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lunedì 22 novembre 2010

La Chiesa di Cristo "sussiste" nella Chiesa cattolica. Il problema interpretativo

Disputationes theologicae inaugura una serie di articoli su uno dei punti più controversi nella Chiesa del postconcilio: l'interpretazione della frase, contenuta nei documenti conciliari, per cui la Chiesa di Cristo "sussiste" nella Chiesa cattolica. Che cosa significa e perché si è modificata la tradizionale copula: "est" (la Chiesa di Cristo è la Chiesa cattolica)? La domanda, come noto, è tutt'altro che di interesse solo specialistico: dalla sua risoluzione dipende la questione del valore, salvifico o meno, delle religioni diverse dalla cattolica, con tutto quel che ne discende in materia di ecumenismo e, sempre in conseguenza, di attività missionaria e di conversione. Con i recenti dubbi avanzati in merito alla necessità di pregare per l'immediata conversione degli Ebrei, la questione apppare quanto mai importante e spinosa. Ecco l'introduzione dell'articolo di don Stefano Carusi:


La questione del "subsistit in" - la nota espressione usata in Lumen Gentium per definire la Chiesa Cattolica - ha fatto correre fiumi d’inchiostro, così come aveva "profetizzato" G. Philips, inducendo l’autorità ecclesiastica ad una serie di pronunciamenti esplicativi. Questi interventi tuttavia lasciano ancora aperta la discussione, perché non sembrano giungere ad affermazioni dirimenti. Evitano infatti spesso di utilizzare un linguaggio scolastico e lasciano alcuni punti nell’oscurità. Lo stesso recentissimo testo della Congregazione della Fede - "Responsa ad quaestiones de aliquibus sententiis ad doctrinam de ecclesia pertinentibus", del 29 giugno 2007 - pur facendo importantissime precisazioni e stigmatizzando i gravissimi errori scaturiti da interpretazioni eretiche del testo, conserva una certa ambivalenza espressiva sui limiti visibili della Chiesa cattolica. In spirito di sottomissione alle future dichiarazioni infallibili che la Santa Sede vorrà emettere, ci permettiamo in questa sede di esprimere alcuni dubbi su alcune opinioni teologiche, con una serie di articoli sullo spinoso problema. Non è nostra pretesa risolvere la questione, ma avremmo raggiunto lo scopo se solo avessimo contribuito a sollecitare il dibattito teologico. Restiamo persuasi che tante deviazioni potrebbero essere corrette da un intervento dell’autorità suprema, come fra le righe è stato recentemente auspicato al recentissimo convegno di Tolosa “Vaticano II, rottura o continuità”. Con grande coraggio un teologo presente disse che quel "subsistit in" aveva causato ben sette interventi del Magistero; nessuno di essi si è rivelato dirimente la questione.

Per leggere l'articolo, cliccate qui.

13 commenti:

  1. La Chiesa di Cristo "sussiste" nella Chiesa cattolica.

    ma che male c'è (o c'era) a scrivere SEMPLICEMENTE:
        La Chiesa di Cristo E' la Chiesa cattolica  ?
    :(

    A CHI  o fa danno la SEMPLICITA'  ?
    A CHI  dà fastidio la CHIAREZZA  ?
        ....e  A CHI   E' UTILE  la  (inutile) complicazione,
     la frase  oscura e variamente INTERPRETABILE,   generatrice di relativismo  sine fine  ?

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  2. PS  :
    CHI è che ormai da tanto tempo NON GRADISCE E NON VUOL PIU' USARE
                IL SI' SI' NO NO ?................
    ....e perchè  ?......

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  3. Per me, la spiegazione di don Alfredo Morselli riportata su questo blog (http://blog.messainlatino.it/2010/07/chi-ha-paura-del-subsistit.html) taglia la testa al toro. Non praevalebunt.
    LAUS DEO

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  4. rafminimi13@libero.it22 novembre 2010 alle ore 09:59

    Carissimo Andreas 
    (sei lo stesso con cui ero in corrispondenza dieci anni fa?!?)
     In tutte le lingue, il verbo essere indica IDENTITà tra i due termini che congiunge. Identità con tutte le sue proprietà, compresa, ulterior &t non ultimus, la Proprietà TRANSITIVA. Ovvero la frase "LA CHIESA CATTOLICA *é* LA CHIESA DI CRISTO" è = identica  alla frase: "LA CHIESA DI CRISTO *è* LA CHIESA CATTOLICA". Proviamo a fare l'esperimento linguistico , sostituendo al verbo essere, i verbi "Sussiste" o "Consiste" (altra possibile traduzione, quest'ultima più vicina al senso antico e, guarda caso, meno frequente e *NON UFFICIALE*).  "La Chiesa di CRISTO *Sussiste nella CHiesa Cattolica". E' uguale a"LA CHIESA CATTOLICA *Sussiste* nella Chiesa di Cristo"?
    Che senso ha? A me sembra che non ne abbia. Se poi sono *est*, identico a *subsisit*, perchè cambiare?
    Come ha detto il cardinale Kasper, per motivi ecumenici. per ciò che mi concerne, continuerò a pregare per la CONVERSIONE degli eretici e per l'estirpazione dell'eresia ecumenista.

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  5. Ancora con 'sta storia? E bastaaaaaaa!

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  6. Carissimo rafminimi,
    no  non non credo di essere lo stesso Andreas ...
    Anch'io coninuerò a pregare, oltre che per la mia, anche per la conversione di tutti gli eretici e gli scismatici, e anche per quella dei non cristiani, "fratelli maggiori" in primis (ma io son figlio unico ...).
    Però, se leggi bene l'articolo di Don Alfredo (non so se lo conosci, io però sì, e ti posso assicurare che nessuno ama la Tradizione più di lui), troverai una considerazione molto profonda, che non sto a ripetere perché l'ha già fatta lui, quindi è meglio che tu la legga sull'originale. Don Alfredo sostiene, e produce argomenti forti, fondati e significativi, che addirittura "subsistit in" è più conforme alla Tradizione di quanto non lo sia il semplice "est" (che, comunque, concordo con te, è molto più semplice da capire).
    Ad ogni buon conto, seguendo il magistero del regnante pontefice, il nostro amatissimo Benedetto XVI, che il Signore ce lo conservi il più a lungo possibile!!!, questo è il tipico caso in cui si applica l'ermeneutica della continuità: in caso di dubbio vale la dottrina della Tradizione! La Chiesa cattolica è senza dubbio alcuno la Chiesa di Cristo (d'altra parte, su questo si è anche spressa esplicitamente la Congrehazione per la Dottrina della Fede)
    Un abbraccio in Cristo.
    nibinagh@alice.it

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  7. rafminimi13@libero.it22 novembre 2010 alle ore 12:17

    mi dispiace, ma gli eventi di questi giorni mi confermano che non c'è continuità, ma rottura.

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  8. "EVITANO INFATTI SPESSO DI UTILIZZARE UN LINGUAGGIO SCOLASTICO E LASCIANO ALCUNI PUNTI NELL'OSCURITA' ."

    Questo è il problema iniziale,di"principio ": tutto il ragionamento sul "subsistit in" a quale paradigma metafisico fa riferimento ?
    Si sa benissimo che in filosofia,e in metafisica in modo particolare,le parole pesano e non si possono usare giocando sul loro significato!

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  9. Basta studiare un po' di sano tomismo per rendersi conto che NON esiste alcun problema nel "subsistit". Quando lo capiranno certi gruppi che per giunta (solo a parole, a quanto sembra) lodano san Tommaso?

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  10. Purtroppo questo è un tuo giudizio personale, che io non posso condividere.
    Cum Petro, Sub Petro
    Andreas Hofer

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  11. rafminimi13@libero.it22 novembre 2010 alle ore 16:47

    fai l'esperimento linguistico su esposto e poi spiegami cosa ci trovi di tomistico.

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  12. rafminimi13@libero.it22 novembre 2010 alle ore 16:50

    Purtroppo, quando "Petro" usa l'autorità, avuta da Cristo per glorificare DIO e salvare le anime, per altri scopi, l'unico modo vero, utile, reale e sostanziale di essere <span>Cum Petro, Sub Petro è OPPORVISI.</span>

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  13. rafminimi13@libero.it23 novembre 2010 alle ore 09:32

    <span>e leggi bene l'articolo di Don Alfredo (non so se lo conosci, io però sì, e ti posso assicurare che nessuno ama la Tradizione più di lui), troverai una considerazione molto profonda, che non sto a ripetere perché l'ha già fatta lui, quindi è meglio che tu la legga sull'originale.</span>
    Quando la lessi, mi complimentai con don Alfredo per le sue capacità dialettiche. Anzi, gli chiesi se avesse fatto studi giuridici e/o fosse un fan dell'Uomoragno. Ciò perchè, la sua capacità di arrampicarsi sugli specchi è FENOMENALE. Mi rispose negativamente ad entrambe le domande. Si vede che il suo è talento naturale, sia per l'avvocatura, che per le sceneggiature dei fumetti di Spiderman. 

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