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giovedì 4 novembre 2010

Crocifisso nelle scuole: un piccolo caso a Napoli

Una lettera che con molto piacere pubblichiamo


Sono un giovane di Napoli, ho 25 anni e mi sto incamminando verso il sacerdozio.

Quest'anno ho ripreso gli studi interrotti un po' di tempo fa per dedicarmi al lavoro e frequento l'istituto Verga della mia città. Le classi sono piuttosto piccole: 7/8 ragazzi/e ma c'è un buon clima, i professori preparati e aperti, una Preside molto efficiente che fa girare le cose bene (e questo non è poco!)

Vi scrivo per raccontarvi un piccolo-grande fatto successo in classe questa settimana che a mio giudizio segnala un fuoco sotto la cenere circa i giovani e la religione e il modo con cui si pilota l'opinione comune che poi non è molto comune ma imposta: forse possiamo ancora recuperare qualcosa se vogliano e se i cattolici la smettono col complesso di inferiorità.

Il crocifisso non era in classe. Motivazione hanno dato il bianco e non l'hanno più rimesso, anzi è proprio sparito (forse è rimasto nascosto sotto la tinta...) nessuno ci ha dato peso. Io si. Ho serenamente fatto notare la mancanza, si è acceso un piccolo dibattito qualcuno ha fatto notare che lo stato è laico, che la fede sta nel cuore, etc. solite storie insipide, la motivazione più bella per giustificare questa dimissione della croce è stata. “Ma siamo in un paese democratico bisogna rispettare tutte le coscienze.” Confesso che ho un po' gioito di fronte a questa goffa mossa che lasciava il fianco scoperto, e ho tirato la stoccata: ho detto, “Giusto! e...Qual'è il metodo per cui in democrazia si approva una decisione?” tutti “la maggioranza!” “Bene, in Italia la maggioranza non è forse cattolica?” “Voi non siete cattolici?, la vostra coscienza non accetta i principi cristiani rappresentati dalla croce?” La risposta è stata corale “Si siamo cristiani e cattolici”. Poi è iniziato il confronto colla professoressa che giustamente sosteneva il contraddittorio e abbiao portato l'esempio di altri paesi e religioni: se noi andiamo dove la maggioranza non è cristiana dobbiamo adeguarci alla loro cultura ma questo non offende la nostra coscienza anzi ci aiuta ad avere maggior rispetto per i valori nei quali crediamo.

A questo punto gli studenti erano piuttosto infervorati “Si siamo cattolici e siamo orgogliosi di quello in cui crediamo. Vogliamo il crocifisso in classe e senza storie come fanno gli altri paesi.” Ammetto che un po' avevo timore di polemiche e antipatie o di essere etichettato, poi ho pensato: intanto è una giusta causa, poi devo riconoscere il Signore di fronte agli uomini (altrimenti lui non mi riconoscerà) eppoi se la veda un po' lui io il “sasso” l'ho tirato. La professoressa che fino allora aveva voluto sostenere la non presenza della croce alla fine dell'ora va dalla Preside ed espone la nostra richiesta: “Gli studenti vogliono il crocifisso”. La Preside arriva in classe (incute sempre un sacro timore) ci guarda e dice: “Volete il crocifisso? Bene son d'accordo, c'era prima di voi starà con voi. Dove lo volete mettere?” Tutti “Bene in vista sulla parete accanto alla lavagna”. La Preside “Domani chiederò anche alle altre classi. In fin dei conti siamo ancora cristiani e in un paese democratico.” Il giorno dopo arrivo la mattina in classe alle 8.15 e il crocifisso era li. Mi è sembrato solenne come quello dell'altare della cattedrale.

Francesco S.

27 commenti:

  1. Bello. Davvero. Sono ammirato, anche per l'equilibrio degli argomenti utilizzati. Io spero che anche se, quando e dove non saremo più maggioranza, ci sia una maggioranza di persone aperte e rispettose (e da ricambiare con uguale apertura e rispetto) che acconsentirà a lasciare il crocifisso in classe.

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  2. nessun commento solo una grande commozione

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  3. Se uno ogni classe si comportasse con altrettanta lucida energia, il Crocifisso tornerebbe in ogni aula. Io lo feci rimettere in presidenza e nelle segreterie lì dov'era stato rimosso.

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  4. Queste son le notizie che fanno bene!

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  5. Candet nudatum pectus, rubet cruentum latus, tensa arent viscera, decora languent lumina, regia pallent ora, procera rigent brachia, crura pendent marmorea, rigat terebratos pedes beati sanguinis unda.

    Bianco è il suo nudo petto. Rosso di sangue il fianco. Le viscere tese inaridiscono. Gli occhi stupendi languono. Il volto regale impallidisce. Le nobili braccia si irrigidiscono. Le gambe pendono come di marmo. E l'onda del sangue beato riga i piedi trafitti.

    San Giovanni di Fecamp, X secolo (fonte http://misvegliopresto.blogspot.com)

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  6. ammirato e commosso, non è la prima bolta che dai napoletani sento parole coraggiose sulla devozione e sulla religione, ci danno l'esempio

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  7. Sarebbe interessante conoscere l'esito della votazione nelle altre classi dell'istituto.

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  8. Nobis quoque peccatoribus4 novembre 2010 alle ore 14:44

    Vexilla Regis prodeunt

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  9. Speriamo che ci siano tanti Francesco S. pronti a non vergognarsi del Crocifisso in ogni luogo pubblico. Dio lo benedica!

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  10. Bravo.
    Anche per aver superato il timore di 'polemiche e antipatie o di essere etichettato', in un ambiente che devi necessariamente continuare a frequentare.

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  11. Commozione. Come quella di un anno fa, quando vidi  la Croce scintillante di un Rosario pubblicamente  in azione nelle mani di una matricola diciottenne sul treno Rimini-Bologna. Il fuoco non cova più sotto la cenere. BXVI ha aperto appena appena una finestra e già le prime giovani fiammelle stanno avvolgendo il vecchio tarlato tizzone. 

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  12. Rafminimi13@libero.it4 novembre 2010 alle ore 17:12

    e vergogna a me, che uso l'anello basco!

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  13. <span>...quando vidi  la Croce scintillante di un Rosario pubblicamente  in azione nelle mani di una matricola diciottenne sul treno Rimini-Bologna</span>

    Bello sarebbe pure vedere, in locali pubblici quali ristoranti, trattorie, pizzerie, ecc. qualche cattolico (sembra non essercene più nessuno) che si alzi in piedi prima di iniziare a mangiare e fare il Segno della Croce.

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  14. Lo sapevo che insistendo ce l'avrei fatta...

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  15. Il mio precedente commento è stato commentato da un tale Bartimeo con un Bene! Taci! MD (io sono un medico).
    Potrei consigliargli un buon esorcista di Torino, magari dopo potrebbe essere in grado di "sostenere" un confronto.

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  16. Dopo l'orgoglio omosessuale c'è anche l'orgoglio troll! Me ne compiaccio, scrivi quanto vuoi, più volte al giorno (che sia come coi bimbi e convenga dire tutto al contario?)

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  17. La figura di... capra.

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  18. A Firenze ci sono i pre-esorcisti con funzioni d'indagini preliminari. Non potrebbero bastare? E per qualcuno non sarebbe consigliabile una visita psichiatrica?

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  19. Ristoranti, pizzerie. trattorie? Troppo facile! Lo facciamo da sempre. E' alla mensa del luogo di lavoro che occorrono i cosiddetti! L'ho visto fare da una persona. Non lo conoscevo ed ammetto che lì per lì ho pensato che fosse "un po particolare" Da sei mesi siamo diventati in due. Ieri ho visto il terzo!

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  20. Benissimo.
    Facciamolo sempre il Segno della Croce. E' qualcosa che dipende solo da noi.

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  21. Non vorrei certamente assumere il ruolo del guastafeste... sono compiaciuto del risultato ottenuto in questa classe dell'Istituto Verga di Napoli, tuttavia non posso dire altrettanto per le motivazioni che sono state utilizzate. Infatti, appoggiarsi sul principio democratico di maggioranza, facendo leva sul fatto che ancora sembra esserci una maggioranza cattolica, se da un lato ha permesso di ottenere l'esito sperato (far tornare il crocifisso in aula) dall'altro lato ha contribuito a formare in questi giovani una coscienza di "giusto", di "vero", di "buono" che non può essere difesa a colpi di maggioranza. Infatti, non è detto che questa sussisterà ancora a lungo (proprio in questo blog si parlava un pò di tempo fà dell'aumento demografico dei mussulmani), e poi il principio di maggioranza non è un principio di verità: non è la maggioranza che dà la verità, se fosse così troppe cose verrebbero smentite dal mondo attuale rispetto alla verità del cristianesimo.
    Le conseguenze già si vedono nel testo della lettera che ci viene proposta: "se noi andiamo dove la maggioranza non è cristiana dobbiamo adeguarci alla loro cultura". Quest'affermazione non è corretta: adeguarci è certamente un termine fuorviante. Le culture non cristiane presentano molti aspetti erronei, alcuni espressamente anti-cristiani. Non si tratta affatto di adeguarsi, quindi, ma di difendere la verità con la forza della ragione e della fede. Al più, si possono tollerare certe cose... ma un conto è tollerare, un conto è adeguarsi, un conto è pretendere uno pseudo-diritto di essere liberi di fare ciò che si vuole a casa propria. SOno tre cose diverse... solo la prima appartiene a ciò che è sempre stato l'atteggiamento seguito dalla CHiesa, le altre due sono deformazioni moderne.
    Pertanto... ben venga che il crocifisso sia tornato nell'auta di codesta classe, tuttavia, si insegni ora ai ragazzi che la verità si impone non tanto con i voti della maggioranza, ma per la forza di Colui che quella verità l'ha rivelata, che la ragione ha i suoi strumenti per difenedere, e la fede per illuminarla.
    Ora... la presenza del crocifisso nelle altre classi, da cosa verrà determinata? Dal voto degli studenti di ciascuna classe? E che senso ha? Se invece, ci fosse stato un professore, qualcuno, che invece di poggiarsi sui voti, si fosse poggiato sulla bellezza del mistero cristiano che quel crocifisso annuncia, sul valore che ha per ciascuno, sul valore che ha per la nostra cultura, forse non si sarebbe dovuto chiedere un voto ai ragazzi, ma appendendo nuovamente il Crocifisso sulla base di queste motivazioni si sarebbe offerta loro una proposta che forse avrebbe aperto una strada nuova.

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  22. sicut oliva fructifera6 novembre 2010 alle ore 09:52

    Vorrei rispondere al gentile MM LEONE, dicendo che sono d'accordo sulle motivazioni che lui adduce, tuttavia in questo caso, a mio giudizio, si trattava non di vincere una "guerra" ma di conquistare campo di battaglia. Provi ad immaginare una scuola superiore dove gli studenti sono imbevuti non di logica aristotelica ma di senso comune (fuorviante) e continuo pregiudizio anticlericale che si mescola a quello anticristiano. Detto questo, non penso che nè studenti, ne professori avrebbero mai accettato (ma nemmeno capito) le motivazioni più alte (nemo dat quod non habet). Trovo invece sia una scaltrezza evangelica andare a colpire l'avversario sul suo territorio cioè la magggioranza unico pricipio ahimè accettato, questo ha prodotto un duplice effetto: il crocifisso, e la simpatia degli studenti. La grazia c'è stata, ora Francesco può contare su un forte ascendente sui suoi compagni e professori per proporre motivazioni un pò più intelligenti della maggioranza, e in secondo luogo il crocifisso è ben inchiodato alla parete neppure la corte europea lo può più staccare di la. 

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  23. bhe è vero ma nn è importante quello ke si scrive ma quello ke si sente e si crede

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  24. Gentilissimo,
    condivido quanto dice in merito all'argomento della scaltrezza evangelica. ma attenzione perchè spesso non siamo poi capaci di passare dal piano della scaltrezza dei figli di questo mondo a quella dei figli della luce... e ci fermiamo a difendere le nostre piccole battaglie senza puntare alla riforma delle menti.
    In ogni caso, non intendevo biasimare l'operato del caro francesco, ma spronarlo a guardare sempre non solo alle conseguenze immediate del nostro atteggiamento ma anche a quelle remote in vista di beni maggiori e della riforma di una mantalità che spesso imprigiona anche noi.

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  25. E' importante quello che si sente e si crede... che però si traduce e si esprime in quello che si dice e che si scrive. Dice San Paolo: se crederai con il tuo cuore... e confesserai con la tua bocca...
    Allora diventa importante anche quello che si scrive e si dice, perchè gli altri percepiscono la nostra testimonianza da quello che vedono, sentono e leggono di noi, non da quello che riteniamo nel segreto del cuore e dei nostri sentimenti. Un caro saluto, M.M.Leone

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  26. bravi dobbiamo difendere la ns religione e amiamo gesu che ci dara forza e conforto

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