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lunedì 3 dicembre 2012

Vaticano : premiato Monsignor Georg Gänswein da parte dell’Associazione Cattolica Internazionale ‘Tu es Petrus’

COMUNICATO STAMPA 

Nella suggestiva cornice della ‘Sala dei Papi’, presso la seconda Loggia del Palazzo Apostolico Vaticano, il Segretario Particolare del Romano Pontefice Benedetto XVI, Monsignor Georg Gänswein, ha ricevuto, Venerdì 30 Novembre, l’Edizione Speciale 2012 del Premio Internazionale ‘Testimoni di Santità’, conferitogli dall’Associazione Cattolica Internazionale ‘Tu es Petrus’ di Battipaglia (Salerno), rappresentata dal Fondatore e Presidente esecutivo, Gianluca Barile, dal Presidente Onorario del Comitato Scientifico, Sua Eminenza Rev.ma il Cardinale Salvatore De Giorgi, e da una Delegazione composta da fedeli provenienti da ogni parte d’Italia. Monsignor Gänswein ha portato il “saluto affettuoso” e la “Benedizione Apostolica” del Santo Padre, “che è lieto della vostra presenza in questo luogo”. 
"Servendo con tanto amore Benedetto XVI, questo grande Papa che il Signore ci ha dato, Monsignor Georg Gänswein, attraverso lui, serve la Chiesa intera. Per questo l'atto di riconoscimento di questa sera non è solo legittimo, ma doveroso": il cardinale Salvatore De Giorgi ha aperto con queste significative parole la Cerimonia, in un clima di grande partecipazione emotiva e di riconoscenza al primo collaboratore del Papa per il suo esemplare agire. 
L’Associazione ‘Tu es Petrus’, che il Cardinale De Giorgi ha definito "un'iniziativa molto decisa nella difesa del Papa e della Santa Sede", ha inteso rendere onore al più stretto collaboratore di Benedetto XVI, quale "Testimone di Santità" perché, ha spiegato, Monsignor Gänswein è vicino non solo "al più grande teologo del nostro tempo", che è certamente il professor Joseph Ratzinger, ma anche ad una persona, Benedetto XVI, che "è espressione di santità di nome, lo chiamiamo infatti 'Sua Santità', ma soprattutto di fatto
E tutti ce ne rendiamo conto, le persone comuni vanno sempre più amando il Papa". 
Nella motivazione ufficiale, letta dal presidente-fondatore Gianluca Barile, Monsignor Georg, è descritto come "il Cireneo del Santo Padre", e si da' atto al Segretario del Pontefice di non aver esitato a condividere i dispiaceri e le preoccupazioni di Benedetto XVI, ricordando che "chi serve il Papa, serve Cristo stesso". 
Il Cardinale De Giorgi, dal canto suo, ha portato i saluti degli altri due Presidenti Onorari di ‘Tu es Petrus’, il Cardinale José Saraiva Martins, in Puglia per impegni pastorali, e il Cardinale Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani, a Costantinopoli per rappresentare il Papa in occasione della festa di Sant'Andrea, patrono del Patriarcato Ecumenico. 
"Personalmente ho visto il mio ruolo o servizio al Papa come quello di un vetro. Un vetro è un vetro quando è pulito. Più pulito è il vetro e più raggiunge il suo scopo. Se si sporca o si rompe, rimane un vetro, ma non funziona come dovrebbe": così Monsignor Gänswein, ha descritto, durante il suo intervento, quella che ha definito "la dietrologia sulla mia comprensione del ruolo che svolgo". 
Ed ha aggiunto: "Debbo lasciare entrare il sole, e il vetro meno appare, meglio è; se non si vede proprio, allora vuol dire che svolge bene il suo lavoro". "Meno vengo messo volutamente in mostra, meglio è", ha quindi riassunto il Segretario del Papa, assicurando di offrire ogni giorno il suo aiuto al Pontefice "col cuore, con il cervello, con l'anima, con tutte le forze che ho". 
E, ha confidato, se "venti ostili ci sono e se toccano il Santo Padre, talvolta toccano anche il suo segretario; la sofferenza fa parte della via Crucis". 
Monsignor Gänswein ringraziato il Presidente Barile e il Cardinale De Giorgi per il riconoscimento ricevuto da ‘Tu es Petrus’, ed ha raccontato un simpatico episodio della sera del 19 aprile 2005, ovvero qualcosa che accadde subito dopo l'elezione di Benedetto XVI. 
"I Cardinali - ha rivelato il prelato - erano nella Sala da pranzo della casa Santa Marta, con il Papa eletto, e io ero presente in un angolo. 
A un certo punto hanno intonato l'Oremus pro Pontefice nostro', ma il coro non era un granché. 
Solo una voce era sicura, quella di De Giorgi. Lui sapeva il testo e ha concesso di portare a termine il canto". 
Molto commovente il discorso pronunciato dal Presidente Barile: “Monsignor Gänswein, siamo qui per ringraziarLa di non aver fatto, con il Papa, come quegli Apostoli che prima dormirono e poi scapparono per evitare la stessa sorte del Maestro. No, Ella ha vigilato con il Santo Padre nel suo Getsemani, gli è rimasto fedelmente accanto, non lo ha lasciato solo lungo la dolorosa e, al tempo stesso, trionfante Via Crucis di un Pontificato tanto osteggiato, dentro e fuori la Chiesa, quanto luminoso per tutti gli uomini di buona volontà. Nella motivazione ufficiale dell’Edizione Speciale 2012 del Premio Internazionale ‘Testimoni di Santità’, Le riconosciamo il ruolo di ‘Cireneo’ di questo Papato; ma forse tale aggettivo non riesce a far comprendere bene come e quanto Ella si sia spesa per difendere e proteggere il nostro amato Papa, il Papa della nostra vita, Benedetto XVI. Sappiamo bene, infatti, che il Cireneo fu costretto, contro la sua volontà, ad aiutare Cristo a portare il peso della Croce, mentre in Lei, nei confronti del Santo Padre, abbiamo visto amore puro e lealtà onesta, una condivisione delle amarezze, prima ancora che delle gioie, che può scaturire solo dal cuore di un figlio devoto e affettuoso, e non semplicemente di un collaboratore ligio al dovere. Se proprio un paragone deve essere fatto, quindi - ha continuato Barile -, mi consenta, ora, in questa nobile Sede, di dire che Ella è stata ed è per il Santo Padre ciò che fu il discepolo prediletto per Gesù: l’Apostolo che lo seguì sin sotto la Croce, il primo che arrivò al sepolcro vuoto, il solo – tra gli Undici rimasti dopo il tradimento di Giuda – a non essere scappato per paura della persecuzione. Il Vangelo non chiarisce precisamente chi fosse il discepolo che Egli, il Signore, amava; ciò malgrado, una convinzione popolare lo identifica in Giovanni. Nella mia miseria intellettuale, penso che oggi, quel discepolo, quell’Apostolo, avrebbe il nome di Giorgio, il nome di Georg, il suo nome, perché chi serve Pietro, serve Cristo stesso. Mi creda, non sono parole di circostanza, ma espressioni autentiche di un collegiale sentire tra noi di ‘Tu es Petrus’ e tra tutti coloro che sono obbedientemente sottomessi al Successore di Pietro. Sono le parole di chi ha patito con Lei e con il Papa, quando hanno tentato di colpire Lei per colpire il Papa e quando hanno tentato di colpire il Papa per colpire Lei; sono le parole di chi si inchina davanti al Suo esempio di eroico testimone della santità di questo Pontefice e di una virtù sempre più dimenticata, purtroppo, anche nella Chiesa: la fedeltà. Dopo aver ricordato la visione di Giacinta di Fatima: "Ho visto il Santo Padre in una casa molto grande, in ginocchio davanti a un tavolo, piangente con le mani sul viso; fuori dalla casa vi era molta gente, e alcuni gli tiravano pietre, altri gli lanciavano imprecazioni e gli dicevano molte brutte parole. Povero Santo Padre, dobbiamo pregare molto per lui!", Barile ha terminato con un pensiero di San Giuseppe Moscati: “Ama la verità; mostrati qual sei; e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio”. Questa la motivazione ufficiale del Premio: “Fulgido esempio di elevate virtù umane e spirituali, Monsignor Gänswein ha interpretato e vissuto il proprio ruolo di prezioso e insostituibile primo collaboratore del Romano Pontefice Benedetto XVI, facendosi da subito ‘Cireneo’ del Vicario di Cristo, lungo la ‘Via Crucis’ di un Papato tanto vilipeso e incompreso da un mondo sempre più relativista e secolarizzato, quanto luminoso ed eroico nella proclamazione del Vangelo del Signore Risorto, nella tutela e salvaguardia dei valori non negoziabili e nell’opera di purificazione interna della Chiesa, abbinando a tali non comuni doti, un’assoluta fedeltà al Sacerdozio e al Successore dell’Apostolo Pietro”.