Card. Antonelli |
I brani sono da leggere con autoironia, un po' di autocritica e tanti buoni propositi. Se da un lato, come alcuni lettori osserveranno, si era maniacalmente attenti ai particolari (al colore delle calze e delle ruote delle carozze dei prelati), dall'altro si deve riconoscere che le vocazioni erano tante, i conventi ricolmi di frati "lerci" (perché dediti alla carità ai poveri ) e, per strada, le "suggestive schiere di monaci" palesavano i confortanti numeri di una Chiesa viva e feconda.
Al di là del giudizio, la Roma dell'epoca era anche queste cose.
Roberto
Da "Roma - 1842", di N. Gogol', Palermo 2005.
"Il principe... trascorse la sua prima infanzia a Roma, dove venne educato così come era in uso tra i vecchi nobili romani. Il maestro, l'istitutore, il precettore e tutto il resto si riunivano per lui in un abbate di rigida ispirazione classica, ammiratore delle lettere di Pietro Bembo, delle opere di Giovanni della Casa, e di cinque o sei canti di Dante. ... Sapeva inguainare con grande destrezza i suoi pingui polpacci in calze nere di seta, dopo avervi infilato sotto quelle di lana. Regolarmente una volta al mese si purificava aggiungendo dell'olio di ricino ad una tazza di caffè o ogni giorno e ogni ora che passavano diventava sempre più tondo, come del resto accade a tutti gli abbati. Era naturale che il giovane principe non avesse imparato granché con un simili inizio. Imparò solamente che la lingua latina era la madre dell'italiana, che in monsignori potevano essere di tre tipi: taluni con le calze nere, altri con quelle lillà e i terzi erano quasi come i cardinali." (pagg. 27-28).
"[il principe] Gradiva di più il modesto silenzio di queste vie di Roma, la particolare espressione del popolo romano, lo spettro del diciottesimo secolo che ancora si aggirava per le strade, ora nei panni di un nero abbate con tricorno, calze e scarpe nere, ora sotto le sembianze di'antica carrozza cardinalizia color porpora con gli assi, le ruote, i fregi e gli stemmi dorati. Tutto in qualche modo concordava con l'importanza di Roma: il popolo vivace che, senza fretta, andava su e giù per le strade con la cappa gettata all'indietro o il farsetto buttato sulla spalla, senza quell'espressione tirata sulla faccia che tanto l'aveva colpito sui camiciotti blu e su tutta la popolazione di Parigi. Qui persino la miseria appariva in una luca più chiara e spensierata e ignara di tormenti e lacrime, tendeva la mano con fare pittoresco e noncurante; le suggestive schiere di monaci che attraversavano le strade con lunghe tonache bianche o nere, un lercio cappuccino, rosso di capelli, che di colpo avvampava al sole divenendo color cammello; ..." (pagg. 59-60).
"Così ragionava il principe, poi rimuginò a lungo prendendo in considerazione tutti i mezzi per raggiungere il suo scopo; infine sembrò soffermarsi su uno di essi poiché si direzze immediatamante, senza alcun indugio, in una di quelle remote vie che a Roma abbondano, dove non c'è neanche un palazzo cardinalizio con esposti gli stemmi dipinti su scudi ovali di legno, dove è visibile il numero sopra ogni finestra e porta di casette anguste, dove il selciato sporgente forma una gobba, dove tra gli stranieri vi fa una capatina solo l'onnipresente pittore tedesco col seggiolino portatile e i colori..." (pag. 85)
abito ordinario |
"Il principe... trascorse la sua prima infanzia a Roma, dove venne educato così come era in uso tra i vecchi nobili romani. Il maestro, l'istitutore, il precettore e tutto il resto si riunivano per lui in un abbate di rigida ispirazione classica, ammiratore delle lettere di Pietro Bembo, delle opere di Giovanni della Casa, e di cinque o sei canti di Dante. ... Sapeva inguainare con grande destrezza i suoi pingui polpacci in calze nere di seta, dopo avervi infilato sotto quelle di lana. Regolarmente una volta al mese si purificava aggiungendo dell'olio di ricino ad una tazza di caffè o ogni giorno e ogni ora che passavano diventava sempre più tondo, come del resto accade a tutti gli abbati. Era naturale che il giovane principe non avesse imparato granché con un simili inizio. Imparò solamente che la lingua latina era la madre dell'italiana, che in monsignori potevano essere di tre tipi: taluni con le calze nere, altri con quelle lillà e i terzi erano quasi come i cardinali." (pagg. 27-28).
"[il principe] Gradiva di più il modesto silenzio di queste vie di Roma, la particolare espressione del popolo romano, lo spettro del diciottesimo secolo che ancora si aggirava per le strade, ora nei panni di un nero abbate con tricorno, calze e scarpe nere, ora sotto le sembianze di'antica carrozza cardinalizia color porpora con gli assi, le ruote, i fregi e gli stemmi dorati. Tutto in qualche modo concordava con l'importanza di Roma: il popolo vivace che, senza fretta, andava su e giù per le strade con la cappa gettata all'indietro o il farsetto buttato sulla spalla, senza quell'espressione tirata sulla faccia che tanto l'aveva colpito sui camiciotti blu e su tutta la popolazione di Parigi. Qui persino la miseria appariva in una luca più chiara e spensierata e ignara di tormenti e lacrime, tendeva la mano con fare pittoresco e noncurante; le suggestive schiere di monaci che attraversavano le strade con lunghe tonache bianche o nere, un lercio cappuccino, rosso di capelli, che di colpo avvampava al sole divenendo color cammello; ..." (pagg. 59-60).
"Così ragionava il principe, poi rimuginò a lungo prendendo in considerazione tutti i mezzi per raggiungere il suo scopo; infine sembrò soffermarsi su uno di essi poiché si direzze immediatamante, senza alcun indugio, in una di quelle remote vie che a Roma abbondano, dove non c'è neanche un palazzo cardinalizio con esposti gli stemmi dipinti su scudi ovali di legno, dove è visibile il numero sopra ogni finestra e porta di casette anguste, dove il selciato sporgente forma una gobba, dove tra gli stranieri vi fa una capatina solo l'onnipresente pittore tedesco col seggiolino portatile e i colori..." (pag. 85)
Che bello spaccato di chiesa in questo eco tridentino. La chiesa sono tre tipi di calze differenti. E' questa la chiesa che volete restaurare?
RispondiElimina<span>La pregherei di esprimere il suo disprezzo -superficiale e immotivato- nei vari siti dove verrebbe ascoltato per spirito di parte. Qui dimostra solo la faziosità del suo discorrere.
RispondiElimina</span>
Questra descrizione mi ricorda da vicino la Roma del Marchese del Grillo (il film è ambientato ai tempi di Pio VII). Lo so la pellicola è irriverente, a tratti sboccata, ma nulla intacca della solennità della figura di Pio VII (un magistale Paolo Stoppa). Perché non proporre anche questo film tra gli echi tridentini? Mi pare ne abbia pieno diritto...
RispondiEliminaMi pare che le vostre preghiere siano già state esaudite: già si vedono frati lerci in parecchi luoghi.
RispondiEliminaAnzichè parlare e sparlare che la Chiesa cominci a pagare l'ICI sulle sue attività non religiose tipo alberghi, scuole, tour operator e così via cantando. Per le messioni militari di guerr...pardon.. di pace in giro per il mondo e talvolta a difesa dei venditori di morte (droga) come in Afghanistan, non si preoccupi il Cardinale, già ci pensano gli eccelsi politici nostri a NON ritirare le missioni di guerr...pardon... di pace. Vedansi all'uopo i 15 miliardi (MILIARDI) di euro che verranno spesi per l'indispensabile acquisto di 38 aerei da guerra che sicuramente serviranno a difenderci dalle invasioni dei "barbari".
RispondiEliminaAlla facciaccia di chi non arriva a fine mese.
La sua rancorosità è pari solo alla sua spocchia. Dove mai qualcuno di noi si è stracciato le vesti per le sue ...xxx...?
RispondiEliminaPoi è veramente brava a dare del sadduceo agli altri. Nemmeno ci conosce, e vuole già giudicare la nostra fede? Una liberatoria risata ti sommergerà.
<span> Volete restaurare la chiesa che emerge dallo scritto di Gogol? Cioè volete dire che ciò che lui trova critico, sono proprio le cose che a voi piacciono? </span>
RispondiEliminaPremesso che, è più facile trovare tre orologi sincronizzati tra loro (evenienza tale che. affermava Pulcinella, il giorno in cui si sarebbe imbattuto in tali tre orologi, sincronizzati tra loro casualmente, si sarebbe EVIRATO) che tre "Tradizionalisti" che abbiano la stessa concezione di come vorrebbero al Chiesa, nel mio caso la risposta è: <span>Sì!</span>
Ciò che Gogol trova (ma ne sei certo?!?) meritevole di critica è una parte, un aspetto di una più generale visione del mondo.
Redazione, perché avete censurato la mia risposta al post di Claudio Sinclair?
RispondiEliminaI dati che riportavo erano errati?
Nelle operazioni all'estero non vengono impiegati i proiettili che ho ricordato?
Questi proiettili non causano malformazioni genetiche?
Ho insultato qualcuno?
Non è consentito invitare, senza tanti giri di parole, un cardinale che chiede agli altri di pagare le tasse a cominciare a dar lui, assieme al Vaticano, l'esempio?
Redazione, vi rendete conto che la CENSURA non modifica la realtà delle cose?