Lettera di Mons. Sanna, Vescovo di Oristano, (che avevamo detto -riferendo- aver "citato", lodandolo, lo spettacolo blasfemo di Milano, si veda qui) in risposta ad una lettera inviatagli da p. Cavalcoli (qui, sul sito di Riscossa Cristiana, il testo della lettera del teologo domenicano).
Oristano, 12 gennaio 2012
Carissimo Padre Giovanni Cavalcoli,
1.La ringrazio, anzitutto, per il dialogo intelligente e rispettoso con il quale si rivolge a me.
2.Preciso subito che non ho visto l’opera di Castellucci, non la voglio vedere mai e condanno senza se e senza ma qualsiasi opera teatrale che oltraggi la figura di Gesù e offenda la sensibilità dei fedeli.
3.Condivido la reazione sdegnata di quanti protestano per una sua futura rappresentazione in Italia.
4.Detto questo, ribadisco ancora una volta il senso inequivocabile della mia omelia, secondo la dichiarazione che è apparsa sul sito della Diocesi.
5.Aggiungo che, per la mia omelia, ho utilizzato due espressioni, prese da un’intervista, che ho interpretato a modo mio, nel senso di un’ammissione (sincera o non sincera, non lo so, ma, comunque, fondata sulla nostra visione cristiana della vita) che non si può fare a meno della ricerca di Dio e di Gesù , e di un lamento di sentirsi abbandonati da Gesù, che sento spesso nelle mie visite ai malati negli ospedali o nelle conversazioni con persone disperate in cerca di conforto spirituale. Non mi interessa il contesto dello spettacolo di Castellucci, che non conosco, e, quindi, non potevo assolutamente approvare.
6.Sono d’accordo con la sua critica allo spettacolo di Castellucci, che lei ovviamente conosce ed io non conosco e non voglio conoscere. Ma essa non riguarda il senso della mia omelia, che, pertanto, rimane valido come annuncio della fede nella vita eterna e desiderio della contemplazione del volto di Cristo.
7.In comunione di ideali e con sensi di rispettoso ossequio
+Ignazio Sanna
Carissimo Padre Giovanni Cavalcoli,
1.La ringrazio, anzitutto, per il dialogo intelligente e rispettoso con il quale si rivolge a me.
2.Preciso subito che non ho visto l’opera di Castellucci, non la voglio vedere mai e condanno senza se e senza ma qualsiasi opera teatrale che oltraggi la figura di Gesù e offenda la sensibilità dei fedeli.
3.Condivido la reazione sdegnata di quanti protestano per una sua futura rappresentazione in Italia.
4.Detto questo, ribadisco ancora una volta il senso inequivocabile della mia omelia, secondo la dichiarazione che è apparsa sul sito della Diocesi.
5.Aggiungo che, per la mia omelia, ho utilizzato due espressioni, prese da un’intervista, che ho interpretato a modo mio, nel senso di un’ammissione (sincera o non sincera, non lo so, ma, comunque, fondata sulla nostra visione cristiana della vita) che non si può fare a meno della ricerca di Dio e di Gesù , e di un lamento di sentirsi abbandonati da Gesù, che sento spesso nelle mie visite ai malati negli ospedali o nelle conversazioni con persone disperate in cerca di conforto spirituale. Non mi interessa il contesto dello spettacolo di Castellucci, che non conosco, e, quindi, non potevo assolutamente approvare.
6.Sono d’accordo con la sua critica allo spettacolo di Castellucci, che lei ovviamente conosce ed io non conosco e non voglio conoscere. Ma essa non riguarda il senso della mia omelia, che, pertanto, rimane valido come annuncio della fede nella vita eterna e desiderio della contemplazione del volto di Cristo.
7.In comunione di ideali e con sensi di rispettoso ossequio
+Ignazio Sanna
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