Post in evidenza

ABSTULIT ATRA DIES ET FUNERE MERSIT ACERBO - #requiem

Siamo oggi listati a lutto nel giorno dei funerali di Arnaud, ragazzo diciannovenne, tragicamente coinvolto in un incidente stradale alcune ...

lunedì 20 giugno 2011

Il vescovo di Lugano ci racconta le sue vacanze romane all'assemblea della CEI

Il vescovo di Lugano, mons. Grampa, che già figura a buon diritto nella lista La trahison des clercs nella colonna destra del blog, ha pubblicato in un articolo ("Asterischi romani") alcune osservazioni a margine dell'ultima assemblea della Conferenza Episcopale Italiana. Ignoriamo che cosa ci facesse il vescovo di Lugano, visto che in fin dei conti il Canton Ticino non fa parte dell'Italia e della relativa conferenza episcopale; ma non sono le ragioni della sua presenza ad interessarci, quanto i commenti e soprattutto le informazioni che mons. Grampa condivide con i lettori. Leggete dunque l'articolo riprodotto fotograficamente qui sotto, al quale premettiamo alcuni nostri commenti.

In primo luogo, come diceva qualcuno, cerchiamo quanto ci unisce e non quel che ci divide: ebbene, il primo punto toccato dal presule elvetico ci trova pienamente concordi. Osserva mons. Grampa (e come dargli torto!), che non se ne può più di vescovi che pontificano su argomenti per i quali, tra l'altro, non hanno specifica preparazione, ossia su temi socio-politico-finanziario-economico. Lungi da noi il pensiero di sostenere che la Chiesa non debba intervenire nelle scelte lato sensu politiche, esprimendo quali siano le posizioni compatibili con l'insegnamento ecclesiastico. Ma, appunto, sutor ne ultra crepidam: invece è vezzo inveterato dei vescovi italiani (retaggio forse dell'epoca in cui ritenevano di poter dettare la politica spicciola al "partito di riferimento") di infiorettare vacui fervorini in politichese infarcendoli di truismi ("le istituzioni devono essere al servizio del cittadini"), di utopismi ("il lavoro dev'essere assicurato a tutti") e di buzzwords (locuzioni inglese intraducibile che sta per "gergo di moda", "slogan passe-partout" o "tormentone": ad esempio negli anni passati lo era il termine "solidarietà"; oggi è più in voga "accoglienza"). Con l'aggravante di dover poi vedere i sermoni della CEI passati allo scandaglio dei giornalisti, interessati unicamente a cogliervi questo o quell'accenno critico o di sostegno all'una o all'altra parte politica. Come se l'opinione dei vescovi potesse contare ancora qualcosa nelle scelte elettorali della popolazione. Ben detto, Grampa: "Ma per sentir parlare di Dio, Gesù Cristo, Bibbia, Liturgia o Chiesa, dobbiamo andare in Parlamento?"

Sugli altri punti, invece, non potremmo essere in maggiore disaccordo. Sorvoliamo sull'ormai frusto refrain dell'abito che non fa il monaco (e invece lo fa, eccome!: ossia, l'abito da solo non basta - questo il senso del proverbio - ma senza l'abito, non ci può essere affatto il monaco), che all'indispettito vescovo di Lugano suscita la vista di alcuni "giovani seminaristi" in talare con in testa il saturno. Piuttosto, ci interessa leggere che all'assise della CEI, su circa 250 vescovi, quelli in talare non erano più di tre o quattro. Una percentuale che vale mille studi sociologici sulla situazione della Chiesa in Italia.

Ma è l'ultimo punto il più interessante, e quello che ci tocca più da vicino. All'assemblea, il Presidente della CEI card. Bagnasco ha nel suo discorso utilizzato parole elogiative per l'Istruzione sul motu proprio Universae Ecclesiae. Un punto a favore del cardinale ai nostri occhi, ma evidentemente non agli occhi di Grampa, che ama la liturgia tradizionale quanto uno sciatore la pioggia. Vi lasciamo il piacere di leggere direttamente quel che ne pensa il presule elvetico ma, anche qui, sottolineiamo un'informazione che ci fornisce: ossia che l'argomento è stato oggetto di stizzite critiche nei colloqui privati tra vescovi, che però - con ulteriore disappunto di Grampa e di chi la pensa come lui, ossia la maggioranza dei vescovi - non si è avuto il coraggio di fare oggetto di pubblica discussione.

Qualcuno mi spieghi poi che cosa c'entra il buon Samaritano, che Grampa cita in chiusura del discorso.

Enrico

165 commenti:

  1. 2Piuttosto, ci interessa leggere che all'assise della CEI, su circa 250 vescovi, quelli in talare non erano più di tre o quattro. Una percentuale che vale mille studi sociologici sulla situazione della Chiesa in Italia."
    ora la situazione Chiesa si giudica a secionda dekla percentuale delle talari indossate o non indossate? annambene!

    RispondiElimina
  2. <span>"Piuttosto, ci interessa leggere che all'assise della CEI, su circa 250 vescovi, quelli in talare non erano più di tre o quattro. Una percentuale che vale mille studi sociologici sulla situazione della Chiesa in Italia."  
    ora la situazione Chiesa si giudica a seconda della percentuale delle talari indossate o non indossate? annambene!</span>

    RispondiElimina
  3. Forse la mancanza di talare esprime cio' che il vescovo di Lugano ha evidenziato nella prima parte del suo articolo, ivi compreso il commento riferito su dove andare per sentir parlare di Dio. Inoltre il vescovo sembra ignorare taluni richiami - che sono pero' come le grida manzoniane che per essere tali feriscono anch'esse, mentre egli si accorge di altre ferite- e non coglie che l'abito e' segno di una presenza, necessaria in un bel ( diventato ) deserto ( tanto che , riferitomi da chi l'abito lo indossa, il ragazzino per strada chiede "chi sono quelli? ); non e' significativo ? Nei paesi dell'est  questo certo non accade e tutti sanno Chi rappresentino quelli vestiti in quel modo; altro che sicurezze bensi' testimonianza all'esterno  e non  nascondimento riservando l'abito all'interno , portandosi in borsa l'abito come gli operai che vanno in fabbrica ( cosa comprensibile per essi ) e lamentandosi , di fronte a certe tendenze attuali, che si voglia rinchiudere la religione in chiesa?!E aggiunge, poi, che altri pensino che l'abito fa il monaco e non si accorge che e' soltanto un suo  pensiero, appartenente al solito bla bla inconsistente e che non dimostra nulla. Certo, cosi' ragionando si arriva anche a parlare di "distinzione", venendo meno significati diversi, che, mi pare siano di sostanza; meno male che segue una certa correzione riconoscendo che oggi  l'abito e' richiesto e puo' essere utile; vedremo se ne trova uno adatto...Per la parte riguardante il MP , sono osservazioni che trovano risposta non solo nello stesso MP e nell'istruzione ma anche nella lettera del papa a suo tempo scritta ed anche in certi interventi di GP II.

    RispondiElimina
  4. Bella la testimonianza dei seminaristi in veste talare che hanno meravigliato (infastidito ?) il nostro vescovo........
    Ancora una volta il Signore si serve dei piccoli per confondere i sapienti.....
    si serve dei poveri e degli umili per abbattere i "superbi" dai troni.........
    Interessante quando dice che non si parlava di Dio, di Gesù, di eternità........ ma solo di temi terreni.......... (altro segno della crisi di identità di questi vescovi). Se non cambiano forse cominceranno a chiedersi: ma noi che ci stiamo a fare?.....

    RispondiElimina
  5. E questo vescovo svizzero, in tutta libertà, si permette di contestare e criticare un documento del Papa che è legge universale per la Chiesa, ma lui sì che è unito al Papa, lui sì che è un vescovo in unione con il Papa!

    RispondiElimina
  6. Cara Luisa, cosa vuole che le dica se é vero ciò che mi é stato riportato da un sacerdote e cioé che lui abbia detto di essere cum Petro ma non sub Petro... Sono i frutti del Concilio questi!

    RispondiElimina
  7. Recentemente il blog Paix Liturgique aveva criticato il vescovo di Lugano, reazione piccata del suo addetto stampa che, in un comunicato, ha fra l`altro scritto:

    "...circa “la sua opposizione alla celebrazione della forma straordinaria”, è vero il contrario. <span>Il Vescovo la concesse sotto forma di indulto </span>quando questo era necessario e non si è mai opposto nello spirito del Motu Proprio Summorum Pontificum. <span>Certo è responsabilmente attento a che non si faccia diventare “ordinario” ciò che viene riconosciuto e concesso come straordinario</span>, se le parole hanno ancora un senso."

    Già l`indulto andava contro il SP e oggi possiamo essere certi che il buon mons. Grampa (fra parentesi un grande supporter del cnc che va a  farsi ammaestrare in Galilea dal professore in "nuova evangelizzazione" Arguello) farà di tutto per rendere molto difficile  la vita dei "cattolici SP".
    Così vanno le cose nella nostra Chiesa dove l`Ubi Petrus Ibi Ecclesia  sembra essere oramai diventato solo una formula svuotata della sua sostanza,  una sorta di slogan strumentalizzato ipocritamente da alcuni,  giusto buono ad essere martellato da altri su un blog.

    PS. Mons. Grampa arriva in fine di mandato il 29 ottibre di quest`anno, essendo nato il 29 ottibre 1936, speriamo che il Papa non prolunghi il suo mandato.

    RispondiElimina
  8. <span>Recentemente il blog Paix Liturgique aveva criticato il vescovo di Lugano, reazione piccata del suo addetto stampa che, in un comunicato, ha fra l`altro scritto:  
     
    "...circa “la sua opposizione alla celebrazione della forma straordinaria”, è vero il contrario. <span>Il Vescovo la concesse sotto forma di indulto </span>quando questo era necessario e non si è mai opposto nello spirito del Motu Proprio Summorum Pontificum. <span>Certo è responsabilmente attento a che non si faccia diventare “ordinario” ciò che viene riconosciuto e concesso come straordinario</span>, se le parole hanno ancora un senso."  
     
    Già l`indulto andava contro il SP e oggi possiamo essere certi che il buon mons. Grampa (fra parentesi un grande supporter del cnc che va a  farsi ammaestrare in Galilea dal professore in "nuova evangelizzazione" Arguello) farà di tutto per rendere molto difficile  la vita dei "cattolici SP".  
    Così vanno le cose nella nostra Chiesa dove l`Ubi Petrus Ibi Ecclesia  sembra essere oramai diventato solo una formula svuotata della sua sostanza,  una sorta di slogan strumentalizzato ipocritamente da alcuni,  giusto buono ad essere martellato da altri su un blog.  
     
    PS. Mons. Grampa arriva in fine di mandato il 29 ottobre di quest`anno, essendo nato il 29 ottobre 1936, speriamo che il Papa non prolunghi il suo mandato.  
    </span>

    <span></span><span><span> – </span>Edit</span><span><span> – </span>Moderate</span>

    RispondiElimina
  9. <span><span>Recentemente il blog Paix Liturgique aveva criticato il vescovo di Lugano, reazione piccata del suo addetto stampa che, in un comunicato, ha fra l`altro scritto:    
       
    "...circa “la sua opposizione alla celebrazione della forma straordinaria”, è vero il contrario. <span>Il Vescovo la concesse sotto forma di indulto </span>quando questo era necessario e non si è mai opposto nello spirito del Motu Proprio Summorum Pontificum. <span>Certo è responsabilmente attento a che non si faccia diventare “ordinario” ciò che viene riconosciuto e concesso come straordinario</span>, se le parole hanno ancora un senso."    
       
    Già l`indulto andava contro il SP e oggi possiamo essere certi che il buon mons. Grampa (fra parentesi un grande supporter del cnc che va a  farsi ammaestrare in Galilea dal professore in "nuova evangelizzazione" Arguello) farà di tutto per rendere molto difficile  la vita dei "cattolici SP".    
    Così vanno le cose nella nostra Chiesa dove l`Ubi Petrus Ibi Ecclesia  sembra essere oramai diventato solo una formula svuotata della sua sostanza,  una sorta di slogan strumentalizzato ipocritamente da alcuni,  giusto buono ad essere martellato da altri su un blog.    
       
    PS. Mons. Grampa arriva in fine di mandato il 29 ottobre di quest`anno, essendo nato il 29 ottobre 1936, speriamo che il Papa non prolunghi il suo mandato.    
    </span> 
    </span>

    RispondiElimina
  10. Comunque a proposito della Messa tridentina, leggo proprio ora sul "suo giornale" di oggi (Giornale del Popolo) che lui non é mai stato contrario a questa celebrazione, é vero il contrario. Il Vescovo la concesse sotto forma di indulto quando questo era necessario e non si é mai opposto nello spirito del Motu Proprio Summorum Pontificum. <span>Certo é responsabilmente attento che non si faccia diventare "ordinario" ciò che viene riconosciuto e concesso come straordinario</span>, se le parole hanno ancora un senso.
    Per questo forse non é stata accolta in modo altrettanto benigno l'Istruzione "Universae Ecclesiae".

    RispondiElimina
  11. Nel Seminario di Lugano il Rettore celebra anche nel rito antico.
    Ci sono alcuni seminaristi dichiaratamente fedeli alla tradizione.

    RispondiElimina
  12. Consentitemi di dissentire dai vostri commenti: a me sembra che l'articolo del vescovo in questione sia piuttosto pacato e fotografa una triste realtà a cui ha preso parte.

    Poi poichè qualcuno si è eccessivamente infervorato (tanto da parafrasare persino il Magnificat) circa la "testimonianza" dei seminaristi in talare e saturno... (sono prete da 10 anni e indosso SEMPRE la talare) domando: ma che ci facevano quei piissimi "sanluigini" redivivi da quelle parti??? A quell'ora non dovevano essere fra i banchi di università???? Ho studiato anch'io a Roma e - lo confesso - quando c'era la CEI... le ultime due ore di scuola andavano a farsi benedire... ed io con tanto di talare (che indossavo anche allora) non c'entravo proprio nulla con la CEI... il mio dovere in quel momento era di stare in classe a studiare...
    Mi rendeva e mi rende testimone non la talare (che indosso SEMPRE) ma il vivere straordinariamente l'ordinarietà...

    RispondiElimina
  13. Confermo. Pare almeno una volta alla settimana.

    RispondiElimina
  14. In buona sostanza, come volevasi dimostrare, l'Istruzione non intacca minimamente il borioso autoritarismo di certi Vescovi che dicono " il Papa sta a Roma, qua ci sto io" !

    RispondiElimina
  15. Innanzitutto una premesa
    La conferenza episcopale italiana invita sempre - alle sue assemblee - un rappresentante delle conferenze episcopali confinanti.
    Un vescovo svizzero - a turno - partecipa ogni anno ai lavori della CEI. Quest'anno è tocato a mons Grampa andarci. La diocesi di Lugano, inoltre, è legata per motivi storici e religiosi all'Italia, e sarebbe quasi più logico che il suo vescovo partecipasse ai lavori della CEI (e a quelli della conferenza dei vescovi lombardi) che non a quelli della conferenza episcopale svizzera, fino a pochi anni fa pressochè scismatica (oggi invece vi fanno parte vescovi  più "romani"). 
    Non dimenitchiamo inoltre che metà delle parrocchie della diocesi è di rito ambrosiano.
    Mons Grampa, da parte sua,  ha un percorso analogo a quello di Scola (pur non essendo di CL). Ha iniziato i suoi studi a Venegono (egli è di Busto Arsizio ed è fratello di don Giuseppe Grampa, prete della diocesi di Milano)  per poi approdare al seminario di Lugano (si dice a causa del suo carattere impetuoso).
    E' un uomo irruete, primario, sicuramante autoritario, ma non di animo cattivo.
    Riguardo al motu proprio: lo sopporta, ma sicuramente non lo ama.
    E' però vero che il rettore del seminario di Lugano, don Volonté, è un ottimo sacerdote e ha gia celebrato piu volte con il VO.
    Riguardo alla talare.
    In diocesi di Lugano la situazione è dramamtica: penso che la usino ancora solo 4 o 5 sacerdoti.
    Quelli anziani e di mezza età  sono tutti vestiti in borghese.
    I giovani, per la verità, sono invece quasi tutti in clergyman.
    Certo che leggendo quanto scrive mons Grampa c'è da pensare che se qualche giovane prete pensasse di adottare un look più tradizionale, se ne guarderebbe bene dal farlo, pena essere emarginato e scordarsi di avere qualche incarico di rilievo in diocesi.
    Ma anche mons Grampa compirà 75 anni a ottobre.
    Purtroppo i temi  rito tradizionale/abito talare non vanno di pari passo. Sembra che quello della talare non sia piu - anche nella mente dei vescovi  piu vicini alla tradizione - un tema degno di attenzione.
    A Bologna, ad esempio, il card Caffarra è amico del rito tradizionale, ma a un raduno di preti (ho visto un video in you tube) non ce n'era uno in talare: abbondavano invece le giacche a vento, i maglioni, le t-shirt, ecc. come mai?

    RispondiElimina
  16. L'abitudine di indossare la talare sta scomparendo anche nell'episcopato italiano, fino a pochissimo tempo fa molto ligio in tal senso. Ricordo che, in epoca ruiniana, tutti i vescovi riuniti in conferenza per le plenarie indossavano la talare nera. Oggi, invece, sono tutti in clergyman, domani chissà, forse neanche più quello. Fino a 10 anni fa, era usuale, per i vescovi italiani, usare l'abito piano filettato in viola (o rosso per i cardinali) tutti i giorni. In pochissimo tempo, questa sana abitudine è scomparsa. Perfino Bagnasco usa abitualmente il clergyman! Evidentemente, le abitudini nord-europee hanno fatto cattiva scuola anche da noi.
    Ho visto l'intervista rilasciata da mons. Negri in occasione della visita del Papa a S. Marino: era in camicia celeste, colletto e giacca blu. Direi non il massimo, soprattutto per un prelato ritenuto in linea con la tradizione.

    RispondiElimina
  17. Non ci si può aspettare nulla di diverso da un vescovo neo-modernista come mons. Grampa.

    RispondiElimina
  18. La vulgata progressista si è appropriata della Parabola del Buon Samaritano creando due immagini antitetiche con l'intento di colpire la religiosità tradizionale. Da una parte, in negativo, il sacerdote (a loro non importa molto che quello citato da Geù fosse di religione ebreaica) che trascura la carità in nome di una verità formalistica, fatta di osservanza dei precetti; dall'altra il buon Samaritano ("l'eretico del tempo" - insistono i  nostri fratelli maggiori e adulti nella fede - che invece ci insegna il primato della carità, anche rispetto a chi non ha la nostra stessa fede ed anzi si prende cura anche del suo futuro dando una cifra che consente all'oste a cui il Samaritano aveva affidato il malcapitato di sovvenire alle sue necessità). E questa è l'azione gradita a Gesù. Ovviamente il Samaritano viene sfigurato identificandolo nell'eretico e nell'ateo di oggi, una sorta di "cristiano anonimo" ante litteram, che dà una lezione ai cattolici, perché si comporterebbe meglio di tutti quei cattolici che con la loro religiosità formalistica "nascondono e imbrattano" il vero volto di Dio, veri responsabili dell'ateismo contemporaneo. Ora ci vuole poca fantasia a immaginarsi in che cosa consista questo formalismo: l'accenno all'abito, del presule elvetico, e poi al Motu proprio mi sembra che esplicitino abbastanza chiaramente in che direzione guardare per capire a chi vuol rivolgersi quando parla del Buon Samaritano. Tenendo sempre presente che nell'uso progressista di tale parabola la critica alla Gerarchia è sempre più o meno implicita.  

    RispondiElimina
  19. Non ci si può aspettare nulla dallo spirito protestantico che ha invaso vasti settori, nessuno escluso, della Chiesa, che un tempo era compatta e impenetrabile.
    Ieri sera ascoltando il Rosario dialogato su RadioMaria, ho avuto un altro brivido : un fedele, preso da chissà quale raptus carismatico, nella recita del Padre nostro ha tranquillamente "variato" dicendo : e <span>non abbandonarci alla tentazione</span> ... invece della ufficiale versione  <span>e non ci indurre in tentazione</span>, ancora vincolante.
    Ecco quello che sta accadendo nella Santa Chiesa : l'anarchia ed il caos.
    Un fedele, dalla voce ho capito che era anziano, di sua iniziativa ha superato i Vescovi e gli uffici  liturgici della CEI ed in diretta radiofonica ha gettato i germi del dubbio e del fai-da-te.
    Urge un rimedio urgentissimo !

    RispondiElimina
  20. <span>Non ci si può aspettare nulla dallo spirito protestantico che ha invaso vasti settori, nessuno escluso, della Chiesa, che un tempo era compatta e impenetrabile.  
    Ieri sera ascoltando il Rosario dialogato su RadioMaria, ho avuto un altro brivido : un fedele, preso da chissà quale raptus carismatico, nella recita del Padre nostro ha tranquillamente "variato" dicendo : e <span>non abbandonarci alla tentazione</span> ... invece della ufficiale versione  <span>e non ci indurre in tentazione</span>, ancora vincolante.  
    Ecco quello che sta accadendo nella Santa Chiesa : l'anarchia ed il caos.  
    Un fedele, dalla voce ho capito che era anziano, di sua iniziativa ha superato i Vescovi e gli uffici  liturgici della CEI ed in diretta radiofonica ha gettato i germi del dubbio e del fai-da-te.  
    Se moltiplichiamo questo spirito di self service devozionale al resto della liturgia, braccia aperte come i sacerdoti al Padre nostro ecc ecc, alla morale e alla disciplina in genere ... la situazione si fa drammatica.</span>
    <span>Solo un miracolo potrà salvare l'unica Chiesa di Cristo Signore !</span>

    RispondiElimina
  21. Pensate che questo individuo è gran priore dell'ordine del Santo Sepolcro in Svizzera. Prima di lui tale carica era ricoperta dal persecutore di mons Lefebvre quando era vescovo di Sion. Ma a quello che mi risulta in tale disgraziata nazione (dal punto di vista cattolico) anche gli altri vescovi non sono migliori del Grampa. Si è voluta  la collegialità? ed ora subiamola. Anzi per primo la deve subire il papa che ormai non conta più niente(anche lui ne è stato fra i fautori quando era consigliere del card Frings durante il concilio)

    RispondiElimina
  22. Hai perfettamente ragione.
    Quando da Roma arrivavano spinte al rinnovamento i vescovi italiani (e moltissimi sacerdoti) usavano la talare. A roma, in quegli anni non si vedevano piu seminaristi in talare
    Ora a roma non è inconsueto rivedere il "saturno" fra i giovani , ma l'onda lunga del concilio è arrivata  laddove ha fatto piu fatica a penetrare negli anni '70/80. In diocesi come Milano, Bergamo, Como, Padova, Treviso, Vicenza nelle quali la talare era usata da molti preti fino una quindicna di anni fa essa è scomparsa del tutto.

    RispondiElimina
  23. tradizionalista ligure20 giugno 2011 alle ore 12:06

    Salvo poi, appena arriva il Santo Padre, essere tutti in abito piano rigorosamente celato in valigia o comprato la mattina stessa dal vicino euroclero (di quelli dozzinali, da poco, fatti in serie, ex plasticea materia confecta...)e prontamente gettati alla partenza da Roma... Siamo a dei livelli!!!

    RispondiElimina
  24. Ma mons. Grampa avrà mai letto nel Vangelo che Cristo al Calvario indossava una preziosa tunica tessuta in un solo pezzo? E nessuno gli avrà mai spiegato che tale particolare abito era riservato ai sacerdoti, anzi al sommo sacerdote?

    RispondiElimina
  25. Lei non hai idea di quanti occhi addosso abbiamo avuto nei giorni scorsi accompagnando dei sacordoti in talare in giro per Milano...
    Anche nell'"Ateneo dei Cattolici italiani" certi sguardi li pensavano venuti da Marte...

    RispondiElimina
  26. Basta vedere il sacerdote che presenta il programma religioso alla RTSI, ovviamente e rigorosamente vestito in borghese. Non sia mai che lo scambiano per un prete....

    RispondiElimina
  27. Basta vedere il sacerdote che presenta il programma religioso alla RTSI, ovviamente e rigorosamente vestito in borghese. Non sia mai che lo scambiano per un prete....

    RispondiElimina
  28. ma allora siamo vicini....
    quanti svizzeri in questo blog :-)

    RispondiElimina
  29. Basta vedere il sacerdote che presenta il programma religioso alla RTSI, ovviamente e rigorosamente vestito in borghese. Non sia mai che lo scambiano per un prete....

    RispondiElimina
  30. Su queso commento dissento!
    La conferenza episcopale svizzera è piccola e comprende una quindicina di vescovi (ausiliari compresi e un paio di abati).
    Almeno 4 o 5 di loro hanno già celebrato con il rito straordinario e ciò sarebbe stato impensabile una decina di anni fa, quando la Svizzera sembrava ormai "persa".
    Facendo le debite proporzioni sarebbe come se un centinaio di vescovi italiani avessero gia celebrato con il VO.
    Quando mai?
    Cercate di riflettere prima di fare sparate ....  

    RispondiElimina
  31. Sono d'accordo.
    Inoltre dissento da mons Grampa quando scrive che usare la talare "fuori servizio" è un po' come cercare sicurezze.
    Credo che salire su un mezzo pubblico pieno di ragazzini con la talare sia oggi tutt'altro che sicuro. E' un "pugno nello stomaco" che richiede coraggio e che espone a commenti, dileggio ecc da parte degli adolescenti.
    Una suora, con una divisa peraltro ridotta ai minimi termini, mi ha detto che freqentemnte - sui treni frequentati da studenti delle medie o del liceo - è oggetto di scherno (e di parolacce). E lei, stoicamente, incassa....  

    RispondiElimina
  32. mica dice che erano lì.. li avrà visti in giro per Roma... è gli è venuto un colpo!

    RispondiElimina
  33. grampa in inglese vuol dire nonnetto... infatti... viale del tramonto... pensione vicina... largo ai giovani col saturno... è per questo che si imbizzarrisce quando li vede... Poi entra in CEI, con i suoi coetanei, e si rassicura. tutti in calzoni, meno male... è tutto come prima... ma il futuro non è nelle riunioni della CEI, il futuro e fuori, dove ha visto i seminaristi (penserà: ma è scemo il vescovo di questa diocesi, che li lascia andare in giro conciati così?"... facesse come me... o come faceva poletto a Torino, li sì che gli è passato l'uzzolo, a certi ragazzini, di andare in giro in sottana: in montagna, in periferia, lontani dal centro, nelle chiese più brutte e in quelle più disagiate, lì dovrebbero stare, e non davanti alle stanze dei bottoni.... poi pensa a chi è il vescovo della diocesi in cui si trova e ops...!)
    Ma voi ve lo immaginate se questo uso del clergyman dovesse arrivare fino al vertice?
    Un omino in clergyman bianco, praticamente un gelataio!

    RispondiElimina
  34. Mi spieghi questo vescovo che cos'è per lui il "bene ecclesiale comune". Il bene ecclesiale comune non lo dovrebbe auspicare il Papa? Le persone che, come me, non trovano "spazio" nelle parrocchie perché lì viene negata la possibilità di partecipare a una Messa in rito antico, non facciamo Chiesa perché ci aggreghiamo ad altre persone e/o parrocchie o diocesi dove sì troviamo la Messa antica? Siete voi, vescovi dalle orecchie indurite, che non volete vedere il bene ecclesiale comune e che ci costringete a fare questi "pellegrinaggi" tra le chiese in cerca della spiritualità perduta!

    RispondiElimina
  35. Mi spieghi questo vescovo che cos'è per lui il "bene ecclesiale comune". Il bene ecclesiale comune non lo dovrebbe auspicare il Papa? Le persone che, come me, non trovano "spazio" nelle parrocchie perché lì viene negata la possibilità di partecipare a una Messa in rito antico, non facciamo Chiesa perché ci aggreghiamo ad altre persone e/o parrocchie o diocesi dove sì troviamo la Messa antica? Siete voi, vescovi dalle orecchie indurite, che non volete ascoltare i fedeli e vedere il bene ecclesiale comune e che ci costringete a fare questi "pellegrinaggi" tra le chiese in cerca della spiritualità perduta!

    RispondiElimina
  36. L'errore si chiami errore20 giugno 2011 alle ore 14:00

    Quando leggo articoli come questo di Mons. Grampa penso a tutti quei fratelli nella fede che si scandalizzano delle tesi di de Mattei o di Gherardini e mi chiedo: "a chi giova?"

    La situazione è talmente grave e caotica che a de Mattei e Gherardini (ma anche a Enrico e tanti altri) ci sarebbe da fare un monumento. Poi ci sarebbe da pregare tanto per il Santo Padre perchè davvero la situazione è pesante.

    Cosa ce ne facciamo di tutte queste conferenza episcopali nazionali, regionali, diocesane, che producono montagne di carte e discorsi che nessuno legge? Nemmeno i sacerdoti che, tra l'altro, non leggono neanche quello che scrive il Santo Padre (salvo casi più unici che rari). Ai fedeli poi cosa pensate che arrivi? Tranne quei pochi invasati di democraticismo assembleare, non arriva NULLA, anzi solo confusione.

    Finiamola con questa falsa prudenza che disquisisce di ermenutiche, stupide diatribe tra alleanze cattoliche, pliniani, focolarini, ciellini, opus dei, ecc., ecc. Finiamola con il creare "dicasteri" per evangelizzare e cominciamo, invece, ad evangelizzare davvero. Finiamola con il giustificare tutto con la diversità dei carismi e cominciamo a chiamare l'errore con il suo nome.

    in modo chiaro e semplice. Così magari lo possono capire tutti.

    RispondiElimina
  37. Novus ordo piuttosto.

    RispondiElimina
  38. Novus ordo piuttosto.

    RispondiElimina
  39. Novus ordo piuttosto.

    RispondiElimina
  40. nel seminario di Chiavari, se un chierico si manifesta troppo devoto della talare, è messo al muro da rettore ed eminenze grigie che fanno il bello e il cattivo tempo. Infatti anche quelli che la indoserebbero con normALITà, VIVONO NELL'INCUBO DI ESSERE DENUNCIATI DAI " PROTETTI" 3 o 4 chierici che provengono dalle fila della A.C. che spadroneggiano con arroganza sugli altri (pochetti in verità fino a quando perdurerà il regime di A.C.) in attesa di tempi migliori per il seminario e di nuovi ingressi certi, con altri superiori

    RispondiElimina
  41. Il problema non è, penso, che il Papa prolunghi o no il mandato a mons. Grampa!
    Il problema vero è chi il Papa manderà a Lugano!
    Del resto ci accorgeremo se il Papa vuole continuare a fare il Papa dalla ormai prossima nomina sulla cattedra di s. Ambrogio e s. Carlo. Continuiamo a pregare e sperare

    RispondiElimina
  42. Allora la storia si ripete: infatti anche nel seminario dove io, trentacinque anni fa, mi sono formato, Cremona, chi professava simpatie aperte nei confronti di C.L. veniva fermamante ripreso, non pochi sono usciti (qualcuno costretto) e sono stati ordinati in altre diocesi . Anche da noi il 'pensiero unico' era, ed è, AC.
    Mi permetto di ricordare che nel 1975 i seminaristi teologi erano 90, ora ahimé 16: in 35 anni una débacle - 83%! Preghiamo il Padrone perché mandi operai nella sua messe!

    RispondiElimina
  43. <span>Allora la storia si ripete: infatti anche nel seminario della mia diocesi, Cremona, trentacinque anni fa chi professava simpatie aperte nei confronti di C.L. veniva fermamante ripreso, non pochi sono usciti (qualcuno costretto) e sono stati ordinati in altre diocesi. Anche da noi il 'pensiero unico' era, ed è, AC.
    Mi permetto di ricordare che nel 1975 i seminaristi teologi erano 90, ora ahimé 16: in 35 anni una débacle - 83%! Preghiamo il Padrone perché mandi operai nella sua messe!</span>

    RispondiElimina
  44. Effettivamente, anche noi Svizzeri, siamo ad alto rischio di strabismo, un occhio sul vescovo e uno sul Papa, a scegliere, scelgo il Papa. Abbiamo nella CES 6 vescovi, 3 vescovi ausiliari, 2 abati.
    Che vi basti sapere che il novello vescovo di Basilea ha inaugurato il suo mandato con aperture sulla soppressione del celibato e altre singolarità che fanno risultare strana la sua scelta da parte di Benedetto XVI, il presidente della CES, Mons. Brunner, si è pure lui lasciato andare sulla stampa a dichiarazioni per lo meno  discutibili, e pure lui apre alla soppressione del celibato, il "povero" ma ammirevole e coraggioso Mons. Huonder, di cui conosciamo le difficoltà,  deve sentirsi ben solo in mezzo ai suo confratelli progressisti.
    E noi della Svizzera Romanda stiamo aspettando da mesi il nostro nuovo vescovo, la sua scelta sembra essere molto complicata per Papa Benedetto!

    RispondiElimina
  45. Non vorrei dire eresie, ma mi pare che "non abbandonarci alla tentazione" sia più vicino al testo originale. Ciò non toglie che il testo ufficiale vada rispettato. Questo anche se può far nascere dei dubbi per il fatto che esso sembra far capire che Dio ci tenta.

    RispondiElimina
  46. <span></span><span>Effettivamente, anche noi Svizzeri siamo ad alto rischio di strabismo, un occhio sul vescovo e uno sul Papa, a dover scegliere...scelgo il Papa. </span>
    <span>Abbiamo nella CES 6 vescovi, 3 vescovi ausiliari, 2 abati.  
    Che vi basti sapere che il novello vescovo di Basilea ha inaugurato il suo mandato con aperture sulla soppressione del celibato e altre singolarità che fanno risultare strana la sua scelta da parte di Benedetto XVI, il presidente della CES, Mons. Brunner, si è pure lui lasciato andare sulla stampa a dichiarazioni per lo meno  discutibili, e pure lui apre alla soppressione del celibato, il "povero" ma ammirevole e coraggioso Mons. Huonder, di cui conosciamo le difficoltà,  deve sentirsi ben solo in mezzo ai suo confratelli progressisti.  
    E noi della Svizzera Romanda stiamo aspettando da mesi il nostro nuovo vescovo, la sua scelta sembra essere molto complicata per Papa Benedetto!</span>

    RispondiElimina
  47. Quando ho aperto la porta della chiesa delle Visitandine e ho visto tutti quei sacerdoti e seminaristi in ginocchio, in preghiera e con la talare ho pensato che non è vero che mancano le vocazioni, vanno solo Dio vuole. Mi è venuto alla mente, infatti, il passo evangelico della vite i cui  tralci, che non danno frutto, venengono potati affinchè gli altri diano più frutto.
    I nostri seminari sono sempre più vuoti, è vero, ma è anche vero che i diocesani si considerano, realemente, una specie in via di estinzione. 
    Come può operare la Provvidenza se non lasciamo spazio e non diamo fiducia allo Spirito?

    RispondiElimina
  48. Mi pare di percepire la presenza di più ticinesi in questo blog. Forse qualcuno l'ho già incontrato. Perché non contarci. Potete, se volete, contattarmi a questo indirizzo mail 111@bluewin.ch

    RispondiElimina
  49. Ogni blog necessita di guardie svizzere :)

    RispondiElimina
  50. Sarei curioso di sentir parlare  vescovi nostrani di temi teologici (Trinità, grazia, peccato, ecc), così almeno vediamo cosa credono e che Maestri sono.... Vescovi, una volta preti, formati alla scuola di Rahner, von Baltahsar, Forte, don Tonino Bello, ecc,  cosa sapranno insegnare? Forse meglio che parlano dei temi sociali... :)

    RispondiElimina
  51. e "<span>non abbandonarci alla tentazione".</span>
    <span></span> 
    <span></span> anche a me è capitato domenica scorsa di sentire dal sacerdote celebrante la stessa espressione. Questi,  dopo aver intonato il Padre nostro, è rimasto in silenzio fine al momento del "non c'indurre in tentazione", ritenendosi poi in dovere di sostituire ad alta voce la vecchia formula la con la nuova versione.
    Siamo ormai al punto che tutto ciò che per secoli è stato tramandato viene accantonato per "non ferire" la sensibilità e la "razionalità" dell'uomo moderno, che non può ammettere che Dio lo possa mettere alla prova.

    RispondiElimina
  52. Sabato ha urlacchiato come il solito mons. Grampa durante le lunghe e barbose ordinazioni sacerdotali al sacro cuore. Prendendosela con i tradizionalisti, con il governo ticinese... per via dei rom. Nella sua lezione di anatomia (parlava di testa, braccia, gambe etc.) ha dimostrato come non deve predicare un vescovo. Tanto meno deve urlare prima della celebrazione contro i fedeli che parlavano...
    Speriamo nel nuovo Nunzio apostolico che gli dia una calmata........
    Lucia

    RispondiElimina
  53. NON ABBANDONARCI ALLA TENTAZIONE non solo non è più vicino al testo originale, ma addirittura è eretico. Dio non abbandona nessuno allla tentazione, dire il contrario vuol dire affermare che un uomo può essere tentato OLTRE le proprie forze, il che è un'eresia bella e buona.

    RispondiElimina
  54. Suo fratello, un prete in jeans, zainetto e maglioncino, lo chiamano "don Zampa"... evidentemente il diavolo è di casa!

    RispondiElimina
  55. Sì, concordo pienamente su quanto detto sopra don Giuseppe Grampa: ho avuto modo di conoscerlo e di 'apprezzarlo' alla Cattolica (2002-2005) dove insegnava Filosofia delle religioni e del Cristianesimo.
    Anche a lui mi presentavo o in collare romano o in talare... sembrava mi compatisse, no problem: io ero e sono vestito da prete e lui mai! Mi vesto da prete perché, nullis meis meritis, sono sacerdote e sono orgoglioso di esserlo, anche se capita di incontrare persone a cui la cosa disturba.... ma sapete quante cose disturbano a me... qualche volta capita di sentire malignare, inveire e anche  bestemmiare: pace! un'occasione in più per pregare per chi ne ha bisogno almeno tanto quanto me!
    Comunque ora il prof. Grampa è parroco a Milano succedendo a mons. Casati: una successione nella continuità... mi sia consentito: filoprotestante l'uno filoprotestante l'altro! Signore pietà

    RispondiElimina
  56. <span>Sì, concordo pienamente su quanto detto sopra circa don Giuseppe Grampa: ho avuto modo di conoscerlo e di 'apprezzarlo' alla Cattolica (2002-2005) dove insegnava Filosofia delle religioni e del Cristianesimo.  
    Anche a lui mi presentavo o in collare romano o in talare... sembrava mi compatisse, no problem: io ero e sono vestito da prete e lui mai! Mi vesto da prete perché, nullis meis meritis, sono sacerdote e sono orgoglioso di esserlo, anche se capita di incontrare persone a cui la cosa disturba.... ma sapete quante cose disturbano a me... qualche volta capita di sentire malignare, inveire e anche  bestemmiare: pace! un'occasione in più per pregare per chi ne ha bisogno almeno tanto quanto me!  
    Comunque ora il prof. Grampa è parroco a Milano succedendo a mons. Casati: una successione nella continuità... mi sia consentito: filoprotestante l'uno filoprotestante l'altro (e la parrocchia anche se in centro a Milano si chiama San Giovanni in Laterano!) Signore pietà</span>

    RispondiElimina
  57. In questa sede, se non ricordo male, avete dato notizia di una Messa in Rito Antico ad Ascona; che sia la volta buona dopo il rifiuto del Collegio Papio?!? (Grampa motivo' la cosa dicendo che non e' contro la Messa Antica, ma che ci sono altre urgenze pastorali). Monsignore ne e' a conoscenza?

    RispondiElimina
  58. La scelta purtroppo non è enorme, visto che il vescovo di Lugano deve essere scelto (per concordato fra la Svizzera e la Santa Sede) unicamente fra sacerdoti (diocesani o religiosi) "ressortissant tessinois".
    Fra i sacerdoti diocesani non vedo chi potrebbe imprimere un cambiamento radicale di rotta.
    Fra i religiosi: potevamo sperare in dom Mauro Lepori di Hautrive, ma nei mesi scorsi è stato chiamato a Roma in qualità di capo della Federazione mondiale dei Benedettini; oppure in padre Mauro Jöhri (forse non legatissimo alla Tradizione, ma assolutamente carismatico e uomo di Dio): anche lui è partito recentemnte per Roma in qualità di Ministro Generale dei Cappuccini.
      

    RispondiElimina
  59. Anche Maggiolini, idolatrato dagli amanti della Tradizione (era solo autoritario, rigido su alcuni principi e buon comunicatore) dava udienza privata con le ciabatte e una t-shirt  (ho visto con i mei occhi).

    RispondiElimina
  60. Hai ragione. Anche se don Molinaro (a parte la sua insopportabile cravatta) è sicuramente meglio (e anche più simpatico)  dell'altezzosissimo don Valerio Crivelli, che era grande amico di Mons. Grampa e che è stato a mio avviso il maggior responsabile dello scempio di molti altari delle chiese ticinesi.  
    A proposito di altari:  nonostante l'esempio liturgico che timidamente ci dà Benedetto XVI c'è uno sempio in corso nella Cattedrale di Lugano.  

    RispondiElimina
  61. <span>Volevo dire a Osservatore che la scelta del vescovo di Lugano è unicamente fra sacerdoti diocesani e non religiosi "ressortissant tessinois".  La Bolla di Leone XIII che ha fondato la diocesi di Lugano (il titolo era unito aeque principaliter al vescovo di Basilea. Le due diocesi erano perfettamente indipendenti. La diocesi non è stata fondata nel 1971 come Grampa scrive nella sua ultima lettera pastorale e predica a destra e a manca battendo cassa ma nel 1888. Neppure nel 1884 quando si risolse la questione diocesana provvisoriamente con l'amministrazione apostolica) parla di sacerdoti SOGGETTI ALLA GIURISDIZIONE DEL VESCOVO DI LUGANO, quindi non religiosi. Grampa sta preparando una lettera su questo argomento che però sarebbe opportuno fosse lasciato alle istanze competenti (Congregazione dei vescovi e Nunziatura).
    Last but not least padre Mauro Jöhri non è ressortissant tessinois ma è grigionese. 
    </span>

    RispondiElimina
  62. Che Molinaro sia più simpatico di Crivelli proprio non saprei..........
    Ha di quegli occhi che spaventano

    RispondiElimina
  63. Concordo.
    Ma qui sta il mio problema.
    Tutti sanno che Poletto osteggiava i giovani sacerdoti che desideravano indossare abitualmente la talare (succede anche in altre diocesi).
    E se tutti lo sappiamo, sicuramente ciò sarà noto anche ai piani alti dei Sacri Palazzi (sono convinto che don Georg legge questo blog :-)).
    Ma sono altrettanto sicuro che Poletto è andato in pensione con tutti gli elogi da parte del Papa.
    Ecco, si sa dell'errore, ma non si interviene per bloccarlo.
    E' questo , a volte, il martirio causato dal voler essere nonostante tutto "cum Pietro e sub Pietro"

    RispondiElimina
  64. Si giudica dal rispetto delle norme e della disciplina ecclesiastica prevista e che i vescovi dovrebbero rispettare per primi.

    RispondiElimina
  65. Qualche estratto dell`omelia di mons. Grampa per le recenti ordinazioni sacerdotali, da leggere sul sito della Diocesi di Lugano.


    "Siete stati scelti dalla Chiesa, consacrati nella Chiesa, inviati per la Chiesa. Amate questa Chiesa dove qualcuno sente soffiare venti gelidi contro il Concilio, vede i grandi teologi del Vaticano II definiti  lupi rapaci e le pecore nere di oggi.

    ...siate capaci ...di cogliere la domanda ed il segno che Dio ci rivolge, l`ora che per noi fa risuonare, nella quale faro luminoso da conoscere, approfondire, applicare e vivere resta il Concilio Ecumenico Vaticano II.

    Non torniamo indietro, non abbandoniamo la strada che il Concilio ci ha indicato, ciò che il Papa ci indica come straordinario non divenga ordinario , se le parole hanno ancora un senso.

    Restate fedeli alla Chiesa, anche se l`una o l`altra persona, <span>l`uno o l`altro documento  possono non piacervi</span>."


    O quando un vescovo, durante l`omelia rivolta ai novelli sacerdoti, contesta un documento del Papa,  li incita  a disobbedire al Papa e li scoraggia già in anticipo, se avessero l`intenzione di applicare il SP.
    Ah, ma dimenticavo, Mons. Grampa è in comunione con il Papa, è unito al Papa.

    RispondiElimina
  66. Ma anche a Cremona è pressoché scomparsa la talare? Una quindicna di anni fa erano ancora in parecchi ad indossarla.
    Lanfanconi mi sembra un po' enigmatico, o sbaglio?

    RispondiElimina
  67. Grazie per la precisazione.
    Riguardo a Jöhri ho forse preso un abbaglio, ma è svizzero e ha vissuto a lungo in Ticino: credo che il conocrdato avrebbe potuto essere interpretato in modo estensivo nei suoi confronti.
    Riguardo a Lepori (benedettino): era stato indicato da molti come probabile successore di Grampa.
    E anche in occasione della successione di mons. Ernesto Togni si era parlato di padre Angelo Zanini (di Einsiedeln).
    Mons Bacciarini era guanelliano.
    E concludo pure io "last but not at least" :-) se il concordato fosse stato applicato in modo restrittivo anche la nomina di Grampa (naturalizzato svizzero) avrebbe potuto forse venire bloccata.
    Grazie comunque, caro elvezio romano, per le sue precisazioni.

    Ma qui dentro i ticinesi sono la maggioranza assoluta? :-)

    Chissà se Grampa ci legge....    

    RispondiElimina
  68. Beh, è ovvio che la parabola del buon samaritano è un richiamo alla carità che, se non sbaglio, secondo il vangelo deve avere la preminenza su ogni cosa.... potete avere ragione sulla secolarizzazione dell'abito ecclesiastico, ma allo stesso tempo dovete essere realisti, perché comunque è anche vero che c'è tutta una risma di chierici che non fa altro che bearsi di pizzi e merletti e non si sporca un dito (o un lembo della sua preziosa talare) neanche se vede un confratello con la lingua a terra dal lavoro in chiesa o in sacrestia, il quale magari non porta la talare, ma per il decoro e la bellezza della chiesa si fa il classico mazzo da mane a sera (scusate il francesismo), mentre l'altro, in tutto il suo splendore clericale, non si degna MAI di chiedere una volta se può essere d'aiuto.... tutto è dovuto. Per i lavori servili, ci sono i padri Cenerentoli... Siate obiettivi: anche questa è realtà (io vivo in comunità, questa è la mia esperienza e so bene quel che dico): c'è tutta una serie di preti che ha fatto dell'abito l'unica realtà che lo fa diventare monaco, e se ti vede crepare non muove neanche un dito per non sporcarsi!

    RispondiElimina
  69. Frasi penose, più patetiche che irritanti.
    Mi vien da pensare a quel ministro della comunicazione di Saddam Hussein che continuava a lanciare i suoi grotteschi proclami di vittoria mentre gli americani già entravano nei sobborghi di Bagdad; e lui lo sapeva che stavano arrivando e sentiva che il suo mondo stava per finire, ma continuava a recitare la parte perchè era l'unica che aveva imparato e perchè non voleva accettare che la realtà potesse essere diversa da quella in cui aveva sempre vissuto.
    E così sono questi personaggi, prossimi alla pensione e consapevoli che, insieme a loro e più vecchio di loro, in pensione ci andrà anche il "faro luminoso" che li ha accecati per tutta la vita.

    RispondiElimina
  70. a mons. bacciarini il suo beneamato predecessore conservò l'incardinazione quindi potè diventare vescovo di lugano

    RispondiElimina
  71. Ma Grampa a proposito del suo essere naturalizzato svizzero dice, da detto, dirà e farà dire al vicario generale che era possibilissimo. che la nunziatura ha risolto la questione.... boh
    Vedremo se verrà confermato e chi presenterà alla sua successione (Lepori? Lazzeri? Nicola Zanini? Patrizio Foletti? Willy Volontè? Giuseppe Viscio?) poveri noi...

    RispondiElimina
  72. Grampa legge eccome... poi fa proclami sul GdP come quello di sabato scorso firmato dal suo portavoce

    RispondiElimina
  73. Spero che la vittima dell`ultimo "coup de griffe" di Mons. Grampa, vicino al pensionamento, non sia la Cattedrale di Lugano...ho letto che è  chiusa per lavori di restauro.
    Spero anche che i Ticinesi, che sembrano numerosi su questo blog, si informino  prima che non succeda qualche scempio irreparabile.
    Non vorrei che Grampa, come lo hanno fatto altri vescovi, marcasse anche a livello di architettura sacra la sua allergia al Rito Antico. À bon entendeur.....

    RispondiElimina
  74. Ormai se ne va in pensione e a nessune interesserà più cosa dice o fa. Questa è la sua disperazione!!! Speriamo che lo Spirito illumini i responsabili della elezione del sucessore. E' vitale per la Svizzera.

    RispondiElimina
  75. Le danze ormai sono chiuse e c'è ben poco da fare.
    Una cosa però mi conforta.
    Dopo  aver assisitito  a una parte della Messa celebrata dal card. Burke, a Modena, una decina di giorni fa
    (ricavandone - come ho scritto in un altro thread -  impressioni discordanti) ho  notato con piacere come sia possibile celebrare in forma strordinaria anche in una chiesa costruita dopo il concilio

    RispondiElimina
  76. Peri-Morosini gli conservò l'ncardinazione? Come mai?
    Sono noti i grossi problemi personali fra loro.  

    RispondiElimina
  77. i problemi fra mons. peri e mons. bacciarini iniziarono dopo la nomina

    RispondiElimina
  78. io la porto quasi sempre. Del mio vescovo non parlo

    RispondiElimina
  79. Volonté è un ottimo sacerdote, colto, buono, equilibrato e anche amico della liturgia tradizionale.
    Credo che sarebbe un buon vescovo.
    Mons. Lazzeri è stato alcuni anni a Roma (alla Congregazione per l'Ecucazione Cattolica), ma ora mi sembra defilato, appartato: quali sono i suoi orientamenti?
    Don Zanini , liturgista, è assolutamente seguace di Marini Piero (non Guido :-()
    Don Viscio? Come mai?

    RispondiElimina
  80. Scelta saggia e condivisibile.
    Comunque avrà notato che in questo thread sono molti i ticinesi ad essersi espressi sul nostro vecovo, mons Grampa. L'ho fatto anche io, senza assolutamente giudicare la persona (meritevole di  rispetto), ma unicamente qualche suo orientamento pastorale.
    Riformulo la domanda: ci sono altri sacerdoti a Cremona in talare? Dalla Photogallery del sito diocesano non si direbbe :-( 

    RispondiElimina
  81. da noi, nella lingua locale, da secoli si dice: "no nos lesses ruer in tentassione" il che ritengo che teologicamente sia esatto... la traduzione suonerebbe così: non lasciarci cadere nei momenti della tenatazione (ma aiutaci e salvaci).

    RispondiElimina
  82. <span>da noi, nella lingua locale, da secoli si dice: "no nos lesses ruer in tentassione" il che ritengo che teologicamente sia esatto... la traduzione suonerebbe così: non lasciarci cadere nei momenti della tentazione (ma aiutaci e salvaci).</span>

    RispondiElimina
  83. gentile osservatore, per quanto concerne le talari 'portate regolarmente o quasi', devo dire che non sono affatto molte, specie in città.
    però, girando un po' per la diocesi, ho notato che la domenica molti miei confratelli la portano almeno in chiesa, i 'capi' la portano pressoché regolarmente in occasioni diciamo 'ufficiali' (celebrazioni sacramentali, visita pastorale, presenze di protocollo).
    Non mancano comunque confratelli che sorridono o sfottono: pace, contenti loro!
    io la porto con convinzione e orgoglio (è ovvio che ci sono situazioni dove la talare è scomoda... ma anche uno dei parroci della mia parrocchia d'origine, che aveva l'hobby della cascina <siamo>, nei campi o nella stalla cambiava d'abito, poi si lavava e celebrava con zelo ammirevole!
    io mi comporto in maniera analoga, anche se non ho... una mia cascina. Aggiungerei PURTROPPO.
    grazie dell'attenzione</siamo>

    RispondiElimina
  84. <span>gentile osservatore, per quanto concerne le talari 'portate regolarmente o quasi', devo dire che non sono affatto molte, specie in città. 
    però, girando un po' per la diocesi, ho notato che la domenica molti miei confratelli la portano almeno in chiesa, i 'capi' la portano pressoché regolarmente in occasioni diciamo 'ufficiali' (celebrazioni sacramentali, visita pastorale, presenze di protocollo). 
    Non mancano comunque confratelli che sorridono o sfottono: pace, contenti loro! 
    io la porto con convinzione e orgoglio (è ovvio che ci sono situazioni dove la talare è scomoda... ma anche uno dei parroci della mia parrocchia d'origine, che aveva l'hobby della cascina <siamo>, nei campi o nella stalla cambiava d'abito, poi si lavava e celebrava con zelo ammirevole! io mi comporto in maniera analoga, anche se non ho... una mia cascina. Aggiungerei PURTROPPO). 
    </siamo></span>
    <span>Grazie dell'attenzione</span>

    RispondiElimina
  85. Sai Osservatore ci vuole sempre un candidato per depistare... quindi Viscio sembra adatto...
    Sulla bontà di Volontè non rischierei la mano sul fuoco
    Quasli sono gli "orientamenti" di Lazzeri forse è meglio chiederlo a lui non ti pare?

    RispondiElimina
  86. Cara Lucia,
    grazie per le tue osservazioni.
    Beh, se io conoscessi Lazzeri non avrei problemi a chiedergli la sua posizione riguardo a certi temi, ma proprio non lo conosco. So solo che è canonico della cattedrale e mi sembra che sia delegato diocesano per le religiose (o sbaglio?). E' un "giovane monsignore", ma  mi sembra  che non  faccia parte di quelli che stanno in "sala comandi".
    Riguardo a Volonté: è stato mio docente di religione al liceo (parecchi anni fa) e ciò me lo fa ricordare con simpatia, anche perche le sue lezioni erano interessanti . Quando lo incontro (molto raramente)  è sempre una ...festa. So che qualche volta ha celebrato la messa mensile in rito antico e ora leggo (in questo thread) che la celebra regolarmente in seminario.  
    Ti saluto con simpatia  

    RispondiElimina
  87. Grazie a Lei, caro Sacerdote, per la sua risposta, gentile e esauriente

    RispondiElimina
  88. Al di là del nostro problema di carattere personale e sottolineando  che non voglio assolutamente difendere d'ufficio mons Grampa (ci mancherebbe) , mi sembra che - sintetizzando al massimo  le sue parole - ci sia un invito a restare fedeli alla Chiesa  "anche quando essa dice cose che non piacciono". Per cui non vedo proprio un incitamento alla disubbienza. Poi è ovvio che lui è un entusiasta del Concilio.

    RispondiElimina
  89. Pensate la situazione nella quale mi trovo io che vivo su settimana a Lugano e nel fine settimana a Torino. Tra parentesi: vi posso assicurare che Poletto non è andato via con tutti gli elogi come avete scritto sopra

    RispondiElimina
  90. Sulla parabola del buon seminatore mi sono già espresso sopra: in bocca a certe persone è blasfema. Non esiste aspetto dell'umanità che non sia accompagnato da una tentazione specifica. Ci può essere narcisismo nel portare la talare  e ci può essere anche nel non portarla. Dalle mie parti i sacerdoti di Gricigliano indossanao la talare (oltre a pizzi e merletti nelle funzioni liturgiche) costantemente eppure non disdegnano le pulizie della chiesa e della casa loro affidate, sono accoglienti con le persone, vanno sul trattore a tagliare l'erba nel campo, risparmiano costruendosi da soli cose che altri andrebbero a comprare già pronte. Il decoro dell'abito si accompagna a buone maniere, a una vita di preghiera, a celebrazioni liturgiche inappuntabili e belle, ed anche all'azione e ai lavori più umili. Tra due modelli posti come estremi direi che questi di Grcigliano, almeno per la mia esperienza, siano un esempio concreto, ovviamente assieme a tutti coloro che anche di altri ordini o secolari si comportano allo stesso modo. I comportamenti negativi non vanno dialettizzati ma stigmatizzati. Altrimenti si finisce per relativizzare tutto e in questo caso anche le regole.

    RispondiElimina
  91. Come mai il monsignore giovane non è rimasto a Roma alla Congregazione per l'educazione cattolica?

    RispondiElimina
  92. A questa domanda non sono assolutamente in grado di rispondere.
    Certo che un monsignore della curia romana, quando torna in diocesi, riceve in genere incarichi prestigiosi.
    Non saprei dire!

    RispondiElimina
  93. interrogati seminaristi in vacanza e affermano che la celebrazione della messa in latino in seminario è secondo il rito di papa montini

    RispondiElimina
  94. Cara Lucia, speriamo che il Nunzio inviti Roma ad accettare le dimissioni il prossimo 26 ottobre e non più prolungarne l'episcopato e preghiamo incessantemente lo Spirito Santo che possa darci finalmente un Vescovo degno di essere chiamato tale un Pastore che sappia radunare il proprio gregge e un buon Vignaiolo che sappia coltivare i buoni tralci ed eliminare quelli inselvatichiti (se anche tu sei ticinese puoi immaginarti a quale tipo di clero mi riferisco)

    RispondiElimina
  95. A proposito di don Valerio Crivelli, è stata opera sua l'aver trafugato nottetempo le antiche balaustre della Cattedrale per far posto ad uno scenario tutto coperto di moquette che per fortuna è stato rimosso, purtroppo le balaustre non sono ricomparse, Questo è stato il primo scempio perpetrato in Cattedrale e non solo lì, quante chiese sono state rovinate dalle farneticanti interpretazioni conciliari di Don Crivelli. L'Ufficio Cantonale dei Beni Culturali dovrebbe intervenire e cercare di far saltar fuori le balaustre e di non approvare quanto proposto in quanto la Commissione diocesana di Arte Sacra della Diocesi non è sempre in sintonia con le disposizioni contenute nei vari documenti emessi dalla Santa Sede.

    RispondiElimina
  96. Grampa sarà di per se allergico al Rito Antico, ma i fautori delle distruzioni sono il Presidente ed il Segretario della Commissione Diocesana di Arte Sacra. Il Presidente Fra Roberto Pasotti, aprofitta di tutti i restauri per piazzare le proprie opere, di dubbio valore artistico che si fa profumatamente pagare. Don Zanini quando era parroco di Castel San Pietro, che ha la fortuna di avere nella propria chiesa parrocchiale uno se non il miglior esempio dell'architettura barocca ticinese, voleva introdurre un'altare di vetro con luce e fontana questo mi era stato confidato a suo tempo dall'allora segretario della CDAS. Speriamo  e preghiamo affinchè il nuovo Vescovo che sarà chiamato a reggere la Diocesi faccia una radicale pulizia anche nelle vaie Commissioni Diocesane o perlomeno che sappia mettere persone all'altezza delle loro mansioni e soprattutto in comunione con la Chiesa di Roma.

    RispondiElimina
  97. A proposito del Vicario Generale speriamo che con la successione se ne vada finalmente "in pensione" l'età ce l'ha eccome!!! Per la successione???
    Foletti, attuale Rettore del Papio, oltre a non aver mai avuto parrocchia, quando è stato nominato amministratore parrocchiale di alcune parrocchie del Malcantone si è rivelato inadeguato e non ha saputo essere all'altezza della situazione.
    Lepori: è stato chiamato a Roma e poi fa parte del cosiddetto clero regolare, sarebbe un buon candidato ma si metterà a disposizione?
    Lazzeri non lo conosco ma me ne hanno parlato bene.
    Nicola Zanini: LIBERA NOS DOMINE!!!!
    Giuseppe Viscio: santo prete ma non adatto a fare il Vescovo, i prepotenti lo schiaccerebbero
    Willy Volontè sarebbe per me la scelta ideale, ottimo sacerdote, colto, buono ed equilibrato saprebbe mettere in sesto la Diocesi poi, vista l'età preparerebbe  un buon terreno e saprebbe scegliersi un ottimo successore.

    RispondiElimina
  98. Accontentiamoci almeno si celebra in latino! Don Volontè se la cava molto bene anche con il "Vetus Ordo" io ho assistito ad una Messa celebrata da lui alcuni anni fa.

    RispondiElimina
  99. ah bene
    so che celebra anche in aramaico, e anche nel rito bustocco caro al suo vescovo

    RispondiElimina
  100. ...ma non sai che cosa dicono Dolce&Gabbana? Il vestirsi è l'epifenomeno di un modo di essere! Almeno a D&G credici, dài!

    RispondiElimina
  101. ...in effetti io i padri "Cenerentoli" li ho visti solo indossare la talare, quella da lavoro, sporca di terra, morchia o calcina.... Poi ci sono tanti loro fratellastri che la talare se la mettono come "grand'uniforme" o quelli che si studiano il look giovane, moderno, dinamico, adatto a intercettare il consenso per far delle loro persone degli anchormen capaci di aggiudicarsi otto e cinque per mille....

    RispondiElimina
  102. Sulla successione ne ho sentita un'altra fresca fresca di giornata: pare che Don Arturo Cattaneo stia già facendo "campagna" con inviti a pranzi e cene fatti a diversi preti.
    Domande a Lucia: 1) potresti spiegarmi  che cosa sia il "rito bustocco"? 2) tra Volontè e Zanini chi sceglieresti?

    RispondiElimina
  103. ma cattaneo conosce l'italiano? poi non è diocesano ma menbro della prelatura.
    il rito bustocco è quello che il vescovo di lugano usa di solito: metà ambrosiano, metà romano e metà di fantasia
    tra i due sceglierei... nessuno

    RispondiElimina
  104. Caro Onorino che Volontè sia in grado di mettere ordine in diocesi proprio non saprei
    Viste le ultime orinazioni non so proprio che dire. Ci vuole più discernimento nell'accettare i candidati.

    RispondiElimina
  105. Bravo Onorino!
    Ma come si fa?

    RispondiElimina
  106. Bravissimo!
    Mi piacerebe parlare con lei!

    RispondiElimina
  107. Mi complimento per ogni suo post! 

    RispondiElimina
  108. beati voi... non mi resta che sperare che arrivino anche a Roma dei sacerdoti così...  e scusate tanto se io ho vissuto esperienze diverse dalla vostra e mi sono permesso di raccontarlo, perchè io talari sporche di terra, morchia o calcina fin'ora le ho viste solo nei film di don Camillo .... mi fa piacere comunque sapere che ce ne siano in giro....

    RispondiElimina
  109. x Pucci lucia
    casa c'era che non andava nei candidati alle ultime ordinazioni? a me sembrano dei buoni sacerdoti.... vedremo, lasciamoli almeno iniziare il ministero

    RispondiElimina
  110. A proposito del "rito bustocco", l'altro giorno ho sentito un amico di mia sorella che abita nel Malcantone anche se giustamente il paesino in cui vive appartiene al circolo di Agno, dunque al Basso Vedeggio, e mi ha detto che per tre domeniche nel mese di luglio il Vescovo farà supplenza domenicale nella sua parrocchia in quanto, come dice lui l'Amministratore parrocchiale, che non è parroco che è stato imposto dal Vescovo ma non è a quanto sembra apprezzato ed amato dall'intera zona pastorale. Dunque, questo nostro amico, è già "sul chi vive" in quanto spera ardentemente che il Vescovo in quelle celebrazioni, del tempo ordinario usi almeno il Messale per celebrare la Messa dicendo testualmente ".... e speriamo che non arrivi con qualche fascicoletto per celebrare la Messa... perchè non so se sarò capace di tacere e di dirgli chiaramente che anche  nel suo tanto declamato ed incensato Concilio vi è un decreto che dice che bisogna attenersi ai testi liturgici approvati ed a nessuno è dtao potere di modificarli...". Conoscendo il suo temperamento penso proprio che se il Vescovo celbra in "bustocco" gli darà magari diplomaticamnete qualche frecciata.

    RispondiElimina
  111. Cara Lucia,
    come ho affermato pocosopra ho speranza che se fosse eletto Volontè sicuramente potrà rimettere in sesto la Diocesi se saprà avvalersi di buoni collaboratori certo che non sarà compito facile ripulirla da tutti quei mercenari lazzaroni che il nostro Vescovo ha raccattato qua e la infatti essendo difensore dei "rom" anche nel clero ha scelto dei "rom", bisognrà che il successore, chiunque sia come un buon pastore che vuole "risanare" il gregge vada a cercare collaboratori che abbiano come vocazione principale quella di essere pastori e non "mercenari salvadanai". Per rimettere a posto la Diocesi ci vorrebbe un evento straordinario che cominciasse a mettere a posto la Chiesa in generale e come si professa nel Credo  che la faccia ridiventare UNA SANTA CATTOLICA e non come allo stato attuale in cui si è persa la vera unità ecclesiale. Riguardo alle ordinazioni, diamo tempo a questi novelli presbiteri di lavorare e di iniziare la loro vita pastorale. Personalmente su quelli di Lucino ho solo una perplessità: "cravatta azzurra" era l'unico prete non vestito da prete. Sulle candidature del "paraseminario" di Melano non rilascio commenti dico solamente sarebbe ora di chiuderlo.

    RispondiElimina
  112. Perché cara Luisa fai di ogni erba un fascio? Non sono tutti uguali i nomi che hai fatto! Non mi sembri equilibrata nel giudizio

    RispondiElimina
  113. Che argomenti hai per inoltrarti ad affermare questo? Anche qui non sparate a vanvera.

    RispondiElimina
  114. Ancora una volta, cara Lucia, equlibrio!

    RispondiElimina
  115. Che ne sai tu? Se sei sicura dillo a chi di dovere. Non sparare sul mucchio, quanto meno non é carità oltre che imprudente.

    RispondiElimina
  116. X Lucia Pucci. Ancora una volta non sparare sul mucchio non é caritâ e imprudente! Se hai qualcosa dillo a chi di dovere! È più corretto e infinitamente più cristiano.

    RispondiElimina
  117. Scusate l'assenza
    ero al mare
    che fossero buoni non so (buoni sono i gelati). Se saranno bravi qualche dubbio posso averlo

    RispondiElimina
  118. Con Scola a Milano penso che Arturo Cattaneo abbia vita dura... per la scalata alla cattedra di san lorenzo
    Sarà più facile per Volontè...
    Chi vivrà vedrà...

    RispondiElimina
  119. Io sono d'accordo con Lucia... qualche dubbio l'ho anche io

    RispondiElimina
  120. Farò la fine di santa Lucia: semper fidelis mi strapperà gli occhi...
    Dove poi sia imprudente e poco caritatevole non saprei...
    Basta leggere sopra... e poi ci sarebbe da discutere

    RispondiElimina
  121. Grampa, varesino, rigommato al volo per diventare vescovo di Lugano, tra pochi mesi si leverà dalle palle. Era ora, che andasse in pensione. Di danni ne ha fatti abbastanza! Arrogante, prepotente, teatrale, un pessimo Vescovo. Il Ticino ha bisogno di un vescovo ticinese, che conosca bene la nostra realtà, stile Mons. Ernesto Togni. Uno nostrano insomma, uno alla buona, attento alle nostre tradizioni.

    RispondiElimina
  122. ... basta che non arrivi un altro teatrante... proveniente da Chiasso...

    RispondiElimina
  123. Ieri pomeriggio sono stato a un funerale al Famedio celebrato da Don Mattia Scascighini novello sacerdote di "fresca ordinazione", siccome mi si accusa di aver sempre a ridire su tutto, devo, in questo caso, dire che il presbitero in questione ha celebrato in modo ineccepibile, con una bellissima riflessione sulla morte quale omelia, corta (specialmente per i funerali l'omelia, a mio modo di vedere, così  deve essere, perchè davanti ad un lutto le migliori parole sono il silenzio), concisa in modo tale da essere seguita ed ascoltata da tutta l'assemblea dei fedeli. Certo che per il mio gusto personale ai funerali si dovrebbe ancora cantare la "Messa da morto" con tanto di "Introito", "Dies irae" e di assoluzione con il "Libera me Domine" al termine della Messa e rigorosamente in nero! Nella mia parrocchia la si canta ancora durante l'Ottavario dei morti ed il lunedì che segue la Festa della Madonna l'ho voluta reintrodurre dopo la promulgazione del Motu Proprio e anche se purtroppo la Messa è quella riformata almeno per quanto riguarda il canto ha ripreso un po' di dignità  e debbo dire che è quella che il popolo canta meglio. Purtroppo per tre domeniche dovrò sorbirmi il Vescovo e come ha detto Onorino (sarebbe meglio chiamarla Onorina per chè è donna anche se il mio gatto pur essendo femmina si chiama Onorino) non so se starò zitto se Grampa si mette ad urlare come fa di solito mi alzerò andrò in sagrestia e gli spegnerò il microfono. Peccato che al momento non ho i quattro busti altrimenti glieli metterei davanti all'altare per avere almeno anche se di rame argentato quattro vescovi decenti, mi piacerebbe preparargli l'altare come quello che si usa nelle celebrazioni papali con un bel crocefisso davanti e settima candela dietro...  se saprei di fargli dispetto... tanto lui dispetto a noi mettendoci un lazzarone, prepotente di malgascio, quale Amministratore parrocchiale ce lo ha fatto... spero che arrivi presto ottobre e che Roma non lo rinnovi più... durante il mio ultimo soggiorno romano, dove tra l'altro ho assistito al Pontificale in S. Pietro, quella sì che era una Messa cattolica, in quasi due ore non ho neanche guardato l'orologio, mi è stato detto da un monsignore "che conta" con il quale condivido una buona amicizia: - tutti a Roma conoscono Grampa..." Spewriamo in un buon successore...

    RispondiElimina
  124. poi dicono che manco di carità... caro Ospite
    comunque condivido
    da Chiasso puo' venire solo teatro e protagonismo...
    altro non penso proprio...

    RispondiElimina
  125. Chiasso???? Neanche da prendere in considerazione... figuriamoci

    RispondiElimina
  126. caro amico di onorino non ti sembra di esagerare?

    RispondiElimina
  127. Chi sarebbe "cravatta azzurra"?

    RispondiElimina
  128. Vi invito a evitare un linguaggio da osteria e non perchè io sia un moralista da due soldi.
    Ma questo è pur sempre un blog di matrice cattolica e al di là delle divergenze di idee non mi sembra espressione di grande umanità e religiosità dire a qualcuno di togliersi dalle palle.

    RispondiElimina
  129. Mi sembra che sia "Onorino" sia "Amico di Onorino" abbiano qualche caduta di stile.
    Non siamo all'osteria. Esprimiamo i concetti in modo piu cristiano per favore! 

    RispondiElimina
  130. Faccio il tifo per don Volonté.  
    'E diventato svizzero? In tal caso non dovrebbero esserci problemi per la clausula "ressortissant tessinois".
    Vorrei raccontarvi un aneddoto che risale a 32 anni fa.
    Lui era un giovanissimo sacerdote e io un ragazzino.
    D'inverno indossava sempre un loden verde tirolese e io gli dissi che la cosa non mi piaceva.
    Era appena stato eletto Giovanni Paolo II e - come ricorderete - all'inizio del suo pontificato faceva spesso richiami disciplinari riguardo all'uso dell'abito ecclesiastico ecc (non si era ancora convertito allo "spirito di Assisi". Ebbene, don Volonté mi disse: "per questo Papa metterei anche la talare". Non mi sembra che abbia dato seguito a questa affermazione, ma almeno il clergyman mi sembra che ora lo indossi.
    Nessuno parla mai di don Carlo Cattaneo. Forse perchè liturgicamente è sicuramente discepolo di mons Piero Marini. E forse anche a causa del suo caratterino... :-)    

    RispondiElimina
  131. Conosco bene don Feliciani.
    Non condivido quasi nulla delle sue idee, ma è un uomo onesto, brillante e pronto al dialogo.
    Posso inoltre affermare che in chiesa, a Chiasso, non è infrequente  sentire canti in latino.

    RispondiElimina
  132. Carissimo Osservatore
    vai a Chiasso a chiedere se il feliciani dialoga poi ne sentirai delle belle. Sull'onestà poi fai attenzione. Chiedi a Tesserete. Anche li ne sentirai delle belle.
    Fumo, fumo e ancora fumo a Chiasso. Barzellette, barzellette e ancora barzellette.
    I canti in latino non li senti solo a Chiasso ma in molte parrocchie della diocesi di Lugano. Basta girare senza pre concetti

    RispondiElimina
  133. "Cravatta azzurra" sarebbe "Don" Marco Notari l'unico presbitero che forse si vergogna a vestirsi da prete d'accordo che come dice il proverbio: "l'abito non fa il monaco" però... non solo nel vestire ma è acerrimo nemico e dileggiatore di noi che siamo difensori e fedeli alla Messa di sempre.

    RispondiElimina
  134. X Lucia. Ancora una volta ti nascondi dietro a fumose asserzioni. Butti il sasso in piccionaia e poi ritiri la mano. Se questa è sincerità lo lascio a te giudicare. Se hai qualcosa da dire parla a chi di dpovere. Sei poco affidabile e poco equilibrata nel giudizio. Spero che chi ti sostiene capisca che così non costruisci nulla e alla fine stufi.

    RispondiElimina
  135. X Ospite 2 e anche a Luisa. Se hai qualche dubbio perché non vai a dirlo all'interessato? Oppure hai paura? Su fatti avanti, coraggio.

    RispondiElimina
  136. Qualcuno di voi ha letto l'articolo apparso su la Regione Ticino di ieri a firma di Don Claudio Laim dal titolo "Il tramonto di un episcopato"?

    RispondiElimina
  137. E' possibile vedere questo articolo. Non riesco a trovarlo

    RispondiElimina
  138. Oggi sul Giornale del popolo, a firma del Vicario Generale (Storelli), del Pro-Vicario Generale (Vitalini) e di tutti i Vicari Foranei (Ministrini, Sala, Ratti, Andreatta, Regazzi e Gianola), è apparsa la replica titolata "Grati di avere un Pastore autentico".
    Quello che più mi ha amareggiato è che quando dalle colonne dei quotidiani si muovono critiche spesse volte ingiuste verso l'operato del Santo Padre nessuno muove un dito ed invece quando si espriimo le proprie opinioni che possono contenere anche un fondo di verità verso il Vescovo eccoti uno stuolo di "avvocati difensori"...

    RispondiElimina
  139. Buongiorno, mi scuso se in precedenza ho usato un linguaggio un po' colorito, dicendo che era ora che grampa si levasse "dalle palle";)

    Riguardo feliciani... dico solo che un Natale di pochi anni fà, alla Messa di Mezzanotte, sull'altare c'era anche un Pastore protestante, in una sorta di concelebrazione. HA FATTO PERSINO LA COMUNIONE come se fosse un qualsiasi concelebrante cattolico!
    Inoltre, in un'altra Messa di Mezzanotte, mi pare l'anno successivo, ho visto che la Comunione veniva distribuita da un tizio in giacca e cravatta. So che purtroppo a quanto pare questa é una pratica consentita dalla Chiesa, in casi particolari. Mi chiedo quale caso particolare poteva mai essere in quell'occasione, visto che non é che ci fosse la Chiesa gremita, al punto di necessitare di una persona in più per distribuire la comunione. Ritengo che se anche la distribuzione della Comunione dovesse durare mezz'ora (esagero) causa grande affluenza di fedeli, la stessa deve sempre essere distribuita dal Sacerdote.
    Inoltre, il fare teatrante (sia nel parlare che nel cantare) di feliciani, mi ha spinto a frequentare da tempo, altre Chiese.
    Cmq, mi auguro che non venga nominato lui Vescovo...
    Per me, come detto in precedenza, il Vescovo dovrebbe essere uno come Mons. Torti o Togni. Uno alla buona.

    RispondiElimina
  140. A Oriana che criterio è uno alla buona? Non mi sembra un gran criterio di scelta. Perché San Paolo era uno alla buona? Oppure papa Benedetto è uno alla buona? Alziamo un poco il livello non tanto delle persone tutte degne, ma il criterio di scelta.

    RispondiElimina
  141. Uno alla buona, in Ticino, significa uno alla mano, semplice nel porsi, non altezzoso, che sa parlare alla gente di ogni ceto, estrazione e livello di scolarizzazione. Alla buona significa avere un modo di relazzionarsi con la gente senza ergersi su un trono. Erano così Mons. Torti e Mons Togni. Non ho idea com'era San Paolo caratterialmente. Nessuno lo può dire. Penso che probabilmente era una persona comunque semplice. Papa Benedetto é sicuramente, a mio giudizio, meno alla buona che Papa Giovanni Paolo II.
    E, per concludere, essere alla buona, non é sinonimo di persona ignorante o non all'altezza. Ci sono persone estremamente intelligenti ed istruite, che hanno un modo di fare semplice e non altezzoso.
    Per contro, ci sono persone altezzose, distaccate, ecc... che non necessariamente sono anche intelligenti e istruite.

    RispondiElimina
  142. Sul "Caffé della domenica" di oggi in un'intervista laim ribadisce quanto affermato, non completamente a torto, nell'articolo apparso sulla "Regione".

    RispondiElimina
  143. Per amico di Onorino. Che Laim abbia parlato negativamente di Mons. Grampa non mi stupisce. Mi domando però se non fosse stato meglio tra cristiani e sopratutto tra idi loro preti parlare direttamente al loro Vescovo senza prendere a prestito quell'immondezzaio che è " la Regiorne". Questa mi sembra la deviazione del clero. Parlano del vescovo come se fosse il sindaco del paese o qualche altro politico. E poi fanno la comunione. Che schizzofrenia!

    RispondiElimina
  144. Non posso dar torto a quanto affermato da "ripetitore" sul fatto che Laim (per il quale non è che condivida esattamente tutto quanto da lui affermato e  per il quale non è che nutro esattamente gran simpatia), abbia scelto "la Regione" per pubblicare le sue opinioni riguardo all'attività del Vescovo. Comunque, parlare con il Vescovo e farsi ascoltare non è semplice, se quest'ultimo ha deciso una determinata cosa è quella e basta ed anche se i fatti dimostrano ampiamente che quanto da lui prospettato non funziona egli ti risponde che lui è il Vescovo e quindi... te lo dico per esperienza personale riguardo alla nostra zona pastorale, da lui voluta, ma che non funziona ed anche davanti all'evidenza dei fatti ignora palesemente eventuali altre soluzioni alternativa... Sul clero, specialmente alle nostre latitudini, ho deciso di non rilasciare più dichiarazioni... posso solamente affermare che sono sconcertato e deluso, che dopo il Concilio si è perso ogni rispetto per la gerarchia, ma quello era già nella mente di chi aprofittando del Concilio ha propinato le proprie idee atte a distruggere la gerarchia e l'unità della Chiesa... sto leggendo il libro del Prof. De Mattei sul Concilio "Una storia mai scritta" e prendere atto di quella che è stato fatto all'interno della Chiesa di allora aprofittando di una situazione specialmente da "uomini di chiesa" mi riempie di tristezza. Il Concilio come afferma il Santo Padre deve essere visto un cambiamento nella continuità di quanto vi era prima. La maggior parte del Clero non crede più in quello che fa ci sono molti mercenari e pochi pastori ed è per questo che il mondo va male...

    RispondiElimina
  145. Magari se a quei nomi che mi paiono piuttosto instabili psicologicamente aggiungessimo alcuni più sensati e che conoscono almeno la storia della Diocesi?

    RispondiElimina
  146. Non basta essere buoni... bisogna essere equilibrati e intelligenti!!

    RispondiElimina
  147. Volontè equilibrato?? Ho i miei dubbi!

    RispondiElimina
  148. Volontè equilibrato? mah!

    RispondiElimina
  149. semper fidelis a osservatore italiano24 settembre 2011 alle ore 23:17

    ma tu conosci qualcuno che conosca almeno la storia della Diocesi?

    RispondiElimina
  150. Si avvicina il giorno delle dimissioni. Intensifichiamo le preghiere affinché le dimissioni vengano accolte senza ulteriori dilazioni e perché Dio illumini coloro che individueranno il nuovo vescovo, sia egli un vero cattolico fedele al Papa ed un vero padre.

    RispondiElimina
  151. Cercherò di intensificare le preghiere anche se è già un pezzo che prego per questo scopo. Aspetto con ansia la buona novella che il Santo Padre ha accettatto le dimissioni. Ora più che mai la nostra Diocesi avrebbe bisogno di un pastore saggio, buono e soprattutto in comunione di fede e di idee con l'attuale Pontefice che tando ha donato e continua a donare illuminando di verità cercando di portare la Chiesa sul giusto cammino.

    RispondiElimina
  152. Si, la data delle dimissioni di Grampa è davvero imminente. Nel frattempo ha già divulgato la sua ultima lettera pastorale. Avete già letto alle pagine 27, 28 e 29 cosa scrive sul papa? Egli si ritiene al suo pari! Le stesse cose le ha già pronunciate in parecchie occasioni, ma con un linguaggio molto più esplicito e anche oltre. Diciamo che è il suo Leitmotiv. Mi domando: il nunzio apostolico leggerà questo scritto prima di decidere se prolungargli il mandato? Lo spero vivamente! E qualcuno forse dovrebbe informarlo per tempo. Noi vorremmo un vescovo che segue il papa, non che lo veda narcisisticamente come un concorrente.

    RispondiElimina
  153. Da poco sono un visitatore di questo blog. Voglio rispondere a quanto scritto da Luisa durante l'estate per comunicarvi che sono particolarmente preoccupato per la sorte della Cattedrale di Lugano. Si sta veramente consumando uno degli ultimi scempi diocesani. Se qualcuno di voi capita sul sagrato di San Lorenzo, provi ad entrare nel corridoio ricavato oltre il portale, corridoio che serve a raggiungere unicamente la cappella della Madonna delle Grazie (visto che l'edificio è chiuso per i discussi restauri). Attraverso un vetro, oltre il modellino esposto in vetrina, scorgerà la simulazione realizzata nel presbiterio in dimensione e in colorazione reale: roba da far spavento! Ma perché non la smettono di devastare le chiese con aggiunte di suppellettili orribili? Perché ci si ostina ad imporre due altari? L'altare non dovrebbe essere UNICO? Io sono dell'idea che basterebbe un restauro puramente conservativo, con conseguente cospicuo risparmio finanziario. La Messa la si può celebrare ugualmente versus Dominum dalla Liturgia eucaristica in avanti, anche con il Novus Ordo. Gli uffici cantonali che contribuiscono finanziariamente ai restauri dovrebbero sapere queste cose, e conseguentemente potrebbero impedire che vengano effettuati interventi invasivi irreversibili. Essi sono sensibili al mantenimento degli edifici storici, ma si lasciano condizionare dalle motivazioni pseudo-liturgiche degli uffici diocesani.

    RispondiElimina
  154. Venerdì 28 ottobre p.v. il vescovo, al secolo Pier Giacomo Grampa, avrà raggiunto il 75° anno di età. Dubito fortemente che scriva al Papa le sue dimissioni proprio in quel giorno, però, in ossequio ai disposti contenuti nel Codice di Diritto Canonico, sarà tenuto a farlo nei giorni seguenti. Io ho purtroppo avuto ed ho a che fare con lui, in quanto ricopro la carica di Presidente del Consiglio parrocchiale della mia parrochia e il prossimo incontro lo avremo giovedì sera. Egli critica e vorrebbe essere tenuto in considerazione come appunto scrive nella sua ultima lettera pastorale. Provate a dialogare con lui e poi vedrete, se le vostre idee non sono in sintonia con le sue... Egli critica ma non vuole essere messo in discussione per chè egli è il Vescovo e come tale pretende rispetto. Le pagine della lettera pastorale citate e postate da musicus sono già state recapitate alla Congregazione per i vescovi, è infatti a quest'ultima che compete il preavviso per un eventuale prolungamento del mandato. Certamente a Roma le cose dovrebbero però muoversi in modo celere. Presumo che la risposta non arrivi prima della metà del mese di dicembre, confidiamo nell'intercessione della Beata Vergine Immacolata la cui festa cade l'8 dicembre. Pio si metterà in moto tutta la trafile per la successione che dovrà scaturire nella famosa "terna" di nomi che il Nunzio dovrà poi sottoporre al Santo Padre. Io la vedo dura, comunque spero vivamente che il successore sia, come ho già avuto modo di dire veramente "sub Petro et cum Petro", non solo a parole ma anche con i fatti seguendo la riforma che il Santo Padre sta operando per il bene della Chiesa. 

    RispondiElimina
  155. Sono da poco visititatore di questo blog e ho visto che durante l'estate Luisa ha accennato al restauro della Cattedrale. Il vescovo Grampa vorrebbe farne il suo canto del cigno. Avete già osservato la simulazione in dimensione reale del progettato presbiterio, visibile attraverso un vetro nel piccolo corridoio che porta all'altare della Madonna delle Grazie? È davvero qualcosa di sconfortante! Perché non limitarsi ad un restauro prettamente conservativo, con conseguente risparmio sui non indifferenti costi, anziché installare enormi quanto antiestetici blocchi del tutto estranei all'architettura esistente? Celebrando "versus Dominum" come auspicato da Benedetto XVI nella sua "riforma della riforma" non vi sarebbero problemi. La Commissione Cantonale dei Monumenti Storici, dovrebbe sapere che esiste questa possibilità, ma suppongo che la Commissione Diocesana di Arte Sacra se ne guardi bene dall'informarla al riguardo. Il Cantone sarebbe certamente soddisfatto nel sapere che si può evitare di snaturare i più bei monumenti storici della regione! La cosa viene tollerata perché è presentata loro come una necessità ai fini dell'adeguamento liturgico secondo le norme del Concilio. Voi cosa ne pensate?

    RispondiElimina
  156. <span>"Le pagine della lettera pastorale citate e postate da musicus sono già state recapitate alla Congregazione per i vescovi..."</span>

    Come fai ad esserene così sicuro?

    RispondiElimina
  157. Non so de la Santa Sede accoglierà subito le dimissioni o prolungherà per un anno o più. L'importante è che siamo alla fine di questo episcopato. Guardiamo avanti cum Petro e sub Petro!

    RispondiElimina
  158. Il restauro della Cattedrale è il classico "modus operandi" adottato nei restauri di gran parte delle chiese ticinesi. In talune è stato fatto ancora di peggio, io posso dirtelo in prima persona in quanto la nostra chiesa parrocchiale è stata praticamente sventrata con la scusa della riforma liturgica nel 1965. Sevuoi puoi venire a vederla e costatare di persona e se lo desideri, cerca il mio numero di telefono e ti farò da guida di persona e ti informerò nei dettagli du come avverrà il restauro del restauro. Se vuoi vedere invece un restauro effettuato con giudizio, tra l'altro appena concluso, visita la chiesa di Rovio. La colpa del restauro o meglio del mal restauro della Cattedrale di Lugano non si può imputare completamente al Vescovo. Secondo me che non funziona e che non è in comunione con il Papa o con le ultime riforme da lui introdotte è la Commissione diocesana di Arte Sacrache gioca con le ambiguità contenute nei testi conciliari girandole naturalmente a sostegno delle proprie idealizzazioni post conciliari. La nostra Commissione pro restauri prima di presentare il progetto all'approvazione delle istanze competenti: Consiglio Parrocchiale, Assemblea Parrocchiale e purtroppo alla Commissione diocesana, perchè così vuole la prassi verrà esaminato da persone competenti ed aggiornate in materia liturgica che lo analizzeranno ed alla fine stenderanno una relazione che giudicherà la conformità del progetto secondo tutti i dettami e le norme liturgiche attualmente in vigore in quanto in Diocesi le persone che sono chiamate a verificare i progetti non sono sicuramente in sintonia con gli intendimenti del Santo Padre. I documenti conciliari possono come ho detto prima dar adito a diverse interpretazioni che non sempre sono quelle giuste perciò e megli affidarsi a specialisti. La Commissione cantonale che tra l'altro finanzia alcuni progetti con i soldi dei contribuenti dovrebbe essere più rigida e meno tollerante specialmente quando si tratta di monumenti storici di pregio.

    RispondiElimina
  159. Ciao Antonio, finalmente ho trovato in te la persona che cercavo da tanto tempo: mia moglie e io desideriamo veramente conoscerti ed incontrarti. Però non ho trovato il tuo recapito, a parte una ditta di motoscafi con il tuo nominativo. È lì che devo chiamare?
    È vero che il vescovo non è l'unico responsabile del restauro della cattedrale, però due estati fa sul Gottardo al 1° d'agosto ha annunciato che la colletta dell'offertorio sarebbe stata destinata alla costruzione del "nuovo altare a mensa della cattedrale", cosa detta con un'enfasi che non lasciava dubbi sul suo grado di convinzione personale.
    Ogni volta che entriamo in una bella e antica chiesa ci viene da dire: "che bella! speriamo che non abbiano mai i soldi per restaurarla!", proprio perché quando visitiamo una chiesa cosiddetta restaurata in realtà troviamo una chiesa alienata.
    Il felice restauro di Rovio l'ho già notato, ed è un caso purtroppo raro. Speriamo che questa opportunità di fare i restauri in modo prettamente conservativo si diffonda sempre più. Ho scansionato l'articolo del GdP che ne parla e l'ho inviato ad un paio di architetti cattolici di mia conoscenza, per far conoscere l'esistenza della possibilità di un restauro rispettoso sia dell'autentica Liturgia che dell'architettura ecclesiastica.
    Veramente degno di nota il modo di procedere della vostra commissione-pro-restauri parrocchiale! Vogliamo prendere esempio per operare anche nella nostra chiesa nello stesso modo.
    Tu pensi che la Commissione Cantonale dei Monumenti Storici sia al corrente del fatto che secondo il papa non è necessario snaturare le chiese storiche?

    RispondiElimina
  160. Da quanto affermi, sembrerebbe che le balaustre siano ancora da qualche parte, e dopo così tanti anni! Confermi? Sarebbe una gran bella notizia!

    RispondiElimina