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lunedì 5 settembre 2011

Basilica di N.S. del Pilar (Saragozza, Spagna) Ss. Messe NO coram Deo

Ancora una volta la Madonna ha fatto la grazia!
Nella cappella di Nostra Signora del Pilar (patrona di Spagna) nell'antichissima basilica omonima di Saragozza, ogni giorno son celebrate più di una mezza dozzina di Messe, Novus Ordo, con grande popolo convenuto in pellegrinaggio al famoso Santuario per onorare la Vergine.
La particolarità è che tutte queste Messe sono celebrate ad Deum, all'altare "tradizionale", col crocifisso sul tabernacolo. Ma non è tutto. I fedeli ricevono la S. Comunione in ginocchio (alle balaustre) e in bocca.


23 commenti:

  1. Confermo. In occasione della GMG ci siamo fermati a Saragozza e ho constatato di persona.

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  2. Dai che un po' alla volta.....

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  3. Ottimo! Il buon esempio dato dal Papa si diffonde. 

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  4. Non credo che sia questione celebrazione   coram Deo o coram populo. Tutte le  problematiche  sono ben evidenziate nel " Breve esame critico" del novus ordo missae dei cardinali Ottaviani e Bacci. Tutto  il resto serve a contrabbabdare il piombo per oro. Mi fa veramente specie come regni la crassa ignoranza e basti qualche merletto, qualche candeliere ed un pò d'incenzo per far andare in deliquio tradizionalisti all'acqua di rose. Non è la forma  ma la sostanza quello che conta.

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  5. confermo pienamente!

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  6. quelle domande del B.E.C. erano legittime quarant'anni fa. Ma dopo quarant'anni in cui i pontefici romani hanno celebrato il Novus Ordo Missae e ne hanno ribadito l'ortodossia, insistere significa credere di saperne più del magistero. E sinceramente  preferisco i tradizionalisti "all'acqua di rose" a quelli "orgogliosi". 

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  7. Ma basta con 'sta storia della non ortodossia del NO, abbiamo capito che voi vorreste la restaurazione della Chiesa sic e simpliciter  come se fosse possibile cancellare di botto 50 anni di storia. La verità è che il NO, se celebrato con le dovute maniere, il giusto criterio e con fede e devozione, non solo non è inferiore ma non ha proprio nulla da invidiare al VO, nè dal punto di vista estetico, nè dei contenuti. UN NO che fa ricorso al coram Deo, al latino, al gregoriano, all'incenso, alle pianete, al canto del Vangelo, al Canone Romano e a tutto il resto è perfettamente cattolico, valido, legittimo e profondamente devoto.

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  8. Sempre e solo donne,al contrario degli ebrei e dei maomettani,per i quali la religione é più roba da uomini. Fa pensare.

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  9. La mesa in latino si faccia, ma più che la messa in latino vogliamo la messa bella benedettiana ovunque, in tutte le parrocchie. Il latinorum sussurrato va bene per i piccoli gruppi, ma non può essere e ma tornerà ad essere la norma. Una  messa col primo canone, con la ricchezza del lezionario di oggi, ricchissimo, con accorgimenti rubricali dei tempi che furono, in italiano con canti gregoriani, sarebbe un sogno.

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  10. No, ospite. E' molto importante che almeno la liturgia eucaristica si svolga in latino, come si insegna Benedetto XVI. Il latino, lingua liturgica sacra, universale e immutabile è espressione dell'unicità e della universalità della fede cattolica.

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  11. Confermo!Tornando dalla GMG mi son fermato appunto a Saragozza. Bellissima messa concelebrata da alcuni sacerdoti della mia diocesi. Aggiungo la testimonianza della partecipazione a una commovente messa con inchini e molto senso del sacro ad Avignone, cantare il Credo e il Salve Regina in latino ha unito tutti i fedeli, italiani e francesi!
    Durante tutto il viaggio ho parlato del senso del sacro sia con i sacerdoti sia con i giovani e meno giovani presenti in questo lungo pellegrinaggio (prima di arrivar a Madrid siam stati ad Avignone e Lourdes, tornando da Madrid siam stati a Saragozza e Barcellona), è un argomento molto complesso e pochi accettano di mettere in discussione la messa odierna, però gli esempi di cui parlo qui sopra e del Santo Padre hanno fatto breccia più dei miei lacunosi discorsi!Deo gratias!

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  12. .......E già che ci siamo mettiamoci anche il vecchio offertorio e togliamo" beati gli invitati alla CENA del Signore" al momento della Comunione  (in ginocchio e sulla lingua naturalmente).

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  13. Bellissimo! ci fossero preti che celebrano secondo l'esempio del Papa ma la verità è altra. Nelle diocesi l'astio e la persecuzione è fortissima e non è facile per un prete fare il suo dovere, specialmente se nel presbiterio è visto come un appestato ed allontanato manco avesse l'aids. Conosco preti che ai pranzi dei preti, solo perchè celebrano Pio V, sono lasciati da soli nel tavolo "dei bambini". 

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  14. Bellissimo! ci fossero preti che celebrano secondo l'esempio del Papa ma la verità è altra. Nelle diocesi l'astio e la persecuzione è fortissima e non è facile per un prete fare il suo dovere, specialmente se nel presbiterio è visto come un appestato ed allontanato manco avesse l'aids. Conosco preti che ai pranzi dei preti, solo perchè celebrano Pio V, sono lasciati da soli nel tavolo "dei bambini". 

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  15. Bellissimo! ci fossero preti che celebrano secondo l'esempio del Papa ma la verità è altra. Nelle diocesi l'astio e la persecuzione è fortissima e non è facile per un prete fare il suo dovere, specialmente se nel presbiterio è visto come un appestato ed allontanato manco avesse l'aids. Conosco preti che ai pranzi dei preti, solo perchè celebrano Pio V, sono lasciati da soli nel tavolo "dei bambini". 

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  16. Ma chissenefrega dell'altare orientato ad Deum, dei candelabri e delle balaustre se la Messa è quella adulterata dal Novus Ordo e la Fede è quella del Concilio! La questione di fondo è la sostanza e non la forma. O meglio, la forma è la conseguenza naturale della sostanza. Se la sostanza è l'errore e la forma è giusta il risultato è soltanto un papocchio. Qui non si tratta, purtroppo, di lente sistemazioni che possano preludere ad una totale restaurazione. L'attuale gerarchia (TUTTA!) è conciliare, salva il concilio con i suoi errori anche se ne vuol far passare i contenuti in forma minimalista, così da ingannare i conservatori. Attenzione, ragazzi, i lupi travestiti d'agnelli sono furbi. Non cadete nei loro tranelli.

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  17. A molti preti manca il coraggio del Santo Curato d'Ars. Ma è ora di finire di giustificarli. Forza, coraggio! Basta con i don Abbondio!

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  18. Le soluzioni sono diverse: ci si può alzare, pulire i sandali e andarsene ove ci si può sedere ad un tavolo "normale" da soli o in compagnia di altri sacerdoti cattolici. Oppure ci si può alzare, rovesciare il tavolo dei "bambini" e predicare la Verità sull'esempio di Gesù nel Tempio, che scacciò i mercanti con la verga e non con le carezze. Sveglia! Basta pretini gne gne!

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  19. Mi spiace contraddirla, Ospite, ma il perdurare delle celebrazioni NO non producono l'inconsistenza delle legittime obiezioni del B.E.C. Anzi, avvalorano il fatto che si persevera nell'errore! E questo, purtroppo non è parlare da orgogliosi ma utilizzare la bocca per dire "sì sì, no no". Chi ha ribadito l'ortodossia del N.O. (visti i frutti...e visto l'evangelico ammonimento "dai loro frutti li riconoscerete") che ha avuto come conseguenza l'indifferentismo, la protestantizzazione, lo svuotamento delle chiese, la drastica diminuzione delle vocazioni, la "fede fai da te" modello Lutero, era ed è veramente Cattolico? Poteva e può esserlo a fronte della disastrosa situazione attuale? Poteva e può esserlo di fronte al sincretismo ed all'apostasia dilaganti? Vogliamo davvero credere che le ambiguità dellle formule del NO rendano comunque valido e legittimo quel rito? Possiamo fare un bilancio positivo dopo 40 anni? Vogliamo paragonarlo alle santificazioni che ha prodotto il V.O.?   

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  20. Ripeto: non è umanamente possibile cancellare di botto 50 anni di storia della Chiesa. Desiderarlo è legittimo, crederlo possibile è patetico. Le cose vanno fatte un pò alla volta, un passo alla volta, come la goccia che, nei secoli, fora la pietra. Intanto apprezziamo l'elezione di Benedetto XVI, sicuramente voluta dalla Provvidenza per seminare i primi germogli di una rinascita tradizionale che è stata da lui avviata e che senz'altro dovrà proseguire e maturare dopo di lui. Apprezziamo il suo magistero liturgico, la bellezza delle sue celebrazioni, anche se NO, gustiamo i frutti di rinascita cattolica che appaiono sempre più evidenti in tutto il mondo, soprattutto tra i giovani. Preghiamo per i futuri papi, perchè sappiano cogliere e incoraggiare, promuovere i segni dei tempi e della tradizione che pian piano rinasce dalle proprie ceneri. Da un male come il concilio e la riforma liturgica, il Signore saprà ricavarne un bene, ma col tempo e con tanta pazienza.
    Per voi del circolo Christus Rex è molto comodo criticare stando al di fuori della Chiesa e guardando ad essa come spettatori esterni. E' molto più difficile starci dentro e lavorare per la sua rinascita. Grazie a Dio, la benemerita Fraternità S. Pio X, contrariamente a voi, lo ha capito e si appresta a rientrare in gran stile per operare al suo interno la rinascita della tradizione.

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  21. Noi non compromettendoci con la "chiesa conciliare" modernista minimalista ma sempre apostata e quindi scismatica, siamo perfettamente nella Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Come diceva Mons. Lefebvre, allorché rifiutò il compromesso dei protocolli d'intesa con Ratzinger nel 1988: "Noi lavoriamo per la cristianizzazione della società, voi per la scristianizzazione...non possiamo intenderci". E poi sempre ammonì chi sosteneva la bontà della cosiddetta "battaglia dal di dentro" come una "illusione puerile".

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  22. Questa istanza "tradizionalizzante" era stata portata avanti da lungo tempo: circa quattro anni fa entrando nella basilica una signora mi dette un santino (devo averlo ancora) con preghiere, suppliche e sensibilizzazione "para recibìr la Santa Comunion en rodillas": "zitti zitti, piano piano, non facciamo confusione, per la scala del balcone...".
    Ci vuol pazienza, impegno e tanta umiltà.

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