Bux: basta con le chiese-teatro
di Andrea Zambrano, LaBussolaQuotidiana, 12-04-2011
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«Rivediamo le norme sull'adeguamento liturgico delle chiese». L'appello, fatto in forma di invito al dibattito, è rivolto alla Cei da don Nicola Bux, consultore dell'Ufficio delle celebrazioni del Sommo Pontefice e della Congregazione per la Dottrina della fede. Il sacerdote barese ha fatto la sua provocazione giovedì sera nel corso di un dibattito a Reggio Emilia davanti ad una platea di oltre 200 persone. Quali e quanti sono stati gli abusi che hanno portato tanti fedeli a ricercare la forma liturgica more antiquo? Quanto ha inciso in questo processo di allontanamento dalla messa l'aver voluto privilegiare l'aspetto della parola rispetto a quello del sacrificio? Sono alcune delle domande che don Bux ha posto al pubblico per suscitare una discussione che deve essere franca, pur nella carità, ma che, soprattutto, ha spiegato anche alla “Bussola quotidiana” che lo ha intervistato, “devono farci riflettere su quello che ha voluto dirci il Papa con il Motu Proprio e con la prossima pubblicazione dell'istruzione con il quale applicarlo”.
Don Bux, andiamo con ordine. Si incomincia con i dibattiti e poi non si sa dove si va a finire...
Ma non possiamo pretendere di dialogare con gli altri se non sappiamo farlo tra di noi. Sono stato invitato a Reggio nel contesto della vivace discussione che si è innestata in città a seguito dell'adeguamento liturgico della Cattedrale. E ho trovato tanta gente che chiede e desidera di sapere e dire la sua. Ecco, credo che nessun vescovo dovrebbe fare nulla senza aver ascoltato prima il popolo di Dio. Insomma, un dibattito è più che mai necessario.
Proviamo a orientarci. Siamo in un contesto dove gli abusi liturgici ormai sono la prassi. Che si fa?
Riconosciamo che in parte sono stati responsabili dell'allontanamento dalla fede di tanti.
Dopo di che?
Credo che si debba partire da un aspetto ormai tralasciato della messa: quello sacrificale. Nell'ultimo libro del Papa leggiamo che dalla trafittura del costato escono sangue e acqua. Questo ci richiama che Gesù è venuto non solo con l'acqua, ma anche col sangue. Benedetto XVI allude a una corrente di pensiero che attribuiva valore soltanto al battesimo, ma accantonava la croce e considerava solo la parola, la dottrina, il messaggio e non la carne.
Ebbene?
Quanti confratelli conosco oggi che dicono che basta solo la parola, che la parola è centrale! Tutto questo tende a creare un cristianesimo del pensiero e delle idee che vuole togliere la realtà della carne e il sacrificio.
Che cosa c'entra tutto questo con la liturgia?
C'entra perchè oggi si celebra la messa intendendola come banchetto, come cena e viene assolutamente trascurato il solo pensiero che la messa possa essere il sacrificio di Cristo.
È un tema ormai annoso, ma oggi qual è l'urgenza?
La liturgia non è più solo quella post conciliare. Il Santo Padre ha ripristinato anche quella pre conciliare. Significa che non si può pensare ad un adeguamento delle chiese che non tenga conto anche della liturgia ripristinata, la quale prevede che la celebrazione della messa si possa fare rivolti ad Dominum e non di spalle, come maliziosamente si è cercato di far passare.
Un momento. Prima gli adeguamenti e adesso i contro-adeguamenti?
Questo aspetto può essere compreso solo all'interno del grande simbolismo, che l'edifico sacro cristiano possiede. La Chiesa è simbolo del cosmo ed è composta di elementi indefinibili e sensibili, allo stesso modo la chiesa, in senso di edificio, è simbolo dell'uomo composto di un corpo rappresentato dalla navata, da un'anima, il presbiterio e da uno spirito, l'altare, secondo la simbologia dei padri orientali.
Ma questi sono elementi che, più o meno, sono rispettati dappertutto...
Non ne sarei così convinto. Da circa 40 anni, dopo il congresso di Bologna promosso nel '68 dal cardinal Lercaro, è andata avanti una forma di chiesa a teatro, dove tutti coloro che prendono posto si guardano tra loro. Che non siano rivolti più, insomma, verso un punto comune. Lentamente questa impostazione ha preso piede e ha portato alla perdita di orientamento della celebrazione che, lo ripetiamo, non ha come suo centro il popolo né, tantomeno, il sacerdote, ma il Signore, rappresentato dall'Oriente e successivamente dal Crocifisso.
Che piano piano ha perso la sua centralità...
Di più. Non ha più un punto fermo, è in movimento continuo, è una suppellettile secondaria. Alcuni confratelli sostengono che la croce è inutile per celebrare. Il fatto è che tutto ciò che spostiamo dal nostro centro visivo, dal punto di vista psicologico perde di importanza e se perde d'importanza la croce avviene lo stesso anche per l'altare, che diventa un podio da conferenza.
Che fare allora?
Ripartiamo dal discorso di Benedetto XVI alla Curia romana sulle due ermeneutiche del Concilio Vaticano II. Va applicato anche alla liturgia e all'arte.
Lei sceglierebbe quella della continuità? Però il suo, sembra essere un discorso di rottura con quanto avvenuto negli ultimi 40 anni.
Partiamo anzitutto dal fatto che la Costituzione Sacrosantum Concilium dice: “Non si introducano innovazioni se non quando lo richieda una vera ed accertata utilità, con l'avvertenza che le nuove forme scaturiscano organicamente, in qualche modo, da quelle già esistenti (n° 23)”. E' la dimostrazione che il Concilio non ha avuto un'azione così dirompente. Eppure abbiamo affidato le nostre chiese alle archistar, senza preoccuparci se sono credenti e dunque interpreti della fede che si vuole esprimere nell'opera.
Aiuto. Pioveranno critiche...
(Ride) Ho posto il quesito in occasione del seminario con sua eminenza il cardinal Gianfranco Ravasi nel luglio scorso in un seminario. Gli ho detto: “Ma come? Chiediamo ai genitori dei bimbi che fanno i sacramenti di scegliere padrini credenti e poi per l'edificio sacro che viene consacrato con un ritto simile a quello dell’iniziazione, con l’unzione del crisma, quasi fosse una persona, ci permettiamo di affidarne la progettazione a chi spesso non sa neanche che cosa sia la fede cattolica?”.
Com'è andata?
Sua eminenza è stato molto attento. Ho proposto che certe opere andassero nel “Cortile dei gentili”!
Intanto però, là, in chiesa il problema rimane...
Il richiamo all'arte sacra ci deve far capire l'urgenza di riscoprire i canoni dell'arte anche perché il popolo per sua natura rigetta ciò che gli è estraneo. Prenda la croce di Pomodoro in San Giovanni Rotondo. E' già stata rimossa e sostituita con un crocifisso tradizionale. O anche a quello che sta succedendo a Reggio. Si vuole portare una scultura di un artista giapponese che sostituisca il crocifisso: una barca sormontata da un albero. Non credo che avrà molto seguito della devozione del popolo, che tra l'altro, spesso paga e fa sacrifici per sostenere certe spese.
Che cosa propone?
Dovremmo rimettere in discussione le norme di adeguamento degli edifici di culto promulgate dalla Conferenza Episcopale Italiana nel '96. Soprattuto adesso, in presenza del motu proprio "Summorum Pontificum" e dell'istruzione applicativa di imminente pubblicazione, ritengo che sarà necessario rivederle. In merito, c’è già uno studio di un professore dell’Istituto di Scienze religiose della Diocesi di San Severo, don Matteo De Meo, che meriterebbe di essere conosciuto dall’ufficio competente della Cei.
La accuseranno di eccessivo tradizionalismo...
Ma le norme ecclesiastiche rivedibili e andrebbero riprese ed esaminate per dare ai sacerdoti e ai fedeli, alla luce dell'evoluzione del Magistero, la possibilità di sentirsi a casa propria.
Un modo allora per porre un limite agli abusi liturgici?
Mi è piaciuta una domanda fatta da un sacerdote l'altra sera: “Tutti questi cambiamenti hanno fatto avvicinare la gente alla fede o no?”. Le statistiche dicono di no. Ecco, penso che mai come in questi decenni siamo stati interessati da documenti del Magistero, da Paolo VI ad oggi, che puntano a limitare gli abusi. Eppure siamo di fronte a messe show, alla scomparsa degli inginocchiatoi, che tra l'altro, costringe il fedele a venir meno al primo compito della messa, quello dell'adorazione. E ancora: ai sacerdoti che si vestono secondo il loro gusto personale, come se i paramenti non fossero l'oggettività del rito che viene affidato ad un ministro, anche se indegno. In questo modo la messa è puro intrattenimento e la chiesa un auditorium.
Perché allora non cambiare le norme dall'alto?
Le faccio questa similitudine. La liturgia cambia nei secoli, come il paesaggio. Anno dopo anno, secolo dopo secolo, quell'albero, quel prato, quella spiaggia, mutano impercettibilmente il loro aspetto. Che però cambia. E quando introduciamo degli ecomostri, che deturpano questo aspetto, ci scandalizziamo. Allo stesso modo è la liturgia. Quando il cambiamento è stato fatto a forza di decreti sono scoppiati i tafferugli ed è successo che, dopo 40 anni, quello che si pensava sotterrato come Giona nel ventre della balena, sta tornando fuori.
La Chiesa è simbolo del cosmo ed è composta di elementi indefinibili e sensibili, allo stesso modo la chiesa, in senso di edificio, è simbolo dell'uomo composto di un corpo rappresentato dalla navata, da un'anima, il presbiterio e da uno spirito, l'altare, secondo la simbologia dei padri orientali.
RispondiEliminaPerfetto, don Bux! Se non si capisce più non dico il significato dei simboli, ma il senso stesso del simboleggiare, se non si capisce, ad esempio, che la chiesa è un cosmogramma, si può berciare all'infinito contro (e pro) il latino, la messa antica, la centralità del canto liturgico monodico e non accompagnato, le forme tradizionali dell'arte sacra, eccetera senza cavare un ragno dal buco. Finalmente qualcuno che sa inquadrare i problemi e le soluzioni al di là delle solite formule da agitprop pre e post conciliare!
Mi sembra un'ottima risposta al post di lunedì 11 aprile: "Un'immagine vale mille parole". Le nostre chiese da adeguare!? No cari miei pseudoarchitetti e paraliturgisti le nostre chiese erano già adeguate per una liturgia Cattolica. Serviva l'ambone, bene lo si poteva mettere senza distruggere le balaustre. L'altare già cera. La sede anche. Eppure si sente il gusto e la necessità irrefrenabile di distruggere, deturpare, dare scandalo agli occhi e, di conseguenza, all'anima dei semplici fedeli che amano la Bellezza. Chissà come mai? So solo che storicamente la stessa cosa avvennne durante la riforma anglicana.
RispondiEliminaLe note circa l'adeguamento liturgico delle chiese della CEI: da sostituire quanto prima.
Io direi, aro Semplice fedele: la CEI.... da sostituire quanto prima!
RispondiEliminaLa penultima risposta contiene una ottima riflessione, dato che la totalità dei preti rigetta la tradizione in quanto "allontana la gente" (non lo ha fatto però per 1970 anni, ma c'è anche da dire che non avendo ancora il concilio la gente era stupida), più che altro perchè venendo da un consultore dell'ufficio delle celebrazioni liturgiche del papa, ha un qualcosa di ufficioso, perlomeno di istituzionale. Finalmente qualche barlume di autocritica.
RispondiEliminaL'ultima risposta invece è decisamente fuorviante. Sembra alludere che il problema della riforma sia semplicemente metodologico (avvenuta di prepotenza e troppo in fretta), e non contenutistico. Come dire, che se la messa protestante fosse stata imposta anzichè da un giorno all'altro, in 4 secoli, allora non farebbe alcun problema. Questo ragionamento è abbastanza mostruoso, perchè non denota affatto alcun amore per la tradizione, bensì semplicemente una riflessione sull'opportunità. Invece si deve dire che il problema della riforma non sta nella fretta, nemmeno nella prepotenza, ma nella qualità del testo della riforma stessa.
San Pio X riformando il breviario fu altrettanto "prepotente", ma il suo non fu un ecomostro, non scandalizzò la chiesa, non allontanò dalla fede.
Rilevo anche un'altra pericolosa mentalità, quella di ritenere la liturgia (in linea con pericolosi, quanto inutili discorsi di Canizares, che invita i fedeli tradizionali ad arrangiarsi da soli "dal basso", facendo capire che il vaticano non aiuterà affatto) non come un mistero dato da Dio, ma come un fenomeno umano, suscettibile delle modifiche che l'uomo può apportarvi a suo piacimento. Bux si differenzierebbe dal modernismo progressista più spinto, perchè apporterebbe un argomento antropo-sociologico, da contrapporre alla teoria secondo cui la liturgia è frutto dell'erudizione di pochi studiosi, compilata a tavolino (Bugnini, Farnes, Mazza, ecc.). Per i più spinti, pochi pazzoidi possono fare un ecomostro in pochi minuti. Per il modernismo conservatore, l'ecomostro può essere fatto lentamente in senso collettivo. Alla fine, nessuno dice che l'ecomostro, veloce o piano, non va fatto mai.
Ma dire che i decreti non devono esserci, è pura follia: non solo i decreti devono esserci, ma devono avere reale forza di legge, ossia essere coercitivi. Il problema della riforma liturgica anni '70, non fu l'essere fatta di decreti piovuti dall'alto (come tutte le riforme), ma che fu una riforma sbagliata, fatta da modernisti, per trasformare la chiesa secondo la loro personale idea. Se oggi si facessero dei decreti correttivi, o si decretasse la soppressione della liturgia riformata, non ci sarebbe alcun ecomostro, ma il ripristino della giustizia. Se li si facesse rispettare con severità, anche arrivando a ridurre allo stato laicale e a scomunicare i vescovi contrari, non potrebbe che essercene un beneficio.
Don non posso dire tanto... dopo, i suoi confratelli, mi dicono che sono cattivo! Comunque non si preoccupi condivido la speranza, in attesa di tempi migliori.
RispondiEliminaCome sempre, Don Bux è semplicemente eccellente. Ringrazio MIL per aver messo quest'intervista in evidenza. I.P.
RispondiEliminaL'adeguamento della Cattedrale di Reggio Emilia è sconvolgente. Non ci sono parole adeguate. Merita una visita, se non soffrite di fegato, perché l'immaginazione non arriva così lontano. Una devastazione così desolante che gli occhi si rifugiano a cercare un po' di consolazione nelle cappelle delle navate laterali. La malafede della Curia è così pesante che ha dovuto stampare non un articoletto, ma un intero fascicolo con foto a colori per spiegare ai fedeli sbalorditi il significato della policentralità celebrativa e altre astruserie in italiese liturgichese. Un esemplare caso di violenza alla fede comune.
RispondiEliminaTi è possibile mandare delle immagini o descrivere meglio cosa si sono inventati? Ma nessuno ha pubblicamente protestato? Nessun articolo sulla stampa locale?
RispondiEliminaSecondo me Don Bux non è stato compreso. Ha voluto sottolineare non che i decreti non devono esserci, ma che devono poggiarsi su dei fondamenti di fede! Ecco l'esempio riguardo la "riforma avventata e prepoente"! Doveva essere legata alla fede di sempre in modo evidente! Doveva essere diffusa con gradualità.
RispondiEliminaSiccome oggi ci sono grossi problemi di fede nell'ecumene, far calare un decreto dall'alto quando la gente non sa nemmeno cosa significa la Messa (!), che senso avrebbe? Quello di conservare la fede di pochi e di "scansare" i molti?
...ma pensate un po'....nella nostra chiesa a Gimino...Istria....per due volte hanno stravolto il presbiterio!!! Roba da matti! Soldi buttati via....!!!Del resto sono solo bla..bla...e solo bla!
RispondiEliminaNon era necessaria alcuna riforma, quindi non ha alcun senso parlare di gradualità. Doveva essere diffusa "gradualmente" una cosa che non serve, e che ha aspetti positivi olo nelle cose che non ha cancellato del suo passato, mentre nelle cose nuove ha solo aspetti deleterei?
RispondiEliminaEsattamente cosa serve della riforma liturgica?
I miei confratelli dicono anche che
RispondiElimina1- il Papa è un buon vecchio che deve stare a posto suo
2 - il Papa si veste da albero di natale
3 - i vescovi sono padroni ognuno a casa propria
4 - celebrano Messe senza offertorio e senza consacrazione, a mò di Messa dei presantificati (stamane ne ho vista una)
5 - quando confessano non impongono penitenze, anche innanzi a peccati gravi
6 - hanno eliminato ogni tipo di musica seria a servizio della liturgia e ora vanno dicendo che il gregoriano, dato che quel buon vecchio del Papa ha liberalizzato la Messa in latino, lo usino quelli delle Messe in latino
7 - i parroci sono padroni ognuno a casa propria
8 - il battesimo è valido se avviene innanzi alla comunità
e tante altre castronerie ovvero (p.....te) che è meglio non riferirle!
Pertanto mi sentirei orgoglioso se qualcuno dei miei confratelli la appellase quale Cattivo...
Ecco qualche informazione sul caso della cattedrale di Reggio Emilia
RispondiElimina- Articolo de "Il Giornale" di Reggio sulla conferenza con don Bux e sulla nuova croce d'altare della cattedrale
- Speciale del giornale diocesano sull'adeguamento liturgico della cattedrale
- Articolo del giornale diocesano sul nuovo altare, croce, ambone, ecc...
Non condivido questo discorso di Mons. Bux mi sembra piuttosto retorico e demagogico.Quello degli abusi liturgici mi sa molto di discorso pretestuoso.Non voglio negare che ci siano abusi ma non sono la generalità.La maggior parte dei Sacerdoti,almeno di quelli che conosco,celebra dignitosamente e senza abusi.Non è affatto vero che la dimensione sacrificale nella Messa è stata dimenticata,non credo sia sottolineata di meno de Messale di Pio V.Non è asatto neanche che nella Messa si da più spazio alla Parola di Dio che al valore sacrificale.La riforma liturgica ha dato più spazio alla Parola di dio nella Messa
RispondiEliminaquindi è giusto dargli lo spazio che merita.Don Bux non sta rendendo un buon servizio al Popolo di Dio
inventando argomenti assolutamente pretestuosi e cercando di riportare la gente ad un devozionalismo che nessuno rimpiange.
Non so a cosa miri don Bux forse ad una berretta cardinalizia ma,lo ripeto,non sta facendo il bene del Popolo di Dio.Sta seminando solo zizzania e dubbi nelle persone più semplici le quali sono all'oscuro di tante cose.Dice che nelle chiese sono scomparsi gli inginochiatoi.A parte che a me non sembra proprio ma inoltre un liturgista dovrebbe sapere che gli inginocchaitoi prima del Concilio di Trento non c'erano mai stati nelle Chiese e che furono usati dopo il Concilio di Trento nella grande polemica con Lutero che negava la presenza reale di Cristo nell'Eucarestia.Parla di adorazione nell'Eucarestia ebbene ci dovrebbe spiegare come mai per tanti secoli i cristiani non si sono inginocchiati mai eppure hanno adorato Cristo presente nell'Eucarestia come e più di chi oggi si inginocchia!!come mai gli ortodossi non si inginocchiano da duemila anni eppure adorano il Signore come noi o anche di più malgrado non conoscano cosa siano gli inginocchiatoi?
RispondiEliminaGiovanni Paolo II e Benedetto XVI parlano di Nuova evangelizzaione.Ma evidentemente pochi vogliono capirla e impegnarsi in essa.E molto più semlice pensare di mettere a posto i problemi della Chiesa ritornando al passato.E' una soluzione più semplice che costa minor fatica.Per evangelizzare invece bisogna perdere la vita.ma èè tutta un illusione,una bolla di sapone che svaporerà presto.Quando le mire di don Bux saranno appagate vedrà che zsi calmerà.
RispondiEliminaMi dispiace, ma da quello che vedo gli abusi sono pressochè generali, naturalmente con qualche lodevole eccezione. E non vedo proprio dove sia la dimensione sacrificale nelle Messe dove si battono le manine e si suonano i bonghi.
RispondiEliminaVa bene la nuova evangelizzazione per riportare alla fede chi non ce l'ha, ma non vedo perchè, nel frattempo, ci si debba accontentare di brutte liturgie che fanno perdere la fede a chi ce l'ha.
E se il Concilio di Trento ci ha dato gli inginocchiatoi, perchè toglierli?
Nell'undicesimo secolo, dopo le eresie eucaristiche di Berengario, iniziò la genuflessione. La genuflessione, per intenderci è una''novità'' dell'anno mille. Essa è una evoluzione dell'atteggiamento dei fedeli, è una ulteriore, direi fisica, sottolineatura della Presenza reale. Bux parla di qualcosa che interessa tutti: si può continuare a fare tutto e di più non curandosi degli umori della gente? Il Popolo di Dion deve poter dire no ad una chiesa astronave, ad una immagine sacra indegna o alla rimozione di cose antiche o a liturgie anomale e farneticanti. Il popolo deve obbedire al magistero ma deve poter dire la sua sui suoi soldi, destinati alla edificazione di una chiesa o al restauro di essa, perchè questi vengano utilizzati non per gli scempi ma per la Gloria di Dio. Bux è consultore delle cerimonie del Pontefice, quando esse inizieranno a riformare i loro riti d'introduzione, la sede, l'incensazione durante il Kirye, la poswizione dei ministri, o altre questioni liturgiche? Bux,inizi a lavorare concretamente perchè il Papa possa celebrare meglio e diversamente il rito romano ordinario nelle cerimonie da Lui presiedute.
RispondiEliminaBux mette insieme pere con mele, fa una gran confusione e non aiuta la discussione. Non mi piace per niente.
RispondiEliminaqueste sono cavolate. Strane da chi è affetto da "archeologismo liturgico"!
RispondiEliminaPersino il Vecchio (pardon Antico) Testamento è pieno di termini come genuflettersi, piegare le ginocchia.
Prima degli igninocchiatoi non ci si inginocchiava forse? Magari sul pavimento forse anche sbrecciato, a volte...
<span>queste sono cavolate. Strane da parte di chi è affetto da "archeologismo liturgico"!
RispondiEliminaInfatti, persino il Vecchio (pardon Antico) Testamento è pieno di termini come genuflettersi, piegare le ginocchia.
Prima degli inginocchiatoi non ci si inginocchiava forse? Magari sul pavimento forse anche sbrecciato, a volte...</span>
Davanti al Signore, se davvero credi alla Sua Presenza, non ti viene d'inginocchiarti?
Egregio Ospite Ingrato, a me pare esattamente il contrario.
RispondiEliminaLegga bene l'intervista e comprenderà che il discorso di d. Bux è essenzialmente rivolto ad una prudente, ma ferma e progressiva, riproposizione dei principi dottrinali cattolici all'interno delle cc.dd. arti sacre (architettura, scultura, pittura, ma anche musica) che negli ultimi anni sono abbandonati in via generale e tale trascuratezza ha portato a delle obiettive deviazioni.
A Lei piacciono le ultime chiese inaugurate qua e là nell'ultimo decennio?
Quelle seriali e artigianali, alla fine, sono più accettabili, però man mano che l'artista interessato è più famoso, ricercato, acclamato ed osannato, la rispondenza delle opere artistiche ai canoni di una arte sacra autenticamente cattolica va letteralmente a farsi benedire.
Il crocifisso di Pomodoro a S. Giovanni rotondo (che era inguardabile, oltre che inquietante) è stato alla fine rimosso e sostituito con un'opera (ahimè seriale) ma molto più compatibile con l'iconografia cristiana.
Pomodoro ha protestato e potrà essere anche che intenti qualche causa per lesione della sua immagine professionale.
Impareranno i frati cappuccini che, già glielo pagarono fior di quattrini, e che se dovranno sborsare qualche altra cosa per risarcire il Pomodoro alla fine ci penseranno cento volte a commissionare simili baggianate.
La musica è apparentemente meno interessata da questo fenomeno, ma solo apparentemente.
Ritengo soltanto perchè - almeno in Italia - le stars del sistema musicale che gira attorno alla liturgia, musicalmente parlando sono quasi tutti dei somari matricolati.
Questa Sua ultima eccezione è presto smontata e per ragioni storiche.
RispondiEliminaLe chiese orientali, eredi del cerimoniale bizantino, replicarono in molti gesti rituali le consuetudini di Costantinopoli ove, innanzi all'imperatore, ci si inchinava con la fronte fino a terra e non ci si inginocchiava.
La chiesa romana mutuò dal tardo cerimoniale imperiale di Roma-Ravenna-Milano la genuflessione dei dignitari innanzi all'Imperatore in quel consiglio che prendeva il nome di Consistorium (concistoro) in cui solo l'imperatore sedeva e tutti gli altri restavano in piedi in sua presenza (cum-sisto).
La genuflessione in occidente e l'inchino profondo in oriente rappresentano l'atto di omaggio alla suprema autorità e pertanto non dica che gli Ortodossi adorano e non si inginocchiano: essi adorano e si inchinano profondamente, noi Latino dovremmo adorare (almeno) genuflessi.
"Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra..." San Paolo era tridenatino?
RispondiEliminaCe ne vorrebbero di Don Bux sparsi in giro per il mondo a rieducare al vero valore dell'Eucaristia!!!
Grazie Don Nicola!
Era necessaria UNA Riforma. Ma una Riforma VERA. I libri liturgici cattolici dovevano rimanere come erano, magari con delle modifiche accidentali (come semrpe avvenuto), o anche modifiche particolari ma che fossero perfettamente in linea con la tradizione. L'introduzione della lingua parlata doveva riguardare SOLO E SOLANTO la "pars didactica"...Ecc. A questa riforma non si può essere contrari per partito preso
RispondiEliminaIl Papa deve stare al suo posto, i vescovi sono padroni ognuno a casa propria, i parroci sono padroni ognuno a casa propria !!! Alla faccia della santa obbedienza !
RispondiEliminaE la fsspx sono + di 20 anni che paga una disubbidienza fatta "<span>per il troppo amore per la Chiesa</span>" come disse il Cardinale Oddi.
Preti che celebrano Messe senza offertorio e senza consacrazione, e insegnano che il battesimo è valido se avviene innanzi alla comunità dovrebbero essere scomunicati da anni !
Ospite venga fare un giretto nel nord europa poi ne riparliamo ! l'Italia é una notevole eccezione in quanto a abusi liturgici!
RispondiEliminaBux ha detto cose giuste, occorre sempre puntualizzare e migliorare le cosa, nessuno dice di rimettere il messale vecchio in latino nelle parrocchie,ma il rito romano va recuperato, la messa ordinaria va rivista secondo Tradizione.
RispondiEliminaCome sempre, don Nicola Bux ha colto nel segno anche stavolta. Se i nostri amati vescovi e parroci avessero tutti le idee chiare come le sue, la Chiesa avrebbe già risolto gran parte dei problemi sorti nel post-concilio.
RispondiEliminaLa cosa fondamentale, a mio avviso, è che quest'analisi corretta e questi giusti auspici trovino presto applicazione generale in tutta la Chiesa. Ma Roma deve decidere.
Tu ritieni che fosse necessaria una riforma, ossia che non poteva più continuare ad esistere il cattolicesimo come tale, senza di essa (concetto di necessità, altrimenti si può dire che fosse "auspicabile" o "possibile"). Potrei sapere quali elementi della liturgia cattolica rendevano impossibile la prosecuzione della religione cattolica, tanto da rendere necessaria una riforma?
RispondiEliminaIo dico che alla riforma non si può essere nemmeno favorevoli per partito preso, solo perchè è stata fatta.
Tu parli ad esempio della traduzione nel vernacolo (ma questa non è una riforma, in senso stretto). A me pare che da 40 anni la liturgia sia tutta in vernacolo, e si sia a dei livelli di conoscenza della bibbia e della dottrina cristiana talmente miserabili, da rendere impossibile il non porsi delle domande. E' durante la messa che ci si istruisce biblicamente? La messa ha una funzione didattica? Perchè forse, a monte di tutto sta una mentalità utilitaristica immanentista (utilità, sociologia, informazione, comunità, esperienza, incontro, ecc.) contro una dimensione sacrale trascendente, come ad esempio sussiste in oriente, dove il problema della comprensione non esiste (staroslavo e greco antico non sono lingue note, ma anche laddove si usi la lingua nazionale, una liturgia tutta cantata, di fatto non è comunque fruibile. Se si sente anche una pericope evangelica cantata, non si riesce a capirne pienamente il senso, anche se nella propria lingua. Melismi, flexe, gorgheggi vari, la rendono qualcosa di impossibile ad essere utilizzato per finalità didattiche immediate. Se le cose stanno così, va compreso che il concetto di "istruzione biblica nella messa" è qualcosa di relativamente moderno, ma che non appartiene alla tradizione, dato che liturgie assolutamente tradizionali ma rimaste intatte, non possiedono tale categoria).
Torno a chiedere: cosa è necessario? Perchè se per caso non c'è niente di metafisicamente necessario (rectius indispensabile), allora la liturgia non serve riformarla. Poi possiamo introdurre un livello superiore, ossia il necessario a. Per esempio, per mutare l'essenza della religione cattolica, è necessario cambiare liturgia (lex orandi-lex credendi).
Appunto...... Roma deve decidere......... sono 40 anni che aspettiamo.......
RispondiEliminaEcco adesso ho capito caro Ospite delle 22,57, anche tu sei un disepolo dell'eretico Berengario.......
RispondiEliminaNoi tutti preghiamo affinchè possa ravvederti al più presto dai tuoi errori.....
Caro Ospite ingrato che dici che Bux mette insieme mele con pere.....
RispondiEliminaEffettivamente don Bux ci porge ottime mele e ottime pere, mentre tu, caro ospite ingrato, e i tuoi compagni di merende degli uffici CEI offrite da tempo solo mele marce e pere fradicie nel campo dell'adeguamento liturgico.......
Enzo, sta sviando dal mio discorso. Le riforme sono sempre "necessarie", se si fanno. E' stato così in 2000 anni. Solo che sono sempre state chiaramente coerenti e in linea con la tradizione precedente. La riforma bugniniana ha introdotto serie ambiguità e criticità tali da poter essere "interpretata". Io non ho detto che la riforma bugniniana era necessaria ma che la riforma che ha in mente Benedetto XVI, quella che emerge dalle stesse encicliche dei Papi post-conciliari sulla liturgia, era necessaria. Perchè è chiaro come il sole che c'è una schizofrenia tra il magistero enunciato e quello che si attua!
RispondiEliminaUna riforma che inserisse la lingua parlata nelle letture bibliche della Messa, che favorisse la migliore partecipazione DEVOTA al Santo Sacrificio, che ampliasse il "lezionario", che prevedesse alcune modifiche accidentali ai libri liturgici in senso sempre tradizionale e in linea con la tradizione, non credo che faccia male a nessuno! Non sto parlando della riforma bugniniana, ma di quella che dovrebbe essere la "riforma della riforma".
Torno a ripetere: non si può essere contrari per partito preso ad ogni riforma! Non si può essere favorevoli a riforme dannose, ma non si può essere contrari a riforme coerenti.
Una riforma, secondo me, era necessaria. Non come è stata fatta. Non è semplicemente un fatto di "comprensione di tutto". E' un fatto di equilibrio tra ciò che davvero deve essere compreso (paralvo della parte didattica della Messa -le sacre scritture e l'omelia- non della Messa come elemento didattico!), e ciò che non deve.
Ho fatto una domanda. Ho argomentato. Non ho ottenuto alcuna risposta.
RispondiEliminaNecessario significa indispensabile. Riformare il breviario fu necessario, altrimenti non si sarebbe mai recitato per intero, a causa della proliferazione delle feste e dei santi, avvenuta dopo Trento. Questa è una riforma necessaria, ad un fine, altrimenti tanto vale avere il breviario.
La "riforma della riforma" a rigore di logica non è necessaria, perchè è come dire che dalla tradizione sana si è deviati in una porcheria, e ora si vuole (si vuole? Ma chi lo vuole, che tutti lo negano?) riformare la porcheria, ossia prendere pezzi della tradizione sana con cui camuffare la porcheria, rendendola una porcheria esteticamente simile a quello che c'era prima. Non è necessario, perchè semplicemente la soluzione non è diminuire il grado di porcaggine, ma tornare alla tradizione. Non si è infatti contrari per partito preso ad ogni riforma, dato che il rito è stato riformato decine di volte. LA riforma di san Pio X è l'ultima vera riforma. Forse si potrebbe ipotizzare di recuperare quel rito, ed eventualmente fare su quel testo le riforme "necessarie" (che possono giusto essere l'integrazione con le nuove festività, la riscrittura delle rubriche, e penso niente altro). Non è per "partito preso" che quello che viene dopo non è nemmeno considerabile per scherzo. Semplicemente non si è voluto riformare la liturgia, ma usare la liturgia strumentalmente per sperimentare le velleità di qualche studioso, oppure per applicarvi i criteri immanentistici che sottomettono Dio ai bisogni dell'uomo. la liturgia dovrebbe educare al concetto opposto. Se oggi appare normale togliere pezzi "perchè è lungo", se no la gente si annoia, oppure togliere la croce se no la gente non vede, cose del genere, si comprende bene cosa significa rendere Dio sottomesso all'uomo.
Rimane inevasa la richiesta di un elenco di cose che andavano "riformate". Mi domando anche quale sia esattamente l'utilità di aumentare il numero delle letture. Mi viene poi da ridere pensando che il rito tridentino dovesse essere ritoccato per favorire la partecipazione devota. Come se fosse un rito che non permettesse di partecipare con devozione. Questo invece lo permette? E come riformare in tal senso il rito tridentino, quintuplicando gli inginocchiamenti?
Non si può giustificare la volontà di riformare, laddove non esiste alcun motivo per farlo. Cosa rende insopportabile il lezionario che si usava da 1000 anni, tutto ad un tratto? Cosa vuol dire "non fa male a nessuno"? Nemmeno leggere tutta la bibbia tutti i giorni, non fa male a nessuno. Allora perchè non facciamo 34 letture nella prossima riforma, dato che non fa male? Le riforme si fanno in base a cosa non fa male? Pensavo si facessero in base a cosa è NECESSARIO. Aumentare le letture o ampliare il lezionario, data la natura non pedagogica del lezionario stesso, non serviva.
Allora cosa doveva essere riformao?
Enzo, vogliamo dire che negli anni del pre-concilio non c'erano motivi per mettere in atto una riforma? La Chiesa, al suo interno, era ordinata? Era compatta? Era pervasa della sola Fede? Era perfetta in tutto? Questa immagine da film da dove viene?
RispondiEliminaLa riforma, quella vera però, è stata auspicata dallo stesso Venerabile Pio XII. Ovviamente strumentalizzato dai modernisti per il solo fatto che abbia definito la riforma possibile. Le caratteristiche sono opposte, però. Sai bene che nel mondo della tradizione c'è chi arriva a lanciare strali contro Pio XII per il solo fatto di aver operato dei cenni di riforma!
Insomma: le riforme sono sempre possibili e sempre utili! Basta che siano coerenti! E non vedo perchè una riforma coerente debba essere rigettata di principio solo perchè si ritiene che non serva!
La realtà di ammutinamento pre-conciliare esisteva però! Altro che "tutto bene madama la marchesa"! Se lo spirito del concilio e l'ideologia con cui molti vi hanno partecipato ha portato al buio successivo, non possiamo certo affermare che prima di esso c'era la luce! Il Concilio ha avuto il "merito",se così possimo chiamarlo, di mostrare i cuori di molti. Che già da tempo, e non per il momento estemporaneo del Concilio, avevano rinunciato alla fede e all'abito!
La riforma era necessaria proprio per questo! Non per venire a patti con il mondo (come poi è stato!) ma per portare equilibrio in ciò che bolliva! Per dare la parola del Magistero, per accettare quello che era accettabile e rigettare quello che non lo era.
C'è un ambito, in cui la prima e immediata "comprensione intellettiva" (alla base dell'annuncio Cristiano Cattolico c'è l'ascolto dell'Intelletto e del Cuore, e la risposte libera della Persona!) non può essere ignorata. L'ambito della lectio della Parola Divina. Non riesco a spiegarmi perchè sarebbe "deleterio" proclamarla in lingua parlata. Lo stesso riguardo altre riforme accidentali, come potrebbero essere quelle relative ad una maggiore istruzione (da parte del Clero) e attività del Laicato (noi chi siamo? MIL chi è? Gli attuatori del Concilio in materia di laicato cattolico!), ovviamente lasciando inalterata la differenza tra Clero e Laici (cosa che non è avvenuta oggi).
Senza una riforma il distacco dell'ecumene dalla Chiesa ci sarebbe stato comunque, ma in maniera "silente". Perchè la richiesta di "sentirsi parte integrante" non solo "discente", da parte dei fedeli, non era più ignorabile e meritava una risposta! La risposta che sta dando oggi Benedetto XVI, Don Bux con questo articolo. Portando l'EQUILIBRIO e l'INSEGNAMENTO che è mancato prima e che ha portato a questo disastro.
Inseime a questo dovrà venire la chiarezza! Quella che è mancata in talune parti del concilio pastorale Vaticano II! Quella che è mancata A CAUSA delle ribellioni alla fede già in atto e non viceversa!
Mi pare che parliamo lingue diverse. Io parlo di riforma della liturgia, ossia dei riti. Tu parli di riforma della chiesa. Personalmente non so cosa andasse riformato nella chiesa, ma credo che l'attuale crisi sia iniziata almeno dal '700, per cui forse l'immagine da film ce l'hai tu.
RispondiEliminaAmmettendo anche che vada bnissimo proporre riforme atte a favorire l'azione della chiesa nel mondo moderno, io mi limito a parlare di riforma della liturgia.
Domando per la ventesima volta: cosa era NECESSARIO (ossia indispensabile, pena l'impossibilità di andare avanti) cambiare della liturgia cattolica?
Qualcuno mi può spiegare come mai fare una veglia pasquale con il tricerio è sembrato contrario alla fede, mentre è apparso indispensabile incidere una croce con uno stiletto e segnare il numero dell'anno sul cereo pasquale? Qualcuno ha idea del perchè fosse estremamente necessario inventarsi questo nuovo rituale?
Qualcuno ha idea del perchè la modernità non poteva tollerare che si usasse il manipolo? Potrei avere una spiegazione del perchè è necessario passare da 9 kyrie a 6 kirie? O del perchè è necessario alzarsi alla preghiera dell'offertorio, mentre prima no?
Vorrei capire, dato che tu parli di necessità della riforma liturgica, quando nella chiesa ci sono stati danni gravi dall'indossare la pianeta plicata, danni che sono stati riparati dalla dalmatica viola. Posso avere questa spiegazione?
La riforma era necessaria perché? Poi tu dici che è però stata fatta in modo esagerato. Bene!
Enzo, calmati.
RispondiEliminaIo non ho detto che nella liturgia ci fosse qualcosa di inaccettabile e non ho parlato nemmeno di cose che non andavano. Ho detto che una riforma litufgica coerente poteva essere fatta. E che l'introduzione della lingua parlata nella lettura della Bibbia e di alcuni altri accidenti non era (e non è) assolutamente da rigettare. La "necessità" la fa la situazione. Era necessario introdurre alcuni cambiamenti coerenti con la tradizione. Secondo me sì. Perchè la partecipazione devota, per i tempi che si profilavano, avrebbe dovuto coinvolgere anche la parte dell'insegnamento che esiste all'interno della litrugia. Sebbene sia un insegnamento "secondario" rispetto alla precedenza sacamentale, ha comunque un senso per i fedeli.
Cosa era necessario? Cosa era necessario? Cosa era necessario? Cosa era necessario? Perchè non lo dici? Quali sono i cambiamenti coerenti con la tradizione? Cos'è un cambiamento coerente con la tradizione? Un cambiamento è coerente con la tradizione? La settmana santa rifatta nel 55 da Bugnini, non ha un solo precedente in 2000 anni di liturgia, è stata riscritta a tavolino ex novo. Tutta. E' coerente con la tradizione? A cosa serviva? Posso avere un elenco completo di quali cambiamenti servivano? Posso sapere cosa era necessario? Posso sapere perchè gli orientali non hanno la necessità di quello che per noi è fondamentale, ossia di buttare nel cesso tutto? Posso sapere perchè il rito orientale è identico dall' VIII SECOLO e non c'è stata una diminuzione di partecipazione devota?
RispondiEliminaRibadisco, posso sapere cosa è necessario? Stai soltanto ripetendo la stessa cosa senza dire una sola giustificazione sensata da giorni, dici solo che era indispensabile, solo per giustificare l'ipse dixit, il principio di autorità.
Perchè la liturgia che era durata per secoli ad un tratto non andava più bene? Sono solo balle, balle, balle, balle.
Desolato solo ora leggo, carissimo Enzo, ILLUMINATE il tuo contributo!
RispondiEliminaLa logica nel fare una nuova liturgia degli "esperti" è marcia già dalle radici! Il criterio Tradizionale è principio di esattezza a monte, si celebra la mattina la settimana Santa, per esempio, perchè così c'è stato insegnato dagli Apostoli, perchè? boH! si fa così perchè Gesù ha chiesto agli Apostoli di fare così! BASTA! è lo stesso principio che regge la Divina Liturgia Orientale! "Cerco di capire, ma so che non tutto posso capire, eseguo perchè così è stato trasmesso"!
La liturgia degli "esperti" invece come dicevo, è marcia perchè gli esperti di oggi, contestano gli esperti di ieri, considerati pazzi e soprattutto "incompetenti" inquantochè i cosidetti prima-esperti-poi-non-più-esperti ignoravano alcune "importanti" ricerche (del tutto ideologiche ovviamente), dei nuovi esperti, che certamente domani, non saranno più esperti!
Insomma, tutto si capisce se si fa un salto alle famigerate "settimane liturgiche", riunioni di "esperti" sempre nuovi e sempre aggiornati che demoliscono puntualmente impianti liturgici tradi-avanguardisti, sostituendoli con gli aggiornati sistemi di più-coinvolgimento liturgico!
E' una spirale verso l'annullamento di ciò che è la Messa voluta da nostro Signore! e Papa e Vescovi non alzano un dito per impedire o frenare questa corsa verso l'Inferno!
E Bux cosa fa? Polemizza nelle zone cosiddette, tranquillamente attaccabili come l'architettura laida delle nuove Chiese, dove tuttalpiù si offendono gli architetti e qualche vescovo o mons. delegato idiota di curia che approva il progetto. Ben altro ci si aspetta da te! Caro don Nicola, vuoi fare carriera? o servire la Verità? le due cose oggi sono assolutamente incompatibili!
Cerco di essere più chiaro.
RispondiEliminaEra necessario lo stravolgimento della LIturgia attuale? Risposta: NO!
Era necessaria una riforma come quella che poi si è avuta nella prassi? Risposta: NO! Non era necessaria e nemmeno augurabile!
Era Necessaria una riforma coerente con la tradizione, che prevedesse alcuni adattamenti e che prevedesse l'introduzione della lingua parlata in alcuni contesti precisi, senza distruggere l'edificio della fede? Risposta: SI! ASSOLUTAMENTE SI'!
i motivi, a mio avviso, li ho detti. Se li vuoi comprendere bene. Altrimenti continua ad affibiarmi manie iconoclaste che non ho. Amen.
<span>'introduzione della lingua parlata in alcuni contesti precisi, senza distruggere l'edificio della fede? Risposta: SI! ASSOLUTAMENTE SI'! </span>
RispondiEliminaASSOLUTAMENTE NO! In Africa, ci diceva un missionario molto anziano, i popoli indigeni si avvicinarono al Rito Cattolico Romano perchè riconoscevano nella "lingua sconosciuta" il linguaggio di DIO che parla di una lingua che solo il sacerdote (del Dio) conosce!
E poi come mai il latino ricomincia ad affascianare quelle generazioni che sembravano assolutamente refrattarie? vada a cercare su google "frasi e citazioni latine", troverà decine e decine di siti fatti da giovani che ripresentano questo tesoro incredibile! l'ITALINO ha ucciso il SACRO!
NON HAI DETTO NULLA! NON HAI DETTO NULLA!
RispondiEliminaHo chiesto: cosa si doveva riformare? Quali sono ad esempio le riforme in linea con la tradizione per modificare il sacramento del battesimo?
Cosa si deve riformare conformemente alla tradizione nel sacramento della cresima?
Quali parti dell'ordo missae devono essere rifatte da capo conformemente alla tradizione?
QUESTE SONO RIFORME
Quali sono gli adattamenti che negli anni 50 non c'erano e IL MONDO A GRAN VOCE CHIEDEVA, PENA LA FINE DEL CRISTIANESIMO? COSA????????????????????
la traduzione non è una riforma. Tu fai un concilio per tradurre tre brani? E' PURA FOLLIA.
<span>NON HAI DETTO NULLA! NON HAI DETTO NULLA!
RispondiEliminaHo chiesto: cosa si doveva riformare? Quali sono ad esempio le riforme in linea con la tradizione per modificare il sacramento del battesimo?
Cosa si deve riformare conformemente alla tradizione nel sacramento della cresima?
Quali parti dell'ordo missae devono essere rifatte da capo conformemente alla tradizione?
QUESTE SONO RIFORME
Quali sono gli adattamenti che negli anni 50 non c'erano e IL MONDO A GRAN VOCE CHIEDEVA, PENA LA FINE DEL CRISTIANESIMO? COSA????????????????????
la traduzione non è una riforma. Tu fai un concilio per tradurre tre brani? E' PURA FOLLIA.</span>
VOGLIO SAPERE L'ELENCO DEGLI "ADATTAMENTI" NECESSARI, AVANTI FACCIAMOCI 4 RISATE
Sono stato chiaro Enzo. Forse le urla che stai facendo ti impediscono di sentire ciò che dico. Me ne dispiace ma non scriverò altro. Pensala come credi.
RispondiEliminaTe li meriti i film con Alberto Sordi.
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