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lunedì 7 maggio 2012

Famiglia Cristiana e l'orticaria di don Sirboni quando sente la parola 'latino'

Grazie ad un lettore per la segnalazione.
Inutile, è più forte di lui. Silvano Sirboni, ops, pardon, don Silvano Sirboni, proprio non ce la fa. Non riesce a mandare giù la Messa in Latino (forma extraordinaria). E' più forte di lui. (qui un'altra delle sue - molte- perle di saggezza)


Questo compare su "Famiglia Cristiana" del 29/04/2012

Chiedi al teologo - La Messa in latino?

Domanda
E' possibile che ogni anno il giorno dell'Immacolata, nell'orario in cui ogni domenica si celebra la Messa, un sacerdote lo voglia fare in latino
?

Risposta
Quando si parla della "Messa in latino" si deve distinguere
a) la Messa in latino secondo il messale riformato del 1970;
b) la Messa in Latino secondo il rito uscito del concilio di Trento (1570).
La prima (forma ordinaria) è sempre possibile; la seconda (forma straordinaria) è concessa a precise condizioni per soddisfare il desiderio di alcune frange della chiesa che hanno difficoltà ad accettare la riforma liturgica conciliare.
[???? ANCORA??? pensavamo che la data indicata fosse sbagliata e che la risposta fosse stata data anni fa... ma si tratta proprio del 2012; n.d.r.]
I vescovi italiani in piena coerenza con le finalità per le quali è stata ripristinata la lingua parlata del popolo scrivono che "nelle Messe celebrate con il popolo si usa la lingua italiana" (Messale romano, precisazioni, 12).
Il che non inpedisce che vi sia qualche testo in lingua latina.
Per una corretta visione della tematica non bbisogna scordare che nella storia della salvezza "Dio ha parlato per mezzo di uomini alla maniera umana" e ha adottato il suo parlare al nostro perchè lo potessimo comprendere. (cfr Costituzione dogmatica sulla Rivelazione, 12 e 13).
Che senso ha, se non in casi straordinari, pregare n una lingua che nessuno o pochi conoscono?

A firma di Silvano Sirboni


La cosa più bella è che a segnalarci questa risposta (ma è stata una risposta? o la solita nenia preconfezionata che il buon Sirboni tira fuori non appena sente la parola "latino"?) non è stato un anziano tradizionale nostalgico, amante della "teatralità" nè la pia donna attenta ai merletti.
No no. Leggete qui di seguito la mail di accompagnamento alla segnalazione:

Io sono ateo ed anticlericale, ed un difetto degli atei (ahimè) è quello di parlare troppo di Dio e della Chiesa.
Io di liturgia cattolica ne mastico un po' e questa risposta, che tra l'altro non cita mai la Summorum Pontificum, mi ha fatto mettere le mani nei capelli.
Firmato "un amico ateo e anticlericale appassionato di liturgia"

Caro don Sirboni, cari preti e vescovi conciliaristi (acuiinizialorticariasoloasentireparlaredilatinoedicroceinmezzoallaltareedisacerdoterivoltoadDeum): pure una persona che si dichiara atea ed anticlericale conosce il Summorum Pontificum! Com'è possibile che Voi invece no, e/o che lo ignoriate?
Pure un ateo anticlericale si irrita per le citate parole di don Sirboni.
Possibile che questi preti non capiscano che rischiano di essere ridicoli? Che pure chi sta dall'altra parte li contesta e li dileggia?
Possibile che non si interroghino un pochino sui propri convincimenti, se addirittura un ateo anticlericale si indigna per una risposta così fumosa, fuorviante, errante, vacua, incompleta ed assurda?

Roberto

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