Post in evidenza

In Vaticano il carnevale è finito: ora davanti al Sommo Pontefice si torna a togliersi il cappello!

Al termine dell’udienza generale svoltasi ieri mattina, mercoledì 11 giugno, in piazza San Pietro, come di consuetudine il Santo Padre Leone...

giovedì 12 marzo 2015

Indietro non si torna: andiamo avanti, devotamente, con l'antica Liturgia

«Esprimere quello che uno sente dentro e' bellissimo, mentre l'imporre le cose agli altri e' feroce. 
Non è possibile nella Chiesa continuare ad imporre formule e schemi liturgici sempre nuovi,  secondo la moda del tempo,  senza avvertire il sincero dolore per chi si sente calpestato.
Papa Benedetto XVI al termine dei suoi interventi amava dire: "Andiamo avanti". 
L'esortazione è stata fatta propria da diversi fedeli tradizionali legati alla Liturgia antica della Chiesa.
Rorate Coeli  ha commentato la  frase del Papa : "Indietro non si torna" pronunciata sabato 7 marzo nell'Omelia della Messa celebrata nella Chiesa romana di Ognissanti. 
E' vero , la storia lo insegna, indietro non si torna . 
Il nostro "andare avanti" con la devota e santificante pratica liturgica dei nostri Padri e il modo univoco celebrativo e formativo dei nostri gruppi ci ricorda il richiamo del Papa  : "  Quella corrispondenza tra liturgia e vita. La liturgia non è una cosa strana, là, lontana, e mentre si celebra io penso a tante cose... No, no. C’è una corrispondenza, tra la celebrazione liturgica che poi io porto nella mia vita... "
Nei Coetus Fidelium  la Liturgia non è  "lontana" perchè si persegue, nonostante le proprie limitatezze, una coerente corrispondenza fra "la celebrazione liturgica" e la vita quotidiana : approfondendo la propria conoscenza teologica, storica e liturgica; sviluppando il senso della carità comunitaria verso Dio ( culto) e verso i fratelli e restaurando, anche praticamente, tutto quanto era andato perduto negli ultimi 50 anni e che, nel nome della liturgia ritrovata, andava riportato alla lode divina. »

" ...ieri sera ho partecipato alla S. Messa secondo il rito straordinario a Moncalieri. 
Dopo la Messa è seguita la venerazione della Reliquia della S. Croce, un momento molto commovente. 
Ho avuto notizia di tale funzione dal tuo blog. 
Si è trattato di una Messa cantata, quindi si è protratta più a lungo del solito, ma non mi sono per nulla stancata, anzi non mi sono quasi distratta (devo sempre fare uno sforzo di attenzione mentre prego o partecipo alla messa e rinnovarlo più di una volta). […] 
E' la prima volta che prendo parte a una Messa secondo il rito straordinario dopo il Motu Proprio “Summorum Pontificum”, ma non è stata la prima volta in assoluto: ho vissuto di nuovo la messa della mia infanzia. Sono infatti nata nel '54 [...]. 
Sì, ci sono molte differenze tra le due forme del rito, non si tratta solo di lingua. 
C'è ad esempio l'orientamento del sacerdote e dei fedeli, ad Deum nell'antica Messa (devo dire che questa importanza l'ho capita da Benedetto XVI). 
Dalla mia semplice esperienza e dai miei ricordi posso dire: la cosa più importante non è cercare di stabilire una preferenza per l'una o l'altra forma, l'importante è celebrare bene e partecipare bene alla Messa, sapere e pensare cosa si va a fare, sacerdote e fedeli (anche se la responsabilità del sacerdote, il parroco soprattutto, è maggiore; non c'è bisogno di spiegarlo: se un parroco tollera o non tollera certe cose, di conseguenza la celebrazione sarà o non sarà in certo modo). 
Nella mia parrocchia di bambina si celebrava bene e io andavo quasi sempre lì. 
Però, siccome noi abitavamo ai confini del paese, eravamo più vicini alla chiesa di un'altra parrocchia. 
Quando mia madre aveva poco tempo, mi portava a Messa in quest'ultima parrocchia. 
Che pena! [...] 
Intanto in 20 minuti era tutto finito. 
Poi la scena: entrava il sacerdote col chierichetto al seguito già farfugliando le prime formule (ho scritto farfugliando, perché andava talmente in fretta, a macchinetta, che non si capiva una sola parola); quando doveva girarsi al 'Dominus vobiscum' faceva una piroetta senza fermarsi, talmente in fretta che era tutto uno svolazzare di tonaca [...] ..."

 Continua QUI 

Fonte : Cordialiter

10 commenti:

  1. Bergoglio ha detto che:" indietro non si torna".
    Ma non è la scritta che sta sul cancello dell'inferno?

    RispondiElimina
  2. « 'Per me si va ne la città dolente,
    per me si va ne l'etterno dolore,
    per me si va tra la perduta gente.
    Giustizia mosse il mio alto fattore:
    fecemi la divina potestate,
    la somma sapienza e 'l primo amore;
    dinanzi a me non fuor cose create
    se non etterne, e io etterno duro.
    Lasciate ogne speranza, voi ch' intrate. »

    Inferno, canto III

    Però sì, parafrasando vuol dire che indietro non si torna!

    A.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'inferno è atto di giustizia, perché i peccatori impenitenti non possono aver la visione beatifica destinata a chi, più o meno ardentemente ha amato Dio e rispettato la sua legge. Sarebbe somma ingiustizia ove non ci fosse questa eterna distinzione.
      "Fecemi": i soggetti son tre: Potestà, Sapienza e Amore. Ma il verbo è al singolare, perché Dio è uno e trino, ed è unica la volontà delle tre persone.
      I dannati leggono con spavento il rigetto della Potestà (Padre) e della Sapienza (Figlio). Qualche speranza resta nella misericordia dell'amore divino: ma quando leggono che ha creato l'inferno anche il Primo Amore (Spirito Santo) hanno la certezza della loro eterna condanna: anche l'Amore li respinge e punisce: l'amore per i figli devoti, l'amore sdegnato con gli uomini che l'han tradito. Quest'ultimo Nome cala sui dannati come una definitiva lapide.

      Chissà se Von Balthasar e suoi peggiori epigoni han mai letto questi versi. Forse il primo ci avrebbe pensato bene a dire che l'inferno se esiste è vuoto, come se Dio nella Sua Trinità avesse voluto divertirsi un po'. E ci pensino i sostenitori della salvezza universale che pensano d'esser portatori d'un messaggio nuovo ma ch'è in realtà una antichissima e ricorrente eresia.

      Elimina
  3. Esattamente la sera di due anni fa...che tristezza ripensare a quel "Buonasera" invece di "Sia lodato Gesù Cristo" di Wojtyliana memoria! Signore vieni in nostro aiuto!

    RispondiElimina
  4. Ora è il momento di accelerare sull aggiornamento della Chiesa, il Papa lo ha detto chiaramente, non saranno più tollerate resistenza per difendere posizioni di potere. La Chiesa deve predere l eurocentricità! C'è tutto un mondo fuori!

    RispondiElimina
  5. Vero, troppe rendite di posizione

    RispondiElimina
  6. A Papa "Buonasera" piace parlare parlare e parlare ... forse non si è ancora reso conto che l'Europa non è l'Argentina. Poveri noi !

    RispondiElimina
  7. Ha sbagliato tempo.....le signorine' buona sera' son tramontate da quel di.

    RispondiElimina
  8. mai giardare indietro ma sempre in avanti: AD DEUM

    RispondiElimina
  9. Non dimentichiamoci il Buon Pranzo…! glom…. Ma un bel risonante Sia Lodato Gesù Cristo, no? Ah dimenticavo un Cardinale che si fa benedire dai protestanti non è il caso che dica Sia Lodato Gesù Cristo...

    A.

    RispondiElimina