutto un mondo fuori!
RispondiEliminaVero, troppe rendite di posizione
RispondiEliminaA Papa "Buonasera" piace parlare parlare e parlare ... forse non si è ancora reso conto che l'Europa non è l'Argentina. Poveri noi !
RispondiEliminaHa sbagliato tempo.....le signorine' buona sera' son tramontate da quel di.
RispondiEliminamai giardare indietro ma sempre in avanti: AD DEUM
RispondiEliminaNon dimentichiamoci il Buon Pranzo…! glom…. Ma un bel risonante Sia Lodato Gesù Cristo, no? Ah dimenticavo un Cardinale che si fa benedire dai protestanti non è il caso che dica Sia Lodato Gesù Cristo...
RispondiEliminaA.