Post in evidenza

Cosa bisogna fare per abbandonarsi alla volontà di Dio?

Anche nel più grande dolore, abbandoniamoci con fiducia al Signore. Luigi C. Il Cammino dei Tre Sentieri , 21 Novembre 2024 Per rispondere a...

domenica 25 settembre 2011

“meno Messe, più Messa”, ma i conti non tornano…

Da Corrispondenza Romana

«Meno messe, più messa» recitava uno slogan più o meno di trent’anni fa. Di cui oggi si pagano le conseguenze, come testimonia la reazione di una piccola comunità del Mantovano, quella della frazione di San Giacomo di Cavriana, trovatasi di punto in bianco senza il «servizio liturgico domenicale».
L’unica S. Messa, dopo tre secoli, è stata sospesa. «Un vero e proprio sopruso», scrivono i fedeli, che precisano come l’ordine sia giunto dall’alto, «Vescovo in primis e sacerdoti dell’unità pastorale». Senza «alcuna ragione realistica», bensì con un atto definito «autoritaristico», benché sempre più frequente in quella Diocesi: situazioni simili vi sarebbero a Volta Mantovana, Goito e Castiglione delle Stiviere.
Nulla di nuovo sotto il sole, verrebbe da commentare, citando l’Ecclesiaste. Anzi, prassi purtroppo ormai comune in molte nazioni. In Francia, ad esempio, ed il “costo spirituale” lo si vede in termini di frequenza alla S. Messa, con chiese pressoché deserte. Ma anche in Austria, Svizzera, Belgio, Germania, Olanda. In molte parrocchie, specie in quelle di frazioni e paesi, semplicemente manca un sacerdote, che celebri regolarmente. Passa una tantum consacrando le particole, cosicché bastino per settimane o mesi, fino al “prossimo giro”. E lasciando che siano i laici ad assicurare – per quanto possibile e con “acrobazie” spesso scadenti nell’abuso – servizi liturgici e paraliturgici.
Il rischio (ben più che un rischio, in realtà) è il solito: quello di un neo-protestantesimo in salsa cattolica. Andiamo alla fonte: “Vita Pastorale” n. 6 del giugno 2004, nell’affrontare l’argomento, fa riferimento ad un documento, pur discutibile, emanato nel 1984 dalla Cei col titolo Il Giorno del Signore. Ma, così, fa autogol. Perché al n. 32 questo testo lamenta sì il fatto che si moltiplichino «oltre il giusto il numero delle Messe domenicali». Ma cosa dobbiamo intendere con «oltre il giusto»? E poi le frasi van lette intere. E la Cei parla chiaro: ciò vien detto proprio per non sottrarre i sacerdoti «alla cura delle zone meno ricche di clero» oppure per promuovere «attività» che rendano «più feconda la celebrazione del Giorno del Signore».
Esattamente il contrario di quanto avvenuto invece a San Giacomo di Cavriana. Allora pare che il problema non sia prima di tutto “quantitativo”, bensì “qualitativo”: non mancano ancora – almeno non ovunque – i sacerdoti. È che sempre più vengon chiamati (dal Vescovo, dalle circostanze o dalla propria indole) ad improvvisarsi imprenditori, giornalisti, architetti, guide turistiche, critici d’arte, conservatori e quant’altro. Tutti ruoli assolvibili da un laico, lasciando loro invece la buona, sana cura animarum. Lapalissiano? No, tant’è vero che spesso il “fare” prevale sull’“essere”.
Basta dare uno sguardo ai tanti siti Internet di molte, troppe Diocesi e parrocchie (l’elenco è a disposizione, ma triste e noioso). Vi si legge come «la scelta di diminuire il numero di Messe» intenda dare più «spazio all’annuncio del Vangelo, un maggior decoro celebrativo, una maggiore disponibilità all’ascolto ed alla preghiera». Il che rappresenta una fin troppo evidente contraddizione in termini. V’è chi sostiene anche come ciò dipenda dal tentativo di «favorire una partecipazione più comunitaria alle altre Messe festive». Il che andrebbe bene, se la massa dei fedeli fosse il risultato di una somma algebrica. Il che non è, sono troppo i fattori che incidono. Ed un prete, questo, lo sa fin troppo bene, perché possa realisticamente illudersi del contrario. Non mancano le analisi sociologiche.
Un allarmato parroco “vaticina” addirittura la fine della fede, se le celebrazioni non fossero «un significativo punto di riferimento per i problemi di fondo dell’esistenza umana» e «la condivisione di un progetto di vita». Meglio togliere «doppioni» (vengon definiti proprio così!) o funzioni «concorrenziali», come si legge nel citato testo della Cei. Oppure – come caldeggiano o impongono certi Vescovi – premere sempre più verso le concelebrazioni. Ma il Catechismo della Chiesa Cattolica ci dice come il senso della S. Messa non sia proprio questo. Al numero 1330: il «Santo sacrificio della Messa» vien definito «“sacrificio di lode”, spirituale, puro e santo». In esso «tutta la liturgia della Chiesa trova il suo centro». Numero 1367: «in questo divino sacrificio» è «contenuto e immolato in modo incruento lo stesso Cristo». Numero 1378: «Nella Liturgia della Messa esprimiamo la nostra fede nella presenza reale di Cristo sotto la specie del pane e del vino». Non si parla di «progetti di vita» o quant’altro, roba da filosofi e sindacalisti più che da preti.
Nel 1994 il beato Giovanni Paolo II nella Grande preghiera per l’Italia disse che al nostro Paese «è affidato in modo speciale il compito di difendere per tutta l’Europa il patrimonio religioso e culturale, innestato a Roma dagli apostoli Pietro e Paolo». Lo ha ripetuto nel 2006 Benedetto XVI, definendo il nostro come «un terreno assai favorevole per la testimonianza cristiana», «una presenza capillare in mezzo alla gente» con «tradizioni spesso ancora radicate» e tali da portar frutto. Certo, ma lo si ottiene cancellando Messe?

di Mauro Faverzani

150 commenti:

  1. Sono d'accordo sostanzialmente con l'autore dell'articolo...abolire la S Messa per lasciare più spazio al Vangelo, all'annuncio o altre forme de preghiere è contraddizione nei termini, puro progetto ideologico che misconosce cio che è la Santa Messa e il sacerdote e pura illusione. Purtroppo i risultati sono lì dove la S Messa viene sopressa...non manca molto tempo che la Chiesa venga chiusa e i cristiani si scritianizzano radicalmente...
    Tuttavia dobbiamo ammettere che tante volte il problema è realmente la mancanza di sacerdoti. Non penso che la maggioranza dei sacerdoti di oggi per la maggior parte anziani cercano di sostituire la loro vocazione sacra con delle attività secolari ( va be' ci sarà sempre l' eccezione). Quanti preti devono dire 3 o anche 4 messe la dominica!
    Un altro problema è anche la scarsa participazione dei fedeli pronti a gridare se si cambia l' ora di una Messa o peggio se viene chiusa...ma per che la maggioranza non participano più da anni alla S Messa (e non sempre a causa dei preti: troppo comodo come scusa e che dimostra una fede cristiana poco illuminata; uno va alla S Messa per Nostro Signore che vi attualizza il suo sacrificio e non per la predica o simpatia del prete).

    RispondiElimina
  2. <span><span>.....ma ben a monte di quest'aberrazione  c'è sempre la stessa causa prima: il disastro iniziale, sempre quella picconata d'avvio allo sfacelo della Fede, inferta alle fondamenta dell'Antico Edificio, fatto a pezzi GIA' nelle ambiguità conciliari, che  promossero direttamente la riforma liturgica voluta da Paolo VI, con la collaborazione dei consultori protestanti, con la conseguente GRAVE MUTAZIONE DELLA CHIESA, della sua Fede, della sua stessa anima.    
       
    Nel mare di confusione che sta sommergendo ormai tutto il Gregge cattolico, oscurando la Fede ridotta al lumicino da 40 anni di caos liturgico e DOTTRINALE-CATECHETICO, e spazzando via le  poche certezze rimaste (v. discorsi papali in Germania, che riferiti pari-pari nelle TESTUALI parole, da tutti i giornali, fanno ben intendere che cattolici e protestanti siano GIA' uniti nella profondità della fede, come diceva il card. Koch....)    
    allo scopo di  TENTARE  con l'aiuto di Dio Onnipotente e Misericordioso verso le sorti della Sua Santa Chiesa sbandata e angosciata,  per ritrovare un barlume di Luce perenne della vera Tradizione, del Depositum Fidei inalterabile e del Magistero perenne di tutti i PIETRO della storia,  propongo a tutti di leggere, (con adesione e assenso ragionevole possibile a ciò che si dice....) il seguente articolo:    
                   SUPPLICA   AL   PAPA    
    <span> </span> SUPPLICA AL SANTO PADRE BENEDETTO XVI: APPROFONDITO ESAME DEL PASTORALE CONCILIO ECUMENICO VATICANO II</span></span>

    RispondiElimina
  3. Constatazioni su base utilitaristica e sindacal-manageriale:

    -alcuni sacerdoti debbono celebrare anche quattro messe al giorno. Troppe.
    -detti sacerdoti a margine delle messe debbono seguire una decina di gruppuscoli (esempio: i malati, gli scout, i chierichetti, la caritas, il gruppo delle medie, il gruppo di preghiera, le famiglie, i fidanzati, il consiglio pastorale parrocchiale, dell'unità pastorale, intermedio e diocesano), nonchè pregare, studiare e riposarsi un po'.
    -normalmente di fronte a questa esigente e generosa attività, organizzata con calendari, computer, telefonini, giornalini parrocchiali e pranzi comunitari (che assorbono già un 25% del tempo disponibile tra trilli telefonici, articoli e messaggi vari) non si ritiene di ridurla o ripensarla nelle sue priorità, ma si ritiene essenziale non avere il "vincolo" di una messa nell'orario che "distoglie" dallo stare con la gente (la preghiera essendo già confinata nelle ore più buie).
    -l'invecchiamento della popolazione manda a monte tutti i piani, moltiplicando i funerali, cosicchè le messe da dire aumentano "naturalmente", anche perchè tantissimi che in vita alla messa non andavano, da morti ci vanno e con tutta la famiglia...      
    -le messe "comunitarie" sono anche occasioni di incontro e così si cerca di "concentrare" i fedeli in pochi luoghi ed orari.

    Una riflessione

    E' grave che lo stare con il Signore, celebrarne il memoriale del sacrificio, consacrare il pane ed il vino e renderlo realmente carne e sangue di Cristo non sia la cosa che entusiasmi maggiormente. E' triste che molti sacerdoti parlino della "messa domenicale" come della messa di serie A e delle messe quotidiane come di serie B, non in ossequio al precetto dato dal terzo comandamento (cioè guardando a Dio), bensì dalla necessità di "fare la comunità" (guardando alla terra). E' significativo che la volontà di creare l'evento-kermesse svuoti di sacralità l'incontro di tutti con il sacramento, e con la sacralità, disturbata da tante "visibilità" date a questo o quel "gruppo", questa o quella "iniziativa" e ad uno sproloquio di bla bla che diluiscono la santa messa (che senza musica e cori potrebbe durare 25 minuti e con musica e cori 2 ore) ad un fuoco d'artificio di lunghe tiritere, scarso silenzio e pessima musica, dove per "recuperare" sulla scaletta si legge a mitraglia proprio la preghiera eucaristica.

    E' qui che bisogna arrivare all'esame di coscienza. Siamo molto lontani dal farlo. Dio non è al centro. E' nell'estrema periferia. In una roulotte e senza un qualche "volontario" che vada a portargli non il "pacco viveri", ma un cuore addolorato e bisognoso di perdono.  

    RispondiElimina
  4. Una cosa è pensare alla salus animarum suprema lex, e tutt'altra cosa fare l'impiegato a orario sindacale, che automaticamente si trasforma in "fancazzista".

    RispondiElimina
  5. in vena di slogan ??  Tranquilli ... siamo a un messetto da Assisi. 

    Tra un po' sostituiremo le nostre messe con un bel minestrone onu-religioso per fare il "meno cristianesimo, più religione"

    Ormai il cristiano é come la pasta nel mondo "dove c'é Barilla c'é casa"
    "dove c'é dio c'é futuro" ci assicura il papa ... beninteso qualunque Dio.

    RispondiElimina
  6. Un mio pensiero, non so quanto in tema, che però mi "ossessiona" da tempo. Leggendo nei vecchi messali i commenti alle varie feste dell'anno liturgico, sono sempre rimasto impressionato da quanto la gente vivesse, nelle epoche passate, con il tempo scandito dalla liturgia; non sono per nulla un esperto, ma ho letto che fino al Medioevo vi potevano essere delle veglie che duravano ore... quindi ore e ore passate in chiesa a recitare salmi o ad assistere (o a partecipare?) alla santa Messa... Anche se non è del Medio Evo, mi viene in mente, ad esempio, sant'Ambrogio che con il suo gregge di fedeli che innalzano inni a Dio per tutta la notte riesce ad impedire l'ingresso delle guardie nella basilica, mandate dall'imperatrice ariana.

    Sapete per cosa prego? Semplicemente che si torni a quei tempi, attualizzandoli. Non so se ci vorranno cento o mille anni, però so solo che l'Europa che conosciamo è stata costruita con queste veglie "infinite", non avendo allora tanta gente la fretta di andare a guardare la tv o di andarsi a collegare a internet (io per primo). Va anche detto quale occasione di fratellanza fra le persone può essere l'incontro in chiesa. Ovviamente questo non significa che prima andasse tutto bene e ora tutto male, ma varrebbe la pena provare.

    Come si fa questo? Estendendo i tempi del culto, sempre innestato nella Tradizione, in modo da creare qualcosa di veramente nuovo (come è nuovo tutto quello che il Signore ci ha mandato in 2011 anni rispetto al vecchio che c'era prima... Noi cristiani cattolici siamo la luce dove prima c'era il buio). Non mi riferisco al nuovo del "Novus ordo", chiaramente, e neanche a una "riforma di una riforma"... ma a una "terapia d'urto" liturgica. Non si riempiranno da subito le chiese? Non importa; bastano anche due o tre radunati nel nome di Gesù.

    Perché il calcio o i concerti rock ottengono tanta attenzione e, purtroppo, cambiano spesso la società in peggio? Perché esaltano il gusto estetico delle persone e i loro desideri; ebbene, nel rispetto della Verità, questo è il modo di agire che deve riscoprire la fede cattolica, non limitarsi ad essere incasellata in un "orario parrocchiale" come si farebbe con l'orario scolastico. In tal modo il cattolicesimo modificherà la società in meglio, come ha già fatto per tanti secoli (e come fa anche oggi, in maniera più silenziosa).

    Il Papa e i suoi liturgisti sanno meglio di me cosa fare, così come lo sapranno i prossimi Papi; l'importante è che noi non siamo tiepidi, perché sappiamo la fine che fanno i tiepidi, secondo l'Apocalisse. Ogni sacerdote che non vuole celebrare la santa Messa e non vuole confessare (non ho scritto "non può") è, al minimo, tiepido; ogni fedele che si accontenta è, al minimo, tiepido.

    Mancherà di sicuro qualcosa a questo mio intervento, è stato scritto di getto... Scusate ogni dimenticanza e mancata precisazione.

    RispondiElimina
  7. Mi sembra che l'articolo metta insieme problemi diversi, che andrebbero affrontati uno per uno. Il primo è il numero delle Messe: al di là che ci siano tanti o pochi sacerdoti a disposizione, è certo che nelle parrocchie si celebra un numero troppo elevato di messe, alle ore più disparate. Tenete conto che molte parrocchie sono vicine, per cui nel raggio di pochissimi Km si possono avere Messe ogni mezzora nella mattinata e nel tardo pomeriggio della domenica. E' anche certo che l'eccesso di Messe ha annacquato l'idea della Messa comunitaria solenne. Ora, con il diminuire dei preti, dovrà forzatamente diminuire il numero delle Messe: in compenso, essendo pochi i preti, lo stesso sacerdote deve girare come una trottola per varie chiese e parrocchie (o ex parrocchie riunite in comunità pastorali). Altra cose è che i preti facciano spesso di tutto tranne che dedicarsi alle cose sacre, essendo chiamati, come sopra sottolineato, a occuparsi dei temi e delle faccende più disparate. In compenso, vi sono laici che, grazie alla "democratizzazione" post conciliare, si occupano di cose da cui sarebbe meglio si astenessero soprattutto quando nn ne hanno competenza, come accade spesso in campo liturgico. E' proprio il sistema nell'insieme che nn funziona.

    RispondiElimina
  8. Nell'entroterra di Sestri Levante c'è la val petronio, terra che diede i natali anche ad un santo, quale S:Agostino Roscelli. Ebbene: un prete ha 4 parrocchie: (1000 abitanti se messe insieme). risultato? 2 messe il sabtao, in 2 distinte parrocchie, 1 la domenica mattina e la quarta? NIENTE!!!! 1 volta al mese. La domanda sorge spontanea: cheffà nel resto della domenica? Altro parroco: 3 parrocchie, di cui una più grandina e le altre 2 più minuscolo (ah una è quella dove è nato il Santo): messe bisettimanali: del resto la gente se vuole deve andare nei centri dove, di grazia, celebra. La cosa più triste? Il vescovo Tanasini, che afferma: "è la soluzione migliore" <se></se>

    RispondiElimina
  9. Oggi sono dovuta andare a Messa alla chiesa di Mogliano Veneto... Che dire... Il sacerdote celebrante distribuiva la Comunione e altrettanto facevano tre laici mentre uno dei preti, dall'ambone, accompagnava con i canti. E dai, andiamo avanti così! I preti sembrano voler fare i laici ed i laici vogliono fare i preti! Il mondo alla rovescia!  >:o >:o >:o >:o >:o >:o >:o

    RispondiElimina
  10. <span><span>Ascoltate MgrLefebvre: a una messa Novus Ordo NON SI VA    Perché si chiama messa NO? perché la risposta é sempre NO!</span>  
     
    Tanto scusate :  
    1) se tutto va bene (poco probabile) siete andati a una messa valida ma sgradita a Dio
    2) se tutto va male (probabilissimo) il sacerdote O non credeva alla presenza reale O non credeva allla Messa come Sacrificio secondo il Concilio di Trento  
    (cioé non intendeva offire un sacrificio espiatorio per soddisfare la giustizia divina placandola col Sangue di Cristo) <span>E IN TAL CASO LA MESSA NON E' VALIDA</span>  !!
     
    Dico io, perché correre il rischio di andare a una messa <span>sgradita</span> a Dio che ha molte chances di essere invalida ?</span>

    RispondiElimina
  11. Guardi Miserere da come me lo descrive ...   posso anche sperare che questo prete creda ancora alla presenza reale,
    ma dubito forte che voglia offire il Sangue di Gesu' in riparazione dei nostri peccati per placare Dio ...

    ecché sarà mai, mica Dio é un tiranno che vuole del sangue e noi dei cannibali ...
      
    "Nell'assistre alla Santa Messa rinnova la tua fede e medita quale vittima si immola per te alla divina giustizia per PLACARLA e RENDERLA propizia."   
    (dedica scritta da Padre Pio di suo pugno sul messale di Angelina Buratti di Venezia - 1958)   
     
    Questo é il Concilio di Trento e non l'ostia-amore-che-redime-tutti delle diocesi odierne...

    RispondiElimina
  12. ... spero non sia questo il suo prete :  quello che a Mogliano in febbraio fece l'omelia rossa su Ruby citando e distribuendo l'Unità ai fedeli.

    http://www.reporternuovo.it/2011/02/03/ruby-e-l%E2%80%99omelia-%E2%80%9Crossa%E2%80%9D-di-un-prete-di-provincia-parroco-trevigiano-legge-l%E2%80%99unita-durante-la-messa/

    RispondiElimina
  13. Guarda, oggi non sono potuta recarmi a Venezia con grande dispiacere mio!!!!  :'( :'( :'( :'( :'( :'( :'( :'(

    RispondiElimina
  14. L'estensore dell'articolo vuole curare la polmonite dell'empietà della liturgia rinnovata con la camomilla del CCC; povero illuso: questa è una chiesa "adulta", e le coliche infantili le ha superate da un pezzo!

    RispondiElimina
  15. <span>Mi sembra giusto che a Mogliano, e non solo lì, si comportino in questo modo; non lo sai che c'è stato un Concilio? E tra i molti frutti che questo Concilio ha portato c'è quello della "laicizzazione dei preti" e  "clericalizzazione dei laici" ... e i risultati sono sotto gli occhi di tutti....!!!!</span>

    RispondiElimina
  16. No, non è quello altrimenti sarei scappata via senza pensarci due volte!  8-)

    RispondiElimina
  17. Parlando di "Chiesa adulta", proprio oggi, nella chiesa di Mogliano, dopo gli interminabili "annunci pubblicitari", chiamiamoli così, prima della benedizione finale, è stato detto (ed il foglietto ce l'ho con me) che, a Treviso, si terrà l'apertura dell'anno pastorale alla presenza del Vescovo. Tema dell'anno: "Formare cristiani adulti in una Chiesa adulta". Mi ha colpito il tema! Sarei curiosa di sapere di che cosa si parlerà perché vorrei capire che cos'è una "Chiesa adulta". Boohhhhhh!!!! :-)))))

    RispondiElimina
  18. Gesu' ci esorta esplicitamente a farci simili ai fanciulli quindi la "chiesa adulta dei cristiani adulti" e' una de-formazione.

    RispondiElimina
  19. anche nel mondo tradizionalista c'è spreco di messe....per esempio quando a Trinità dei pellegrini celebrano 2 messe contempoaneamente su 2 altari diversi della stessa chiesa....se facessero una messa alle 18.30 e una alle 19.00 sarebbe ottimo,invece le celebrano allo stesso momento tutt'e due alle 18.30....così tolgono 1 messa ai fedeli che arrivano 15 minuti più tardi.....

    RispondiElimina
  20. insomma anche nel mondo tradizionalista fanno meno messe più messa

    RispondiElimina
  21. deformata reformare
    reformata conformare
    conformata confirmare
    confirmata transformare

    Come deformano certe lenti da presbite(ro) "riformato"!
    W la riforma della riforma per evitare ulteriori deformità.
    W Benedetto XVI e la sua implacabile e paziente "rivoluzione nella continuità".
    Stravedo per questo anziano pontefice, che ha la pazienza, la carità e l'umiltà dei santi.
    Chi non lo aiuta fa innanzitutto brutta figura, al cospetto con la sua intelligenza mai superba.
    Chi non lo stima fa un grosso favore al "piano di sotto" dove sghignazzano gli spiriti cattivi.

    Chi insiste con certe "para-pseudo-adultità di fede" è come certi cinquantenni un po' rugosi, stempiati ed appesantiti, che per rimettersi sul "mercato" dei piacioni da struscio un po' si palestrano, un po' si ritoccano, un po' ricorrono a protesi ed un po' si impasticcano, vestendo come i loro nipoti e mancando di educarli, lasciandosene educare in ingenuità. E' la malizia che rovina tutto: e certi sorpassatissimi ex sessantottini pretendono ancora di fare i ventenni, il post-concilio e la Chiesa dal basso, ma mantenendo intatto il loro potere, disseminandone le tossine nelle loro "scuole di formazione"
    Per dirla in modo a lor signori congeniale: YA BASTA!  

    RispondiElimina
  22. Immagino che tutti i fedeli che si stanno strappando le vesti per la soppressione della Santa Messa abbiano decine di nipoti e figli in seminario....

    RispondiElimina
  23. Un giorno il mio parroco mi disse che ad un incontro con il vescovo Gardin hanno "convenuto" sul fatto che sono i "gruppetti tradizionalisti" il problema della Chiesa perchè contestano e dividono il popolo.
    Ho evitato di rispondere.

    Ogni volta che sento questi neologismi orwelliani penso ai pastorelli di Fatima, loro si che avevano visto e capito molto!Altro che i progressisti, ciechi che guidano ciechi!  :-[

    RispondiElimina
  24. Ma lei sta parlando della messa quotidiana?

    RispondiElimina
  25. Se il criterio fosse che per avere un sacerdote nella propria comunità, la stessa deve dare in cambio dei sacerdoti, oltre il 77% (fonti istat) delle parrocchie sarebbe senza sacerdoti, mi pare una riflessione poco sensata!

    RispondiElimina
  26. Scrivo per dare solidarietà alla gente di San Giacomo dopo quello che ho visto domenica scorsa.
    Col mio gruppo di "amici del pedale" ci siam trovati a passare per San Giacomo di Cavriana, abbiamo trovato un gruppo di persone (saranno state circa 80) che facevano un rinfresco per festeggiare un Signore del luogo che ha donato la terra dove è stata posizionata una Croce molto antica!
    Dopo avermi invitato al piccolo rinfresco, mi son fatto raccontare la storia e il fatto è alquanto singolare: il benefattore, dopo la vicenda della soppressione domenicale della Santa Messa, ha preferito donare il terreno (con tanto di atto notarile dicono!) alla comunità di San Giacomo (quindi al Comune) e non alla Chiesa Cattolica distaccata nel comune di Cavriana, questo signore mi ha pure confidato che molte donazioni stanno prendendo altra strada purchè non sia quella della Chiesa di Mantova/Cavriana. Dargli torto? E se penso che tutto parte da una Messa...
    Un altro signore distinto mi ha confidato: "una volta ci obbligavano ad andare a Messa, ora invece a star fuori dalla Chiesa! I segni dei tempi!"

    RispondiElimina
  27. Ottima frase mantovano:  il Card. Martini in un un'omelia alla mia parrocchia con "pretese vocazionali singolari e/o assurde" disse: "Lo Spirito Santo Soffia dove vuole... Noi dobbiamo pregare intensamente per le vocazioni, ma non dobbiam pretendere che si verifichino proprio tra di noi o in questa o quella Parrocchia/Congregazione; o forse neghiamo a Dio la libertà di agire? Che è poi la stessa che Lui lascia a noi!"

    RispondiElimina
  28. Tutta la mia solidarietà alla comunità di S.Giacono di Cavriana. Fate vostre le parole del Beato Giovanni Paolo II: "Non abbiate paura. Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!!". Una cosa mi chiedo: ma durante tutti gli anni in cui la Diocesi di Mantova è stata retta da Mons. Caporello, tutto questo non è successo. Diverse linee guida nell'amministrare una diocesi rispetto a Mons. Busti? E di "amministrare" bisogna parlare, dato che oggigiorno i consacrati si occupano di tutt'altro tranne che della pastorale. Un mese fa annoiato dalle fiacche liturgie manovane mi sono recato a S. Giacomo (visto che la stampa ne ha tanto parlato); ho trovato una realtà a dir poco EDIFICANTE: fedeli, coro, una chiesa conservata come la migliore delle case. Un piccolo gioiello. La liturgia chiaramente senza PRETE è iniziata con la recita del Santo Rosario, terminato  poi col canto delle litanie in latino. Si è svolta poi la liturgia della parola. Il tutto si è officiato con grande devozione e grande spirito comunitario, cosa che, nelle Parrocchie, oggi difficilmente di trova.
    CONTINUATE PURE SENZA PRETE CHE FORSE CONSERVERETE MEGLIO LA FEDE.
    Grazie per l'accoglienza e per avermi coinvolto in una bella domenica di preghiera.

    RispondiElimina
  29. Ma che male c'era a continuare a dire la Santa messa in questa chiesetta? E poi ci si chiede perchè la gente perde la fede. Io dei preti non ho più fiducia. Dall'ambone son bravi a fare tante prediche a noi spettatori, ma loro poi che fanno? Come si comportano quotidianamente? E poi sinceramente non capisco come mai solitamente i preti ogni 7/8 anni vengono spostati da una parrocchia ad un'altra. A Cavriana mi risulta che il parroco Don Mezzani ci sia da oltre 20 anni? Spostarlo sarebbe un problema perchè uscirebbero troppi scheletri dall'armadio? Mah. Misteri della fede. Sta di fatto che se andiamo avanti di questo passo la Chiesa non sarà più credibile e come disse S. Padre Pio: " i musulmani avranno il sopravvento su di noi con l'islamismo".

    RispondiElimina
  30. Forse è giusto vi racconti cosa ho visto con i miei occhi una domenica.
    Ero con miei amici (che abitano al confine con San Giacomo di Cavriana e Giudizzolo) e di buona mattina siamo andati a correre per i campi (vivendo in città io non ne ho la possibilità) ed in attesa che i nonni di uno di questi ci preparassero la grigliata e, attirati dal suono a distesa delle 3 campane della chiesa di San Giacomo abbiamo deciso di entrare (tanto non ci saremmo fermati, visto che a messa ci andiamo poche volte l'anno). Poco dopo la copiosa scampanata la gente del luogo inizia ad affluire alla chiesetta, gli uomini fuori da quest'ultima e le donne ad accapparrarsi i primi posti proprio come avrebbe fatto la mia nonna! Poco dopo arrivano alla spicciolata i cantori che in attesa della funzione ripassano l'Inno a San Luigi Gonzaga (lo ricordo tra i pochi canti di chiesa perchè il mio don ce lo faceva cantare sempre nel mese di giugno al termine della dottrina cristina settimanale). Come si trattasse di una messa solenne hanno acceso le candele all'altare centrale, luci e poi è arrivato pure il suono dell'organo (ormani una rarità nelle nostre chiese discoteggianti). Le anziane signore presenti si son divise da (buone vicine di casa) le "Ave Maria" del rosario e le letture da fare. Ma sorpresa delle sorprese tutto inizia SENZA IL PRETE!!! La gente canta, prega, si alza e si siede ma il don è sparito! Meglio non c'è mai stato. Vedendo come questa comunità si comporta mi son detto: "se poco interessa ai preti la messa domenicale, perchè deve interessare ancor più a me?"
    Poi son uscito con un'amarezza e un senso di PRESA PER I FONDELLI, ma tutto quello che mi hanno insegnato a catechismo (da una suora molto severa che ci prospettava di bruciare tra i diavoletti) vale solo per noi poveri creduloni? O forse questa comunità stà facendo più di quanto dovuto? Andranno in paradiso? E chi li ha ridotti così ci andrà? Io non so rispondere, ma forse qualche cattolico più praticante di me si! Penso che invece di andare a Messa la notte di Natale mi recherò (se la chiesa sarà ancora aperta) li a fare una preghiera e STOP!

    RispondiElimina
  31. Sono stato a San Giacomo di Cavriana, la foto non rende omaggio alla bella Chiesetta con una stupenda statua della Madonna in Trono!
    Stati attaccati alla Vostra chiesa, Non al vostro Parroco e Vescovo che tanto prima o poi son destinati a cambiare!
    "Sic transit gloria mundi!"

    RispondiElimina
  32. Voglio dire solo questo: "Da quando hanno tolto la Messa a San Giacomo 16 aprile 2010 mia nonna ed altre sue amiche han deciso di non recarsi più a Messa, vanno solo al Rosario Autogestito della domenica, poi dicono che quando passeranno a miglior vita chiederanno spiegazione al Padrone delle Anime" E....bravo il Parroco con tutto l'enturage vario!!

    RispondiElimina
  33. Consiglio a tutti quelli che rivogliono la Santa Messa a San Giacomo di Cavriana: AUTOTASSATEVI ed offrite al prete almeno 150euro in contanti!
    Vedrete che ci sarà la fila di preti per farvi il servizio domenicale.
    Io che sono allo sportello di una banca da almeno 25anni so come sono attaccati ai soldi!!
    Ma il Vescovo è mai venuto a trovarvi? Fategli trovare un ricco offertorio!
    Le cose cambieranno.

    RispondiElimina
  34. Cavrianese indignato30 ottobre 2011 alle ore 09:47

    Concordo con Banchiere66 sul fatto di quanto i preti siano attaccati ai soldi e, anzichè essere preti, siano invece dei veri e propri imprenditori. A conferma di questo porto tutti a conoscenza di un fatto deplorevole: sul settimanale "Il Gazzettino nuovo" n. 39 del 29 ottobre 2011 a pagina 4 è stato pubblicata l'intervista, fatta anche a Temporadio, al Sindaco di Cavriana Benhur Tondini. Tale articolo porta il seguente titolo per tutti coloro che vorranno verificare la veridicità di dette affermazioni: "Benhur Tondini su eventi, opere pubbliche e sicurezza". Verso la fine dell'articolo citato si legge come il Sindaco ha fatto suo un recente appello del parroco di Cavriana: "per restaurare le campane della torre il costo previsto è di circa 40mila euro. Essendoci 4mila abitanti, bastano 10 euro per ognuno per coprire la spesa".
    Io mi domando: "Ma a che titolo il Don Dino Mezzani fa i conti in tasca alla gente di Cavriana?" Siamo sicuri poi che il lavoro sia stato svolto a regola d'arte? Non tutti questi 4mila abitanti sono credenti, praticano, offrono ecc. ecc.. A quanti interessa il suono delle campane? Ma il Parroco non ha più fiducia nella Divina Provvidenza? Forse nemmeno ci crede". Invece di fare l'imprenditore, di fare in conti in tasca agli altri, sarebbe tanto meglio che dicesse qualche rosario in più per la salvezza delle anime e forse anche per la sua.
    Forse il Dino Mezzani (ed a questo punto non a caso ho omesso il Don...) non ha presente di quante famiglie a Cavriana versino in stato di povertà, siano rimaste senza un lavoro, abbiano un mutuo da pagare e debiti da saldare. Ogni famiglia allora dovrebbe, anche per il tramite del Sindaco, chiedere agli altri di autotassarsi per estinguere i propri debiti? Io sono indignato e penso che la Chiesa oggigiorno debba pensare a ben altre cose; è pur vero che il suono delle campane può essere utile ma i lavori si fanno quando si hanno i soldi.
    Domanda:" Come mai la piccola comunità di S. Giacomo, oggetto di tante polemiche, e composta da solo 150 anime circa, per la festa del Decennale ha affrontato tutte le spese, tra cui le campane, senza chiedere un euro e nessun altro cavrianese?....." Tralasciando poi tutte le altre opere di mantenimento della Chiesetta ed offerte fatte in beneficenza. Allora forse invece di chiamarli "COMPAGNI DI MERENDE" sarebbe utile definirli "COMPAGNI DI FEDE".
    CHE OGNUGNO RIFLETTA!!!!!

    RispondiElimina
  35. Bel momento è stato quello della celebrazione della Giornata del Ringraziamento nella chiesetta di San Giacomo di Cavriana!
    Avendo detto la Santa Messa avete fatto felici molte persone...ci vorrebbe così poco!!!
    Erano presenti tante persone (97 al termine della Messa) e non i 4-5 che qualcuno sulla stampa locale andava vociferando e tanti trattori per la Benedizione!
    Bravo pure il coro! Bello il repertorio della Tradizone!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Veramente bello il momento di preghiera-riflessione che avete proposto dal titolo "Auguri in Musica", che c'è di più bello che scambiarsi gli auguri con i brani dell'Evangelo e di sentire i bei canti della Tradizione.
      La chiesetta è tenuta divinamente!
      Bravi!
      Continuate!

      Elimina
  36. Solennità del Natale di Nostro Signore A.D. 2012
    Nell'anno della fede voluto da Sua Santità Benedetto XVI è stato particolarmente significativo sentire risuonare nella Notte Santa nella Chiesa di S.Teresa in Mantova le note del Credo III che uniscono i cattolici di ogni longitudine e latitudine, vicini e lontani. Si sa che siete venuti in città a Mantova perchè persiste la volontà dei prelati a non concedervi la celebrazione Eucaristica. Continuate a custodire gelosamente e con amore la vostra fede e la Vostra bella chiesetta e solo questo basterà a far enormemente VERGOGNARE chi vi ha privato della Celebrazione Eucaristica.
    Fraternamente in Cristo.

    RispondiElimina
  37. Alla Comunità di San Giacomo di Cavriana.
    Complimenti vivissimi per come avete preparato la bella chiesetta e per l'opportunità che ci avete dato la sera del 30 dicembre con il momento di Preghiera e Canto dal tema :"Auguri in musica!"
    Abbiamo riascoltato i BEI CANTI della Tradizione CATTOLICA che spesso non si sentono più!
    Bravi i Cantori.
    Chiesa gremita.
    Ottimo Successo.
    Ad maiorem Dei gloriam!!

    RispondiElimina
  38. Articolo pubblicato su "Gazzetta di Mantova" del 8/1/2013
    Spariscono elemosine e panettoni
    Cavriana. Il parroco accusa una famiglia che si ribella: siamo poveri, non ladri.

    CAVRIANA. Sono poveri e malati. Vivono in due con poche centinaia di euro al mese in un appartamentino del Comune di Cavriana e ora si trovano anche macchiati da un’accusa di furto. Giurano di essere innocenti, Simonetta e Luigi, 46 anni lei e 53 lui, ma quello che li fa soffrire di più è che a puntare il dito contro di loro sia un sacerdote, don Dino Mezzani, il parroco di Cavriana.
    «Siamo stati chiamati anche dai carabinieri – racconta Simonetta, con voce e energie rosicchiate da una leucemia fulminante – ci hanno detto che ci sono testimoni e perfino le riprese delle telecamere. Ma non ce le hanno fatte vedere. Noi non abbiamo rubato niente».
    L’indagine in corso deve trovare il colpevole di un furto messo a segno in chiesa nei giorni precedenti il Natale. Bottino: due panettoni e un piccolo gruzzolo, parte delle offerte dei fedeli parrocchiani di don Dino. «C’era stata una festa in parrocchia, e alla fine è stato il parroco a dire che nella stanza a fianco c’erano dei panettoni a disposizione di chi li desiderava. E noi ne abbiamo presi due. Viviamo con 500 euro al mese, 250 della mia pensione di invalidità e 240 della borsa lavoro di mio marito. Non possiamo permetterci niente: con quelli volevamo fatto Natale. E poi ce l’aveva detto lui. Comunque li abbiamo anche restituiti».
    Ma i soldi, giurano, non li hanno presi. E si sentono perseguitati: «Ormai per tutto quello che succede in paese viene data la colpa a noi. Facciamo i salti mortali per tirare avanti, io non posso più lavorare perché faccio fatica a stare in piedi e mio marito guadagna pochissimo. Di affitto per la casa paghiamo 24 euro al mese, ma poi ci sono le bollette. Riusciamo a mangiare soltanto una volta al giorno. Per questo paese siamo un peso, ci dicono che dovremmo tornarcene a casa nostra, a Valeggio. E a noi piacerebbe tornare a casa, ma non ne abbiamo la possibilità. Un prete dovrebbe aiutarci più degli altri, invece lui paga l’affitto agli stranieri e con noi arriva al punto di accusarci di furto». (r.c.)

    Ritengo che ogni commento nei confronti del Parroco Sig. Mezzani sia superfluo. I fatti parlano da soli.... Complimenti per la Sua carità cristiana Sig. Mezzani!!!!!!

    RispondiElimina
  39. Bello l'appuntamento Auguri in Musica!!
    Bravi veramente!!

    RispondiElimina
  40. Ma perchè mancano almeno 2/3 dei post pubblicati relativi a questo argomento?
    Speriamo non sia stato fatto ostruzionismo da parte degli "uomini di chiesa" e che presto ritorni tutto come prima!

    RispondiElimina
  41. Sua Santità Papa Francesco ha detto che è dovere dei preti assicurare la celebrazione eucaristica tanto che anche lui da arcivescovo arrivava a celebrare a domenica 9 messe in un giorno, muovendosi con i mezzi pubblici e con ogni difficiltà presenti nella terra nella quale si trovava. I preti mantovani che hanno auto, lussi ed ogni genere di comodità, che vivono in canoniche che sembrano palazzi, come mai non si degnano di venire nella chiesetta di S.Giacomo a celebrare l'UNICA santa messa domenicale che da anni rivendicate? Passi la disubbienza al Papa Emerito Benedetto XVI, ma ora disubbiditi pure a Francesco ed avete il coraggio di invitarlo a Mantova?

    RispondiElimina
  42. Bravi siete stati sabato 23 alla Messa Solenne nella chiesa dei padri Carmelitani a Mantova da voi animata! Belli i canti che contraddistinguono la nostra tradizione cristiana e questo sacro periodo liturgico!
    Ha fatto riflettere quando vi si è visti arrivare con una cesta d'ulivo che poi ci avete spiegato serve per portarla alle persone anziane che non hanno potuto allontanarsi da San Giacomo!
    Bello è stato notare come il vostro prete non vi abbia benedetto l'ulivo e come una collaboratrice della chiesa vi abbia donato un bel rametto con tanto di colomba disegnata a mano! Vedete Dio non si dimentica di voi!
    Ci vediamo sabato alla Solenne Veglia Pasquale, almeno sarà un'occasione per sentire buona musica!
    Buona settimana Santa!
    dott.ssa M. G. B.

    RispondiElimina
  43. Dal discorso ai Sigg. Cardinali ( intervento del card. Bergoglio)
    " Noi preti dobbiamo essere, stare e vivere con la gente e per la gente! Solo così testimonieremo Cristo morto e gloriosamente risorto! Dobbiamo far percepire che il cristianesimo non è arrivismo, ma è ricerca di Dio, che si perpetua con la Celebrazione Eucaristica e produce pace, gioia, serenità, conversioni spontanee e necessità di testimoniare agli altri con la fede e con le opere!" [ ... ] "Noi uomini di chiesa non dobbiamo restare distanti dalla gente o creare fratture tra loro. ritorniamo nelle periferie anche della vecchia Europa, riapriamo le CHIESE CHIUSE e dimostriamo che Dio non si è dimenticato di nessuno! Come ci insegno San Luigi Gonzaga, costruiamo il tanto di tutti col poco e con i carismi di ciascuno! Se necessario celebriamo nelle case private, ma celebriamo!"... (Osservatore Romano) E a San Giacomo non sono Cristiani? E i preti che hanno deciso ciò? Concordo con l'intervento del 17-03, invitiamo il Papa a Mantova non per inaugurare Sant'Andrea, ma per far vedere che la fede è viva!
    Prego per voi e diffondo la Vostra penosa ma toccante storia! Presto sarete su due miei settimanali cattolici!

    RispondiElimina
  44. Buona Pasqua Amici Cristiani!
    Pare che la predica di Papa Francesco della Messa Crismale sia stata scritta proprio per voi!
    Ai sacerdoti ha detto: " Aprite le chiese e andate a celebrare da chi ve lo chiede con cuore sincero! Non siete imprenditori, pensate prima alla Chiesa di Dio che è fatta di pietre vive e vedrete che la ricompensa del Padre non mancherà anche sulle necessità materiali!"
    [...] "Uscite dalle sacrestie polverose e riportate la gente in chiesa e fatevi perdonare per i torti a loro arrecati!"

    RispondiElimina
  45. Gazzetta di Mantova del 30 Marzo 2012
    "Anche l'elemosina in crisi: le offerte sono calate del trenta per cento Un tintinnare di rame: elemosina al risparmio"
    Forse ci si è dimenticati che è il Vangelo a dirci che non importa quanto si da ma con che cuore il gesto viene fatto, al resto ci pensa poi la divina Provvidenza, o è PASSATA DI MODA?
    Ci si preoccupa sostanzialmente come la crisi abbia inciso sull'obolo domenicale e su come i reverendi parroci facciano di tutto per far quadrare i conti! Chi contiene le spese, chi vende oro e chi si rivolge a Roma! Ma lo stato della fede? A quanti importa? La Gazzetta dice che la crisi "dei cristiani" tocca poco le altre religioni presenti a Mantova e noi ancora a discutere sul fatto di chiudere chiese e di stare lontano dalla gente?
    E a San Giacomo la chiesa si autofinanzia e continua ad andare avanti anche nonostante la crisi economica e di valori morali spesso voluta dagli stessi integerrimi "uomini di chiesa!"

    RispondiElimina
  46. Ma tu pensi che al Sig. Busti di Mantova ed al Sig. Mezzani di Cavriana interessino le parole pronunciate dal Papa? Questi hanno la faccia di bronzo e non ci pensano neanche di celebrare una messa in più. Sai che sforzo? In miniera dovrebbero andare a lavorare per capire cosa significa sudarsi la pagnotta quotidiana... Sono solo bravi invece a fare gli imprenditori ed a gestire la Chiesa Mantovana come fosse una società di capitali con scopo di lucro....

    RispondiElimina
  47. Come volevasi dimostrare ecco la verità pubblicata sulla Gazzetta di Mantova del 30 marzo 2012: il vescovo di Mantova Sig. Roberto si preoccupa della crisi delle offerte... solo un tintinnare di rame.... E cosa pretende? Di torvare pezzi di carta da 500 euro? Questo dimostra come sia, ancor prima di un pastore e vescovo, un IMPRENDITORE.... Un bel coraggio ad invitare il Papa a Mantova. Sarebbe bene che si dimetta con umiltà e saggezza.... l'investitura di Vescovo non fa per lui

    RispondiElimina
  48. Facciamo chiarezza (almeno tentiamoci) Parte prima:

    Il sacrificio eucaristico, memoriale della morte e della risurrezione del Signore, nel quale si perpetua nei secoli il sacrificio della Croce, è culmine e fonte di tutto il culto e della vita cristiana, mediante il quale è significata e prodotta l'unità del popolo di Dio e si compie l'edificazione del Corpo di Cristo. Gli altri sacramenti infatti e tutte le opere di apostolato sono strettamente uniti alla santissima eucaristia e ad essa sono ordinati (c. 897).
    I fedeli che danno l'offerta perché la messa venga celebrata secondo la loro intenzione, contribuiscono al bene della Chiesa, e mediante tale offerta partecipano della sua sollecitudine per il sostentamento dei ministri e delle opere (c. 946; cfr. Paolo VI, Firma in traditione, 13 giugno 1974).
    Due allusioni nel Nuovo Testamento al " primo giorno della settimana " (Atti 20, 79; 1 Cor 16, 1-2) cioè alla nostra domenica, e una " al giorno del Signore " (Atti 1, 10), permettono di concludere con seria probabilità che i cristiani avevano già l'abitudine di santificare questo giorno (239). Non sappiamo, invece, se per loro questo giorno era un " giorno di riposo ", cioè se la domenica avesse preso il posto del sabato giudaico, come spesso si ripete (240), La riunione o l'assemblea dei cristiani in quel giorno è strettamente connessa con la celebrazione eucaristica (Atti 20, 7; 1 Cor 16, 1-2). Dalla domenica alle feste il legame procedette da sé. Da principio la domenica era come si è dimostrato la celebrazione settimanale della festa per eccellenza, la Risurrezione del Signore. A questo titolo la domenica era, a modo suo, una festa. Il precetto festivo si rende evidente da sé quando si motiva bene l'obbligo della Messa: e ciò è importantissimo. (segue la seconda...)

    RispondiElimina
  49. (parte seconda):

    L'argomento primo è tratto dalla necessità di rendere a Dio un culto pubblico: l'Eucaristia è, infatti, il centro e la sommità del culto cristiano (244).
    Il precetto di santificate le feste è dunque di diritto naturale, in quanto esige che vi sia uno spazio di tempo, in cui si dia a Dio il culto pubblico.
    È di diritto divino positivo, in quanto comanda una qualche partecipazione al sacrificio della nuova Legge. È di diritto ecclesiastico, in quanto indica il tempo (dal pomeriggio del sabato a tutta la domenica o la festa) e il modo con cui si deve compiere tale assistenza al sacrificio.
    Stante le ragioni teologiche esposte, che dovrebbero ben suscitare nel fedele il desiderio, se non il bisogno di esercitare il proprio sacerdozio comune, partecipando alla celebrazione eucaristica, è chiaro che bisognerà suscitare in lui una coscienza necessitante di soddisfare il precetto meglio che può, quando può o, almeno come può, senza minimismi morali o casistiche estroverse. Dirgli, ad es. che, se non può la domenica, ma in loco si può soddisfare anche il sabato, egli non è tenuto, è un po' togliergli l'incentivo alla santificazione della festa. Anche se questo ragionamento potrebbe essere valido da un punto di vista meramente giuridico, non è valido sotto l'aspetto teologico. Lo stesso dicasi quando si paragona la messa festiva di precetto alla messa feriale di tipo “votivo” (cioè quando la solennità o la festa cade fra settimana) a carattere devozionale. NON sono la stessa cosa: è di domenica che si celebra Cristo salvatore morto, Risorto e Asceso al cielo. Qui il Cristiano non può transigere! " Presbyterorum ordinis".

    RispondiElimina
  50. In una società sempre più secolarizzata dove anche gli stessi preti (per tenore di vita, per loro scelte manageriali, per poca convinzione e per mille altri motivi che per decoro non intendo citare) fanno palesemente notare che la Vocazione al sacerdozio diventa sempre più un Fare e sempre meno un Essere voi ci state indicando la strada maestra non demordendo dal vostro NOBILE INTENTO di riavere la Santa Messa Domenicale e di mantenere vive quelle tradizioni che da sempre hanno caratterizzato la Vostra Comunità. Da OGGI nella nostra comunità sarà sempre presente l'intenzione "pro-messa a San Giacomo e pro-conversione di chi vi ostacola" al fine di far trionfare il bene sopra tutto e sopra tutti! Che cessino invidia, rabbia e bigotteria nei vostri confronti e gli tessi prelati aprano il cuore e dimostrino di credere nel loro mandato sia con LA FEDE CHE CON LE OPERE (ricordate ancora San Paolo?)
    M.M. madre superiora

    RispondiElimina
  51. Bhe adesso che si avvicina la Vostra festa Patronale (il 1 maggio se non sbaglio e poi la Madonna del Carmelo in luglio) il vostro amato parroco sarà contento di avere la coscienza pulita venendo a celebrare una delle 3 messe garantite durante un anno liturgico! E se a lui dassero lo stipendio solo 3 volte all'anno sarebbe contento? Predicano tanto di andare in chiesa e poi le chiudono...mah! E poi si parla tanto di obbedienza al vescovo, ma a Papa Francesco che in una nota della scorsa setimana dice di voler addirittura riaprire le cappelle delle chiese autostradali e di celebrare dove un numero minimo di 20-20 persone lo richiedano? Non demordete perchè i preti stanno aspettando che vi stufiate ( e i preti cambiano ma i valori no!) ...ma si vede che i lasciti e le donazioni fatte alla parrocchia per il sostentamento della nostra chiesetta se li sono già spesi (meglio non dire come) o dimenicate.... che sia il caso di iniziare a pretendere in maniera più seria? Non è bastato il polverne che è stato sollevato? Bhe basta continuare che altre persone sono interessate alla questione......

    RispondiElimina
  52. Congratulazioni vivissime alla Schola Cantorum di S.Giacomo che oggi, domenica 21 aprile, ha festeggiato il 4° anno della propria fondazione/costituzione. Sono rimasta commossa nel vedere "in primis" la Vostra bellissima chiesetta stracolma di gente ed addobbata a festa e mi sono stupita nel notare che a mala pena i cantori ci stavano tutti dietro l'altare. Siete proprio in tanti!! A differenza di quanto ironicamente detto a fine della messa da parte del vostro parroco Dino Mezzani, è stato d'esempio per la mia fede e per quella di molti sentire con quale convinzione avete cantato i canti della tradizione (è lo stesso Papa a dirci che "c'è bisogno di cristiani convinti e non di cristiani tiepidi"). Non prendetevela per la battuta del parroco; costui si potrà permettere di sollevare critiche solo quando nella sua Parrocchia a Cavriana avrà ricostituito il coro polifonico e questo avrà fatto un percorso almeno paragonabile al vostro. La sue parole sono esclusivamente dettate da rabbia, invidia e pochissima fede. Continuate imperterriti per la vostra strada senza mollare.

    RispondiElimina
  53. "Cantare usando ff, mf, mp, p, pp mi pare una questione del tutto irrisoria; ben più importante sarebbe dire cosa viene cantato, qual'è il compito della Schola all'interno di una Celebrazione Eucaristica e come l'assemblea recepisce tale ruolo!".
    Chi scrive è un diplomato in Organo e canto corale che spesso sente cantare i nostri amici di S. Giacomo in diverse chiese del Mantovano e Bresciano. Il mio è un elogio!! State testimoniando la carità cantando per ospedali, case di riposo, santuari, chiese povere e chiese sprovviste di coro. Non preoccupatevi di ciò che è stato detto ma come se ci trovassimo in una grande orchestra paragonate il "peso del suono" allo strumento che l'ha prodotto e trarrete da soli le vostre considerazioni. Lasciate pure che parli il vostro parroco! D'altronde prima Lutero e poi Bach ci hanno ampiamente insegnato che prima di guardare alle sottigliezze si deve guardare all'impatto educativo che la Schola ha sull'assemblea.
    M° T.D.

    RispondiElimina
  54. Lasciate perdere ciò che dice il Don Dino Mezzani. La sua è tutta invidia perchè in una comunità come la Vostra, di circa 150 persone, avete la Schola Cantorum, nella Parrocchiale invece non hanno nemmeno un coro. Avevano tentato di ricostituirlo ma alla fine tutto è naufragato. Ma avete notato ieri la sua faccia quando è arrivato in chiesa ed ha trovato più di 100 persone per la Santa Messa? Era spiazzato così come è stata spiazzante l'omelia da lui pronunciata. Non aveva alcun senso. Non curatevi ne di lui ne del Vescovo ma ricordatevi che questi soggetti sono destinati alla sostituzione e/o "messa a riposo" per raggiunti limiti di età. Sapeste come sono interessati a Roma e non solo di quanto è successo e quanto sta succedendo nella diocesi di Mantova. Nemmeno immaginate...

    RispondiElimina
  55. Ma di che vi proccupate? Di quello che dice il Mezzani o il Busti? Ma fate vostra la frase: "non ragioniam di lor, ma guarda e passa" (Virgilio a Dante, Inferno, Canto III). Sapete che si dice a Roma nei piani alti dei palazzi vaticani? Che l'Episcopato di Busti a Mantova è stato un vero disastro e fallimento. E come dargli torto... I fatti parlano da soli

    RispondiElimina
  56. La comunità di S. Giacomo di Cavriana (MN) ringrazia di cuore tutti coloro che stamane alle ore 10 si sono voluti unire alla Celebrazione Eucaristica Solenne nella Festa Patronale dei Santi Filippo e Giacomo, in modo particolare anche quelle persone che sono venute al di fuori della nostra parrocchia. Ringraziamo inoltre pubblicamente i Signori benefattori che hanno voluto donare alla nostra Chiesetta una statua del S.Cuore del 1933 e la nuova porta del campanile. A tutti voi una preghiera ed un buon augurio di inizio del mese di maggio, dedicato alla Mamma Celeste

    RispondiElimina
  57. (dall'Omelia di Papa Francesco del 05-05-2013, giornata delle confraternite)
    [cit...]
    "Le confraternite, come i cori, come i gruppi animati da fede fervente (per intenderci tutti quei cristiani NON TIEPIDI), come pure le piccole comunità sparse negli angoli più remoti della terra, sono il seme buono della nostra fede, sono il lascito di chi ci ha preceduto e a noi tocca mantenere viva la realtà che ci ha generati, senza di quella realtà siamo destinati miseramente all'oblio!"

    RispondiElimina
  58. A nome della comunità di Canedole di Roverbella (MN) che il 16 maggio 2013 alle ore 18 era presente al Santo Rosario ed alla Messa Votiva che ha visto la vostra graditissima partecipazione: GRAZIE DI VERO CUORE!!. In una chiesetta spersa tra i campi che grazie anche al vostro canto ci ha permesso di meglio gustare le bellezze del creato e la straordinaria potenza della Celebrazione Eucaristica. Di sicuro i bei canti della tradizione (peraltro ben eseguiti) e il canto solenne delle Litanie Lauretane sono giunti direttamente al cuore della Madre di Dio che noi mantovani particolarmente veneriamo come Madonna delle Grazie. A presto amici

    RispondiElimina
  59. (Dalle omelie feriali presso la Cappella della Casa di S. Marta - Papa Francesco).
    Cari amici come prima cosa intendo dirvi che mi siete venuti in mente quando ho sentito pronunciare queste parole da parte di Papa Francesco:
    1) [cit.] Voi sacerdoti non dovete essere imprenditori e tanto meno il riempitivo della vita dei cristiani (come ad esempio lo sono le agenzie di viaggi). Voi dovete essere UOMINI DI CHIESA E PER LA CHIESA che danno la propria vita per il gregge.
    2) [cit.] E voi suore non siate zitelle acide pronte a criticare e fornire sentenze ma bensì Madri amorevoli disposte all'ascolto.
    Mi pare che quanto detto dal Papa sia perfettamente inerente con quanto a voi accaduto a Cavriana.

    RispondiElimina
  60. Bella la celebrazione in Santa Teresa nella Vigilia di Pentecoste!
    Ancora una volta siete andati a cercarvi la messa per conto vostro riducendo ad una nullità coloro che vi hanno dato tale consiglio!!
    Il canto del Veni Creator è come sempre emozionante, poi stupendo anche l'inno alla Vostra Patrona!
    Non nascondo che ogni qual volta venite in città vengo a sentirvi e che conservo gelosamente quel bel foglietto che stampate a colori appositamente per ogni celebrazione, è un segno di rispetto per i fedeli e di amore per la liturgia che in molti abbiamo colto.
    Bhe, allora a presto!
    Buon Canto!

    RispondiElimina
  61. Cari Amici nella fede di San Giacomo pare proprio che la questione sollevata da Papa Francesco vi riguardi: leggete quanto contenuto e diffondete! E' la parola del Papa, o forse si intende disobbedire pure a questo?
    Grazie!
    http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/francesco-francis-francisco-25152/

    RispondiElimina
  62. Leggete questo!
    Palese contraddizione, PAROLA di PAPA FRANCESCO!
    (parte prima)

    Gesù alle volte si arrabbiava. Non con gli atei, i materialisti o i nichilisti, ma con i suoi discepoli. Succedeva quando loro, pur con retta intenzione, finivano per porsi come un “filtro” tra lui e gli altri. Come quella volta che la folla portava al Signore i bambini per farglieli benedire. I discepoli volevano impedirlo, per non far stancare Gesù. Ma lui – ha detto ieri Papa Francesco, commentando il vangelo del giorno - «si indigna», e dice: «Lasciate che vengano a me, non glielo impedite. A chi è come loro, infatti, appartiene il Regno di Dio».
    Anche ieri, con la breve omelia quotidiana nella cappella di Santa Marta, il successore di Pietro ha potuto suggerire a tutti un tratto essenziale della natura della Chiesa e dell’agire che le conviene. «Siamo tante volte controllori della fede, invece di diventare facilitatori della fede della gente» ha scandito Papa Francesco, parlando della tentazione «di impadronirci, di appropriarci un po’ del Signore». Il vescovo di Roma ha riproposto anche l’immagine forte già delineata una volta quando predicava a Buenos Aires: quella della ragazza madre che magari ha vinto la tentazione insinuata in lei da chi le suggeriva di abortire, ha avuto il coraggio di mettere al mondo il suo bambino, e poi trova ostacoli a farlo battezzare, perché non è sposata in chiesa. Con lieve umorismo, Bergoglio ha descritto anche il senso di sufficienza burocratica che aleggia in certe segreterie parrocchiali, dove i fidanzati vanno a comunicare la loro intenzione di sposarsi e si vedono proporre solo il tariffario per la prenotazione della chiesa insieme a una fredda lista di richieste per verificare la loro “idoneità” al matrimonio: «Gesù» ha detto Papa Bergoglio «ha istituito sette Sacramenti e noi con questo atteggiamento istituiamo l’ottavo: il sacramento della dogana pastorale».
    Papa Francesco non si stanca di ripeterlo: occorre tenere aperte a tutti le porte della Chiesa, lasciando cadere tutte le prassi clericali che mettono in soggezione il popolo di Dio e aumentano il senso di repulsione nei cosiddetti “lontani”. Per lui non è questione di cortesie umane: le pòse intimidatorie o supponenti, da funzionari del sacro che si avvertono in certi preti o in certi “cattolici impegnati” secondo Bergoglio finiscono per far velo al lavoro della grazia e manifestano una concezione proprietaria della Chiesa, tradendone la natura e la missione e favorendo i processi di decristianizzazione.

    RispondiElimina
  63. (parte seconda)

    Negli anni del suo ministero episcopale in Argentina, la prassi pastorale di tutta la regione di Buenos Aires aveva tradotto in disposizioni concrete la sollecitudine a approfittare di ogni occasione di apertura e di contatto con quelli che non partecipano in modo abituale alla vita delle comunità cristiane. Soprattutto di quelli che si avvicinano solo per chiedere i sacramenti per sé o per i propri figli. Ad esempio bisognava evitare – così disposero Bergoglio e i vescovi della sua metropolìa – di vincolare l’amministrazione dei battesimi alla richiesta di pre-requisiti di ordine canonico o morale da parte dei genitori richiedenti. «Non può essere negato il battesimo ai figli di ragazze madri, di coppie unite dal solo vincolo civile, ai figli dei divorziati con un nuovo legame o di persone allontanatesi dalla pratica della vita cristiana» era scritto in un vademecum dei vescovi della regione ecclesiastica bonaerense ripubblicato nel 2009.
    Oggi, le sollecitazioni apostoliche del Papa argentino sul punto delicato e nevralgico dei rapporti tra le Chiese e i cosiddetti “lontani” assumono portata nuova nelle società secolarizzate, Italia compresa. Capita anche a Roma che genitori vedano respinta la richiesta di battezzare i propri figli perché magari uno di loro non ha la fede e non si prende l’impegno di educarli cristianamente. Eppure anche a Roma e in Italia la richiesta dei sacramenti e la loro celebrazione rappresentano ormai l’unico contatto reale e diretto della compagine ecclesiale con le moltitudini dei miscredenti e degli “ipo-credenti”. Quelli che capitano in chiesa occasionalmente, quando c’è di mezzo un battesimo, un matrimonio, un funerale, una cresima. Le impressioni sprigionate in quel frangente – attrattive o repulsive – assumono il loro rilievo per il cammino futuro della Chiesa nella società italiana. Forse più del fatto di sapere se il monopolio dei rapporti con la politica ce l’ha il cardinal Bertone o il cardinal Bagnasco.

    Cari Amici e ora chi è nel torto? Voi o chi vi ha ingustamente e prepotentemente chiuso la chiesa?

    RispondiElimina
  64. Questo è il Papa che intende partire e/o ripartire dalle periferie e non chiudere le chiese che non originano grandi numeri! E' il Papa della gente che tanto spaventa i sacerdoti...
    Voi avevate la messa dal 1758 ed ora solo ROSAI AUTOGESTITI, continuate con la Vostra protesta a gran voce, che prima o poi... le voci a Roma arrivano o sono già arrivate!
    Voi siete d'esempio a molti!
    Contattate il Papa, ormai basta una mail, un tweet...

    RispondiElimina
  65. La Comunità di San Giacomo di Cavriana RINGRAZIA DI VERO CUORE tutti coloro che qui attestano sentimenti di vicinanza e di solidarietà, altresì ringrazia il Gestore del sito per poter permettere a molti la libertà di esprimersi liberamente evitando "censure ecclesiastiche"! Il ringraziamento si estende a tutti quanti (a vario titolo: sacerdoti, canonisti, avvocati, ecclesistici a vario titolo ed amici) ci danno un sincero sostegno e preziosi consigli nonchè diffondono ad "urbi et orbi" la nostra storia che è "storia di fede!".
    Un Ringraziamento ed una preghiera!

    RispondiElimina
  66. In una fede nella quale non ci dovrebbero essere:
    invidia, prepotenza, sopprusi,cattiverie, "acidità da parte di bigotti collaboratori dei sacerdoti", non credo che la questione sangiacomese non dovrebbe nemmeno esistere, non si fa male a chiedere una messa e non si fa nemmeno male a voler portare avanti una tradizione che è iniziata nel lontano 1758 (fonti documentabili) e se tale tradizione è basata sulla fede, sulla concordia, sul fare comunità e sul sentirsi cristiani AVANTI PURE!
    Il vero Giudice dei Giudici che e solo Dio e non il vescovo diocesano ricompenserà chi di diritto e castigherà gli altri, ne sono certa!
    Ad Maiorem Dei gloriam!

    RispondiElimina
  67. Da un intervento di Papa Benedetto XVI: [ La musica è nata col primo sogno dell’uomo era solito affermare Giuseppe Verdi, mentre il Papa San Gregorio Magno dice: “La musica, e quindi anche la sua storia, è una marcia dall’ombra al sole, dall’istinto alla coscienza, dall’indeterminato alla forma, dal sentimento all’idea concreta, da Dio all’uomo, dall’armonia infinita alla melodia infinita”, più tardi S. Agostino coglierà l’essenza di questa definizione come continuo pellegrinare alla ricerca dell’armonia perfetta ed esordirà con una delle sue più celebri affermazioni “…Perciò…Canta e Cammina!” La musica e il canto sacro fanno comunità ed è il modo più diretto di arrivare al cuore di Dio e della Santa Vergine].
    E voi fate vostre queste profetiche intuizioni ogni qual volta vi si sente cantare: " Grati all'AMORE del Padre. proclamiamo la nostra DIGNITA', noi siamo figli di Dio: siamo tempio della Santa Trinità!"
    Grazie per l'esempio.
    (Una catechista del Vicariato Urbano di Mantova città)

    RispondiElimina
  68. Un Cavrianese schifato di certi preti30 maggio 2013 alle ore 15:52

    Si riporta parte dell'intervista effettuata al Parroco di Cavriana(MN) Sig. Dino Mezzani, colui che insieme al Vescovo di Mantova ha deciso di vietare la Santa Messa domenicale presso la Chiesa di S. Giacomo, e pubblicata sul periodico di informazione amministrativa, cultura e attualità IN.COMUNE CAVRIANA mese di maggio 2013.
    Domanda della cronista Sig.ra Elena Gennari: "Dai mass-media abbiamo sentito diverse testimonianze di persone che si stanno riavvicinando alla Chiesa, proprio grazie agli umili gesti di Papa Francesco che, secondo loro, ha riportato la Chiesa stessa alla parola del Vangelo. Pure lei ha già notato qualche segno nella nostra parrocchia?"
    Risposta del Mezzani: "E' ancora troppo presto per valutare l'incidenza dei questo evento, che certamente ha portato una novità, anche per uno stile al quale non eravamo per niente abituati. Omissis.... Certo, intuisco che Papa Francesco fa sentire la Chiesa più vicina all'uomo, a quell'uomo che già il Concilio Vaticano II aveva indicato come il "luogo" privilegiato del Vangelo. Omissis...."
    Che dire? Il Dino Mezzani intuisce come Papa Francesco faccia sentire la Chiesa più vicina all'uomo ecc ecc.... Lui invece fa sentire la Chiesa molto lontana all'uomo, dato che preferisce chiudere le chiese stesse, vietare le Sante Messe ecc ecc. A quanto pare il Mezzani è un prete con le idee un pò CONFUSE...

    RispondiElimina
  69. Grazie ai componenti della Comunità di San Giacomo di Cavriana e in modo particolare alla Corale per averci fatto rivivere per la seconda volta dopo parecchi anni la Processione Eucaristica del Corpus Domini in San Gervasio a Mantova. Non è mancato niente: suono dell'organo, canti che da sempre si cantano il giorno della Processione, baldacchino e generosi uomini che lo hanno portato!
    Questo è stato il regalo più bello che poteste fare per il compleanno di mia mamma che al sentire "Noi vogliam Dio" è scoppiata in lacrime! GRAZIE! Una preghiera di vero cuore!

    RispondiElimina
  70. Salve a tutti, io che sono un'accanita lettrice di gossip cattolico propongo: "Non avete mai pensato di farne un libro" (intendo nella versione integrale del blog), io penso che più di una casa editrice potrebbe esserne interessata.
    Buona Santa Domenica.

    RispondiElimina
  71. Certo che ci abbiamo pensato. Infatti tutto il materiale viene archiviato e catalogato ed a tempo debito verrà fatto un libro. Lo stesso verrà distribuito "Urbi et Orbi"

    RispondiElimina
  72. Sono un sacerdote mantovano, scrivo per dare testimonianza ai fratelli nella fede di San Giacomo di Cavriana, per ovvi motivi non posso firmare questa mia in quanto passerei "momenti poco felici"; preferisco commentare a quanto autorevolmente scritto non con una mia opinione ma con "fonti certe!"
    1) siamo sicuri che questa rivoluzione della Diocesi di Sant'Anselmo sia la cosa migliore che si potesse fare? " Quod amplius nos delectat, secundum id operemur necesse est (S. Agostino, Expositio ad Galates 48) vale a dire "Spesso noi finiamo sempre col fare ciò che più ci piace... e non ciò che è bene!"
    2) "Chi non ricorda non può neppure pensare, il ricordo è basato sulla tradizione che si tarmanda di generazione in generazione!" (S. Agostino)
    3) Le UNITA' PASTORALI non sono Vangelo e neppure dogma di fede; "Mysteria credimus Deo rivelanti, non theologo opinanti" [H. Lennerz] (Crediamo ai misteri quando ci li rivela Dio e non quando ce li propone un teologo), poi lo stesso Papa Francesco dice: "La fede non deve avere dogane..."
    4) "L'Eucarestia è l'atto centrale e più alto della vita ecclesiale ed umana" (S. Ambrogio)
    5) Sul senso della Comunità, dello stare insieme e dei convivi:... "Il cristianesimo è nato da un convivio che si è tenuto il Giovedì Santo, l'inizio dei Miracoli a Cana di Galilea di Geù è stato ad un convivio, la transustanziazione avviene ogni volta che celebriamo l'Eucarestia, quindi in un convivio, "Se condivideremo il Pane Celeste, come possiamo non condividere il pane terreno" (Didachè).
    Mi pare che il giudizio conclusivo sia facile da trarre.
    In Cristo. Pace e Bene.

    RispondiElimina
  73. E' ora di cambiare musica caro Roberto15 giugno 2013 alle ore 15:55

    S.E. Rev.ma Mons. Giuseppe Zenti, Vescovo di Verona, ha fatto ben 90 nomine, trasferendo tutti i parroci che avevano maturato un'anzianità presso la parrocchia per più di 8 anni. E' cosi che si fa. Ogni 8 anni i preti vanno cambiati e trasferiti altrove. A Mantova invece si dorme, come al solito sugli allori... A Cavriana il parroco Dino Mezzani sono più di 20 anni che c'è. Queste cose non vanno bene per una comunità. E' necessario un turn over, cambiando parroco, collaboratori e tutta quella cerchia di "parassiti" che si approfittano in tutto e per tutto.... A buon intenditor poche parole....

    RispondiElimina
  74. Via la Santa Messa ma via pure il Santissimo... per ordine del VESCOVO.
    Sarà ricordato tra i giorni più bui della storia di S.Giacomo quando un biglietto scritto dal Don Dino Mezzani e lasciato sulla mensa dell'altare così recitava:" Sulla base dei recenti fatti avvenuti alla Pieve di Cavriana (furto e profanazione del tabernacolo), su disposisione del Vescovo ho TOLTO il Santissimo conservato nel tabernacolo,da ora si lasci spenta la lampada rossa".
    In primis questo è un atto di vergognosa viltà per i seguenti motivi:
    1) in un paese civile basato sulla comunicazione che cos'era riunire i fedeli della frazione e civilmente spiegare il gesto imposto dall'"ALTO..."?;
    2) a differenza della Pieve il nostro tabernacolo è stato stabilmente ancorato all'altar maggiore e quindi impossibile da asportare;
    3) in occasione dei recenti lavori svolti la Chiesa (per motivi di sicurezza legati alla presenza della statua della Madonna e del Santissimo, così ci spiegò lo stesso Mezzani nel 2009) è stata dotata di impianto d'allarme con relativo ponte radio (impianto interamente pagato dalla piccola comunità di San Giacomo...).
    La lampada è stata spenta sull'altare ma arde ancor più viva nei nostri cuori. Questo dimostra quanto possa interessare al Vescovo ed ai preti il riunirsi dei figli di Dio in un luogo a lui consacrato. Papa Francesco intervieni a sanare queste ingiustizie e visto che sei stato invitato a Mantova e pure a Castiglione... noi siamo sulla strada. Se ti vuoi fermare sei il BENVENUTO

    RispondiElimina
  75. Dopo lunga lettura, soprattutto degli ultimi commenti letti, mi permetto di scrivere la mia modestissima opinione sperando di non dar noia a nessuno.
    Tanti sarebbero gli spunti ai quali rispondere, se qualcuno vuole se ne potrà parlare direttamente… ma credo che uno dei tanti problemi che stanno alla base di tutto questo sia il mero “parlare”!
    @E&#39: il buon Vescovo di Verona, facendo riferimento al “consiglio” dato dal Sommo Pontefice emerito Benedetto XVI, sta tentando di sbrogliare situazioni che poteva benissimo affrontare senza appellarsi a tale “consiglio” bensì in virtù delle prerogative proprie del suo ministero episcopale! Le situazioni vanno conosciute prima di essere “sventolate” ai quattro venti. Intanto ha fatto le nomine… si vedrà come saranno accolte e in che modo attuate!
    @J.B.Fletcer: Sono fermamente convinto che la comunità di S. Giacomo non abbia bisogno di libri, tantomento di “gossip” per risolvere la sua situazione. Penso che il libro servirà privatamente ai posteri della stessa comunità per ricordare l’impegno di chi strenuamente si è mosso in favore di essa e non per il “pubblico ludibrio” delle miserie umane che stanno all’interno della Santa Madre Chiesa!
    La conoscenza di ciò che la comunità di S. Giacomo, nel suo intimo, fa e che purtroppo solo “trapela” da questi commenti sembra di poca importanza. Leggere tutto quanto sembra un bollettino “di guerra”, di tutte quelle incresciose e vergognose situazioni che si vengono a creare in tante/troppe parrocchie dove ci sono le serpi contro gli agnelli. Dove le posizioni di queste parti vengono talvolta ad invertirsi. Dove la figuraccia più terribile contro la carità si fa concreta fra le persone che si dicono cristiani cattolici romani!
    Può sembrare tutto inaffrontabile, le situazioni senza via d’uscita, le persone quasi senza coscienza… ma la comunità di S. Giacomo non ha mai smesso di sperare, di PREGARE, di cercare una soluzione. Una soluzione che può venire solo dal fare “un passo indietro” da una parte o dall’altra, perché alla luce del fatto che (come scritto in precedente post) ci sono “a vario titolo: sacerdoti, canonisti, avvocati, ecclesistici a vario titolo ed amici” e la situazione PARE immutata, si finisce solo con lo starnazzare ripetendo sempre ed inutilmente aneddoti di diverso tempo fà.
    Sarebbe doveroso per l’Ordinario diocesano fermarsi per capire ciò che non ha ancora ben chiaro, dimostrarsi figura “paterna” e non istituzionale (ad esempio dei tanti santi citati nei commenti precedenti) per trovare con la comunità di S. Giacomo una degna e cristiana soluzione, così come dovrebbe fare per tutte le comunità della sua diocesi. Il dialogo costruttivo è sintomo di grande maturità, soprattutto nella Chiesa dove ci sono tante voci e dove le divisioni si è visto hanno portato danni ovunque.
    Il “buon” papa Francesco, che di certo ha una Chiesa da risollevare, avrà di certo affrontato in passato situazioni come questa nostra mantovana, per questo conosce quale male si nasconde all’interno di queste dinamiche ecclesiali, prenderebbe di certo a cuore tutta la faccenda per cercare di risolverla… i segnali arrivano a più riprese da quanto so, anche per la comunità di S. Giacomo!!!!
    Chissà che la pausa estiva che ci aspetta sia operosa, per non continuare a dimenarsi in queste dinamiche che non fanno altro che sentir “urlare” il marcio coprendo la voce fioca del Bene che si vive e si fa dentro e fuori i figli e le figlie di Dio che operano, pregano e vivono la loro Fede a S. Giacomo!
    Invito la comunità intera e tutti coloro che si sono appassionati a questa triste vicenda di pregare per il Santo Padre e il Suo ministero Petrino; per il Vescovo di Mantova perché sappia discernere secondo la Fede e secondo il ruolo che per essa ha; per il don Mezzani che in questo periodo affronta la riabilitazione; e per la Chiesa tutta, nella quale tante comunità stanno affrontando il loro stesso problema.
    Coraggio… nunquam retrorsum!!!!

    RispondiElimina
  76. Mi permetto l'ultima puntualizzazione:
    a me pare che qui la questione sia alta ed altra, in quanto non si sta discutendo di inutili facezie (del tipo sacrista-parroco: "Quante campane suono oggi? Che casula vuole per questa celebrazione?...) ma bensì (come ben spiegato dal dott. Faverzani) dell'ESSERE Chiesa e del FARE Chiesa. Dalla Celebrazione Eucaristica nasce la Chiesa, non dimentichiamolo! Quale esempio più mirabile del a tutti noto episodio di Marta e Maria, siamo un po' tutti Marta e un po' tutti Maria ma ben ci ha spiegato Benedetto XVI, tutto sta nella proporzione in cui siamo Marta e Maria nella misura in cui una cosa la facciamo per noi stessi o la facciamo per gli altri (comunità). Questo articolo è manna per tanti perchè ha applicato l'esempio dato da Benedetto XVI e proseguito da Papa Francesco, vale a dire che i problemi della chiesa vanno pubblicamente affrontati ed assieme risolti anche con chi ci ostacola e la libertà lasciata a questo blog proprio questo sta a dimostrare! Il tempo delle catacombe è da tanto passato, come quello delle frasi retoriche e diplomatiche... dobbiamo assicurare i sacramenti ed "uscire dalle sacrestie polverose" o le nostre bellissime e gloriose chiese resteranno ARIDI MUSEI.

    RispondiElimina
  77. comunità di s.giacomo20 giugno 2013 alle ore 11:05

    Hai ragione Anonimo quando dici che l'arma del dialogo è sempre la migliore ma purtroppo nel nostro caso il dialogo ci è stato negato. Non stiamo ora qui a riproporre tutti gli articoli pubblicati sulla stampa. Preme solo ribadire, in questa sede, come lo stesso Don Dino Mezzani abbia dichiarato: "di questa storia di S.Giacomo non ne posso più. Che parlino con il Vescovo.". Il Vescovo, dal conto suo, non si è mai nemmeno degnato di venire una volta a visitare la comunità di S.Giacomo per rendersi conto di persona di certe realtà. Nell'unico colloquio avuto con alcuni rappresentanti di essa, oltre che a contraddirsi enormemente, ha ribadito che la sua decisione era quella di revocare la Santa Messa domenicale (senza tra l'altro specificarne i motivi). In più lo stesso Pastore esortava i fedeli ad andare a cercarsi la messa altrove.... Vi sembra un atteggiamento corretto da parte di un Vescovo? Inoltre ha aggiunto:"se volete continuare a rimanere nella Chiesa Mantovana queste sono le mie condizioni altrimenti...." (indicando la porta della sala ove si è tenuto il confronto). In poche parole ci ha esortato ad andarcene.
    Assicuriamo comunque la preghiera a CHIUNQUE ce la chieda, senza riserve alcune.

    RispondiElimina
  78. Concordo con anonimo Sacerdote Mantova sul fatto di affrontare pubblicamente ed assieme risolvere il problema! Ma come può essere possibile quando solo una parte (quella presente qui e orante in chiesa) è disposta a risolvere e affrontare il “problema”. A quanto ne so “l’altra parte” (Vescovo e Parroco) non se ne sta nemmeno in “sagrestie polverose” e poco tempo lo passano anche in chiese gloriose e bellissime, bensì a presenziare davanti ad una faziosa stampa e al solito circoli di persone cosiddette “impegnate”.
    Secondo lei, mi rivolgo sempre a Sacerdote Mantova, cosa dovrebbero fare in più questi nostri fratelli della comunità di San Giacomo che non abbiano già fatto? Mi pare che con l’ordinario diocesano già abbiano parlato e avuto le risposte che già conosce e che legge nel commento di “comunità di san giacomo”; con il parroco che ha dato quella paterna risposta lavandosene le mani…
    Quindi, per non perderci in parole cosa dovrebbero fare secondo lei? Perché come si dice anche dalle nostre parti, in un famoso proverbio da me ora un po’ paragrafato: fin che il medico ragiona o pensa a che malattia può essere e quale cura dare al malato, lo stesso malato fa in tempo a morire!!!!!
    Forse anche gli altri che da diverso tempo seguono questo blog credo sarebbero curiosi, in senso buono, di conoscere una positiva soluzione di questa situazione. Perché tanti, davvero tanti, anche nella gerarchia ecclesiastica sono a conoscenza di questa vicenda, vengono, leggono, ragionano (per fortuna!!!), si parlano l’un l’altro facendo commenti su commenti (non scritti qui di certo) e nessuno si prende la briga o la responsabilità di agire “pubblicamente” come dice lei per risolvere qualcosa…
    Ad ogni modo affidiamoci a San Luigi Gonzaga di cui oggi si celebrano oggi i Primi Vespri colui che mirabilmente si dedicò al servizio e ci ha detto: “Col poco di ciascuno il tanto di tutti!”
    PLUS AMARI QUAM TIMERI

    RispondiElimina
  79. Schola Cantorum di S. Giacomo23 giugno 2013 alle ore 18:22

    La Schola ringrazia calorosamente i religiosi e tutte le volontarie in servizio presso la cappella del Civico Ospedale di Montichiari (BS), per la meravigliosa ed edificante accoglienza alla Messa di ieri. A presto

    RispondiElimina
  80. Nella vita di una comunità cristiana è essenziale l'aspetto comunitario, bene ce lo insegna S.S. Benedetto XVI in questa mirabile catechesi del mercoledì, leggendola ho pensato a Voi e al Vostro caso. Buona catechesi!
    NOS AUTEM GLORIARI oportet
    in cruce Domini nostri Iesu Christi,
    in quo est salus, vita et resurrectio nostra,
    per quem salvati et liberati sumus.
    «Di null’altro mai ci glorieremo
    se non della croce di Gesù Cristo, nostro Signore:
    egli è la nostra salvezza, vita e risurrezione;
    per mezzo di lui siamo stati salvati e liberati». [MR]
    Non solo la Croce come nostra gloria, ma l’accento, fin dalla prima parola, è posto su di noi:Nos! Siamo noi ad essere come spinti ad entrare dentro questo sacrificio, ad offrire noi stessi in questo sacrificio, così da essere trasformati nella gloria luminosa del Cristo, nostra salvezza, vita e risurrezione.
    Il Noi ci indica che tutto questo non è fatto per vana gloria o per gossip ma solo per “La nostra salvezza”
    La dimensione del «Noi» caratterizza l’intera struttura dell’antifona, essendo:
    * presente in tutti e quattro i versetti dell’introito:
    • Nos all’inizio dell’introito;
    • nostri nella seconda riga, in mezzo al santo nome: Domini nostri Iesu Christi;
    • nostra alla terza riga;
    • ed infine, nella quarta riga, come soggetto del verbo sumus.
    * presente come prima parola (Nos) e ultima parola (sumus) dell’introito, a cornice dell’intero canto.
    * e ancora momento culminante sia all’acuto che al grave: è il punto melodico più grave (ce lo dimostra pure la melodia gregoriana,la prima nota di Nos) e l’apice melodico acuto dell’intero brano (su nostri).
    1. Noi è opportuno che ci gloriamo [Nos: prima parola e apice grave]
    2. nella croce del Signore nostro Gesù Cristo [nostri: apice acuto]
    3. nel quale è la salvezza, la vita e la risurrezione nostra,
    4. per il quale salvati e liberati noi siamo [sumus: ultima parola].

    Preghiamo quindi con il Salmo 66 che Dio abbia misericordia di noi e ci benedica, illumini il suo volto sopra di noi e ci riversi il suo amore, perché conosciamo sulla terra la sua via. La via è la Croce, nostra gloria: Nos autem gloriari oportet in Cruce Domini nostri Jesu Christi, in quo est salus, vita, et resurrectio nostra, per quem salvati et liberati sumus.

    RispondiElimina
  81. Comunità di San Giacomo26 luglio 2013 alle ore 09:10

    La Comunità di San Giacomo, gli amici, i partecipanti al S. Rosario (la messa non c'era)e alla cena in onore di San Giacomo Maggiore RINGRAZIANO VIVAMENTE il padre missionario che ieri sera ha con noi recitato il rosario, fervidamente cantato ed incoraggiato (sentire una persona che incoraggia e non demolisce fa sempre bene al cuore e allo spirito) tutti noi a perseverare nella fede donandoci la Benedizione finale.

    RispondiElimina
  82. Cari Amici sventurati nella fede, ieri sera dopo aver sentito il vescovo blaterare su Tele-Mantova a proposito delle unità pastorali cittadine e terminando con queste parole mi siete venuti in mente ed ora che, anche me hanno toccato sul vivo, vi capisco pienamente! Cit. “ “Bhe se la gente si sposta per i loro interessi (che ne so: fare la spesa, divertirsi e mille altre cose), se le preme la messa può benissimo adattarsi al nuovo piano pastorale della città, altrimenti vuol dire che la fede non è matura...!”
    Ah si? E la si matura togliendo chiese e parrocchie e “specializzando parrocchie”? La mia diventerà specializzata in ADORAZIONE PERPETUA, quindi il prelato pensa che da tutta la città vengano qui per fare adorazione? ILLUSO! La fede si porta agli uomini e non si toglie! Si scordi il mio 8x1000

    RispondiElimina
  83. Caro Memento ma cosa ti aspettavi da Busti? Mantova aspetta con ansia il giorno del suo compimento dei 75 anni affinchè rassegni immediatamente le proprie dimissioni... E penso che a Roma verranno tempestivamente accettate dato che stanno già pianificando il successore.... Ormai è chiaro: l'episcopato di Busti è stato un fallimento sotto tutti i punti di vista. Come negarlo? Anni da dimenticare con la speranza che il prossimo rinnovi Mantova e la sua Chiesa.

    RispondiElimina
  84. Cit. (Gazzetta di Mantova 28 luglio 2013) " Probabilmente, si legge ancora nella lettera, il vescovo è stato troppo preso da altri problemi per preoccuparsi della nostra piccola realtà locale ai confini della diocesi. E' ovvio che tutto ciò che è si creato negli anni con tanta onestà e fiducia non resterà più nulla se non un deserto istituzionale e religioso! [...] Ci mancava solo la decisione del vescovo di far morire le nostre parrocchie!"
    Mi pare che la Gazzetta bene spieghi come, cari amici di S. Giacomo, anche a noi il potente Vescovo abbia riservato lo stesso trattamento che prima aveva fatto a voi! Increduli pensavamo che la faccenda fosse stata strumentalizzata e meritasse di poco conto, ma ora che stiamo conoscendo ben bene come il pastore zelante agisce capiamo, ci rattristiamo e restiamo SCONVOLTI. Bene fate a radunarvi senza prete, "Dove due o più sono riuniti nel mio nome Io sono in mezzo a loro!" (Non ricordo bene chi abbia detto stè parole, forse...mah.. Nostro Signore??) Restiamo attaccati alla fede, alle nostre tradizioni che fanno parte integrante del nostro ESSERE e non smettiamo di combattere, perchè come dice la Bibbia: "La superbia parte a cavallo trionfante e torna lacrimante in ginocchio!" Bravi con il Vostro esempio, la vostre tenacia, il vostro Coro e le vostre Feste!
    dott. G.M.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi scuso infinitamente per gli errori di battitura, ma la rabbia, la delusione e il senso di tradimento sono veramente forti! Come qualcuno qui aveva scritto in un post che ora non si vede più: "Non c'è peggiore cosa di sentirsi tradito da una persona nella quale si ha riposto la propria fiducia!(qui ci si riferiva al vostro parroco, io alla chiesa in genere)" (cit)

      Elimina
  85. La rabbia dei mantovani è tanta, ma il problema di base è un altro: con questi atteggiamenti voluti dai "potenti", si mette a rischio la fede stessa di ogni individuo. Il mio suggerimento è che, ogni mantovano, ogni comunità ecc, scriva direttamente a Roma facendo presente quel che sta succedendo (non pensiate che dalla Città Eterna non tengano già monitorata la cosa....). Fate sentire e facciamo sentire la nostra voce e le nostre ragioni di fede. Ricordate che esistono anche i visitatori apostolici che spesso e volentieri da Roma vengono inviati nelle varie diocesi per verificare il tutto. NON ABBIATE PAURA

    RispondiElimina
  86. La comunità di San Giacomo1 agosto 2013 alle ore 15:54

    Ringraziamo di vero cuore quanti ci dimostrano a diverso titolo la loro solidarietà.

    RispondiElimina
  87. Dalle Omelie del Vescovo di Mantova S.E. Rev.ma mons. Antonio Poma
    Mi sembrano parole profetiche queste pronunciate che dopo oltre quarantanni ci hanno toccato da vicino con al "rivoluzione diocesana" operata da Busti ma chiare nel suo intento:
    "Mentre le onde del tempo si avvicinano, si succedono nel mondo le burrasche, gli errori si diffondono e tanti si staccano da Cristo luce del mondo, sentiamo che al di sopra di questo mare in procella la Chiesa continua il suo viaggio verso l'eternità e come l'arca di Noè un giorno porterà a salvezza gli uomini. Resta la Chiesa Santa! Passa il mondo, passa con tutti gli errori suoi, con tutti i suoi vizi, con tutte le sue deviazioni, ma la Chiesa resta! Si succedono gli uomini (pure quelli di chiesa e quelli che si ritengono tali), le civiltà, il progresso corre velocemente attraverso i mezzi tecnici e la Chiesa resta e resta quella sempre; animata dallo stesso spirito che è lo Spirito di Cristo. Con la stessa luce di Verità che Cristo stesso le ha dato. Con la stessa grazia che Cristo ha meritato con al sua morte, con la straordinaria potenza della celebrazione dell'eucarestia che a nessuno deve mancare, con le stesse consolazioni e le stesse speranze che le vengono dalla certezza della sua eternità (anche contro i falsi profeti e chi dice di agire per il bene della chiesa stessa), di un cielo che l'attende!"

    RispondiElimina
  88. (Continua...)
    "Amante la santa Chiesa come Cristo l'ha amata e ha dato per lei il suo sangue prezioso. Amatela quando la sentite a voi vicina, comprensiva nella persona di chi la rappresenta; quando la Chiesa viene incontro ai vostri desideri, alle vostre aspirazioni, quando i suoi ordini e le sue disposizioni incontrano il vostro gusto, i vostri desideri, il vostro indirizzo. Amate la Chiesa e amatela di più quando le disposizioni sue, gli atteggiamenti suoi, gli ordini suoi, il modo di accostarvi potesse urtare la vostra sensibilità o sembrarvi incomprensione, o disperdere le vostre aspirazioni, soffocare in qualche modo il vostro slancio. Amatela allora! Amate la Chiesa quando la vedete trionfare, amatela tanto di più, quando la sentirete incompresa, perseguitata, quando la sentite circondata dalla diffidenza, quando gli stessi uomini di chiesa allontanano da loro il gregge con cattivi esempi e le mancanze, quando vi sentite traditi e sentite a rischio la vostra fede. Amatela di più. Amatela ubbidendo e amatela combattendo perchè è cristo che ci obbliga a 'combattere la giusta battaglia' ma non a vincerla! Amatela difendendola perchè la Chiesa è Santa, anche se non siamo santi noi che la rappresentiamo ma bensì peccatori e soggetti ad errore più degli altri, la Chiesa è santa perchè è Santo Cristo che parla a noi, che agisce in noi, che perdona per mezzo nostro e benedice per le nostre mani"
    Grazie per l'esempio dato dal cardinal Poma e grazie a Voi che a San Giacomo continuate a radunarvi ogni domenica, così facendo dimostrate con le opere di amare la Chiesa di Dio perchè come ci ha mirabilmente detto papa Francesco "La catechesi la si fa prima con le opere e poi con i convegni e la dottrina!"

    RispondiElimina
  89. Dall'Udienza generale (convegno diocesano) di Papa Francesco alla Diocesi di Roma del 17 giugno 2013:
    "Vi ricordate il Vangelo delle 99 pecore e del buon Pastore? Bene, ora siamo in un epoca dove il sacerdote e quindi noi cristiani siamo restati con una pecora, ma dobbiamo andare ancora a recuperare le 99 che mancano! Ora siamo nella situazione contraria narrata dal Vangelo anche grazie agli uomini di Chiesa. Com'è facile per il sacerdote rimanere nella sua chiesa chiusa con l'unica pecora che gli rimane, la pettina e la coccola, la pecora lo ricambia del suo affetto fino a condizionarlo, quando i ruoli si invertono e la pecora fa il pastore e viceversa! Quante pecore cattoliche che fanno il parroco e quanti parroci che per riempire il tempo si dedicano ad altro (le gite, i restauri, mille gruppi...etc) ma allora siamo preti per il gregge di Dio o burattini? La gente ci chiede di stare in mezzo a loro e noi rispondiamo scappando? No Gesù non è sceso dalla Croce! La nostra preoccupazione prima della catechesi deve essere la celebrazione della messa anche ai gruppi più piccoli! Aprite le chiese, gli oratori e le vostre canoniche e le chiese ritorneranno a gremirsi!"
    cari amici di San Giacomo, come sembrano per Voi scritte queste parole... Ma voi ci date l'esempio assieme a Papa Francesco! Continuate! Non stancatevi, si stancheranno le pecore che che contro di voi soffiano!
    Grazie!

    RispondiElimina
  90. continua da prima
    "Il buon Pastore non è colui che obbliga il gregge a seguirlo, ma è colui che con l'esempio, la testimonianza e il suo essere si rende indispensabile per la vita del gregge tanto che è il gregge a seguirlo!" (Mi pare in netto contrasto con le parole di Busti: "Andate a cercare la messa dove c'è oppure vuol dire che a voi non interessa!") Il Buon Pastore non ha bisogno di collaboratori accondiscendenti che stendano il tappeto rosso ad ogni parola del pastore o ad ogni suo passo, ha bisogno di un gregge consapevole che sappia indicare il retto sentiero anche quando è il pastore stesso a perderlo! Non ha bisogno di persone arroganti che impongano il sentiero al pastore ma bensì di persone illuminate che accompagnino il Pastore nella sua opera, il buon pastore fa riscoprire ai fedeli il senso della festa cristiana, non impone un pensiero ma aiuta loro ad aprire la mente alla sola Verità che è Cristo morto,risorto, asceso che si manifesta ogni volta nella messa!" (Papa Francesco)

    RispondiElimina
  91. Mi sono appassionato pure io alla Vostra singolare ricerca e mi pare giusto dimostrarvi la mia solidarietà non tanto con le mie parole ma con quanto affermano i Sacri testi insegnato anche oggi nei seminari.
    "E' tutta la comunità, il corpo di Cristo unito al suo Capo, che celebra, le azioni liturgiche non sono azioni private ma celebrazione della chiesa tutta che è sacramento di unità! L'assemblea che celebra intorno all'altare è il popolo di Dio che cerca la sua salvezza, promessa sin dai tempi più remoti e da Gesù in Croce (Oggi stesso sarai con me in Paradiso)! La Madre Chiesa desidera ardentemente che tutti i fedeli vengano guidati a quella piena, consapevole e attiva partecipazione delle celebrazioni liturgiche, che è richiesta dalla liturgia stessa e alla quale il popolo cristiano (stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo di acquisto [1Pt 2,9; 1Pt 2,4-5]ha diritto e dovere in forza del battesimo) Così recita a chiare lettere il Sacrosanctum Concilium.
    Sin dalle origini il sacerdote fu visto nel suo rapporto alla comunità: scelto da essa, costituito per essa. "Ogni sommo sacerdote, preso fra gli uomini, viene costituito per il bene degli uomini nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati di tutti" (Eb 5,1) Al sacerdote è chiesto di essere esperto in umanità, solidale con le gioie e le sofferenze di tutti, attento e rispettoso verso ciascuno, e insieme testimone del dono ricevuto dall'alto, segno vivo del Cristo che offre la vita per i suoi e li riconcilia con Dio. (continua)

    RispondiElimina
  92. (da prima...segue...)
    Uomo di frontiera, impegnato nella continua intercessione che in unione a Cristo Capo svolge fra gli uomini e Dio, il presbitero è chiamato a vivere la propria esistenza come dono per gli altri, sfida d'amore che sovverte la logica mondana del guadagno personale e le antepone l'esigente bellezza della gratuità! Come l?apostolo, il sacerdote dovrà dire di sè: "Noi non intendiamo far da padroni sulla vostra fede; siamo invece i collaboratori della vostra gioia" (2Cor 1,24) Questo non è frutto di capacità umane ma viene da Dio nell'atto della consacrazione. Uomo di fede, per la fede, in primis ha il compito di assicurare la presenzia di Dio tra le genti con l'esempio, la predicazione ma in particolar modo la Celebrazione: curata, ordinata, partecipe e sentita! (San Pio X)
    Cari Amici, portando in aula la Vostra singolare esperienza non possiamo che esservi vicini nella preghiera e nella testimonianza della fede, augurandoci che presto l'inutile controversia sia sanata e che la Celebrazione Eucaristica Festiva (che ha un altro valore, rispetto a quella feriale)ritorni tra di Voi, le Vostre famiglie e la Vostra terra, perchè come Giovanni Paolo II ci ricorda: "Dove una comunità di raduna nel nome di Cristo, trova rinnova e rafforza le proprie radici proiettandola nell'eternità senza fine!"
    Una preghiera...ve la offriamo di tutto cuore e con gli stessi sentimenti pregate per i sacerdoti romani e diocesani.
    Sia Lodato Gesù Cristo!

    RispondiElimina
  93. Comunità di S.Giacomo1 settembre 2013 alle ore 10:57

    La Comunità tutta ringrazia per l'esemplare "lectio" sul ruolo/comportamento del Pastore illuminato. Assicuriamo, come richiesto preghiere, nella speranza che la nostra Patrona, la Beata Vergine del Monte Carmelo, che tanto invochiamo nella nostra chiesetta, converta anche "i cuori di pietra" degli uomini di Chiesa.

    RispondiElimina
  94. Mercoledì sera ero in Cattedrale ad ascoltare la relazione/prolusione del vescovo di Mantova dal titolo "Ecco la Chiesa che sogno" introdotta dalla solita e fastidiosa linea di pensiero unico (cioè o la pensate come me o aria pulita...) e cito anche quanto riportato dalla Gazzetta di Mantova oggi 13 settembre a pag 18, dove si parla di un percorso pastorale tutt'altro che facile e privo di problemi :"Nel mezzo di un mare tempestoso nel quale dobbiamo aver fiducia nella barca in cui siamo e nel suo timoniere" nel quale il monsignore parla di un Vangelo calpestato, si una formazione mancante ai bambini sin dal catechismo, di una perdita delle nostre radici cristiane, dell'esempio illuminato di Papa Francesco e di una necessità di diffondere la Parola che salva; conclude con le seguenti parole rivolte ai preti e a lui stesso " Siate pastori davanti al gregge per indicarne la strada, in mezzo per condividerne la fatica, dietro per non perdere chi ha il passo più lento ma che, forse ci può offrire qualche indicazione intelligente ed utile!" Si parla, una volta si avrebbe detto si pontifica, andando avanti per un percorso che la gente dimostra non gradire (ne sono un esempio le unità pastorali che giuridicamente non hanno alcun fondamento) e ci si permettere di trattare San Giacomo come eretici, persone "compagne di merenda" e li si priva della Santa Messa senza nemmeno essersi degnati di venirci a trovare e stare con noi, a provare solamente a condividere i valori in cui crediamo (magari pure i suoi) e che tanto ci sforziamo di tramandare ai nostri nipoti. E' lo stesso Papa Francesco che ci dice che la catechesi si fa prima con l'esempio e poi con la predicazione: un'atto di umiltà e di responsabilità nei nostri confronti anche del tipo "volete la Santa Messa, bene, io ve la concedo ma appena la chiesa si svuota butto le chiavi e vi scordate di riaprirla..." ed invece Rosario su Rosario ma forse questa è la penitenza che Dio ci chiede per la santificazione del clero!

    RispondiElimina
  95. Ma adesso che vi hanno riportato in Chiesa il santissimo sacramento avete perso la voglia di combattere per la buona causa?
    Non vi sarete lasciati comprare da una così semplice manovra studiata a tavolino per tenervi calmi....
    Riflettete ed agite come sapete ben fare.
    Si aprirà un Sinodo Diocesano e voi dove state? Tra i tanti bigotti che chinano la testa facendosi calpestare??
    Continuate a portare avanti la Vostra battaglia con la dignità dei Figli di Dio che vi caratterizza.

    RispondiElimina
  96. "Se togliete la buona musica dalle chiese farete entrare il diavolo!" (Santa Idelgarda)
    Bravi i cantori di San Giacomo che incarnano anche questa nobile e nobilitante filosofia cristiana.

    RispondiElimina
  97. Apertura del sinodo a Mantova= fallimento dell'episcopato di Roberto Busti a Mantova

    RispondiElimina
  98. Dalla Gazzetta di Mantova si apprende che un lungimirante Parroco ha cacciato i cantori da chiesa e a chi gli rende conto dei bei canti della tradizione liturgica risponde che sarà un SEMPLICE NATALE sullo stile di PAPA FRANCESCO, si metterà da parte la tradizione secolare per far largo alle più moderne chitarre ( e, "aggiungo io". si evocheranno climi da sagra del risotto mantovano)!
    A Voi, a chi Vi SOSTIENE con la preghiera, alle Vostre famiglie giunga la preghiera semplice a gradita di un sacerdote di mezza età che apprezza il Vostro modo di agire contro una prepotenza sempre più dilagante anche in campo clericale.
    Sappiate che, anche quando gli uomini di chiesa vi avranno definitivamente abbandonato, DIO MI LO FARA' perchè siete suoi FIGLI!
    Grazie per l'esempio e per il solco che avete tracciato in 3 anni!
    In Cristo.
    Auguro un Buon Santo Natale e Sereno Anno Nuovo!

    RispondiElimina
  99. In una Diocesi come la nostra (Mantova) dove i preti cacciano i cori dalle chiese preferendo la SEMPLICITA' ( e l'inutilità) delle chitarre alla Polifonia Italiana e dei Grandi Maestri Tedeschi, dove le chiese si chiudono dando origine ai supermercati della fede, dove si indice un Sinodo diocesano perchè si sono finiti gli argomenti da trattare con cognizione di causa, dove si spogliano le chiese in
    nome della modernità più laicista; GRAZIE PER L'ESEMPIO! So che è poco ma unito alla preghiera magari...certamente vi aiuterà!
    Buon Natale.
    Buon Anno Nuovo.
    Sursum Corda!!

    RispondiElimina
  100. una fedele di Santa Teresa26 dicembre 2013 alle ore 11:46

    Grazie per la bella celebrazione del 24 dicembre nella chiesa dei Padri Carmelitani in Mantova.
    Il canto gregoriano unito ai bei canti della tradizione natalizia hanno suscitato nei cuori di noi tutti lo spirito natalizio. C'è spiaciuto sapere che l'assenza della messa perdura nella Vostra comunità ma il servizio che fate per la Chiesa del Signore vi rende merito.

    RispondiElimina
  101. Sono Marcello della Diocesi di san Zeno (Verona), ogni tanto al gruppo liturgico ci appassioniamo a problemi di altre comunità perchè lo spirito cristiano ci spinge a condividere e a capire per essere preparati ad affrontare quello che un giorno (mi auguro remoto) potrebbe accadere anche a noi!
    Non vedo tutto sto problema: il mio Parroco di ben 53 anni è titolare di 5 parrocchie/comunità nel veronese e come fa, mi e vi chiederete?
    Senza aiuto alcuno dice 3 messe prefestive e 5 messe festive senza nessun aiuto, quando vediamo celebrare un altro sacerdote, siamo subito preoccupati perchè intuiamo che il don è ammalato. Messe feriali, funerali e matrimoni, sono ben sincronizzati e dopo un periodo di transizione nessuno si lamenta e anche le borgate più piccole hanno la loro messa sia festiva che feriale, certo i laici si danno molto da fare, ma mi pare il minimo: è lui a dare l'esempio del BRAVO LAVORATORE E BUON PASTORE e non ci fa mancare niente e noi lo aiutiamo in tutti i modi, quindi tutta questa questione ha senso fino a pagine due di un libro di cento pagine: TUTTO DIPENDE dalla voglia del parroco!!
    NON MOLLATE state dimostrando di essere più clericali voi del vostro clero!!
    Una Preghiera!!
    Pace e Bene per il Nuovo Anno e .. ci auguriamo TANTE MESSE nella VOSTRA CHIESA!

    RispondiElimina
  102. Altro Santo Natale SENZA LA MESSA! Ma noi eravamo nella nostra chiesetta a pregare Gesù Bambino che giaceva esposto solennemente sull'altare e Sua Madre che dall'alto della sua dorata nicchia siede in trono! Si come dicevo noi eravamo li, ma credo, anzi ne sono certa anche Dio. Mi viene in mente un'antica leggenda bresciana che dice che nelle chiese che sono deserte nelle quali nemmeno il prete si degna più di entrare vengono usate dai morti per pregare per la salvezza dei vivi, noi ancora, con ogni sforzo teniamo alle nostre radici anche se viene spesso da pensare: "se non importa agli uomini di chiesa perchè deve importare a noi?" Poi l'attaccamento ai quei semplici valori che i nostri genitori ci hanno trasmesso, il materno Volto di Maria che ci guarda dal suo Trono e ci infonde una serenità trascendente...
    La diocesi è radicalmente cambiata (in bene ed in peggio) negli ultimi 7 anni.
    La fede cattolica sta subendo duri attacchi anche a livello delle singole comunità locali, basti pensare che la nostra comunità è a pochi chilometri da una sala del regno con capienza di 3-4.000 posti, almeno 9 comunità evangeliche e 4 moschee e/o centri di preghiera...
    E le chiese son sempre più deserte...
    I e sacerdoti con il loro esempio di certo non aiutano per niente...
    Tutto cambia ma il grande Giovanni Paolo II affermo al termine del Grande giubileo del 2000: "Cristo è sempre lo stesso, ieri, oggi e sempre!"
    Confido in tempi migliori e nella riapertura della nostra chiesetta che tanto amiamo almeno finchè ci sarà gente che la frequenta ma molti sacerdoti invitano a disertarla...( w il buon esempio!) o ci dicono che la messa feriale ha la stessa validità della Festiva. (ma sappiamo che così non è).
    Gesù, Giuseppe e Maria vi affido l'anima mia e la NOSTRA CHIESETTA.

    RispondiElimina
  103. Il 6 gennaio 2014 ero presente alla manifestazione o meglio, come dai voi denominato "Auguri in musica: un' occasione per scambiarci gli auguri di buone feste e terminare il tempo di Natale". BRAVI! BRAVI! BRAVI! Chiesetta d'altri tempi (se dobbiamo proprio paragonarla al dilagante modernismo spesso eccessivo delle chiese mantovane frutto spesso di una chiara mal interpretazione del concilio), sparsa nella campagna di Guidizzolo e Cavriana, con la sua Bella Madonna in Trono, altare maggiore arredato di tutto punto con tanto di bambinello in Gloria e 12 candele accese, il canto poi, 15 persone animate di buona volontà che ci hanno fatto rivivere le parole spesso dimenticate dei bei canti della nostra tradizione che hanno segnato la nostra vita e la nostra cultura. Faccio mie le parole quando la presentatrice ha citato Giuseppe Verdi: "Non ci sarebbe più Natale senza i versi e la melodia di Tu Scendi dalle stelle e senza uscire da chiesa con animo rinnovato!",ma esaltante è stato il ricordo all'Assunta e a Pio XII quando schola e assemblea hanno mirabilmente cantato "Dell'aurora tu sorgi più bella!". Sono uscita commossa conservando nel mio cuore la gioia che un Dio fattosi Bambino porta ogni Natale nel nostro mondo. Grazie. Spero la messa possa ritornare al più presto come coronamento meritato per i vostri mirabili sacrifici.

    RispondiElimina
  104. [cit. dalla preghiera per il Sinodo della Diocesi di Mantova composta dal Vescovo Roberto]

    ...Suscita nei Sacerdoti, nei consacrati e in tutti i battezzati un sincero desiderio di conversione e di novità di vita.
    Donaci L'UMILTA' di riconoscere I MALI, I PECCATI E LE OMISSIONI, che affliggono la nostra Diocesi, ed il coraggio di rinnovare l'azione pastorale secondo le attese e le esigenze dei tempi...

    Da queste poche parole composte dallo stesso Vescovo di Mantova emerge la sofferenza della Diocesi e come il Pastore sia sempre meno seguito dal suo gregge a causa delle sue scelte poco felici ed edificanti per la Chiesa tutta.

    Fondato pertanto risulta il commento del 2 dicembre che equipara il sinodo ad un fallimento dell'episcopato del Vescovo Roberto (come ama tanto firmarsi lui stesso), a Mantova.

    RispondiElimina
  105. Inserisco di nuovo, e per la seconda volta, il mio commento!
    Bravi! Bravi! Bravi! Veramente bello è stato l'appuntamento del 6 gennaio scorso da Voi intitolato "Auguri in Musica" dove il Coro di San Giacomo ha cantato veramente bene dimostrando come amicizia, fede ed attaccamento alle tradizioni portano sempre a buoni frutti.
    La chiesetta addobbata (e gremita) come me grandi feste richiedono (e non come lo squallore dilagante di chiese mantovane sempre più spoglie), 12 candelabri accesi all'altar maggiore, Bambin Gesù in gloria con tanto di padiglione rosso tenuta davvero con tanto gusto che ti porta allo splendore del tempo di natale; i bei canti della tradizione cristiana (e non un mix di musiche moderneggianti tratte magari da colonne sonore di film o dio musica leggera che con la chiesa non centrano nulla). Mirabile è stato il riferimento a Pio XII nel canto "Dell'aurora tu sorgi più bella!" e vedere come la gente l'abbia cantato a squarciagola e taluni anche commuovendosi!
    Continuate così che ci state dando l'esempio buono!
    Un vivo plauso a tutti coloro che hanno lavorato per la riuscita di tale evento culturale-cristiano!
    A risentirvi presto!

    RispondiElimina
  106. Ma gli altri commenti precedenti a questo che fine hanno fatto? Grazie!

    RispondiElimina
  107. Concordo con quanto afferma "Cavrianese 24 Gennaio 2014". Anch'io ho avuto il piacere di assistere ad "Auguri in musica" del Coro di San Giacomo e mi sono commossa per la bravura e l'intensità interpretativa dei brani proposti. Hanno cantato col cuore, dimostrando calore umano, gioia di stare insieme e grande fede. Quando penso alla vicenda della sospensine della Messa domenicale nella chiesetta della frazione mi arrabbio assieme a loro e mi avvilisco, meglio, perdo fiducia negli "uomini di Chiesa", che dovrebbero essere i primi testimoni dei valori del messaggio evangelico. Ho insegnato ai miei figli questi valori, ma di fronte a tanta meschinità, grettezza, sete di potere, arrivismo, interesse per le cose materiali, non so dar loro torto se si allontanano dalla fede. I giovani non hanno bisogno di parole , ma di fatti concreti, di comportamenti coerenti, di buoni esempi.

    RispondiElimina
  108. Cassaintegrato cavrianese30 gennaio 2014 alle ore 18:05

    Cassaintegrato cavrianese
    Non faccio mai per abitudine i conti in tasca agli altri,stavolta voglio fare un'eccezione per il nostro carissimo parroco don Mezzani. Tre Messe la domenica, qualche matrimonio( sono in calo), meno funerali (grazie al cielo e non la vita media si é allungata), qualche visita pastorale ( per distribuire la solita busta) e altre incombenze inerenti le "dovute prestazioni di servzio". Il tutto, ovviamente, remunerato anche con i soldi dello Stato, cioè con i nostri. Visto che l'impegno del suddetto non é poi così gravoso, perchè non celebrare una Messa domenicale a San Giacomo o consentire che la celebri un altro sacerdote? La categoria sacerdotale può considerarsi fortunata: i posti di lavoro non mancano, considerata la crisi delle vocazioni. Bisognerebbe però chiedersi quali ne siano le cause.

    RispondiElimina
  109. Parole sante cassaintegrato cavrianese. Ma ti è sfuggito un piccolo particolare di Cavriana: qui non abbiamo solo un sacerdote (il Don Mezzani) ma ne abbiamo ben DUE. Ti ricordo che a Cavriana da molti anni è presente anche Don Bruno Perghem in qualità di Collaboratore residente della parrocchia di Cavriana; l'unità pastorale prevede come "figura jolly" il vicario parrocchiale di Guidizzolo come ulteriore ausilio. Inoltre spesso vengono chiamati preti foresti tra cui uno novantenne (un SANTO SACERDOTE). Tirando pertanto le somme a Cavriana ci sono 2 sacerdoti fissi, un jolly al bisogno ed un folta schiera di collaboratori che il parroco chiama a dire messa di tanto in tanto. Tutto questo per UNA sola messa feriale e TRE messe festive, Pertanto il tempo per poter celebrare una Santa Messa domenicale anche a San Giacomo ci sarebbe eccome. Perchè non si fa? Solo perchè non hanno voglia di lavorare. Ergo, fateci il piacere (voi preti), di non tuonare nelle prediche sull'importanza della messa domenicale sia per noi genitori che per i nostri figli, visto che a voi preme ancor meno di noi.
    Dulcis in fundo: se dovessi rinascere farei pure il io il prete ed avrei il lavoro e lo stipendio assicurato a vita lavorando poche ore al giorno.

    RispondiElimina
  110. Dalla Catechesi di oggi di Papa Francesco
    "Come viviamo l’Eucaristia? Quando andiamo a Messa la domenica, come la viviamo? È solo un momento di festa, è una tradizione consolidata, è un’occasione per ritrovarsi o per sentirsi a posto, oppure è qualcosa di più? Ci sono dei segnali molto concreti per capire come viviamo tutto questo, come viviamo l’Eucaristia; segnali che ci dicono se noi viviamo bene l’Eucaristia o non la viviamo tanto bene. Il primo indizio è il nostro modo di guardare e considerare gli altri. Nell’Eucaristia Cristo attua sempre nuovamente il dono di sé che ha fatto sulla Croce. Tutta la sua vita è un atto di totale condivisione di sé per amore; perciò Egli amava stare con i discepoli e con le persone che aveva modo di conoscere. Questo significava per Lui condividere i loro desideri, i loro problemi, quello che agitava la loro anima e la loro vita. [..]Ora noi, quando partecipiamo alla Santa Messa, ci ritroviamo con uomini e donne di ogni genere: giovani, anziani, bambini; poveri e benestanti; originari del posto e forestieri; accompagnati dai familiari e soli… Ma l’Eucaristia che celebro, mi porta a sentirli tutti, davvero come fratelli e sorelle? Fa crescere in me la capacità di gioire con chi gioisce e di piangere con chi piange? Mi spinge ad andare verso i poveri, i malati, gli emarginati? Mi aiuta a riconoscere in loro il volto di Gesù? Tutti noi andiamo a Messa perché amiamo Gesù e vogliamo condividere, nell’Eucaristia, la sua passione e la sua risurrezione. Ma amiamo, come vuole Gesù, quei fratelli e quelle sorelle più bisognosi? […] Mi domando, e ognuno di noi si domandi: Io che vado a Messa, come vivo questo? Mi preoccupo di aiutare, di avvicinarmi, di pregare per coloro che hanno questo problema? Oppure sono un po’ indifferente? O forse mi preoccupo di chiacchierare: Hai visto com’è vestita quella, o come com’è vestito quello? A volte si fa questo, dopo la Messa, e non si deve fare! Dobbiamo preoccuparci dei nostri fratelli e delle nostre sorelle che hanno bisogno a causa di una malattia, di un problema. […]Chiediamo a Gesù, che riceviamo nell’Eucaristia, che ci aiuti ad aiutarli. Un secondo indizio, molto importante, è la grazia di sentirsi perdonati e pronti a perdonare. A volte qualcuno chiede: «Perché si dovrebbe andare in chiesa, visto che chi partecipa abitualmente alla Santa Messa è peccatore come gli altri?». Quante volte lo abbiamo sentito! In realtà, chi celebra l’Eucaristia non lo fa perché si ritiene o vuole apparire migliore degli altri, ma proprio perché si riconosce sempre bisognoso di essere accolto e rigenerato dalla misericordia di Dio, fatta carne in Gesù Cristo. Se ognuno di noi non si sente bisognoso della misericordia di Dio, non si sente peccatore, è meglio che non vada a Messa! Noi andiamo a Messa perché siamo peccatori e vogliamo ricevere il perdono di Dio, partecipare alla redenzione di Gesù, al suo perdono. [..] Un ultimo indizio prezioso ci viene offerto dal rapporto tra la celebrazione eucaristica e la vita delle nostre comunità cristiane. Bisogna sempre tenere presente che l’Eucaristia non è qualcosa che facciamo noi; non è una nostra commemorazione di quello che Gesù ha detto e fatto. No. È proprio un’azione di Cristo! È Cristo che lì agisce, che è sull’altare. E’ un dono di Cristo, il quale si rende presente e ci raccoglie attorno a sé, per nutrirci della sua Parola e della sua vita. Questo significa che la missione e l’identità stessa della Chiesa sgorgano da lì, dall’Eucaristia, e lì sempre prendono forma. " Ed aggiungo io: "Molto di quello che è stato detto oggi in questa catechesi vi RIGUARDA da vicino perchè ho letto la vostra vicenda e mi auguro che pregando per l'EUCARESTIA DOMENICALE e in periodo di Sinodo della Diocesi di Sant'Anselmo e San Pio X possa preso tornare nella Vostra Amatachiesa come coronamento di tante parole spesso seguite da pochi fatti di uomini di chiesa!"

    RispondiElimina
  111. Terremotati di Concordia24 febbraio 2014 alle ore 15:58

    Carissimi Amici, anche se a distanza seguiamo la Vostra appassionante storia di fede e di sofferenza. A Voi che il 21 giugno 2012 (San Luigi Gonzaga, una persona testimone della carità VERA di CRISTO e mantovano come Voi) che siete venuti a trovare con ogni ben di Dio e con il nodo alla gola ci avete raccontato la Vostra storia ed assieme l'abbiamo condivisa, possa scendere la stessa generosità che a noi la Divina Provvidenza ha fatto pervenire. Noi che la chiesa l'abbiamo inagibile ci troviamo pellegrini di qua e di la, voi che la chiesa l'avete siete ingiustamente privati della Santa Messa. Ora anche noi preghiamo per Voi.
    Che il Signore ricompensi presto i Vostri sacrifici e che qualche uomo di Dio Illuminato possa soccorrere e farvi raggiungere la meta frutto delle Vostre lotte. Grazie. Preghiamo per Voi.

    RispondiElimina
  112. Padre Pio era solito dire a chi si lamentava perchè il sacerdote non riusciva a salire in tutte le chiesette sperse tra i monti e le vallate: "Ricordatevi che come Madia è Corredentrice di Salvezza così il Santo Rosario è la Messa dei poveri quando viene devotamente recitato per la mancanza di sacerdoti (fisica o di volontà)" (Dall'Epistolario)
    Visione profetica della Chiesa?
    Se si pensa che queste parole hanno più di mezzo secolo fanno rabbrividire e impongono un serio esame della chiesa tutta.

    RispondiElimina
  113. Comunità di San Giacomo8 aprile 2014 alle ore 16:52

    E gli altri post di Ringraziamento?
    Grazie per la Cortese Attenzione.

    RispondiElimina
  114. La Comunità Cristiana di San Giacomo VIVAMENTE RINGRAZIA la Ricamatrice professionista Signora Maria Rosa Monari Mazzola per aver donato alla nostra Chiesa una splendida tovaglia riccamente decorata con relativo copri-tovaglia e tutta la biancheria necessaria per la Celebrazione Eucaristica COMPLETAMENTE ricamata a mano, frutto di sapienza, maestria arte e buon gusto. A Lei il nostro GRAZIE e la nostra sincera Preghiera.

    RispondiElimina
  115. La Comunità cristiana di San Giacomo di Cavriana DI CUORE RINGRAZIA il Sig. Tridapali Giovanni per aver donato, in memoria della defunta Madre Sig.ra Marisa che nel cuore ha sempre portato questa chiesetta, un quadro dipinto a mano e risalente agli inizi del 1900 raffigurante Maria Addolorata. Alla cara Sig.ra Marisa assicuriamo un grato ricordo nella preghiera.

    RispondiElimina
  116. Dall'Epistolario di San Padre Pio da Pietrelcina: "Il mondo potrebbe anche stare senza il sole ma non senza la Santa Messa!" Queste parole che negli anni in cui il Santo le pronunciò parvero banali ora diventano terribilmente drammatiche! A Voi, cari amici di San Giacomo di Cavriana (come ci avete scritto nella vostra bella lettera) che immagino passerete un'altra Santa Pasqua senza la messa nella Vostra Cara Chiesetta, va la mia più fervida preghiera e Benedizione. Fate vostre le Parole del Santo con le stimmate e stampatevi nel cuore anche queste: "Non chiediamo al Signore di toglierci la nostra Croce quotidiana ma bensì di saperla portare tra le difficoltà di ogni dì!" e continuate a darci questa bella testimonianza di amore e di fede definibile quasi come "Martirio Bianco!"
    BUONA SETTIMANA SANTA!
    BUONA SANTA PASQUA!
    Vi benedico e celebrerò per voi e per chi vi ostacola così duramente!
    In Cristo.
    fra Giuseppe C.

    RispondiElimina
  117. Non disperate cari fratelli cristiani di S. Giacomo. I preti ed i vescovi prima o poi passano; non lasciate invece che passi la vostra fede e la vostra unione. Mantenetela salda anche nei momenti difficili e pregate la Vostra Madonna del Monte Carmelo. Nei momenti di sconforto invocatela e vedrete che che Ella rivolgerà su tutti voi il suo sguardo materno. Continuate anche a mantenere viva la Vostra Schola Cantorum, elargendo gratuitamente presso altre chiese la vostra bravura. Al parroco di Cavriana questo sicuramente darà fastidio e morirà d'invidia dato che da anni è presente presso la vostra piccola chiesetta una Schola Cantorum e non c'è invece nella Chiesa Parrocchiale. Questi sono i frutti del suo agire. Ignoratelo: non merita nulla. Un prete che veramente ha la vocazione e crede in quello che fa non si comporta così. Ne risponderà davanti a Dio, ammesso che lui creda che esista, perchè vedendo come si comporta ho i miei dubbi.

    RispondiElimina
  118. Ai cantori che con tanta dedizione hanno partecipato alla Messa cantata del Sabato delle Palme in Santa Teresa a Mantova va il mio e più accorto complimento. Ci avete fatto gustare una bella celebrazione della messa!
    Su di Voi, che mantenete viva la nostra bella tradizione corale, si riversino grazie su grazie!
    Ho conosciuto solo ora la Vostra penosa storia e mi prometto di seguirla e diffonderla!
    Buona Settimana Santa e Santa Pasqua!

    RispondiElimina
  119. Nel lungo Venerdì Santo che Vi accompagna (ed intendo la lontananza dalla Santa Messa Festiva), Voglio dimostrarvi la mia vicinanza nella sofferenza e nella preghiera!
    Buona Santa Pasqua Cari Amici!
    Grazie per l'esempio di testimonianza che offrite alla Chiesa del Risorto!
    Sia Lodato Gesù Cristo!

    RispondiElimina
  120. Carissimi fratelli della comunità cristiana di S. Giacomo: Buona Pasqua a tutti Voi. In questo giorno dove Nostro Signor Gesù Cristo ha vinto la morte Vi ricordo particolarmente. Nelle Vostra bellissima e curata chiesetta non avrete la Santa Messa ma sono certo che pregherete comunque uniti come sempre. Cristo ha trionfato e sempre trionferà

    RispondiElimina
  121. Alla cara Schola Cantorum che il prossimo 26 aprile festeggia i suoi 5 anni di intensa attività vanno i più sinceri auguri e il più grande GRAZIE da parte degli AMICI di Santa Teresa in Mantova.
    Continuate così!
    Vi aspettiamo presto!

    RispondiElimina
  122. Comunità di San Giacomo5 maggio 2014 alle ore 09:51

    Un VIVO GRAZIE A QUESTO BLOG che ieri ha dimostrato quanto sia importante la diffusione dei contenuti cattolici in internet. Ecco in sintesi quanto avvenuto a San Giacomo di Cavriana ore 10:40.
    "4 cantori del Duomo di Monaco di Baviera in gita sul lago di Garda avendo letto la nostra triste storia su QUESTO BLOG hanno deciso, per darci forza e dimostrare comunione, di passare a trovarci, fare una preghiera ed un canto alla Madonna del Carmelo. Un'esperienza di fede indimenticabile!" Grazie.

    RispondiElimina
  123. Anche se il nostro amato Parroco il giorno della nostra festa patronale (01 maggio 2014) nella solenne messa da lui officiata ci ha paragonato agli eretici di Lefebvre e ai Testimoni di Geova (senza offesa alcuna chiaramente ha detto lo stesso don) perchè alla domenica ci troviamo a recitare il Rosario e a leggere le letture festive senza recarci a messa da Lui e ci ostiniamo a chiedere la Santa Messa nella nostra amata chiesa. Noi non ci sentiamo eretici e non lo siamo,ci sentiamo UNITI alla Chiesa di Cristo Redenta dal Suo Sangue Prezioso, anche se in questo periodo storico particolare ci sentiamo traditi dal "certi uomini ecclesiastici". Confidiamo nella Divina Provvidenza che ci faccia riottenere la Santa Messa Domenicale e RINGRAZIAMO DI CUORE quanti a noi dimostrano in svariati modi vicinanza. (Compreso chi cura questo BLOG).

    RispondiElimina
  124. A chi vi offende, non rispondete con rabbia ma con le parole sante dettate dall'Evangelista Matteo (12,34) "La bocca parla dalla pienezza del cuore!"
    Non esiste frase migliore.
    Anche Gesù sulla Croce è stato offeso!
    La grandezza del Cristianesimo sta nell'essere passata dal venerdì santo prima di diventare Gloriosa!
    Prego per Voi cari!
    Laudetur Jesus Christus!

    RispondiElimina
  125. Che ci si aspetta da una società alla quale il suono delle campane da fastidio, che ritiene l'organo uno strumento da museo, che lascia vivere i sacerdoti in canoniche simili a regge e che pretende che i preti in nome di una falsa semplicità celebrino con paramenti che nemmeno in missione userebbero? Io rispondo con l'esempio di un uomo di 59 anni: sono parroco di 5 parrocchie, sabato sera Messa ore 17.30 in una e ore 20 in un'altra, domenica S. Messe da me celebrate ore 6.30, 8.30, 10, 11.30, al pomeriggio vespro e benedizione dalla prima di avvento a San Pietro alle 15, santa messa ore 17.30 e ore 20 (che nelle domeniche estive viene detta alla chiesa del Villaggio Rurale ed essendoci molti braccianti stranieri la dico in latino). E mi pare di fare solo il mio dovere!
    Prego per Voi! E Voi ditemi un'AVE MARIA. GRAZIE.

    RispondiElimina
  126. Con piacere vedo che esistono ancora i sacerdoti che credono nel ministero loro affidato. Complimenti Don Ettore. Anch'io, pur avendo perso in parte la fede per colpa di qualche sacerdote, pregherò comunque per Lei.

    RispondiElimina
  127. Grazie del Suo placet, ma come abbiamo cantato il giorno della mia ordinazione "Sacerdotes in aeternum..." e mi permetto un consiglio: preso a prestito da San Giovanni Bosco "La fede in Gesù e in Maria Ausiliatrice non si perde finchè si è in grado di comprendere quanto questa sia essenziale per la vita di ognuno, in modo particolare quando ci manca l'esempio (dall'ultimo fedele al più grande cardinale della Chiesa!". Pregherò per Lei e non dimentichi l'unica catena d'oro che unisce la terra al cielo: il SANTO ROSARIO!

    RispondiElimina
  128. Canedole di Roverbella28 maggio 2014 alle ore 16:45

    Grazie cari amici con il canto ci avete fatto tornare in mente la BELLEZZA DEL CANTO SACRO quel grande "ponte di note" che solo può unire la terra al cielo e veicolare i sentimenti più buoni (Papa Benedetto XVI), con la vostra fratellanza e il vostro servizio al momento conviviale ci avete fatto capire che il "Cristiano è colui che ha sempre il grembiule (simbolo del servizio) ai fianchi (mons. R. Carraro!" A settembre, vi aspettiamo trepidanti!

    RispondiElimina
  129. Per il Parroco di Cavriana: legga bene la testimonianza di questo suo confratello e ne faccia tesoro. Impari da queste parole cosa significa essere SACERDOTE anche se ormai il suo tempo sta per scadere. Le consiglio, per il bene di tutta la comunità mantovana, non appena compiuti i 75 anni, di attenersi scrupolosamente a quanto dettato dal canone 538 § 3 del diritto canonico: " compiuti di settantacinqueanni il Parroco è invitato a presentare la rinuncia al Vescovo diocesano....". E' un invito certo e non un obbligo, ma moralmente è comunque invitato ad ottemperare a tale disposizione legislativo-canonica.

    RispondiElimina
  130. Cari amici nella fede, anche noi siamo stati provati da critiche ed incomprensioni ma alla fine abbiamo superato il tutto grazie alla preghiera e ad uomini di buona volontà nonchè grazie al nostro Arcivescovo.
    Nella chiesa di Santa Maria del Suffragio a Trento appunto da qualche anno si celebra la Santa Messa in lingua latina e, da "pecore nere" come venivavamo considerati, oggi siamo una primizia della Chiesa di questo tempo! Dopo la nostra esperienza preghiamo per i casi difficili della chiesa e voi da oggi rientrate in questi, certo il nostro Arcivescovo ha una saggezza che lo contraddistingue, ma anche noi siamo riusciti a smussare critiche ed invidie. Ora la nostra comunità è molto più coesa, la chiesa è sempre strapiena e quello che a molti farà specie ci sono i GIOVANI che non cantano/ballano con chitarre ma pregano e sono volonterosi di recuperare la sacralità dell'eucarestia. In una zona del centro storico sempre più desolato che stava per assistere alla chiusura di una delle chiese più antiche è nata una NUOVA PRIMAVERA DI FEDE, pensate che a volte c'è la gente fino fuori! Un grazie a don Rinaldo che celebra, al nostro Arcivescovo a tutti i partecipanti senza dimenticare coro e chierichetti (che per l'occasione si sono messi ad imparare il latino!). Magari questa esperienza può servire anche al caso vostro.
    Abbiamo trovato l'indirizzo di questo sito con la Vostra situazione sul libro delle intenzioni posto all'altare del santissimo Sacramento e ci è parso giusto scrivere! Sappiamo ciò che state passando e vi auguriamo una Pasqua Liturgica! Voi non mollate e continuate così!

    RispondiElimina
  131. E...mentre a Mantova in concattedrale per la Solenne Veglia di pentecoste presieduta dal vescovo si ballava, cantava a tempo di rap (gia perchè questo ora sono molti cori) i mantovano LAMENTANO la mancanza di messe e la sempre più palpabile lontananza tra buona parte del clero e il popolo di Mantova. La gente non capiva se si fosse in concattedrale o ad un disco-music degli anni 1960.
    Fate bene cari amici di san Giacomo a tenerci alla vostra chiesa, difendete la vostra chiesa e la vostra fede con i denti!

    RispondiElimina
  132. Sono un sacerdote della Diocesi di Mantova, come potete immaginare cari fratelli nella fede, io sostengo la Vostra nobile causa. Il giorno della mia ordinazione nella Cattedrale il Vescovo mons. Antonio Poma (ora defunto) ci ha detto: "La Cattedrale, luogo nel quale le celebrazioni devono risplendere per dignità e bellezza, voi ordinandi verrete per portare il buon frutto nelle chiese parrocchiali imparando da essa e dal suo Vescovo. La cattedrale per voi con il suo vescovo e scuola e maestra..."
    Oggi alla diffusione del video :

    http://video.gelocal.it/gazzettadimantova/locale/veglia-di-pentecoste-con-rap-e-balli-in-cattedrale/30183/30222
    mi si raggela il sangue e chiedo a Voi con il Vostro coro, la Vostra buona musica e il Vostro esempio di continuare nella via maestra tracciata dalla tradizione della chiesa come state facendo!
    Prego per Voi, i Vostri cari e tutti i Vostri defunti!
    In Cristo.

    RispondiElimina
  133. La chiesa parrocchiale di Cavriana è sempre più vuota; la chiesa di Solferino, ove si reca il parroco di Cavriana per celebrare alcune messe, dopo che il Parroco è stato trasferito, è sempre più vuota... tutti scappano altrove proprio perchè non sopportano il Parroco di Cavriana. Ma io mi chiedo: non sarebbe ora di trasferirlo altrove? Come si può tenere per oltre 20 anni lo stesso parroco nella stessa parrocchia? La gente ormai è esausta e schifata... Diamo una ventata di novità e soprattutto di PULIZIA all'interno di questa parrocchia e forse tornerà a risplendere la vera FEDE.

    RispondiElimina
  134. Non disperate e non mollate, soprattutto voi fedeli di San Giacomo. Il Sig. Mezzani si brucerà due volte: la prima con le sue stesse mani su questa terra e poi brucerà in eterno all'inferno. Da come si sta comportando non si può certo dire che sia un Sacerdote. E' umanamente comprensibile che dopo tanti anni uno possa perdere la vocazione in quello che forse in passato credeva. Dato che ora non crede più in quella che è la sua missione, forse sarebbe meglio per lui che facesse un passo indietro. Forse ne uscirebbe ancora vincitore. Invece questa sua testardaggine del non voler concedere una Messa lo porterà alla distruzione interiore ed esteriore. E lui non ha ancora capito che i preti, per i Vescovi, sono solo delle pedine che usano a piacimento. Un Vescovo non rischia per colpa di un suo prete.... certo è che nessun confratello ha parole di solidarietà verso il Mezzani. Anzi, nessuno lo considera o lo considera un fallito.... Ormai la sua scheda, che pure a Roma ben conoscono, stà assumendo le sembianze della divina commedia....

    RispondiElimina
  135. E' vero che i fedeli di Cavriana e Solferino (quei pochi rimasti), non frequentano più le loro rispettive chiese. Io vado spesso alle messe al santuario del Frassino di Peschiera del Garda e posso dirvi che vi ritrovo una marea di gente da Cavriana e Solferino, proprio perchè, come loro dicono, non amano il sacerdote attuale. Verificate e vedrete che ciò che scrivo è vero.

    RispondiElimina
  136. Lucia dalla Valpolicella21 giugno 2014 alle ore 08:27

    In effetti una vera "pagliacciata" quella avvenuta durante la veglia di Pentecoste. La concattedrale dove è custodito il preziosissimo sangue di Cristo è stata trasformata in discoteca con musica rap alla Jovanotti e balletti con donne snudate.... Ma al vescovo di Mantova gli è preso un colpo alla testa? Io a Verona con Mons. Zenti queste emerite "pagliacciate" non le vedo... La Chiesa sta sprofondando proprio per colpa degli stessi uomini di Chiesa. Ed il terzo segreto di Fatima parla chiaro su questo tema. Se non torniamo indietro come stava facendo Benedetto XVI (che hanno silurato e costretto a dimettersi...), sprofonderemo nell'abisso più profondo per colpa degli stessi uomini di Chiesa ed i musulmani trionferanno. Aggrappiamoci alla corona del Santo Rosario e chiediamoci: "se Cristo dovesse tornare sulla Terra oggi, CHE DIREBBE???".

    RispondiElimina
  137. Ieri abbiamo celebrato la Solennità del Corpo e Sangue di Cristo. Ritengo più che appropriati per il Vostro Parroco Don Dino Mezzani, alcuni versetti della Prima Lettera di S.Paolo ai fratelli di Corinto: " ...dopo aver presentato il vero significato della cena del Signore, Paolo passa subito ad una severa esortazione nei confronti di coloro che mangiano il pane e bevono il calice del Signore indegnamente/in modo indegno (v. 27). Per evitare la condanna destinata a colui che mangia e beve (v. 29), è necessario sottoporsi ad un esame personale (v. 28). Solo così si potrà sfuggire al giudizio (v. 31), sia a quello storico (v. 30), che a quello escatologico (v. 32).
    Mediti caro confratello in Cristo.

    RispondiElimina
  138. Sono un sacerdote della Diocesi di Macerata...
    Rispondo, citando quanto detto dal Libro della Sapienza nell'Epistola Eccli.49 "La memoria del santo (la Celebrazione Eucaristica quindi) come musica in un banchetto di vino. " (cit. Come musica, che accompagna il vino, o anche la birra volendo, ma in ogni caso nel contesto di una grande festa, dove si mangia bene e si beve bene, e oltre a ciò si ascolta bella musica). Quindi ora come la si mette con chi via ha più volte chiamato "compagni di merende?"
    Anche il Libro della Sapienza non è più "di moda?"
    Così dice il libro della Sapienza nell’Epistola (Eccli. 49).
    Non dimentichiamo poi che la Chiesa nasce da un banchetto dove si mangiava e si beveva bene... (si legga il Gesù di Nazareth di G. Biffi).
    A Voi auguro una pronta risoluzione della vostra lunga e vergognosa questione che impone un serio esame del cuore di chi vi ha messo in tali condizioni!
    Sia lodato Gesù Cristo.
    Ps. Domani la Santa Messa delle 6.30 sarà celebrata per la Vostra causa!

    RispondiElimina
  139. Cit. (da Messainlatino) e voglio aggiungere con le parole del teologo per spiegarvi meglio cari fratelli nella fede: "Infine, abbiamo proprio bisogno di una festa per ricordare una persona?
    In realtà l’idea di fare festa appartiene profondamente al cattolicesimo; significa fermarsi dal ritmo quotidiano per celebrare, senza che ci sia necessità o utilità.
    Ma è proprio il fatto che una festa non sia necessaria, indispensabile, o utile da punto di vista produttivo, che le dà carattere di gioia e la rende veramente una festa.
    La festa non è necessaria e neanche la musica ... e neanche i monaci.
    Sì, è questo il punto importante da capire della vita monastica come la vuole San Benedetto, è una vita del tutto inutile. " Quindi l'una cosa necessaria è la CELEBRAZIONE DELLA MESSA nella quale ancora oggi Cristo si sacrifica ricordandoci quello che per noi ha compiuto e compie e ci esorta non cadere di nuovo nella tentazione del protagonismo umano, in particolar modo ciò è rivolto a noi uomini di chiesa...
    Quindi cari amici: CONTINUATE A FAR FESTA, più grande sarà la gioia e la festa di stare con Gesù e Maria quaggiù e più grande sarà la Festa nel Regno dei Cieli che vi sarete meritati! D'altro canto non è la musica stessa che chiama la Messa (che è la più alta delle celebrazioni, ma per un musicista è anche il componimento sommo) "In festo..." sostituita poi nel periodo più moderno dal termine "Missa in...).
    Sappiate che Dio e la Madonna (leggendo precedenti post) non guardano se eseguite i piani, pianissimi o i "crescendo Rossiniani" ma guarda con che animo cantate, ci dice Santa Idelgarda: "Nel canto abbiate l'animo più puro di un neonato che sta per compiere il suo primo respiro ed abbiate la convinzione del saggio morente che dice a Dio il suo Eccomi!" Tutto il resto cari amici è NULLITA'.

    RispondiElimina
  140. Con le parole dell'Inno Ave Maris Stella " Solve vincla reis, profer lumen caecis, mala nostra pelle, bona cuncta posce. Voglio esservi vicina in questo giorno che voi avete Consacrato alla Madonna del Monte Carmelo facendola titolare della Vostra Schola Cantorum.
    Buona Festa CARI AMICI CANTORI DI SAN GIACOMO!

    RispondiElimina
  141. Bravi...Ieri sera sono venuto nella Vostra bella Chiesetta (che a dire il vero nemmeno la Cattedrale di Mantova è cosi preparata con tanto buon gusto)...
    Nella passione e nella dedizione alla preparazione della chiesa, del Canto Liturgico e della numerosissima partecipazione alla Messa della Vostra seconda Patrona, la Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, esprimete quanto questa realtà sacra sia radicata nei Vostri Cuori. E' stato emozionante...ci mancava solo l'uso di una gran bella pianeta e dell'incenso e pareva di essere in una grande cattedrale ( anche per le copiose scampanate date con la stessa distanza che il Cerimoniale Episcoporum consiglia per i Pontificali)! Per non parlare dell'antica tovaglia dell'altar maggiore che è un capolavoro di antica sapienza! Questa è una testimonianza di Fede! Grazie Ormai siete entrati nel nostro umile cuore.
    Prego pure io/noi per il riottenimento della Messa.

    RispondiElimina
  142. "Chi non lotta, non ha vittoria! Chi lotta per la fede vince sempre e i tempi di Dio non sono i tempi degli uomini, quindi dobbiamo perseverare anche quando le forse sembrano scomparire!" (Chiara Lubich)
    Dopo aver letto la vostra storia questo ci è parso il commento più idoneo.
    Per Voi pregheremo e diffonderemo la vostra storia di dolore e di fede affinchè la catena di preghiera possa allungarsi ogni giorno e portare i frutti sperati!

    RispondiElimina
  143. Castiglione delle Stiviere (Mn)28 agosto 2014 alle ore 10:00

    Ebbe si scrivo dalla Patria di San Luigi Gonzaga e dalla Città dove si realizzò concretamente il sogno della Croce Rossa e lo faccio per due motivi: il primo è quello di SCUSARMI con le persone di San Giacomo di Cavriana per non aver creduto alla loro vicenda e, anzi di averli derisi (che sarà mai ho pensato chiudere una chiesetta di campagna..ecc...ecc) e il secondo è quello di dire che presto anche Castiglione delle Stiviere e limitrofi sarà devastato dal "ciclone Busti".
    Infatti nelle frazioni si parla di sospendere tutte le messe festive e di celebrare solo la vespetrina pre-festiva e alla domenica CHIESE CHIUSE, mentre in centro 2 sole messe in santuario e due sole messe in Duomo; il tutto perchè i preti non vogliono dire più di DUE MESSE FESTIVE: quindi il celebrare è paragonato ad un lavoro!
    Allora tenendo conto che: per trovare il prete si deve prendere appuntamento, idem per la benedizione della casa, quasi mai li si vedono in chiesa...tra poco prenderemo appuntamento anche per morire cristianamente? Ora vi capisco..avete fatto bene e chiedo umilmente scusa per come ho sparlato di Voi!!
    Spero che allo scadere del mandato bustiano il Papa ci mandi un vescovo come mons. Moraglia. mons. Cafarra, mons. Scola o il mantovano ne risentirà enormemente. Mantova rimpiange mons. Antonio Poma, mons. Rinaldo Dalboni, mons. Vigola, mons. Paganella...

    RispondiElimina
  144. Si veda anche:
    http://blog.messainlatino.it/2014/09/il-vescovo-di-mantova-di-fatto.html

    RispondiElimina
  145. Nulla di nuovo sotto il sole verrebbe da commentare, dopo tre anni che il parroco don Dino Mezzani ha definito “compagni di merende ed extracomunitari” gli abitanti della frazione di San Giacomo quando «si riunivamo in momenti conviviali per reperire fondi per la manutenzione della chiesa ed altre attività a scopo benefico Lui continua a mutuare questa pratica.
    Nel foglietto ,della Parrocchia di San Biagio Vescovo e martire (Cavriana MN) di Domenica 21 settembre 2014, relativo agli eventi programmati per la settimana dal 22 al 28 settembre si legge una nota: Lunedì 29 settembre: ss. Messe a Bande ore 8,30 e 19,00, tra parentesi si legge: seguita da un momento di convivialità presso Agriturismo “CANDELORA”.
    Qui non ci sono compagni di merende!!!! Il fine giustifica i mezzi!!!!!
    I fedeli di San Giacomo stanno sempre aspettando che don Mezzani si ravveda e dia il permesso di officiare la Santa messa domenicale come nel passato.

    RispondiElimina
  146. Che spettacolo deprimente ieri sera ci ha offerto il nostro amato parroco!
    Barattare la Santa Messa purchè ci si accontenti e si taccia!
    Non si deve dare fastidio nel solco di "quel disco rotto che solo NOI PRETI abbiamo ragione!"
    La nostra preghiera varrà poco ( a detta di loro che se ne intendono) ma se solo un'AVE MARIA o una nota del nostro canto giunge all'amata Madonna del Monte Carmelo e al suo Figlio Glorioso noi ne siamo contenti perchè restiamo fedeli ai principi nei quali siamo stati cresciuti e che gli stessi sacerdoti nel tempo ci hanno insegnato!
    Come ci ha detto: "I tempi sono cambiati" ma io ribadisco a ciò che stamane il mio padre spirituale mi ha detto in risposta: "Ma Cristo è sempre lo stesso: ieri, oggi e sempre!"

    RispondiElimina
  147. Ho letto la "versione rivisitata" by parroco su un noto settimanale cattolico, seguo la vostra storia e non nascondo che nel mio gruppo di preghiera spesso invito a pregare per voi e per il vs parroco.Non riesco a capire essenzialmente due cose: perchè tanto accanimento contro una comunità che chiede la messa, cosa si nasconde dietro? Non credo che concedere una messa sia tale scandalo. Secondo perchè non si pubblicano più i commenti? C'è un guasto? Ostacolando chi chiede la messa ( e se non ricordo male pure i primi cristiani erano piccole comunità...mi pare che all'inizio ci fossero dodici seguaci ed un Maestro...) si favorisce l'idea che la Chiesa sia come il centro commerciale: la cerchi, ci vai solo quando ne hai bisogno e appena non ti serve più cambi posto...mi pare che i Padri nella Fede ci abbiano insegnato diversamente.

    RispondiElimina