Una gran bella immagine 3D dal blog "Traditio Liturgica" mostra una ricostruzione piuttosto precisa del presbiterio della basilica costantiniana di San Pietro, come si presentava già dal VII secolo. Come ben chiarisce il post di commento, questa immagine rende immediatamente chiaro come certi discorsi riguardo "sede del celebrante" ben visibile o "altare verso il popolo", nell'antichità romana non avevano il senso che si cerca di imporre a queste parole oggi.
L'iconostasi a cui si appendevano le tende, la soprelevazione dell'altare, il ciborio, tutto mostra come le preoccupazioni degli antichi non erano quelle attuali di "stare tutti attorno all'altare" e "vedere tutto quello che fa il prete". Dopotutto i sacri misteri venivano celebrati sugli "altari", che - come illustra l'immagine - dovevano principalmente corrispondere all'etimologia del loro nome: essere cioè in alto: "alta res".
Leggere e meditare qui il post di Traditio Liturgica
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Dal sito NLM che offre approfondimenti sul tema qui trattato.
piccola curiosità: le colonne tortili che si vedono rappresentate nell'affresco di Raffaello in primo piano sono ancora presenti in basilica. Ora si trovano in alto sul tamburo della cupola trasformate in edicole con timpano. Queste stesse colonne dette "salomoniche" hanno ispirato il Bernini nella costruzione del baldacchino.
RispondiEliminaE' prevedibile che qualche solerte attivista della setta kikiana adesso intervenga per dimostrare che quanto scritto non è vero o che comunque, trattandosi di Chiesa post-costantiniana e pre-concilare (ovviamente quel concilio), non è da considerare...
RispondiEliminaAnche la chiese di San Lorenzo fuori le mura e San Giorgio al Verano ricordano l'antica basilica costantiniana di San Pietro.
RispondiEliminaEntrandovi si percepisce subito la distanza tra il presbiterio,l'altare e il popolo:effettivamente "l'abbinamento" altare-presbiterio fa certamente emergere quell'aspetto teocratico che il complesso liturgico-strutturale deve avere.
Chiaro che,ad oggi,sarebbe già un risultato di fondamentale importanza se alla Liturgia fosse restituita la sacralità e la centralità che le spettano di diritto,perchè essa non deve essere considerata come una cosa umana,ma divina.
Il primo importante passo sarebbe quello di ri-iniziare a celebrare "ad orientem",con croce al centro dell'altare e candelabri ai lati,come alla Messa papale;poi se essere rivolti al Signore vuol dire anche,PER COINCIDENZA VOLUTA DALLE CARATTERSTICHE COSTRUTTIVE DELLA CHIESA,essere rivolti anche ai fedeli...poco importa.
Bisognerebbe fare alcune osservazioni. L'entusiasmo del redattore che ha proposto questo articolo mi pare leggermente fuori luogo, quasi come se a liturgia non fosse una scienza, da indagare tramite l'intelletto e la pacatezza, ma mediante ripicche e dispetti alla fazione opposta, in attesa di ricevere la contro bordata, per poi attaccare di nuovo. Ma è un passatempo come un altro.
RispondiEliminaUna osservazione da fare è che questo non è l'aspetto della basilica costantiniana, ma della basilica successiva al restauro di Gregorio Magno, il quale sopraeleva il presbiterio per rendere accessibile il sepolcro di Pietro.
La basilica costantiniana doveva assomigliare nella struttura del presbiterio a quella di san Clemente: http://conoscere.ilbello.com/Roma/Basilica%20di%20San%20Clemente/immagine_01.jpg che ha mantenuto l'aspetto originario, e come si può notare, non presenta motivi di particolare euforia per la redazione, come per la san Pietro post-gregoriana.
Differentemente però, in questo caso la navata era occupata dalla schola (in cui sono visibili i due amboni per il diacono e per il suddiacono, orientati nella direzione della proclamazione liturgica: nord per il diacono, est per il suddiacono), mentre il popolo seguiva dalle navate laterali.
Sicuramente il concetto di "versus populum" può essere inteso in senso geografico spaziale come sinonimo di "verso la porta", ma non intendendo un rapporto dialettico tra presbiterio e popolo, che è una categoria alquanto moderna.
Al contrario, è assolutamente tradizionale collocare la sede nel centro dell'abside e sopraelevata, poichè sottolineava la presidenza. Presidenza che non è un concetto moderno, come la presidenza di un cda, ma un concetto liturgico, attrestato come tale anche da Giustino che nella prima Apologia fornendo la prima descrizione di messa, non parla mai di celebrante, ma di "presidente".
Purtroppo però oggigiorno la liturgia è diventata esclusivamente il campo di battaglia dove opposte fazioni di partigiani, dimenticandosi completamente dell'amore per Cristo che dovrebbe essere il senso del culto, si sfidano, lanciandosi reciproche maledizioni, e compiendo reciproche stupidate, con l'unico scopo di distruggere il passato prossimo, oppure il passato remoto, semplicemente per infastidire il "nemico".
Il link non funziona...
RispondiElimina<span>Come prevedibile. Il nostro Ospite si presenta con dotte disquisizioni storico-liturgiche, toni pacati "sine ira ac studio" e presa di distanza dagli "opposti estremismi" ma intanto veicola il concetto che il Sacerdote non è il celebrante, non è l'Alter Christus, ma il "presidente" (di cosa e per cosa?). Allora, chi è il celebrante? l'assemblea forse?</span>
RispondiElimina<p><span>Sperando di fare cosa gradita, allego in due parti un piccolo brano della mia tesi di laurea, con qualche informazione in più inerente il presbiterio di S.Pietro. </span>
RispondiElimina</p><p><span></span>L’assetto presbiteriale della Basilica costantiniana assume la sua conformazione più tipica alla fine del VI sec. Il pavimento dell’abside è stato rialzato di m. 1,45 e la piattaforma proiettata nel corpo del transetto per 5,80 m., lasciando libera la fronte della tomba di S.Pietro. Nasce così la confessio che permette di comunicare con il sepolcro dalla navata, attraverso una finestrella. Al di sotto del piano rialzato fu ricavata una cripta-corridoio, in corrispondenza del perimetro semicircolare dell’abside, anch’essa comunicante, al centro, con la tomba. La risistemazione della conca della Basilica fu dovuta all’ esigenza di erigere l’altare sopra la tomba dell’apostolo, secondo l’uso invalso nella Chiesa occidentale, rispettando tuttavia l’emergenza dal pavimento della memoria costantiniana dell’apostolo. Essa risale all’epoca di papa Pelagio II e probabilmente completata da Gregorio Magno. Le sei colonne tortili costantiniane, che precedentemente inquadravano il sepolcro, furono ora allineate a formare una pergula davanti la tomba. Gregorio III ne aggiunse altre sei, donate dall’esarca bizantino Eutichio, in una seconda fila davanti la preesistente, che aveva il compito di sostenere la cancellata di protezione alla parte più sacra della Basilica (quindi la ricostruzione in 3D su questo punto è sbagliata, perchè fa girare le colonne intorno, mentre esse erano poste in due file parallele).</p>
Quatto colonne di porfido furono impiegate da Leone IV in un ciborio collocato al di sopra dell’altare. Esso fu rinnovato da Onorio III e il card. Jacopo Stefaneschi ne fornisce una descrizione in occasione dell’incoronazione di Bonifacio VIII nel 1295. Anch’esso poggiava su colonne di porfido, il che fa pensare ad un loro riutilizzo, e aveva la parte superiore rivestita di argento, anche se il tempo l’aveva reso scuro e opaco per l’ossidazione. La struttura resistette fino alla seconda metà del XV sec. quando papa Paolo II lo sostituì nel 1467 (ed è quello visibile nell'affresco di Raffaello).
RispondiElimina<span> </span>L’altare è identificabile con quello consacrato da Callisto II, tuttora inglobato al di sopra della confessione attuale, nella sopraelevazione del pavimento della nuova basilica. Innalzato da una pedana dal piano del presbiterio, è composto di lastre di marmo pavonazzetto, e misura 2,70 x 1,58 x 1,05 m. La lastra della mensa è spessa, da sola, ben 10,5 cm.
Ma amico mio! :) guarda che "versum populum" non è detto che significhi guardare verso la porta della chiesa.......!Dipende dalle caratterisctiche proprie di costruzione-collocazione geografica della chiesa stessa!Nella mia città,c'è la bellissima chiesa di San Domenico nella quale,per via della sua posizione geografica,oriente si trova,guardacaso,proprio verso la porta principale.
RispondiEliminaInfatti lì si è sempre celebrato col sacerdote che era "rivolto" al popolo,ma quì,come giustamente dici tu,è il senso del culto che va ritrovato e su questo sono d'accordo con te.
Comuque,sopra-elevato o no,quel "metafisico confine" tra il sancta sanctorum e il resto dell'edificio sacro era,fino ad un certo momento della storia, considerato col giusto peso;oggi...converrai con me che purtroppo non è più così e non credo che sia un bene!
Il Santo Sacrificio della Messa non può essere considerato,come dicevo sopra,un qualcosa di...umano,ma di divino;e merita che Gli si restituisca ciò che l'uomo, che è creatura,si è permesso di togliergli.
Senza polemica e asprezza di toni... :)
Un saluto
Lei è un poveretto. Io avrei detto che il sacerdote non è sacerdote? Io ho negato che sia Alter Christus? Lei è un apologeta della mutua. Si legga Giustino, sempre che non lo ritenga un finto santo, essendo precedente a Trento. Come prevedibile.
RispondiEliminai modernisti non hanno rispetto per i luoghi di culto e per il senso originale per i quali sono stati costruiti. Se potrebbe essere in qualche modo tollerabile l'operazione di ripristino di un rito arcaico (dato che comunque era una forma usata da santi Padri della Chiesa), è assolutamente indegno abbattere altari di chiese post-tridentine, costruirne di nuovi in mezzo al presbiterio, mettere tavolini, ecc.
RispondiEliminaMa occorre dire che in genere anche le nuove chiese sono costruite senza senso liturgico, perchè se volessero essere fedeli allo spirito del primi secoli, farebbero qualcosa con un abside circolare, dei mosaici dorati, una sede presidenziale solenne e alta circondata dagli scranni del presbiterio, un altare centrale su vari gradini, sormontato da un ciborio da cui penderebbero le lampade del ss.mo e la sospensione eucaristica in forma di colomba. Il tutto circondato, se non da una "iconostasi", che poi in occidente dovrebbe essere il bema (o vima) o jubé, almeno da una separazione del recinto sacro, meglio se con gli amboni per le letture. Questo sarebbe conforme ai primi secoli, e renderebbe addirittura sensato il rito moderno, che detto in chiese tridentine, con paramenti di plastica, da gente incompetente e su tavolini con fiori appassiti, è tutto tranne che sensato.
Ovviamente Silente ha capito tutto, scambiandomi per un modernista, solo perchè non applaudo alla vulgata sloganistica.
Questa è una stampa(non so quanto corrispondente al vero-per diritto/dovere di cronaca-)della basilica...certo è che le dimensioni,anche allora,erano rilevanti!sicuramente la distanza che c'era fra i fedeli e il presbiterio,comunque permettevano di mantenere quello "spazio sacro".
RispondiElimina<span><span></span></span><span></span><img></img>
Certo che è l'assemblea a celebrare, in forza del sacerdozio battesimale; il presbitero non è che il presidente della celebrazione.
RispondiEliminaL`ospite è d`accordo con il commento di "io" ?
RispondiEliminaX FABRIZIO: non riesco a leggere i due brani della tesi di laurea.
RispondiEliminaQualche precisazione su questo intervento
RispondiEliminaospite parla di <<<span>una iconostasi", che poi in occidente dovrebbe essere il bema (o vima) o jubé>></span>
Iconostasi, bema (o vima) e jubè, sono tre cose completamente diverse.
L'iconostasi deriva dalla pergula che era comune sia in Oriente che in Occidente. Esempi di pergula sono presenti nella basilica di san Marco a Venezia e in qualche altra chiesa; nella stessa basilica di san Pietro vi era una pergula a doppia fila di colonne (nella ricostruzione 3D la pergula è invece rappresentata a fila unica).
Il "vima" o "bema" è il nome con cui gli Orientali chiamano il santuario dove si trova l'altare.
Lo jubè è una struttura che nel medioevo sorgeva più o meno a metà della navata e non ha legame con la pergula (esempi di jubè ce ne sono molti, in Francia, Germania ma soprattutto in Inghilterra.
Per il resto, fatta questa precisazione, condivido l'intervento di Ospite.
Sono quelle che si vedono qui? http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/6/66/Bernini_Baldachino.jpg
RispondiEliminaPiù che la basilica di san Pietro, dovremmo lavorare ad una ricostruzione virtuale del presbiterio della basilica lateranense. Questo perchè san Pietro, in origine era basilica funeraria usata poco per le celebraZioni, mentre al laterano l'ufficiatura era costante fin da subito.
RispondiEliminaLa sistemazione costantiniana pertanto dell'abside di san Pietro era sui generis. Se la cattedra papale era nell'abside (e sembra improbabile) il papa aveva davanti a se un parallelepipedo (la tomba di san Pietro) alto circa 2 metri che lo separava dall'altare. Quest'ultimo poi doveva essere avanzato nella navata. Più probabile che la sede papale fosse in questo caso posta di fianco alla memoria petrina. In seguito, dopo circa 4 secoli, san Gregorio, come già detto, sopraelevò la zona dell'abside e mise l'altare propio sulla memoria petrina. Non credo quindi che le sistemazioni gregoriane possano esser prese come esempio da seguire oggi. Anche se all'epoca il concetto di liturgia e di partecipazione attiva dei fedeli era completamente diverso da oggi. Bisogna comunque dire che fin dalle sistemazioni di papa Simmaco (VI sec.) vi erano anche due o tre altari minori, i quali, oltre ad essere addossati a qualche parete, non sempre rispettavano l'orientazione verso est. Nell'altare di san Giovanni Evangelista (che si trovava nel battistero) il sacerdote poteva celebrare solo rivolto ad occidente. (cfr. Sible De Blaauw "Cultus et decor", edito dalla Biblioteca Apostolica vaticana nel 1994; di particolare interesse la pianta con la disposizione del VI sec. che si trova nelle piantine presenti nel II volume)
Eccellenza!un vescovo non dovrebbe,secondo me,esternare queste visioni protestantizzate-MA NON PROTESTANTI A TUTTI GLI EFFETTI-a riguardo della Santa Messa;comunque Le riconosco la pacatezza e la coerenza,sempre mantenuta,a discapito dei cambiamenti...più o meno attuati.
RispondiEliminasi sono loro, le colonne delle 4 edicole sui pilastri di sostegno alla cupola
RispondiEliminaSimpliciter no. Occorre definire paragdimaticamente il concetto di celebrazione. Se si opta per un paradigma celebrativo che si riferisca all'azione mediatrice, alla consacrazione delle specie eucaristiche, allora assolutamente no, poichè è netta la differenza tra il sacerdozio battesimale e quello ministeriale: il primo consente a tutti di offrire sacrifici spirituali a Dio Padre, in Cristo per il tramite dello Spirito Santo, ma non di attualizzare il Sacrificio del Calvario ex opere operato dal sacerdote-ministro, ordinato mediante l'imposizione delle mani perchè possa avere un carisma ben diverso da quello di ogni battezzato. Sebbene con il battesimo tutti siano incorporati misticamente in Cristo e quindi tutti possano agire in Cristo nella lode a Dio, l'azione del sacerdote-ministro è una azione superiore.
RispondiEliminaSe invece però si intende celebrazione nel senso paradigmatico di una azione della Chiesa (ecclesia=assemblea liturgica, orante), allora è corretto parlare di celebrazione ecclesiale, presieduta dal ministro. Va però sottolineato il carattere assolutamente differente rispetto alla teologia protestante e modernista, che sono affette da una visione assemblearista alquanto immanente, mentre per Giustino e i Padri, il concetto di Assemblea è quello di Chiesa, Corpo Mistico. In questo senso, va detto (e nessun documento tradizionale lo nega, ma tutti lo affermano) che la liturgia è sempre azione di tutto il Corpo Mistico. Questo non va confuso con le persone presenti nell'edificio, ma con la comunione dei santi, di cui molti (non tutti) i presenti nel tempio sono porzione e rappresentazione. Sicchè, anche una liturgia "solitaria" quanto al numero fisico di partecipanti, è comunque azione pubblica della chiesa, e dunque celebrazione dell'assemblea. Assemblea, nel senso greco di Ecclesia, non di comitato, raduno, gruppo.
L'errore dei modernisti è di leggere antichi testi con la mentalità moderna, appliando la mente moderna a concetti che sono assai distanti.
Adesso, signora Luisa, dopo che mi ha interrogato, mi promuove o mi condanna alle fiamme?
mi sono accorto di aver involontariamente fatto un errore, lo correggo: il "vima" è il termine usatro in oriente per indicare il santuario . "bema" invece era la pedana rialzata delle sinagoghe da cui si leggeva la Sacra Scrittura.
RispondiEliminabema sinagogale e bema orientale suono due concetti diversi. Bema è la traslitterazione latina di vima, che si scrive "bema" ma si pronuncia vima.
RispondiEliminaLimiti gli insulti, anonimo ospite. Non aggiungono nulla alla sua discutibile tesi e sottolineano solo la sua proterva arroganza intellettuale e verbale.
RispondiEliminaOspite anonimo, lei veramente pensa che io abbia tempo e voglia di rispondere alle sue provocazioni e ai suoi insulti? Poi, che lei sia un modernista, la sua inconfondibile prosa, nonostante l'anonimato, lo ha dimostrato da tempo.
RispondiEliminaLei mi dà dell'eretico, non è un insulto? Io mi limito ad attribuirle una beatitudine evangelica lucana.
RispondiEliminaEcco un meraviglioso esempio di Messa "coram populo". Secondo me è qualcosa di molto simile a quanto poteva succedere nel presbiterio di S.Pietro in questione, anche come accompagnamento canoro. Prendete appunti perchè abbiamo da imparare.
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/v/Z-UCCz8FTRA&feature" type="application/x-shockwave-flash" width="170" height="140
Veramente questa non sembra nemmeno una messa ortodossa, sembra Paolo VI con la barba.
RispondiEliminaNon mi è chiaro che cosa dovremmo imparare. Sembra una messa ortodossa celebrata su un palcoscenico o in una sala conferenze...
RispondiElimina<p><span><span>PRO MEMORIA
RispondiElimina</span>Ricordiamo ai Lettori che lasciano commenti, di moderare <span>- veramente -</span> i toni e i termini!
Ciò in conseguenza del fatto che ultimamente si son riscontrati eccessi veramente vergognosi nei commenti ad alcuni post precedenti (sia nel contenuto, che rasentava ipotesi dei reati di calunni<span>a</span> e di diffamazione, sia nella forma, veramente maleducata e offensiva e per nulla in linea con il profilo di questo blog).
La libertà di espressione (sia nella forma sia nel merito) deve essere contenuta nei naturali canoni dell'educazione, del rispetto delle persone (vive o morte, laici o ecclesiastici, lettori o non lettori) e <span>- soprattutto -</span> della verità.
<span>Pur ribadendo il fatto che dei commenti la Redazione non è responsabile, non è veramente possibile scirvere, leggere e tollerare certe affermazioni.</span>
Nella malaugurata ipotesi che i commenti lasciati continuino ad essere inopportuni, offensivi, polemici e fuori luogo (oltre che fuori tema) saremo costretti a prendere drastici provvedimenti (anche penali) tanto nei confronti dei responsabili dei commenti che possano costituire ipotesi di reato. quanto verso di tutti i lettori (sospendendo la possibilità di lasciare commenti).</span>
</p><p><span>Si ricorda per l'ennesima volta, inoltre, che i commenti vengono letti anche in Curia a Roma: sarebbe una scelta di buon senso evitare di scrivere accuse vergognose, polemiche isteriche e fini a se stesse o frasi sciocche (per non dire di peggio) che possano ritorcersi contro e dipingere TUTTI i sostenitori della Tradizione come ignoranti, sterici, deficienti o esaltati. E poco "cattolici".
Un'ultima cosa: rispetto, rispetto e rispetto <span>e rispetto ancora</span> per il <span>S. Padre</span>. Soprattutto per quello felicemente regnante.
Siamo certi che tutti i lettori si metteranno una mano sulla coscienza e si riparino dal sole e dal caldo eccessivi dell'estate per evitare colpi di testa e frasi di cui potrebbero pentirsi.
Roberto </span></p>
<p><span><span>PRO MEMORIA
RispondiElimina</span>Ricordiamo ai Lettori che lasciano commenti, di moderare <span>- veramente -</span> i toni e i termini!
Ciò in conseguenza del fatto che ultimamente si son riscontrati eccessi veramente vergognosi nei commenti ad alcuni post precedenti (sia nel contenuto, che rasentava ipotesi dei reati di calunni<span>a</span> e di diffamazione, sia nella forma, veramente maleducata e offensiva e per nulla in linea con il profilo di questo blog).
La libertà di espressione (sia nella forma sia nel merito) deve essere contenuta nei naturali canoni dell'educazione, del rispetto delle persone (vive o morte, laici o ecclesiastici, lettori o non lettori) e <span>- soprattutto -</span> della verità.
<span>Pur ribadendo il fatto che dei commenti la Redazione non è responsabile, non è veramente possibile scirvere, leggere e tollerare certe affermazioni.</span>
Nella malaugurata ipotesi che i commenti lasciati continuino ad essere inopportuni, offensivi, polemici e fuori luogo (oltre che fuori tema) saremo costretti a prendere drastici provvedimenti (anche penali) tanto nei confronti dei responsabili dei commenti che possano costituire ipotesi di reato. quanto verso di tutti i lettori (sospendendo la possibilità di lasciare commenti).</span>
</p><p><span>Si ricorda per l'ennesima volta, inoltre, che i commenti vengono letti anche in Curia a Roma: sarebbe una scelta di buon senso evitare di scrivere accuse vergognose, polemiche isteriche e fini a se stesse o frasi sciocche (per non dire di peggio) che possano ritorcersi contro e dipingere TUTTI i sostenitori della Tradizione come ignoranti, sterici, deficienti o esaltati. E poco "cattolici".
Un'ultima cosa: rispetto, rispetto e rispetto <span>e rispetto ancora</span> per il <span>S. Padre</span>. Soprattutto per quello felicemente regnante.
Siamo certi che tutti i lettori si metteranno una mano sulla coscienza e si riparino dal sole e dal caldo eccessivi dell'estate per evitare colpi di testa e frasi di cui potrebbero pentirsi.
Roberto </span></p>