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sabato 31 dicembre 2011

Mons. Lucarelli, Vescovo di Rieti, abolisce il presepe storico in cattedrale. VERGOGNA!

Di seguito le vibranti parole di Andra Tornielli e la sua pacata ma ferma invettiva contro il Vescovo di Rieti, Mons. Lucarelli, contro l'arciprete e il clero della cattedrale per la scandalosa e vergognosa (queste sono parole nostre) decisione di non preparare lo storico presepe nella cattedrale e per le assurde e ridicole pseudo motivazioni.
Riportiamo alcuni brani dell'articolo del Vaticanista de LaStampa, che potrete leggere nella versione integrale nel suo blog
"Sacri Palazzi" a questo link.

AGGIORNAMENTO
Sembrerebbe che ad essere stato "eliminato" è lo storico presepe monumentale. La "rettifica" proviene dal sito
Cantuale Antonianum "
Niente presepio a Rieti? Ma è proprio così...?"

Sembra che un presepe sia stato preparato (SOLTANTO) il 23 dicembre sui gradini del presbiterio in fretta e furia dopo -parrebbe- le proteste dei fedeli.


A conferma alleghiamo una mail che il segretario del Vescovo ha inviato ad un sacerdote, nostro lettore, in risposta alla sua nella quale manifestava il proprio disappunto e la sua indignazione per la notizia della mancanza del presepe storico in Cattedrale:


Rev.do don B.A.,

Le scrivo in ordine alla e-mail ricevuta questa mattina, con la quale manifestava il suo disappunto per il mancato allestimento del Presepe in Cattedrale.
Tempestivamente Le rispondo che Le è giunta una notizia errata in quanto il Presepe che presenta la scena della Natività del Signore Gesù con Sua Madre Maria e Giuseppe contornata da pastori e altri personaggi (secondo tradizione) è stato realizzato nel Duomo dal 23 dicembre.
La "polemica", amplificata dai media, di cui presumibilmente è venuto a conoscenza, è nata dal fatto che il Presepe differentemente dagli anni passati non è stato realizzato in una cappella laterale della Basilica dove venivano utilizzati "effetti" di luci, ruscelli e suoni.
Il richiamo all'essenziale non è riferito al mistero dell'Incarnazione, ma all'apparato che lo ricorda.
La saluto con cordialità augurandole ogni bene dal Signore Gesù.
Don Emmanuele
Segretario del Vescovo

Roberto

A Rieti hanno abolito il presepe
di A. Tornielli


Ci sono notizie che feriscono, altre che lasciano scioccati, altre che fanno arrabbiare. Altre ancora che rappresentano un tristissimo segno dei tempi e testimoniano purtroppo fin dove si possa arrivare in nome del «politicamente corretto» e della banalità… Beh, cari amici, c’è una notizia, appresa stamani leggendo la Bussola quotidiana, che mi ha profondamente colpito e che riunisce purtroppo tutte le categorie sopra esposte. Una notizia che merita un commento.

A Rieti, hanno deciso di non fare il presepe nella cattedrale a motivo della sobrietà. «La decisione di rinunciare allo storico presepe della Cattedrale (…) è anche un invito a rinnovare lo sguardo anche sulle tradizioni più ovvie, a superare ciò che l’uso ci ha indotto a dare per scontato, a rinunciare a quello che ci sembra necessario per concentrarci su quello che è davvero essenziale». Questo si legge sul settimanale diocesano di Rieti, nell’articolo che «spiega» ai fedeli perché quest’anno non hanno trovato lo storico presepe nella cattedrale. E pensare che proprio nella diocesi di Rieti si trova Greccio, cioè il luogo dove San Francesco ha voluto creare il primo presepe.
Via il presepe, perché tradizione troppo scontata, rinunciamo a ciò che ci sembra necessario, concentriamoci sull’essenziale… «Una scelta di sobrietà». Ma che bell’esempio! [...]

«L’assenza, in questo caso, vale più della presenza», è il sublime commento della curia di Rieti per giustificare l’abolizione del presepe. Certo, seguendo questo profetico esempio, si potrebbe continuare. Perché fermarsi? Si potrebbero togliere le statue e i quadri dalla cattedrale, ad esempio. Anche in questo caso l’assenza vale più della presenza. E perché non abolire quelle trite e ritrite funzioni – peraltro quasi sempre uguali e ripetitive – che vanno sotto il nome di «messa domenicale». Tutti sarebbero richiamati all’essenziale, se il vescovo, l’arciprete, il parroco e il cappellano non celebrassero più. Tutti s’interrogherebbero, tutti riscoprirebbero il senso del Natale, tutti si riavvicinerebbero alla fede.

Certamente, oltre al presepe e alla messa, è da abolire anche la confessione, l’adorazione eucaristica, quei sacramenti così di routine: se ne riscoprirebbe molto di più il senso se non ci fossero. Un’ultima annotazione: c’è da augurarsi che nella diocesi che ha abolito il presepe in nome della sobrietà, nessuno del clero – a partire dal suo illuminato pastore – abbia mangiato il panettone il giorno di Natale, o i tortellini in brodo, o il cotechino…
Per favore, diteci che in nome di quella sobrietà che vi ha fatto rinunciare a una delle tradizioni cristiane più belle e commoventi, davanti alla quale torniamo tutti bambini, avete almeno digiunato il 25 dicembre. Diteci almeno che il vescovo ha deciso di muoversi in bicicletta per non usare la macchina, diteci che avete donato in beneficenza tutti i vostri telefonini e i computer, diteci che non avete abolito solo il presepe…

Ad esempio, speriamo vivamente che monsignor vescovo abbia almeno abolito la mitra episcopale (quell’inutile sfarzo di un copricapo orientaleggiante e oggettivamente un po’ ridicolo, per la gente una testimonianza certamente meno necessaria del Bambinello nella capanna), speriamo si sia disfato di tutte le mitre che aveva, per celebrare a capo scoperto in nome della sobrietà! Siamo certi che avrà dimesso l’anello (solitamente d’oro), per assomigliare più a un semplice pastore che a uno dei re magi.

Secondo il settimanale diocesano, «chi varcherà la soglia della cattedrale, lo farà davvero per ascoltare la proclamazione della Parola» [ah, e non per entrare nella Casa di Dio e Porta del Cielo? Non per incontrare Gesù Realmente presente nel Ss.mo Sacremento? ah no, ormai anche queste dottrine troppo "tradizionali" sono state rinunciate già da tampo, n.d.r.]. E non per vedere il presepe. Che disprezzo per la nostra povera umanità, per noi poveri uomini e donne che in questo inizio di terzo millennio ancora ci stupiamo davanti alla rappresentazione della natività, davanti a quel Bambino avvolto in fasce. Invece di essere grati per il fatto che a Natale, magari per caso, ci sia gente che entra nella cattedrale, sosta davanti al presepe e… chissà, magari balbetta anche una preghiera, questi seriosi paladini della sobrietà preferiscono far entrare solo i «buoni», i «motivati», quelli che vanno ad ascoltare le omelie (che speriamo quest’anno siano state sobrie, e non abbiano superato i cinque minuti).

«Il messaggio che si tenta di dare – scrive l’illuminata curia reatina – è quello di rivolgersi all’essenziale, tralasciando ogni altra cosa possa avere il sapore dello sfarzo, del superfluo, dell’inutile». Dunque la sacra famiglia, i pastori, i re magi sarebbero sfarzo, superfluo, inutile. Non posso più continuare, sto davvero male leggendo simili argomentazioni… Siamo di fronte a uno degli esempi più lampanti di come si possa demolire anche ciò che di più bello abbiamo. Concludo con le magistrali parole di commento di Riccardo Cascioli, direttore della Bussola: «San Francesco, ci dice il biografo Tommaso da Celano, con quel presepe fece rinascere Gesù nel cuore di tante persone che erano accorse a Greccio. Oggi a Rieti si è deciso di farlo morire».
[...]

di Andrea Tornielli.

Qui trovate i recapiti di alcuni membri della Curia di Rieti
Di seguito la mail curia@rieti.chiesacattolica.it
l'indirizzo: Via Cintia 83 - Rieti, 02100 Rieti (RI) e il telefono: 0746253620

***

Qui le parole di Antonio Socci sul suo blog LoStraniero del 30.12.2011
Gesù, Maria, Giuseppe "Non c'era posto per loro"... nella cattedrale
di A. Socci

Benedetto XVI, nella messa di mezzanotte di Natale, quest’anno, ha pronunciato un’omelia tutta incentrata su san Francesco per la sua meravigliosa “invenzione” del presepio, a Greccio, nell’anno 1223. Spiegando che quell’umile rappresentazione coglie il cuore del cristianesimo.
Incredibilmente, proprio quest’anno, il vescovo di Rieti, che è il vescovo di Greccio – cioè del luogo dove Francesco inventò il presepio – ha deciso: niente più storico presepio nella cattedrale.
Gesù bambino, la Madonna, san Giuseppe, con i pastori e i magi… Come a Betlemme duemila anni fa, “non c’era posto per loro” nella cattedrale di Rieti... [...] (continua qui)

[l'autore tra l'altro riporta alcuni commenti dei fedeli, scritti sul cartello appeso in cattedrale con la "spiegazione" dell'assenza del presepe, n.d.r.:] Un fedele ha scritto: “La Cattedrale senza presepe non è per nulla più sobria, è solo più brutta, e la bruttezza non salverà certo il mondo… se si deve rinunciare ad usare la bellezza per parlare al mondo di Dio, cosa che costituisce l’unica ragione di essere di una cattedrale, allora è la cattedrale ad essere superflua”. [...]

Notevole è un altro sofisma della Curia reatina, secondo cui “l’assenza in questo caso vale più della presenza”.
Un lettore ha ribattuto: “Non ho parole… nemmeno il governo Monti nella manovra pensioni ha avuto il coraggio di usare boutade di questo genere…”. [...]
Dei lettori di Rieti ci scrivono mail indignate: “il vescovo vuole che teniamo solo l’essenziale e cancelliamo via, per ‘sobrietà’ e ‘solidarietà’, tutto ciò che non è essenziale. Sarà per questo che quest’anno è andato al Rotary Club di Rieti a ricevere il Premio ‘Sabino d’oro’ consistente in una placca d’argento dorato su cui è incisa l’immagine di un Guerriero Sabino stilizzato? Era proprio essenziale per la fede?”.

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