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martedì 22 novembre 2011

Applicazione della Quaerit Semper. Commissione della Congregazione per il Culto Civino: basta a chiese-garage, a canti pop, e a liturgie fantasiose.

Il sottolineato è nostro.

Roberto

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Vaticano, ecco la commissione anti "chiese-garage"
Sarà istituita tra breve all’interno della Congregazione per il culto. Si occuperà anche della musica e del canto per la liturgia
di ANDREA TORNIELLI. da Vatican Insider del 21.11.11 (link)


Città del Vaticano - Un’equipe per dire basta alle chiese-garage, a quelle ardite architetture che rischiano di snaturare tanti moderni luoghi di culto cattolici. E per promuovere un canto che aiuti davvero la celebrazione della messa. Nelle prossime settimane sarà istituita presso la Congregazione del culto divino la «Commissione per l’arte e la musica sacra per la liturgia». Non un semplice ufficio, ma una vera e propria squadra che avrà il compito di collaborare con le commissioni incaricate di valutare i progetti delle nuove chiese nelle diocesi, come pure di approfondire il tema della musica e del canto che accompagnano la celebrazione.

Il cardinale Antonio Cañizares Llovera, Prefetto del culto Divino, in accordo con Benedetto XVI, considera questo lavoro come «molto urgente». La realtà è sotto gli occhi di tutti: negli ultimi decenni, la chiese sono state sostituite da costruzioni che assomigliano più a saloni multiuso. E troppo spesso gli architetti, anche quelli di grido, nelle loro realizzazioni non sono partiti da ciò che è la liturgia cattolica, finendo per realizzare costruzioni d’avanguardia, che assomigliano a tutto, tranne che a una chiesa. Cubi di cemento, scatole di vetro, forme azzardate, spazi confusi, entrando nei quali si è richiamati a tutto tranne che al senso del sacro e del mistero, dove il tabernacolo risulta seminascosto e talora richiede una vera e propria caccia al tesoro, o dove le immagini sacre sono praticamente bandite. La nuova commissione, il cui regolamento viene redatto in questi giorni, darà indicazioni precise alle diocesi, occupandosi soltanto dell’arte per la liturgia, non dell’arte sacra in generale; come pure della musica e del canto per la liturgia. E agirà i poteri giuridici della Congregazione del culto.

Com’è noto, lo scorso 27 settembre, Benedetto XVI, con il motu proprio Quaerit semper [si veda qui, n.d.r.], aveva trasferito alla Rota Romana, che è il tribunale d’appello della Santa Sede, la competenza su due materie fino a questo momento trattate dalla Congregazione per il culto. La prima di queste riguarda la nullità dell’ordinazione sacerdotale che, come accade per il matrimonio, può essere nulla a causa di vizi di materia e di forma, di consenso e di intenzione, sia da parte del vescovo ordinante sia del chierico che viene ordinato prete. La seconda materia è la dispensa nei casi di matrimoni contratti ma non consumati. Pratiche che impegnavano non poco il dicastero guidato da Cañizares.
Nel motu proprio il Papa spiegava: «Nelle presenti circostanze è parso conveniente che la Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti si dedichi principalmente a dare nuovo impulso alla promozione della sacra liturgia nella Chiesa, secondo il rinnovamento voluto dal Concilio Vaticano II a partire dalla costituzione Sacrosanctum Concilium». Il dicastero deve dunque dedicarsi «a dare nuovo impulso» alla promozione della liturgia, secondo quella centralità sulla quale Papa Ratzinger insiste, anche e soprattutto con l’esempio. Da questo punto di vista, rispetto ai progetti iniziali, sembra tramontare l’idea di una «riforma della riforma» liturgica (espressione usata dallo stesso Ratzinger quando era cardinale), e prevale invece un progetto di ampio respiro che senza proporsi di introdurre modifiche nella messa, si occupi di favorire l’ars celebrandi, e la fedeltà ai dettami e alle istruzioni del nuovo messale. [ma se, abbandonate le stravaganze della riforma inventate -e derivate- da Bugnini e dalla "sua" Commissione, si rispettassero davvero i dettami del documento conciliare sulla liturgia -uso del latino e del canto gregoriano, celebrazione ad orientem e dignità ieratica dei riti- sarebbe già ottima cosa, e la "Riforma della Riforma" avrebbe inizio! Come dice bene anche Tornielli di seguito; n.d.r.]

Vale la pena infatti di ricordare che gli abusi liturgici, verificatisi negli ultimi decenni e in qualche caso divenuti prassi comune, vengono compiuti non in accordo, ma in contrasto con le norme stabilite dalla riforma liturgica di Paolo VI. [forse sarebbe stato più corretto dire "in constrasto con la Sacrosanctum Concilium", o "in contrasto con il vero intento di Paolo VI" n.d.r. ]. Non è quindi la riforma da ritoccare, ma è il senso della liturgia bene celebrata da approfondire e in qualche caso da recuperare. Per questo, la Congregazione del culto intende promuovere un lavoro di formazione dal basso, che coinvolga sacerdoti, religiosi e catechisti. Seguendo l’esempio e il magistero di Benedetto XVI favorisca il recupero del senso del sacro e del mistero nella liturgia.

Alcuni testi liturgici sono da rivedere, perché datati, come nel caso del rituale della penitenza, pubblicato nel 1974: negli anni successivi sono seguite infatti un’istruzione apostolica, un motu proprio, il nuovo Codice di diritto canonico e il nuovo Catechismo. Un aggiornamento e un’attualizzazione, in questo come in qualche altro caso, sarà necessario. L’idea alla quale lavora il cardinale Cañizare è quella di riaffermare il primato della grazia sull’azione umana, della necessità di dare spazio all’azione di Dio nella liturgia rispetto a quello lasciato alla creatività dell’uomo. Le occasioni per riflettere su questi temi saranno molteplici. L’anno prossimo, 2012, ricorrono i cinquant’anni dall’inizio del Concilio Vaticano II e l’anno successivo si celebreranno i cinquant’anni del primo testo conciliare approvato, la costituzione sulla liturgia Sacrosanctum Concilium.


di Andrea Tornielli - La Stampa


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Ben detto! Differentemente, però, da quanto ritenuto da Tornielli, come diciamo da tempo, è proprio la Riforma che deve essere rivista e corretta! E noi siamo convinti che finalmente la grande macchina della c.d. "Riforma della riforma" si sia messa in moto. Ed è partita dall'unico punto da cui poteva partire: la Sacrosanctum Concilium. Non sarebbe potuto essere diversamente! Rinnegarla o disconoscerla nella sua attuale versione (non -ancora- corretta o rivista) avrebbe costituto un serio e insommortabile ostacolo.
Allo stato dei fatti, il Papa ha fatto bene a indicare l'unica via percorribile: dare genuina interpretazione al documento conciliare, scrostarlo dalla diabolica riforma bugniniana e dare attuazione all'originario spirito del testo secondo le intenzioni dei padri conciliari. Proprio da qui parte la "Riforma Benedettiana", che prosegue con l'esempio "liturgico" del Papa, e passa attraverso le sue indicazioni documentali (ufficiali e non).
Molto probabilmente ci vorrà del tempo perchè si vedano risultati di ampio respiro in tutto l'Orbis Catholicus (anche se già molti sacerdoti sensisibili ai desiderata del Papa hanno già mostrato ottimi ed "esemplari" risultati), ma l'importante era far brillare la scintilla di accensione e far partire l'ingranaggio.
Ormai la pesante "cappa" della Riforma di Bugnini che ha oppresso la Sacra Liturgia non è più un mito intoccabile ed infallibile. Le crepe son tante, e prima o poi si sgretolerà del tutto, con l'aiuto di Dio e se ciò sarà utile per il bene della Sua Santa Chiesa.
I primi passi son stati fatti. Chissà se porteranno alle mete da noi tanto auspicate e amate (il ritorno "in grande" alla Sacra Liturgia Tradizionale, a Dio piacendo)?
Per ora compiamo un passo alla volta.
Una sola raccomandazione e incoraggiamento a quanti faranno parte della Commissione: dopo questi ottimi propositi, seguano competenti indicazioni, seri controlli e coraggiose bocciature di progetti osceni (si veda da ultimo quello che ha sfregiato il Duomo di Reggio E.) e soprattutto... seguano le tirate d'orecchie a chi non si adegua, non si corregge e non obbedisce!

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