Riportiamo di seguito un piccolo estratto (il resto lo potete trovare qui sul sito del Cesnur) – il capitolo dedicato all’Ultima Cena e conseguentemente alla liturgia – del saggio di Massimo Introvigne sull’ultimo libro di Benedetto XVI “Gesù di Nazaret. Seconda parte”. L’Ultima Cena
Per il Papa, in questo libro, è sempre importante una rivendicazione «della reale storicità degli avvenimenti essenziali. Il messaggio neotestamentario non è soltanto un’idea; per esso è determinante proprio l’essere accaduto nella storia reale di questo mondo: la fede biblica non racconta storie come simboli di verità meta-storiche, ma si fonda sulla storia che è accaduta sulla superficie di questa terra» (p. 119). «Se Gesù non ha dato ai discepoli pane e vino come suo corpo e suo sangue, allora la Celebrazione eucaristica è vuota – una devota finzione, non una realtà che fonda la comunione con Dio e degli uomini tra loro» (pp. 119-120). Utilizzando il metodo proposto all’inizio del volume possiamo essere certi che l’Ultima Cena – cui è dedicato il quinto capitolo (pp. 119-163) – è un evento storico realmente accaduto, e «guardare tranquillamente le ipotesi esegetiche che, da parte loro, troppo spesso si presentano con un pathos di certezza che viene confutato già dal fatto che posizioni contrarie vengono proposte continuamente con lo stesso atteggiamento di certezza scientifica» (p. 121). Questo non significa che non rimangano problemi ermeneutici aperti. Il primo e il più discusso dagli esegeti riguarda la data: fu davvero una cena pasquale o no? I tre Vangeli sinottici collocano l’Ultima Cena al giovedì, vigilia della Pasqua che quell’anno cadeva di venerdì. Per san Giovanni l’Ultima Cena accade invece prima della vigilia di Pasqua. Nel giorno della vigilia si celebra il processo, così che Gesù per san Giovanni muore nel momento in cui gli agnelli pasquali sono immolati. «Questa coincidenza teologicamente importante, che Gesù muoia contemporaneamente con l’immolazione degli agnelli pasquali, ha indotto molti studiosi a liquidare la versione giovannea come cronologia teologica. Giovanni avrebbe cambiato la cronologia per creare questa connessione teologica che, tuttavia, nel Vangelo non viene manifestata esplicitamente. Oggi, però, si vede sempre più chiaramente che la cronologia giovannea è storicamente più probabile di quella sinottica» (p. 125). In effetti, è improbabile che un processo complesso come quello di Gesù sia stato celebrato dalle autorità ebraiche e romane nel giorno di festa della Pasqua. E tuttavia l’Ultima Cena sembra proprio una cena pasquale. Come conciliare le due prospettive? Il Papa ricorda i lavori della storica francese Annie Jaubert (1912-1980), secondo cui erano qui all’opera due diversi calendari. I discepoli ne seguivano uno arcaico – adottato dagli Esseni di Qumran – per cui Pasqua cadeva al mercoledì e non al venerdì. Dunque per loro il giorno dell’Ultima Cena era la vigilia di Pasqua – come ci dicono i sinottici – ma per le autorità, che seguivano il calendario nuovo, non lo era, come lascia intendere san Giovanni. Ma secondo il Papa le tracce, pure esistenti, secondo cui gli apostoli sarebbero stati vetero-calendaristi «sono troppo deboli per poter convincere» (p. 127) totalmente. Il Papa espone la tesi della Jaubert perché la giudica suggestiva e non impossibile. Ma ultimamente preferisce l’interpretazione dello storico statunitense don John Paul Meier, secondo il quale bisogna ultimamente scegliere fra la cronologia sinottica e quella giovannea, e la più probabile delle due è quella di Giovanni. Ma perché allora l’Ultima Cena ha un carattere pasquale? «La risposta di Meier è sorprendentemente semplice e sotto molti aspetti convincente. Gesù era consapevole della sua morte imminente. Egli sapeva che non avrebbe più potuto mangiare la Pasqua. In questa chiara consapevolezza invitò i suoi ad un’ultima cena di carattere molto particolare, una cena che non apparteneva a nessun determinato rito giudaico, ma era il suo congedo, in cui Egli dava qualcosa di nuovo, donava se stesso come il vero Agnello, istituendo così la sua Pasqua» (p. 130). L’Ultima Cena ha un’importanza decisiva nella nostra vita di cristiani perché è il momento dell’istituzione dell’Eucarestia. Di questa abbiamo vari resoconti, di cui il più antico cronologicamente è quello di san Paolo, in quanto «la Prima Lettera ai Corinzi fu scritta nell’anno 56 circa» (p. 132) ed è più antica dei Vangeli. Le differenze testuali fra le versioni sono interessanti, ma non cruciali. La questione più grave è l’obiezione di molti teologi moderni secondo cui «ci sarebbe una contraddizione irrisolvibile tra il messaggio di Gesù circa il regno di Dio e l’idea della sua morte espiatoria in funzione vicaria» (p. 135). Per il Papa è importante rendersi conto che «la ragione di questo non sta nei dati storici: come abbiamo visto, i testi eucaristici appartengono alla tradizione più antica. In base ai dati storici niente può esservi di più originale che proprio la tradizione della cena. Ma l’idea di un’espiazione è cosa inconcepibile per la sensibilità moderna» (p. 136). In realtà dunque «la discussione è solo apparentemente un dibattito storico» (ibid.): non si crede all’Eucarestia non perché manchino i riferimenti testuali – che sono, al contrario, certissimi – ma perché urta contro il razionalismo moderno. Per capire le parole e i gesti di Gesù occorre dunque «la disponibilità di non semplicemente contrapporre al Nuovo Testamento in modo “critico-razionale” la nostra saccenteria, ma di imparare e di lasciarci guidare: la disponibilità a non travisare i testi secondo i nostri concetti, ma a lasciar purificare ed approfondire i nostri concetti dalla sua parola» (p. 137).A urtare la mentalità moderna non è solo il miracolo del pane e del vino. È l’idea stessa che per salvarci il Figlio di Dio abbia dovuto morire sulla croce. Si sono dunque elaborate spiegazioni secondo cui Dio avrebbe offerto a Israele la fede nel Signore e, se questa offerta non fosse stata rifiutata, si sarebbe entrati subito nel regno messianico di Gesù Cristo senza passare per la croce. «Nel 1929, Erik Peterson [1890-1960], nel suo articolo sulla Chiesa – un articolo che ancora oggi vale assolutamente la pena di leggere – ha sostenuto la tesi che la Chiesa esiste solo sulla base del presupposto “che gli Ebrei come popolo eletto di Dio non hanno accolto la fede nel Signore”. Se avessero accettato Gesù, “il Figlio dell’uomo sarebbe ritornato e il regno messianico, in cui gli Ebrei avrebbero occupato il posto più importante, avrebbe preso inizio” (Theologische Traktate, p. 247). Romano Guardini [1885-1968] nelle sue opere su Gesù ha accolto e modificato questa tesi. Per lui il messaggio di Gesù comincia chiaramente con l’offerta del regno; il “no” di Israele avrebbe suscitato la nuova fase della storia della salvezza, di cui fanno parte morte e risurrezione del Signore e la Chiesa delle genti» (p. 139). Che cosa pensare di queste tesi? Per quanto frutto dell’ingegno di autori illustri e bene intenzionati, secondo il Papa esse non possono essere accolte. Al contrario, il già citato don John Paul Meier – la cui opinione Benedetto XVI approva e fa sua – ha mostrato che una distinzione cronologica è in questo senso impossibile e che la Croce è presente fin dall’inizio. «Non esiste una contraddizione tra il lieto messaggio di Gesù e la sua accettazione della croce quale morte per i molti, al contrario: solo nell’accettazione e trasformazione della morte, il lieto annuncio raggiunge tutta la sua profondità» (p. 142).
Dalle interpretazioni di Peterson e di Guardini vanno poi distinte le tesi meramente razionaliste secondo cui l’Eucarestia sarebbe un’invenzione dei primi cristiani. Queste tesi, spiega il Pontefice, sono semplicemente assurde. «L’idea del formarsi dell’Eucaristia nell’ambito della “comunità” è anche dal punto di vista storico assolutamente assurda. Chi avrebbe potuto permettersi di concepire un tale pensiero, di creare una tale realtà? Come avrebbe potuto essere che i primi cristiani – evidentemente già negli anni 30 – accettassero una simile invenzione senza fare obiezioni?» (ibid.).
Quando parlerà della morte di Gesù, il Papa noterà ancora la stessa obiezione. «Sempre di nuovo si dice: Non è forse un Dio crudele colui che richiede un’espiazione infinita? Non è questa un’idea indegna di Dio? Non dobbiamo forse, a difesa della purezza dell’immagine di Dio, rinunciare all’idea di espiazione?» (p. 258). Ma la sporcizia c’è nel mondo, e c’è per colpa nostra, per colpa del peccato degli uomini. «Non può essere semplicemente ignorata, deve essere smaltita. Ora, tuttavia, non è che da un Dio crudele venga richiesto qualcosa di infinito. È proprio il contrario: Dio stesso si pone come luogo di riconciliazione e, nel suo Figlio, prende la sofferenza su di sé. Dio stesso introduce nel mondo come dono la sua infinita purezza. Dio stesso “beve il calice” di tutto ciò che è terribile e ristabilisce così il diritto mediante la grandezza del suo amore, che attraverso la sofferenza trasforma il buio» (pp. 258-259). Ulteriormente approfondito e compreso dalla comunità cristiana attraverso la riflessione sul sacrificio dei martiri, anche oggi «il mistero dell’espiazione non deve essere sacrificato a nessun razionalismo saccente» (p. 267).
Nel capitolo quinto, il Pontefice affronta quindi la dibattuta questione del pro multis, che ha preoccupato soprattutto i liturgisti: il sangue di Gesù Cristo è stato versato «per molti» come risulta da Matteo 26,28 e da Marco 14,24, o «per tutti», come sentiamo dire in Italia nella versione in lingua italiana della formula della consacrazione nella Messa? Il Papa cita il teologo luterano tedesco Joachim Jeremias (1900-1979), il quale «ha cercato di mostrare che la parola “molti” nei racconti sull’istituzione sarebbe un semitismo e che quindi dovrebbe essere letta non a partire dal significato della parola greca, ma in base ai corrispondenti testi veterotestamentarii. Egli cerca di dimostrare che la parola “molti” nell’Antico Testamento significa “la totalità” e quindi in realtà sarebbe da tradurre con “tutti”» (p. 153), sulla base soprattutto di un parallelo con Isaia 53. La tesi di Jeremias, ricorda il Papa, «si è allora presto affermata ed è divenuta una comune convinzione teologica. In base ad essa, nelle parole della consacrazione, il “molti” è stato tradotto in diverse lingue con “tutti”. “Versato per voi e per tutti”, così in vari Paesi i fedeli durante la Celebrazione eucaristica sentono oggi le parole di Gesù» (ibid.). Senonché, mentre i liturgisti facevano il loro lavoro, «questo consenso tra gli esegeti si è nuovamente frantumato. L’opinione prevalente tende oggi verso la spiegazione che “molti” in Isaia 53 e anche in altri punti, pur significando una totalità, non possa essere semplicemente equiparato con “tutti”» (ibid.). Più recentemente si è affermata la tesi dello storico della liturgia cattolico Joseph Paschler (1893-1979) secondo cui il «versato» si riferisce non al sangue di Gesù Cristo, in effetti versato per tutti, ma al calice, che raggiungerà i «molti» che parteciperanno all’Eucarestia ma non «tutti» gli uomini. Per quanto questa spiegazione, nota il Papa, sia più persuasiva per il Vangelo di Marco che per quello di Matteo, nel contesto generale dei Vangeli e della Chiesa primitiva «si rende sempre più evidente che Egli [Gesù] di fatto è morto per tutti» (p. 156), così com’è chiaro che non tutti accettano o accetteranno la chiamata nella Chiesa.
È certo che Gesù abbia chiesto ai suoi discepoli di ripetere il gesto dell’Ultima Cena: ma «qual è precisamente la cosa che il Signore ha ordinato di ripetere?» (p. 157). Non il banchetto o la cena in quanto tale, ma il sacrificio. A fronte di equivoci o incertezze, questo punto secondo il Papa va sistematicamente ribadito. Il Pontefice cita un’espressione di padre Josef Andreas Jungmann S.J. (1889-1975), che definisce «grande studioso della storia della Celebrazione eucaristica e uno degli architetti della riforma liturgica», secondo cui «ciò che la Chiesa celebra nella Messa non è l’ultima cena, ma ciò che il Signore, durante l’ultima cena, ha istituito ed affidato alla Chiesa: la memoria della sua morte sacrificale (Messe im Gottesvolk, p. 24)» (p. 160). Lo stesso liturgista nota, ricorda il Papa, che nella Chiesa «fino alla Riforma del secolo XVI, per la celebrazione dell’Eucaristia non viene mai usato un nome che significhi “convito” ([ibid.], p. 23, nota 73)» (p. 161). No, la Messa cattolica non è una semplice cena.
Bellissime analisi di Introvigne, cui essere grati, come pure al papa B16 che scrisse queste informazioni fondamentali per mettere a tacere la setta neocatecumenale ora e sempre sul significato stravolto della messa celebrata oggi come una cena, così come in tutte le chiese del mondo.Ma come al solito ci si pone la stessa, solita domanda: CUI PRODEST, LIBER? A chi serve il libro? ai pochi che vorranno disquisire per delle mezzore se modificare finalmente la messa e farla tornare alle origini preconciliari ? Ai teologi moderni per arzigogolare sullo scritto del papa e contribuire alla diffusione della stampa?Insomma se andrà bene servirà tra 50 anni per dire che B16 aveva ragione ed aveva persino scritto le cose come dovevano andare... :( .- O non servirà come scusa al B16 davanti a San Pietro che gli chiederà ragioni fondanti per presentarsi alla porta del Paradiso?Insomma fa lo scrittore invece che il teologo di Tubinga, ma fare il papa dicendo "urbi et orbi" le cose come devono stare, non ci pensa proprio!! >:o
RispondiEliminase lei è capace di fare il Papa vada da ratzinger e prenda il suo posto
RispondiElimina@Mardunolbo. Non tutti hanno le stesse esigenze. Uno dei principali argomenti usati dai modernisti "storici" di inzio '900 come Loisy era che nelle alte sfere della gerarchia si ragionava solo con le categorie mentali di una "Scolastica" arida e stravecchia e si ignorava la critica biblica. La stessa obiezione, con maggiore e minore consapevolezza, covava in molti giovani che avrebbero dovuto costituire l'elite intellettuale del movimento cattolico. Conseguenza: abbandono o raffreddamento della pratica religiosa e consegna della cultura europea ( e a seguire della politica ) a movimenti intrinsecamente non cristiani, come Fascismo, Nazismo, Comunismo, Liberalismo radicaleggiante.
RispondiEliminaOra finalmente abbiamo un papa che, oltre a essere buono umanamente, possiede le armi intellettuali necessarie alla bisogna. Non a tutti basta la proposizione dei "valori": occorre anche un'apologetica precisa e ferrata, come quella del benemerito Messori.
Perdonate l'OT e manco tanto....perchè si riallaccia anche volendo al libro in questione:
RispondiEliminapare sia sfuggito a molti di APPROFONDIRE E RINGRAZIARE il Papa per la superba e magisteriale LECTIO fatta ai Parroci di Roma venerdì scorso..... io credo che quella Lectio aiuta anche molto a comprendere IL SENSO letterale di interpretazione del testo.... ;)
vi consiglio, se volete, di approfondirne la lettura CLICCATE QUI
alcune espressioni del Papa... ma suggerisco la lettura integrale:
- Cerchiamo quindi di capire un po’ quanto dice a noi, in quest’ora.
Comincio: "Voi sapete come mi sono comportato con voi per tutto questo tempo" (v. 18) e su questo suo comportamento per tutto il tempo, san Paolo dice, alla fine, che "notte e giorno, io non ho cessato… di ammonire ciascuno di voi" (v. 31).
- E servire vuol dire non fare quanto io mi propongo, quanto sarebbe per me la cosa più simpatica; servire vuol dire lasciarmi imporre il peso del Signore, il giogo del Signore; servire vuol dire non andare secondo le mie preferenze, le mie priorità, ma lasciarmi realmente "prendere in servizio" per l’altro.
- E’ importante questo aspetto concreto del servizio, che non scegliamo noi cosa fare, ma siamo servitori di Cristo nella Chiesa e lavoriamo come la Chiesa ci dice, dove la Chiesa ci chiama, e cerchiamo di essere proprio così: servitori che non fanno la propria volontà, ma la volontà del Signore.
- Questo è importante:
l’Apostolo non predica un Cristianesimo "à la carte", secondo i propri gusti, non predica un Vangelo secondo le proprie idee teologiche preferite; non si sottrae all’impegno di annunciare tutta la volontà di Dio, anche la volontà scomoda, anche i temi che personalmente non piacciono tanto. E’ la nostra missione di annunciare tutta la volontà di Dio, nella sua totalità e ultima semplicità.
- Dobbiamo rispondere e svegliare questa curiosità negli altri: di conoscere veramente tutta la volontà di Dio e di conoscere così come possiamo e come dobbiamo vivere, qual è la strada della nostra vita.
Quindi dovremmo far conoscere e capire - per quanto possiamo - il contenuto del Credo della Chiesa, dalla creazione fino al ritorno del Signore, al mondo nuovo. La dottrina, la liturgia, la morale, la preghiera - le quattro parti del Catechismo della Chiesa Cattolica - indicano questa totalità della volontà di Dio.
- Va a Gerusalemme per consegnare a quella comunità, alla Chiesa di Gerusalemme, la somma per i poveri raccolta nel mondo dei Gentili.
E’ quindi un viaggio di carità, ma di più: questa è un’espressione del riconoscimento dell’unità della Chiesa tra ebrei e gentili, è un riconoscimento formale del primato di Gerusalemme in quel tempo, del primato dei primi Apostoli, un riconoscimento dell’unità e dell’universalità della Chiesa.
... CILIEGINA SULLA TORTA? ;)
- Egli dice: "Vedete, Pietro dorme, Giuda è sveglio".
Questa è una cosa che ci fa pensare: la sonnolenza dei buoni. Papa Pio XI ha detto: "il problema grande del nostro tempo non sono le forze negative, è la sonnolenza dei buoni". "Vegliate": meditiamo questa cosa, e pensiamo che il Signore nell’Orto degli Ulivi per due volte ha detto ai suoi apostoli: "Vegliate!", ed essi dormono. "Vegliate", dice a noi; cerchiamo di non dormire in questo tempo, ma di essere realmente pronti per la volontà di Dio e per la presenza della sua Parola, del suo Regno.
<span>annunciare la volontà di Dio, nella sua totalità e ultima semplicità. </span>
RispondiElimina- ma per conoscere la volontà di Dio "nella sua semplicità", un semplice cristiano di poca cultura e pochi soldi, quanti libri deve comprare e leggere, oltre al Vangelo ?
- questo libro del Papa, e gli altri numerosi pubblicati, saranno spiegati da qualcuno nelle parrocchie ?
sarà illustrato a grandi e piccini -con CHIAREZZA E SEMPLICITA'- il loro scopo ultimo e il loro contenuto essenziale ? chi se ne occuperà ? si daranno dappertutto LE STESSE SPIEGAZIONI ?
no, perché siamo a babele...
RispondiElimina@ Caterina 63. la vedo come al solito animosa e appassionata. Approfitto del suo intervento per chiederle il suo parere sul sacerdozio femminile. Io come laico mi accontento di "stare al mio posto": non mi sento discriminato perchè non posso celebrare la Messa; al massimo, sentendo prediche strascicate, mi chiedo con un po' di superbia se non potrei fare un pochino meglio, impegnandomi a fondo. Secondo lei la richiesta del sacerdozio femminile portata avanti dai vari gruppi "Noi siamo Chiesa" nasce da un'esigenza reale, intimamente sentita dalle donne pie ( N.B. diverso da "pie donne!"), oppure si tratta di un inseguimento esteriore e "modaiolo" del femminismo laico?
RispondiElimina.......ma niente di nuovo...le solite...cose...........
RispondiEliminaci sarà qualcuno di buona volontà e dotato di linguaggio didattico, accessibile a tutti i fedeli,
RispondiElimina(di ogni età e grado di cultura), che si assuma il compito di fare un riassunto, ad uso delle persone semplici -di studi di livello inferiore e di intelletto medio o inferiore alla media- in modo da far capire come e dove sono ribaditi i DOGMI FONDAMENTALI della Fede cattolica, in modo che il 99% dei cattolici, non versati nella teologia, sia messo in grado di recepire quei contenuti, se essi sono INDISPENSABILI per continuare ad essere cattolici ?
in sintesi:
potranno TUTTI i cattolici del mondo sapere e capire concretamente che tipo di Magistero è contenuto in questi libri, e potranno da esso trarre reale frutto per alimentare la Fede ?
Ratzinger prima di diventare Papa era un professore e un teologo.. se lo Spirito santo lo ha fatto eleggere alla sacra cattedra di Pietro una ragione ci sarà.. forse in questi nostri tempi abbiamo bisogno di chiarezza dottrinale? forse più che sentimentalismo ed emotività la fede deve tornare ad essere una grande ed appassionante esperienza e avventura dell'INtelletto, come ai tempi di S.Tommaso e di S. Bernardo ?forse ne uccide più la lingua (e la parola scritta) che la spada.. di eretici? non so , sono domande che mi pongo.. ma secondo me un papa INTELLETTUALE e CHIARO sui punti dottrinali ci voleva, dopo un papa "buono", un papa "amletico" un papa "politico"...
RispondiElimina:-[ ho espresso più volte la mia opinione sull'argomento e che ci tengo a dire di essere contenta che tale opinione si riscontri perfettamente aderente al Magistero Bimillenario della Chiesa...
RispondiEliminaQuesto gruppo, tanto per cominciare, ha postato malissimo il proprio titolo "noi siamo Chiesa" è sbagliato, è errato ed è stato anche più volte corretto, il senso, dai Pontefici recenti.... la Chiesa è UNA SOLA, noi semmai ne siamo LE MEMBRA; la Chiesa E' SANTA, noi grazie a Lei ci santifichiamo... ordunque, nelle varie interpretazioni che essi danno alla dottrina della Chiesa, partono con il piede sbagliato!
Nella Chiesa si esercitano vari Ministeri, il Sacerdozio è UNO SOLO, abbiamo UN SOLO SACERDOTE, Cristo Signore!
ergo nessuno può rivendicare tale Ministero e solo il Papa, con i Vescovi con lui, possono VERIFICARE chi è davvero MANDATO E ASSUNTO per esercitare questo UNICO sacerdozio...
Tale Sacerdozio è AL MASCHILE poichè Cristo è IL NUOVO ADAMO ed esercita quel mandato, dopo l'Incarnazione, a quell'unico sacerdozio NON levitico ma "AL MODO DI MELCHISEDEC" ordunque il ruolo della Donna, nella Chiesa NON è quel Ministero...
La Vergine Maria, infatti, che è riconosciuta dai Padri della Chiesa quale NUOVA EVA non ha mai rivendicato a se questo Sacerdozio ministeriale, al contrario ELLA E' SERVA DELL'UNICO SACERDOTE.... ;)
Ora, essendo il Sacerdote L'ALTER CHRISTUS ed agendo attraverso la Sua presenza invisibile MA REALE, è palese che l'Uomo continua questo Ministero, la Donna continua a SERVIRE IL SACERDOTE in altri modi....
La SUPERBIA e presunzione di tale EQUIPARAZIONE pur nascendo ai tempi di Lutero il quale rigettò il Sacerdozio come Sacramento ed inventò il ministero del pastore.... è ovvio che diede il via ad una sorta di RIVENDICAZIONE FEMMINILE soprattutto con l'emancipazione femminile, IL FEMMINISMO...L'UGUAGLIANZA DEI SESSI....
Senza alcun dubbio in passato, NON la Chiesa in quanto Maestra, ma ALCUNE SUE MEMBRA GERARCHICHE, la Donna ha sofferto molto per una vena misogina spesse volte accentuata e che penalizzava il ruolo femminile, tuttavia NOI dobbiamo guardare alle tante SANTE ED ANCHE DOTTORI DELLA CHIESA e Fondatrici, che ci dicono chiaramente quale è il ruolo della donna nella Chiesa... ;)
Infine, la rivendicazione delle Donne verso il Sacerdozio ministeriale, è il frutto DELLA DEVASTAZIONE FAMILIARE del nostro tempo...
Così, per rispondere alla sua domanda:
si, questa pretesa E' UNA MODA DEL FEMMINISMO LAICO.... è SUPERBIA, è un modo come un altro per rivendicare L'UGUAGLIANZA FRA I SESSI e IMPONE la Donna CONTRO L'UOMO, al suo superamento.... NON E' UNA VOCAZIONE, la Vocazione della Donna E' ESSERE MADRE O FISICAMENTE O SPIRITUALMENTE.... :)
spero di averle dato ulteriori approfondimenti!
Grazie per la domanda!
P.S.
RispondiEliminaUno di questi modi per essere materne e servire è, per esempio, mettersi al servizio di Maria stessa attraverso la promozione del Santo Rosario ;) dire il Rosario, usarlo PER I SACERDOTI, aiutare i Laici e i Sacerdoti stessi a fare bene ognuno il proprio RUOLO, senza alcuna rivendicazione poichè se c'è Uno che può rivendicare dei diritti nella Vigna, questi è il Padrone, Cristo Dio! :)
Non è del tutto esatto che nella tradizione cattolica non si parli mai di convito; vedi "O sacrum convivium in quo Christus sumitur, recolitur memoria passionis eius, mens impletur gratia et futurae gloriae nobis pignus datur". Inoltre, data la frequenza. sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento, della cena come metafora del Regno e del suo compimento, sembra difficile non vedere nel banchetto eucaristico (formulazione, questa, più che ortodossamente tridentina) una anticipazione di quello eterno. Infine, Gesù non dice solo "questo è il mio corpo", ma anche "prendete e mangiate", le due affermazioni fanno un tutt'uno: l'oblazione e la partecipazione comunitaria sono così strettamente unite: il pane e il vino diventano corpo e sangue di Cristo perché vengano distribuiti.
RispondiElimina@Ma. L'uomo capace di spiegare in modo più semplice c'è già, bello pronto: Vittorio Messori ( non a caso prima giornalista e solo in seguito scrittore ). In passato ci ha dato strumenti utilissimi, da "Indagine su Gesù" al libro su Maria e il culto mariano ( di cui al momento non ricordo il titolo - forse "Indagine su Maria").
RispondiEliminaVorrei ribadire che la vita retta e la santità non si basano affatto sulla raffinatezza culturale, tant'è vero che il santo proposto come modello dell'anno sacerdotale è stato Jean Marie Vianney, il Curato d'Ars, molto "gnucco" negli studi. Perfino la riuscita delle prediche dipende molto più dal cuore che dalla scienza teologica. Tuttavia, in un mondo in cui il livello di istruzione si è parecchio elevato, è facile trovarsi esposti a dubbi che rappresentano pietre d'inciampo ( ad esempio sulla storicità di Gesù, sui miracoli, sulla differenza fra il Cristianesimo e le altre religioni, sull'Inquisizione... ). Chi non ha questi dubbi fa bene a stare tranquillo e a non interessarsene più di tanto: non vale certo meno dei più "acculturati"; chi li ha ha però bisogno di essere aiutato ad attrezzarsi, o almeno a convincersi che nella Chiesa c'è qualcuno capace di rispondere in modo appropriato. Un fenomeno sintomatico dei tempi che stiamo attraversando è quello dei "nuovi atei", pregiudizialmente ( edestremamente ) livorosi contro la Chiesa. Il fatto è che la "mezza cultura" può contribuire molto a una incredulità supponente, mentre una cultura molto approfondita può far riapprodare alla fede; purtroppo farsela costa una fatica estrema...
In ogni caso è la ricordare che secondo gli agiografi san Tommaso d'Aquino prima di morire ebbe una visione celestiale così intensa da fargli dire che quanto aveva scritto gli appariva ora "sicut palea" "come paglia".
ma un trattato di teologia, per quanto alto e raffinato, NON equivale ad un atto di Magistero ecclesiastico.
RispondiEliminaQuesto è il problema suscitato da tanti libri scritti e pubblicati dal Papa in qualità di teologo, o dottore privato.
Se i libri del Papa non sono atti di Magistero, e dunque testi opinabili e discutibili come lui stesso ha chiesto che fossero, a che cosa servono ? a chi interessano ? ad alimentare i dibattiti ?
ma i dibattiti mediatici NON SONO fonte di Magistero della Chiesa: non possono essere riaffermate le Verità eterne della Fede nell'ambito di una discussione tra intellettuali, sia pure radunati attorno ad un eccelso teologo come J. Ratzinger, il quale, in questi libri, in realtà, pur presentando essi il nome papale di "Benedetto XVI" nell'intestazione, è "sceso" dalla Cattedra di Pietro: non sta parlando EX-CATHEDRA, dunque non gode dell'infallibilità, come nei casi previsti dal Concilio Vaticano I.
Questo è il grande problema di cui molti non si sono ancora resi conto, e che ha conseguenze indirette sulla fede dei semplici, checchè se ne dica: non si può dire semplicemente "Fate conto che quei libri non esistanto, se voi non avete dubbi"; quei libri sono in grado sì di<span> porre dubbi e questioni (d</span>iffusi poi con la loro risonanza culturale nel vasto pubblico, che ne recepisce idee e contenuti per lo più DI SECONDA MANO, o li legge senza una guida/interprete autorevole e fededegno), ma non sono in grado di DEFINIRE E RIAFFERMARE con certezza ED AUTORITA' INFALLIBILE le verità di Fede di sempre: non vi sono a ciò le condizioni indispensabili.
<span>ma un trattato di teologia, per quanto alto e raffinato, NON equivale ad un atto di Magistero ecclesiastico.
RispondiEliminaQuesto è il problema suscitato da tanti libri scritti e pubblicati dal Papa in qualità di teologo, o dottore privato.
Se i libri del Papa non sono atti di Magistero, e dunque sono testi opinabili e discutibili come lui stesso ha chiesto che fossero, a che cosa servono ? a chi interessano ? ad alimentare i dibattiti ?
ma i dibattiti culturali e mediatici NON SONO fonte di Magistero della Chiesa: non possono essere riaffermate le Verità eterne della Fede nell'ambito di una discussione tra intellettuali, sia pure radunati attorno ad un eccelso teologo come J. Ratzinger, il quale, in questi libri, in realtà, pur presentando essi il nome papale di "Benedetto XVI" nell'intestazione, è "sceso" dalla Cattedra di Pietro: non sta parlando EX-CATHEDRA, dunque non gode dell'infallibilità, come nei casi previsti dal Concilio Vaticano I.
Questo è il grande problema di cui molti non si sono ancora resi conto, e che ha conseguenze indirette sulla fede dei semplici, checchè se ne dica: non si può dire semplicemente "Fate conto che quei libri non esistanto, se voi non avete dubbi"; quei libri sono in grado sì di<span> porre dubbi e questioni (d</span>iffusi poi con la loro risonanza culturale nel vasto pubblico, che ne recepisce idee e contenuti per lo più DI SECONDA MANO, o li legge senza una guida/interprete autorevole e fededegno), ma non sono in grado di DEFINIRE E RIAFFERMARE con certezza ED AUTORITA' INFALLIBILE le verità di Fede di sempre: non vi sono a ciò le condizioni indispensabili.</span>
Attento ospite....un conto è parlare del "convito" in senso Cattolico per altro reso conosciuto dal Concilio di Trento, altra cosa è dire, ereticamente, che la Messa è l'Ultima Cena... ;)
RispondiEliminaIl Banchetto c'è, questo è sempre stato insegnato, ma non è una CENA DA OSTERIA e senza IL CALVARIO non avremmo alcun Banchetto...
la Chiesa parla infatti di SACRO! SACRO CONVITO, il termine modernista di stampo Protestante "santa" Cena ha soppiantato quello di SACRA, SACRO, comprendi l'errore?
I Protestanti dovettero cambiare il nome ALLA SANTA MESSA chiamandola "CENA" perchè avevano lentamente rinunciato AL SACRO, AL SACRAMENTO SACERDOTALE.... ALLA TRANSUSTANZIAZIONE....
dal Concilio Vaticano II il termine fu usato PER FAVORIRE LA COMPRENSIONE AI PROTESTANTI IN CHIAVE ECUMENICA E TROVARE UN TERMINE COMUNE, alla Messa, CHE METTESSE D'ACCORDO TUTTI, ma fu un grave errore....
si passò - e parlo per esperienza diretta - dalla Santa Messa, alla "SANTA CENA" per poi passare alla MENSA e il termine Messa, scritto minuscolo e privato del "SANTA" fece venire meno il senso DEL SACRO...
Un Giovedì Santo, durante una celebrazione catechetica ai bambini, il sacerdote spiegava che la Messa ERA L'ULTIMA CENA.... al termine della lezione andai da lui a chiedere chiarimenti e per correggerlo, mi rispose: "QUESTA E' LA PASTORALE, E' ORA DI FINIRLA CON LA MESSA-SACRIFICIO, LA CENA DEL SIGNORE E' GIOIA, E' LA MENSA, SI BALLA E SI CANTA, SI FA FESTA, IL CALVARIO HA LASCIATO IL POSTO ALL'INVITO AL BANCHETTO...."
avendo egli alzato la voce per dirmi questa lezione, in silenzio mi sono fatta davanti a lui il segno della Croce e me ne sono andata.... era la Pasqua del 1989, ero ad Ancona...
Due anni dopo la pastorale era ricambiata.... e questa volta si poneva in modo un pò più equilibrato: la Messa era tornata ad essere IL SACRIFICIO, ma nessuno mai disse ufficialmente che quella pastorale fu un grave errore e così chi non potè ricevere la correzione ha continuato a seminare l'errore...
Il Pane e il Vino vengono Consacrati per essere distribuiti è vero, MA ANCHE PER ESSERE ADORATO... Benedetto XVI in tre interventi ha ricordato le parole di sant'Agostino: NESSUNO PUO' RICEVERE DEGNAMENTE QUELLA EUCARSTIA SE NON VIENE PRIMA ADORATA....
e san Padre Pio a chi gli chiedeva cosa fosse la Messa, rispondeva: CHIUDI GLI OCCHI E CONTEMPLA IL CALVARIO, QUESTO E' LA MESSA....TU RICEVI, dicevi, IL CORPO STRAZIATO E PERCOSSO DEL DIO VIVENTE...
e ammoniva san Tommaso, massimo CANTORE DELL'EUCARESTIA: L'EUCARESTIA NON E' SEMPLICE PANE, IL NOSTRO BANCHETTO E' SACRO, E' LA CROCE, E' IL CALVARIO, E' IL PIO PELLICANO....
<span><span>davvero la Chiesa ha bisogno di un Papa intellettuale ? O di un Papa che governi con fermezza e autorevolezza, in epoca di confusione dilagante ?</span></span>
RispondiElimina<span><span>le ricordo ancora una volta, come spesso qui ottimi bloggers hanno già fatto, che il Papa ha il compito essenziale di custodire il Depositum Fidei inalterato, non istituendo dibattiti intellettuali intorno ad esso ma RIAFFERMANDO con certezza inequivocabile, e con autorità infallibile -e quindi <span> indiscutibile-</span> LE VERITA' DI FEDE che sono attaccate dalle ideologie del mondo; perciò, se egli è impegnato veramente in tal senso, lo Spirito Santo lo assiste, ma solo in quegli atti e documenti in cui il Papa impegna in modo<span> inequivoco</span> la sua autorità Apostolica. </span></span>
<span> <span>Così, ad es., nel Motu Proprio ha impegnato la sua autorità apostolica? Non pare molto chiaro tale impegno, dal momento che prima lo vediamo dichiarare il rito antico come eccelso e mai abrogato, utilissimo a migliorar anche il NO, poi andare in Francia e dire ai vescovi : "Suvvia, non vi preoccupate: si tratta di un atto di tolleranza per pochi nostalgici che conoscevano questa liturgia".</span></span>
<span><span>Tali parole non dimostrano un impegno inequivoco. </span>
<span>Così , ancora, vede i mali della Chiesa e lascia al loro posto vescovi immorali ed eretici. </span>
<span>Vede Messe che profanano il Sacrificio ma non interviene col suo potere di Maestro e guida, che comprende -da sempre- anche potere coercitivo: perchè non dobbiamo ricordare questa verità ?</span></span>
<span><span>E così il Papa regnante non emana direttive inderogabili, come se il suo ruolo di monarca fosse solo "ornamentale" e non di governo effettivo: perchè ? </span>
<span>Ecco, io vorrei un Papa che parlasse con una sola lingua. Non vediamo usare da lui fermezza, autorevolezza, parole ed atti inequivocabili e inderogabili: qualità di colui che governa la Chiesa, regnando sul soglio di Pietro, insegnando dalla Cattedra di Pietro, che è Cattedra di Verità eterna.</span></span>
Caro Franco, condivido con Lei, e con pochi altri fra coloro che intervengono su questo blog, l'incondizionata ammirazione per Vittorio Messori, unico italiano citato dal Papa nel suo primo libro su Gesù di Nazaret, e citato, anche se non più solo, anche in quello uscito tre giorni fa. I titoli dei suoi libri da Lei citati sono però errati: quelli giusti sono Ipotesi su Gesù, seguito dai preziosissimi Patì sotto Ponzio Pilato ? e Dicono che è risorto. Quello mariano poi s'intitola Ipotesi su Maria.
RispondiEliminaPer Caterina: ma San Paolo dice: "tutte le volte che mangiate di questo pane e bevete di questo calice annunciate la morte del Signore". La stessa riproposizione della oblazione passa attraverso il cibarsi del corpo di Cristo. Si può immaginare una messa in cui almeno il sacerdote non si comunichi?
RispondiElimina<span><span><span>davvero la Chiesa ha bisogno di un Papa intellettuale ? O di un Papa che governi con fermezza e autorevolezza, in epoca di confusione dilagante ?</span></span>
RispondiElimina<span><span>le ricordo ancora una volta, come spesso qui ottimi bloggers hanno già fatto, che il Papa ha il compito essenziale di custodire il Depositum Fidei inalterato, non istituendo dibattiti intellettuali intorno ad esso ma RIAFFERMANDO con certezza inequivocabile, e con autorità infallibile -e quindi <span> indiscutibile-</span> LE VERITA' DI FEDE che sono attaccate dalle ideologie del mondo; perciò, se egli è impegnato veramente in tal senso, lo Spirito Santo lo assiste, ma solo in quegli atti e documenti in cui il Papa impegna in modo<span> inequivoco</span> la sua autorità Apostolica. </span></span>
<span><span>Così, ad es., nel Motu Proprio ha impegnato la sua autorità apostolica? Non pare molto chiaro tale impegno, dal momento che prima lo vediamo dichiarare il rito antico come eccelso e mai abrogato, utilissimo a migliorar anche il NO, poi andare in Francia e dire ai vescovi : "Suvvia, non vi preoccupate: si tratta di un atto di tolleranza per pochi nostalgici che conoscevano questa liturgia".</span></span>
<span><span>Tali parole non dimostrano un impegno inequivoco. </span>
<span>Così , ancora, vede i mali della Chiesa e lascia al loro posto vescovi immorali ed eretici. </span>
<span>Vede Messe che profanano il Sacrificio ma non interviene col suo potere di Maestro e guida, che comprende -da sempre- anche potere coercitivo: perchè non dobbiamo ricordare questa verità ?</span></span>
<span><span>E così il Papa regnante non emana direttive inderogabili, come se il suo ruolo di monarca fosse solo propositivo e "ornamentale" e non di governo effettivo: perchè ? </span>
<span>Ecco, io vorrei un Papa che parlasse con una sola lingua. Non vediamo usare da lui fermezza, autorevolezza, parole ed atti inequivocabili e inderogabili: qualità di colui che governa la Chiesa, regnando sul soglio di Pietro, insegnando dalla Cattedra di Pietro, che è Cattedra di Verità eterna.</span></span></span>
«fino alla Riforma del secolo XVI, per la celebrazione dell’Eucaristia non viene mai usato un nome che significhi “convito”
RispondiEliminaHo qualche dubbio in merito, altrimenti non mi spiegherei una preghiera come "O sacrum convivium" che mi pare frutto genuino zampillato della pietà medioevale e quindi antecendente alla Riforma. La Santa Messa è sacrificio, ma è pure convito di grazia. Tanto è vero che moltissimi altari dedicati al SS Sacramento avevano per pala propro l'Ultima Cena (e non la Crocifissione).
Naturalmente resta verissimo tutto il resto e specialmente il fatto incontrovertibile che <span> la Messa cattolica non è una semplice cena</span>
<span><span><span>davvero la Chiesa ha bisogno di un Papa intellettuale ? O di un Papa che governi con fermezza e autorevolezza, in epoca di confusione dilagante ?</span></span>
RispondiElimina<span><span>le ricordo ancora una volta, come spesso qui ottimi bloggers hanno già fatto, che il Papa ha il compito essenziale di custodire il Depositum Fidei inalterato, non istituendo dibattiti intellettuali intorno ad esso ma RIAFFERMANDO con certezza inequivocabile, e con autorità infallibile -e quindi <span> indiscutibile-</span> LE VERITA' DI FEDE che sono attaccate dalle ideologie del mondo; perciò, se egli è impegnato veramente in tal senso, lo Spirito Santo lo assiste, ma solo in quegli atti e documenti in cui il Papa impegna in modo<span> inequivoco</span> la sua autorità Apostolica. </span></span>
<span><span>Così, ad es., nel Motu Proprio ha impegnato la sua autorità apostolica? Non pare molto chiaro tale impegno, dal momento che prima lo vediamo dichiarare il rito antico come eccelso e mai abrogato, utilissimo a migliorar anche il NO, poi andare in Francia e dire ai vescovi : "Suvvia, non vi preoccupate: si tratta di un atto di tolleranza per pochi nostalgici che conoscevano questa liturgia".</span></span>
<span><span>Tali parole non dimostrano un impegno inequivoco. </span>
<span>Così , ancora, vede i mali della Chiesa e lascia al loro posto vescovi immorali ed eretici. </span>
<span>Vede Messe che profanano il Sacrificio ma non interviene col suo potere di Maestro e guida, che comprende -da sempre- anche potere coercitivo: perchè non dobbiamo ricordare questa verità ?</span></span>
<span><span>E così il Papa regnante non emana direttive inderogabili, come se il suo ruolo di monarca fosse solo propositivo e "ornamentale" e non di governo effettivo: perchè ? </span>
<span>Ecco, si vorrebbe un Papa che parlasse con una sola lingua: quella chiara della certezza e della Verità immutabile (non sottoposta a questioni e dibattiti, quasi "ripensamenti" sulla Fede). Non vediamo usare da lui fermezza, autorevolezza, parole ed atti inequivocabili e inderogabili: qualità di colui che governa la Chiesa, regnando sul soglio di Pietro, insegnando dalla Cattedra di Pietro, che è Cattedra di Verità eterna.</span></span></span>
Ahhhhhh, be se queste sono le risposte colte dei papofili siamo a posto... :( Complimenti mi congratulo! Come devo cominciare a rispondere? col fatto che non sono un ecclesiastico (per ora, non si sa mai, mapregate che non lo diventi, sarei un Don Camillo col legno sempre pronto...)? No mi fermo,capisco che la risposta di daniele forse neocatec. è solo una provocazione :-P (lingua a lui)
RispondiEliminaMa, no che dici ? E' un papa teologo che governa la chiesa al meglio! vai tu a fare il papa rispondono alcuni qui che si vergognano di pensare con la loro zucca e di servire la Verità piuttosto che l'ambiguità. Amano le circonvoluzioni dialettiche
RispondiEliminaBrava Caterina, anche tacere di più e dimostrare l'umiltà nel silenzio...tipico esempio muliebre ormai da sognare invano :-D
RispondiEliminaFranco, :) Grazie delle proposizioni sensate, colte e sintetiche come qui alcuni non sono in grado di fare pur sproloquiando con altalenanti caratteri come il loro umore...
RispondiElimina@Franco Tutto bene il discorso suo ma mi sembra che anche prima del concilio vi fossero fior di papi che scrivevano dotte cose ed elargissero ottimi consigli. Peccato che siano stati poco seguiti dai "colti" novelli teologi che una volta usciti dalla finestra sono stati fatti rientrare dalla porta congressuale con tutti gli onori da GiovXXIII, con tutto quel che ne seguì..Inoltre questo papa "teologo" mi sembra che abbia contribuito non poco alla disgregazione del fronte tradizionale dei vescovi cattolici non collusi con la massoneria. Ed ora ? Scrivere libri pur dotti che cercano tra le elites cattoliche di ristabilire concetti vecchi ma validi non credo possa contribuire a fare chiarezza al miliardo e passa di cattolici nel mondo. Abbiamo avuto fior di teologi tra cui un San Tommaso cui riferirsi come pure dice il papa attuale che prima lo considera poi afferma il contrario (o quasi) della filosofia scolastica aristotelica seguita da San Tommaso. Ecco il problema che i papofili non vogliono vedere. Papa,papa ad oltranza, obbediam solo a lui,la ragione e(soprattutto) Cristo, dopo !
RispondiElimina=-X =-X voce dal sen fuggita più richiamar non vale...come "tutto va ben madama la marchesa"
RispondiEliminaSapete perchè vi rispondone seccamente e senza ragionamenti di andare a fare voi il Papa? Perchè leggendo la vostra sicurezza e anche sfrontatezza nel dichiarare il Papa <span>senza dubbio</span> in torto, la prima impressione è che i vostri discorsi facciano più male alla Chiesa di 1 anno di attività dell'UAAR.
RispondiEliminasan Paolo dice anche che mangiare e bere quel PANE in stato di grave peccato, si mangia e beve LA PROPRIA CONDANNA....allora cosa dovremo tradurre che l'Eucarestia si trasforma in VELENO? ovvio che no, non è quel Pane che diventa VELENO, ma il nostro peccato attraverso il quale SACRILEGA QUEL PANE...e poichè quel PANE E' PRODIGIOSAMENTE E MISTERIOSAMENTE UNA PERSONA, Egli lascia che il nostro stato giudichi noi stessi..... insomma, ci AUTO-CONDANNIAMO.... ;)
RispondiEliminaora, il Convito e il Sacrificio sono un solo ed unico ATTO del rito, ciò che è accaduto DOPO il Concilio Vaticano II è stato l'errore di far emergere il convito trasformato in MENSA e penalizzando il senso del CALVARIO, del Sacrificio lasciato al margine o addirittura scomparso....
Tutti gli estremismi conducono nell'errore, il Concilio di Trento aveva trovato il giusto equilibrio....
basta leggersi attentamente la Sacramentum Caritatis di Benedetto XVI e la Ecclesia de Eucharestia di Giovanni Paolo II per comprendere dove si è sbagliato e come porre riparo...
ma infatti il problema sta nell'aver tradotto "sacrum convivium" in MENSA....e con la mentalità di oggi.... e di averlo staccato dal Calvario... l'Altare PRIMA di trasformarsi in CONVIVIUM dove appunto il Sacerdote CONSUMA PER PRIMO IL SACRO NUTRIMENTO, E' IL CALVARIO DOVE AVVIENE IL SACRIFICIO INCRUENTO ;)
RispondiEliminail sacerdote arriva e BACIA L'ALTARE, non la Mensa... solo DOPO la Consacrazione quell'altare diventa anche il convivium perchè CRISTO E' RISORTO...diversamente, senza il convivum, sarebbe un rituale per un morto....
il quadro dell'Ultima Cena è corretto e giusto che stia anche come Pala d'Altare, ma deve anche esserci IL CROCEFISSO e invece cosa è accaduto?
che è stato TOLTO il Crocefisso e si è lasciata l'Ultima Cena... questo è l'errore... e Benedetto XVI lo sta correggendo, ma ancora non lo imitano....
Questo è l'Introvigne che mi piace!
RispondiEliminaMA qui non ci si vuol accorgere che è proprio il Papa che scendendo dalla cattedra e scrivendo dotti libri, in forma brillantemente dialettica su verità di Fede che dovrebbero essere già acquisite da 2000 anni -interne al Depositum inalterabile- e sottoponendo ardue questioni teologiche al dibattito pubblico, invita i fedeli al contraddittorio, cioè a<span> mettersi al suo livello: e allora di che cosa vi scandalizzate , tutti voi che dite: "Vai a fare il Papa" ? se è lui stesso che dice: "</span>venite intorno a me, dialoghiamo .....non impongo le mie opinioni, propongo questioni su cui ragionare...." ! invita i dialoganti a mettersi al livello del Papa, lo vedete o no ?
RispondiEliminanel momento in cui egli dice: "Criticatemi pure, discutete con me" facendo capire che questo è il suo desiderio -e il contraddittorio lo gratifica, come dice Caterina, data la sua antica passione di professore DIALOGANTE, che evidentemente è ancora viva e presente in lui- diminuisce l'importanza, il peso e il prestigio INDISCUTIBILE della propria Autorità Magisteriale di Sommo Pontefice : egli stesso depone la veste di Pietro nella funzione di Magister, per assumere quella di un DOTTO DIALOGANTE, condiscendente con le VARIE OPINIONI DEGLI INTERLOCUTORI; DISCUTE ANZICHE' AMMAESTRARE, come Cristo ha comandato.
Egli stesso mostra di NON volersi presentare con la veste di Papa infallibile, bensì di professore di teologia che invita al dibattito, su che cosa ? su questioni di FEDE (e anche DI MORALE v..Luce del mondo) di gravissimo peso, nelle quali egli<span> dovrebbe parlare solo e sempre EX-CATHEDRA.</span>
Egr. Caterina, lei non si accorge della terribile contraddizione che sta seguendo e propinando anche a noi su questo blog?
si rilegga un attimo nell'altro thread, dove ha detto due cose (tra le tante) in palese opposizione tra loro:
<span>"il Papa, dicendo che questi libri NON sono magistero "infallibile" sta dicendo semplicemente che NON VUOLE PRESENTARSI DA MAESTRO, MA DA INTERLOCUTORE, e lo posso comprendere, essendo egli stato sempre un Professore, forse ritiene più utile presentarsi come uno che OFFRE UNA PAROLA DA SCOPRIRE.... vuole interagire con chi NON crede e si attende ovviamente che "i suoi" lo comprendano...."</span>
MA che significa interagire ? ? come una sorta di Aristotele moderno che passeggia nel Peripato per discutere con gli allievi ? e l'oggetto delle discussioni sarebbe il Vangelo -e se sia o no vero alla luce della ragione umana ? ? è giusta, è permessa questa operazione di "riscrittura razionale" del Vangelo fatta da un papa ?
e poi lei dice d'altronde:
<span>.. ...Gesù non ha detto a Pietro: FATTI CONFERMARE DALLE MEMBRA DELLA CHIESA, al contrario è LUI che deve confermare NOI...</span>
appunto! è questo che stiamo rilevando con grave preoccupazione: che in tutti questi libri il Papa non sta riconfermando il milardo di fedeli cattolici nelle Verità immutabili della Fede, ma le sta ponendo su un "tavolo" per sottoporle a discussione ! Se Pietro deve come suo essenziale compito -unico, direi- confermare i cattolici nella vera Fede, mi dice come può farlo con una serie di libri, dei qualli lui stesso dice:
SIETE LIBERI DI CRITICARMI ?
Non vede che quellì INVITO AL DIBATTITO non è affatto Magistero, e tantomeno infallibile, proprio perchè lo premette lo stesso autore, che però si presenta col nome di "Benedetto XVI", confondendo cos le idee a tutto il pubblico dei lettori che si chiede:
"Ma chi è che parla qui, il teologo che invita a discussione, o il Papa che insegna dalla Cattedra di Pietro per RICONFERMARE la Verità eterna?"
Questo è il [...]
<span>Veramente su quella che lei chiama setta, il Papa si è appunto pronunciato urbi et orbi. Il fatto che lo abbia fatto in una direzione che non le è gradita non scusa la sua (presupposta) ignoranza.
RispondiElimina</span>
Se trovo il tempo provo a rispondere in modo un po' più complesso, ma sa in principio cose che mi irrita profondamente dei suoi discorsi in cui lei tratta il Papa come un idiota irresponsabile? La sensazione che pochi modernisti facciano male alla Chiesa quanto lei.
RispondiEliminaMi permetto di ricordarLe che l'umiltà, anche se forse non ci salva dall'Inferno, sicuramente ci salva dal ridicolo.
RispondiEliminaCaterina ti condivido in tutto
RispondiEliminaGentile "ma"
RispondiEliminacome al solito rischiamo di complicarci la vita.... ben ammonisce l'apostolo di evitare i discorsi perniciosi....mentre invita alla serena DISCUSSIONE.... ;)
Allora provo a riepilogare ciò che a lei sembrano contraddizioni!
Lo Spirito Santo guida la Chiesa ATTRAVERSO il Vicario di Cristo che si alterna in ogni tempo da Duemila anni ad oggi.... come ben sappiamo il Signore SI SERVE soprattutto DEL CARATTERE anche delle persone a Lui NON interessano I MODI con i quali la Chiesa porta avanti la Sua Missione, ma interessa LA FEDE E I CONTENUTI... e di questo la Chiesa è custode e non può cambiare, tutto il resto SI...
Ora, qualcuno ragionevolmente più sopra ha scritto che dopo aver avuto un Papa "buono" un Papa "amletico", ecc... ora abbiamo un Papa PROFESSORE... e che ci sarebbe di male? ;)
Il Papa ci chiede di interagire e vuole interlocutori....e che cosa c'è di male?
L'apologetica, la discussione, il DIALOGO, IL CONTRADDITTORIO.... NASCE CON LA CHIESA FIN DAL PRIMO SECOLO, fin da san Paolo nel suo "cortile dei gentili"... prosegue con i santi Padri della Chiesa, assistiamo a GRANDI CONTRADDITTORI FRA SANTI PADRI come san Girolamo e sant'Agostino quando i due ebbero delle divergenze sulla Sacra Scrittura ;)
così come abbiamo grandi dispute fra santi Padri SUL BATTESIMO SUI LAPSI, SULLA PASQUA.... così come abbiamo avuto discussioni fra santi Dottori quando san Tommaso d'Aquino, all'inizio, non viene subito accettato perchè portava UNA INNOVAZIONE ATTRAVERSO LA SCOLASTICA E USANDO AUTORI NON CATTOLICI... :)
san Pio V , Michele Ghilsieri, discuteva e dialogava con il suo AMICO, RABBINO DI ROMA....e prima ancora che egli divenisse Papa....da umile frate domenicano si intratteneva con lui e con lui CONDIVIDEVA IL FATTO CHE GESU' ERA EBREO ed egli SOSTENEVA CON LUI QUELLA COMUNIONE CONDIVISIBILE CHE ERANO I DIECI COMANDAMENTI E LA FEDE DI ABRAMO nonchè, da buon domenicano, amava parlargli di MARIA quale FIGLIA DI SION benvoluta da quel Dio che aveva profetizzato nell'A.T. e che CON AMORE DI MADRE, ATTENDEVA ANCH'ESSA TUTTI GLI ALTRI FIGLI D'ISRAELE ANCORA DISPERSI... questo modo di rapportarsi con l'amico ebreo, senza giudicarlo nella sua fede, ha portato lentamente l'amico Rabbino a convertirsi....
e potrei portare ancora molte altre considerazioni, e molti altri aneddoti e storie vere....
Ciò che voglio sottolineare è che non è possibile ACCANIRSI continuamente contro il Sommo Pontefice, facendogli le pulci per ogni cosa che dice.... :-[
Il Papa ha tutto il DIRITTO di avanzare con la Chiesa USANDO MODI NUOVI CHE RITIENE OPPORTUNI NEL SUO PONTIFICATO....
un'altro Papa farà altro, un'altro Papa farà altro ancora....è così che procede la Chiesa da sempre..... questa smania di volere un Pontefice che faccia e dica, o che avanzi, COME VOGLIAMO NOI, o con ciò che diciamo noi... è un peccato di SUPERBIA pari a quello di Lutero....
I due libri del Papa su Gesù di Nazareth NON CONTENGONO ERESIE nè una "nuova dottrina" MA UN MODO NUOVO (e neppure tanto nuovo giacchè sono 2000 anni che si parla di Gesù in mille modi e non vedo perchè debba essere sbagliato l'approccio usato da Benedetto XVI ) PER CONFRONTARSI CON CHI HA DI CRISTO UNA IMMAGINE DIVERSA DA QUELLA DELLA CHIESA....
Il Papa indirizza soprattutto il secondo volume A QUELLA TEOLOGIA MODERNISTA che ha tentato in questo tempo perfino di negare la Resurrezione di Cristo....Benedetto XVI dimostra, nel testo, che questa teologia è sbagliata... ;)
così come sottolinea che L'Ultima Cena non è il senso corretto per definire cosa è la MESSA, ma è l'ISTITUZIONE DELLA CHIESA ATTRAVERSO IL MANDATO AUTOREVOLE DEL SACERDOZIO MINISTERIALE che compirà per sempre QUELLE GESTA DI [...]
Ancora, gentile "ma",
RispondiEliminalei riprendendo, estrapolandola, una mi considerazione, mi dice:
e poi lei dice d'altronde:
<span>".. ...Gesù non ha detto a Pietro: FATTI CONFERMARE DALLE MEMBRA DELLA CHIESA, al contrario è LUI che deve confermare NOI...</span> " appunto! ! è questo che stiamo rilevando con grave preoccupazione: che in tutti questi libri il Papa non sta riconfermando il milardo di fedeli cattolici nelle Verità immutabili della Fede, ma le sta ponendo su un "tavolo" per sottoporle a discussione ! Se Pietro deve come suo essenziale compito -unico, direi- confermare i cattolici nella vera Fede, mi dice come può farlo con una serie di libri, dei quali lui stesso dice:
SIETE LIBERI DI CRITICARMI ?
*********************************
Ho scritto quella frase proprio per quelli che come lei VORREBBERO CONTINUAMENTE CONFERMARE PIETRO IN CIO' CHE DICE E FA.... ;) le rammento che la prima critica che dovremo fare deve essere rivolta a noi stessi, ossia AUTO-CRITICA, mentre qui assistiamo spesso a processi interminabili contro il Pontefice anzichè cercare di COMPRENDERE cosa il Papa ci sta dicendo....
san Giovanni della Croce dice:
" Alla sera della vita saremmo giudicati sull'Amore di Cristo e ci sarà usato lo stesso metro di giudizio che avremmo usato per giudicare gli altri, soprattutto quel modo con cui avremo giudicato chi ci guida...."
santa Caterina da Siena che ha avuto a che fare con Pontefici, li riprendeva e li ammoniva, ma non li ha mai giudicati nè ha mai osato dissociarsi da loro.... e a chi usava le sue parole e le sue lettere infuocate per andare contro il Papa, li riprendeva, sostenendo che solo Pietro avrebbe potuto confermarci nella fede e mai il contrario.... l'autorità del Pontefice non veniva mai messa in discussione dai Santi, semmai soffrivano e si sacrificavano per il Papa quando per loro essi sbagliavano, al contrario l'atteggiamento di oggi NON è quello usato dai Santi, ma è l'atteggiamento di Lutero.... e farsi un pò di autocritica, non guasterebbe...
;)
Mi rivolgo ancora all'intervento di "ma"
RispondiEliminache al termine dice:
Non vede che quell' INVITO AL DIBATTITO non è affatto Magistero, e tantomeno infallibile, proprio perchè lo premette lo stesso autore, che però si presenta col nome di "Benedetto XVI", confondendo così le idee a tutto il pubblico dei lettori che si chiede:
"Ma chi è che parla qui, il teologo che invita a discussione, o il Papa che insegna dalla Cattedra di Pietro per RICONFERMARE la Verità eterna?"
Questo è il grave equivoco favorito dalla pubblicazione di tutti questi libri che non servono a riconfermare il Gregge confuso nella Fede, ma solo ad aumentare dubbi e confusione: il FATTO STESSO che ognuno potrà discutere su quelle cose scritte, (Vangelo e dogmi di Fede fondamentali) a suo piacimento !
**************
Innanzitutto il Papa NON è "sceso" dalla sua Cattedra, semmai la sta usando con un metodo nuovo ma non per questo eretico.... :-D
a prescindere dal fatto che come ho spiegato sono anch'io PERPLESSA a che l'attenzione dei Media si proietti più su di un Libro che NON rivendica alcuna infallibilità, mentre avremmo TUTTO un Magistero infallibile da PROPORRE, resta palese che un conto è restare perplessi e DISCUTERE fino a che punto esso sia opportuno o meno, altra cosa è giudicare l'autotirtà e la credibilità magisteriale del Pontefice medesimo.... ;)
Il Libro, entrambi i libri sul Gesù di Nazareth, NON sono eretici e non contengono "nuove dottrine".... MA APRONO IL DIBATTITO soprattutto rivolgendosi ad un pubblico più vasto e spesso NON cattolico.... e a parte l'opportunità o meno che COME Cattolici possiamo discutere all'infinito, resta palese che i due testi POTREBBERO INVECE AIUTARE MOLTI NON CATTOLICI A SCOPRIRE O RISCOPRIRE L'AUTENTICA PERSONA DI CRISTO....
Io ho letto due volte il primo volume....ed ho compreso il grande supporto che il Papa ha dato AI NON CATTOLICI, guidandoli PER MANO ad una comprensione più letterale e storica DEL CRISTO VERBO DIVINO, DIO STESSO...
Benedetto XVI parte DALLE FONTI STORICHE per guidare il lettore alla comprensione DELLA DOTTRINA DELLA CHIESA SUL CRISTO.... ;)
senza dubbio è UN NUOVO MODO DI APPROCCIARSI, ma non ci vedo nulla di male, al contrario, la Dottrina SUL Cristo viene così SOSTENUTA ed offerta IN TERMINI RAZIONALI dal lavoro del Papa che invita, a chi difende la RAGIONE, a capire che la Chiesa non ha inventato nulla, ma che un Dio ha deciso di RIVELARSI, INCARNANDOSI.....
Io mi chiedo, quanti dei CRITICI ai libri di Ratzinger, li hanno veramente letti con imparzialità, cercando di COMPRENDERE cosa sta dicendo e in quale modo egli stia cercando di AIUTARE chi difende la RAGIONE, a comprendere che la FEDE non le è di ostacolo e che il Cristo non è un nemico o un fantasma, ma che è PERSONA VIVA E VERA, DIVINA, E' DIO STESSO CHE VUOLE AIUTARE LA RAGIONE STESSA A SCOPRIRLO?
;)
la rozzezza di certi commenti lascia un po' stupiti.. avete letto il libro del papa ?' io lo sto leggendo e sto esultando perchè con poche precise e calibrate parole smonta tutti i luoghi comuni sulla figura di Gesù che la cosiddette esegesi storica e la critica hanno costruito nel '900. smonta il luogo comune del Gesù rivoluzionario, zelota, smonta il luogo comune del Gesù profeta apocalittica della fine dei tempi "a breve",
RispondiEliminasmonta il luogo comune che il vangelo di Giovanni non sia "storico" e così via... fa un lavoro paziente e magnifico che ogni persona intelligente dovrebbe apprezzare!!
e fra voi invece c'è chi preferirebbe veder grandinare scomuniche ed anatemi? ???
avete mai visto un ritratto di s. Tommaso D'aquino?: seduto, tondo e pacifico come un budda, con un libro fra le manii, gli occhi rivolti al Cielo, il cuore che arde, ai suoi piedi l'eretico sconfitto e prostrato. Non solo colla spada si guerreggia per Dio.. !!!
:-D infatti caro mardunolbo....io TACCIO sulle mie opinioni personali ed evito di giudicare.... ma non posso tacere LA VERITA', la devo gridare dai tetti....se taccio io urleranno le pietre...guai a me se non predicassi il Vangelo.... e con Maria ripeto prima a me stessa: "FATE TUTTO QUELLO CHE LUI VI DIRA' " e così con Pietro, Vicario di chi ha dato questi comandi....
RispondiElimina:-D
PERCHè LE DONNE NON CONFESSANO
RispondiEliminaATTENZIONE!!
Quella che segue è una "FICTION" . sTATE SOLO ATTENTI alla morale del
testo.
Tanto tempo, la sorella monaca di un celebre Pontefice, importunava
continuamente il fratello:
Diceva"- Fratello mio, noi religiose, in molti posti siamo costrette a dover
sostituire i parroci in tante incombenze. Sarebbe giusto che potessimo anche
confessare-"
- Sorella mia- rispondeva il Pontefice- ne abbiano parlat tante volte.Lo sai
ben che non è possibile.-
-Mai dai, ne sei proprio certo?-
-Ovviamente sì!-
-E dai-
-O capito! A voi donne non si può proprio tenere testa.
INDULTO personale & MOTU PROprio
TU, TU SOLA ed una sola volta nella vita, potrai confessare e ne
approfitterò io stesso".
Cosa confessò il Pontefice alla sorella monaca?
(continua...se interessa)
A lavare la testa all'asino si spreca tempo, acqua e sapone.
RispondiEliminasemplicemente perchè l' "o Sacrum Convivium" è una preghiera di post-comunione, e non viene recitata durante la messa, dove il massimo che si dice è "quod ore sumpsimus, Domine, pura mente capiamus, et de munere temporali fiat in nobis remedium sempiternum". Ma niente riferimenti nè a una Coena, nè a un Convivum!
RispondiEliminaoh mardunolbo..eri andato bene finora...caschi su ".. tipico esempio muliebre ormai da sognare invano"...sarai mica stato punto da vaghezza di diventare musulmano?...diciamo che eri un po' stanco quando hai scirtto quelle cose e cosi' sei assolto con fomrula piena
RispondiEliminal'invito al dibattito mi pare riguardi solo questioni che NON rigurardano la FEDE, temi che hanno attraversato i secoli della Tradizione e che pero' possono essere riragionati anche con la cultura di oggi senza insinuare nessun dubbio sulla FEDE: Non mi pare che ad esempio la qustione della colpa del popolo ebraico appartenza alla Dottrina e all Fede
RispondiElimina<span>avete mai visto un ritratto di s. Tommaso D'aquino?: seduto, tondo e pacifico come un budda, con un libro fra le manii, gli occhi rivolti al Cielo, il cuore che arde, ai suoi piedi l'eretico sconfitto e prostrato. Non solo colla spada si guerreggia per Dio.. !!!</span>
RispondiEliminaSì.
Ma San Tommaso non era Pontefice. Si tratta di vocazioni, compiti e funzioni differenti. Il compito del Pontefecie è GOVERNARE. I libri non magisteriali, non competono a lui. Nel mentre molte delle prime riforme degli anni '60, furono, almeno al'inizio, a base di "Al Papa fa piacere così", le leggi giunsero in un secondo tempo, (quando giunsero), quando ormai le prassi riformate si erano già diffuse e consolidate. Oggi perchè non succede nulla di simile, se non minima (diciamo pure risibile) misura? Sarei un maligno se pensassi che, allora si trattava di prassi che cercavano (o, almeno, sembravano cercare) di diffondere l'apprezzamento del mondo e la comodità, pertanto per adeguarsi bastava seguire la corrente. Oggi è più laborioso adeguarsi a prassi che, almeno apparentemente ed inizialmente costano sacrificio. Ma forse, sarei, ancora più maligno se pensassi anche ad altri due fattori. Ovvero che i preti non sono più quelli di una volta. Adesso ciò che si sarebbe dovuto fare negli anni '60 (e che ben pochi, almeno in Italia, fecero, e, almeno all'inizio, alcuni di coloro che lo fecero, la ebbero vinta) e cioè rivendicare il diritto di affermare: "Se il Papa davvero vuole questo, codesto e quello, FACCIA UNA LEGGE RELATIVA", lo fanno quasi tutti. Quasi tutti si trincerano dietro "Se davvero il Papa vuole che la sua tale o tale altra DEVOZIONE <<personale>>(e/o *gusto*) sia <<emulata>>, SI ASSUMA IN MODO *PUBBLICO, UFFICIALE & SOLENNE* la <<responsabilit>> di obbligarci a farlo" (parole testuali dette in pubblico da un vescovo che poi ha fatto pure carriera). Ora, proprio il fatto che coloro che annunciano i bellicosi propositi di cui sopra, poi fanno pure carriera, non è forse un modo implicito/surrettizio/presuntivo, per suggerire che, forse, il Papa, a che tale sua DEVOZIONE <<personale>>(e/o *gusto*), in definitiva NON ci tiene che sia emuloato?</personale></responsabilit></emulata></personale>
Ovvero non interessa il seguito?
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