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giovedì 24 aprile 2014

Cornelio Fabro, poco noti e edificanti aspetti di un vero teologo

Intervista alla segretaria che per decenni ne fu la più stretta collaboratrice 



Domenica delle Palme 2014 

Disputationes Theologicae ringrazia Suor Rosa Goglia - autrice di Cornelio Fabro, profilo biografico (Edivi, Segni 2010), libro particolarmente rivelatore della personalità del grande filosofo e teologo stimmatino - per la disponibilità con cui ha accettato di rispondere alle nostre domande. Ci scusiamo con Suor Rosa per il ritardo con cui esce questo suo contributo, ritardo dovuto alle incombenze legate alla nuova fondazione ecclesiastica; siamo particolarmente contenti di pubblicarlo visto appunto il suo notevole valore disvelatore del grande uomo di Dio che sta dietro l’alta produzione metafisica.


1) Cornelio Fabro passa alla storia come il grande metafisico, forse il più grande del secolo appena trascorso. Come viveva il suo essere teologo?

Fabro è un pensatore radicale, non è un uomo di corrente o di scuola, egli si pone di fronte ai temi decisivi per l’esistenza e prende posizione. Il peso stesso dell’erudizione non appiattisce mai l’inquieta ricerca e la religiosa “cura dell’anima”. Non era un uomo immerso nell’accademismo astratto, la Commissione per il concorso a cattedra dell’Università di Bari lo definì «degno di molta considerazione per la sue doti teoretiche», ma non mancò di scorgere i suoi accenti «polemici» e «tendenziosi», evidentemente sul centrale “problema di Dio”. Il Cornelio Fabro filosofo è un tutt’uno col teologo e con l’uomo di Dio, per il quale il problema essenziale di Dio è il problema essenziale dell’uomo.

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