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S. Comunione
Oltre cinquecento fedeli hanno affollato la Basilica nuova del Santuario di Oropa in occasione della S. Messa tridentina celebrata per il primo pellegrinaggio della Tradizione dell'Italia nord-ovest.
L'iniziativa ha visto la partecipazione di molti pellegrini provenienti soprattutto dal Piemonte e dalla Lombardia, che si sono ritrovati alle ore 10 di sabato 24 settembre nel grande chiostro antistante il santuario antico. . Erano presenti anche un sacerdote, un religioso ed una religiosa della Fraternità San Pio X con un nutrito gruppo di fedeli provenienti da Montalenghe e dalle cappelle di Torino e Seregno.
Da quì è partita la processione che ha raggiunto la grande chiesa nuova.
Alle ore 11, dopo oltre quarant'anni di oblio, è stata nuovamente celebrata in forma solenne la "Missa in solemnitate Beatae Mariae Virginis de Oropa".
Il coro ha eseguito la Messa gregoriana "cum jubilo" e, fra gli altri, anche l'inno, quasi dimenticato "Maria che dolce nome", composto, proprio ad Oropa, da P. Maggi collaboratore dell'allora Patriarca di Venezia che sarebbe divenuto poi Papa San Pio X.
Ha celebrato don Alberto Secci del clero di Novara, diacono don Luigi Moncalero FSSPX, suddiacono don Gino Bava parroco di Viguzzolo (AL).
Don Alberto, nella sua omelia, ha ricordato l'importanza della S. Messa di sempre che finalmente ha potuto rientrare al santuario di Oropa.
Egli ne ha sottolineato il significato sacrificale che ci ricorda il calvario e la Croce, la Croce che tutti noi dobbiamo necessariamente accettare nella nostra vita.
Partendo da queste considerazioni il sermone è passato quindi a rievocare la grande figura di Sant'Eusebio da Vercelli, fondatore di Oropa.
Di lui sono state ricordate le virtù eroiche e l'appassionata difesa della Verità cattolica quando, nel IV secolo, la maggior parte degli ecclesiastici aveva aderito, più o meno esplicitamente, all'eresia ariana.
Come non percepire, in queste parole, un velato riferimento a mons. Marcel Lefebvre?
Il pellegrinaggio si è quindi concluso nel pomeriggio con la recita del S. Rosario davanti alla S. Effige della Madonna bruna. Anche la chiesa antica, per l'occasione, è stata completamente riempita dai moltissimi pellegrini che si sono fermati nonostante la pioggia.
In conclusione don Alberto ha ringraziato tutti i partecipanti ed il Rettore del Santuario che ha autorizzato la celebrazione della S. Messa di sempre. Egli ha rilevato altresì come nel 2020 si svolgerà probabilmente una nuova incoronazione della statua di Oropa. Quest'anno dunque inizierebbe una novena che ci dovrebbe preparare spiritualmente a tale evento. Da ciò si può evincere che il pellegrinaggio verrà probabilmente ripetuto nei prossimi anni.
di Marco Bongi
L'iniziativa ha visto la partecipazione di molti pellegrini provenienti soprattutto dal Piemonte e dalla Lombardia, che si sono ritrovati alle ore 10 di sabato 24 settembre nel grande chiostro antistante il santuario antico. . Erano presenti anche un sacerdote, un religioso ed una religiosa della Fraternità San Pio X con un nutrito gruppo di fedeli provenienti da Montalenghe e dalle cappelle di Torino e Seregno.
Da quì è partita la processione che ha raggiunto la grande chiesa nuova.
Alle ore 11, dopo oltre quarant'anni di oblio, è stata nuovamente celebrata in forma solenne la "Missa in solemnitate Beatae Mariae Virginis de Oropa".
Il coro ha eseguito la Messa gregoriana "cum jubilo" e, fra gli altri, anche l'inno, quasi dimenticato "Maria che dolce nome", composto, proprio ad Oropa, da P. Maggi collaboratore dell'allora Patriarca di Venezia che sarebbe divenuto poi Papa San Pio X.
Ha celebrato don Alberto Secci del clero di Novara, diacono don Luigi Moncalero FSSPX, suddiacono don Gino Bava parroco di Viguzzolo (AL).
Don Alberto, nella sua omelia, ha ricordato l'importanza della S. Messa di sempre che finalmente ha potuto rientrare al santuario di Oropa.
Egli ne ha sottolineato il significato sacrificale che ci ricorda il calvario e la Croce, la Croce che tutti noi dobbiamo necessariamente accettare nella nostra vita.
Partendo da queste considerazioni il sermone è passato quindi a rievocare la grande figura di Sant'Eusebio da Vercelli, fondatore di Oropa.
Di lui sono state ricordate le virtù eroiche e l'appassionata difesa della Verità cattolica quando, nel IV secolo, la maggior parte degli ecclesiastici aveva aderito, più o meno esplicitamente, all'eresia ariana.
Come non percepire, in queste parole, un velato riferimento a mons. Marcel Lefebvre?
Il pellegrinaggio si è quindi concluso nel pomeriggio con la recita del S. Rosario davanti alla S. Effige della Madonna bruna. Anche la chiesa antica, per l'occasione, è stata completamente riempita dai moltissimi pellegrini che si sono fermati nonostante la pioggia.
In conclusione don Alberto ha ringraziato tutti i partecipanti ed il Rettore del Santuario che ha autorizzato la celebrazione della S. Messa di sempre. Egli ha rilevato altresì come nel 2020 si svolgerà probabilmente una nuova incoronazione della statua di Oropa. Quest'anno dunque inizierebbe una novena che ci dovrebbe preparare spiritualmente a tale evento. Da ciò si può evincere che il pellegrinaggio verrà probabilmente ripetuto nei prossimi anni.
di Marco Bongi
Il nostro agente all'Havana -
RispondiEliminane avessimo qualcuno in più di agente all'Havana ... dove sono tutti i sacerdoti che desiderano ardentemente il ritorno dalla SPX ...ma sporcarsi le mani quello no ?
RispondiEliminaDici bene, sporcarsi.
RispondiEliminachi non vuole sporcarsi ...non desideri.
RispondiEliminaHo conosciuto personalmente don Luigi Moncaliero ad Albano quando era ancora fratel Luigi. E' una bravissima persona e sarà anche, ne sono certo, un bravissimo e santo sacerdote. Il fatto che alla Messa in terzo abbia officiato come diacono, fa vedere che il muro dell'intolleranza e dell'incomprensione alzato da chi vuole la rovina della Chiesa incomincia a presentare le prime crepe. Preghiamo affinchè possa cadere al più presto.
RispondiEliminaComunque sia lunga vita ai tre Sant Sacerdoti piemontesi: Don Alberto, Don Marco, Don Stefano, che dentro alla loro diocesi sono stati gli araldi della Rinascita CATTOLICA.
RispondiEliminaOttima notizia che fa ben sperare in vista della piena riconciliazione. Biella è più avanti di Roma
RispondiEliminase si traveste da ortodosso e chiede di concelebrare stai a vedere che magari...
RispondiEliminaAttendiamo fiduciosi i commenti degli scandalizzati...
RispondiEliminaSolo gli estremisti sedevacantisti possono scandalizzarsi,denunciando tradimenti e posizioni filoindultiste della FSSPX.
RispondiEliminaGli altri non possono che vedere di buon occhio la partecipazione della FSSPX, che dimostra cosi' di non rimanere arroccata nell'Aventino ma di scendere a fianco dei sacerdoti che sostengono la "buona battaglia"... dato che e' arcinoto che questi preti diocesani novaresi dicono SOLO la Messa Tridentina dal 14 settembre del 2007, attirandosi l'odio della curia e dei sacerdoti novaresi, seguaci del verbo di Enzo Bianchi.
Più che altro, consiglierei un pò di cautela nella concelebrazione con i sacerdoti della FSSPX: attendiamo che le cose facciano il loro corso naturale, pazientiamo ancora qualche mese e poi tutto sarà risolto. Al momento, i pur degnissimi sacerdoti della benemerita congregazione di Mons. Lefebvre risultanto, formalmente, ancora sospesi a divinis, almeno che io sappia: un pò di sana prudenza e di santa pazienza non guasterebbe...
RispondiEliminaCONCELEBRAZIONE???? ma dove vive costui? Ha celebrato don alberto...non mi risulta che sia concelebrazione l'assistenza del diacono e del suddiacono. Cautela bisogna averla nello scrivere, e lasciamo questre cose ai preti, per favore!!!
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