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S. Messa tradizionale nell'arte #178 - Et Verbum caro factum est - #natale

Quest'anno il S. Natale cade di mercoledì, proprio nel giorno della nostra rubrica dedicata alla S. Messa tradizionale nell'arte.  P...

giovedì 9 settembre 2010

Un martire contemporaneo

Francesco Agnoli ci segnala questo martire oppresso, affinché non sia dimenticato, specie nelle preghiere:

Il nostro eroe, che vogliamo ricordare nella preghiera e sulle magliette, non è un guerrigliero, né un fanatico dell’ideologia. E’ un cattolico, un nero, un medico che crede nella dignità della persona: per tutti questi motivi, è un perseguitato.

Il suo nome è Oscar Elias Biscet. Per Amnesty International, Human rights first, Freedom now, per migliaia e migliaia di cubani, è un “prigioniero di coscienza” e un vero eroe.

Biscet è nato all’Avana, nel 1961. Nel 1985 si è laureato in medicina, per poi creare, nel 1997, la fondazione Lawton per i diritti umani: tra questi egli pone, al primo posto, il diritto alla Vita. Diritto alla vita violato costantemente in un paese in cui esistono la pena di morte per i nemici politici; in cui organismi governativi sostengono la liceità della clonazione umana cosiddetta “terapeutica”, contro l' “atteggiamento oscurantista”, a loro dire, di chi si oppone; in cui esiste l’aborto forzato, per motivi di ricerca medica, e il tasso di abortività è circa 5 volte quello italiano; in cui l’uso del farmaco Rivanol come abortivo determina il fatto che nel caso di fallimento, cioè in un’alta percentuale, il bambino viene ucciso (infanticidio) per soffocamento, per emorragia, tagliando il cordone ombelicale, o lasciandolo morire senza assistenza; in cui il turismo sessuale, anche pedofilo, che è per molti cubani e cubane l’unico modo per sopravvivere, porta ad una tasso altissimo di aborti e di aborti su giovanissime!

In un paese in cui embrioni e feti sono spesso utilizzati e uccisi a scopo di ricerca, nel più perfetto stile nazi-comunista, a vantaggio di persone provenenti dai paesi più ricchi (il turismo medico, accanto a quello sessuale; vedi le testimonianze di medici cubani come Hilda Molina, Julian Alvarez, José Luis García Paneque…).

Per la sua battaglia “contra del aborto, eutanasia y el fusilamiento”, cioè a favore della vita dei più piccoli, contro il degrado umano, contro la pena di morte e la tortura per i dissidenti e contro l’eutanasia, praticata su malati poveri, che si rivelano un peso economico, Biscet è stato aggredito, picchiato, additato come pazzo. Poi allontanato dal suo lavoro, rinchiuso in galera dal 3 novembre 1999 e al 31 ottobre 2002 con l’accusa, fasulla, di “insulti ai simboli della patria”, “pubblico disordine” e “incitamento a commettere crimine”.

Nel 2003 Biscet è stato nuovamente condannato, questa volta a 25 anni di prigione: oggi giace nella stessa isola in cui sorge Guantanamo, in condizioni terrificanti e disumane (ben descritte da prigionieri cubani come Armando Valladares, autore di Contro ogni speranza. 22 anni nel gulag delle Americhe dal fondo delle carceri di Fidel Castro, SugarCo 1985, Spirali 2007, e Pierre Golendorf, autore di Un comunista nelle prigioni di Fidel Castro, SugarCo 1978).

Prigioni in cui, secondo le Nazioni Unite, avvengono: “Isolamenti in stanze fredde; perdita del controllo di tempo e spazio; immersione in pozzi neri; intimidazioni coi cani; simulazioni di esecuzioni; botte ai reclusi; lavori forzati; confinamento per anni in prigioni chiamate ‘cassetti’; uso di altoparlanti con rumori assordanti durante gli scioperi della fame; spersonalizzazione del detenuto mediante totale nudità in celle di castigo; soppressione di acqua ai prigionieri dichiarati in sciopero della fame; presentazione del recluso nudo davanti ai familiari per obbligarli ad accettare il piano di riabilitazione politica…”.

Secondo Human rights first, Oscar Biscet soffre di “gastriti croniche e ipertensione”, e ciononostante è confinato in celle solitarie, talora sotterranee, o con “violenti criminali”. Inoltre è privato per lunghi periodi della possibilità di comunicare, di ricevere visite o medicazioni. La sua cella è senza finestre, senza bagno, umida, sporca, infestata dai vermi e senz’acqua. La sua salute è rovinata. Ha perso quasi tutti i denti, ma non il coraggio. Manda a dire ai suoi sostenitori: “La mia coscienza e il mio spirito stanno bene”. Biscet è forse, vista la lunghezza della sua pena, il massimo prigioniero di coscienza oggi al mondo.

Lo chiamano anche il “negro olvidado” (il “negro dimenticato”).

Noi, invece, vogliamo ricordarlo e chiederne la liberazione.

Fonte: Libertà e persona

26 commenti:

  1. Lanciamo un'ondata di reclami come fatto per l'asultera omicida. Ma forse non si muoverà nessuno perchè non è mussulmano.

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  2. ... temo che tu abbia ragione: non ci muove la coscienza la il clamore delle notizie.

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  3. e poi, come osa opporsi all'illuminatissimo stato cubano?
    Non vive nel retrogrado Iran, ma nella modernissima, liberissima, ricchissima, graziosissima, comunistissima (ops, mi è scappato!) Cuba!

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  4. <span>... temo che tu abbia ragione: non ci muove la coscienza ma il clamore delle notizie.</span>

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  5. Una storia terribile. Proporrei alla Redazione di inserire sul blog, in qualche posizione, una foto di Oscar Elias Biscet con un link a questa discussione in modo da tenere sempre viva l'attenzione su questo grande uomo; si potrebbe anche far celebrare una Messa (pro vivis e ovviamente in forma extraordinaria) per lui.

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  6. Scusate un attimo se mìintrometto, ma avete sentito l'orrenda notizia? "Le sottraggono la figlia perché è povera per il tribunale la bimba può essere adottata"
    e' tremendo, ora i giudici decidono pure sulla vita dei bambini... ma noi possiamo fare qualcosa? almeno una protesta?

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  7. <span>Scusate un attimo se m'intrometto, ma avete sentito l'orrenda notizia? "Le sottraggono la figlia perché è povera per il tribunale la bimba può essere adottata"  
    e' tremendo, ora i giudici decidono pure sulla vita dei bambini... ma noi possiamo fare qualcosa? almeno una protesta?</span>

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  8. <span>“La mia coscienza e il mio spirito stanno bene”. </span>
    <span>il “negro olvidado” (il “negro dimenticato”) è un cattolico, di colore, un medico che crede nella dignità della persona, un eroe che ha bisogno del sostegno di tutti, specialmente della Chiesa</span>

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  9. Vengo a conoscenza ora e per la prima volta della storia di questa persona....è proprio vero che la forza mediatica seleziona i suoi idoli....

    Grazie per avermi fatto conoscere questa storia, ho provveduto a farla girare altrove...
    e Preghiamo!

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  10. Complimenti alla redazione per aver portato l'attenzione sul problema dei diritti umani nella "democraticissima" Cuba. Anche a noi è sembrata cosa buona rompere il silenzio qualche mese fa.
    Da ALMA PREX-Anno Domini 8/3/2010 "<span>Radici comuniste! </span>Una preghiera per Orlando Zapata, oppositore di Castro morto alcuni giorni fa. Ma anche per il medico Elias Oscar Biscet, anch'egli cubano, condannato alla prigionia del gulag, chiuso in una cella piccolissima, senza finestre e senza bagno. Il suo reato è quello di aver denunciato gli aborti e gli infanticidi innumerevoli che si consumano a Cuba che oggi è il paese col più alto tasso di aborti al mondo,"

    Una preghiera anche per i milioni di internati nei laogai e nelle aziende lager della "altrettanto democraticissima Cina".

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  11. Proposta: perchè non ci ritroviamo tutti per una S.Messa celebrata pro vivis? Alla Redazione la scelta di luogo, giorno, ora e celebrante. Io proporrei il bravo Don Alfredo Morselli.

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  12. E l'ha scoperto solo oggi? Da quando si è offerta dignità scientifica e giudiziale agli psicologi, di fatti così se ne vedono a bizzeffe! Caliamo un velo pietoso, poi, sulle cacce alle streghe scatenate sulla scorta dell'interpretazione psicologica dei disegni dei bambini .

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  13. Capo cosparso di cenere ...9 settembre 2010 alle ore 21:50

    Se riteniamo che debba essere aiutato incominciamo a dire ciò che è. Un negro e non un nero! La differenza è di sostanza. Un nero è qualcuno "colorato" un negro è una persona che ha una sua chiara identità!
    Già nel linguaggio differenziamoci.
    Nero è negatore di identità!
    Solo per correttezza linguistica!

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  14. Stiamo a vedere cosa farà la Chiesa per lui. Chissà qual mobilitazione partirà da Roma.

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  15. Chissà perché nero diventa ha assunto un significato positivo e negro spregiativo. Senghor esaltava la negritudine.

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  16. <span>Chissà perché nero ha assunto un significato positivo e negro spregiativo. Senghor esaltava la negritudine.</span>

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  17. Sul fatto che certe notizie non vengano messe in risalto perchè scomode, ti do ragione ... che oggi va di moda non contrariare i mussulmani, lo stesso ... ma che quella donna deve essere salvata non ci sono discussioni perchè anche il peggior crimine del mondo non merita la morte, figuriamoci la lapidazione.

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  18. Tutte le dittature sono violente, la destra e la sinistra si sono manifestate violentemente, noi cristiani dobbiamo essere il sale della terra. Le sofferenze del nostro fratello di colore sono per noi degne della testimonianza di un santo.

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  19. Canzoncina anni '30: "...aspetta e spera...!"

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  20. Senghor era persona colta, mica un intellettuale! Ricordo una cronaca di una sua visito al Foro Romano dovè diede prova di ottima conoscenza di lingua e letteratura latina, annichilendo il corteo di nostri politici che lo accompagnava!

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  21. Chissà come mai la premiata ditta "Pannella&Bonino" non si è ancora moibilitata con marce, scioperi della fame ed altre amenità in favore di questa persone....

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  22. Ed io contimuerò a far altrettanto. E i Sioux o gli Apaches continuerò a chiamarli pellerossa e non nativi. In fondo, non siamo noi visi pallidi?

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  23. In spagnolo (o castigliano) nero si dice negro. Sempre e comunque. Il problema, come sempre, viene dall'inglese, con la distinzione tra black e nigger.

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  24. Ma la nostra lingua è neolatina.
    Nigra sum sed formosa.

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  25. Poi ci vogliono far credere che i peggiori criminali siano stati i nazisti... E questi emuli, come gli dobbiamo considerare? Dove sono gli organismi in difesa dei diritti umani? IPOCRITI!!!! LIBERTAD AL PUEBLO CUBANO YA!!!!!!!

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  26. Semplice: perché loro sono abortisti!

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