di don Alfredo M. Morselli
Con questi cosiddetti "divorziati risposati", per altro carissimi fratelli, non ne posso più. Ci stanno facendo una testa grossa come un pallone: bisogna accompagnarli, attenderli, aiutarli, non urtare troppo la loro suscettibilità... insomma, oggi sono un po' "raccomandati". In alcune parrocchie ci sono persino i gruppi di divorziati risposati, dove si incontrano e dicono le preghiere per conto loro.
Trovo che tutto ciò sia una grande ingiustizia nei confronti dei peccatori classici normali: golosi, iracondi, lussuriosi etc. Non vanno anche questi accolti, accompagnati e aiutati?
Per rimediare a questa grave ingiustizia e per rivendicare i diritti di tutti i peccatori, senza distinzione di età, sesso e violazione di comandamento, il prossimo anno istituirò in parrocchia la raccolta differenziata dei peccati. Non solo il gruppo dei divorziati risposati, ma ogni giorno un gruppo per ogni specifico comandamento violato.
Per rimediare a questa grave ingiustizia e per rivendicare i diritti di tutti i peccatori, senza distinzione di età, sesso e violazione di comandamento, il prossimo anno istituirò in parrocchia la raccolta differenziata dei peccati. Non solo il gruppo dei divorziati risposati, ma ogni giorno un gruppo per ogni specifico comandamento violato.
Il lunedì ci sarà il gruppo dei golosi: essendo in questo giorno chiuso il bar dell'oratorio, eviteranno di rimpinzarsi come al solito di pizzette e patatine, durante la catechesi.
Il martedì sarà dedicato ai bestemmiatori: naturalmente sarà vietato loro l'accesso alla sala TV durante le partite di calcio, sarà vietato parlare di politica, come pure il gioco delle carte: per loro tutte occasioni prossime di peccato.
Il mercoledì avevo pensato di fare il gruppo adulteri, ma le conseguenze potrebbero essere nefaste: immaginatevi gli sfottò al lavoro, tipo "oh lo sai, ho visto la moglie di Mario al gruppo adultere".... No no, meglio lasciar perdere.
Per il giovedì invece il mio gruppo preferito, il gruppo farisei. Mi stanno diventando tremendamente simpatici, perché parlano male tutti di loro, e per loro non c'è misericordia; praticamente stanno rovesciando la parabola del fariseo e del pubblicano, dicendo: "Ti ringrazio, Signore, che non sono come questo fariseo". È il mio gruppo; me lo vedo davanti, il mio Gesù, che tuona: " Guai a voi, farisei ipocriti, etc. etc..." Gli direi: "Signore, ma proprio non c'è rimasta una gocciolina del vostro Preziosissimo Sangue anche per noi farisei... sapete, oso credere che anche solo ipotizzare di ammettere alla S. Comunione i divorziati risposati ancora conviventi more uxorio sia un'eresia..." Non dico che mi farebbe posare il capo sul suo Cuore, ma un sorriso e un incoraggiamento non me lo negherebbe...
La ringrazio per questo articolo che ha,se posso esprimermi, la giusta dose di ironia.. Le ultime 5 righe mi hanno fatto immaginare la scena come se fosse un dialogo, degno di Guareschi, tra don Camillo e Cristo.
RispondiEliminaComplimenti Don Alfredo! Una critica ironica ma veramente pungente all'attuale andazzo che aleggia su noi poveri cattolici! Grazie di cuore e buon Natale!
RispondiEliminaTipico di chi si sente una delle 99 pecora del ovile e non capisce perché il pastore le trascuri per prendersi cura di quella sola che si è smarrita...
RispondiEliminaVediamo se mi pubblicano questo post!
Adalberto