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domenica 20 gennaio 2013

F.S.S.P.X e Santa Sede: Di Noia (Ecclesia Dei) tende la mano ai sacerdoti lefebvriani e invia loro una lettera di 8pagine. "Continuiamo il dialogo e troviamo insieme la soluzione"

Una mano tesa per otto pagine
di Andrea Tornielli da Vatican Insider del 19.01.2013

L’arcivescovo Di Noia, vicepresidente di Ecclesia Dei, ha scritto a Fellay e ai preti della Fraternità San Pio X. Per riprendere il dialogo

Nuova mossa della Santa Sede verso la Fraternità San Pio X: il vicepresidente di Ecclesia Dei Augustin Di Noia, nelle cui mani da pochi mesi Benedetto XVI ha affidato lo scottante dossier lefebvriano, ha scritto al vescovo Bernard Fellay. E attraverso di lui si è rivolto a tutti i sacerdoti della Fraternità, indicando un percorso per riannodare i fili di un dialogo interrotto dallo scorso giugno.

Come si ricorderà, dopo anni di discussioni dottrinali, nel giugno 2012 la Congregazione per la dottrina della fede aveva consegnato al superiore lefebvriano un preambolo dottrinale approvato da Ratzinger la cui sottoscrizione era premessa per l’accordo e la sistemazione canonica che avrebbe riportato la Fraternità alla piena comunione con Roma. La Santa Sede attendeva una risposta nel giro di alcune settimane. Ma la risposta non è mai arrivata. I lefebvriani hanno studiato la proposta vaticana, ci sono state tensioni interne – per cause preesistenti – che hanno portato all’espulsione di Richard Williamson, uno dei quattro vescovi ordinati da monsignor Lefebvre nel 1988, tristemente famoso per le sue dichiarazioni negazioniste sulle camere a gas. Il cammino intrapreso è sembrato però interrotto, e le dichiarazioni dalle due parti non sono apparse concilianti: il nuovo Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede Gehrard Müller ha criticato in modo aspro le posizioni lefebvriane, mentre stanno facendo ancora discutere le controverse dichiarazioni di Fellay sui «nemici della Chiesa» che si sarebbero opposti all’accordo con Roma, tra i quali il vescovo lefebvriano ha inserito anche gli «ebrei».


La mossa di Di Noia rappresenta una novità. L’arcivescovo statunitense, domenicano, è un teologo preparato e realista. Nella lettera che ha inviato a Fellay prima di Natale, chiedendo al superiore della San Pio X di farla arrivare a tutti i preti della Fraternità, Di Noia propone un metodo per riprendere il dialogo, compiendo così un ultimo tentativo di fronte allo stallo e a difficoltà che sembrano oggettivamente difficili da superare. Secondo l’autorevole vaticanista francese Jean Marie Guenois, l’ispiratore della missiva sarebbe lo stesso Benedetto XVI, che l’avrebbe riletta e autorizzata. Nella missiva, informa Guenois, si parla del forte desiderio di «superare le tensioni» esistenti. Nel documento, di otto pagine, vengono toccati tre punti essenziali: lo stato attuale dei rapporti, lo spirito di questi rapporti e il metodo per riprendere il dialogo interrotto. A proposito dell’interpretazione del Concilio Ecumenico Vaticano II, uno dei punti più controversi del dialogo, Di Noia ritiene che le relazioni siano ancora «aperte» e «piene di speranza», nonostante certe recenti dichiarazioni di parte lefebvriana. Il vicepresidente di Ecclesia Dei sancisce forse per la prima volta così autorevolmente l’esistenza, nei rapporti con la San Pio X, di un «impasse» di fondo e l’assenza di passi in avanti sull’interpretazione del Concilio.

Nella seconda parte del documento si sottolinea l’importanza dell’unità della Chiesa e dunque la necessità di evitare «l’orgoglio, la collera, l’impazienza». Il «disaccordo su dei punti fondamentali» non deve escludere di dibattere delle questioni controverse con uno «spirito di apertura». Infine, la terza parte della lettera, propone due vie d’uscita per uscire dallo stallo attuale. La prima è il riconoscimento del carisma di monsignor Lefebvre, e dell’opera da lui fondata, che era quello della «formazione di preti» e non quello della «retorica controproducente», né quello di «giudicare e correggere la teologia» o ancora di «correggere pubblicamente gli altri nella Chiesa». La seconda – presente nel documento Donum Veritatis pubblicato nel 1990 a proposito della dissidenza dei teologi progressisti – consiste nel considerare legittime, nella Chiesa cattolica le «divergenze» teologiche, ricordando però che le obiezioni devono essere espresse internamente, non pubblicamente, per «stimolare il magistero» a formulare meglio i suoi insegnamenti. E non devono dunque mai prendere la forma di un «magistero parallelo».

A Roma ora di attende una risposta. Sperando che questa volta sia positiva.

33 commenti:

  1. La Fraternità avrebbe fatto bene ad accettare il preambolo dottrinale. Una volta ottenuta la Prelatura Personale con la garanzia di un Vescovo nulla avrebbero potuto fare i modernisti per impedire il ristabilrsi della mentalità errore-punizione che tanto manca alla Chiesa oggi.
    Ci sono, ad esempio, molti preti che vanno in giro in borghese. Violando essi il diritto canonico dovrebbero essere puniti. Con questo non voglio dire che la Fraternità non abbia commesso errori, soprattutto per quanto riguarda dichiarazioni pubbliche e il famoso atto scismatico delle quattro ordinazioni episcopali (a tal proposito ricordo che Giovanni Paolo II aveva anche accettato l'ordinazione di un solo Vescovo, quindi non è che Roma sia stata così categorica nel dire di no a una successione apostolica per la Fraternità, tutt'altro). Dico solo però che la loro impostazione prettamente aristotelica e indottrinata manca a Santa Madre Chiesa e ce ne sarebbe molto bisogno.

    Tomista_87

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  2. La soluzione di tutte le divergenze e' l'accantonamento o l'annullamento del CV2.

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  3. Onestamente non vedo grandi passi avanti nelle concessioni del Vaticano. Anzi, mi pare di non vedere proprio nulla. Cosa vuol dire che Lefebvre non dolesse giudicare la teologia pubblicamente? E cosa ci guadagna la Fraternità nel vedere riconosciuti dal Vaticano i meriti di Lefebvre?
    In sostanza, non c'è proprio nulla di nuovo. Non credo che la S. Pio X si accontenterà di così poco.

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  4. La Fraternità pone delle condizioni che il Papa non può accettare,anche se volesse. Come si fa a dire:" Torno da voi però senza accettare il concilio ecum. Vatic.II"? Che siano coerenti, che si dichiarino unici veri e vecchi cattolici e aprano uno scisma. Diventeranno come i "vecchi credenti" in Russia, come i samaritani, come i caraiti, minoranze o sette minoritarie che dureranno ma che non avranno significato e valore universale. Che si rassegnino gli uni e gli altri. Basta con questa commedia durata troppo a lungo

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  5. Una curiosità: come vive la Fratern Pio X? Chi paga? Come si mantengono? Non certo coi paternostri, e allora? Da chi sono aiutati?

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    1. Perchè non si chiede anche da chi è sostenuto il Cammino neocatecumenale e chi è che paga (la decima ma anche altro, molto altro).

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    2. Che sbadigli? Non hai niente di meglio da fare che scrivere inutilità arroganti?

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  6. Che domanda stupida.

    Come vive la Chiesa Cattolica? Chi paga? Come si mantengono? Non certo coi paternostri, e allora? Da chi sono aiutati?

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    1. Stupido sarai tu e pure ignorante. Le fonti economiche e le disponibilità patrimoniali della Chiesa si conoscono,per sommi capi,ma Lefebvre come ha acquistato immobili e possibilità di mantenere seminari,case editrici,palazzi ecc? Chi li finanzia? Questo è interesse storico.

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    2. Ignorante è lei, anonimo. Lefebvre è sostenuto da moltissimi tradizionalisti di alto livello appartenenti all'alta società internazionale. Persone molto facoltose che non hanno problemi a finanziare la Fraternità così come in molti non hanno problemi a finanziare anche la nuova attività di Monsignor Williamson.

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    3. La fraternitá S.Pio X é aiutata dalla Provvidenza.Non dalla Massoneria ispiratrice del golpe vatican secondista.

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  7. Antonio Peschechera da Barletta20 gennaio 2013 alle ore 16:36

    Cos'è, all'improvviso e proprio in questa settimana cosiddetta dell'unità dei cristiani, cioè di tutti gli eretici sparsi del mondo protestante e gli ortodossi che mai riconosceranno il primato di Pietro, si torna a parlare della FSSPX: un po di rispetto per cortesia. La FSSPX è composta di soli e veri sacerdoti e vescovi cattolici e quindi non è corretto parlarne proprio ora; e cosa gli si dice? di tornare al carisma del suo fondatore, come lo chiamò nel 2005 Benedetto XVI, il venerabile Mons. Lefebvre. Son d'accordo, si torni pure al carisma del suo fondatore che non è assolutamente solo quello di formare sacerdoti ma di gridare la Verità in toto orbe. Si cominci anche in Italia a far celebrare la Santa Messa nelle parrocchie ai preti FSSPX, e a fargli fare catechismo. La verità è che i vescovoni di quasi tutte le diocesi d'Italia hanno più rispetto di movimenti come quello neocatecomunale e di rinnovamento nello spirito che pagano profumatamente che di un prete della FSSPX che ti parla durante l'omelia del Cuore Sacratissimo di Gesù. Viva Cristo Re.

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  8. "Continuiamo il dialogo e troviamo insieme una soluzione".

    L'unica vera soluzione è accogliere la Fraternità San Pio X senza alcuna condizione perché chi ha la vera fede cattolica non ha da firmare alcunchè. Comunque ammesso e non concesso che in Vaticano continuino a far finta di niente ormai le idee (giuste e sacrosante) di Mons. Lefebvre non le hanno solo quelli della Fraternità, ma moltissimi sacerdoti e forse pure vescovi e qualche cardinale che dall'interno cercano di smontare pezzo per pezzo l'ideologia conciliare che ha svuotato i seminari, distrutto la cristianità in occidente e svuotato le chiese. In Vaticano dovranno prima o poi capire che la Chiesa Cattolica non è fatta di politichese e burocrazia, ma è fatta di martiri, confessori e sante vergini.

    don Bernardo

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    1. STANDING OVATION per il nostro don Bernardo!!!

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    2. Parole Sante...don Bernardo!

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    3. Parole santissime prontamente copiate e diffuse ! Grazie don Bernardo !

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    4. don Bernardo mi permetta una domanda: è la sola FSSPX ad avere la "vera fede"? Non le sembra una affermazione quantomeno presuntuosa?

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    5. purtroppo Don Bernardo questo non è possibile perchè c'è stato un atto di natura scismatico (sacro di vescovo contro la volontà esplicita del Sommo Pontefice),degli insulti pubblici verso la persona del Vicario di Cristo nell' esercizio del suo magistero ( "super modernsta", etc) e un discorso molto ambiguo sull'ultimo concilio (sembra che la Fraternità benché dica il contrario in tanti interventi dei suoi diversi superiori -penso soprattutto a quello del distretto francese- afferma che il suo insegnamento è eretico che "Roma ha oerso le fede" e che la Chiesa cattolica continui non sul fondamento di Pietro ma nella comunità lebfevriana) Lei capisce che con queste premesse il Vicario di Cristo debba chiedere un atto di fede espllcito nella Chiesa una , santa, cattolica e romana che ha celebrato 50 anni fa l'ultimo concilio ecumenico. Di tutto cuore spero il ritorno dei lefebvriani per il bene stesso della chiesa ( contrarre l'influsso deleterio dei modernisti che invade tutti i campi soprattutto quello dell'insegnamento teologico nei seminari) e per il bene stesso della Fraternità che rischia davvero lo scisma ossia la seperaziione del Corpo della Santa Chiesa come tante altre sette....ma la storia insegna e quando ha imboccato questa via il ritorno è quasi impossibile (anche a causa dell'ambiguità di Monsignore Lefebvre sull' argomento stesso). Ma chi sa? Nulla è impossiblile a Dio

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    6. Un Papa baciatore di Corani ebbe a cheder perdono a tutti i nemici di Essa. ora il Suo Successore invece di tentare sofistiche ermeneutiche chieda perdono per le persecuzioni verso i veri Cattolicie per le eresie del CV II.

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  9. Io sto con il Papa Benedetto XVI. Molti discorsi pretestuosi lasciano il tempo che trovano. Tutti pensano di possedere la Verita'. Tutti sono sicuri di fare e dire quello che piu' piace a Dio. E' una storia che si ripete nel tempo e racconti di questo tipo sono risaputi. L'episodio del publicano e del fariseo fa riflettere e insegna. Non so quale continuita' rappresenti Lefevbre come non so quella dei modernisti progressisti. So invece chiaramente chi rappresenta e qual'e'il mandato di questo Papa. Chi e cosa lui sta cercando di presentare al PadrEterno in questo momento. La sua preoccupazione e' di consegnarGli la Chiesa, Una, Santa, Cattolica e Apostolica. E non saranno i collerici giustizialisti accecati dall'orgoglio o i modernisti filo protestanti a distruggerla. Confido nelle parole della Madonna "IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA'. E se le chiavi di quel Trionfo sono state depositate nelle mani di "Pietro", un motivo ci sara'. San Paolo parlava di "Carita'" uno spirito carente di questi tempi, anche tra cosidetti cristiani.

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  10. Purtroppo il linguaggio dei blog non consente uno sviluppo delle argomentazioni.
    Chiedo venia se a volte il mio parlare può sembrare un poco acceso, ma questo mio spero santo zelo è motivato dallo stato pietoso della santa Chiesa.
    Certo amiamo il Papa, preghiamo per il Papa, soffriamo per il Papa e chiediamo per Lui tutti i doni necessari per compiere la Volontà di Dio e come Egli ha chiesto di tenere testa ai Lupi.
    La Madonna ci assiste Lei che è rimasta l'unica a mantenere la fede, quando durante la passione gli apostoli hanno fatto la figura che hanno fatto e anche la fede di Pietro per un momento ha vacillato.
    Io voglio bene ai modernisti, perché li vedo immersi nella nebbia più fitta e a nessuno può far piacere che delle anime create per la Verità siano nella confusione.
    Per fortuna la vera fede non la possiede solo la Fraternità san Pio X e a questo punto se anche disgraziatamente la Fraternità San Pio X perdesse la fede, la causa della Tradizione sarebbe continuata anche da tanti altri perchè Gesù ha detto: "Le porte degli inferi non prevarranno".
    Quanto a Mons. Lefebvre la vera fede l'ha sempre conservata e quando tornerà Gesù Cristo alla fine dei tempi, Monsignore sederà in trono con gli altri Apostoli a giudicare le 12 tribù di Israele.

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    1. Con tutto rispetto, don Bernardo. Io ho difficolta' ad assegnare troni e ad affiancare chichessia a personalita' imponenti come gli Apostoli. Anche perche' al tempo degli Apostoli quando questi erano e si sentivano unici custodi della fede e della Verita' , spunto' un tizio di nome Paolo (entrato da poco nella cerchia) che fece capire loro che erano integerrimi si, ma premeditati e con tante preclusioni nei confronti degli altri fratelli. Precludere la salvezza ai pagani solo perche' non erano circoncisi era sicuramente una decisione da riconsiderare. San Paolo non solo NON minaccio' di andarsene, ma si assoggetto al volere degli Apostoli pronto ad adeguarsi.
      E quando scrisse ai Galati volle riaffermare con vigore la necessita' di superare le osservanze giudaiche (circoncisione, calendario liturgico, digiuni e altre prescrizioni) Un Vigore tale da fargli dire "Che sia ANA'TEMA" un Vangelo diverso da quello ricevuto. Il Vangelo e' offerta di salvezza che Dio fa a tutti gli uomini in Cristo.
      Non mi fraintenda, don Bernardo, non mi ritengo un modernista, anzi sono attaccato alle tradizioni, ma mons. Levebre ha molti lati oscuri che non convincono del tutto. Non fosse altro per le parole del Concilio VATICANO I nel Capitolo II si legge" Se, quindi, qualcuno dira' che non e' per istituzione dello stesso Cristo Signore, cioe' per diritto divino, che il Beato Pietro ha sempre dei sucessori nel primato su tutta la chiesa; o che il Romano pontefice non e' successore di Pietro in questo primato: sia anatema.

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    2. P L A C E T, Areki!!!!

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  11. Per quanto riguarda don Clemente........

    Il punto è proprio questo il Vaticano II.....
    Ormai moltissimi lavori di vari insigni studiosi hanno dimostrato questo dato di fatto:
    NON è POSSIBILE DOGMATIZZARE IL VATICANO II né nel suo insieme, né in suoi singoli atti...... è solo possibile trascinare la Chiesa e le anime in questa estenuante e mefitica ambiguità......

    Il Signore tuttavia si sta incaricando di far capire anche ai più sordi che cosa è stato veramente il Concilio Vat. II.
    La laicizzazione galoppante,gli scandali nel clero, le persecuzioni che stanno venendo dai laicisti, dalle lobby omosessualiste, dalla massoneria e dai mussulmani, aiuteranno ancora di più chi di dovere a chiarirsi le idee....... su quella che è stata una bella messa in scena, senza nessun valore dogmatico......

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    1. Rev. Don Alessandre sono totalmente d' accordo con Lei che i testi dell'ultimo concilio non devono essere dogmatizzati ( a parte le espressioni che nei testi appartengono già al patrimonio della fede secolare della Chiesa)...ma non si puo ergere i testi al livello di un super dogma infallibile. D'altronde non è mai stato il pensiero dei padri conciliari-
      Tuttavia rimane il fatto che un concilio ecumenica convocato e approvato dall'autoritò leggittima nella Santa Chiesa ( il Romano Pontefice) appartiene al patrimonio del magistero della Chiesa...e i testi vanno intrepretati alla luce della Tradizione (mi sembra che questo principio è ovvio e secondo il grado di autorità che possiedono in sé o che l'autorità legittima definisce). Negare che l'ultimo concilio sia davvero un concilio leggittimo della chiesa cattolica ( malgrado tutte le ambiguità che può contenere)sarebbe negare l'autorità e il ruolo magisteriale del Romano Pontifice...mi sembra che questo sia la preoccupazione sostanziale della Santa Sede nella questione esaminata

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  12. In effetti, non vedo veri sviluppi da questo comunicato.
    Nutro molta più fiducia nel patto sinarchico che il vaticano ostenta, stretto con le logge massoniche e le mafie trans-nazionali ben rappresentate dal signor Monti (Rockefeller, goldman sachs, trilateral ecc).
    Quanto questo nuovo patto avrà dato i suoi frutti, così come li ha dati il precedente con il signor B. allora non sussisterà più alcuna contrapposizione. Alla fine tra i due contendenti ne resterà uno solo.

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  13. Ho letto la versione integrale della lettera di Mons. Di Noia e, francamente, non mi pare che vi siano particolari passaggi che modificano la situazione attuale, anzi.

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  14. Circa l'intervento del confratello don Clemente delle 15:10 ....

    Condivido sostanzialmente quanto viene detto. Certo il Concilio Vat. II fu legittimamente convocato (anche se nella sua convocazione non vi fu nessuna "collegialità", ma fu un atto di imperio di Giovanni XXIII che non avvisò preventivamente nessun cardinale)
    Certo che i documenti furono approvati e promulgati dal Papa, tuttavia se leggiamo i libri degli storici vediamo che tante cose non furono limpide, quasi ci si voleva allontanare dalla dimensione spirituale e prevalsero logiche troppo umane.....
    Daccordissimo quando lei don Clemente dice che il Vat. II è infallibile solo nei punti in cui riprende la dottrina tradizionale .....

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    1. Don Alessandre potrebbe spiegare meglio il perché del suo disaccordo sul grado d' autorità di alcuni punti di dottrina tradizionale.Non intendevo dire che ogni affermazione avesse il crisma dell'infallibilità.

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  15. Cioè..
    Unon che chiede i libri contabili a Fellay manco fosse la Finanza, un altro che, pur firmandosi "don" ulula extra frat nulla salus (spero sia di quella frat, e tra i duri e puri di stretta osservanza.. e che non dica mai la terribile messaccia del compromesso, altrimenti è TUTTO IL CONTRARIO del "suaviter in modo, fortiter in re"..è insopmma un osceno trombone)

    Belle le foto dell'Olanda, nell'altro post.
    Poi, fuori Messa, CoffeShop.. chissà che non si torni tutti più lucidi (eprchè c'è gente che fuma pesante e rimane più lucida di certe sbracate qua dentro..)

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