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domenica 29 settembre 2013

La Santa Messa immortale

                                                                          

“È la Messa che conta” La resistenza dell’Ovest inglese
di Maria Pia Ghislieri - "Corrispondenza Romana"

Durante il regno di Enrico VIII, in seguito al suo atto scismatico, furono operate in Inghilterra molte modifiche in campo religioso. Benché ciò non risultasse affatto gradito ai cattolici inglesi, essi tuttavia erano rassicurati dal fatto che la fede professata nelle loro parrocchie continuava ad essere la fede dei loro Padri. Enrico VIII si era separato da Roma, ma la Chiesa di cui si era proclamato capo non si era separata dalla dottrina romana.
Dopo la morte del Re, Cranmer (che era stato nominato arcivescovo di Canterbury nel 1532) mostrò il suo vero volto. Era uno dei più influenti consiglieri del re-bambino Edoardo VI e, grazie a tale influenza, portò a compimento il suo piano di cancellare le ultime tracce del Cattolicesimo inglese, iniziando dalla distruzione delle immagini, reliquie, cerimonie, processioni (anche quella del Corpus Domini), ma soprattutto della Santa Messa che egli sostituì con il cosiddetto Servizio di comunione protestante, che fu imposto in due fasi, nel 1549 e nel 1552.
Questo compito distruttivo in Cornovaglia fu affidato a William Body, la cui azione venne percepita come una profanazione dei luoghi sacri e ciò portò al suo assassinio il 5 aprile 1548. Si comprese sin dall’inizio che il popolo della Cornovaglia non avrebbe accettato facilmente le nuove imposizioni in campo religioso.
Il Book of Common prayer (Libro delle preghiere comuni), che rifletteva la teologia protestante pur mantenendo qualche vestigio dell’antico rito cattolico, doveva sostituire in lingua inglese i 4 antichi testi liturgici latini, ossia (Messale, breviario, rituale e pontificale). Tale cambiamento fu guardato con sospetto e molto osteggiato,  specie in quei luoghi felicemente noti per la loro fedeltà alla Chiesa cattolica romana, come la Cornovaglia e il Devon. Fu questo attacco alla Chiesa, e in particolare alla Messa, che condusse ad una resistenza armata nota in Inghilterra come l’“insurrezione occidentale” (the western rising). È interessante notare che per i contadini e lavoratori che animarono tale resistenza, molti dei quali erano semplici illetterati, il ripudio del Papa non era troppo preoccupante. Ciò per cui combattevano era, anzitutto, la loro Messa.
Il 9 giugno 1549, domenica di Pentecoste, la nuova Messa o Servizio di comunione protestante entrò in vigore con severe punizioni per coloro che si fossero rifiutati di adeguarvisi. In un remoto luogo del Devon, chiamato Samford Courtney, un prete settantenne, in obbedienza agli ordini del re, celebrò secondo il nuovo rito. I parrocchiani che erano presenti, quando per la prima volta si videro privati della Messa immortale, decisero di rifiutare la nuova liturgia. Il giorno seguente andarono dal parroco e gli imposero di usare l’antico Messale e celebrare la Messa a cui essi avevano partecipato per tutta la vita e che non volevano fosse loro cambiata. Il buon prete cedette alle loro insistenze e celebrò la Messa di sempre. I fedeli cattolici, infatti, sostenevano che la nuova liturgia in inglese non era altro che “un passatempo natalizio” e non avevano alcuna intenzione di accettarla. Alla cerimonia successiva arrivarono alcuni giudici per imporre le modifiche liturgiche, ma durante la celebrazione vi fu un alterco che portò all’uccisione di uno dei sostenitori delle innovazioni (William Hellyons), il quale fu trafitto con un forcone sui gradini della chiesa.
Un “gentleman” del luogo  tentò di convincere il popolo ad accettare il nuovo rito prima che la loro protesta rendesse necessario l’intervento armato del governo. Ma la gente della Cornovaglia e del Devon non aveva alcuna intenzione di scendere a compromessi poiché la sua resistenza era motivata dalla profonda Fede nella Santa Messa, che – essi lo comprendevano bene – riguardava non solo la loro vita terrena ma anche, e soprattutto, la loro eterna salvezza.
Vi fu un lungo tentativo di negoziato tra questi Cattolici, “ribelli” al nuovo rito ma fedeli alla tradizione dei loro Padri, e il governo ufficiale che li esortava ad usare il nuovo rito protestante. Questi uomini semplici e illetterati ma dalla fede chiara e profonda promisero di porre fine all’insurrezione a condizione che il Re e i suoi consiglieri non avessero modificato la  loro religione. Era evidente che l’unica vera ragione della resistenza era la difesa della Fede cattolica.
La proposta non fu accettata, ed ecco che diverse migliaia di contadini, minatori e pescatori (che rappresentavano molti altri con le stesse convinzioni) marciarono verso Exeter per protestare contro l’introduzione del nuovo rito. Essi avanzavano sotto il vessillo delle Cinque Piaghe di N.S.G.C., con crocifissi, candele ed incenso. Si trattava di uomini semplici che formavano una forza organizzata, armata e disciplinata che combatteva contro il potere statale.
Guidavano il corteo preti che, vestiti con i loro paramenti tradizionali, portavano il SS.mo Sacramento sotto un magnifico baldacchino. Man mano che il corteo attraversava il Devon,  guadagnava adepti tra i ferventi cattolici della zona. Benché la maggioranza fosse costituita da contadini della Cornovaglia e del Devon, si unirono a loro anche membri dell’aristocrazia inglese come Humphrey Arundell che, appartenendo ad una nobile e stimata famiglia del Devon, era noto anche per il suo valore militare.
Il governo non mancò di divulgare molte affermazioni infondate circa le “presunte” atrocità commesse dai “ribelli”. Ma le 15 richieste che essi avanzarono presso il governo provano chiaramente la natura squisitamente religiosa della loro resistenza. Ne riportiamo, a mo’ di esempio, soltanto tre:
* Non accettiamo il nuovo Rito (protestante) perché è come un “passatempo natalizio”, ma vogliamo il Mattutino, la Messa, i Vespri e le processioni  in latino, com’era prima. E perciò noi, uomini della Cornovaglia (anche perché alcuni di noi non capiscono l’inglese) rifiutiamo con decisione il nuovo rito inglese.
* Noi vogliamo la Messa in latino com’era prima, celebrata da un solo sacerdote senza alcun dialogo con la gente.
* Ogni predicatore nelle sue omelie e ogni sacerdote nelle sue Messe deve pregare in modo speciale per le anime del Purgatorio, citandone i nomi, come facevano i nostri Padri. (Cranmer, non credendo nel Purgatorio, ne aveva rimosso ogni traccia dal Servizio protestante, ndr)
Cranmer, davanti a queste richieste, firmate da molti contadini ma anche da Humphrey Arundell, non ebbe altra reazione che il disprezzo. Egli considerava il desiderato ritorno alla liturgia latina semplicemente “ridicolo” poiché egli aveva imposto la lingua volgare per il bene della gente più incolta. È importante  notare che questi uomini se, da un lato, in coscienza disobbedivano al re quanto alla nuova Messa e ai nuovi riti, dall’altro ne riconoscevano l’autorità e non pensavano in alcun modo di deporlo. Essi gli avrebbero obbedito a condizione che non li avesse privati della loro Fede. Erano uomini umili, insorti spontaneamente per difendere la fede dei loro Padri.
Ma il governo ebbe il tempo di organizzare un esercito per distruggerli. Contro ogni speranza i ribelli continuavano a combattere le loro battaglie finché ne restarono solo pochi. Combattevano valorosamente e non temevano di perdere la vita.  La loro ultima battaglia ebbe luogo il 29 agosto 1549 a Sampford Courtenay dove la ribellione era iniziata. Le forze erano impari e i cattolici militanti sapevano bene che erano destinati alla sconfitta. Ma, a loro onore, uno storico di quel tempo ebbe a scrivere: “I Cornici non si sarebbero arresi fino a che la maggior parte di essi non fosse stata uccisa o catturata”. In questa ultima strenua battaglia,  Humphrey Arundell, che fu tra i comandanti dell’insurrezione, fu catturato. Portato a Londra dopo alcuni mesi, fu processato e accusato di alto tradimento. Il 27 gennaio 1550 fu giustiziato con una delle peggiori pene previste dal regime del tempo: appeso, sbudellato e squartato.
Nel corso dell’intera resistenza persero la vita circa 5000 uomini, che morirono per la Fede ma soprattutto per la Santa Messa di sempre. Il rito di Cranmer fu imposto a prezzo del sangue di questi eroi della Fede.
In quei tempi difficili era uno spettacolo terrificante ma assai comune vedere preti appesi ai campanili, vestiti con i loro paramenti sacri e con aspersorio, campanello e rosario sospesi con essi. Tutti i libri liturgici tradizionali vennero bruciati. Le grandi e sonore campane delle chiese, che chiamavano i fedeli alla Messa tradizionale, furono rimosse per lasciare il posto alle più piccole che servivano per il Servizio protestante. E così anche la povera gente dell’Ovest inglese fu costretta ad accettare la nuova religione in lingua vernacolare.
Il futuro del mondo e la salvezza delle anime dipende dalla “sopravvivenza” della Messa tradizionale nella Chiesa Cattolica. Perché? Perché lex orandi lex credendi. La legge della preghiera è la legge della fede. In tutti i luoghi in cui si continua a celebrare la Messa di sempre, la Fede non può estinguersi.
I valorosi eroi della resistenza inglese, da quel lontano 1549 fino ad oggi, continuano a gridare con il loro memorabile esempio spinto fino allo spargimento del sangue che: “È la Messa che conta!”.

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