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mercoledì 18 luglio 2012

Mons. Machado: un Vescovo brasiliano e il Carnevale dei pregiudizi contro la Messa antica.

Era da tanto che non aggiornavamo la nostra lista "La trahison des clers". Ma rimediamo subito su suggerimento di un nostro lettore che ha portato alla nostra attenzione le parole di Mons. Machado (nella foto, inviataci da Francesco Colafemmina), Vescovo di São Carlos in Brasile. La lettera è stata pubblicata come editoriale sul bolletino "Nosso Boletin", n. 940 del 31.03.2012 nella rubrica "Palavra do Bispo" (Parola del Vescovo ...).
Il linguaggio di Mons. Machado è tanto intriso di livore quanto sconvolgente: gli aggettivi e le parole usati, intrecciati ai soliti luoghi comun, e a superati pregiudizi, traducono tutto il disprezzo e l'ostilità non solo verso la S. Messa tradizionale, ma anche verso quei "
poveretti" che hanno un "desiderio morboso" per "certe stranezze" (parole del Vescovo). Per non parlare degli errori dottinali (come la Salvezza di tutti e l'inferno vuoto), le provocazioni (le velette anche per gli uomini) e le citazioni dei soli profeti (senza ricordare le citazioni di Gesù che compi e integrò la Scrittura) e di socialisti francesi.
Quanta cattiveria verso il venerabile rito antico!che edificò milioni di fedeli e suscitò vocazioni e sanitificazioni. Che dileggio verso una decisione del Papa (e si sa quanto gli stia a cuore!).
E
pensare che sulla prima pagina c'è pure l'immagine del Santo Padre e un richiamo alla "Fondacão Bento XVI" (Fondazione Benedetto XVI). Quanta ipocrisia.
L'occasione è - tanto per cambiare - il L anniversario dell'apertura del Concilio Vaticano II. Pure il prelato brasileiro condensa in poche righe le più sciatte e insulse banalità sulla S. Messa tridentina e ne aggiunge di sue.

Il bolelttino si può leggere
qui al sito servosdocristoredentor. La traduzione in italiano è presa da CattoliciRomani.

Ritorno al Medioevo – 31 Marzo 2012
di S. Ecc. Mons. Paulo Sérgio Machado, Vescovo di São Carlos in Brasile

Non riesco a capire come, nel XXI secolo, ci siano persone che vogliono il ritorno della Messa in latino con il sacerdote celebrante "con le spalle al popolo", utilizzando i pesanti paramenti "romani". Celebriamo quest'anno il cinquantesimo anniversario dell'apertura del Concilio Vaticano II, e mentre sentiamo il bisogno di tenere un Concilio Vaticano III, troviamo persone che vogliono tornare al passato. E a preoccupare di più sono le persone che hanno frequentato l'università, che sono entrate nell'università, ma l'università non è entrata in loro. Penso che sia arrivato il tempo per i nostri scienziati inventare un dispositivo per "aprire menti". Lo "sfiduciomentro" è superato, perché queste persone non hanno nemmeno il sospetto di essere "offline", "fuori stagione". Vogliono a tutti i costi tornare al passato. Vivono miracoli e apparizioni, devozioni e "stranezze" già felicemente superati.

Immaginate un prete celebrando in latino in una cappella rurale. "Dominus vobiscum". "Et cum spiritu Tuo". Il nostro popolo penserà semplicemente che il prete è pazzo o almeno che sta maledicendo. Mi ricordo quando ero bambino, quando la messa era in latino. Le pie donne non comprendendo nulla, pregavano il rosario. Non ho nulla contro il rosraio, inoltre lo recito ogni giorno, ma il Rosario è preghiera, non celebrazione.

Resta soltanto difendere il ritorno dei famosi "veli" che coprivano le teste delle donne. E mi chiedo: perché non la testa degli uomini? Sarebbe bello vedere gli uomini con "velo di pizzo". Sarebbe difficile trovare chi vorrebbe usarlo. Salvo qualche "sbadato" che voglia insegnare il Padre Nostro al vicario.

Ma la domanda rimane, cosa c'è dietro? Una nostalgia? Io credo di no. E 'di più: si tratta di un desiderio morboso, una paura del nuovo. L'avversione al cambiamento. Questo è ciò che potremmo chiamare - per usare un espressione francese - un "laissez faire, laissez passer", un "lascia essere per vedere se funziona". Si tratta di un tentativo di mantenere lo "status quo", anche se questo "status quo" vantaggi soltanto una mezza dozzina. E gli altri "che vadano al diavolo".

Secondo questi puritani l'inferno è pieno, quando in realtà, il cielo è riempito perché Dio vuole la salvezza di tutti. E non solo di una minoranza moralista che vede il peccato in tutto e per cui il diavolo è più potente di Dio.. "Aprite il cuore e non le vesti", dice il profeta. Le persone si preoccupano di lavare bicchieri, ciotole, e non le menti e i cuori. È la vecchia posizione dei farisei - che ancora sono molti - che hanno criticato Gesù per le guarigioni nel sabato. Mi ricordo la storia di una persona che, alla notizia che Giovanni aveva ucciso Pietro, il Venerdì Santo, disse: "perché non ha aspettato il Sabato per uccidere?" Per questa persona il giorno era il più importante.

Concludo citando due pensieri che fanno pensare: "Il passato è una lezione da meditare, a non riprodurre" (Mário de Andrade - autore di Macunaíma), "Prendete all'altare del passato, il fuoco, non le ceneri" (Jean Jures - capo socialista francese).

+ Dom Paulo Sérgio Machado
Vescovo di São Carlos

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