Il Papa nomina un Arcivescovo degli Stati Uniti ad un nuovo incarico
per aiutare il dialogo con la F.S.S.P.X.
Prime dichiarazioni di Mons. Di Noia. Mons. Guido Pozzo continuerà essere Segretario dell'Ecclesia Dei.
(tratto da Catholic News Service del 26.06.2012, di Carol Glatz)
si ringrazia Thomas Marshall per la traduzione per Nuovo Movimento Liturgico.
per aiutare il dialogo con la F.S.S.P.X.
Prime dichiarazioni di Mons. Di Noia. Mons. Guido Pozzo continuerà essere Segretario dell'Ecclesia Dei.
(tratto da Catholic News Service del 26.06.2012, di Carol Glatz)
si ringrazia Thomas Marshall per la traduzione per Nuovo Movimento Liturgico.
Secondo Mons. Di Noia "È possibile avere dissensi ed essere comunque in comunione col Papa" perché "non si devono leggere i testi conciliari secondo il punto di vista dei liberali presenti al Concilio".
Vaticano II: I Padri e i Periti nell'aula
Monsignor Di Noia, nuovo Vice-Presidente della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, ha detto il 26 giugno 2012 che il Vaticano doveva aiutare chi aveva dei problemi col Vaticano II a capire che "tali dissensi non ci debbono tenere separati al Banchetto Eucaristico". Ha aggiunto il Presule che i problemi della lettura dei documenti conciliari è che non bisogna tener conto dei punti di vista dei liberali partecipanti al Concilio. Bisognerebbe, secondo lui, leggerli alla luce della Tradizione, perché "se è lo Spirito Santo che guida la Chiesai documenti non possono leggersi in disaccordo con quello che si è detto prima".
La Commissione Ecclesia Dei dal suo canto ha detto che l'esperienza di Monsignore come Segretario alla Congregazione per il Culto Divino dal 2009 "faciliterà lo sviluppo di certi provvedimenti liturgici" nella Celebrazione della S. Messa secondo il messale del 1962, cosiddetta "Messa tridentina".
Mons. Di Noia ha confidato che il suo trasferimento dopo appena tre anni l'ha lasciato "sbigottito" e verrà a sostituirlo Mons. Arthur Roche di Leeds in Inghilterra [qui la notizia della nomina nel 2009 alla CCD, n.d.r.]
La Congregazione ha pure sottolineato che Monsignore gode di "larga stima" da parte di molti Ebrei, il che porrà fine a certi dissidi nati con i tentativi di conciliazione nei confronti di certe comunità tradizionaliste. Oltre alla presa di posizione di Mons. Williamson, il Vescovo lefebvriano che mette in discussione l'Olocausto, certe dichiarazioni pubbliche fatte da Mons. Fellah, Superiore della Fraternità San Pio X sembrano mettere in discussione l'accettazione da parte della Fraternità della "Nostra Aetate" con cui Paolo VI diceva che la colpa della morte del Signore non si doveva attribuire al popolo ebraico.
La Commissione Ecclesia Dei si cura della pastorale nei confronti di quei Cattolici che preferiscono la Liturgia tradizionale. Sua Santità Benedetto XVI aveva posto la Commissionesotto la guida della Congregazione per la Dottrinadella Fede nel 2009 affinché si trattassero meglio le questioni dottrinali che riguardavano le discussioni tra la Santa Sedee la Fraternità.
Il Cardinal Levada rimane Presidente della Commissione e Mons Guido Pozzo continuerà a fare da Segretario.
È importante quest'incarico nuovo dato a Mons. Di Noia, poiché così parla un esperto sulle questioni ancora in discussione presso la Fraternità SanPio X.
Padre Lombardi, portavoce del Vaticano, ha detto ai giornalisti che queste novità sono un'indicazione dell'importanza e della delicatezza della questione trattata dalla Commissione e non devono essere interpretate come segno di una qualche difficoltà tra Santa Sede e Fraternità.
Tra le questioni in discussione nel 2009 all'avvio delle trattative c'era anche il concetto stesso di Tradizione, il Messale Romano dopo il Concilio, l'interpretazione del Concilio secondo l'ermeneutica della continuità dottrinale, l'unità della Chiesa e l'ecumenismo cattolico, i rapporti tra Cattolicesimo e le religioni acattoliche, nonché la libertà religiosa.
Durante un incontro il 13 giugno scorso, si è portato per Mons. Fellay una proposta di documento dove si ventilava l'ipotesi di una Prelatura Personale come strumento adattissimo per l'eventuale riconoscimento canonico dato ai lefebvriani, una volta risolte le difficoltà dottrinali. Si è poi dato a Mons. Fellay una considerazione relativa a come la Fraternitàaveva valutato le stesse difficoltà.
Dopo l'incontro, la Fraternità aveva detto che certe "difficoltà dottrinali" in merito all'ultimo Concilio e la successiva riforma liturgica potrebbero portare a "nuove trattative" per una conciliazione con Roma. I colloqui si erano incentrati su "i criteri per interpretare la Dottrina secondo la fedeltà al Magistero della Chiesa".
In una lettera datata 25 giugno, Don Christiano Thouvenot (Segretario Generale della Fraternità) avrebbe scritto ai sacerdoti lefebvriani per dire che Mons. Fellay riterrebbe "inaccettabile" l'ultima versione vaticana del preambolo.
Al riguardo Mons. Di Noia ha detto che sarà suo compito far uscire tutti dal vicolo cieco. "I dialoghi vanno avanti da tre anni oramai, ma il Santo Padre vuole trovare il linguaggio o la maniera per conciliare tutti," ha detto a noi del Catholic News Service. "Dobbiamo mettere tutti i puntini sulle i e aiutare quelli della Fraternità a trovare una formula per rispettare la loro integrità teologica. È vicina l'intesa finale, ma bisogna dare solo una piccola spinta".
Da Sottosegretario della CDF, Mons. Di Noia aveva aiutato di persona con i nuovi ordinariati, strutture speciali per i protestanti convertitisi al Cattolicesimo perché fossero in piena comunione col papa, pur mantenendo certi aspetti della loro tradizione liturgica e spirituale. "È possibile che Sua Santità avesse in mente quella soluzione quando mi ha dato questo incarico", ha detto ieri.
Il Beato Giovanni Paolo II aveva mandato Don Di Noia a lavorare alla Congregazione per la Dottrinadella Fede nel 2002, il cui Prefetto all'epoca era il Cardinale Ratzinger. Mons. Di Noia ha lavorato tantissimo con Benedetto XVI, soprattutto quando l'attuale Pontefice era Presidente della Commissione Teologica Internazionale.
Vaticano II: I Padri e i Periti nell'aula
Monsignor Di Noia, nuovo Vice-Presidente della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, ha detto il 26 giugno 2012 che il Vaticano doveva aiutare chi aveva dei problemi col Vaticano II a capire che "tali dissensi non ci debbono tenere separati al Banchetto Eucaristico". Ha aggiunto il Presule che i problemi della lettura dei documenti conciliari è che non bisogna tener conto dei punti di vista dei liberali partecipanti al Concilio. Bisognerebbe, secondo lui, leggerli alla luce della Tradizione, perché "se è lo Spirito Santo che guida la Chiesai documenti non possono leggersi in disaccordo con quello che si è detto prima".
La Commissione Ecclesia Dei dal suo canto ha detto che l'esperienza di Monsignore come Segretario alla Congregazione per il Culto Divino dal 2009 "faciliterà lo sviluppo di certi provvedimenti liturgici" nella Celebrazione della S. Messa secondo il messale del 1962, cosiddetta "Messa tridentina".
Mons. Di Noia ha confidato che il suo trasferimento dopo appena tre anni l'ha lasciato "sbigottito" e verrà a sostituirlo Mons. Arthur Roche di Leeds in Inghilterra [qui la notizia della nomina nel 2009 alla CCD, n.d.r.]
La Congregazione ha pure sottolineato che Monsignore gode di "larga stima" da parte di molti Ebrei, il che porrà fine a certi dissidi nati con i tentativi di conciliazione nei confronti di certe comunità tradizionaliste. Oltre alla presa di posizione di Mons. Williamson, il Vescovo lefebvriano che mette in discussione l'Olocausto, certe dichiarazioni pubbliche fatte da Mons. Fellah, Superiore della Fraternità San Pio X sembrano mettere in discussione l'accettazione da parte della Fraternità della "Nostra Aetate" con cui Paolo VI diceva che la colpa della morte del Signore non si doveva attribuire al popolo ebraico.
La Commissione Ecclesia Dei si cura della pastorale nei confronti di quei Cattolici che preferiscono la Liturgia tradizionale. Sua Santità Benedetto XVI aveva posto la Commissionesotto la guida della Congregazione per la Dottrinadella Fede nel 2009 affinché si trattassero meglio le questioni dottrinali che riguardavano le discussioni tra la Santa Sedee la Fraternità.
Il Cardinal Levada rimane Presidente della Commissione e Mons Guido Pozzo continuerà a fare da Segretario.
È importante quest'incarico nuovo dato a Mons. Di Noia, poiché così parla un esperto sulle questioni ancora in discussione presso la Fraternità SanPio X.
Padre Lombardi, portavoce del Vaticano, ha detto ai giornalisti che queste novità sono un'indicazione dell'importanza e della delicatezza della questione trattata dalla Commissione e non devono essere interpretate come segno di una qualche difficoltà tra Santa Sede e Fraternità.
Tra le questioni in discussione nel 2009 all'avvio delle trattative c'era anche il concetto stesso di Tradizione, il Messale Romano dopo il Concilio, l'interpretazione del Concilio secondo l'ermeneutica della continuità dottrinale, l'unità della Chiesa e l'ecumenismo cattolico, i rapporti tra Cattolicesimo e le religioni acattoliche, nonché la libertà religiosa.
Durante un incontro il 13 giugno scorso, si è portato per Mons. Fellay una proposta di documento dove si ventilava l'ipotesi di una Prelatura Personale come strumento adattissimo per l'eventuale riconoscimento canonico dato ai lefebvriani, una volta risolte le difficoltà dottrinali. Si è poi dato a Mons. Fellay una considerazione relativa a come la Fraternitàaveva valutato le stesse difficoltà.
Dopo l'incontro, la Fraternità aveva detto che certe "difficoltà dottrinali" in merito all'ultimo Concilio e la successiva riforma liturgica potrebbero portare a "nuove trattative" per una conciliazione con Roma. I colloqui si erano incentrati su "i criteri per interpretare la Dottrina secondo la fedeltà al Magistero della Chiesa".
In una lettera datata 25 giugno, Don Christiano Thouvenot (Segretario Generale della Fraternità) avrebbe scritto ai sacerdoti lefebvriani per dire che Mons. Fellay riterrebbe "inaccettabile" l'ultima versione vaticana del preambolo.
Al riguardo Mons. Di Noia ha detto che sarà suo compito far uscire tutti dal vicolo cieco. "I dialoghi vanno avanti da tre anni oramai, ma il Santo Padre vuole trovare il linguaggio o la maniera per conciliare tutti," ha detto a noi del Catholic News Service. "Dobbiamo mettere tutti i puntini sulle i e aiutare quelli della Fraternità a trovare una formula per rispettare la loro integrità teologica. È vicina l'intesa finale, ma bisogna dare solo una piccola spinta".
Da Sottosegretario della CDF, Mons. Di Noia aveva aiutato di persona con i nuovi ordinariati, strutture speciali per i protestanti convertitisi al Cattolicesimo perché fossero in piena comunione col papa, pur mantenendo certi aspetti della loro tradizione liturgica e spirituale. "È possibile che Sua Santità avesse in mente quella soluzione quando mi ha dato questo incarico", ha detto ieri.
Il Beato Giovanni Paolo II aveva mandato Don Di Noia a lavorare alla Congregazione per la Dottrinadella Fede nel 2002, il cui Prefetto all'epoca era il Cardinale Ratzinger. Mons. Di Noia ha lavorato tantissimo con Benedetto XVI, soprattutto quando l'attuale Pontefice era Presidente della Commissione Teologica Internazionale.
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