La collaborazione c’è stata, probabilmente limitatamente ad un sostegno di natura economica. Ma c’è stata. Ed un istituto di credito, che si dice cattolico, non può permettersi di dar soldi ad iniziative incompatibili con Santa Romana Chiesa e col suo Magistero.Figura anche “Cassa Padana”, infatti, assieme al Comitato di Studi “Mara Soldi Maretti”, tra i sostenitori della conferenza del professor Vito Mancuso, svoltasi lo scorso 23 novembre presso palazzo Cittanova, a Cremona. Il relatore, definito in un comunicato della stessa banca ricco “di dottrina e di passione per la verità”, nelle sue opere –come riportato esplicitamente da “L’Osservatore Romano” e da “Civilità Cattolica”- ha negato o svuotato di contenuti circa una dozzina di dogmi, dal peccato originale alla resurrezione di Cristo, dall’eternità dell’inferno alla salvezza che viene da Dio. In un articolo ha respinto anche il dogma della Creazione e la dottrina proposta dall’”Humanae Vitae” sulla contraccezione.
Ed a Cremona non si è smentito, schivando il dato dell’Incarnazione per proporre la ben più ambigua immagine di un Dio ridotto a pura relazione, ad “armonia del cosmo”, chiamato Cristo dai cattolici, ma così, incidentalmente, visto che non v’è, a suo giudizio, differenza tra chi abbia e chi non abbia la grazia. Propinata l’immagine di religione come “pericolo” e potenziale fonte di “grandi fanatismi”, ha contrapposto l’individualità all’”indottrinamento ed alle verità cadute dall’alto” –leggi dogmi e Magistero, quindi i fondamenti della Chiesa Cattolica-, come non ha mancato di cogliere Barbara Ponzoni sul sito “Popolis”, gestito da “Cassa Padana”. Quanto al peccato originale, ebbene, questo non marchierebbe l’umanità ferita, secondo Mancuso, nella sua personalissima elaborazione si partirebbe anzi dal concetto di bene. Ponendosi lontano anni luce dal Catechismo della Chiesa Cattolica.Se ad altri è legittimamente consentito infischiarsi di tutto questo e comunque decidere di promuovere il citato incontro, ciò non è altrettanto automatico per “Cassa Padana”, almeno sinché l’art. 2 del suo Statuto, di cui va piuttosto fiera, affermi d’ispirarsi “ai principi dell’insegnamento sociale cristiano”. Il che viene definito in un’apposita pagina del suo sito come un assunto “impegnativo”, come un esplicito riferimento “ai principi della Dottrina Sociale della Chiesa”, di cui peraltro cita i testi fondamentali, che forse dovrebbe rileggersi, così da verificare tutta la contraddizione in termini tra i proclami a parole ed i fatti, nei quali evidentemente rientra anche questo incontro con Mancuso. Davvero un brutto inciampo, un pessimo servizio reso non solo ai correntisti, molti dei quali ignari di un utilizzo tanto disinvolto dei propri soldi a sostegno di iniziative di questo tipo, ma all’intero mondo culturale ed ecclesiale, un’iniziativa assolutamente non in linea con le ragioni di una presenza sul territorio, decantate purtroppo solo a parole.
M.F.
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