sabato 29 gennaio
ore 11:00
ore 11:00
chiesa del Monastero della Visitazione
(via G.B. Mandruzzato, 22, Treviso)
SANTA MESSA PONTIFICALE
nella Forma Extraordinaria del Rito Romano
Celebrata da Sua Em.za Cardinale Raymond Leo Burke
Ordinario: Missa Papae Marcelli
SANTA MESSA PONTIFICALE
nella Forma Extraordinaria del Rito Romano
Celebrata da Sua Em.za Cardinale Raymond Leo Burke
Ordinario: Missa Papae Marcelli
fonte Sacris Solemnis
E' semplicemente vergognoso che una funzione solenne ed importante come il pontificale di un cardinale di Santa Romana Chiesa sia boicottata dalla diocesi trevigiana (la mia diocesi) a tal punto che nel suo sito ufficiale non compare affatto questa notizia.
RispondiEliminaE' anche' la mia diocesi ....
RispondiEliminaSuvvia, perché vi meravigliate, è una diocesi rispettosa della "nuova Pentecoste cnciliare". Concede chiese in posizione centrale della città con facilità e grande gioia agli Eterodossi, ma per Santa Messa di sempre, secondo il Summorum pontificum, è sufficiente la chiesetta degli Oblati, in un luogo di scarsa visibilità, difficile da trovarsi e solo il primo sabato del mese... Un tempo, quando c'era l'oscurantismo preconciliare, il primo precetto della Chiesa ordinava di "Udir la Messa la domenica e le altre feste comandate", per cui, chi non ottemperava a tale precetto che era strettamente collegato con il comandamento divino di santificare le feste, commetteva peccato grave. Ora, dopo il revisionismo conciliare, è sufficiente il primo sabato del mese... State allegri e felici ... non serve più "passare per la porte stretta" le porte oscurantiste, assieme ai muri, sono state abbattute, crollate al suono delle trombe della "Nuova Gerico" ... segno dei tempi!!!
RispondiElimina<span><span>Suvvia, perché vi meravigliate, è una diocesi rispettosa della "nuova Pentecoste conciliare". Concede chiese in posizione centrale della città con facilità e grande gioia agli Eterodossi, ma per Santa Messa di sempre, secondo il Summorum pontificum, è sufficiente la chiesetta degli Oblati, in un luogo di scarsa visibilità, difficile da trovarsi e solo il primo sabato del mese... Un tempo, quando c'era l'oscurantismo preconciliare, il primo precetto della Chiesa ordinava di "Udir la Messa la domenica e le altre feste comandate", per cui, chi non ottemperava a tale precetto che era strettamente collegato con il comandamento divino di santificare le feste, commetteva peccato grave. Ora, dopo il revisionismo conciliare, è sufficiente il primo sabato del mese... State allegri e felici ... non serve più "passare per la porta stretta" le porte oscurantiste, assieme ai muri, sono state abbattute, crollate al suono delle trombe della "Nuova Gerico" ... segno dei tempi!!!</span></span>
RispondiElimina...e che la divina provvidenza gli butti sulle spalle il "papale ammanto".
RispondiEliminaGià dimenticata Thiberville?
RispondiEliminaquasi, se non ci fosse sata Thibrville avrebbero scritto " Sua eminenza reverentissima il signore cardinale Raymond Leo Burke" invece che solo "sua em.za".
RispondiEliminaGent. Francesco, le ricordo che siamo in pieno clima di dialogo. Tenga conto però che al dialogo NON partecipano tutti perchè alcuni sono più di Cristo, altri no... quindi non si meravigli più di certe cose.
RispondiEliminaNoi vi saremo. (non è un plurale maiestatis...)
RispondiElimina<span>splendida notizia,peccato saperlo solo ora! certo al sig. Vescovo non gliene puo' importare di meno..é una diocesi che soffre, per cui pregare..e non vedo miglioramenti all'orizzonte,purtroppo..beati quelli che potranno esserci,potranno anche venerare il cuore incorrrotto de s Francesco di Sales,che dalle analisi risulta morto da non piu' di 7 giorni..spero ci sia molto popolo, ce n'é molto bisogno..</span>
RispondiEliminaCorrete, correte a reggere la cappamagna !
RispondiEliminaChissà se il sig. cardinale ha chiesto il permesso di celebrare secondo il motu proprio Summorun Pontificum al vicario generale della diocesi, mons. Rizzo, che quest'estate ha dato il suo diniego ai sigg. Marino e Piovesan che si erano recati in udienza per chiedere che anche a Treviso si potesse celebrare la messa ogni domenica secondo il predetto motu proprio del Santo Padre! Infatti, sabato 29 è l'ultimo del mese, non il primo e la chiesa è quella della Visitazione, non degli Oblati. Tutto questo (giorno, orario e chiesa), è fuori dalle generose e larghe concessioni che il vicario si è graziosamente degnato di elargire!
RispondiEliminaDalla vicina diocesi di Vittorio Veneto, ci sarò anch'io e con grande gioia. Bisognerebbe organizzarne una anche nella Sinistra Piave...che a motu proprio è messa peggio della Destra. W il papa.
RispondiEliminaUn conto sono i fatti di "cronaca giudiziaria" un altro è l'avviso di una S. Messa.
RispondiEliminaImmagino che il tuo sia un commento ironico. :)
RispondiEliminaNel caso non lo sia, e comunque per informazione per chi non lo sapesse ancora, i cardinali hanno diritto di celebrare, anche pontificalmente, in ogni chiesa del mondo senza dover chiedere il permesso all'ordinario, essendo sufficiente che gliene dia comunicazione.
Solo per celebrare nella cattedrale deve chiedere e ricevere il permesso
si può vedere qui, qui (tra gli altri) al n. 6 dei privilegi in materia liturgica e canonica, dal documento ufficiale della Segreteria di Stato del 1999.
Scusate. Come mai non c'è notizia sul vostro sito del premio 'Nulla Veritas sine Traditione' che l'Associazione Internazionale 'Tu es Petrus' conferirà il 19 Febbraio al Cardinale Burke in quel di Battipaglia (Sa)? Al termine della cerimonia, l'Em.mo terrà anche una Lectio Magustralis sull'attualità della tradizione liturgica nel Magistero di Benedetto XVI.
RispondiEliminaMi sembrava chiaro di aver fatto dell'ironia...
RispondiEliminaGrazie alla Redazione per le precisazioni (che del resto conoscevo benissimo), utili per i lettori.
A proposito di Diocesi di Treviso: ricordo a tutti che i parrocchiani di S. Leopoldo Mandic, a Mirano, stanno pazientemente attendendo una risposta ufficiale da Sua Eccellenza Mons. Gardin circa la richiesta di ottenere la celebrazione regolare (almeno mensile) della Messa Tridentina formulata al parroco un paio di anni fa da 50 fedeli. Dopo la prima (e finora unica) solenne celebrazione in Rito Romano antico lo scorso 27 novembre (a cui parteciparono parecchie centinaia di persone) officiata da don Konrad zu Loewenstein, il caro parroco, scioccato e allarmato da tanto inaspettato successo, vietò nuove celebrazioni in attesa di consultare il vescovo.
RispondiEliminaImmediatamente, è partita, da parte nostra, una lettera raccomandata indirizzata all'ordinario diocesano e, per conoscenza, all'Ecclesia Dei e al patriarca di Venezia ("primate" del Triveneto).
La nostra, ci risulta essere l'unica parrocchia ordinaria della diocesi trevigiana (e, credo, una delle pochissime in Italia) ad avere fatto richiesta formale della celebrazione in forma straordinaria nella chiesa in cui tutti i fedeli vanno a Messa (solitamente, il rito antico viene relegato in chiese dedicate). Speriamo che il nostro umile ma pervicace esempio (che ci auguriamo coronato dal successo) funga da apripista a tante altre parrocchie.
Vorrei sapere chi regge il monastero della Visitazione?Ci sono monache claustrali,religiosi?
RispondiEliminaMonache di clausura Visitandine
RispondiEliminaSe ti sentissero i preti di Vittorio...
RispondiElimina=-X =-X =-X
E ora siamo ritornati.
RispondiEliminaBellissimo pontificale, chiesa piena ma di sacerdoti, seminaristi, suore, amici e realtà legate all'ICRSP.
Dei gentilissimi signori frequentatori di San Simon piccolo (VE), rari gli indigeni...
<span>beati voi che aspettate il suddetto vescovo Gardin per avere altri permessi..</span>
RispondiElimina<span>Bene che la chiesa fosse piena,immagino senza una grande pubblicità previa,anche se non mi faccio illusioni, vista la carenza degli 'indigeni', aspettiamo altri numerosi giovani virgulti!!</span>
C'ero anch'io al Pontificale di sua Eminenza. Vedere il cardinale recitare le preci previste dal rituale prima della celebrazione del sacrificio eucaristico, prima di indossare i vari paramenti liturgici, poi la santa messa ed infine le preghiere di ringraziamento. Altra cosa la frettolosità di certi preti che arivano trafelati giusto in tempo per indossare solo il camice (per nascondere i jeans) ed una misera stola e precipitarsi all'altare a celebrare.
RispondiEliminaUn vero peccato che il settimanale diocesano "La vita del popolo" non abbia degnato questa spelndida liturgia di alcun avviso.
D'altronde l'aria che si repira in diocesi è questa: fare barriera, ostacolare in maniera "amorevolmente curiale" a tutte le richieste di celebrare sencondo il Motu Proprio Summorun Pontificum (San Leoposdo Mandic di Mirano docet), e non dare visibilità, anzi oscurare il più possibile, le celebrazioni secondo l'antico rito romano che non può impedire, come quella del Cardinale Burke al monastero della Visitazione. Un peccato di omissione questo, o forse non erano al corrente della celebrazione?
Che peccato! Quale opportunità avrebbero avuto i pochi seminaristi che ancora frequentano il seminario tarvisino, di conoscere la liturgia cattolica di sempre e compararla con quella postconciliare, sempre più sfregiata da personalismi ed interpretazioni soggettive.
Un vero peccato!
<span>C'ero anch'io al Pontificale di sua Eminenza. Vedere il cardinale recitare le preci previste dal rituale prima della celebrazione del sacrificio eucaristico, prima di indossare i vari paramenti liturgici, poi la santa messa ed infine le preghiere di ringraziamento, mi ha fatto pensare a quei preti modernisti che arivano trafelati in sacrestia giusto in tempo per indossare solo il camice (per nascondere i jeans scuciti) ed una misera stola e precipitarsi all'altare a celebrare.
RispondiEliminaUn vero peccato che il settimanale diocesano "La vita del popolo" non abbia degnato questa spelndida liturgia di alcun avviso.
D'altronde l'aria che si repira in diocesi è questa: fare barriera, ostacolare in maniera "amorevolmente curiale" a tutte le richieste di celebrare sencondo il Motu Proprio Summorun Pontificum (San Leoposdo Mandic di Mirano docet), e non dare visibilità, anzi oscurare il più possibile, le celebrazioni secondo l'antico rito romano che d'imperio non possono impedire, come quella del Cardinale Burke al monastero della Visitazione. Un peccato di omissione questo, o forse non erano al corrente della celebrazione? In altre parole: la Santa Messa di sempre, se è nelle tua facoltà, impediscila, se non puoi impedirla, fa sì che nessuno ne venga a sapere, stendi un sudario di silenzio lungo almeno quanto la cappa magna che indossava il cardinale.
Che peccato! Quale opportunità avrebbero avuto i pochi seminaristi che ancora frequentano il seminario tarvisino, di conoscere la liturgia cattolica di sempre e compararla con quella postconciliare, sempre più sfregiata da personalismi ed interpretazioni soggettive.
Un vero peccato!</span>
FOTO DEL PONTIFICALE SU SACRIS SOLEMNIIS
RispondiEliminaSignificativo di che aria tiri in città (TV dico) il fatto che quando abbiamo girato un po' in centro col nostro sacerdote, la gente si meravigliava di vedere una talare! Qualcuno ci ha pure manifestato la propria sorpresa... povero San Pio X.
RispondiEliminaComunque è bene rimarcare che si trattava di un pellegrinaggio di un Istituto, organizzato per i propri seminaristi, suore e amici. Un Istituto che agisce bene e con molta discrezione.
Vero rimane che un cardinale in città -almeno da noi- non è cosa di tutti i giorni.....
Ah ok. Caro de profundis, chiedo scusa allora.
RispondiEliminama a forza di leggere commenti, a volte non riesco a percepire il sottointeso. E non avevo colto l'ironia.
Chiedo venia.
Della diocesi di Treviso c'ero io, forse ero l'unico. Secondo il mio parroco i partecipanti a questa Messa hanno una fede dubbia, non autentica.
RispondiEliminaPer fortuna, alla fine dei tempi, noi che abbiamo partecipato a quella Santa Messa, non saremo giudicati dal suo parroco.
RispondiElimina...e con le credenziali che mostra codesto parroco, credo proprio che non possa nemmeno metterci una "cattiva parola".
RispondiEliminaComunque è bene che questo tipo di clero diocesano non sia venuto: per capire il rito dovrebbero affrontare una terapia di recupero e disintossicazione; poi un bel corso di liturgia.