L’ultima fatica del professor Francesco Agnoli è un agile ma densissimo saggio intitolato “Novecento. Il secolo senza croce” (Sugarco Edizioni, Milano 2011, pp. 158). Come precisa lo stesso Autore fin dall’introduzione, la prospettiva con cui il libro guarda al secolo da poco concluso appare decisamente inedita e controcorrente. Scrive infatti Agnoli: “Qualcuno ha definito il Novecento il «secolo breve», forse con la speranza segreta di archiviarne al più presto il doloroso ricordo. Ma c’è una definizione più appropriata per comprendere a fondo cosa è accaduto, da dove provenga davvero una esplosione di male che non ha precedenti, che ha annichilito interi popoli. Potremmo dire allora che il Novecento è stato il «secolo senza croce»: l’epoca in cui si è deciso di creare il «regno dell’uomo», di eliminare definitivamente Dio dalla storia del mondo, dai governi dei potenti, dalla vita degli individui” (ibidem, pp. 7-8).
Ma l’uomo non è in grado di vivere senza un perché: ogni essere umano ha insito in sé un anelito verso l’infinito, l’oltre. E se questo “oltre” non viene riconosciuto nella figura di Dio assumerà altre forme, più o meno ragionevoli o dannose. Proprio a questo proposito, già all’inizio del 1918, Vasilij Rozanov affermava: “Senza dubbio la ragione profonda di quanto sta accadendo risiede nel fatto che nell’umanità europea (tutta intera, quindi anche russa) si sono aperti dei vuoti abissali lasciati dal cristianesimo del tempo passato; in questo vuoto tutto sprofonda: troni, classi, ceti, lavoro, ricchezza. Tutti sono travolti. Tutto e tutti periranno. Ma tutto questo sprofonda nel vuoto di un’anima che è stata privata del contenuto antico”.
Agnoli, nel suo saggio, esemplifica chiaramente come il vuoto lasciato dalla perdita della religione abbia, all’inizio del Novecento, aperto le porte al secolo più violento e sanguinario della storia dell’umanità, caratterizzato dall’affermazione di diverse forme di totalitarismi: quello fascista, quello comunista e quello nazional-socialista.
Cercare di porre queste derive assolutiste secondo una scala di danno è impossibile, visti i tanti fattori che sarebbe doveroso tenere in debita considerazione. Quel che è certo e insindacabile, comunque, sono i dieci milioni di morti della Grande Guerra, i milioni di cristiani, ebrei, slavi ecc. uccisi nei Lager nazisti, i cento milioni di morti del comunismo – questo secondo le stime più prudenti, anche se a leggere un qualsiasi manuale di storia in uso nelle scuole italiane questa cifra viene costantemente censurata –, i milioni di feriti, vedove, orfani provocati dalle due guerre mondiali, l’altissimo tasso di suicidi ancora oggi presente negli ex paesi dell’ateismo comunista… Per non dimenticare, evidenzia con particolare lucidità il professor Agnoli, il costante attacco mosso dalle ideologie atee novecentesche alla religione, alla famiglia, alla vita (aborto, eutanasia, controllo programmatico delle nascite etc.), alla dignità umana, alla morale, alla libertà di pensare in modo diverso dal regime...
“Le moderne idolatrie, scriveva all’inizio del Novecento don Luigi Sturzo, si chiamano Stato, Nazione, Razza, Partito, e chiedono molte più vittime delle idolatrie del passato” (ibidem, p. 89). E Mussolini, Stalin, Hitler, Mao, Castro, Saddam, etc. sono solo alcuni dei Cesari degli ultimi cent’anni che hanno innalzato la propria figura fino a divinizzarla, persuasi dall’idea che all’uomo nulla sia proibito.
“Principio della superbia umana è allontanarsi dal Signore, tenere il proprio cuore lontano da chi l’ha creato. Principio della superbia è infatti il peccato; chi vi si abbandona diffonde attorno a sé l’abominio. Per questo il Signore rende incredibili i suoi castighi e lo flagella sino a finirlo” (Siracide 10, 12-13). Tutto era già scritto, verrebbe quasi da dire.
E non si pensi che le nefandezze novecentesche siano eventi oramai superati, afferma Agnoli; in molte realtà tutt’oggi comuniste (Cina, Cuba…) la libertà di praticare la fede, di creare una famiglia, di scegliere un lavoro sono ancora lontanissime utopie.
Quando l’uomo è arbitro sull’uomo, a vincere è sempre il più forte, non c’è scampo. E qui, ancora una volta, non possono non venire in mente i due ben noti precetti evangelici “Ogni autorità viene da Dio” e “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”, che concorrono a costituire – sostiene l’Autore – il fondamento della dottrina politica cattolica.
In conclusione, l’impressione che si ha una volta terminato il lavoro di Agnoli, è che si tratti di un libro molto coraggioso, che svela senza censure di sorta – come fanno purtroppo pochi altri testi sul tema, nonostante l’innumerevole inchiostro che si è sprecato per descrivere il Novecento – la realtà dei fatti: un susseguirsi di eventi drammatici, crudi, terribili, di cui però si è spesso voluta ignorare l’origine più profonda: la pretesa ateistica ed anticristica.
Non mancano però nel libro, le pagine intrise di speranza, di coraggio, di eroismo, valori incarnati dalle figure di uomini grandi, di eroi, di santi (da Solgenitsyn ad Armando Valladares, da Fritz Gerlich ad Oscar Elias Biscet ecc.), che, in mezzo alla disumanità dei loro tempi ,hanno saputo reagire con vigore, dedizione e carità, dimostrando che è sempre possibile, in ogni epoca e sotto ogni mostruosa dittatura, vivere una vita grande e pienamente umana.
di Giulia Tanel
Ma l’uomo non è in grado di vivere senza un perché: ogni essere umano ha insito in sé un anelito verso l’infinito, l’oltre. E se questo “oltre” non viene riconosciuto nella figura di Dio assumerà altre forme, più o meno ragionevoli o dannose. Proprio a questo proposito, già all’inizio del 1918, Vasilij Rozanov affermava: “Senza dubbio la ragione profonda di quanto sta accadendo risiede nel fatto che nell’umanità europea (tutta intera, quindi anche russa) si sono aperti dei vuoti abissali lasciati dal cristianesimo del tempo passato; in questo vuoto tutto sprofonda: troni, classi, ceti, lavoro, ricchezza. Tutti sono travolti. Tutto e tutti periranno. Ma tutto questo sprofonda nel vuoto di un’anima che è stata privata del contenuto antico”.
Agnoli, nel suo saggio, esemplifica chiaramente come il vuoto lasciato dalla perdita della religione abbia, all’inizio del Novecento, aperto le porte al secolo più violento e sanguinario della storia dell’umanità, caratterizzato dall’affermazione di diverse forme di totalitarismi: quello fascista, quello comunista e quello nazional-socialista.
Cercare di porre queste derive assolutiste secondo una scala di danno è impossibile, visti i tanti fattori che sarebbe doveroso tenere in debita considerazione. Quel che è certo e insindacabile, comunque, sono i dieci milioni di morti della Grande Guerra, i milioni di cristiani, ebrei, slavi ecc. uccisi nei Lager nazisti, i cento milioni di morti del comunismo – questo secondo le stime più prudenti, anche se a leggere un qualsiasi manuale di storia in uso nelle scuole italiane questa cifra viene costantemente censurata –, i milioni di feriti, vedove, orfani provocati dalle due guerre mondiali, l’altissimo tasso di suicidi ancora oggi presente negli ex paesi dell’ateismo comunista… Per non dimenticare, evidenzia con particolare lucidità il professor Agnoli, il costante attacco mosso dalle ideologie atee novecentesche alla religione, alla famiglia, alla vita (aborto, eutanasia, controllo programmatico delle nascite etc.), alla dignità umana, alla morale, alla libertà di pensare in modo diverso dal regime...
“Le moderne idolatrie, scriveva all’inizio del Novecento don Luigi Sturzo, si chiamano Stato, Nazione, Razza, Partito, e chiedono molte più vittime delle idolatrie del passato” (ibidem, p. 89). E Mussolini, Stalin, Hitler, Mao, Castro, Saddam, etc. sono solo alcuni dei Cesari degli ultimi cent’anni che hanno innalzato la propria figura fino a divinizzarla, persuasi dall’idea che all’uomo nulla sia proibito.
“Principio della superbia umana è allontanarsi dal Signore, tenere il proprio cuore lontano da chi l’ha creato. Principio della superbia è infatti il peccato; chi vi si abbandona diffonde attorno a sé l’abominio. Per questo il Signore rende incredibili i suoi castighi e lo flagella sino a finirlo” (Siracide 10, 12-13). Tutto era già scritto, verrebbe quasi da dire.
E non si pensi che le nefandezze novecentesche siano eventi oramai superati, afferma Agnoli; in molte realtà tutt’oggi comuniste (Cina, Cuba…) la libertà di praticare la fede, di creare una famiglia, di scegliere un lavoro sono ancora lontanissime utopie.
Quando l’uomo è arbitro sull’uomo, a vincere è sempre il più forte, non c’è scampo. E qui, ancora una volta, non possono non venire in mente i due ben noti precetti evangelici “Ogni autorità viene da Dio” e “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”, che concorrono a costituire – sostiene l’Autore – il fondamento della dottrina politica cattolica.
In conclusione, l’impressione che si ha una volta terminato il lavoro di Agnoli, è che si tratti di un libro molto coraggioso, che svela senza censure di sorta – come fanno purtroppo pochi altri testi sul tema, nonostante l’innumerevole inchiostro che si è sprecato per descrivere il Novecento – la realtà dei fatti: un susseguirsi di eventi drammatici, crudi, terribili, di cui però si è spesso voluta ignorare l’origine più profonda: la pretesa ateistica ed anticristica.
Non mancano però nel libro, le pagine intrise di speranza, di coraggio, di eroismo, valori incarnati dalle figure di uomini grandi, di eroi, di santi (da Solgenitsyn ad Armando Valladares, da Fritz Gerlich ad Oscar Elias Biscet ecc.), che, in mezzo alla disumanità dei loro tempi ,hanno saputo reagire con vigore, dedizione e carità, dimostrando che è sempre possibile, in ogni epoca e sotto ogni mostruosa dittatura, vivere una vita grande e pienamente umana.
di Giulia Tanel
Un secolo senza croce, ma con tanti crocifissi, basta vedere il numero dei martiri e leggersi la vita di Padre Pio. Quando si vuole combattere contro la croce, i crocifissi si moltiplicano e i nemici di Dio sono circondati inesorabilmente e vinti.
RispondiEliminaE' una triste realtà. Ho vissuto molti anni in America Latina e in poco più di 40 anni ho assistito alla disgregazione della Chiesa ad opera di eretici della "teologia" della liberazione(sic!) che ormai infettano tutte le parrocchie. i tanti Cardinali e Vescovi che hanno combattuto il comunismo oggi sono messi in un angolo, alcuni religiosi addirittura processati dai nuovi, vergognosi politici socil-comunisti! Che la Vergine Maria ci protegga da questa gente. W la Tradizione, unica vera via.
RispondiEliminaPotrà sembrare una fissazione o una forma di esibizionismo da grillo parlante; ma io continuo a ripetere che è riduttivo vedere l'allontanamento dalla Croce da parte della popolazione dell'Occidente solo come uno "strano vizio" indotto dai massmedia depravati, a loro volta manovrati da qualche congiura massonica o paramassonica. Oltre che alla mancanza di "pietà", nel senso indicato in una prospettiva "alta" dalla Madonna di Fatima, occorre vedere le cose a un altro livello, quello della rivoluzione culturale corrispondente alla diffusione dello scientismo, accompagnata dal criticismo razionalista e dal relativismo.
RispondiEliminaDovrebbe essere facile comprendere come la rivoluzione scientifica e tecnologica, accompagnata dalla diffusione, ormai acquisita, della pubblica istruzione, comporti lo sviluppo di un habitus mentale ipercritico. Un esempio molto chiaro potrebbe essere quello della critica biblica: la stragrande maggioranza della gente è convinta che la Bibbia sia un tessuto di fiabe e di miti, o comunque una narrazione su cui fare larghissimamente la tara. Il modernismo storico condannato dalla "Pascendi" nel 1907 ebbe appunto la critica biblica come un elemento essenziale. Gli elementi della borghesia, mediamente colti, a meno che non siano toccati da una grazia speciale, non possono prendere L'Antico e il Nuovo Testamento come inderogabile punto di riferimento della loro vita personale e delle loro scelte politico - sociali se non hanno (ri)conquistato la solidità rocciosa della base biblica. In questo senso è provvidenziale l'opera apologetico-divulgativa di Vittorio Messori ( lodatissimo dal card. Biffi ) e ora di Antonio Socci con i suoi due libri su Gesù.
C'è poi l'aspetto del mito della tecnologia. Non è un caso che la Rivoluzione francese sia stata preceduta dalla prima ascensione del pallone aerostatico e accompagnata dalla realizzazione de motore a vapore. Nell'ode "Al signor di Montgolfier" Vincenzo Monti afferma significativamente che ormai all'umanità resta solo di "strappare il telo a Dite", vale a dire procurarsi l'immortalità attraverso l'opera degli scienziati. In tal modo la Resurrezione promessa dal Cristianesimo appare superflua, idem i miracoli, che possono essere fatti dai chirurghi.
I grandi miti politici del '900 sarebbero impensabili senza la convinzione di avere sottomano una enorme potenza tecnologica ed energetica, prima riservata a Dio. Lenin diceva grosso modo:"Che cos'è il regime sovietico? Il comunismo più l'elettricità". Credo che il principale argomento in contrario, spendibile dai credenti sia quello dell'"apprendista stregone": la tecnologia è un'arma a doppio taglio, mo può ritorcersi contro l'umanità. La manipolazione, lo "smontaggio" dei recessi della materia, e oggi del vivente può produrre benefici enormi, ma anche enormi disastri. La mitragliatrice nella Prima Guerra Mondiale, la bomba atomica nella Seconda docent.
Il suo, caro Franco, è un intervento molto interessante. Mi piacerebbe discutere con lei su ogni punto toccato, ma mi limito ad una piccola rettifica in merito a ciò che ha sottoposto la Bibbia ad un'analisi sempre più critica, spietata e senza senso. Tutto comincia da Gutenberg, che con il suo torchio tipografico ha apportato una cambiamento epocale nella storia dell'umanità. So che nella storia i se e i ma contano poco, ma è indiscutibile il fondamentale apporto della stampa alla diffusione delle tesi di Lutero.
RispondiEliminaCome argutamente ha fatto notare qualcuno, l'agostiniano che di Sant'Agostino non aveva capito nulla non aveva sdoganato alcuna nuova eresia. Le sue erano elucubrazioni che già altri, prima di lui, velatamente o meno, avevano portato avanti. Tanto più che cadde nella tremenda tentazione di cedere alla fama, alla gloria e ai provvisori onori. La sua, da principio, voleva essere una Riforma all'interno della Chiesa. Poi qualcuno gli mise la pulce nell'orecchio e divenne un megalomane di rara specie.
Ma lei saprà meglio del sottoscritto quanta leva si fece all'epoca sul fatto che ognuno dovesse e potesse leggere da sé le Sacre Scritture, così da liberarsi dalle "catene" dell'interpretazione della Chiesa. Come sarebbe stato ciò possibile senza quel tremendo ed innovativo catalizzatore che fu la stampa? Da Lutero in avanti, le copie della Bibbia fecero registrare numeri impensabili per l'epoca, e tutte erano ovviamente di taglio protestante (niente Lettera di san Giacomo e via discorrendo).
Le colpe dello scientismo sono sotto gli occhi di tutti, e già Chesterton le seppe scorgere con la sua impareggibile sagacia al tempo in cui la ferita era fresca. C'è continuità tra i vari mali che hanno afflitto e continuano ad affliggere la Civiltà. Oggi, per esempio, in mezzo al marasma confusionale della modernità, è la quasi totale assenza di una "Chiesa forte" - considerazione che, è bene dirlo, non tiene conto delle responsabilità. Non è mia intenzione puntare il dito, ma si tratta certamente di un concorso di colpe.
Con Lutero la civiltà occidentale comincia a ribellarsi contro Dio, peccando allo stesso modo degli ebrei al tempo di Cristo. Come il popolo ebraico, quello occidentale tutto si è auto-divinizzato, ponendo sé stesso ed i propri sproloqui al di sopra di ogni altra cosa. Ed è sintomatico che tutto ciò abbia per certi versi inizio proprio da colui che rigettava in toto la figura della Madonna. Tanto che, in seguito, un ardito Karl Barth arrivò a definire la "mariologia" il "tumore del cattolicesimo". Oggi si cercano punti d'incontro con le innumerevoli sette e conventicole sorte da questo pesantissimo rifiuto, se non addirittura rigetto.
Non tenendo conto del fatto che non esiste margine di dialogo con chi si ostina volutamente ad allontanare da sé la Regina delle Regine. Ad Iesum per Mariam è un'espressione molto profonda nella sua radicale realtà, che non a tutti è dato di comprendere. E noi dovremmo negare questo dono fatto alla Chiesa (dono della comprensione, visto che la Vergine Santissima è Regina dei Cieli e Madre dell'umanità tutta) per non "scandalizzare" le centinaia di denominazioni che si dicono "cristiane"? Mah...
<span>Con Lutero la civiltà occidentale comincia a ribellarsi contro Dio, peccando allo stesso modo degli ebrei al tempo di Cristo.</span>
RispondiEliminagià ! verità storica incontestabile....
e perchè questo il Papa non lo ha ricordato nel suo discorso al Bundestag ?
ah già....non poteva offendere i padroni di casa......
ma allora era una visita di cortesia ! e come mai l'hanno chiamata "viaggio apostolico" ?
misteri..... che rimarranno insoluti fino al 2017, quando addirittura Lutero sarà commemorato e festeggiato, anche dalla Chiesa cattolica, in nome della fratellanza nella fede ! pensate un po' ....
misteri della "fede comune nel dio comune" , senza Santo Sacrificio rinnovato sull'altare, of course.....
in quella messa cattolica che Lutero<span> definì con oltraggi satanici </span> : e come potrebbe la Chiesa, mentre lo festeggerà, insegnare ai protestanti che Gesù E' PRESENTE nel Tabernacolo , prima durante e dopo la Santa Messa ?
la Chiesa Cattolica stessa, il SS.mo Sacramento nel 2017 lo metterà in soffitta, con trine e pizzi delle nonne, immagino, durante quel festeggiamento del grande ERETICO, per fare la CORTESIA fraterna e diplomatica ai protestanti che non credono alla Presenza Reale !
@ Antonio. Di recente mi sono accorto che c'è una carenza significativa nella "predicazione" dei preti "non allineati", spessissimo supportati dai media come elementi coraggiossimi ( alla siciliana: ma quale? ), i cosiddetti "preti da strada" o con ammiccante autoironia "pretacci". Quale carenza? La mancanza ( che a me sembra assoluta ) dell'elemento mariano. Si lamentano con alti lai del mancato riconoscimento del femminile nella repressiva "Chiesa ufficiale" e non si accorgono che Maria, dalla quale la femminilità è elevata al sublime, è il principio della tenerezza e dell'accoglienza: "Salve, Regina, MADRE DI MISERICORDIA, vita, DOLCEZZA, speranza nostra... " "Lassù qualcuno mi ama". Figuriamo sè lassù c'è un Madre che ci ama teneramente! Se riusciamo a crederlo col cuore c'è da piangere di gioia!
RispondiEliminaQual è l'effetto di questa carenza? La mancanza di tenerezza come INDULGENZA nei loro discorsi: una staffilante durezza contestativa, che vorrebbe castigare senza remissione i "malamente" della politica, della finanza e dell'economia capitalistico-affarista, che è il loro surrogato di Satana. A conferma, uno dei preti segnalati in questo blog come fieramente contestatori afferma in un suo scritto che arriverà ve un momento in cui si dovranno rivedere i dogmi mariani. Come se la svicolano se sono messi alle strette sui questi dogmi? La risposta tipica è: considero e amo a tal punto Maria come dolce e ingenua ragazza del popolo, che ritengo artefatte le incrostazioni sciaguratamente depositate su di lei: non ne ha bisogno. Quanto alle apparizioni? Ma figuriamoci, non le considerano nemmeno ( tantopiù che quella di Fatima è anticomunista ). Nella autobiografia di Hans Kung, contestore borghese ( aficionado ad Erasmo ) della gerarchia vaticana e uno dei più forti piloti dell'ala "progressista" al Concilio, si vede chiaramente che già da seminarista NON VOLEVA ADERIRE AL CULTO MARIANO. Quando andò a Lourdes, lo fece con sufficienza e scetticismo preconcetto sulle apparizioni e sui miracoli.
Credo che una caratteristica fondamentale del Cattolicesimo autentico sia l'INDULGENZA. A parte gli abusi monetari che ahinoi sono stati fatti in passato, questo concetto significa la tendenza a scusare, lasciar correre e perdonare gli altri, e a CHIEDERE MOLTISSIMO A SE STESSI.
PS Vorrei escludere dall'elenco dei preti contestatori don Primo Mazzolari, di cui ho letto il bellissimo libro "Anch'io voglio bene al papa". Mi è sembrato un uomo con una sensibilità autenticamente evangelica, un cattolico autentico.
Un'ipotesi ( da esaminare ) sull'ultrapropagandato don Milani: apprezzo le cose che faceva per i suoi ragazzi, non apprezzo la sua durezza ( rimproveratagli pacatamente in una lettera dal povero card. Florit, poi crocifisso dalla contestazione dell'Isolotto ). Non è che la sua intransigenza derivava dal fatto che da ebreo ( nulla da dire, lo era anche Gesù ) ripeteva in sè la figura dtaffilante di certi profeti? In effetti, lo scritto del Nuovo Testamento più duro contro i ricchi è la Lettera di san Giacomo, il più giudaizzante degli apostoli.
<span>Beh, Franco, apprezzo la sua interessante risposta. Ma i motivi per cui è bene (anzi, è indispensabile) pregare la Vergine Santissima sono davvero troppi perché si possano elencare in maniera vagamente esaustiva. Malgrado noi stessi, continuiamo su questa strada, affidandoci a Lei anima e corpo.</span>
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