Andando alla S. Messa per la solennità dell'Assunta, il cattolico non solo assolve al precetto della santificazione delle feste non solo rende atto di venerazione alla Madonna, nostra Avvocata presso la Santissima Trinità, ma ripete un antichissimo gesto devozionale che ha radici antichissime.
Qui di seguito ripercorriamo pur rapidamente la "storia" delle celebrazioni liturgiche in onore di Maria Santissima dormiente e, poi, Assunta in cielo.
Nei Vangeli "canonici", Maria compare per l'ultima volta negli scritti del Nuovo Testamento nel primo capitolo degli Atti: “Ella è in mezzo agli apostoli, in orazione nel cenacolo, in attesa della discesa dello Spirito Santo.” Poi non si sa più nulla.
La Tradizione, invece, racconta il compiersi della vita terrena di Maria, Madre di Gesù il Nazzareno, utilizzando l'antichissimo e tradizionale termine "koìmesis" (che in greco significa "sonno", "adagiarsi a letto", "coricarsi per dormire".).
Assistita dagli Apostoli, in Gerusalemme, infatti, Maria si “addormentò”, sfinita per il troppo amore di Dio, pronta per spirare. Commossi, gli Apostoli, volendo vegliare al suo capezzale, e la adagiarono in un letto, in una casa nel Getsemani. Ma il Figlio volle esonerare sua madre dalla legge universale della Morte. Tre giorni dopo, infatti, San Tommaso, andò per vegliare la Madonna, ma non la trovò più, e un soace profumo si sprigionava nel posto.
Da subito quindi gli Apostoli e i primi Cristiani hanno saputo che il prezioso corpo di Maria, preservato
Iniziò così a celebrarsi il sonno della Madonna (il "Koìmesis", nella Chiesa d'Oriente -foto-, e la "dormitio" nella Chieas d'Occidente), sublimato poi nell'Assunzione (della Chiesa Cattolica).
Questa celebrazione, come visto, è antissima e per prima si trova nel calendario gerosolimitano nel 464.
Si consolidò nel VI sec. nella basilica della Valle del Getsemani, in cui, come detto, la tradizione, vuole che la Madonna si fosse addormetata (lì si trova il sepolcro de quo dicunt sanctam Mariam ad coelos fuisse sublatam. (come testimonia un pellegrino, Antonino di Piacenza).
Nella liturgia bizantina viene ripetutamente collegata l'assunzione corporea di Maria non solo con la sua dignità di Madre di Dio, ma anche con altri suoi privilegi, specialmente con la sua maternità verginale, prestabilita da un disegno singolare della Provvidenza divina: «A te Dio, re dell'universo, concesse cose che sono al disopra della natura; poiché come nel parto ti conservò vergine, così nel sepolcro conservò incorrotto il tuo corpo, e con la divina traslazione lo conglorificò». [...] (Lo stretto legame tra l'Immacolata Concezione e l'Assunzione di Maria sarà ripreso, e confermato anche da Pio XII nella bolla di defizione del dogma).
Nel VII sec. la celebrazione della "Sonno della della Madonna " (koìmesis") venne decretata per l'Oriente con un decreto dell'imperatore bizantino Maurizio, e fissata al 15 Agosto.
Nello stesso secolo la festa viene introdotta anche a Roma (col termine di Dormizione) da un papa orientale, s. Sergio I, (687-701), che, prescrivendo la letania (o processione stazionale) per le quattro feste mariane, enumera insieme la Natività, l'Annunciazione, la Purificazione e la Dormizione di Maria.
Ma trascorse un altro secolo prima che, nel VIII sec., il termine "dormizione" cedesse il posto a quello più esplicito e sublimato di "Assunzione” (nel Sacramentario Gelasiano diventa infatti la festa “in Assumptione Sanctae Mariae”).
Nell’IX secolo, inoltre, dati il grande splendore e il favore popolare cui la celebrazione assurse, Papa s. Leone IV (847-855) volle decorare di maggiore solennità la festa, che già si celebrava sotto il titolo dell'Assunzione della beata Genitrice di Dio, prescrivendone la vigilia e l'ottava.
Così la festa dell'Assunzione dal posto onorevole che ebbe fin dall'inizio tra le altre celebrazioni mariane, fu portata in seguito fra le più solenni di tutto il ciclo liturgico.
Inoltre il fatto che già anticamente questa festa fosse preceduta dall'obbligo del digiuno rende chiaro da ciò che attesta il Nostro predecessore s. Niccolò I (858-867) ove parla dei principali digiuni «che la santa chiesa romana ricevette dall'antichità ed osserva tuttora».
Sempre Papa Nicolò I, nell’863, la elevava in Solennità, equiparata alle 3 Maggiori feste del Signore (Natale, Pasqua e Pentecoste).
Pio XII con la proclamazione del dogma diede una nuova messa propria alla festa e in parte un nuovo Ufficio. (qui)
Il relativo decreto S.R.C. 31 ottobre 1950, oltre a dare testi propri alla festa, ha aggiunto alle litanie Lauretane il titolo di “Regina in caelum assumpta dopo l’invocazione Regina sine labe originali concepta.
Fonte: Pio XII, Bolla Munificentissimus Dei, 1950;
R. LESAGE, Dizionario pratico di Liturgia Romana, ed. Studium, Roma 1956.
E se invece gli ultimi momenti terreni di Maria fossero avvenuti presso Efeso?
RispondiEliminaLa questione è controversa.