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lunedì 15 agosto 2011

Dogma dell'Assunzione in cielo in anima e corpo della B.V.M.


PIUS EPISCOPUS
SERVUS SERVORUM DEI
AD PERPETUAM REI MEMORIAM

CONSTITUTIO APOSTOLICA
MUNIFICENTISSIMUS DEUS

FIDEI DOGMA DEFINITUR DEIPARAM VIRGINEM MARIAM
CORPORE ET ANIMA FUISSE AD CAELESTEM GLORIAM ASSUMPTAM



«Pertanto, dopo avere innalzato ancora a Dio supplici istanze, e avere invocato la luce dello Spirito di Verità, a gloria di Dio onnipotente, che ha riversato in Maria vergine la sua speciale benevolenza a onore del suo Figlio, Re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della sua augusta Madre e a gioia ed esultanza di tutta la chiesa, per l'autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l'immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo».
Perciò, se alcuno, che Dio non voglia, osasse negare o porre in dubbio volontariamente ciò che da Noi è stato definito, sappia che è venuto meno alla fede divina e cattolica.
Affinché poi questa Nostra definizione dell'assunzione corporea di Maria vergine al cielo sia portata a conoscenza della chiesa universale, abbiamo voluto che stesse a perpetua memoria questa Nostra lettera apostolica; comandando che alle sue copie o esemplari anche stampati, sottoscritti dalla mano di qualche pubblico notaio e muniti del sigillo di qualche persona costituita in dignità ecclesiastica, si presti assolutamente da tutti la stessa fede; che si presterebbe alla presente, se fosse esibita o mostrata.
A nessuno dunque sia lecito infrangere questa Nostra dichiarazione, proclamazione e definizione, o ad essa opporsi e contravvenire. Se alcuno invece ardisse di tentarlo, sappia che incorrerà nell'indignazione di Dio onnipotente e dei suoi beati apostoli Pietro e Paolo."

Dato a Roma, presso S. Pietro, nell'anno del massimo giubileo 1950, 1° novembre, festa di tutti i santi, nell'anno dodicesimo del Nostro pontificato.



Noi PIO, vescovo della chiesa cattolica,
così definendo abbiamo sottoscritto

4 commenti:

  1. Questo si chiama parlar chiaro! :-D

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  2. Ed il parlar chiaro è proprio ciò che manca al Vat II che dice e non dice.
    I pontefici Romani non piangano allora, come ha fatto Paolo VI, se nella Chiesa c'è confusione, ne i Vescovi Diocesani si lamentino se ogni prete fa quello che vuole, dato che i primi a non esprimersi in modo preciso, sono proprio loro.
    Lacrime di coccodrillo, per il loro dispiacere, ragli di asino per il loro parlare.

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  3. "<span>Pertanto, dopo avere innalzato ancora a Dio supplici istanze, e avere invocato la luce dello Spirito di Verità,   --- omissis....</span>

    Ci sarà stata risposta?

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  4. la mia festa dell'Assunta

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