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domenica 4 maggio 2014

"Il ruolo distintivo dei laici". Fanno qualcosa i laici quando i mass media presentano le posizioni cattoliche come antiquate e conservatrici?

Verrà presentato lunedì 5 maggio, alle 17.30, presso l’Istituto Patristico Augustinianum di Roma (via Paolo VI, 25) il volume Il ruolo distintivo del laico, un manuale sul ruolo dei fedeli laici nella Chiesa e nel mondo, scritto dal cardinale Francis Arinze, prefetto emerito della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti, pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana. 
Una pubblicazione specifica  sul ruolo dei fedeli laici nella Chiesa e nel mondo.
Alla presentazione insieme all’Autore  interverranno il Cardinale Stanislaw Rylko, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici e Vania de Luca, “vaticanista” di Rainews 24. Nei 12 capitoli che compongono il libro, il Cardinale Arinze si concentra su ciò che è distintivo nell’apostolato dei fedeli laici, che “formano il 99,9% della Chiesa”. 
Si inizia con alcune riflessioni sulla chiamata all’apostolato di ogni battezzato, la natura dell’apostolato dei laici e le varie forme in cui questo può essere espresso. 
Ma il messaggio centrale dell’opera risiede nella risposta all’interrogativo “Cosa c’è di tanto particolare nell’apostolato dei laici che lo distingue dall’apostolato del clero e dei religiosi?” 
Il Porporato ripercorre così quanto la Chiesa ha teorizzato sui laici in una serie di documenti. 
Seguono l’Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi di Paolo VI, la Christifideles laici di San Giovanni Paolo II e diversi interventi di Benedetto XVI. 
L’autore declina poi quali sono le ragioni più urgenti per l’azione dei laici, dall’esclusione di Dio dalla vita della società alla difesa del matrimonio e della famiglia, dall’evangelizzazione della politica all’immagine del Vangelo presente nei mass media. 
“Come stanno contribuendo i laici al tessuto sociale in modo che la vita in società sia il più vicino possibile all’ideale del Vangelo? 
Fanno qualcosa i laici quando si accorgono che i mass media presentano le posizioni cattoliche sul matrimonio, la difesa del nascituro e l’importanza della religione nella formazione come antiquate e conservatrici?” si domanda il Porporato. ( Perchè, specie in questo periodo, cosa fanno i Consacrati  per difendere pubblicamente la sana dottrina :  impegnati e impelagati  come sono nell'assurda iper - socializzazione della  fede ?  Spesso, dimenticando il DNA costitutito della fede cattolica i Chierici fanno delle plateali "invasioni di campo" sconfinando sempre più frequentemente nel sindacal/mondano...  a scapito della salute delle anime N.d.R.)
Il Cardinale si sofferma quindi sui risultati raggiunti da alcune iniziative attuate in diversi Paesi, fornendo argomenti per superare le esitazioni riguardo all’impegno attivo dei laici, che spesso hanno origine dall’- errore di “identificare la Chiesa con il clero e considerare la missione della Chiesa coincidente con l’apostolato del clero”. 
L’autore osserva in proposito che nella Chiesa “ci sono diversi ruoli e ministeri” e tutti sono “necessari e complementari”, poiché sopra ogni cosa rimane una certezza: “La missione specifica del fedele laico è di portare lo spirito di Cristo nelle varie sfere dell’ordine secolare”. TRICOLORE - Agenzia Stampa © e Zenit

A talune, perniciose " aperture " paventate da qualche dirigente episcopale nei confronti dei cosiddetti " cattolici adulti " -  corresponsabili dello sfascio  della morale cattolica e conseguentemente della società , risponde il luminoso Magistero della Chiesa : "Paolo desidera che i cristiani abbiano una fede “matura”, una “fede adulta”. 
La parola “fede adulta” negli ultimi decenni è diventata uno slogan diffuso. 
Ma lo s’intende spesso nel senso dell’atteggiamento di chi non dà più ascolto alla Chiesa e ai suoi Pastori, ma sceglie autonomamente ciò che vuol credere e non credere – una fede “fai da te”, quindi. 
E lo si presenta come “coraggio” di esprimersi contro il Magistero della Chiesa. In realtà, tuttavia, non ci vuole per questo del coraggio, perché si può sempre essere sicuri del pubblico applauso. Coraggio ci vuole piuttosto per aderire alla fede della Chiesa, anche se questa contraddice lo “schema” del mondo contemporaneo. 
È questo non-conformismo della fede che Paolo chiama una “fede adulta”. 
È la fede che egli vuole. Qualifica invece come infantile il correre dietro ai venti e alle correnti del tempo. 
 Così fa parte della fede adulta, ad esempio, impegnarsi per l’inviolabilità della vita umana fin dal primo momento, opponendosi con ciò radicalmente al principio della violenza, proprio anche nella difesa delle creature umane più inermi. 
Fa parte della fede adulta riconoscere il matrimonio tra un uomo e una donna per tutta la vita come ordinamento del Creatore, ristabilito nuovamente da Cristo. 
La fede adulta non si lascia trasportare qua e là da qualsiasi corrente. 
Essa s’oppone ai venti della moda. Sa che questi venti non sono il soffio dello Spirito Santo; sa che lo Spirito di Dio s’esprime e si manifesta nella comunione con Gesù Cristo". Benedetto XVI, 28 giugno 2009.

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