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lunedì 14 marzo 2011

Paix liturgique interviene per ottenere un rafforzamento dell'Ecclesia Dei

La benemerita associazione che si batte per l'applicazione del motu proprio nelle diocesi di quasi tutta Europa, Paix liturgique, ha ben colto il punto nodale del motu proprio, quello dal quale dipende la sua concreta applicazione: ossia l'estensione (o meglio l'assenza) dei poteri della Commissione Ecclesia Dei, che di quella applicazione dovrebb'essere custode, garante e, in un certo senso, gendarme.

Dicevano i giureconsulti romani che una norma senza sanzione e senza strumenti per farla valere è da considerarsi come lex imperfecta: ossia una mera esortazione priva di efficacia coattiva. E tale è stato, finora, il motu proprio Summorum Pontificum, rimesso alla buona volontà di chi era tenuto ad adempierlo, e ignorato senza conseguenze da chi non l'ha voluto digerire.

Vista l'enorme opposizione che il motu proprio ha generato, in proporzione davvero inattesa a Roma (specie da parte di episcopati tradizionalmente 'tranquilli' come quelli italiano, spagnolo, polacco), è sui poteri coercitivi dell'Ecclesia Dei (e sulla volontà di esercitarli) che si gioca la possibilità di far fronte all'ostracismo di larga parte dei vescovi. I Sacri Palazzi, che sono divenuti, come si sa, sensibili all'opinione dei fedeli, intenderanno questa petizione per un più stringente inquadramento giuridico del diritto alla liturgia tradizionale?

Il testo che segue, ci informa Paix liturgique, è stato consegnato al Cardinale Segretario di Stato del Vaticano giovedì 10 marzo scorso, proprio per attirare la sua attenzione sulla mancanza di potere della Commissione Ecclesia Dei relativamente al rispetto delle disposizioni del motu proprio Summorum Pontificum.
Enrico

Eminenza,

Con questa supplica vorremmo attirare la Sua attenzione sul fatto che il motu proprio Summorum Pontificum del 7 luglio 2007 sembra avere più valore di raccomandazione che forza normativa.

I laici che si rivolgono oggi a Lei sono particolarmente sensibili agli effetti benefici che ha prodotto e continuerà a produrre sulle forme del culto divino questa Lettera apostolica del nostro Santo Padre il Papa. Essa ha sancito la libertà di celebrazione della messa e dei sacramenti secondo l’usus antiquior. Ha inoltre innescato, cosa ancor più importante, un vigoroso processo di emulazione che sta comportando una sorta di restauro di dignità e bellezza per la liturgia riformata dall'ultimo concilio. Per molti giovani sacerdoti e seminaristi, dei quali il cuore della vocazione è per definizione eucaristico e liturgico, ben al di là di cerchie che si suole chiamare tradizionaliste, questa Lettera è divenuta una sorgente di grande speranza.

Ma perché questo testo possa diffondere tutte le sue potenzialità ecclesiali, è necessario che esso sia realmente applicato. La celebrazione privata della liturgia antica non pone problemi particolari, proprio perché è privata. Nel campo della celebrazione pubblica del culto, invece, in cui sarebbe essenziale una capacità esecutiva, il motu proprio non sembra avere che un carattere di raccomandazione. Certo, è già molto, considerando che si tratta di una raccomandazione che viene direttamente dal Papa, ma, come dimostra l'esperienza, è purtroppo notoriamente insufficiente in un gran numero di casi.

Lei sa che, da qualche settimana, si è fatta spazio una certa inquietudine a proposito di una interpretazione più restrittiva del Summorum Pontificum. Da parte nostra, la preoccupazione riguarda in particolare l'aspetto della forza esecutiva del testo stesso: Se la sua norma principale (la possibilità di celebrazione della liturgia anteriore al 1970 nelle parrocchie) non è accompagnata da un dispositivo che possa farla realmente rispettare, essa non sembra rappresentare altro, in definitiva, che un desiderio ardente del Sovrano Pontefice.

La sua lettura, in effetti, resa chiara dalla chiarissima volontà del Legislatore, mostra che la sua disposizione principale è nell'articolo 5. § 1 che invita a dar vita nelle parrocchie ad una coabitazione armoniosa tra le due forme del rito: “Nelle parrocchie, in cui esiste stabilmente un gruppo di fedeli aderenti alla precedente tradizione liturgica, il parroco accolga volentieri le loro richieste per la celebrazione della Santa Messa secondo il rito del Messale Romano edito nel 1962”. In un certo numero di casi, conformemente al desiderio del Papa, questa coesistenza è stata stabilita con frutti assolutamente rimarcabili per i praticanti dell'una e dell'altra forma, che poi, nella maggior parte dei casi, sono gli stessi. Molte resistenze hanno però impedito la felice propagazione di questi benefici, tanto pesanti sono le abitudini acquisite e vincolanti i malintesi ancora esistenti.

L'articolo 1 (secondo il quale “è lecito celebrare il Sacrificio della Messa secondo l'edizione tipica del Messale Romano promulgato dal Beato Giovanni XXIII nel 1962”), e il suo complemento, l'art. 5. § 1 già citato, riconoscono dunque un diritto specifico ai fedeli laici. Sarebbe particolarmente utile se venisse esplicitata la forza normativa che questo diritto richiama di per sé.

Nel suo stato attuale, istituita il 2 luglio 1988 e rifondata il 2 luglio 2009, la Commissione Pontificale Ecclesia Dei vede le sue differenti competenze inquadrate in questi tre punti:

1°/ Riguardo le persone e i gruppi precedentemente legati alla Fraternità San Pio X, il rescritto del 18 ottobre 1988 ha concesso delle facoltà speciali al Cardinale Presidente della Commissione Pontificale per mettere in regola la situazione delle persone (dispensa dalle irregolarità, sanatio in radice dei matrimoni) e dei gruppi (erigerli ad Istituti, Società, Associazioni, ed esercitare su di loro tutta l'autorità della Santa Sede).

2°/ Riguardo la risoluzione di problemi dottrinari con la Fraternità San Pio X, il motu proprio Ecclesiae Unitatem, del 2 luglio 2009, ha disposto che la Commissione sottometterà le questioni più problematiche allo studio ed al discernimento delle istanze ordinarie della Congregazione per la Dottrina della fede.

3°/ E infine riguardo “l'uso della liturgia romana precedente la riforma del 1970”, il motu proprio Summorum Pontificum del 7 luglio 2007 ha affidato alcuni compiti alla Commissione (art. 12: “La stessa Commissione, oltre alle facoltà di cui già gode, eserciterà l’autorità della Santa Sede, vigilando sulla osservanza e l’applicazione di queste disposizioni”).

Da una parte, il rescritto del 18 ottobre 1988 concede alla Commissione nella persona del suo Presidente alcuni poteri determinati sulle persone e sulle comunità, e il motu proprio del 2 luglio 2009 dispone che la Congregazione per la Dottrina della Fede, alla quale è ormai legata la Commissione, tratterà secondo le sue procedure ordinarie (e quindi giurisdizionali) le questioni dottrinali che gli saranno sottoposte dalla Commissione. Il Motu Proprio del 2007, invece, non precisa alcuna modalità di esercizio dei poteri della Commissione o del suo Presidente per la sua applicazione. E' così che la sua disposizione principale (art. 5 § 1), vale a dire la domanda da soddisfare da parte del sacerdote per una celebrazione parrocchiale della messa (per non parlare della richiesta di sacramenti o di cerimonie occasionali, art. 5 § 3 e art. 9), è generalmente considerata come semplicemente esortativa.

La possibilità di ricorso è prevista se il sacerdote rifiuta ad un gruppo di fedeli la richiesta di una celebrazione in parrocchia della messa: Questo gruppo ne può informare il vescovo, e se il vescovo non provvede, il gruppo si può comunque appellare alla Commissione Pontificale Ecclesia Dei (art. 7). La difficoltà che noi Le segnaliamo, come provato ampiamente da più di tre anni di esistenza del Summorum Pontificum segnati da una grande quantità di rifiuti seguiti dall'informazione al vescovo, e poi dal ricorso, senza effetti positivi, alla Commissione Pontificale, riguarda questa assenza di reale forza normativa del motu proprio:

> E' definito chiaramente un diritto dei fedeli laici di Cristo, di ordine liturgico (l'uso di un messale mai abrogato – art. 1 –, del quale un gruppo di fedeli può richiedere l'utilizzo parrocchiale pubblico – art. 5, § 1);

> Una Commissione Pontificale legata ad un Dicastero della Curia Romana, oggi presieduta dal cardinale Prefetto della Congregazione, è dichiarata competente per far rispettare questo diritto (art. 12);

> E' possibile presentare un ricorso presso questa Commissione per far rispettare questo diritto nel caso in cui non sia soddisfatto (art. 7);

> Non viene dato, però, un mezzo giuridico efficace attraverso il quale l'organismo competente che riceve il ricorso in nome della Santa Sede potrebbe far rispettare il diritto dei fedeli. Più esattamente questo mezzo non è esplicitato, perché in ogni caso, secondo una buona logica giuridica, non può non esistere. Salvo immaginare poi che i richiedenti, respinti dal loro sacerdote e dal vescovo, comincino a presentare ricorso presso i tribunali ecclesiastici.

La presente supplica riguarda dunque unicamente una precisazione necessaria a proposito dell'art. 7 del Motu Proprio: quando il gruppo di fedeli il cui diritto non sia stato soddisfatto introduce un ricorso presso la Commissione Pontificale Ecclesia Dei, presieduta dal cardinale Prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, che sia disposto che la Commissione ha il potere di far prendere al sacerdote tutti i provvedimenti necessari per soddisfare questo diritto.

Chiediamo a Vostra Eminenza di considerare la nostra rispettosa domanda riguardante una disposizione specifica ma essenziale di questo testo con tutta l'attenzione che questo problema tecnico ci sembra richiedere, e La preghiamo di ricevere l'omaggio del nostro profondo e religioso rispetto.

Christian Marquant, Presidente di Paix Liturgique
 

55 commenti:

  1. La preghiamo di ricevere l'omaggio del nostro profondo e religioso rispetto.

    Ma quanta gentilezza!! Spero vivamente che Sua Emminenza un giretto in blog tradizionalisti come questo se lo faccia ... così potrà vedere con quanta gentilezza spesso giudicare le decisioni della Chiesa e quanto rispetto ne avete.

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  2. Ero molto contrario all'"appello" di un paio di settimane fa che era basato su imfromazioni e dietrologie ed utilizzava di metodi tipici di chi considera la Chiesa un comizio a chi urla più forte, coem anche fanno i progressisti.
    Ma stavolta supporto completamente e totalemente questa Supplica nella sua modalità, nel suo fine, nel suo metodo e nella sua richiesta.
    Questa volta: Bravo Paix Liturgique! I.P. 

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  3. <span>Acro Ospite delle 11:26, non mischiamo i quattro esaltati irrazionali che si eccitano su certi blogs che rappresentano il sedevacantismo ed il tradiprotestantesimo extra- Ecclesia della FSSPX nelle sue forme le più virulenti. Nell Supplica </span><span>sono veri cattolici che intervengono. I.P.</span>

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  4. <span>
    "Lei sa che, da qualche settimana, si è fatta spazio una certa inquietudine a proposito di una interpretazione più restrittiva del Summorum Pontificum. Da parte nostra, la preoccupazione riguarda in particolare l'aspetto della forza esecutiva del testo stesso: Se la sua norma principale (la possibilità di celebrazione della liturgia anteriore al 1970 nelle parrocchie) non è accompagnata da un dispositivo che possa farla realmente rispettare, essa non sembra rappresentare altro, in definitiva, che un desiderio ardente del Sovrano Pontefice".</span>

    Sembra essere sfuggito all`attenzione del nostro buon Simon...che stavolta supporta mentre prima era contrario O:-) ... che la supplica di Paix Liturgique fa riferimento alla "<span>certa inquietudine a proposito di una interpretazione più restrittiva del </span><span>Summorum Pontificum</span><span>. "</span>
    La supplica parte dunque da quelle stesse preoccupazioni  che sono state discusse qui e altrove e che hanno motivato l`appello che così tanti cattolici ovunque nel mondo hanno firmato.

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  5. Meglio tardi che mai! Ma se si mette ancora mano alle Istruzioni, i tempi slitteranno ulteriormente... e non si capisce come un documento che ufficialmente è già stato promulgato (e dovrebbe essere attualmente in fase di traduzione) possa esser suscettibile di altre modifiche.

    Ben venga un chiarimento che riconosca poteri di coercizione e di punizione per chi non obbedisce al dettato del Motu Proprio: finora era rimasto - come altri documenti - privo di qualsiasi forza cogente. Ma vien da chiedersi se non sia quantomeno curioso che debbano essere dei laici ad insegnare il mestiere alla Gerarchia, che nel ruolo ricoperto dovrebbe presumibilmente avere una seppur menoma nozione di diritto canonico. Come giustamente osserva Enrico, nullum jus sine poena. Ma dovevamo ricordarlo noi? Non ci arrivano da soli Oltretevere?

    Il punto è che forse in Curia sanno benissimo che una norma, per avere un qualche valore, deve prevedere anche una sanzione per chi la viola. Ma proprio per questo si son ben guardati dal dotare l'Ecclesia Dei di poteri effettivi, limitandosi ad una mera petizione di principio.

    Speriamo che la richiesta di Paix Liturgique trovi un riscontro concreto. E speriamo parimenti che qualcuno scriva anche per sollevare un altro problema non meno importante: quello del riconoscimento degli Ordini Minori e del Suddiaconato, che teoricamente è implicato dalla reviviscenza dell'antico Messale, ma che pone comunque non pochi chierici in difficoltà.

    Vi sono laici che, nel prestar servizio alle Messe solenni, fungono da Suddiaconi, mentre la norma in vigore nel 1962 prevedeva che potessero svolgere tale funzione solo i chierici in sacris (senza usare il manipolo, cosa che costituirebbe attentato agli Ordini Sacri), e questo solo se manca un Suddiacono ordinato. Oggi ci si appella alla Ministeria quaedam, mentre di fatto essa è stata superata dal Motu Proprio, che ha riportato in vigore il Messale del 1962 e tutte le norme canoniche che esso implica.

    Al di là delle valutazioni non marginali circa la reale necessità di far travestire un laico da Suddiacono solo per poter cantar Messa in terzo, vi sono aspetti non trascurabili che meritano un approfondimento ed un chiarimento della Sede Apostolica, riconoscendo al Sacro Suddiaconato quel ruolo che nei secoli la Chiesa gli ha riconosciuto, e che in epoche recenti - per compiacere gli acattolici, privi di questo grado dell'Ordine Sacro - è stato soppresso. E' vero che la norma generale prevede già chiaramente la soluzione alla vexata quaestio, ma abbiamo sotto gli occhi esempi che ci portano ad auspicare un pronunciamento ufficiale.

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  6. la gerarchia NON DEVE decidere in base alla 'gentilezza' degli aventi diritto, ma nel rispetto della Verità e della Carità, senza le quali non c'è Giustizia e senza le quali, c'è una sola ipotesi da fare: apostasia o comunque infedeltà...

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  7. non si capisce infatti, cara Luisa, cosa sia cambiato tra l'analisi di Paix Liturgique e quella di Enrico, entrambe logicamente e giuridicamente corrette, avuto riguardo anche alla serietà delle fonti. E ben vengano queste voci, che era ora si facessero sentire forte e chiaro.

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  8. Mentre i veteroconciliari fanno di tutto per combattere il Motu Proprio nella cattedrale ANGLICANA di York è stata autorizzata la celebrazione  di una messa cantata all'altare maggiore secondo la forma straordinaria del rito romano. Secondo quanto riferisce il sito Summorum Pontificum (http://www.summorum-pontificum.fr/)  si tratterebbe della prima celebrazione di una messa cattolica cantata da oltre 460 anni!!! Ogni commento è superfluo..

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  9. sgombriamo defintivamente il campo di questa stantia vulgata sulle nostre più che legittime critiche, normalmente formulate col dovuto rispetto, ma con chiara fermezza.
    <span>E mettiamoci bene in testa che la gerarchia NON DEVE decidere in base alla 'gentilezza' degli aventi diritto, ma nel rispetto della Verità e della Carità, senza le quali non c'è Giustizia e senza le quali, c'è una sola ipotesi da fare: apostasia o comunque infedeltà...</span>
    Per qui finitela di attribuire a critiche a volte anche eccessive (ma spesso ce n'è di che) gli effetti dell'apostasia dilagante.

    RispondiElimina
  10. sgombriamo defintivamente il campo da questa stantia vulgata sulle nostre più che legittime critiche, normalmente formulate col dovuto rispetto, ma con chiara fermezza.  
    E mettiamoci bene in testa che la gerarchia NON DEVE decidere in base alla 'gentilezza' degli aventi diritto, ma nel rispetto della Verità e della Carità, senza le quali non c'è Giustizia e senza le quali, c'è una sola ipotesi da fare: apostasia o comunque infedeltà...  
    Per cui finitela di attribuire a critiche a volte anche eccessive (ma spesso ce n'è di che) gli effetti dell'apostasia dilagante.

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  11. <p> 
    </p><p>Può interessare la lettura delle risposte del gestore di  Paix Liturgique alle critiche che gli sono rivolte, che sono poi quelle che leggiamo anche qui ad opera dei soliti noti.
    </p><p> 
    </p><p>http://www.paixliturgique.com/aff_lettre.asp?LET_N_ID=649
    </p><p> 
    </p><p>E qui un riflesso dell`opera importante della FIUV, che presenta regolarmente alla Curia Romana i bilanci dell`applicazione del SP.
    </p><p> 
    </p><p>http://www.paixliturgique.com/aff_lettre.asp?LET_N_ID=654
    </p>

    RispondiElimina
  12. Dicevano i giureconsulti romani che una norma senza sanzione e senza strumenti per farla valere è da considerarsi come lex imperfecta: ossia una mera esortazione priva di efficacia coattiva.
    E tale è stato, finora, il motu proprio Summorum Pontificum, rimesso alla buona volontà di chi era tenuto ad adempierlo, e ignorato senza conseguenze da chi non l'ha voluto digerire.

    Grazie infinite, egregia Redazione, di questa  sottolineatura (che non è la prima sull'argomento), provvidenziale per quei (tanti) cattolici che non si accorgono  (o spesso fingono di non vedere) <span> quale</span> sia la vera causa dell'inefficacia del MP.

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  13. Piccola curiosità OT: mi piacerebbe sapere come fa la nostra sentinella NON tradizionalista, in vedetta permanente su questo blog, a cancellare man mano i suoi commenti leggibili se si clicca "vedere i dettagli" al suo nick....in effetti figurano sempre pochi commenti, quelli del giorno, o anche solo quelli del thread, eppure sappiamo quanto il caro Simon sia iperpresente, iperattivo, iperproduttivo...   

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  14. Guest fatti un giro tra gi eretici,  gli scismatici ed i massoni per trovare quelli che DISOBBEDISCONO VERAMENTE AL PAPA ed a Gesu'.

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  15. Guest fatti un giro tra gi eretici,  gli scismatici ed i massoni per trovare quelli che DISOBBEDISCONO VERAMENTE AL PAPA ed a Gesu'.

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  16. ma questa supplica perchè non è stata fatta al papa ?

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  17. Un commento più ampio: http://opportuneimportune.blogspot.com/2011/03/riserve-liturgiche.html

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  18. <span>Laissez ici votre commentaire en respectant les lois. Tout commentaire jugé inapproprié (agressif, raciste, diffamatoire, publicitaire, grossier, hors sujet…) sera supprimé</span>

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  19. Cara Luisa, se lei non vede la differenza, non ci posso fare niente, ma da parte sua non mi sorprende...
    Fa bene a citare il fantastico lavoro della FIUV.
    Cosa mi miace è che alla domanda: qui sommes-nous?  Rispondono con semplicità veramente cattolica così:
    <span>Des catholiques romains attachés à leur Eglise.
    <span> </span>Des fidèles attachés au Saint-Père.
    <span> </span>Des diocésains qui respectent leurs évêques et qui attendent beaucoup d'eux comme des enfants de leur père.
    <span> </span><span>Des croyants soucieux de respecter l'enseignement de l'Eglise conformément aux définitions qui ont été renouvelées par le Catéchisme de l'Eglise Catholique publié par Jean Paul II en 1992.</span>
    <span> </span>Des chrétiens très nombreux qui désirent vivre leur foi catholique dans l'Eglise au rythme de la liturgie traditionnelle comme le pape Benoît XVI l'autorise depuis la promulgation le 7 juillet 2007 du motu proprio Summorum pontificum

    </span>

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  20. Ospite delle 14:28 non si può disobbedire per finta, a metà, solo formalmente o solo materialmente: o si disobbedisce oppure no, tertium non datur. I.P.

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  21. <span> </span>
    Paix liturgique, menzionando l`inquietudine, fa sì o no riferimento alle notizie che ci hanno occupato e preoccupato qui e altrove? 
    Solo che mi domando quale effetto può avere ora questa supplica, se il documento è già in fase di traduzione.
    E al resto del suo commento mi viene solo da dire: e quindi?
    Ma mio buon Simon, adesso, cliccando su dettagli del suo nick, vedo che ha addirittura  reso il  profilo della sua "storia" su questo blog privato....più che il perchè lo ha fatto mi interessa sapere "come" ha fatto!
    Puo`spiegarmelo? Grazie.

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  22. Con un metodo come questo i franchi tiratori rimangono senza bersaglio. Grazie ai fratelli di Pax L. !

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  23. <span>
    Paix liturgique, menzionando l`inquietudine, fa sì o no riferimento alle notizie che ci hanno occupato e preoccupato qui e altrove?   
    Solo che mi domando quale effetto può avere ora questa supplica, se il documento è già in fase di traduzione.  
    E al resto del suo commento mi viene solo da dire: e quindi?  
    Ma mio buon Simon, adesso, cliccando su dettagli del suo nick, vedo che ha addirittura  reso il  profilo della sua "storia" su questo blog, "privato"....più che il perchè lo ha fatto mi interessa sapere "come" ha fatto!  
    Può spiegarmelo? Grazie.</span>

    RispondiElimina
  24. Luisa, se legge bene il testo dice: "<span>Pour notre part, notre souci porte plus formellement sur la force exécutive du texte lui-même ", quindi si riferiscono all'appello come appunto non essendo fatto loro, ma se ne distanziano al tempo stesso e dice quale è il loro vero problema, che, di fatto, è sconnesso da presunte fughe di notizie. Tutto il loro argomentario è basato su dati pubblici e verificabili. Perdipiù il tono del documento è un tono professionale e non da comizio, basato su considerazioni di ordine canoniche o di constatazioni oggettive, visto che la FIUV misura in continuo quel che avviene sul terreno. i.P.</span>

    (Se clicca sul suo profilo può scegliere se vuole i suoi interventi privati o no. Il che può essere il caso se il suo account interviene anche su altri blogs che questo)
    Questo della FIUV è vero e sano tradizionalismo. I.P.

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  25. Semplicemente, perchè la FIUV non sono 4 scalmanati esaltati che solo volgiono fare i facinorosi nella Chiesa alla moda dei progressisti,  ma sanno cosa mirare prima di sparare. I.P.

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  26. che differenza di metodo c'è tra l'appello di Paix Liturgique e l'altro, a prescindere da sottolineature diverse e da una maggiore maestria di PL?
    I 'franchi tiratori', che navigano più nella sfera dell'irrazionale, se vogliono, non si lasciano certo influenzare dal metodo

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  27. che differenza di metodo c'è tra l'appello di Paix Liturgique e l'altro, a prescindere da sottolineature diverse e da una maggiore maestria di PL?
    Più che il metodo cambia lo stile tra la supplica motivata e la ferma argomentata petizione. 
    I 'franchi tiratori', che navigano più nella sfera dell'irrazionale, se vogliono, non si lasciano certo influenzare dal metodo

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  28. FINCHE' NON SI DIRA' ESPLICITAMENTE CHE UN PARROCO POSSA CELEBRARE IN ENTRAMBE LE DUE FORME DELL'UNICO RITO ROMANO I VESCOVI CONTINUERANNO IMPLICITAMENTE A PROIBIRLO .

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  29. ...ma il MP prevede che QUALSIASI sacerdote di rito romano può celebrare nella forma straordinaria: non basta? l'importante è NON chiedere al Vescovo il permesso, perché non ce n'è alcun bisogno. Sarebbe come se un cittadino chiedesse al Sindaco il permesso di andare a spasso... 

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  30. Ma la supplica emana da Paix Liturgique non dalla FIUV, mi sembra. O, no?

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  31. E poi penso che le più di 12.000 persone che hanno firmato l`appello, fra i quali  senza dubbio anche i gestori di questo blog, apprezzeranno di essere definiti "<span>4 scalmanati esaltati facinorosi"</span> =-O :-D <span> ...o quando un non tradizionalista da lezione a chi lo è, a chi non ha di certo aspettato le lezioni e i saccenti giudizi  di un blogger "svizzero" per impegnarsi nella  difesa della Santa Messa di sempre. </span>

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  32. Mea culpa! Ovunque ho scritto FIUV va da leggersi "Paix Liturgique", ovviamente. I.P.

    RispondiElimina
  33. Luisa, ancora un intervento suo che porta sù veri argomenti !  :-P :-D :-D :-D  
    Fatto sta che NESSUN istituto cattolico di sensibiltà tradizionale ha supportato quell'appello: un problema ci deve essere, non le pare? I.P.

    RispondiElimina
  34. <span><span>Mea culpa! Ovunque ho scritto FIUV va da leggersi "Paix Liturgique", ovviamente. I.P.</span></span>

    RispondiElimina
  35. mi chiedo cosa c'è di sconcio in una supplica al Papa, foss'anche motivata da timori non del tutto verificati ma ragionevolmente ipotizzabili... PL non si dissocia dall'appello in quanto basato su 'fughe di notizie', ne fa uno diverso ben calibrato, a prescindere da possibili restrizioni

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  36. IN TEORIA QUESTO E' VERO MA IN PRATICA MOLTI VESCOVI HANNO FATTO DEI DECRETI CHE AFFERMANO CHE NESSUNO CELEBRI IN FORMA STRAORDINARIA SENZA IL LORO PREVENTIVO PERMESSO PER SOPPESARNE L'UTILITA' PASTORALE. ESSI DICONO CHE LO STRAORDINARIO NON DEVE DIVENTARE ORDINARIO.' FORSE TRA LE COSE UTILI BISOGNEREBBE ELIMINARE <<straordinario>> E FARLO DIVENTARE ORDINARIO O NORMALE.</straordinario>

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  37. Perchè i suoi mantra copia-incolla sono forse argomenti?
    Nel suo pensiero magico crede che basta dire a qualcuno che non ha argomenti perchè il suo giudizio sia = verità?
    I suoi "argomenti" sui <span><span>"4 scalmanati esaltati facinorosi" </span></span>sono  un esempio di serietà, le interesserà forse leggere questa risposta data dal gestore di Paix Liturgique:
    Domanda:
    1. Qui êtes-vous pour juger nos évêques et leur distribuer des bons et des mauvais points ? Vous n'êtes pas mieux que Golias.

    1. Qui sommes-nous pour "juger les évêques" ? Nous ne "jugeons" pas nos évêques mais nous nous contentons de faire connaître, le plus respectueusement possible, nos opinions. En cela nous sommes tout simplement des fidèles prompts à répondre à l'appel du concile Vatican II à « prendre une part plus active selon l’esprit de l’Église, dans l’approfondissement et la défense des principes chrétiens comme dans leur application adaptée aux problèmes de notre temps » (Décret Apostolicam Actuositatem, n. 6). Nous sommes des fidèles qui réclament, comme nous l'accorde la Constitution pastorale Gaudium et Spes (n. 62), « une juste liberté de faire connaître humblement et courageusement leur manière de voir, dans le domaine de leur compétence ». Enfin, nous sommes des fidèles désireux de s'ouvrir à leurs pasteurs « avec toute la liberté et la confiance qui conviennent à des fils de Dieu et à des frères dans le Christ de leurs besoins et de leurs vœux » et ayant « la faculté et même parfois le devoir de manifester leur sentiment en ce qui concerne le bien de l’Église » comme le stipule la Constitution dogmatique Lumen Gentium dans son article 37. Le Concile a donné la parole aux laïcs : qu’on ne leur reproche pas ensuite de la prendre lorsqu’ils parlent dans un sens qui ne convient pas à certains clercs.
    Qui plus est, contrairement à d'autres, nous ne décernons de mitre à personne et ne publions pas de liste de "bons" ou de "mauvais" évêques, mais exprimons tout bonnement des jugements liés au désir qui est le nôtre de voir l'esprit du Motu Proprio Summorum Pontificum souffler dans tous les diocèses de la Chrétienté, y compris au sein des séminaires. Est-ce interdit ?"

    Non sono poi per niente stupita che i vari istituti Ecclesia Dei non abbiano pubblicizzato l`appello, come non lo faranno con questa supplica, sappiamo che si fanno un dovere di discrezione.

    RispondiElimina
  38. Il lessico comune ci aiuta:

    - un abito ordinario
    - una persona ordinaria
    - un rito ordinario

    Il solo termine ordinario qualifica la squallida liturgia riformata, et pour cause.
    Esso ha una connotazione di mediocrità che è quasi peggiore di un giudizio drasticamente negativo...

    RispondiElimina
  39. Belle queste risposte di Paix Liturgique, ch econdivido pienamente!
    Purtroppo non parano a quel che afferma lei, cara Luisa: il vous manque le sens de la nuance......  :-)
    Ricordiamoci cosa risponde quando si chiede loro chi sono:
    <span>Des catholiques romains attachés à leur Eglise.  
    <span> </span>Des fidèles attachés au Saint-Père.  
    <span> </span>Des diocésains qui respectent leurs évêques et qui attendent beaucoup d'eux comme des enfants de leur père.  
     Des croyants soucieux de respecter l'enseignement de l'Eglise conformément aux définitions qui ont été renouvelées par le Catéchisme de l'Eglise Catholique publié par Jean Paul II en 1992.  
    <span> </span>Des chrétiens très nombreux qui désirent vivre leur foi catholique dans l'Eglise au rythme de la liturgie traditionnelle comme le pape Benoît XVI l'autorise depuis la promulgation le 7 juillet 2007 du motu proprio Summorum pontificum
     </span>

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  40. Mi spieghi piuttosto il SUO di senso de la nuance!
    Che cosa vorrebbe dimostrare riportando quelle risposte?

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  41. A me sembra che il 'Summorum Pontificum' sia stato emanato principalmente per adempiere ad una delle due condizioni preventive poste dalla Fraternità San Pio X alla S. Sede (l'altra era il ritiro del decreto di scomunica) prima di iniziare i colloqui dottrinali.
    Ora che i colloqui si stanno concludendo, il Papa non ha più tanto interesse per tale questione, sulla quale ha già espresso fin troppo chiaramente - ahimé -  il suo pensiero (vedi l'intervista sull'aereo durante il suo viaggio in Francia).  
    Sono convinto che la FSSPX si rivelerà in un prossimo futuro sempre più provvidenziale (a parte l'Istituto del Buon Pastore, più combattivo, le altre Comunità 'Ecclesia Dei' saranno sempre più 'normalizzate' e fatte rientrare gradatamente nella "Chiesa conciliare"). Oremus.   

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  42. (Con riferimento al link).
    Proprio cosi! Chi pecora si fa, il lupo (o il Pastore?) se la mangia.
    P.S. Novus Horror: ottimo! da usare!

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  43. OTPer tutti coloro che desiderano l'apertura di un processo canonico per Shabza Bahtti, il ministro pakistanese morto martire in odore di santità ecco un sito da dove mandare una lettera al vescovo competente:http://www.shabaz-bhatti-martyr.org/

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  44. quindi ci sarebbero due Chiese? La Chiesa-Chiesa e la Chiesa conciliare? e Pietro di quale delle due sarebbe il capo?

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  45. Loro no, ma Cristo sì!

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  46. Tra l'altro io non critico il Metodo di Enrico, perchè è lo stesso di Pax L. Il modo di gridare all'ingiustizia, quando quelli che hai davanti sono proprio quelli che la compiono, è molto ma molto importante. Anzitutto per CRISTO, che è Colui per il quale, unicamente, si pensa, si agisce, si prega, si soffre e si offre. Poi per la Santa Chiesa di Cristo, la quale VEDE chi sono e come sono trattati (come lebbrosi e appestati) i fedeli Cattolici (non dico tradizionali perchè i fedeli cattolici SONO TRADIZIONALI)! Di conseguenza per le anime, TUTTE LE ANIME, che dall'esempio e dal MARTIRIO dei fedeli tradizionali trarranno giovamento.

    Problabilmente sono solo un povero "illuso" e anche irrealistico. Probabilmente quello che ho nella mente è un "film" dove i Giusti sofferenti vincono...

    O no?

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  47. Programma definitivo 3° Convegno sul Motu Proprio - Roma, 13-15 maggio 2011
    http://giovanietradizione.org/blog/articolo.asp?articolo=116

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  48. per me non erano in predicato i metodi né una distinzione tra il 'metodo' di Enrico con quello di PL. Semplicemente non vedevo il motivo della critica da parte di Simon alla supplica e il plauso all'appello di PL.
    Quanto ai 'metodi', se con questo termine ti rifrisci alle critiche troppo accese, sono d'accordo con te.
    Ma continuyo a pensare:
    1. che le critiche irrazionali e fondamentaliste sono un percentuale irrisoria e talvolta provengono da 'provocatori'
    2. la mancata risposta della Gearchia - quella che pilota perfino alcuni (non tutti) i comportamenti del Papa (vedi conclusione anno sacerdotale e camcellazione della Tiara) - non PUO' dipendere da queste, ma è frutto di apostasia

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  49. <span>per me non erano in predicato i metodi né una distinzione tra il 'metodo' di Enrico e quello di PL. Semplicemente non vedevo il motivo della critica da parte di Simon alla supplica e il plauso all'appello di PL.  
    Quanto ai 'metodi', se con questo termine ti riferisci alle critiche troppo accese, sono d'accordo con te.  
    Ma continuo a pensare:  
    1. che le critiche irrazionali e fondamentaliste sono un percentuale irrisoria e talvolta provengono da 'provocatori'  
    2. la mancata risposta della Gerachia - quella che pilota perfino alcuni (non tutti) i comportamenti del Papa (vedi conclusione anno sacerdotale e cancellazione della Tiara) - non PUO' dipendere da queste, ma è frutto di apostasia</span>

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  50. Certamente dipende dalla apostasia. Non c'è dubbio. Ma in questa situazione OGNI COSA E' USATA E SARA' USATA CONTRO DI NOI. Perchè CI ODIANO!

    Avendo ben presente questo, ci comportiamo di conseguenza! Avendo anche presente a chi può giovare la nsotra testimonianza.

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  51. Per l'Ospite di ieri delle ore 19.19:  ci sono effettivamente due Chiese: la Chiesa Cattolica Romana, fondata da Nostro Signore Gesù Cristo, e la Chiesa Conciliare, nata col Vaticano II e che è paragonabile ad un tumore maligno in espansione sul corpo della prima  (l'espressione 'Chiesa conciliare', come è noto, è nata dalla penna di mons. Benelli, e si trova in una sua lettera indirizzata a Mons. Marcel Lefebvre).  I Papi da Giovanni XXIII fino all'attuale,  si sono comportati, e si comportano tuttora, come Capi a volte della prima Chiesa, ed altre volte della seconda.
    Un Papa che dà la Comunione in ginocchio si comporta da Papa della Chiesa Cattolica, mentre lo stesso Papa che prega scalzo in moschea rivolto verso la Mecca si comporta come Papa della 'Chiesa Conciliare'. 
    Spero di essermi spiegato (come poi oggi un Benedetto XVI possa pretendere, contro ogni logica, di svolgere contemporaneamente questi due ruoli, non devi chiederlo a me, ma a lui).       

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  52. <span>

    Per l'Ospite di ieri delle ore 19.19: ci sono effettivamente due Chiese: la Chiesa Cattolica Romana, fondata da Nostro Signore Gesù Cristo, e la Chiesa Conciliare, nata col Vaticano II e che è paragonabile ad un tumore maligno in espansione sul corpo della prima (l'espressione 'Chiesa conciliare', come è noto, è nata dalla penna di mons. Benelli, e si trova in una sua lettera indirizzata a Mons. Marcel Lefebvre). I Papi da Giovanni XXIII fino all'attuale, si sono comportati, e si comportano tuttora, come Capi a volte della prima Chiesa, ed altre volte della seconda.
    Un Papa che invita a ricevere la Comunione in ginocchio, e la distribuisce solo a chi si conforma a quest'invito, si comporta da Papa della Chiesa Cattolica, mentre lo stesso Papa che prega scalzo in moschea rivolto verso la Mecca si comporta come Papa della 'Chiesa Conciliare'.
    Spero di essermi spiegato (come poi oggi un Benedetto XVI possa pretendere, contro ogni logica, di svolgere contemporaneamente questi due ruoli, non devi chiederlo a me, ma a lui).
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  53. In molteplici casi, sebbene il MP non richieda piu' l'autorizzazione del Vescovo per celebrare la Messa Antica, i fedeli si sono rivolti al Presule locale per chiedergli il "permesso", onde evitare scontri e problemi "diplomatici". Una forma di cortesia che non e' una richiesta di permesso, ma bisogna fare di necessita' virtu'....

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