Pubblichiamo questo articolo uscito su Il Giornale lo scorso sabato 14.02.0215 che ci era sfuggito e ringraziamo il nostro lettore per avercelo segnalato.
Tratta di un argomento delicato: si deve obbedire ciecamente al Papa, sempre e comunque, solo perché è il Papa? Oppure gli si possono muovere delle osservazioni critiche (relativamente a suoi comportamenti magisteriali e non), pur riconoscendone la validità e l'autorità? Certo.
Tratta di un argomento delicato: si deve obbedire ciecamente al Papa, sempre e comunque, solo perché è il Papa? Oppure gli si possono muovere delle osservazioni critiche (relativamente a suoi comportamenti magisteriali e non), pur riconoscendone la validità e l'autorità? Certo.
Avevamo già trattato più volte questo problema, anche ai tempi del Papa Emerito a cui a volte avevamo indirizzato critiche per alcune scelte e decisioni che ci sembravano deboli e, ad un'analisi approfondita, anche foriere di problematiche e di confusione (da ultimo l'abdicazione). A maggior ragione, abbiamo affrontato la questione in riferimento a Papa Francesco, verso il quale abbiamo indirizzato molte osservazioni e giudizi negativi, in sintonia, tra l'altro, con molti altri giornalisti e prelati (in primis Card. Burke).
Questo articolo ci dà occasione per scrivere una burlesca considerazione che è nata tempo fa e che ora vi partecipiamo: abbiamo avuto ennesima conferma dell'ipocrisia e del doppiogiochismo di molti vescovi (vecchi e nuovi). E vi spieghiamo perché.
Quando, sin da quel 13 marzo 2013, abbiamo mosso osservazioni a Papa Bergoglio per le sue bizzarrie (ma sono veramente tali?) siamo stati accusati, senza appello, di "lesa maestà" e siamo stati indicati come cospiratori scismatici e istigatori di sovversione e disobbedienza al "Vescovo di Roma venuto dalla fine del mondo".(cit.)
In questi anni molte sono state le occasioni per stigmatizzare suoi comportamenti e frasi-slogan ambigui e apparentemente contraddittori (col magistero della Chiesa) e il suo non inginocchiarsi davanti al Santissimo (ma ai carcerati musulmani sì).
Abbiamo, è vero, fortemente criticato i metodi poco misericordiosi, imparziali, incongrui e irrituali con cui Papa Francesco ha gestito e diretto il Commissariamento dei Frati Francescani dell'Immacolata e tutti gli sviluppi (canonici e non) che ne sono conseguiti.
Da ultimo abbiamo segnatamente denunciato la conduzione "anomala" del Sinodo straordinario della famiglia, e soprattutto le espressioni paradottrinali (per non dire al limite dell'eresia) che il Card. Kasper e Mons. Forte appoggiavano spingevano perché venissero approvate (più o meno legittimamente) e che erano palesemente in netto contrasto con la Familiaris Consortio di San Giovanni Paolo.
In questi molti mesi, ci hanno scritto svariate curie vescovili e parrocchie (italiane) per apostrofarci e inveire contro il nostro blog, considerato (a torto!) quale coacervo di ogni "carbonara" ideologia e nefasto dispensatore di moti cospirativi contro il Romano Pontefice Berglgio. Ovviamente MiL non è nulla di tutto ciò.
Lo ripetiamo: le critiche rispettose (come le nostre) e mai offensive sono lecite e doverose (si vedano le dure parole di Santa Caterina al Papa in Avignone, per scuoterlo dal torpore della gallica prigionia, e indurlo a tornare a Roma). Mai sono apparsi su MiL articoli nostri o di altri che abbiano appoggiato, diffuso o istigato idee ridicole di sedevacantismo o di fattiva ribellione a Papa Francesco. Ci mancherebbe! Ma articoli di critiche sì, quelle sì, e non poche. E negli ultimi mesi ne abbiamo avuto ben donde, e con noi si sono fatti sentire anche molti cardinali e vescovi.
Con la nostra eleuteria, ci siamo pertanto resi bersaglio di critiche e invettive di vescovi (vecchi e nuovi) che, come detto, ci hanno accusato e accusano tutt'ora di essere una sorta di regia per colpi di Stato o di oppositori a Papa Francesco.
(e qui scoppia una grassa risata: nulla di tutto ciò! Più volte abbiamo professato il nostro essere sub Petro e cum Petro e abbiamo pubblicato positive che riguardavano il Papa, commentandole in maniera positiva: cfr. suoi apprezzamenti verso la liturgia antica, sua decisione di confermare il Motu Proprio, celebrazione coram Deo in Vaticano e in Capella Sistina, ecc).
Ma ora non siamo gli unici che si chiedono in che misura bisogna obbedire a Papa Francesco, se rischia di contraddire i dettami della Chiesa, specie quelli immutabili della Dottrina.
Ma ora non siamo gli unici che si chiedono in che misura bisogna obbedire a Papa Francesco, se rischia di contraddire i dettami della Chiesa, specie quelli immutabili della Dottrina.
Ma arriviamo al punto della questione: quegli stessi vescovi che ora più che mai ci additano come nemici e ci accusano al pari di pericolosi giacobini (vedasi sopra), sono proprio gli stessi che dal luglio 2007 sono stati i primi a disobbedire Benedetto XVI in merito al Summorum Pontificum, che hanno attuato una forte avversione all'applicazione del Motu Proprio, condita di critiche (e insulti) veramente sopra le righe e irrispettose oltremodo (ad es: "Sapete cosa me ne faccio della lettera ai Vescovi sul Motu Proprio? La uso in bagno!"; "Il tedesco sta a Roma, qui comando io"; "Ratzinger pensi a fare la papessa a San Pietro, insieme a Guido e alle sue amichette"; et similia che non pubblichiamo per nostra decenza. cit.!!!).
Ecco ora ci domandiamo: questi vescovi possono rivolgere impunemente queste vergognose ingiurie al Papa (Benedetto XVI) e poi essere gli stessi ora che accusano noi (e non solo) di disobbedienza a Papa Francesco (su materie importanti come la dottrina cattolica in tema di comunione ai risposati e di famiglia) solo perché esprimiamo critiche?
In sintesi: si può disobbedire ad un Papa e ad un altro no? Un Papa si può criticare ed offendere, ed un altro no? Noi almeno siamo coerenti: abbiamo lodato e criticato entrambi.
Cari vescovi, non venite a farci la predica: con il vostro comportamento contraddittorio e ipocrita forse avrete ancora autorità, ma non più autorevolezza. Propongo, in questo tempo di penitenza quaresimale appena iniziata, di farvi un esame di coscienza: quali insulti ho rivolto io contro Benedetto XVI in merito alla Liturgia antica? Ho obbedito al Papa (Benedetto) che mi chiedeva di accogliere i gruppi stabili ai sensi del Motu Proprio? Ho agevolato la celebrazione Vetus Ordo a chi me la chiedeva avendone i requisiti? Ho forse opposto pretestuosi motivi di pastorale per impedire o limitare i preti favorevoli alle celebrazioni antiche? Ho forse dato scandalo ai fedeli, criticando in loro presenza il Papa (Benedetto)? E ora come mi permetto di accusare i miei fratelli che criticano Papa Francesco?
Noi siamo con Papa Francesco, perché innanzi tutto siamo con Dio.
Noi siamo con Papa Francesco, perché innanzi tutto siamo con Dio.
Buona lettura, Eccellenze, e buona Quaresima.
Et mementote, homines, quia pulvis estis et in pulverem reverteritis
Roberto
Ora i cardinali vacillano sull'obbedienza al Papa
Dibattito
tra porporati: giusto seguire Francesco,
ma a patto che lui rimanga
fedele ai dettami della Chiesa.
Oggi [14.02.2015] Bergoglio farà venti nuove nomine
in un clima critico
di Fabio Marchese Ragona da Il Giornale del 14.02.2015
L'obbedienza
al Papa prima di tutto, anche se per qualche cardinale non è proprio
così. Si è parlato anche di questo, tra una pausa caffè e l'altra, al
concistoro convocato da Papa Francesco, che si concluderà oggi con la
creazione di 20 nuovi cardinali (tra cui due italiani) e che ha visto la
partecipazione di oltre 160 porporati provenienti da tutto il mondo.
Il Papa al concistoro del Collegio cardinalizio
Nonostante il clima sereno che si è respirato per due giorni
nell'aula nuova del Sinodo («non c'è stato un clima rivendicativo o
aggressivo» ha riportato il direttore della Sala Stampa Vaticana, Padre
Federico Lombardi) e nonostante l'apprezzamento per il lavoro di riforma
della Curia Romana svolto fino a oggi, qualche cardinale, sia della
vecchia guardia sia con incarichi di governo in Vaticano, è riuscito
però a farsi notare dai confratelli per degli interventi, ufficiali e
non, che hanno posto l'accento sulla necessità di seguire attentamente
«una via maestra, quella del diritto» nel processo di rinnovamento della
Curia e sul tema dell'obbedienza al Sommo Pontefice.
«Si deve
obbedienza al Papa se le sue direttive sono in linea con il diritto
canonico», ha voluto precisare un porporato in disaccordo con la
maggioranza degli altri cardinali, consapevoli del fatto che si deve
obbedienza al vicario di Cristo a prescindere da tutto. «Abbiamo il
dovere di presentarci con mente e cuore aperti verso il Papa», ha
commentato con altri confratelli un importante porporato italiano,
mandando giù l'ultimo sorso di caffè, «non dovrebbero esserci liberi
battitori, non è bello cercare opposizioni» ha detto, citando infine
Benedetto XVI sul tema dell'obbedienza: «Obbedire è una parola che non
piace nel nostro tempo», spiegava il Papa Emerito commentando nel 2010
la Lettera agli Ebrei, «viene interpretata come alienazione,
atteggiamento servile, sottomissione alla volontà di un altro, mentre
l'autodeterminazione sarebbe la vera esistenza umana. Libertà e
obbedienza sono invece due cose che vanno insieme».
Le parole di
Ratzinger (che oggi sarà presente in Basilica per il concistoro), hanno
illuminato il volto dei presenti, ma solo per qualche minuto, perché
pronta è arrivata la replica di un altro porporato, questa volta
americano (devotissimo al Papa Emerito) che ha preso la parola, in
presenza di Bergoglio, intervenendo sul tema della riforma della
costituzione apostolica «Pastor Bonus»: «Va bene riformarla, va bene
tutto», ha spiegato, «ma il centro di tutto, come per il tema
dell'obbedienza, dev'essere il diritto canonico». Si potrebbe quindi
anche disobbedire al Pontefice, secondo qualche cardinale
tradizionalista, se il Papa non rispetta la legge, senza lasciar spazio
alla misericordia e senza lasciar spazio al cuore, ma tenendo un
approccio esclusivamente legislativo. «Nella stesura della nuova
costituzione bisognerà certamente curare nei minimi dettagli la
terminologia di legge e fare attenzione ad ogni passaggio», ha aggiunto
un altro porporato che invece condivide in pieno l'azione pastorale di
Francesco, «non dobbiamo essere però troppo burocrati dalla faccia
funerea, come ha ricordato il Santo Padre nel discorso di Natale alla
Curia Romana, noi dobbiamo servire i fedeli e la Chiesa con la gioia del
Vangelo».
Si incomincia.
RispondiEliminaPrima arriveranno le ammonizioni canoniche
Poi scisma.
Penso che lo vedremo eontro pochi anni di questo passo, a meno che Dio non intervenga a ravvedere Bergoglio se non è ancora il tempo.
Prevedo che la Fraternità di San Pio X aggregherà molti transfughi della moderna chiesa eretica.
Lo si dice ogni 2x3 ma poi e la fraternità a spaccarsi... Vwdi Williamson e co.
EliminaToh, riecco i commenti! Ma dài!
RispondiEliminaDa quando in qua il diritto canonico è superiore al Papa? Semmai, il Papa è sottomesso al diritto naturale o rivelato. Questa è la dottrina di sempre. Quel cardinale americano che ha detto che il centro di tutto è il diritto canonico, dimostra di non aderire alla dottrina
RispondiEliminaSofismi, sofismi e ancora sofismi.... E i tradizionalisti sono sempre più marginali- Contenti loro...
EliminaTamto marginali non mi pare proprio, non so in che realtà di Chiesa vive il Nuovo ma guardandosi intorno si nota una sete di sana tradizione cattolica. Io lavoro con molti giovani, dal 1991, e noto una riscoperta della liturgia pre conciliare, un ritrovato amore per gli insegnamenti dei Sommi Pontefici (in particolare San Pio X) e, frutto ancor più rivelatore, vocazioni al sacerdozio nei seminari più osservanti e fervorosi (come direbbe Cordialiter) così come postulanti e novizie fra le Suore che testimoniano, ad iniziare dall'abito, la fedeltà al carisma originario. Una fedele dalla Liguria.
EliminaFedele della Liguria, forse sei nuova del blog: ecco non perdere tempo a rispondere al Nuovo. Lui viaggia sempre per slogan post-sessantottini iconoclasti ormai sconfitti e superati dalla storia. Quella che non riuscirà mai a sconfiggere la Retta Dottrina Cattolica insegnata ininterrottamente dalla Chiesa fino a circa 50 anni fa....
Elimina(«non c'è stato un clima rivendicativo o aggressivo» ha riportato il direttore della Sala Stampa Vaticana, Padre Federico Lombardi) , ecusatio non petita che io trovo terrorizzante.
RispondiEliminacomunque i cardinali italiani erano 3 e non 2!
RispondiEliminaGrande Card. De Magistris! Che lezione il suo inchino al nostro Sanro Padre Emerito! Ad multos annos...
EliminaA dire il vero la penso esattamente come S.E. Card. Burke. Il papa non è infallibile se va contro la dottrina stessa del cristianesimo. Anzi andando contro gli insegnamenti dei Santi Vangeli, è in pericolo di eresia, e con lui chi gli va dietro sbrodolando ad ogni cosa che dice. È un dato di fatto che il concilio e la chiesa post conciliare abbia teso più che una mano ai protestanti. E adesso con queste ultime affermazioni, la Chiesa Cattolica si sta sempre più protestantizzando, ipotizzando addirittura una rivalutazione di Lutero. Il vicario di Cristo, o vescovo di Roma, non può credersi infallibile scavalcando il Cristo stesso! A.
RispondiEliminaCi sarebbe anche il saluto deferente di Cafarra chino ad ascoltare qualcosa sussurratogli da Papa Benedetto.....noto che in Vaticano volano querele per diffamazione come gli elicotteri in Vietnam ai tempi d'oro, mentre prima si faceva a gara a chi insultava ed offendeva di più il papa regnante all'epoca senza che si levasse il minimo soffio.....ta semeia ton kairos...
RispondiElimina