" Stamane mi è toccato tranquillizzare la mia parrocchietta personale (edicola, macellaio, fruttivendolo).
E la cosa mi ha fatto pensare.
Tanta gente semplice è nella più grande confusione.
Percepisce che stanno cambiando il mondo e si aggrappa alla sola voce che potrebbe rappresentare anche la loro.
Perché il Papa non parla?
Chiaramente sanno tutto del Papa, dal mate alle foto con la gente in piazza.
Chiaramente sanno tutto del Papa, dal mate alle foto con la gente in piazza.
Ma non sanno che due giorni fa il Papa ha parlato.
I loro canali di informazione sono quelli che sono.
I loro canali di informazione sono quelli che sono.
Erano contenti di sapere che il Papa ha parlato.
Da qui due domande.
La prima: chi deve confermare nella fede al di fuori di Roma?
Chi deve parlare, non può tacere.
Da qui due domande.
La prima: chi deve confermare nella fede al di fuori di Roma?
Chi deve parlare, non può tacere.
La seconda è questa: siamo sicuri che l'euforia mediatica porti davvero nuove anime a Cristo?
Forse qualcuno pensa che la Chiesa sia tutta una cosa.
E' una, ma non è tutta omogenea.
Per dieci cattolici adulti, intervistati a più non posso, ce ne sono diecimila che hanno conservato la semplicità della fede. ( sottolineatura nostra N.d.R)
Per dieci cattolici adulti, intervistati a più non posso, ce ne sono diecimila che hanno conservato la semplicità della fede. ( sottolineatura nostra N.d.R)
Non frequentano, forse, ma hanno le idee chiare.
E sanno che se anche la Chiesa tace, allora è davvero finita!
Per lo meno è qualcosa che mai s'era sentito.
E hanno ragione nel mostrare volti esterrefatti.
E hanno ragione nel mostrare volti esterrefatti.
Ci tocca pure chiedere che almeno si rispetti l'immagine...
Sperando che l'edicolante abbia capito! - v. foto N.d.R. -
Ps: chissà, meglio acchiappare la misericordia quando passa, pur non frequentando, che tenere banco e diffondere il pensiero del mondo camuffandolo per pensiero di Cristo.
Il mio pensiero è cattivo, lo so.
Ma sfiora...
( dal diario pastorale di un Sacerdote impegnato quotidianamente nelle " periferie esistenziali " )
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