Post in evidenza

AGGIORNAMENTO del programma del 13º Pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum #sumpont2024

Cari amici, a pochi giorni dall ’inizio de l  13º Pellegrinaggio  Populus Summorum Pontificum   a Roma da venerdì 25 a domenica 27 ottobre  ...

mercoledì 21 novembre 2012

Il Vescovo di Orvieto va incontro ai giovani. Eccellenza non si faccia sfuggire l'occasione: i giovani vogliono serietà e coerenza. Non li deluda

Secondo noi per arrivare a toccare il cuore dei giovani ci vogliono serietà e autostima (dei preti). In questo gli istituti religiosi tradizionali, severi, ci insegnano! Essi ifnatti hanno moltissima sequela tra i giovani, e altresì suscitano tra questi molte vocazioni religiose e sacerdotali -di stampo tradizionale-).
Vediamo quindi, per esperienze dirette, che per "convertire" ed evangelizzare dei giovani bisogna raggiungerli con canali seri, e soprattutto bisogna trasmettere loro messaggi veri e coerenti (se pur difficili).
E' vero che si pensa che essere accattivanti e usare il linguaggio giovanile e moderno possa facilitare l'incontro per poi trasmettere messaggi e contenuti seri. Ma non sempre funziona. O meglio, non sempre è sufficiente. "Ingiovanirsi" per raggiungere i giovani, può essere rischioso, banale, ridicolo e a volte pericoloso, perchè si ottiene l'effetto opposto. I giovani infatti, sono giovani, ma non scemi. Si accorgono se uno li prende in giro, e soprattutto se uno non è sicuro di sè. E spesso i preti che si "relativizzano" per piacere ai giovani, sono poco sicuri di sè e perciò stesso non sono credibili.
Per questo se non si sta attenti a posare lo slang o assecondare le polemiche dei giovani (che le fanno spesso inconsciamente per sentirsi rispondere risposte scomode ma salde e granitiche, a cui potersi aggrappare un giorno quando ne avranno bisogno) si rischia che i pur messaggi buoni ma lanciati timidamente restino soffocati dalle battute ridicole fatte da preti in maglietta e bermuda. 
Don Bosco pregava e giocava a palla con i suoi ragazzi con la talare.

Queste riflessioni, (facili a farsi stando dietro una scrivania madifficili da realizzare "sul campo", e chi scrive lo sa bene) sono nate leggendo sul web una notizia.  
Apprendiamo infatti da Facebook un'iniziativa della pastorale giovanile: Mons. Tuzia andrà ad un "appiauar" coi giovani di Fabro fissato per il 21 dicembre.
Non possiamo certo criticare a priori, non conoscendone l'organizzazione, le modalità dell'incontro e soprattutto i risultato. Comunque un Vescovo che desidera incontrare i suoi ragazzi non può che essere lodato.  
Ma un po' timorosi sì, quello possiamo esserlo, perchè non vorremmo che quello a fabro finisse per essere il solito e vacuo incontro "gggiovane" per i "gggiovani", durante il quale, temiamo, il Vescovo di Orvieto-Todi, non ricaverà nulla di più di una serata in allegria... (nel migliore dei casi).
Certo, lo sappiamo bene: per la maggior parte dei giovani una veglia di preghiera in chiesa non ha lo stesso appeal di un happy hour. Non siamo così fuordi dal mondo.
Per quello che speriamo che l'happy hour riscontri discreto successo tra molti giovani che vi andranno se non altro per curiosità per vedere questo vescovo "figo", che esce dalla Curia impolverita per andare loro incontro e si siede con loro a discorrere.
Sì forse la cosa può funzionare per una certa fascia di giovani.
Ecco che però poi il bravo pastore deve saper cogliere l'occasione del momento informale, e trarre il  massimo! Terminate le frasi di rito, con qualche battuta (che ci sta pure, ovvio) per rompere il ghiaccio, dovrà fare la vera pastorale giovanile! Deve rimanere quello che è: un araldo del Vangelo e testimone di Cristo. 
Secondo noi, dovrà dare risposte vere, giuste ma difficili -perchè coerenti con il Magistero-, dovrà evangelizzare, non dovrà indulgere in facili battute, né fare l'occhilino ai disagi (pur comprendendoli) e ai "relativismi" -propri dell'età difficile ma stupenda dei giovani- e men che meno dovrà blandire la dottrina cattolica, pur di riscuotere un -solo momentaneo- consenso.
Solo se darà l'impressione di essere un vero sacerdote, un vero pastore, sicuro di sè, orgoglioso del proprio essere vescovo cattolico, senza vergogna di difendere la Chiesa, il Papa e la dottrina cattolica, sono in questo modo farà senza dubbio colpo sui ragazzi, che, magari non subito e senza ammetterlo (nemmeno a sè stessi), rifletteranno sulle cose che avranno sentito dal proprio vescovo ma soprattutto sul suo esempio coerente e autorevole. E magari una domenica delle prossime, decideranno di tornare a incontrare il loro vescovo, ma quella volta in cattedrale. Chissa?...
Eccellenza, non perda l'occasione. Non deluda i giovani: nei preti cercano delle guide, dei punti di riferimento, dei veri ministri di Dio che indichino loro la via per il Cielo (come diceva il Santo Curato d'Ars). Gli amici se li cercano in discoteca e a scuola/università/palestra ecc.
Sia prete. Sia Vescovo.
Roberto

La foto è presa dalla pagina Facebook delle Parrocchie di Fabro
pagina ufficiale delle Parrocchie di Fabro