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martedì 20 maggio 2014

Il Cardinale e il transessuale barbuto.

Non se ne può davvero più!!! Quousque tandem, abutentur patientia nostra? Fino a quando? Fino a quando tireranno la corda e ci metteranno alla prova?
Il rispetto va bene, l'accoglienza pure, ci mancherebbe, ma solo se sono accompagnate da ammonimento, monito e invito a cambiare. E comunque sempre con discrezione.
L'accettazione incondizionata - per di più pubblica e pubblicizzata - da parte di un esponente ecclesiastico di un capriccio ostentato e sfruttato  crea solo confusione e mina la credibilità (e la dottrina) della Chiesa.
Certo sono solo dichiarazioni rilasciate ad un quotidiano: ma sappiamo bene di quale immediatezza e diffusione godano questi metodi. E di quali danni siano forieri!
Chissà cosa ne penserebbe, però, S. Giovanna d'Arco, che venne condannata (anche) perchè, vestendo i marziali e quindi maschili abiti da soldato, venne dichiarata rea di rifiutare la propria natura muliere datale da Dio e, quindi, di essere sacrilega. 

                                                                                                                                              Roberto

Il Cardinale Schoenborn benedice la drag queen Conchita Wurst
da Corrispondenza Romana (maggio 2014)

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Il cardinale di Vienna Christoph Schoenborn benedice la vittoria della drag queen “barbuta” Conchita Wurst all’”Eurovision Song Contest”, la gara canora più popolare d’Europa.
Secondo Schoenborn, infatti, nel “giardino arcobaleno” del Signore c’è posto per tutti: «nel giardino variopinto del Signore c’è spazio per tutte le moltitudini». 
 L’influente cardinale di Vienna, nella sua consueta rubrica sul quotidiano «Heute», non ha utilizzato complessi giri di parole per far capire da che parte sta: «non tutti coloro che sono nati uomini, si sentono anche uomini, e la stessa cosa può valere anche per le donne. Meritano il nostro rispetto come tutti gli altri esseri umani».
Il personaggio Conchita Wurst  rappresenta perfettamente la questione dell’accettazione che, per Schoenborn, «è un grande tema, un tema reale», dal momento che il concetto di “tolleranza”, sempre secondo il cardinale di Vienna, significa «che bisogna rispettare le persone, anche se non si rispettano le loro opinioni». Per questo, dunque, il cardinale si dice «contento» per «Thomas Neuwirth, che col suo nome d’arte Conchita Wurst ha avuto un tale successo». 
Le sorprendenti e assurde dichiarazioni di  Christoph Schoenborn sembrano fare il paio con le altrettanto incomprensibili e sconcertanti affermazioni del segretario della CEI mons. Galantino che aveva, recentemente, dichiarato di non identificarsi «con i visi inespressivi di chi recita il rosario fuori dalle cliniche». 
 Il viso “barbuto” di Conchita Wurst sembra essere lo specchio fedele ed emblematico della confusione morale che regna nella nostra società e, ahinoi, anche all’interno della stessa Chiesa cattolica.
(L.G.)