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mercoledì 9 ottobre 2013

Questo Papa non ci piace (Gnocchi-Palmaro)

Bellissimo e coraggioso articolo di Gnocchi e Palmaro che mette a nudo la rottura di Bergoglio con il Magistero della Chiesa e con i Papi precedenti.
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Questo Papa non ci piace

di
Alessandro Gnocchi – Mario Palmaro, da Il Foglio 9.10.2013

Le sue interviste e i suoi gesti sono un campionario di relativismo
morale e religioso, l'attenzione del circuito mediatico-ecclesiale
va alla persona di Bergoglio e non a Pietro. il passato è rovesciato
___________________________


Quanto sia costata l’imponente esibizione di povertà di cui papa Francesco è stato protagonista il 4 ottobre ad Assisi non è dato sapere. Certo che, in tempi in cui va così di moda la semplificazione, viene da dire che la storica giornata abbia avuto ben poco di francescano. Una partitura ben scritta e ben interpretata, se si vuole, ma priva del quid che ha reso unico lo spirito di Francesco, il santo: la sorpresa che spiazza il mondo. Francesco, il papa, che abbraccia i malati, che si stringe alla folla, che fa la battuta, che parla a braccio, che sale sulla Panda, che molla i cardinali a pranzo con le autorità per andare al desco dei poveri era quanto di più scontato ci si potesse attendere, ed è puntualmente avvenuto. Naturalmente con gran concorso di stampa cattolica e paracattolica a esaltare l’umiltà del gesto tirando un sospirone di sollievo perché, questa volta, il papa ha parlato dell’incontro con Cristo. E di quella laica a dire che, adesso sì, la Chiesa si mette al passo con i tempi. Tutta roba buona per il titolista di medio calibro che vuole chiudere in fretta il giornale e domani si vedrà.
Non c’è stata neanche la sorpresa del gesto clamoroso. Ma, anche questa, sarebbe stata ben povera cosa, visto quanto papa Bergoglio ha detto e fatto in solo mezzo anno di pontificato culminato negli ammiccamenti con Eugenio Scalfari e nell’intervista a “Civiltà Cattolica”.
Gli unici a trovarsi spiazzati, in questo caso, sarebbero stati i “normalisti”, quei cattolici intenti pateticamente a convincere il prossimo, e ancor più pateticamente a convincere se stessi, che nulla è cambiato. E’ tutto normale e, come al solito, è colpa dei giornali che travisano a bella posta il papa, il quale direbbe solo in modo diverso le stesse verità insegnate dai predecessori.
Per quanto il giornalismo sia il mestiere più antico del mondo, riesce difficile dare credito a questa tesi. “Santità” chiede per esempio Scalfari nella sua intervista “esiste una visione del Bene unica? E chi la stabilisce?”. “Ciascuno di noi” risponde il papa “ha una sua visione del Bene e anche del Male. Noi dobbiamo incitarlo a procedere verso quello che lui pensa sia il Bene”. “Lei, Santità” incalza gesuiticamente Eugenio, al quale non pare vero, “l’aveva già scritto nella lettera che mi indirizzò. La coscienza è autonoma, aveva detto, e ciascuno deve obbedire alla propria coscienza. Penso che quello sia uno dei passaggi più coraggiosi detti da un Papa”. “E qui lo ripeto” ribadisce il papa, al quale non pare vero neanche a lui. “Ciascuno ha una sua idea del Bene e del Male e deve scegliere di seguire il Bene e combattere il Male come lui li concepisce. Basterebbe questo per migliorare il mondo”.
A Vaticano II già concluso e a postconcilio più che ben avviato, nel capitolo 32 della “Veritatis splendor”, Giovanni Paolo II scriveva, contestando “alcune correnti del pensiero moderno”, che  “si sono attribuite alla coscienza individuale le prerogative di un'istanza suprema del giudizio morale, che decide categoricamente e infallibilmente del bene e del male (…) tanto che si è giunti ad una concezione radicalmente soggettivista del giudizio morale”. Anche il “normalista” più estroso dovrebbe trovare difficile conciliare il Bergoglio 2013 con il Woityla 1993.
Al cospetto di tale inversione di rotta, i giornali fanno il loro onesto e scontato lavoro. Riprendono le frasi di papa Francesco in evidente contrasto con ciò che i papi e la Chiesa hanno sempre insegnato e le trasformano in titoli da prima pagina. E allora il “normalista”, che dice sempre e ovunque quello che pensa l’”Osservatore Romano”, tira in ballo il contesto. Le frasi estrapolate dal benedetto contesto non rispecchierebbero la mens di chi le ha pronunciate. Ma, ed è la storia della Chiesa che lo insegna, certe frasi di senso compiuto hanno senso e vanno giudicate a prescindere. Se in una lunga intervista qualcuno sostiene che “Hitler è stato un benefattore dell’umanità”, difficilmente potrà cavarsela davanti al mondo invocando il contesto. Se un papa dice in un’intervista “Io credo in Dio, non in un Dio cattolico” la frittata è fatta a prescindere. Sono duemila anni che la Chiesa giudica le affermazioni dottrinali isolandole dal contesto. Nel 1713, Clemente XI pubblica la costituzione “Unigenitus Dei Filius” in cui condanna 101 proposizioni del teologo Pasquier Quesnel. Nel 1864, Pio IX pubblica nel “Sillabo” un elenco di proposizioni erronee. Nel 1907, San Pio X allega alla “Pascendi dominici gregis” 65 frasi incompatibili con il cattolicesimo. E sono solo alcuni esempi per dire che l’errore, quando c’è, si riconosce a occhio nudo. Una ripassatina al “Denzinger” non farebbe male.
Per altro, nel caso delle interviste di Bergoglio, l’analisi del contesto può persino peggiorare le cose. Quando, per esempio, papa Francesco dice a Scalfari che “il proselitismo è una solenne sciocchezza”, il “normalista” subito spiega che si sta parlando del proselitismo aggressivo delle sette sudamericane. Purtroppo, nell’intervista, Bergoglio dice a Scalfari: “Non voglio convertirla”. Ne scende che, nell’interpretazione autentica, quando si definisce “solenne sciocchezza” il proselitismo, si intende il lavoro fatto dalla Chiesa convertire le anime al cattolicesimo.
Sarebbe difficile interpretare il concetto altrimenti, alla luce delle nozze tra Vangelo e mondo, che Francesco ha benedetto nell’intervista alla “Civiltà Cattolica”. “Il Vaticano II” spiega il papa “è stato una rilettura del Vangelo alla luce della cultura contemporanea. Ha prodotto un movimento di rinnovamento che semplicemente viene dallo stesso Vangelo. I frutti sono enormi. Basta ricordare la liturgia. Il lavoro della riforma liturgica è stato un servizio al popolo come rilettura del Vangelo a partire da una situazione storica concreta. Sì, ci sono linee di ermeneutica di continuità e di discontinuità, tuttavia una cosa è chiara: la dinamica di lettura del Vangelo attualizzata nell’oggi che è stata propria del Concilio è assolutamente irreversibile”. Proprio così, non più il mondo messo in forma alla luce del Vangelo, ma il Vangelo deformato alla luce del mondo, della cultura contemporanea. E chissà quante volte dovrà avvenire, a ogni torno di mutamento culturale, ogni volta mettendo in mora la rilettura precedente: nient’altro che il concilio permanente teorizzato dal gesuita Carlo Maria Martini.
Su questa scia, si sta alzando sull’orizzonte l’idea di una nuova Chiesa, “l’ospedale da campo” evocato nell’intervista a “Civiltà Cattolica” dove pare che i medici fino a ora non abbiano fatto bene il loro mestiere. “Penso anche alla situazione di una donna che ha avuto alle spalle un matrimonio fallito nel quale ha pure abortito” dice sempre il papa. “Poi questa donna si è risposata e adesso è serena con cinque figli. L’aborto le pesa enormemente ed è sinceramente pentita. Vorrebbe andare avanti nella vita cristiana. Che cosa fa il confessore?”. Un discorso costruito sapientemente per essere concluso da una domanda dopo la quale si va capo e si cambia argomento, quasi a sottolineare l’inabilità della Chiesa di rispondere. Un passaggio sconcertante se si pensa che la Chiesa soddisfa da duemila anni tale quesito con una regola che permette l’assoluzione del peccatore, a patto che sia pentito e si impegni a non rimanere nel peccato. Eppure, soggiogate dalla straripante personalità di papa Bergoglio, legioni di cattolici si sono bevute la favola di un problema che in realtà non è mai esistito. Tutti lì, con il senso di colpa per duemila anni di presunte soperchierie ai danni dei poveri peccatori, a ringraziare il vescovo venuto dalla fine del mondo, non per aver risolto un problema che non c’era, ma per averlo inventato.
L’aspetto inquietante del pensiero sotteso a tali affermazioni è l’idea di un’alternativa insanabile fra rigore dottrinale e misericordia: se c’è uno, non può esservi l’altra. Ma la Chiesa, da sempre, insegna e vive esattamente il contrario. Sono la percezione del peccato e il pentimento di averlo commesso, insieme al proposito di evitarlo in futuro, che rendono possibile il perdono di Dio. Gesù salva l’adultera dalla lapidazione, la assolve, ma la congeda dicendo: “Va, e non peccare più”. Non le dice: “Va, e sta tranquilla che la mia Chiesa non eserciterà alcuna ingerenza spirituale nella tua vita personale”.
Visto il consenso praticamente unanime nel popolo cattolico e l’innamoramento del mondo, contro il quale però il Vangelo dovrebbe mettere in sospetto, verrebbe da dire che sei mesi di papa Francesco hanno cambiato un’epoca. In realtà, si assiste al fenomeno di un leader che dice alla folla proprio quello che la folla vuole sentirsi dire. Ma è innegabile questo viene fatto con grande talento e grande mestiere. La comunicazione con il popolo, che è diventato popolo di Dio dove di fatto non c’è più distinzione tra credenti e non credenti, è solo in piccolissima parte diretta e spontanea. Persino i bagni di folla in piazza San Pietro, alla Giornata Mondiale della Gioventù, a Lampedusa o ad Assisi sono filtrati dai mezzi di comunicazione che si incaricano di fornire gli avvenimenti unitamente alla loro interpretazione.
Il fenomeno Francesco non si sottrae alla regola fondamentale del gioco mediatico, ma, anzi, se ne serve quasi a diventarne connaturale. Il meccanismo fu definito con grande efficacia all’inizio degli anni ottanta da Mario Alighiero Manacorda in un godibile libretto dal godibilissimo titolo “Il linguaggio televisivo. O la folle anadiplosi”. L’anadiplosi è una figura retorica che, come avviene in questa riga, fa iniziare una frase con il termine principale contenuto nella frase precedente. Tale artificio retorico, secondo Manacorda, è divenuto l’essenza del linguaggio mdiatico. “Questi modi puramente formali, superflui, inutili e incomprensibili quanto alla sostanza” diceva “inducono l’ascoltatore a seguire la parte formale, cioè la figura retorica, e a dimenticare la parte sostanziale”.
Con il tempo, la comunicazione di massa ha finito per sostituire definitivamente l’aspetto formale a quello sostanziale, l’apparenza alla verità. E lo ha fatto, in particolare, grazie alle figure retoriche della sineddoche e della metonimia, con le quali si rappresenta una parte per il tutto. La velocità sempre più vertiginosa dell’informazione impone di trascurare l’insieme e porta a concentrarsi su alcuni particolari scelti con perizia per dare una lettura del fenomeno complessivo. Sempre più spesso, giornali, tv, siti internet, riassumono i grandi eventi in un dettaglio.
Da questo punto di vista, sembra che papa Francesco sia stato fatto per i massmedia e che i massmedia siano stati fatti per papa Francesco. Basta citare il solo esempio dell’uomo vestito di bianco che scende la scaletta dell’aereo portando una sdrucita borsa di cuoio nera: perfetto uso di sineddoche e metonimia insieme. La figura del papa viene assorbita da quella borsa nera che ne annulla l’immagine sacrale tramandata nei secoli per restituirne una completamente nuova e mondana: il papa, il nuovo papa, è tutto in quel particolare che ne esalta la povertà, l’umiltà, la dedizione, il lavoro, la contemporaneità, la quotidianità, la prossimità a quanto di più terreno si possa immaginare.
L’effetto finale di tale processo porta alla collocazione sullo sfondo del concetto impersonale di papato e la contemporanea salita alla ribalta della persona che lo incarna. L’effetto è tanto più dirompente se si osserva che i destinatari del messaggio recepiscono il significato esattamente opposto: osannano la grande umiltà dell’uomo e pensano che questi porti lustro al papato.
Per effetto di sineddoche e metonimia, il passo successivo consiste nell’identificare la persona del papa con il papato: una parte per il tutto, e Simone ha spodestato Pietro. Questo fenomeno fa sì che Bergoglio, pur esprimendosi formalmente come dottore privato, trasformi di fatto qualsiasi suo gesto e qualsiasi sua parola in un atto di magistero. Se poi si pensa che persino la maggior parte dei cattolici è convinta che quanto dice il papa sia solo e sempre infallibile, il gioco è fatto. Per quanto si possa protestare che una lettera a Scalfari o un’intervista a chicchessia siano persino meno di un parere da dottore privato, nell’epoca massmediatica, l’effetto che produrranno sarà incommensurabilmente maggiore a qualsiasi pronunciamento solenne. Anzi, più il gesto o il discorso saranno formalmente piccoli e insignificanti, tanto più avranno effetto e saranno considerati come inattaccabili e incriticabili.
Non a caso la simbologia che sorregge questo fenomeno è fatta di povere cose quotidiane. La borsa nera portata in mano sull’aereo è un esempio di scuola. Ma anche quando si parla della croce pettorale, dell’anello, dell’altare, delle suppellettili sacre o dei paramenti, si parla del materiale con cui sono fatte e non più di ciò che rappresentano: la materia informe ha avuto il sopravvento sulla forma. Di fatto, Gesù non si trova più sulla croce che il papa porta al collo perché la gente viene indotta a contemplare il ferro in cui l’oggetto è stato prodotto. Ancora una volta la parte si mangia il Tutto, che qui va scritto con la “T” maiuscola. E la “carne di Cristo” viene cercata altrove e ciascuno finisce per individuare dove vuole l’olocausto che più gli si confà. In questi giorni a Lampedusa, domani chissà.
E’ l’esito della saggezza del mondo, che San Paolo bandiva come stoltezza e che oggi viene usata per rileggere il Vangelo con gli occhi della tv. Ma già nel 1969, Marshall McLuhan scriveva a Jacques Maritain: “Gli ambienti dell’informazione elettronica, che sono stati completamente eterei, nutrono l’illusione del mondo come sostanza spirituale. Questo è un ragionevole facsimile del Corpo Mistico, un’assordante manifestazione dell’anticristo. Dopo tutto, il principe di questo mondo è un grandissimo ingegnere elettronico”.
Prima o poi ci si dovrà pur risvegliare dal grande sonno massmediatico e tornare a misurarsi con la realtà. E bisognerà anche imparare l’umiltà vera, che consiste nel sottomettersi a Qualcuno di più grande, che si manifesta attraverso leggi immutabili persino dal Vicario di Cristo. E bisognerà ritrovare il coraggio di dire che un cattolico può solo sentirsi smarrito davanti a un dialogo in cui ognuno, in omaggio alla pretesa autonomia della coscienza, venga incitato a proseguire verso una sua personale visione del bene e del male. Perché Cristo non può essere un’opzione tra le tante. Almeno per il suo Vicario.

79 commenti:

  1. A furia di bazzicare ambienti "tradizionalisti" del calibro de Il Foglio o del Centro Federici si finisce per perdere la bussola e finire fuori dalla Chiesa.

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    1. Ehmbé? E se la loro coscienza gli dice che è bene così? Chi sei tu per giudicare?
      Anzi, tu dovresti esser lì per incitarli a copmpier ciò che loro pensano sia bene!

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    2. e perché si finisce fuori?In base a quale eresia?

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    3. A furia di voler ingoiare tutto e il contrario di tutto si finisce fuori dalla Salvezza !!!!!!

      Il Capo della Chiesa è Cristo e non Bergoglio nè il delegato al catechismo di repubblica tale Scalfari dei miei stivali.

      Questo gesuita si deve dare una regolata perchè se ancora non si rassegna al fatto che un Papa non può fare e dire quello che gli pare ma DEVE onorare le verità di fede, presto la vera chiesa potrebbe dover fare a meno di lui
      e non certo a meno di Cristo.

      Polimar

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    4. Anche Gesù ha detto no giudicare.

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    5. Anonimo delle 19.48: risposta GRANDISSIMA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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    6. Cara Agostina Gnocchi e Palmaro hanno seguito la loro coscienza, l'ha detto Papa Francesco. Quindi non sono fuori dalla Chiesa ma dentro la Chiesa, quella di papa Francesco. Tu che li critichi sei fuori dalla Chiesa. Chi sei tu per giudicare ?, l'ha detto Papa Francesco

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    7. VORREI SAPERE LA VERITA' OGGETTIVA (VOI CHE L'AVETE) SULLE DIMISSIONI DI PAPA BENEDETTO.....

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    8. la verita' non e' relativa ma assoluta. La verita' e che Piergiorgio Welby gli avete negato di staccarsi da un respiratore e il vostro papa che anteponeva la VERITA' ALLA CARITA' si e' dimesso da una posizione ben piu' comoda se permettete.....

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    9. La verita' su Giuliano Ferrara e' nota. E' passato dal comunismo, dall'amicizia agli assassini del commissario Calabresi (non doveva essere beato?) a fare il bigotto. Per me un'ateo devoto e' un bigotto. Uno che ha una religione naturale e basta. Come possa andare daccordo la FEDE con la bigotteria spiegatemi voi....

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    10. SON DACCORDO CON IL NUOVO.........I "TRADIZIONALISTI" SONO IN ROTTA.......D'ALTRONDE IL GREGGE SEGUE LE MODE PRIMA ERANO DA LC A CL ORA SI SPERA SI MODERINO.........PS: PURE RATZINGER QUALCHE SALTUCCIO L'HA FATTO.......CON IL CAPOLAVORO FINALE

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  2. Però consarca il mondo al Cuore Immacolato di Maria. Non capisco molto queste, almeno per me, apparenti contraddizioni. Magari siamo noi a non capirlo

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    1. Magari è che ogni quattro fesserie si ricorda che è Papa e non un Don Gallo qualunque.

      D'altrocanto uno pure se ci si mette d'impegno mica riesce a sbagliare sempre tutto no?

      A me sembra più che plausibile che su 10 ricette anche il peggiore dei cuochi riesca sfornarne una mangiabile.

      dopofrancesco

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    2. Nessuna contraddizione. Lui vuole tutti dentro: cattolici modernisti, cattolici tradizionalisti, protestanti, anglicani, atei, agnostici, musulmani. Tutti insieme appassionatamente in un insalata russa delle religioni. Tanto per salvarsi non serve Cristo, basta seguire la propria cosceinza. Anche i terroristi islamici si salveranno e pure i pedofili ed i sodomiti.Anche loro seguono la loro coscienza

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  3. Se noi non riusciamo a comprenderlo è lui che non si fa capire. Perché altri papi, nel bene e nel male, erano comprensibili?

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  4. Condivido pienamente .

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  5. E' bene che Il papa si dia una ridimensionata la Chiesa non è sua ma di Cristo qualcuno glielo ricordi e deve rispettare 2000 anni di storia non che arriva lui e scopre l'acqua calda. Dio ci salvi da questo nuovo totalitarismo il vangelo assoggettato alla mondanità

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    1. La Chiesa si è sempre evoluta nel suo cammino, non ci si può fermare al punto che più ci piace.

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    2. Questa è la diversità tra la vera mitezza e umiltà di Benedetto e la X e Y di Francesco.

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    3. 2000 anni di storia? ma se alcuni non vanno oltre il concilio di Trento?.....io voglio essere piu' tradizionalista di voi, voglio rispolverare le scomuniche di Alessandro VI a Vannozza perche' si accoppiava con il legittimo marito e non con lui. FATEVI RICOVERARE VOI, IL FOGLIO, E I TRADIZIONALISTI BIGOTTI E...STUDIATE!!!!!!!!!!

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    4. La vera umilta' di Benedetto e dei tradizionalisti e' quella dei farisei: essere intransigenti con gli altri e transingenti con se stessi. Beh il vangelo l'aveva gia' previsto. Magari Francesco sara' un'anticristo (uno dei tanti? ne abbiamo avuti TRE di santi padri), ma l'umile Benedetto perche' non ci dice la VERITA' della sua dimissione? (ps e' ancora infallibile o e' infallibile emerito?

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  6. Perchè questo blog pubblica gli articoli del Foglio. Vuol dire che li approva? O è per fornire rassegna stampa qualificata? Come mai non si trovano però articoli tratti da altre voci? Accattoli, Vinonuovo, ...? Se pubblicate questi articoli vuol dire allora che neanche a voi piace questo Papa? Siete capaci di esprimere chiaramente le vostre idee? Che cosa c'entra tutto questo con l'amore per la liturgia? Che cosa c'entra con la preghiera? Per me la liturgia è preghiera...e io speravo di trovare su questo blog riflessioni sulla liturgia e sulla preghiera.

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    1. A me questo Papa non piace più ( all'inizio non ero di questa opinione) e questo blog invece piace molto.
      Per questo ci vengo spesso e parlo chiaro (collezionando ampie censure peraltro) mentre sui blog al sapor di vinazza o sulle testate monnezza non vado mai nè a contestare nè a provocare così ognuno cuoce nel brodo suo.

      Consiglio a tutti quelli che sono a disagio di considerare una soluzione così semplice e veloce.

      Polimar

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  7. Chi ha postato l'articolo ha delle responsabilità realmente oggettive sui turbamenti che la gente semplice ha dopo averlo letto. Ancora maggiore è la responsabilità della disaffezione che non pochi fedeli , legati alla messa in latino, possono ricevere attraverso un indebito collegamento : messa in latino - contestazione al papa. Speriamo che l'intento rozzamente provocatorio di chi ha messo l'articolo si possa tramutare , una volta tanto, nel senso di caritatevole misericordia nei confronti di quei fedeli che desiderano essere lasciati in pace con la loro messa " una cum ".
    Ma pare che da questo punto di vista chi vuole essere provocatorio lo continua a fare ad oltranza.

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    1. io ,che pure sono un poco perplesso da certi articoli, ti risponderei che la lettura malevola dell' articolo è solo parziale, ma "bisogna guardare il contesto in cui ogni cosa è stata detta" e rileggerla almeno trenta volte , poi pensare che magari le loro parole sono state interpretate male. Ed infine domandarsi ,seguendo un esempio che ci è indicato da un' eminentissima figura: CHI SONO IO PER GIUDICARE?
      P.S. Dante criticava Bonifacio VIII con termini molto più pesanti ; ora se il papa Bergoglio vuole aprirsi al mondo, chi sei tu per metterlo sotto una teca di vetro?

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    2. Chi invece di stare attento a quello che dice e scrive afferma eterodossie dottrinali palesi ha responsabilità oggettive sui turbamenti che la gente più o meno semplice ha dopo aver scoperto che secondo il catechismo di repubblica by bergoglio la verità è relativa e che la coscienza non va adeguata alla verità ma la verità si adegua alla coscienza.

      Da questo punto di vista se a sfasciare la chiesa fosse uno che è stato eletto papa, non è la chiesa che si sfascia ma è lui che smette di essere papa.

      tanto per essere chiari.

      Applauso a Gnocchi e Palmaro

      Polimar

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  8. qualcuno sa dirmi perché da quando c'è Papa Bergoglio a Concesa i frati hanno sospeso la messa in latino e le splendide funzioni arricchite da subime musica sacra non vengono più celebrate?

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    1. Cosa c'entra il Papa con questo? Allora sai dirmi come mai da quando c'è questo Papa l'estate è stata piovosa? Siamo al ridicolo!

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    2. Posto che le Messe orchestrate non mi sono mai parse una grande idea, il priore ha avuto un incidente e da allora mi risulta che non riesce a celebrare; almeno così fino a quest'estate.

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  9. Consacrare il mondo ora, non ha alcun senso, avrebbero dovuto farlo nei tempi e nei modi previsti da Dio, quando gli fu ordinato, non quando vogliono loro, non servirà a nulla. Ora questo atto, sembra quasi una beffa e un tentativo di mitigare l'ira di Dio, ma non servirà. I fedeli oggi sono tutti allo sbaraglio, non capiscono più cosa pensare e a chi dar ragione, da quelli che erano i pressupposti di una chiesa sana di qualche annetto fa, oggi c'è una tale confusione che la gente non sa più dove sbattere la testa. Alcuni lanciano strali contro altri cattoloci solo per difendere a spada tratta papa Francesco I, come se essi stessi fossero i paladini e i giustizieri per conto del pontefice. Altri invece non si sentono rappresentati, per le strane parole che esso ha pronunciato, tipo "la chiesa è vedova, la chiesa è sposa infedele, Gesù non è Dio, Io sono anticlericale, io ho umiltà, Si può arrivare a Dio ma non a Gesù, i tradizinalisti sono pelagiani, quelli che contano le preghiere, la meditazione e i digiuni non servono per arrivare a Dio, Conoscere il comunismo mi è stato utile, ho capito alcune cose, un aspetto del sociale, che poi ritrovai nella dottrina sociale della Chiesa, Buon ramanda, si inchina alla regina di giordania, fa il saluto massonico con il presidente israeliano...ecc..." Credo che un attimo di riflessione tutti la dobbiamo fare, con queste frasi, poco edificanti. Credo bene che chi ha scritto questa lettera con questi presupposti si sente defraudato della sua fede in Cristo. Ma come Lui oggi moltissimi credenti, si stanno chiedendo che fine farà la chiesa, se i presupposti sono questi, esisterà ancora una messa, un eucarestia, eccc, fra qualche anno, se in pochi mesi, ha già mutato così tante cose, c'è la possiblità che in uno o due anni, ci sia un rovesciamento della situazione. Non è questione di essere provocatori, è questione di mantenere la fede in Gesù e non cambiarla e confonderla con qualcos'altro che non è Cristiano. Se la chiesa è vedova, e pure infedele significa che Bergoglio sta cercando lo sposo! Forse lo ha trovato nell'islam. Defestrando di conseguenza Gesù, che per lui non mai risorto.

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    1. Io non li vedo tutti questi cattolici che non sanno dove sbattere la testa, vedo piuttosto molta fiducia verso Francesco per le attese dei cattolici. D'altro canto i blog tradizionalisti seguiti stanno diventando molto meno ed il numero dei lettori e partecipanti totali non è certo in aumento, anzi molti di questi blog stanno subendo diverse defezioni, anche di partecipanti storici, proprio per i continui attacchi strumentali al Papa, attacchi di cui questo articolo è una summa.

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    2. Non sono molti a pensarla come te. Sembra che alcuni integralisti aspettino l'ira del Signore solo per placare la loro frustrazione. Ma non funziona così, cercate la pace con semplicità invece di attaccarvi a quella parte della Chiesa fondamentalista e filofascista.

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    3. Per come va la Chiesa capisco molto del perché del Concilio Vaticano II e dei misteri che si sono succeduti dalla fine degli anni 60 all'inizio degli anni 80....chi vuol capire capisca....

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    4. Il Vecchio, sempre molto arguto nelle tue osservazioni.
      Dimmi un po', se i tradizionalisti come procalmi tu (come sempre senza nessuna prova a supporto) non sono certo in aumento, mi spieghi invece come possiamo definire l'evoluzione del numero dei fedeli (in generale dico) dal concilio vaticano 2 a oggi? Diciamo dal 1965 al 2013?
      Diciamo in Italia, in Europa, in America?
      E per questa enorme emorragia di fedeli, vale sempre il discorso che tu fai per i tradizionalisti?
      Così, per curiosità.

      PS Ah, se non sai la risposta, io posso fornirti delle statistiche molto precise.

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  10. sarà l'ora tarda ma in questi commenti vedo solo tanta ipocrisia, che tanto cristiana non sembrerebbe comunque.... ognuno legga, veda, ascolti e si documenti come meglio crede e vuole, poi ne trarrà le debite conclusioni. Mi sembra che nel 2.000 tanto sprovveduti non siamo più... o no??? Credo che i turbamenti a chiunque abbia la sensibilità della tradizione verranno comunque già solamente vedendo i comportamenti ed ascoltando le tesi e le argomentazioni che ci propone il nostro attuale Papa

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  11. Postare un articolo non è una colpa, anche perchè l'articolo è stato pubblicato su un noto quotidiano nazionale. Poi sui contenuti si può discutere...

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  12. splendido articolo,finalmente qualcuno che dice che il re è nudo.
    Grazie Messainlatino!

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    1. Nuda è forse la tua carità e la tua intelligenza..

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  13. Non vi piace? Peccato, dovete tenervelo. Il papa è il papa, non può piacere o meno (se ci si crede)...

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    1. Il Papa non è infallibile in tutto quello che fa...

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    2. A lei caro anonimo delle 2:08 piaceva anche Ratzinger vero? Si ricordi che esaltare un Papa per far dispetto agli altri fedeli non mi sembra molto cristiano, poi faccia lei.

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    3. L'eresia è eresia e se il papa sceglie l'eresia smette di essere papa.

      Può piacere o meno ma se si è cattolici ci si deve credere per forza.

      dopofrancesco

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    4. Se si è cattolici, aggiungerei!

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    5. Non mi è chiaro perché contro Benedetto si potesse dire di tutto, mentre contro l'attuale inquilino del palazzo apost... ehm di santa Marta non si possa dire niente.

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    6. C'è stato pure un Papa Borgia. Allora ci dovrrebbe piacere pure quello ?

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  14. Diletti #sposi, tramandate ai vostri #figli la devozione e l'attaccamento, qualunque sia la sua persona, al Vicario di #Cristo! [Papa Pio XII, 1939]

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    1. Mi scusi ma non nominiamo Pio XII invano....devozione ed attaccamento al Vicario di Cristo che esprima la Vera Fede Cattolica! Nel 1939 non mi risulta fossimo in epoca post-conciliare e lo "spirito del Concilio" era di là da venire! La Chiesa esprimeva ancora certezza della Fede ed il Catechismo unicamente ammesso era quello di San Pio X che era di una chiarezza assoluta!!!

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  15. Le critiche ci possono stare, sì, ma in questo si va sull'insulto alla persona del Papa. Lo si fa passare come pieno di sé, borioso e che cerca di mettersi in mostra verso il mondo. Però lui era sempre quello che andava nei quartieri poveri della città, che si faceva ore di macchina per andare a trovare i suoi sacerdoti malati... che ha organizzato la rete clandestina per salvare i perseguitati politici durante la dittatura (e poco dopo l'elezione, mentre molti gli gettavano fango, non si è difeso). Da responsabile della formazione dei gesuiti del suo paese ne ha arginato la politicizzazione. A me piacerebbe se invece di scrivere articoli pubblici critici sul Papa, sti giornalisti scrivessero una lettera al pontefice, pacata e nella carità, magari in gruppo. Così che dopo pubblicandone la risposta, possa costituire una ricchezza per tutti...

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  16. "Crederci" non significa affatto consegnare il cervello all'ammasso e rinunciare a ogni valutazione su ciò che il Papa fa o dice. Se poi il Papa impegnerà l'infallibilità su qualche questione, sarà nostro dovere seguirlo.

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  17. L'articolo è molto critico ma buono E' giusto che ci sia chi entra nel profondo delle parole e dei gesti per estrapolarne il contenuto che non si vede subito ma che provoca un senso di disagio in chi avverte qualcosa che non va, ma non sa spiegarlo. Questa frase del papa: "Penso anche alla situazione di una donna che ha avuto alle spalle un matrimonio fallito nel quale ha pure abortito” dice sempre il papa. “Poi questa donna si è risposata e adesso è serena con cinque figli. L’aborto le pesa enormemente ed è sinceramente pentita. Vorrebbe andare avanti nella vita cristiana. Che cosa fa il confessore?” ... ha creato in molte anime semplici un senso di disagio, ancor prima di leggere questo articolo, perchè vi si avverte "qualcosa" che non va e non è una colpa che qualcuno l'abbia spiegata.
    Quel che chiediamo al papa, per favore, è di essere il più chiaro possibile, perchè chi lo ascolta o legge non ne resti turbato. Grazie

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  18. Viva Gnocchi e Palmaro, tra i pochi che hanno il coraggio di dire con sincerità la loro opinione.

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  19. Inserire degli articoli tratti da fonti differenti è costumanza ormai annuale di questo sito.
    Inserire , chissà se la redazione ne è consapevole pienamente, degli articoli di natura protestante contro il papa quasi tutti i giorni umilia e mortifica lo spirito autenticamente cattolico e tradizionalista in particolare. Ormai siamo tutti preda di elementi che, annidiati anche in questo sito, redazione assolutamente NON colpevole, stanno provocando ogni giorno il buon gusto ecclesiale. Ma fino a quando qualcuno armato di carta e penna interverrà presso l'autorità costituita difendendo l'onorabilità della redazione, del blog e di tutti coloro che si identificano con la massa di fedeli oranti nel vetus ordo che non vogliono fare le baattaglie protestanti contro il papa e i vescovi.

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    1. si certo, quel famoso buon gusto ecclesiale tipico di bergoglio e dei suoi epigoni e portasottana...quello ad essere precisi è il buon gusto clericale, dei laici baciapile e degli atei devoti di cui si sono gonfiati i giornali e certe saletterintime ed oscure dei pslazzi vaticani

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  20. "L'essere umano deve sempre obbedire al giudizio certo della propria coscienza. Se agisse deliberatamente contro tale giudizio, si condannerebbe da sé".

    Papa Francesco? No. Catechismo della Chiesa Cattolica, CCC 1790.

    Sarò anche un "normalista", ma qui la continuità con la tradizione c'è tutta.

    Giuseppe P.


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    1. Mi trovi una tale affermazione nel Catechismo maggiore di San Pio X e Le pago una cena! Quello E' IL VERO CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA!!!!

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    2. Non ho controllato e non mi serve controllare. Quello di PioX ERA il Catechismo della Chiesa Cattolica. OGGI il Catechismo recita così: "L'essere umano deve sempre obbedire al giudizio certo della propria coscienza" e il Papa non ha fatto altro che recitare il catechismo, come in tutte le altre situazioni in cui è stato strumentalizzato da Repubblica e contestato da altri. Lo volete davvero criticare così PESANTEMENTE solo perché ripete il Catechismo? Ma di cosa stiamo parlando?!?

      Peraltro, anche il mio professore di filosofia morale (cattolicissimo, eh!) insegnava in modo rigoroso cose simili al Catechismo su questo punto. Il Papa oltre ad essere coerente con la Dottrina della Chiesa, è coerente anche con la ragione.

      Andiamo, di cosa stiamo parlando?!? Perché creare divisioni sul NULLA?!

      Giuseppe P.

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    3. Ti sei dimenticato di aggiungere la seconda parte:

      "1790. L'essere umano deve sempre obbedire al giudizio certo della propria coscienza. Se agisse deliberatamente contro tale giudizio, si condannerebbe da sé. Ma accade che la coscienza morale sia nell'ignoranza e dia giudizi erronei su azioni da compiere o già compiute.

      1791 Questa ignoranza spesso è imputabile alla responsabilità personale. Ciò avviene « quando l'uomo non si cura di cercare la verità e il bene, e quando la coscienza diventa quasi cieca in seguito all'abitudine del peccato ».77 In tali casi la persona è colpevole del male che commette."

      E così via.

      Non a caso la sezione del catechismo in cui sono questi passaggi si intitola "Il giudizio erroneo" e non "Va' dove ti porta il cuore".

      Intelligenti pauca.

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    4. Ma Papa Francesco NON DICE che il giudizio non possa essere ERRONEO!!!!!!! Non dice che sia INFALLIBILE!!! Questo glielo mettono in bocca Gnocchi e Palmaro, ma lui non lo dice!!!! Rileggilo. Dice di seguire la propria cosceinza. STOP. E' questa è una cosa BANALMENTE OVVIA e contenuta implicitamente in CCC1776 e ss. ed esplicitamente in CCC1790.

      Giuseppe P.

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    5. Anonimo,
      Visto che tu sembri un esperto nel citare solo in parte, cito io esaustivamente quello che Francesco dice riguardo la questione della coscienza. Queste le testuali parole: " la questione per chi non crede in Dio sta nell'obbedire alla propria coscienza. Il peccato, anche per chi non ha la fede, c'è quando si va contro la coscienza. Ascoltare e obbedire ad essa significa, infatti, decidersi di fronte a ciò che viene percepito come bene o come male. E su questa decisione si gioca la bontà o la malvagità del nostro agire."

      E' vero che non dice che il giudizio non possa essere erroneo, ma allora non dice nemmeno che non possa essere sempre corretto, se è per questo. Se lo avesse detto, magari potrebbe ancora essere in linea con la tradizione. Peccato che poi però aggiunge che "Il peccato, anche per chi non ha la fede, c'è quando si va contro la coscienza. Ascoltare e obbedire ad essa significa, infatti, decidersi di fronte a ciò che viene percepito come bene o come male". Adesso, per te questo sarà anche dottrina tradizionale, io ci vedo solo soggettivismo ("cio' che viene PERCEPITO come bene o come male) .

      Inoltre, il concetto del peccato come "andare contro la propria coscienza" non vedo cosa c'entri con il discorso fatto nel catechismo ai paragrafi sopra menzionati. Quella se l'è proprio inventata, temo.

      PS Per tua informazione, il catechismo di S. Pio X è ancora valido. Non è stato mai abrogato. E detto fra noi, è molto più chiaro di quello di Woytila.


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  21. State tranquilli, amici di MIL e affini. Bergoglio durerà poco! Nessuna riforma evangelica degna di questo nome è mai stata operata nella Chiesa dalla gerarchia istituzionale. Le stesse lobby che costrinsero Benedetto alle dimissioni non sono sparite, ci sono ancora tali e uguali a prima, e anche più frementi e agguerrite. A breve o medio termine tornerà tutto come prima, anche se non si vedrà.
    Per fortuna ci sono i santi, loro sì che sono i veri profeti evangelici: ogni tanto danno una svegliata alla Chiesa e poi la Chiesa li rimette a nanna. E forse Francesco è un santo, chi lo sa? Ma in quanto Papa combinerà poco, sia in bene che in male. L'unico Pontefice con la sua stessa grinta fu Adriano VI, provocò lo stesso malcontento che provoca Bergoglio in Curia e tra i Cardinali, e fu fatto fuori in breve tempo..
    La Chiesa è nulla più che un male necessario. E' necessaria per la trasmissione della fede, la celebrazione dei sacramenti, l'adunanza del popolo di Dio, ecc. Ma non si pone salvezza nella Chiesa: la salvezza è oltre la Chiesa. Che non va rifiutata, non va aggredita, non va esaltata o celebrata, ecc. Non vale nemmeno la pena contestarla, sia da voi tradizionalisti quando è troppo moderna, sia dai modernisti quando è troppo tradizionale.
    La Chiesa va amata e accettata ma anche compatita e pure sopportata.
    Sarà sempre la casta meretrix! A volte più casta e a volte, più spesso, meretrix, tutto qua!
    Ecclesia semper reformanda, numquam reformata, ideo irreformabilis.

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    1. Per ora quello che è durato poco, o meglio hanno fatto durare poco, è Benedetto XVI che con la semplicità dottrinale, fin da quel famoso venerdì Santo della Via Crucis, dava un fastidio tremendo a tutti quelli che adesso si sollazzano con le adunate oceaniche e le danze di Rio!!! Questo Papa è perfetto per tutti non si preoccupi! Lobby e non!

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    2. Argomenti seri, per favore!!! Mica le danze di Rio! Se a Rio ci fosse stato Benedetto sarebbe andato tutto esattamente nello stesso modo, anche le danze...

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  22. Papa Francesco non vi piace?Beh pazienza!Benedetto XVI non piaceva ad altri !Facciamo a turno.
    Una volta ciscuno non fa male a nssuno.

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  23. E quindi? Volete andarvene anche voi?

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  24. Anche se sono spesso in disaccordo con i due giornalisti trovo ridicolo che siano stati espulsi da radiomaria anche se da come è fatta quella radio è meglio esserne fuori che dentro.

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  25. "un leader che dice alla folla quello che la folla vuole sentirsi dire".
    Alla faccia del "abbiate il coraggio di essere controcrrente"!
    Tommaso Pellegrino - Torino

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  26. scesa la censura come una ghigliottina,guai a chi dissente,peggio dell'Urss staliniana poveri noi,hanno anche sbagliato a scivere Jesus sulle medaglie del pontificato,hanno scritto lesus,già,delitto di lesa Maestà divina,che Dio ci assista!

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    1. Sei tu che sei ignorante e presuntuoso! La duplice versione Jesus o Iesus è parimenti accettata nel latino ecclesiastico.

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  27. Concordo con gli autori, non piace neanche a me questo Papa. Troppi elemeni discordi e lontani da quello che ci hanno sempre insegnato (e noi assimilato e creduto) come Verità. Qual'è il suo vero fine ? E non raccontatemi che se "uno crede" si deve accettare tutto ciò che dice e fa: l'infallibilità del Papa è sui dogmi e non quando testimonia la sua disaffezione alle cose sacre,la sua lontananza dalla Tradizione millenaria della Chiesa e del suo Magistero, e via discorrendo ... Prepariamoci al peggio.

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    1. Ti consiglio, fraternamente, di ripercorrere tutto quello che hai assimilato e di confrontarlo serenamente con quanto contenuto nelle Scritture, nel Catechismo e nella Tradizione della Chiesa passando per S. Agostino, S. Tommaso, eccettera.
      Poi riprendi le affermazioni del Papa e dimmi se sono davvero così tanto in contrasto con quello che ci hanno sempre insegnato.
      Giuseppe P.

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  28. Non si può non prendere atto che diversi giornalisti cattolici hanno espresso riserve, implicite o esplicite, circa alcune “strane” esternazioni del Papa. Chi non condivide queste riserve vorrebbe racchiuderle nell’area tradizionalista, ma scorrendo i nomi degli autori cui mi riferivo, appare evidente che non è così. Anch’io, purtroppo, ho avvertito un disagio per alcune sue espressioni e non ho mai assistito ad una Messa secondo il Vetus Ordo. Vorrei riflettere in particolare sulla frase: “il proselitismo è una solenne sciocchezza”. E’ possibile che sia stata buttata lì, come concessione all’interlocutore ateo. Un modo per dirgli: “non aver paura di me, ti parlerò di Gesù ma con garbo, con delicatezza, senza volerti imporre nulla”. Però e anche giusto chiedersi se essa non faccia parte di una particolare visione pastorale del pontefice. Affianchiamola allora ad altri spunti del suo pensiero: “chi sono io per giudicare un omosessuale”, “ciascuno di noi ha una sua visione del bene e del male e deve scegliere di seguire il bene e combattere il male come lui li concepisce. Basterebbe questo per cambiare il mondo”; "Non possiamo insistere solo sulle questioni legate ad aborto, matrimonio omosessuale e uso dei metodi contraccettivi. Questo non è possibile”; Gli insegnamenti, tanto dogmatici quanto morali, non sono tutti equivalenti. Una pastorale missionaria non è ossessionata dalla trasmissione disarticolata di una moltitudine di dottrine da imporre con insistenza. L’annuncio di tipo missionario si concentra sull’essenziale, sul necessario, che è anche ciò che appassiona e attira di più, ciò che fa ardere il cuore, come ai discepoli di Emmaus.” . Ebbene, tutti questi elementi, nel loro insieme, farebbero pensare ad una pastorale basata sull’annuncio della misericordia di Dio, ma privo della condanna del peccato. Un approccio pastorale basato sul dialogo con chi è fuori dalla Chiesa, sull’annuncio garbato della salvezza da parte di Cristo, ma in cui si deve omettere che per ottenere questa salvezza occorre non solo conoscere Cristo, ma anche convertirsi al suo insegnamento, rinunciando al peccato e aderendo alla Chiesa cattolica. Una pastorale in cui approcciare con affetto il pagano (come per altro la Chiesa ha sempre fatto) senza però potergli dire che al di fuori della Chiesa non c’è salvezza. Se fosse così, secondo questa pastorale la Chiesa può (giustamente e come per altro ha sempre fatto), accogliere gli omosessuali. Però non si può dire loro che sono tenuti a cambiare vita, ad abbandonare il peccato e vivere castamente. Purtroppo devo dirlo: predicare la misericordia senza l’invito ad abbandonare la condizione di peccato non rispecchia gli insegnamenti di Cristo (Gesù alla’adultera: neanche io ti condanno. Va e non peccare più”). Inoltre, il proselitismo fa parte della missione della Chiesa. Anzi di più, la Chiesa è nata col proselitismo. Senza proselitismo, non avremmo i missionari, non avremmo l’Opus Dei, i Salesiani, gli stessi Gesuiti. Non ho visto la biblioteca del pontefice, ma secondo me ha letto molto Martini (che a quanto pare gli è caro) e poche biografie di santi. Molto Rahner e poco San Tommaso. Sono comunque ancora convinto (e spero di non sbagliarmi) che sia solo un problema di imprudenza nelle dichiarazioni. Il Papa forse non ha sufficientemente chiaro l’enorme peso che acquista ogni parola che esce dalla sua bocca. Se è così, che intervengano i suoi fidati consiglieri. Comunque non temo nulla per la nostra Chiesa. Continuo a credere fermamente nelle promesse di Gesù e sono assolutamente certo che mai compariranno errori nei documenti ufficiali, ex cattedra, di questo pontefice, così come di qualunque altro suo futuro successore.

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    1. "sono assolutamente certo che mai compariranno errori nei documenti ufficiali".

      Esatto! E' davvero necessario tutto questo rumore per questioni di forma? Ciò che conta è la sostanza, che finora - sia nei discorsi che negli scritti - è in linea con il Vangelo e la Tradizione, a parte qualche dettaglio di stile che viene enfatizzato dai media. Vogliamo davvero creare fratture, separazioni e conflittualità sulla base di cose così irrilevanti? E se questa fosse proprio l'opera del demonio? Far concentrare l'attenzione su questo nuovo stile del Papa per generare separazioni all'interno dell Chiesa? Focalizzamoci sulla sostanza e sui contenuti.

      - sulla questione della coscienza ha ripetuto ciò che è scritto nel Catechismo (cfr. CCC 1790).
      - sul proselitismo ha ripetuto ciò che dice la Chiesa da sempre (il proselitismo è diverso dalla conversione!!!)
      - sui valori non-negoziabili ha solo ricordato che non sono il nucleo della nostra fede (grazie tante, è una cosa ovvia!)
      - il fatto che i media si concentrino sulla persona Bergoglio invece che sul Papato è irrilevante: LO HANNO SEMPRE FATTO, anche con Benny XVI. Così come sono irrilevanti le questioni di stile: a Ciccio piace la croce di ferro e a Benny piace d'oro. MA E' COMUNQUE UNA CROCE ed è questo ciò che importa a noi. O no?

      Giuseppe P.

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  29. Dal «Primo Commonitorio» di san Vincenzo di Lerins, sacerdote
    (Cap. 23; PL 50, 667-668)
    Lo sviluppo del dogma

    Qualcuno forse potrà domandarsi: non vi sarà mai alcun progresso della religione nella Chiesa di Cristo? Vi sarà certamente e anche molto grande.
    Chi infatti può esser talmente nemico degli uomini e ostile a Dio da volerlo impedire? Bisognerà tuttavia stare bene attenti che si tratti di un vero progresso della fede e non di un cambiamento. Il vero progresso avviene mediante lo sviluppo interno. Il cambiamento invece si ha quando una dottrina si trasforma in un'altra.
    È necessario dunque che, con il progredire dei tempi, crescano e progrediscano quanto più possibile la comprensione, la scienza e la sapienza così dei singoli come di tutti, tanto di uno solo, quanto di tutta la Chiesa. Devono però rimanere sempre uguali il genere della dottrina, la dottrina stessa, il suo significato e il suo contenuto. La religione delle anime segue la stessa legge che regola la vita dei corpi. Questi infatti, pur crescendo e sviluppandosi con l'andare degli anni, rimangono i medesimi di prima. Vi è certamente molta differenza fra il fiore della giovinezza e la messe della vecchiaia, ma sono gli stessi adolescenti di una volta quelli che diventano vecchi. Si cambia quindi l'età e la condizione, ma resta sempre il solo medesimo individuo. Unica e identica resta la natura, unica e identica la persona.
    Le membra del lattante sono piccole, più grandi invece quelle del giovane. Però sono le stesse. Le membra dell'uomo adulto non hanno più le proporzioni di quelle del bambino. Tuttavia quelle che esistono in età più matura esistevano già, come tutti sanno, nell'embrione, sicché quanto a parti del corpo, niente di nuovo si riscontra negli adulti che non sia stato già presente nei fanciulli, sia pure allo stato embrionale.
    Non vi è alcun dubbio in proposito. Questa è la vera e autentica legge del progresso organico. Questo è l'ordine meraviglioso disposto dalla natura per ogni crescita. Nell'età matura si dispiega e si sviluppa in forme sempre più ampie tutto quello che la sapienza del creatore aveva formato in antecedenza nel corpicciuolo del piccolo.
    Se coll'andar del tempo la specie umana si cambiasse talmente da avere una struttura diversa oppure si arricchisse di qualche membro oltre a quelli ordinari di prima, oppure ne perdesse qualcuno, ne verrebbe di conseguenza che tutto l'organismo ne risulterebbe profondamente alterato o menomato. In ogni caso non sarebbe più lo stesso.
    Anche il dogma della religione cristiana deve seguire queste leggi. Progredisce, consolidandosi con gli anni, sviluppandosi col tempo, approfondendosi con l'età. È necessario però che resti sempre assolutamente intatto e inalterato.
    I nostri antenati hanno seminato già dai primi tempi nel campo della Chiesa il seme della fede. Sarebbe assurdo e incredibile che noi, loro figli, invece della genuina verità del frumento, raccogliessimo il frutto della frode cioè dell'errore della zizzania.
    È anzi giusto e del tutto logico escludere ogni contraddizione tra il prima e il dopo. Noi mietiamo quello stesso frumento di verità che fu seminato e che crebbe fino alla maturazione.
    Poiché dunque c'è qualcosa della primitiva seminagione che può ancora svilupparsi con l'andar del tempo, anche oggi essa può essere oggetto di felice e fruttuosa coltivazione.

    ...ma mi sa che Oltretevere stamattina in pochi hanno celebrato l'Ufficio delle Letture...

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  30. Ma Radio Maria non fa proselitismo?

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  31. Personalmente condivido TUTTO l'articolo di Gnocchi e Palmaro però vorrei esprimere la mia convinzione che con questi articoli non penso che si migliori la situazione.
    Anzi a dire il vero certe critiche a lungo andare penso che possano peggiorare la situazione.
    Così come lo stesso Pontefice difetta di prudenza (che è e rimane una delle più importanti virtù alle quali un cristiano deve mirare) anche i due volenterosi scrittori si allineano a quest'andazzo perchè se c'è una cosa che fa male alla Chiesa (e che fa godere da matti il diavolo) è la divisione.
    E' vero che oggi la Chiesa di fatto al suo interno è divisa: tra Vescovi e Cardinali, fra i vari movimenti e ordini religiosi e semplici fedeli. Però criticare così apertamente il Papa (volenti o nolenti è lui...) è certamente controproducente.
    L' "espulsione" da Radio Maria (alla quale sono sempre riconoscente perchè mi ha aiutato a ri-avvicinarmi alla fede) infatti a torto o a ragione (per me a torto) è uno dei frutti di tale semina.
    Per me p. Livio ha sbagliato, e avrà agito per motivi "politici-intra-ecclesia", ma è comprensibile che abbia agito così ...
    Esprimo comunque la mia solidarietà a Gnocchi e Palmaro che comunque, in quanto responsabili delle loro azioni, avranno poco da lamentarsi.

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    1. Hai ragione Giacomo. Anche secondo me sembra che a questo papa difetti un po' la prudenza. Lo ha riconosciuto lui stesso in qualche modo, quando ha detto di essere troppo precipitoso.

      Detto questo, io credo che le tante critiche che cominciano a levarsi dal mondo cattolico, che sembrano fare riscontro alle sperticate lodi (finora) del mitico "mondo laico" verso Francesco, siano se non altro un sintomo di un disagio e un'inquietudine reale.
      Io stesso, per esempio, mi sento molto confuso da parecchie delle parole e delle azioni del papa.
      Il senso di inquietudine, anche di ansia, nei confronti del papa, che dovrebbe invece essere colui che "ci conferma nella fede", è una sensazione che sto vivendo per la prima volta e mi fa paura, dico sul serio.
      Quindi le critiche sono un sintomo che questa inquietudine è un sentimento che in molti cominciano a provare, ed evidentemente si pongono delle domande che, credo, sono molto simili alle mie.

      Io credo che il papa, da buon pastore del gregge, dovrebbe pensare a tutte le sue pecorelle. Anche quando le lascia temporaneamente per andare a recuperare quella che si è smarrita.
      Il problema (o se vuoi, uno dei problemi) è che se il papa lascia il suo gregge per andare a occuparsi della pecorella atea Scalfari, poi dei divorziati risposati che non possono fare la comunione (tra parentesi mi chiedo: chissà quanti saranno di questi a cui frega qualcosa di farla veramente ma va bé...), ai "migranti" musulmani che arrivano a frotte a Lampedusa, ai quali bisogna augurare buon ramadan che porterà grandi frutti spirituali, alle donne che hanno abortito e verso cui bisogna mostrare "tenerezza", poi ci metti che quando parla spesso dice cose abbastanza sconcertanti e così via, sembra proprio che di tempo per il suo gregge gliene resti ben poco.

      Per cui mi domando: non dovrebbe essere proprio il papa, prima di chiunque altro, a chiedersi se sta facendo le cose giuste per tenere unito il gregge? Il gregge che comincia a disunirsi, sarà forse proprio perché il pastore non sta facendo bene quello che dovrebbe fare?

      Forse è ora che le pecore comincino a fare sentire i loro belati, se il pastore da solo sembra non capire...

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    2. Soltanto dire la gioia di un Papa chi pensa a Cristo, altrove le tradizione culturale cristiane, ma comumnque humane. Viva el vangelo, grazie Santo Padre Francesco

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    3. Antonius, a parte il fatto che non si capisce bene quello che scrivi, ma vorrei ricordarti che esistono "tradizioni culturali cristiane" che sono umane e non capisco cosa centrino in questo discorso, poi esiste la "Tradizione" che è parte fondamentale (e non subordinata alla Sacra Scrittura) della Divina Rivelazione:
      Ti cito il beato card. J. H. Newman (1801-1890):

      La tradizione e la volontà di Dio

      Poco importa il modo con cui impariamo a conoscere la volontà di Dio, che sia mediante la Scrittura, mediante la tradizione apostolica o mediante ciò che San Paolo chiama la « natura » (cfr Rom 1,20), purché siamo sicuri che è veramente la sua volontà. In realtà, Dio ci rivela il contenuto della fede mediante l'ispirazione, perché è nell'ordine soprannaturale. Ma ci rivela le questioni pratiche del dovere morale mediante la nostra propria coscienza guidata divinamente.

      Le questioni di pura forma, ce le rivela mediante la tradizione della Chiesa, dall'esperienza nel metterle in pratica, benché non vengano dalla Scrittura. Ciò per rispondere alla domanda che possiamo farci : « Perché osservare i riti e le forme che non sono prescritti dalla Scrittura ? » La Scrittura ci trasmette ciò che occorre credere, a cui dobbiamo tendere, ciò che dobbiamo mantenere. Ma non ci dice il modo concreto di farlo. Quindi, poiché dobbiamo farlo in tale o tale modo preciso, è opportuno aggiungere qualcosa a ciò che ci dice la Scrittura. Essa ci raccomanda, per esempio, di unirci per la preghiera, e collega la sua efficacia … all'unione dei cuori. Ma siccome non ci indica né il momento né il luogo della preghiera, bisogna che la Chiesa completi ciò che la Scrittura si è limitata a prescrivere in linea di massima...

      Si può dire che la Bibbia ci dà lo spirito della nostra religione mentre la Chiesa deve formare il corpo in cui questo spirito si incarna…. La religione non esiste in modo astratto… Coloro che provano ad adorare Dio in un modo (dicono) « meramente spirituale » finiscono per non adorarlo affatto. La Scrittura ci dà lo spirito della nostra devozione, la Chiesa ce ne dà il corpo. E come non possiamo vedere lo spirito di un uomo senza il mezzo del corpo, così non possiamo capire l’oggetto della fede senza la sua forma esteriore.

      (Discorso "Le cerimonie della Chiesa", PPS, vol.2, no.7).
      fonte: http://vangelodelgiorno.org/main.php?language=IT&module=commentary&localdate=20131016)

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  32. Il Signore ha chiamato a Sé Mario Palmaro "Vieni, servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto". R.I.P.
    Coraggio, Gnocchi, sulla Terra rimani tu a portare avanti la "buona battaglia" ma Mario dal Cielo veglia su di te!

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