Ricca e Chaouqui, due nemici in casa
di Sandro Magister, da Diario Vaticano del 26.08.13
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350582
Lui prelato dello IOR, lei commissaria per il riordino delle amministrazioni vaticane. Due nomine volute e decise da papa Francesco. Che però sono la negazione vivente del suo programma di pulizia e di riforma
ROMA, 26 agosto 2013 – Sono passati più di due mesi dall'infelice nomina di monsignor Battista Ricca a "prelato" dell'Istituto per le Opere di Religione e più di un mese da quella, non meno infelice, di Francesca Immacolata Chaouqui (vedi foto) a membro della commissione per il riordino degli uffici economico-amministrativi vaticani.
Entrambe queste nomine sono state fatte da papa Francesco, la prima per sua decisione personalissima.
E per entrambe, subito dopo, sono venute alla luce gravi controindicazioni, di cui il papa era inizialmente all'oscuro.
Eppure, ad agosto inoltrato, nessuna correzione di rotta appare in vista.
Entrambe queste nomine sono state fatte da papa Francesco, la prima per sua decisione personalissima.
E per entrambe, subito dopo, sono venute alla luce gravi controindicazioni, di cui il papa era inizialmente all'oscuro.
Eppure, ad agosto inoltrato, nessuna correzione di rotta appare in vista.
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Per quanto riguarda il "prelato" della banca vaticana, dopo la nomina papa Francesco era stato prontamente informato da più persone fidate sui trascorsi scandalosi del personaggio e sulle coperture di cui lo stesso aveva goduto e gode tuttora in Vaticano. E a queste persone egli aveva espresso gratitudine.
Ma sull'aereo di ritorno dal viaggio in Brasile, rispondendo a una giornalista, papa Jorge Mario Bergoglio evitò di prendere una posizione netta sul caso di monsignor Ricca.
Le parole del papa che i media di tutto il mondo rilanciarono con più enfasi – in un tripudio di commenti favorevoli alla sua presunta "apertura" agli omosessuali – furono interpretate come una sospensione di giudizio: "Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla?".
Pochi giorni dopo il suo rientro a Roma papa Francesco è stato più chiaro. Ha fatto sapere alla segreteria di Stato che monsignor Ricca "resterà al suo posto".
E così con lui resterà intatta la clamorosa contraddizione tra l'opera di pulizia e di riordino della curia romana che papa Francesco ha detto più volte di volere e il "prelato" di sua nomina in cui egli continua a riporre fiducia, emblema perfetto proprio di quelle condotte scandalose e di quelle "lobby" di potere che dovrebbero essere spazzate via.
*
Rispetto a quello di monsignor Ricca, il caso di Francesca Immacolata Chaouqui è diverso. Su di lei la segreteria di Stato vaticana aveva informazioni precise già vari mesi prima della sua nomina, lo scorso 18 luglio, a membro della commissione per il riordino degli uffici economico-amministrativi della Santa Sede, con facoltà di accesso a tutte le carte più riservate.
Ma nel creare questa commissione e nel nominare i suoi otto membri papa Francesco ha agito in forma autonoma. La segreteria di Stato non ne è stata coinvolta e ne ha avuto notizia solo a cose fatte.
A mettere in preallarme la segreteria di Stato, già nella primavera del 2012, erano stati alcuni articoli apparsi sul più diffuso quotidiano progressista italiano, "la Repubblica".
In essi si sosteneva che Paolo Gabriele, il maggiordomo di Benedetto XVI arrestato e condannato per aver rubato al papa un numero ingente di documenti riservati poi passati alla stampa, non era l'unico nella curia ad aver agito in quel modo, ma come lui e dopo di lui ce n'erano ancora in azione altri, tra i quali una donna.
Ma sull'aereo di ritorno dal viaggio in Brasile, rispondendo a una giornalista, papa Jorge Mario Bergoglio evitò di prendere una posizione netta sul caso di monsignor Ricca.
Le parole del papa che i media di tutto il mondo rilanciarono con più enfasi – in un tripudio di commenti favorevoli alla sua presunta "apertura" agli omosessuali – furono interpretate come una sospensione di giudizio: "Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla?".
Pochi giorni dopo il suo rientro a Roma papa Francesco è stato più chiaro. Ha fatto sapere alla segreteria di Stato che monsignor Ricca "resterà al suo posto".
E così con lui resterà intatta la clamorosa contraddizione tra l'opera di pulizia e di riordino della curia romana che papa Francesco ha detto più volte di volere e il "prelato" di sua nomina in cui egli continua a riporre fiducia, emblema perfetto proprio di quelle condotte scandalose e di quelle "lobby" di potere che dovrebbero essere spazzate via.
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Rispetto a quello di monsignor Ricca, il caso di Francesca Immacolata Chaouqui è diverso. Su di lei la segreteria di Stato vaticana aveva informazioni precise già vari mesi prima della sua nomina, lo scorso 18 luglio, a membro della commissione per il riordino degli uffici economico-amministrativi della Santa Sede, con facoltà di accesso a tutte le carte più riservate.
Ma nel creare questa commissione e nel nominare i suoi otto membri papa Francesco ha agito in forma autonoma. La segreteria di Stato non ne è stata coinvolta e ne ha avuto notizia solo a cose fatte.
A mettere in preallarme la segreteria di Stato, già nella primavera del 2012, erano stati alcuni articoli apparsi sul più diffuso quotidiano progressista italiano, "la Repubblica".
In essi si sosteneva che Paolo Gabriele, il maggiordomo di Benedetto XVI arrestato e condannato per aver rubato al papa un numero ingente di documenti riservati poi passati alla stampa, non era l'unico nella curia ad aver agito in quel modo, ma come lui e dopo di lui ce n'erano ancora in azione altri, tra i quali una donna.
Le "rivelazioni" relative a questa vicenda non facevano i nomi dei protagonisti. Compresa l'ultima e più rumorosa intervista anonima, apparsa su "la Repubblica" il 7 marzo 2013, pochi giorni prima del conclave che ha eletto papa Bergoglio.
L'intervistata, però, era una persona talmente ciarliera da vantare a destra e a manca di essere lei l'informatrice dei servizi di "la Repubblica": Francesca Immacolata Chaouqui, 32 anni, padre marocchino e madre calabrese, residente a Roma, sposata, addetta alle relazioni esterne dal 2007 al 2009 nello studio legale internazionale Pavia & Ansaldo, poi dal 2010 nello studio Orrick Herrington & Sutcliffe e infine dal 2013 nello studio Ernst & Young, con una vasta rete di relazioni vere o millantate con giornalisti, politici, uomini d'affari, prelati, cardinali.
Quando, in quei giorni di conclave, l'identità dell'anonima informatrice di "la Repubblica" giunse anche all'orecchio del sostituto segretario di Stato, l'arcivescovo Giovanni Angelo Becciu, questi protestò con il giornale. Su cui in effetti cessarono di uscire altri articoli visibilmente riconducibili alla "fonte" Chaouqui.
Il 18 luglio, quindi, la notizia della nomina da parte del papa di questa giovane "PR" nella commissione per il riordino delle amministrazioni vaticane lasciò di sasso chi ne conosceva i precedenti.
Ma anche a chi ne fosse stato all'oscuro sarebbe stato facilissimo farsi un'idea del personaggio. Bastava aprire la sua pagina Twitter, guardarvi la sua autopresentazione, scorrerne i messaggi.
Se ne ricavava, tra l'altro, che Francesca Chaouqui ha un filo diretto con Gianluigi Nuzzi, il giornalista che riceveva e pubblicava i documenti rubati a Benedetto XVI dal maggiordomo infedele, ed è informatrice assidua del sito dagospia.com, il ricettacolo più letto in Italia di maldicenze e veleni vaticani.
Per precauzione, il 23 luglio Francesca Chaouqui ha tolto la sua foto (quella riprodotta sopra) e il 10 agosto ha disattivato la sua pagina Twitter. Ma troppo tardi e in forma incompleta.
L'intervistata, però, era una persona talmente ciarliera da vantare a destra e a manca di essere lei l'informatrice dei servizi di "la Repubblica": Francesca Immacolata Chaouqui, 32 anni, padre marocchino e madre calabrese, residente a Roma, sposata, addetta alle relazioni esterne dal 2007 al 2009 nello studio legale internazionale Pavia & Ansaldo, poi dal 2010 nello studio Orrick Herrington & Sutcliffe e infine dal 2013 nello studio Ernst & Young, con una vasta rete di relazioni vere o millantate con giornalisti, politici, uomini d'affari, prelati, cardinali.
Quando, in quei giorni di conclave, l'identità dell'anonima informatrice di "la Repubblica" giunse anche all'orecchio del sostituto segretario di Stato, l'arcivescovo Giovanni Angelo Becciu, questi protestò con il giornale. Su cui in effetti cessarono di uscire altri articoli visibilmente riconducibili alla "fonte" Chaouqui.
Il 18 luglio, quindi, la notizia della nomina da parte del papa di questa giovane "PR" nella commissione per il riordino delle amministrazioni vaticane lasciò di sasso chi ne conosceva i precedenti.
Ma anche a chi ne fosse stato all'oscuro sarebbe stato facilissimo farsi un'idea del personaggio. Bastava aprire la sua pagina Twitter, guardarvi la sua autopresentazione, scorrerne i messaggi.
Se ne ricavava, tra l'altro, che Francesca Chaouqui ha un filo diretto con Gianluigi Nuzzi, il giornalista che riceveva e pubblicava i documenti rubati a Benedetto XVI dal maggiordomo infedele, ed è informatrice assidua del sito dagospia.com, il ricettacolo più letto in Italia di maldicenze e veleni vaticani.
Per precauzione, il 23 luglio Francesca Chaouqui ha tolto la sua foto (quella riprodotta sopra) e il 10 agosto ha disattivato la sua pagina Twitter. Ma troppo tardi e in forma incompleta.
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Posto dunque che Francesco non conoscesse personalmente Francesca Chaouqui, chi ha convinto il papa a nominarla in un ruolo di così alta responsabilità?
L'ipotesi più attendibile conduce a monsignor Lucio Ángel Vallejo Balda, segretario della prefettura degli affari economici della Santa Sede e dal 18 luglio anche segretario e factotum della neonata commissione di cui Francesca Chaouqui è membro.
Monsignor Vallejo Balda, 52 anni, spagnolo e membro del ramo sacerdotale dell'Opus Dei, la Fraternità della Santa Croce, dopo aver dato prova di capacità amministrative nella diocesi di Astorga si è distinto nell'organizzare con profitto la Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid, nel 2011, al fianco del cardinale Antonio María Rouco Varela. E questi gli ha propiziato, nello stesso anno, la promozione a Roma alla carica di numero due della prefettura degli affari economici della Santa Sede.
Qui Vallejo Balda ha di fatto sopravanzato il suo diretto superiore, il cardinale Giuseppe Versaldi, al quale – tra l'altro – reca svantaggio il far parte della declinante squadra del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone.
Non sorprende quindi che, eletto papa, Bergoglio abbia presto individuato nel dinamico monsignore spagnolo uno degli uomini sui quali fare affidamento, per il riordino amministrativo della curia.
E la prova è nel ruolo dominante che il chirografo papale di istituzione della commissione assegna a monsignor Vallejo Balda: non solo quello di segretario della stessa, ma anche di "coordinatore che ha poteri di delegato ed agisce in nome e per conto della commissione nella raccolta di documenti, dati ed informazioni necessari allo svolgimento delle funzioni istituzionali".
Si può anzi arguire che il papa abbia affidato a Vallejo Balda anche il compito di scegliere e reclutare i componenti della commissione. Lo si deduce dalla lettera con cui egli ha annunciato a ciascuno di loro la nomina: dal modo con cui ne ha redatto i curriculum, riferendo (in un italiano alquanto disordinato) di suoi incontri personali con l'uno o con l'altro.
Vi si legge ad esempio a proposito dell'ex ministro degli esteri di Singapore, George Yeo:
"È un uomo cortese e sollecito, ma ha un forte stile intellettuale, con molto ampia lettura e una profonda conoscenza delle mutevoli placche tettoniche della storia. Egli è, o è stato quando un paio di volte ho parlato con lui di questo a lungo, un cattolico serio e coscienzioso, con molte intuizioni affascinanti su cattolicesimo con caratteristiche cinesi. Egli incarna la scuola di Singapore strategica duro di testa e anche la consapevolezza della costruzione di capitale sociale e di solidarietà, evitando la dinamica corruttori dello stato sociale".
E di Francesca Chaouqui:
"Esperienza pluriennale nel settore della consulenza con gestione della comunicazione aziendale e governo delle relazioni esterne e istituzionali, leadership autorevole, basata su forti doti relazionali e comunicative, ed alta capacità nel finalizzare a livello business i contatti, guidata da principi e valori etici e morali molto forti".
Posto dunque che Francesco non conoscesse personalmente Francesca Chaouqui, chi ha convinto il papa a nominarla in un ruolo di così alta responsabilità?
L'ipotesi più attendibile conduce a monsignor Lucio Ángel Vallejo Balda, segretario della prefettura degli affari economici della Santa Sede e dal 18 luglio anche segretario e factotum della neonata commissione di cui Francesca Chaouqui è membro.
Monsignor Vallejo Balda, 52 anni, spagnolo e membro del ramo sacerdotale dell'Opus Dei, la Fraternità della Santa Croce, dopo aver dato prova di capacità amministrative nella diocesi di Astorga si è distinto nell'organizzare con profitto la Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid, nel 2011, al fianco del cardinale Antonio María Rouco Varela. E questi gli ha propiziato, nello stesso anno, la promozione a Roma alla carica di numero due della prefettura degli affari economici della Santa Sede.
Qui Vallejo Balda ha di fatto sopravanzato il suo diretto superiore, il cardinale Giuseppe Versaldi, al quale – tra l'altro – reca svantaggio il far parte della declinante squadra del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone.
Non sorprende quindi che, eletto papa, Bergoglio abbia presto individuato nel dinamico monsignore spagnolo uno degli uomini sui quali fare affidamento, per il riordino amministrativo della curia.
E la prova è nel ruolo dominante che il chirografo papale di istituzione della commissione assegna a monsignor Vallejo Balda: non solo quello di segretario della stessa, ma anche di "coordinatore che ha poteri di delegato ed agisce in nome e per conto della commissione nella raccolta di documenti, dati ed informazioni necessari allo svolgimento delle funzioni istituzionali".
Si può anzi arguire che il papa abbia affidato a Vallejo Balda anche il compito di scegliere e reclutare i componenti della commissione. Lo si deduce dalla lettera con cui egli ha annunciato a ciascuno di loro la nomina: dal modo con cui ne ha redatto i curriculum, riferendo (in un italiano alquanto disordinato) di suoi incontri personali con l'uno o con l'altro.
Vi si legge ad esempio a proposito dell'ex ministro degli esteri di Singapore, George Yeo:
"È un uomo cortese e sollecito, ma ha un forte stile intellettuale, con molto ampia lettura e una profonda conoscenza delle mutevoli placche tettoniche della storia. Egli è, o è stato quando un paio di volte ho parlato con lui di questo a lungo, un cattolico serio e coscienzioso, con molte intuizioni affascinanti su cattolicesimo con caratteristiche cinesi. Egli incarna la scuola di Singapore strategica duro di testa e anche la consapevolezza della costruzione di capitale sociale e di solidarietà, evitando la dinamica corruttori dello stato sociale".
E di Francesca Chaouqui:
"Esperienza pluriennale nel settore della consulenza con gestione della comunicazione aziendale e governo delle relazioni esterne e istituzionali, leadership autorevole, basata su forti doti relazionali e comunicative, ed alta capacità nel finalizzare a livello business i contatti, guidata da principi e valori etici e morali molto forti".
Questi curriculum – con gli indirizzi elettronici e i telefoni privati – erano in uno dei tre allegati alla e-mail riservata con cui il 18 luglio monsignor Vallejo Balda ha preannunciato agli altri sette membri della commissione la pubblicazione, il giorno successivo, del chirografo del papa con la loro nomina.
Gli altri due allegati erano il testo del chirografo papale e l'annesso al chirografo stesso, anch'esso firmato da papa Francesco, con le disposizioni operative per la commissione. E con la dicitura:
"Non per pubblicazione e non per distribuzione fuori della commissione".
Il primo di questi due documenti è stato effettivamente reso pubblico il giorno dopo. Il secondo no. Ma può essere letto in questa pagina di www.chiesa, grazie a un'indiscrezione della stessa Chaouqui:
> Disposizioni operative…
Infatti, nella e-mail del 18 luglio, spedita alle 9.41 di mattina, monsignor Vallejo Balda chiedeva ai destinatari di tenere il segreto.
Ma subito dopo, quella stessa mattina, aveva già provveduto Francesca Chaouqui a violare la consegna, inoltrando l'e-mail di Vallejo Balda con i tre allegati a un suo giro di contatti.
Si è detto che Francesca Chaouqui appartenga all'Opus Dei, al pari di monsignor Vallejo Balda. Ma non è vero.
È certo invece che ella frequenta residenze romane dell'Opus, tra cui quella in cui abita il numerario Joaquín Navarro-Valls, l'indimenticato portavoce di Giovanni Paolo II.
Gli altri due allegati erano il testo del chirografo papale e l'annesso al chirografo stesso, anch'esso firmato da papa Francesco, con le disposizioni operative per la commissione. E con la dicitura:
"Non per pubblicazione e non per distribuzione fuori della commissione".
Il primo di questi due documenti è stato effettivamente reso pubblico il giorno dopo. Il secondo no. Ma può essere letto in questa pagina di www.chiesa, grazie a un'indiscrezione della stessa Chaouqui:
> Disposizioni operative…
Infatti, nella e-mail del 18 luglio, spedita alle 9.41 di mattina, monsignor Vallejo Balda chiedeva ai destinatari di tenere il segreto.
Ma subito dopo, quella stessa mattina, aveva già provveduto Francesca Chaouqui a violare la consegna, inoltrando l'e-mail di Vallejo Balda con i tre allegati a un suo giro di contatti.
Si è detto che Francesca Chaouqui appartenga all'Opus Dei, al pari di monsignor Vallejo Balda. Ma non è vero.
È certo invece che ella frequenta residenze romane dell'Opus, tra cui quella in cui abita il numerario Joaquín Navarro-Valls, l'indimenticato portavoce di Giovanni Paolo II.
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaMi colpisce profondamente che per un simile delicatissimo ruolo sia stata scelta una persona proveniente dal potentissimo e ricchissimo establishment finanziario nemico giurato della cattolicità. E tale scelta non può essere di certo un caso nè una svista: è qualcosa di deliberato. La distruttiva conseguente violazione in fatto di riservatezza è solo il risultato della scelta (deliberata).
RispondiEliminaMiles
Ma perche il Vescovo di Roma non cambia il proprio in "Meglio un mascalzone oggi che un tradizionalista domani".
RispondiEliminaTutti i poco di buono stanno circolando e spadroneggiando in Vaticano e i poveri e Santi Frati Francescani dell'Immacolata sono commissariati e bastonati.
Grazie Papa Francesco, ops scusa Vescovo di Roma, il tuo agire è proprio all'altezza del nome che hai assunto! Complimenti!
situazione davvero triste. Questa chiesa non fa altro che riforme riforme riforme, come se la storia precedente fosse un errore continuo. I poveri fedeli, inconsci di questi intrallazzi sono stanchi e pieni di amarezza; si le piazze sono colme di gente chiassosa, ma i veri cristiani pochi ormai, si ritirano in silenzio e preghiera; sic transit gloria mundi.
RispondiEliminaGesù è lo stesso ieri oggi e sempre. Secondo me le riforme non servono e a dire il vero a furia di fare riforme si va in confusione e si perde la vera sostanza.
EliminaBergoglio due nomine ha fatto, e due ne ha sbagliate. Bel record.
RispondiEliminaottimo organizzatore di eventi , bravo amministratore : come in un qualsiasi villaggio turistico
EliminaEro e sono grande ammiratore di papa Benedetto,dei suoi discorsi, della sua liturgia etc-.Di papa Francesco ,gesuita...e chi come me ha studiato da loro e ne ha assorbito un certo modo di essere, sto aspettando un discorso che voli alto sui temi etici sui quali sembra fare una restrictio mentale, un dire e non dire....Ha disquisito sulla diversa interpretazione indissolubillita' matrimonio tra cattolici ed ortodossi,tacendo che i preti si possono sposare,ha elogiato la magnificenza delle liturgie orientali....e ...non si e' messo nei panni di mons.Marini, parla di san Francesco mandando all'aria quanto diceva su bei paramenti etc. Per non parlare di certe nomine...AMDG, alla moda dei gesuiti! Eugenio
EliminaCerto che se un Magister può sentenziare e insistere che il Papa si è messo in casa due nemici, non si capisce bene se all'insaputa o con cognizione di causa, cioè in altri termini che è un cretino, siamo messi bene... quanto a vaticanisti e loro padroni. Bisognerà pure trovare il modo di accontentare Magister.
RispondiEliminaBelle le fotografie della ragazza in stile provino pel Grande Fratello! Molto in linea con il neowoytilianesimo lanciato alla GMG brazileira. Tant'è: prima si tocca il fondo, prima sorge qualche speranza di risalire.
RispondiEliminaFinalmente è arrivato il momento di aprire le porte al sacerdozio femminile! Presto sarà promossa cardinale!
Eliminacardinala o cardinalessa?
Eliminapreta o pretessa?
vescova o vescovessa?
mah....quante incognite sul nostro futuro!
Andare
non è che le simpatie dei monsignori vaticani per la signora e la scelta di Bergoglio siano anche dovute anche alla sua avvenenza ?
RispondiEliminadalla foto sembra davvero una bella donna e neanche troppo vestita
Mizzèca...che occhio di lince che hai, Anonimo delle 14.23!!! Da quella ristretta foto riesci ad evincere che è poco vestita?
EliminaBe', ha le spalle ignude e tutto ciò che si vede nella foto non ha ombra d'abito. Non serve occhio di lince. Va detto però che è una foto di rappresentanza. In rete si trovano di lei anche immagini molto più sommesse.
EliminaSu un calendario di Max quella posa ammiccante starebbe bene, sul Who's Who della Santa Sede forse un po' meno.
EliminaVeramente una traccia d'abito mi pare che si veda, sotto la folta chioma, alla spalla destra. Abbigliamento sexy, posa ammiccante. A onor del vero va detto che quella foto (come altre ove posava ignuda integrale) sono state "rubate" in rete appena in tempo, e ovviamente non sono d'ordinanza dopo l'alto incarico.
EliminaChe ce volete fà, come per Ricca, appena papà li chiama si convertono. Questo è proselitismo.
Però i giornaloni non l'hanno preso a cannonate,come facevano col predecessore,qui i vaticanisti sono tutti affetti dalla sindrome di Stendahl,solo lodi,fiori primaverili,profumi e gioia.....non ci eravamo accorti che prima eravamo tutti compresi in una corte rinascimentale,viziosa,che sguazzava nel lusso,ermellini, pizzi ed ori vari,papi borgiani che facevano solo cose cattive,adesso regna pax mediatica,piazze piene di utili idioti che fanno casino,si gonfiano i numeri,si inventano notizie,adesso esce la fiction della vita del vescovo di roma(almeno prima avevano la decenza di farle dopo che erano morti)non siete contenti???Chi non lo è o protesta o ha strane nostalgie, specie per BXVI,si accomodi nelle catacombe e preghi,per tutti....povera chiesa....poveri noi....
RispondiEliminaNon credo che la nomina femminile sia stata dettata dall'avvenenza muliebre. Guardar le donne è peccato, volger lo sguardo altrove no evidentemente.
RispondiEliminaAll'anonimo che spera che il papa gesuita voli in alto, auguro che non abbia a veder una rovinosa caduta di stampo martiniano.
La Chaouqui è produzione genuina "Opus Dei". Palese ed evidente. Su Ricca, meglio tacere, e sì che e sue riprovevoli azioni non venivano commesse in chissà quale lontano paese, ma appena di là del Mar della Plata.
RispondiEliminaComunque tutti possono sbagliare... ma se a sbagliare fosse stato il povero Benedetto XVI, avremmo assistito alla pubblica lapidazione.
se sono davvero quelle sono le produzioni genuine dell'opus dei da domani aderisco pure io costi quel che costi
Eliminae se i prossimi preti donna saranno come lei divento immediatamente progressista, basta con la tradizione,
Ma non avete ancora capito che la nomina dell'avvenente Chaouqui è una mossa strategica per moralizzare la Curia? Di certo i membri della famigerata "lobby gay" non potranno coinvolgerla, non la guarderanno neppure, non saranno interessati...
EliminaTutti i commenti qui sopra sarebbero meritevoli di un ricovero psichiatrico a lungo termine... Le cose vanno viste con un poco di equilibrio.... Mi atupisce che pur di criticare il papà qui si prenda per oro colato un articolo dell'espresso--'
RispondiEliminapur di criticare il papà
RispondiElimina----------
Cuore di mammà.
Non è un articolo DELL'Espresso, bensì un articolo scritto PER l'Espresso da Sandro Magister, il quale avrà pur le sue idee, ma, contrariamente alla maggioranza dei gazzettieri italici, è un professionista che lavora in maniera professionale.
RispondiEliminaPer quanto riguarda la Franci, la foto dimostra che:
1) è una gnocca (almeno di viso ...);
2) sa di essere una gnocca;
3) si atteggia a gnocca.
La recente nomina dimostra che la cosa funziona ...
commento stupendo, anche i tradizionalisti in fondo sono uomini
EliminaNon si critica il papà,e non si prende per oro di coppella l'articolo di Magister,si constata che la 'latrìa francescana' ha ragguiunti limiti intollerabili,qualsiasi cosa faccia pare un miracolo,sono personalmente stufo dei salamelecchi di tutti quelli che vengono intervistati,vip e non,che sbrodolano,belen docet,francanente importa poco dell'effetto mediatico,vorremmo facesse il Papa,non il papà e che la piantassero certi "siti" di sputare addosso al predecessore che veniva trattato malissimo intra ed extra ecclesiam....non ho notato casi di particolare gravità nei commenti,tali da sollecitare un trattamento presso un centro di igiene mentale.....
RispondiEliminaIl papà, secondo alcuni, ha preso un'altra cantonata con l'ultima telefonta alla donna argentina. Il p.m. del caso la racconta diversa. Possibile che non ne azzecchi una? Vabbè che lui stesso parlò di questioni "psichiatriche", ma sia quel che sia, queste storielle del libro cuore si fanno stucchevoli diciamolo...
RispondiEliminaForse gli farebbe bene consultarsi un po' più spesso col nonno.
Aridatece er PAPA!!!
La nuova evangelizzazione, passa per il telefono!!
RispondiEliminaAbbiamo bisogno di un Papa, è grande la nostalgia per Papa Benedetto....
Il che conferma la tesi che la guerra contro Benedetto sia stata scatenata dall' Opus Dei, gli hanno fatto pagare il consiglio dato dal card Ratzinger a Giovanni P II di non riconoscere la prelatura autonoma dalle diocesi. La Chiesa romana è diventata ormai la cloaca dei sudamericani. I miei voti a Bergoglio? In teologia due, in amministrazione 1, in storia zero. Strana sorte quella dei gesuiti il più colto degli Ordini religiosi che si ritrovano eletto un loro membro di cui non menanoo vanto. Bergoglio fu sospeso dal Generale quando era Provinciale nella landa argentina!
RispondiEliminaPossibile che si affidi un incarico così impegnativo ad una trentenne quanto avvenente Francesca Immacolata ???
RispondiEliminaIn questi casi bisognerebbe aver maturato esperienza e quale esperienza può aver maturato una giovane e bella Francesca Immacolata ???