Mentre la nomina di Palombella alla Sistina è data per sicura da Fides et forma (da pubblicarsi venerdì prossimo), riceviamo e pubblichiamo questa (lunga) missiva del mons. Eleuterio Favella. Un nome che etimologicamente significa: franco parlare. E vedrete che tien fede al nome.
Diletti Figli di Messainlatino,
nella mia settimanale S. Visita al Vostro benemerito Blog, quale pio esercizio, constatavo qualche giorno addietro che il mio nome è stato da alcune parti invocato, fra la sterminata messe di commenti da lì sortiti, a proposito della paventata nomina a nuovo direttore della Cappella Sistina del rev. Massimo Palombella, sdb.
Innanzi tutto posso premettere che anch’io, pur nella mia senescenza di ecclesiastico a riposo, concordo con i molti più giovani e giovanissimi che vedono in don Palombella un candidato inadatto a reggere le sorti della Sistina.
E questo lo dico per vari motivi.
Avevo 9 anni e fui a Roma, assieme ad altri bambini istruiti dal salesiano don Alessandro de Bonis presso l’Istituto napoletano del Vomero, presso cui si formò la mia prima vocazione, su interessamento di mons. Olivares vescovo di Sutri e Nepi, anch’egli salesiano, il giorno di Pasqua del 1934, nella Basilica vaticana, a rinforzare le file della Cappella Sistina per la solennissima liturgia che Papa Pio XI, di f.m., presiedette per la canonizzazione di Don Bosco a chiusura del Giubileo straordinario della Redenzione, ed in tale occasione conobbi il M° Perosi che diresse alcune sue composizioni fra cui un Dignare me, un Oremus pro Pontifice, e un solenne Te Deum a 8 voci e 2 cori, alternati con il popolo, in cui noi ragazzini dovevamo darci molto da fare, insieme agli alunni del Collegio benedettino di S. Anselmo, che aveva seco condotto il p. Reiser, per coadiuvare – sebbene indegnamente – i Professori del venerando Collegio sistino.
Da allora conobbi tutti i direttori della Sistina e molti maestri salesiani: oltre al mio insegnante don de Bonis, docente a S. Pietro a Majella, e ai primi anni Quaranta il vecchio don Pagella, don Luigi Loss che insegnava a Lucca e scriveva da critico musicale per il Corriere della Sera, don Virgilio Bellone, direttore per decenni della gloriosa “Accademia Stefano Tempia” di Torino, don Nicola Vitone, don Andrea Padovano, don William Rabolini, tutti docenti in prestigiosi Conservatori italiani.
Ebbene nessuno di questi santi e sapienti figli di Don Bosco, pur avendo al proprio attivo importanti lavori musicali ed invidiabili carriere accademiche, alzò mai lo sguardo verso la Cappella Sistina: oltre i loro incarichi di docenza, rimasero ad istruire cori anche di ottimo livello, nell’ambito degli Istituti della propria Congregazione (i più giovani finendo per incocciare nelle dissennate “epurazioni” post-conciliari della scholae, a partire dagli anni Settanta), ma ciò lo fecero non perché fossero dei religiosi, bensì perché si reputava comunemente opportuno che alla guida della Cappella musicale del Papa ci fosse la persona più adatta sia dal punto di vista tecnico, sia dal punto di vista personale.
E tanto fecero pure altri noti ecclesiastici musicisti quali d. Rostagno, d. Cesare Franco, d. Pietro Magri, mons. Celestino Eccher che ebbi modo di conoscere, a motivo dei miei studi e dei miei viaggi.
Non parliamo di alcuni illustri maestri di Cappella laici, che agivano nell’Urbe degli anni d’oro ancora, come l’indimenticato Armando Renzi.
Non consta che d. Palombella abbia al suo attivo grandi carriere accademiche (il breve periodo in cui insegnò qualcosa al Pontificio, finì in modo abbastanza poco commendevole), né pare che abbia prodotto importanti lavori musicali (qualcosa di pubblicato su “Armonia di Voci”, periodico ormai ridotto all’ombra di sé stesso, e altro che aspira ad uno stile “alla Bartolucci”, sebbene di molto più ridimensionato, forse migliore delle svenevoli serenate-colonne sonore di Frisina o delle vuote pimpinelle di Parisi, ma ciò non è punto di merito, poiché in regno caecorum …………), o possa vantare seri curricula alla guida di una qualsiasi delle sopravvissute Cappelle musicali romane o d’altrove: né più, né meno – come osserva qualche attento commentatore – di tanti zelanti e valevoli maestri di coro che, grazie a Dio, tengono ancora accesa la fiammella della musica seria in molte chiese d’Italia, ad onta degli ecclesiastici che le governano (sit venia verbo!).
Sul punto egli ha solo lanciato alcuni anni fa l’esperienza del Coro Interuniversitario di Roma che, sebbene partito da ottimi presupposti (l’avvicinamento degli studenti al canto corale e la progressiva inserzione in un percorso liturgico e, quindi, di fede) è stato da lui progressivamente svuotato – probabilmente per comodità - sostituendo agli studenti-cantori-musicofili, molti Professori romani altamente specializzati (di quelli che non fanno prove, leggono – bene – all’impronta, e dopo la prestazione ….. passano direttamente alla cassa!) che, alla fine, non hanno nemmeno bisogno di un maestro.
Sulla stima, segnalata da un lettore, che attribuiscono i direttori di alcuni Conservatori al rev. Palombella è meglio ch’io taccia, ben sapendo che 1) nei Conservatori italiani non si conosce più NULLA di vera musica sacra e liturgica, 2) che i direttori di quegli Istituti sono ormai fra le persone più squalificate per formulare giudizi in questa materia, 3) che d. Palombella si è guadagnato per alcuni anni i favori di questi manager con l’organizzazione di happenings di massa dedicati ai Conservatori (costati notevoli somme al Ministero per missioni, ore aggiuntive, spese di trasporto, etc.), mediante udienze speciali di Papa Giovanni Paolo II, di v.m., negli ultimi anni del di Lui pontificato, ed imperando mons. Marini il Vecchio, nelle cui occasioni egli “a maggior sua gloria” dirigeva masse enormi e raccogliticce di cori (il 50% dei cantori veniva pure “adescato” da parrocchie e cori amatoriali, stante la cronica e scandalosa incapacità degli Istituti musicali di far seguire le esercitazioni corali dai propri alunni) ed orchestre dei Conservatori, eseguendo un po’ di tutto, e – a dire il vero – anche cose buone, fra cui molta musica di Miserachs, da cui d. Palombella per un lungo lasso di tempo è stato (immeritatamente) beneficato!
Ecco abbiamo evocato colui che tutti invocano: mons. Valentin Miserachs-Grau, Preside del Pont. Istituto di Musica Sacra.
Mons. Miserachs, fin dalle prime avvisaglie della nomina palombelliana, a principio dell’anno, ha sempre taciuto, da gran gentiluomo quale è, e probabilmente, da romano adottivo, sta traendo le amare conclusioni che, anche in questo caso, “Omnia Romae cum praetio”! E specialmente negli ultimi tempi.
Se, infatti, la spasmodica sistemazione dei salesiani in tutti i buchi disponibili della Curia romana, dei Dicasteri e delle Istituzioni collegate alla S. Sede si sospendesse per un attimo, è certo che si potrebbe dire “cedant arma togae” ovvero la forza lasci il passo al valore, o meglio la raccomandazione faccia luogo alla meritocrazia e la Segreteria di Stato, con discernimento “cristiano”, anzi con quella “Ragione” che Don Bosco mise al primo posto del suo celeberrimo trittico del Sistema preventivo (di cui oggidì i suoi ingrati figli, spesso si riempio la bocca, senza darvi effettivo seguito! E soprattutto in Italia…….. ) sicuramente individuerebbe l’eventuale nuovo direttore nel M° Miserachs.
Fra circa un anno quest’ultimo, dovrebbe lasciare la guida del PIMS, e potrebbe essere provvidenzialmente traslato alla direzione della Cappella Sistina (perché il vescovado a Liberto e non un segno di stima a Miserachs per la sfibrante opera cui si è sottoposto a servizio della Chiesa?).
Che mons. Miserachs sia il candidato ideale, in questo momento storico, per garantire in un sufficiente lasso di tempo – considerata la sua età anagrafica -, una reimpostazione del servizio musicale della Cappella in base ad una sana concezione della Tradizione liturgica romana e delle consuetudini musicali del servizio, è presto detto.
Personalità di indiscutibile competenza tecnica e di riconosciuto livello artistico internazionale, egli si è sempre distinto per una concezione sana delle riforme liturgiche post-conciliari in materia di musica sacra, e ne ha dato atto nella sua opera di pubblicista, come nella diuturna attività di compositore, nell’esercizio delle varie docenze affidategli e nel servizio musicale, come nell’ispirazione dell’ultimo documento del Magistero pontificio in materia, il Chirografo del Servo di Dio Papa Giovanni Paolo II venuto in luce nel 2003, in occasione del centenario del Motu proprio Tra le sollecitudini di S. Pio X.
Mons. Miserachs è a Roma fin dal 1963, avendo conosciuto la prassi del servizio di canto presso le Basiliche patriarcali ininterrottamente da allora, e principalmente della Cappella Liberiana di cui è tuttora direttore, succeduto a Bartolucci, di cui fu allievo, dal 1977: la Cappella musicale di S. Maria Maggiore è – senza tema di smentite – un’isola felice nel panorama romano, in quanto è l’unica che abbia resistito più di altre nel solco di una alta tradizione, senza eccessivi cedimenti a sperimentalismi liturgico-musicali e a compromissioni con istituzioni secolari, purtroppo consueti negli ultimi decenni.
Ciò si deve ascrivere al merito del suo direttore che, non senza difficoltà, è riuscito a scongiurare con sapienza, abolizioni e smantellamenti paventati fin dagli anni Ottanta, pur dai superiori di quella veneranda Arcibasilica.
La personalità di mons. Miserachs che – diversamente da Bartolucci – alla fermezza dei principi, unisce una certa soavità di modi, potrebbe garantire anche un passaggio “morbido” dall’attuale gestione della Cappella ad una nuova impostazione, maggiormente consona alle direttive pontificie, pur in superstite presenza di “elementi di resistenza”, nell’alveo delle tradizioni romane, così venerabili e così pretermesse, riportando la Cappella pontificia a livelli artistici degni della Casa del Principe degli Apostoli ed in sintonia con la salutare linea portata avanti dall’ encomiabile mons. Marini il Giovane, quale Maestro delle Cerimonie.
Si potrebbe così ricucire lo strappo che dura dalla spiacevole vicenda del forzato dimissionamento del Direttore Perpetuo mons. Domenico Bartolucci, nell’ormai lontano 1997: da allora è sotto gli occhi (e le orecchie) di tutti come la veneranda istituzione, sotto la direzione dell’attuale Maestro, si sia discostata dalla tradizione musicale e liturgica di tutto il XX sec., che il M° Bartolucci aveva saputo salvaguardare, sotto molteplici aspetti, portando a compimento, con il suo naturale carattere tenace (e fortemente perentorio), le riforme intraprese dal M° Lorenzo Perosi, fin dal Pontificato di Papa Leone XIII, di s.m., e continuate, sebbene con frammentarietà, per i quasi 57 anni in cui aveva retto le sorti della Cappella musicale.
Già Perosi tirò fuori definitivamente la Cappella musicale dalle secche in cui l’aveva costretta, dopo la metà dell’Ottocento, la generale crisalidizzazione corporativistica delle Cappelle musicali romane, alquanto refrattarie alle benemerite riforme musicali provenienti dalle fonti del rinnovamento liturgico del XIX sec.: per un canto dall’insigne cenobio benedettino di Solesmes, guidato dall’immortale figura di d. Prospero Gueranger, e d’altro canto sgorgate dall’apostolato ceciliano tedesco ed italiano, sebbene a Roma avessero agito personalità di grande levatura quali l’abate Alfieri e l’abate Baini, quest’ultimo anche accorto direttore della Cappella pontificia a metà Ottocento.
A Perosi si deve il deciso abbandono di stilemi ottocenteschi e scelte esecutive attardate (già larvatamente incominciato sotto il suo predecessore Domenico Mustafà che, però, da evirato cantore, non le intraprese in maniera sicura ed univoca, anche per ragioni storiche dovute alle angustie inflitte alla S. Sede dall’Unità d’Italia), un rinnovamento del repertorio e una progressiva revisione dello stile esecutivo: anzitutto con la messa al bando degli ultimi “castrati” in servizio alla Sistina e il contestuale uso di voci bianche, sostenute da abili falsettisti, sempre abbondanti nella Professione romana, e poi con scelte vocali nuove, sebbene ancora molto vicine ad una vocalità tipica del Verismo musicale a lui contemporaneo, e con progressivo recupero del canto gregoriano, secondo le nuove edizioni che si andavano affermando con le riforme sartiane, ancorchè nella forma esecutiva “romana” e del repertorio della Scuola romana.
Negli ultimi anni della tarda età di Perosi, il vice-direttore Bartolucci, contemporaneamente Maestro della Cappella Liberiana a S. Maria Maggiore, maturava gli ulteriori progetti correttivi, nel solco della grande tradizione delle Cappelle romane e della Sistina, in particolare, mettendo a frutto gli studi portati avanti nei decenni precedenti da un’altra personalità di indiscusso livello, mons. Raffaele Casimiri che fu, oltre che Maestro della Cappella Pia in Laterano (ove da tempo sbacchetta nientepopodimenochè…. Frisina), direttore ad interim della Sistina in occasione dei disturbi di salute che ripetutamente assillarono Perosi, unitamente a don Antonio Rella.
Durante gli anni di direzione del M° Bartolucci, infatti, oltre alla stabilizzazione della schola puerorum, condivisa e patrocinata dal Beato Giovanni XXIII, che una volta per tutte sancì l’emancipazione della Cappella dai “prestiti” delle voci bianche, ancorchè meritori, da realtà esterne (i Fratelli delle Scuole Cristiane, i bimbi dell’Istituto Pio IX di fratel Damaso Cerquetti e altre istituzioni musicali romane), fu rimodellato esteticamente il servizio musicale, quanto ad organico, stile di esecuzione della polifonia e del canto gregoriano, emissione della voce ed intonazione, anche con la collaborazione degli indimenticabili pp. Preite e Catena, quest’ultimo sostituito dopo la morte, dal giovane don Renzo Cilia, che di Bartolucci fu sapiente e saggio segretario, collaboratore e sostituto (ad onta di coloro i quali sostengono che il Maestro, per via del suo “caratteraccio” toscano era stato incapace di creare una sua successione che, invece, se Marini il Vecchio non avesse deciso di silurare Bartolucci, applicandogli il disposto dell’Ingravescentem aetatem, nonostante la nomina a Direttore Perpetuo, sarebbe avvenuta – dopo molti anni – probabilmente proprio in favore del M° Cilia, maltese d’origine, ma romano d’adozione con tutti i crismi).
Questi progressivi correttivi, intrapresi fin dal 1956, quando il Servo di Dio Papa Pio XII, designava il Bartolucci a succedere a Perosi sul podio della “Sistina”, furono tutti ed indefettibilmente attuati alla luce della tradizione esecutiva italiana della polifonia sacra, della prassi romana del canto gregoriano, degli studi attenti dei documenti sistini – che avevano visto appunto il grande Casimiri, paleografo e liturgista di vaglia, quale precursore - e produssero, già dopo il primo decennio, un ammirevole livello di esecuzione artistica, di affiatamento della compagine corale, di emissione vocale e timbro, anche tramite il recupero dell’intonazione mesotonica nella esecuzione della polifonia romana rinascimentale – ovvero il repertorio più peculiare della Cappella musicale pontificia – che sono rimasti cifra indiscutibile della schola fino al 1997, assieme al nutrito corpus di composizioni polifoniche bartolucciane, tutte sgorganti da una limpida vena gregoriana in stile neo-modale, quale modernissimo sussidio sonoro ed al contempo alfabeto sensibile “al-di-sopra del tempo” mediante cui la veneranda istituzione, per molti anni, ha reso un servizio musicale di impareggiabile livello nelle cerimonie officiate dai Romani Pontefici.
Mi permetto di sfatare alcuni luoghi comuni che ho riscontrato nei numerosi commenti dei lettori: il primo circa la climax Perosi – discreto direttore/ottimo o mediocre compositore; Bartolucci – buon direttore/buon compositore.
Perosi fu un bravo direttore ed istruttore, depurando delle più palesi pesantezze tardo-melodrammatiche la vocalità dei cantori sistini e potenziando l’uso delle voci bianche (invero già saltuariamente inaugurato da Mustafà) e, anche nel suo caso, la successione con il predecessore non fu senza ombre, soprattutto per la questione delle edizioni gregoriane da adottare e per la presenza degli ultimi castrati (Mustafà alla fine si ritirò nei primissimi anni del secolo, morendo poi nel 1912 nella natìa Montefalco, mentre Angelo Moreschi, nonostante la fama che lo assisteva, fu dimissionato forzatamente, in ossequio a numerosi documenti del Magistero papale che avevano, fra il XVIII e il XIX secolo, bandito l’uso delle voci degli evirati dalle Cappelle musicali ecclesiastiche).
Di Perosi compositore parla la storia: qualche sofista odierno ha detto che scriveva musica semplicistica, cavalcando i primi successi del refrain da canzone leggera invece di usare temi solidi della composizione classica.
Dicano quel che vogliono i puristi post-sessantottini viziati dalla discografia anglo-protestante e dalle elucubrazioni musicologiche degli anni Ottanta: Perosi scrisse una messe sovrumana di musica, fra cui molti canti popolari che rimasero per decenni nel vero repertorio popolare (quello che cantavano TUTTI, pure le pietre e non solo i gruppi giovanili o giovanilistici di oggi), molto repertorio polifonico era di possibile esecuzione anche con gruppi di non specialisti e questo servì ad alzare di parecchio il livello del servizio musicale anche in chiese che non disponevano di mezzi economici e personali di gran rilievo, e tanti suoi brani di più alta struttura sono dei capolavori, sebbene non si allontanasse da un tonalismo abbastanza netto ed univoco.
Bartolucci certo non ebbe con il suo predecessore un rapporto facile, anche perché Perosi era molto anziano e la Cappella, quando il giovane toscano gli fu affiancato, languiva per i pensionamenti e i mancati reintegri, per la endemica carenza dei pueri e per il dover ricorrere a falsettisti pescati nella Professione che, spesso, meritoriamente salvavano molte situazioni ma erano, tuttavia, un ripiego (Perosi lasciò spiritualmente la sua eredità più che a Bartolucci, ad un giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, Arcangelo Paglialunga che fu il suo alter ego degli utlimi anni e sarà uno dei primi vaticanisti negli anni successivi del Concilio).
Il suo piglio organizzativo si magnificò nella stabilizzazione della schola puerorum interna, durante il pontificato di Giovanni XXIII quando, forse a causa della simpatia universale di cui godeva Papa Roncalli, l’Obolo di S. Pietro ebbe una impennata mai vista e la S. Sede potè affrontare molte riforme strutturali ed edificare pure …… molte Nunziature.
Delle capacità di Bartolucci autore e direttore ho detto già: qualche registrazione che renda conto del progresso di stile e fusione fino a livelli eccelsi, fra gli anni Cinquanta e i primi anni Novanta, è in commercio e tutti possono valutare. Se sono sinceri.
Le scelte dell’attuale Maestro, invece, hanno progressivamente mortificato il complesso corale, staccandolo dalla costante tradizione esecutiva della Cappella, e ciò per diversi motivi, non tutti imputabili invero alla di lui volontà, ma in parte dovuti alle direttive promananti dal precedente Maestro delle Cerimonie liturgiche, Marini il Vecchio.
Anzitutto mons. Liberto, in ossequio alle sue personali inclinazioni, ha privilegiato – almeno per i primi dieci anni di sua direzione – un certo repertorio in lingua italiana che, forse adatto a liturgie di massa e non a grandi liturgie, non risponde né alla tradizione del servizio musicale pontificio, né agli intendimenti della riforma delle cerimonie papali, intrapresa fin dagli anni Sessanta del Novecento.
Sul punto si volle – e tuttavia giustamente – sottolineare progressivamente la natura di Pastore universale del Sommo Pontefice, e non solo di Vescovo di Roma, più che di sovrano temporale; a tale concezione quale sussidio liturgico si può attagliare più universale e parimenti identitario della lingua latina (e del canto gregoriano)? Quale privilegio spetta all’italiano – già oggigiorno lingua “franca” nella Chiesa – per adornare le cerimonie papali, a detrimento degli altri idiomi?
Lo stile esecutivo della Cappella, poi, sia quanto a repertorio (quasi totalmente abbandonate le composizioni di Bartolucci, difficilmente usate in sede liturgica le composizioni polifoniche di Palestrina e della Scuola romana), sia quanto a prassi (ulteriormente alleggerita la vocalità, senza beneficio apparente sull’intonazione), sia quanto ad organizzazione del servizio nella Basilica vaticana (l’uso, ancorché necessario, per la progressiva ignoranza dei fedeli nelle risposte cantate rituali, del coro “responsoriale” formato vieppiù da voci femminili e anche maschili prive di carattere) ha inevitabilmente snaturato il tradizionale “colore” del servizio musicale pontificio che, dal classico “bronzeo” romano fortemente violaceo, si è scolorito in un giallo (si passi la metafora, cara ai maestri di banda) che non ha precedenti e non imita – nel buono – nemmeno il sound (sit venia verbo!) del servizio musicale di alcune confessioni riformate più tradizionaliste: valga per tutti l’esempio dei Vespri cantati all’Abbazia di Westmister dal coro di quella chiesa primaziale anglicana, durante il viaggio del Pontefice nei giorni passati in Inghilterra, così giustamente lodati in un editoriale dell’ottimo Sandro Magister, che pure in diverse occasioni non ha mancato di concordare circa l’inopportunità della ventilata nomina di Palombella.
Bisogna pur dire che, nel panorama musicale che parte da fine anni Novanta, la scelta dell’attuale Direttore della Cappella ha comunque scongiurato mali peggiori, e la decisione di non rimuoverlo negli ultimi mesi (come alcune voci accreditavano), può ancora evitare, allo stato, ulteriori deviazioni: almeno il M° Liberto ha un suo stile compositivo, che può piacere o non piacere.
Che dire se, come qualche malpensante ventilò nel 1997 alla cacciata di Bartolucci, la fine della nomina a Direttore Perpetuo e la designazione ad quinquennium non preludesse ad un veloce avvicendamento sul podio della Sistina, dopo il mite e più “accademico” Liberto, a personaggi della risma del rampante Frisina o del beniamino CEI Antonio Parisi?
Questo perché Palombella era ancora in fasce allora…..!
Allora, se non è Miserachs, si lasci Liberto al suo posto.
Colgo l’occasione, da amico dell’indimenticabile p. Carlo Messori Roncaglia, per ammonire qualche salace lettore che ha citato l’inno dei sommergibilisti (di Giannini alias Zorro e Ruccione, 1941): a fine seconda strofa non è “ … dritto e sicuro/ parte il siluro…” ma “.. dritto e sicuro/ BATTE il siluro..”
Intelligenti pauca.
L’occasione è grata, per impartirvi la consueta beneaugurante benedizione.
+ Eleuterio Favella, arciv. tit. di Sinossi
nella mia settimanale S. Visita al Vostro benemerito Blog, quale pio esercizio, constatavo qualche giorno addietro che il mio nome è stato da alcune parti invocato, fra la sterminata messe di commenti da lì sortiti, a proposito della paventata nomina a nuovo direttore della Cappella Sistina del rev. Massimo Palombella, sdb.
Innanzi tutto posso premettere che anch’io, pur nella mia senescenza di ecclesiastico a riposo, concordo con i molti più giovani e giovanissimi che vedono in don Palombella un candidato inadatto a reggere le sorti della Sistina.
E questo lo dico per vari motivi.
Avevo 9 anni e fui a Roma, assieme ad altri bambini istruiti dal salesiano don Alessandro de Bonis presso l’Istituto napoletano del Vomero, presso cui si formò la mia prima vocazione, su interessamento di mons. Olivares vescovo di Sutri e Nepi, anch’egli salesiano, il giorno di Pasqua del 1934, nella Basilica vaticana, a rinforzare le file della Cappella Sistina per la solennissima liturgia che Papa Pio XI, di f.m., presiedette per la canonizzazione di Don Bosco a chiusura del Giubileo straordinario della Redenzione, ed in tale occasione conobbi il M° Perosi che diresse alcune sue composizioni fra cui un Dignare me, un Oremus pro Pontifice, e un solenne Te Deum a 8 voci e 2 cori, alternati con il popolo, in cui noi ragazzini dovevamo darci molto da fare, insieme agli alunni del Collegio benedettino di S. Anselmo, che aveva seco condotto il p. Reiser, per coadiuvare – sebbene indegnamente – i Professori del venerando Collegio sistino.
Da allora conobbi tutti i direttori della Sistina e molti maestri salesiani: oltre al mio insegnante don de Bonis, docente a S. Pietro a Majella, e ai primi anni Quaranta il vecchio don Pagella, don Luigi Loss che insegnava a Lucca e scriveva da critico musicale per il Corriere della Sera, don Virgilio Bellone, direttore per decenni della gloriosa “Accademia Stefano Tempia” di Torino, don Nicola Vitone, don Andrea Padovano, don William Rabolini, tutti docenti in prestigiosi Conservatori italiani.
Ebbene nessuno di questi santi e sapienti figli di Don Bosco, pur avendo al proprio attivo importanti lavori musicali ed invidiabili carriere accademiche, alzò mai lo sguardo verso la Cappella Sistina: oltre i loro incarichi di docenza, rimasero ad istruire cori anche di ottimo livello, nell’ambito degli Istituti della propria Congregazione (i più giovani finendo per incocciare nelle dissennate “epurazioni” post-conciliari della scholae, a partire dagli anni Settanta), ma ciò lo fecero non perché fossero dei religiosi, bensì perché si reputava comunemente opportuno che alla guida della Cappella musicale del Papa ci fosse la persona più adatta sia dal punto di vista tecnico, sia dal punto di vista personale.
E tanto fecero pure altri noti ecclesiastici musicisti quali d. Rostagno, d. Cesare Franco, d. Pietro Magri, mons. Celestino Eccher che ebbi modo di conoscere, a motivo dei miei studi e dei miei viaggi.
Non parliamo di alcuni illustri maestri di Cappella laici, che agivano nell’Urbe degli anni d’oro ancora, come l’indimenticato Armando Renzi.
Non consta che d. Palombella abbia al suo attivo grandi carriere accademiche (il breve periodo in cui insegnò qualcosa al Pontificio, finì in modo abbastanza poco commendevole), né pare che abbia prodotto importanti lavori musicali (qualcosa di pubblicato su “Armonia di Voci”, periodico ormai ridotto all’ombra di sé stesso, e altro che aspira ad uno stile “alla Bartolucci”, sebbene di molto più ridimensionato, forse migliore delle svenevoli serenate-colonne sonore di Frisina o delle vuote pimpinelle di Parisi, ma ciò non è punto di merito, poiché in regno caecorum …………), o possa vantare seri curricula alla guida di una qualsiasi delle sopravvissute Cappelle musicali romane o d’altrove: né più, né meno – come osserva qualche attento commentatore – di tanti zelanti e valevoli maestri di coro che, grazie a Dio, tengono ancora accesa la fiammella della musica seria in molte chiese d’Italia, ad onta degli ecclesiastici che le governano (sit venia verbo!).
Sul punto egli ha solo lanciato alcuni anni fa l’esperienza del Coro Interuniversitario di Roma che, sebbene partito da ottimi presupposti (l’avvicinamento degli studenti al canto corale e la progressiva inserzione in un percorso liturgico e, quindi, di fede) è stato da lui progressivamente svuotato – probabilmente per comodità - sostituendo agli studenti-cantori-musicofili, molti Professori romani altamente specializzati (di quelli che non fanno prove, leggono – bene – all’impronta, e dopo la prestazione ….. passano direttamente alla cassa!) che, alla fine, non hanno nemmeno bisogno di un maestro.
Sulla stima, segnalata da un lettore, che attribuiscono i direttori di alcuni Conservatori al rev. Palombella è meglio ch’io taccia, ben sapendo che 1) nei Conservatori italiani non si conosce più NULLA di vera musica sacra e liturgica, 2) che i direttori di quegli Istituti sono ormai fra le persone più squalificate per formulare giudizi in questa materia, 3) che d. Palombella si è guadagnato per alcuni anni i favori di questi manager con l’organizzazione di happenings di massa dedicati ai Conservatori (costati notevoli somme al Ministero per missioni, ore aggiuntive, spese di trasporto, etc.), mediante udienze speciali di Papa Giovanni Paolo II, di v.m., negli ultimi anni del di Lui pontificato, ed imperando mons. Marini il Vecchio, nelle cui occasioni egli “a maggior sua gloria” dirigeva masse enormi e raccogliticce di cori (il 50% dei cantori veniva pure “adescato” da parrocchie e cori amatoriali, stante la cronica e scandalosa incapacità degli Istituti musicali di far seguire le esercitazioni corali dai propri alunni) ed orchestre dei Conservatori, eseguendo un po’ di tutto, e – a dire il vero – anche cose buone, fra cui molta musica di Miserachs, da cui d. Palombella per un lungo lasso di tempo è stato (immeritatamente) beneficato!
Ecco abbiamo evocato colui che tutti invocano: mons. Valentin Miserachs-Grau, Preside del Pont. Istituto di Musica Sacra.
Mons. Miserachs, fin dalle prime avvisaglie della nomina palombelliana, a principio dell’anno, ha sempre taciuto, da gran gentiluomo quale è, e probabilmente, da romano adottivo, sta traendo le amare conclusioni che, anche in questo caso, “Omnia Romae cum praetio”! E specialmente negli ultimi tempi.
Se, infatti, la spasmodica sistemazione dei salesiani in tutti i buchi disponibili della Curia romana, dei Dicasteri e delle Istituzioni collegate alla S. Sede si sospendesse per un attimo, è certo che si potrebbe dire “cedant arma togae” ovvero la forza lasci il passo al valore, o meglio la raccomandazione faccia luogo alla meritocrazia e la Segreteria di Stato, con discernimento “cristiano”, anzi con quella “Ragione” che Don Bosco mise al primo posto del suo celeberrimo trittico del Sistema preventivo (di cui oggidì i suoi ingrati figli, spesso si riempio la bocca, senza darvi effettivo seguito! E soprattutto in Italia…….. ) sicuramente individuerebbe l’eventuale nuovo direttore nel M° Miserachs.
Fra circa un anno quest’ultimo, dovrebbe lasciare la guida del PIMS, e potrebbe essere provvidenzialmente traslato alla direzione della Cappella Sistina (perché il vescovado a Liberto e non un segno di stima a Miserachs per la sfibrante opera cui si è sottoposto a servizio della Chiesa?).
Che mons. Miserachs sia il candidato ideale, in questo momento storico, per garantire in un sufficiente lasso di tempo – considerata la sua età anagrafica -, una reimpostazione del servizio musicale della Cappella in base ad una sana concezione della Tradizione liturgica romana e delle consuetudini musicali del servizio, è presto detto.
Personalità di indiscutibile competenza tecnica e di riconosciuto livello artistico internazionale, egli si è sempre distinto per una concezione sana delle riforme liturgiche post-conciliari in materia di musica sacra, e ne ha dato atto nella sua opera di pubblicista, come nella diuturna attività di compositore, nell’esercizio delle varie docenze affidategli e nel servizio musicale, come nell’ispirazione dell’ultimo documento del Magistero pontificio in materia, il Chirografo del Servo di Dio Papa Giovanni Paolo II venuto in luce nel 2003, in occasione del centenario del Motu proprio Tra le sollecitudini di S. Pio X.
Mons. Miserachs è a Roma fin dal 1963, avendo conosciuto la prassi del servizio di canto presso le Basiliche patriarcali ininterrottamente da allora, e principalmente della Cappella Liberiana di cui è tuttora direttore, succeduto a Bartolucci, di cui fu allievo, dal 1977: la Cappella musicale di S. Maria Maggiore è – senza tema di smentite – un’isola felice nel panorama romano, in quanto è l’unica che abbia resistito più di altre nel solco di una alta tradizione, senza eccessivi cedimenti a sperimentalismi liturgico-musicali e a compromissioni con istituzioni secolari, purtroppo consueti negli ultimi decenni.
Ciò si deve ascrivere al merito del suo direttore che, non senza difficoltà, è riuscito a scongiurare con sapienza, abolizioni e smantellamenti paventati fin dagli anni Ottanta, pur dai superiori di quella veneranda Arcibasilica.
La personalità di mons. Miserachs che – diversamente da Bartolucci – alla fermezza dei principi, unisce una certa soavità di modi, potrebbe garantire anche un passaggio “morbido” dall’attuale gestione della Cappella ad una nuova impostazione, maggiormente consona alle direttive pontificie, pur in superstite presenza di “elementi di resistenza”, nell’alveo delle tradizioni romane, così venerabili e così pretermesse, riportando la Cappella pontificia a livelli artistici degni della Casa del Principe degli Apostoli ed in sintonia con la salutare linea portata avanti dall’ encomiabile mons. Marini il Giovane, quale Maestro delle Cerimonie.
Si potrebbe così ricucire lo strappo che dura dalla spiacevole vicenda del forzato dimissionamento del Direttore Perpetuo mons. Domenico Bartolucci, nell’ormai lontano 1997: da allora è sotto gli occhi (e le orecchie) di tutti come la veneranda istituzione, sotto la direzione dell’attuale Maestro, si sia discostata dalla tradizione musicale e liturgica di tutto il XX sec., che il M° Bartolucci aveva saputo salvaguardare, sotto molteplici aspetti, portando a compimento, con il suo naturale carattere tenace (e fortemente perentorio), le riforme intraprese dal M° Lorenzo Perosi, fin dal Pontificato di Papa Leone XIII, di s.m., e continuate, sebbene con frammentarietà, per i quasi 57 anni in cui aveva retto le sorti della Cappella musicale.
Già Perosi tirò fuori definitivamente la Cappella musicale dalle secche in cui l’aveva costretta, dopo la metà dell’Ottocento, la generale crisalidizzazione corporativistica delle Cappelle musicali romane, alquanto refrattarie alle benemerite riforme musicali provenienti dalle fonti del rinnovamento liturgico del XIX sec.: per un canto dall’insigne cenobio benedettino di Solesmes, guidato dall’immortale figura di d. Prospero Gueranger, e d’altro canto sgorgate dall’apostolato ceciliano tedesco ed italiano, sebbene a Roma avessero agito personalità di grande levatura quali l’abate Alfieri e l’abate Baini, quest’ultimo anche accorto direttore della Cappella pontificia a metà Ottocento.
A Perosi si deve il deciso abbandono di stilemi ottocenteschi e scelte esecutive attardate (già larvatamente incominciato sotto il suo predecessore Domenico Mustafà che, però, da evirato cantore, non le intraprese in maniera sicura ed univoca, anche per ragioni storiche dovute alle angustie inflitte alla S. Sede dall’Unità d’Italia), un rinnovamento del repertorio e una progressiva revisione dello stile esecutivo: anzitutto con la messa al bando degli ultimi “castrati” in servizio alla Sistina e il contestuale uso di voci bianche, sostenute da abili falsettisti, sempre abbondanti nella Professione romana, e poi con scelte vocali nuove, sebbene ancora molto vicine ad una vocalità tipica del Verismo musicale a lui contemporaneo, e con progressivo recupero del canto gregoriano, secondo le nuove edizioni che si andavano affermando con le riforme sartiane, ancorchè nella forma esecutiva “romana” e del repertorio della Scuola romana.
Negli ultimi anni della tarda età di Perosi, il vice-direttore Bartolucci, contemporaneamente Maestro della Cappella Liberiana a S. Maria Maggiore, maturava gli ulteriori progetti correttivi, nel solco della grande tradizione delle Cappelle romane e della Sistina, in particolare, mettendo a frutto gli studi portati avanti nei decenni precedenti da un’altra personalità di indiscusso livello, mons. Raffaele Casimiri che fu, oltre che Maestro della Cappella Pia in Laterano (ove da tempo sbacchetta nientepopodimenochè…. Frisina), direttore ad interim della Sistina in occasione dei disturbi di salute che ripetutamente assillarono Perosi, unitamente a don Antonio Rella.
Durante gli anni di direzione del M° Bartolucci, infatti, oltre alla stabilizzazione della schola puerorum, condivisa e patrocinata dal Beato Giovanni XXIII, che una volta per tutte sancì l’emancipazione della Cappella dai “prestiti” delle voci bianche, ancorchè meritori, da realtà esterne (i Fratelli delle Scuole Cristiane, i bimbi dell’Istituto Pio IX di fratel Damaso Cerquetti e altre istituzioni musicali romane), fu rimodellato esteticamente il servizio musicale, quanto ad organico, stile di esecuzione della polifonia e del canto gregoriano, emissione della voce ed intonazione, anche con la collaborazione degli indimenticabili pp. Preite e Catena, quest’ultimo sostituito dopo la morte, dal giovane don Renzo Cilia, che di Bartolucci fu sapiente e saggio segretario, collaboratore e sostituto (ad onta di coloro i quali sostengono che il Maestro, per via del suo “caratteraccio” toscano era stato incapace di creare una sua successione che, invece, se Marini il Vecchio non avesse deciso di silurare Bartolucci, applicandogli il disposto dell’Ingravescentem aetatem, nonostante la nomina a Direttore Perpetuo, sarebbe avvenuta – dopo molti anni – probabilmente proprio in favore del M° Cilia, maltese d’origine, ma romano d’adozione con tutti i crismi).
Questi progressivi correttivi, intrapresi fin dal 1956, quando il Servo di Dio Papa Pio XII, designava il Bartolucci a succedere a Perosi sul podio della “Sistina”, furono tutti ed indefettibilmente attuati alla luce della tradizione esecutiva italiana della polifonia sacra, della prassi romana del canto gregoriano, degli studi attenti dei documenti sistini – che avevano visto appunto il grande Casimiri, paleografo e liturgista di vaglia, quale precursore - e produssero, già dopo il primo decennio, un ammirevole livello di esecuzione artistica, di affiatamento della compagine corale, di emissione vocale e timbro, anche tramite il recupero dell’intonazione mesotonica nella esecuzione della polifonia romana rinascimentale – ovvero il repertorio più peculiare della Cappella musicale pontificia – che sono rimasti cifra indiscutibile della schola fino al 1997, assieme al nutrito corpus di composizioni polifoniche bartolucciane, tutte sgorganti da una limpida vena gregoriana in stile neo-modale, quale modernissimo sussidio sonoro ed al contempo alfabeto sensibile “al-di-sopra del tempo” mediante cui la veneranda istituzione, per molti anni, ha reso un servizio musicale di impareggiabile livello nelle cerimonie officiate dai Romani Pontefici.
Mi permetto di sfatare alcuni luoghi comuni che ho riscontrato nei numerosi commenti dei lettori: il primo circa la climax Perosi – discreto direttore/ottimo o mediocre compositore; Bartolucci – buon direttore/buon compositore.
Perosi fu un bravo direttore ed istruttore, depurando delle più palesi pesantezze tardo-melodrammatiche la vocalità dei cantori sistini e potenziando l’uso delle voci bianche (invero già saltuariamente inaugurato da Mustafà) e, anche nel suo caso, la successione con il predecessore non fu senza ombre, soprattutto per la questione delle edizioni gregoriane da adottare e per la presenza degli ultimi castrati (Mustafà alla fine si ritirò nei primissimi anni del secolo, morendo poi nel 1912 nella natìa Montefalco, mentre Angelo Moreschi, nonostante la fama che lo assisteva, fu dimissionato forzatamente, in ossequio a numerosi documenti del Magistero papale che avevano, fra il XVIII e il XIX secolo, bandito l’uso delle voci degli evirati dalle Cappelle musicali ecclesiastiche).
Di Perosi compositore parla la storia: qualche sofista odierno ha detto che scriveva musica semplicistica, cavalcando i primi successi del refrain da canzone leggera invece di usare temi solidi della composizione classica.
Dicano quel che vogliono i puristi post-sessantottini viziati dalla discografia anglo-protestante e dalle elucubrazioni musicologiche degli anni Ottanta: Perosi scrisse una messe sovrumana di musica, fra cui molti canti popolari che rimasero per decenni nel vero repertorio popolare (quello che cantavano TUTTI, pure le pietre e non solo i gruppi giovanili o giovanilistici di oggi), molto repertorio polifonico era di possibile esecuzione anche con gruppi di non specialisti e questo servì ad alzare di parecchio il livello del servizio musicale anche in chiese che non disponevano di mezzi economici e personali di gran rilievo, e tanti suoi brani di più alta struttura sono dei capolavori, sebbene non si allontanasse da un tonalismo abbastanza netto ed univoco.
Bartolucci certo non ebbe con il suo predecessore un rapporto facile, anche perché Perosi era molto anziano e la Cappella, quando il giovane toscano gli fu affiancato, languiva per i pensionamenti e i mancati reintegri, per la endemica carenza dei pueri e per il dover ricorrere a falsettisti pescati nella Professione che, spesso, meritoriamente salvavano molte situazioni ma erano, tuttavia, un ripiego (Perosi lasciò spiritualmente la sua eredità più che a Bartolucci, ad un giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, Arcangelo Paglialunga che fu il suo alter ego degli utlimi anni e sarà uno dei primi vaticanisti negli anni successivi del Concilio).
Il suo piglio organizzativo si magnificò nella stabilizzazione della schola puerorum interna, durante il pontificato di Giovanni XXIII quando, forse a causa della simpatia universale di cui godeva Papa Roncalli, l’Obolo di S. Pietro ebbe una impennata mai vista e la S. Sede potè affrontare molte riforme strutturali ed edificare pure …… molte Nunziature.
Delle capacità di Bartolucci autore e direttore ho detto già: qualche registrazione che renda conto del progresso di stile e fusione fino a livelli eccelsi, fra gli anni Cinquanta e i primi anni Novanta, è in commercio e tutti possono valutare. Se sono sinceri.
Le scelte dell’attuale Maestro, invece, hanno progressivamente mortificato il complesso corale, staccandolo dalla costante tradizione esecutiva della Cappella, e ciò per diversi motivi, non tutti imputabili invero alla di lui volontà, ma in parte dovuti alle direttive promananti dal precedente Maestro delle Cerimonie liturgiche, Marini il Vecchio.
Anzitutto mons. Liberto, in ossequio alle sue personali inclinazioni, ha privilegiato – almeno per i primi dieci anni di sua direzione – un certo repertorio in lingua italiana che, forse adatto a liturgie di massa e non a grandi liturgie, non risponde né alla tradizione del servizio musicale pontificio, né agli intendimenti della riforma delle cerimonie papali, intrapresa fin dagli anni Sessanta del Novecento.
Sul punto si volle – e tuttavia giustamente – sottolineare progressivamente la natura di Pastore universale del Sommo Pontefice, e non solo di Vescovo di Roma, più che di sovrano temporale; a tale concezione quale sussidio liturgico si può attagliare più universale e parimenti identitario della lingua latina (e del canto gregoriano)? Quale privilegio spetta all’italiano – già oggigiorno lingua “franca” nella Chiesa – per adornare le cerimonie papali, a detrimento degli altri idiomi?
Lo stile esecutivo della Cappella, poi, sia quanto a repertorio (quasi totalmente abbandonate le composizioni di Bartolucci, difficilmente usate in sede liturgica le composizioni polifoniche di Palestrina e della Scuola romana), sia quanto a prassi (ulteriormente alleggerita la vocalità, senza beneficio apparente sull’intonazione), sia quanto ad organizzazione del servizio nella Basilica vaticana (l’uso, ancorché necessario, per la progressiva ignoranza dei fedeli nelle risposte cantate rituali, del coro “responsoriale” formato vieppiù da voci femminili e anche maschili prive di carattere) ha inevitabilmente snaturato il tradizionale “colore” del servizio musicale pontificio che, dal classico “bronzeo” romano fortemente violaceo, si è scolorito in un giallo (si passi la metafora, cara ai maestri di banda) che non ha precedenti e non imita – nel buono – nemmeno il sound (sit venia verbo!) del servizio musicale di alcune confessioni riformate più tradizionaliste: valga per tutti l’esempio dei Vespri cantati all’Abbazia di Westmister dal coro di quella chiesa primaziale anglicana, durante il viaggio del Pontefice nei giorni passati in Inghilterra, così giustamente lodati in un editoriale dell’ottimo Sandro Magister, che pure in diverse occasioni non ha mancato di concordare circa l’inopportunità della ventilata nomina di Palombella.
Bisogna pur dire che, nel panorama musicale che parte da fine anni Novanta, la scelta dell’attuale Direttore della Cappella ha comunque scongiurato mali peggiori, e la decisione di non rimuoverlo negli ultimi mesi (come alcune voci accreditavano), può ancora evitare, allo stato, ulteriori deviazioni: almeno il M° Liberto ha un suo stile compositivo, che può piacere o non piacere.
Che dire se, come qualche malpensante ventilò nel 1997 alla cacciata di Bartolucci, la fine della nomina a Direttore Perpetuo e la designazione ad quinquennium non preludesse ad un veloce avvicendamento sul podio della Sistina, dopo il mite e più “accademico” Liberto, a personaggi della risma del rampante Frisina o del beniamino CEI Antonio Parisi?
Questo perché Palombella era ancora in fasce allora…..!
Allora, se non è Miserachs, si lasci Liberto al suo posto.
Colgo l’occasione, da amico dell’indimenticabile p. Carlo Messori Roncaglia, per ammonire qualche salace lettore che ha citato l’inno dei sommergibilisti (di Giannini alias Zorro e Ruccione, 1941): a fine seconda strofa non è “ … dritto e sicuro/ parte il siluro…” ma “.. dritto e sicuro/ BATTE il siluro..”
Intelligenti pauca.
L’occasione è grata, per impartirvi la consueta beneaugurante benedizione.
+ Eleuterio Favella, arciv. tit. di Sinossi
Bella prosa, Reverendo. E saluberrimi contenuti.
RispondiElimina<span>Bella prosa. Saluberrimi contenuti.
RispondiElimina</span>
wuao!!! non si finisce mai di imparare!!
RispondiElimina:-D
<span>Non consta che d. Palombella abbia al suo attivo grandi carriere accademiche
RispondiEliminaMa è l'unica luce nel suo curriculum!</span>
Grazie, Eccellenza!
RispondiEliminaFinalmente una voce competente e autorevole, che ci illumina in questa intricata vicenda!
Allora, stantibus rebus, viva Miserachs! Viva il Papa! Viva Cristo Re! :)
Guarda che forse non è un vescovo..
RispondiEliminaMa è la stessa lettera ricevuta da Fides et Forma e pubblicata ieri?
RispondiEliminaI "silenzi" del Papa sono assai imbarazzanti... comunque... grazie Mons. Eleuterio per queste pagine storiche e memorabili! Grazie per questa bella panoramica e soprattutto per l'amore e la delicatezza dei toni che non intaccano per nulla una chiarezza e una veracità di giudizio fuori dal comune.
RispondiEliminaTuttavia mi permetta di dissentire solo su un punto, nessuno toglie i grandissimi meriti umani di don Renzo Cilia (per stare vicino a Bartolucci si vogliono atti eroici di pazienza) tuttavia anche se è stato un validissimo sostituto, don Renzo Cilia mai e poi mai avrebbe potuto prendere l'eredità di Bartolucci (non è un compositore all'altezza!), perchè Bartolucci ha sempre avuto paura di avere accanto a se musicisti che avessero in qualche modo "minacciato" la sua arte, dei rivali insomma! Vada a domandare ai cantori della LIBERIANA a Santa Maria Maggiore quanto tempo dovette aspettare Miserachs per prendere ufficialmente in mano le redini della LIBERIANA (perchè Bartolucci, nonostante fosse sempre impeganto nelle funzioni papali a san Pietro, non si decideva di mollare).
Vabbè, i giochi sono fatti, tutto è deciso... ma il Papa musicista che fa? tutti sanno che da Cardinale stimava in modo assoluto Miserachs, e ora? Ma chi comanda?
Di fronte a tanta erudizione in materia non si può dir che "requievi".
RispondiEliminaE chiediamo venia se abbiamo citato a memoria " l’inno dei sommergibilisti (di Giannini alias Zorro e Ruccione, 1941): a fine seconda strofa non è “ … dritto e sicuro/ parte il siluro…” ma “.. dritto e sicuro/ BATTE il siluro..” ...constatando per giunta che ora l'ordigno è davvero partito.
Il Santo Padre ha beghe più importanti della direzione di coro della Sistina. Già ha messo un miglior Marini come cerimonier, ergo la sua entrata "in gioco" per ora si è fermata a questo. Dietro quel posto di direttore ci sono forti pressioni, a mio avviso. Secondo me, conta molto sul fatto che il suo cerimoniere possa offrire un a liturgia più solenne e che gli altri, per non stonare, si adeguino al nuovo clima. Piuttosto, preghiamo per il Pontefice, perché possa realizzare tutto quello che vorrebbe!
RispondiElimina<span>Tutti sanno che chi comanda è mons. Filoni, il sostituto di Bertone, che lascia il potere a Bertone oppure ad altri -vedi G. Marini- circa le questioni a suo giudizio poco rilevanti. Non dimentichiamo che Filoni è l'occulto (ora non più) protettore della Nuova Evangelizzazione (e nuova chiesa) Neocatecumenale! Ancora una volta vi dico: "Fino a quando?". Rimane pur sempre vero che il Signore saprà far nascere il Bene da ciò che ora ci appare "Male" o meglio poco opportuno! Pregare ininterrottamente senza stancarsi mai PER IL NOSTRO PONTEFICE!</span>
RispondiElimina...che dici? E' arcivescovo titolare di Sinossi. E ai vescovi e agli arcivescovi ci si rivolge con "Sua Eccellenza"...
RispondiEliminaConsapevole della tua buona fede in materia, vorrei però dire che finché si parla della musica sacra come cosa di poco conto, di scarto e poco importante, possiamo solo sognare la ripresa della Chiesa. Più che altrove in questo blog siamo consapevoli di come il compimento dei comandi di Cristo nella vita comincia nella liturgia, la quale è fatta di parole, segni e canto. E tutti e tre gli aspetti hanno la massima uguale importanza; troppo spesso nelle nostre parrocchie e nelle dirette televisive la musica sacra ha assunto un ruolo di riempimento e intrattenimento, cosicché non deve essere troppo lunga (perché sennò il "presidente" dell'"assemblea liturgica" batte nervosamente il piede mentre con le stoviglie sull'altare ha già finito da un pezzo) né occorre, d'altra parte che sia troppo ricercata (l'intrattenimento è di per sè qualcosa di leggero). Io spero, anzi, prego il Signore che questo non debba avvenire anche in Vaticano, che il papa non debba dire "Ho cose più importanti da fare che occuparmi della musica liturgica; lasciate la banda Osiris, quando avrò più tempo ne riparleremo". Ricordo che, appena eletto pontefice, papa san Pio X si preoccupò della musica liturgica, cioè ha giudicato che la liturgia fosse la cosa più importante, ancora più impellente che redarguire i modernisti (forse perché il modernismo nasce e fa male anzitutto nella liturgia?).
RispondiEliminaLeggendo questa bella disamina delle vicende della Sistina, e complimentandomi con l'autore che oltre che arcivescovo deve essere un ottimo musicista (perchè non lo fanno cardinale?) non si può non condividere l'auspicio che un Miserachs possa prendere la direzione di quella corale.
RispondiEliminaSe è vero che mons. Marini abbia indicato Palombella (con l'assenso della Segreteria che, forse, vede in questo posto una faccenda marginale e forse perchè avallare la nomina di un salesiano porta altra acqua a Bertone) cosa si aspetta: forse solo un silente esecutore di ordini? Mah
Ma lo sai cos'è la sinossi?
RispondiEliminaArticolo molto lungo : lo stamperò per leggerlo con più attenzione.
RispondiEliminaGrazie alla Redazione.
buona fede in materia...guarda che io sono organista! lo so bene che ruolo abbia la musica sacra all'interno della liturgia, ma so anche bene che, allo stato attuale, ben altri sono i problemi impellenti del papa.
RispondiEliminaMa è lo stesso pubblicato adesso su Chiesa.Espresso da Magister?
RispondiEliminaSì è lo stesso pubblicato da Magister: evidentemente questo mons. Favella, oltre che essere autorevole, merita il rispetto di grandi giornalisti e deve essere persona anche introdotta negli ambienti vaticani. Perchè non si manda questo articolo al Papa? tramite la sua segreteria personale? o lo si faccia pervenire al fratello mons. Georg, perchè possa consigliare (lontano da beghe curiali) il suo degnissimo fratello e nostro Santo Padre? anche se io non condivido la pressione delle folle, ricordiamoci che qualche mese fa la S. Sede dovette retrocedere sul caso del vescovo ausiliare di Linz. Sebbene io concordi con quanto scrisse Enrico in proposito, qui non è in gioco alcuna successione apostolica e implicazioni di carattere teologico-gerarchico non mi pare siano compromesse.
RispondiEliminaFacciamo rumore noi (invece di farlo fare, fra un pò, a Palombella...)
Allora bisogna chiedersi: quali sono questi problemi impellenti? E qual è il compito di un papa? E poi: perché tra questi problemi impellenti non c'è la liturgia, visto anche come siamo presi?
RispondiEliminaforse la diocesi di Sinossi era una di quelle soppresse e ormai in partibus infidelium
RispondiEliminaMi sa che Palombella sia una che "sa muoversi" a tutti i livelli...e così, con scaltrezza, si è "guadagnato" la Sistina...ma piuttosto, fare un bel conconrso internazionale per scegliere il direttore? non sia mai...
RispondiEliminae poi sa trovarsi sponsor di lusso...vedi Alenia Aeronautica o adnkronos che lo sponsorizza ed esalta sul web
RispondiEliminaHo controllato anch'io, che ho fatto il militare nei sommergibilisti, e credo che mons. Favella abbia ragione ANCHE sulla strofa di quell'inno molto bello.... Andar per vasto mar....
RispondiEliminastile salesiano degli ultimi quindici anni. se vi dicessi, qui vicino a casa mia dove c'è un oratorio, che penose figure hanno fatto con i giovani e la città i salesiani che, pure sono stati una forza nel passato, ci si spiega perchè i ragazzi e le famiglie si allontanano dalle scuole e dai gruppi cattolici
RispondiElimina............e'...solo una perdita di tempo...........!!!!
RispondiEliminaE chissà perché sono in crisi con le vocazioni...da lassù c'è Chi vede e provvede!
RispondiEliminaTra i problemi impellenti c'è: l'anarchia dei vescovi; il progressismo/liberalismo teologico e liturgico; la difesa della cattolicità dall'avanzata del protestantesimo intellettuale; la difesa dei fedeli tradizionalisti; la gestione dei vari scandali su pedofilia etc. la questione delle nomine per i futuri vescivi e cardinali; il rientro degli anglicani all'interno della cattolicità...può bastare?
RispondiEliminaE' logico, credo io, che se l'aria cambia, anche chi dirige la Sistina, se vuo, rimanere, dovrà cambiare. Ce lo vedi te il Pontefice a celebrare VO con il sottofondo di "Giovane donna"?! (non credo proprio che anche il più imbecille osi tanto)
Non esiste un vescovo con questo nome e non penso che esista una località chiamata "Sinossi". Prima ancora di leggere la firma, avevo avuto l'impressione che tale commento fosse troppo tecnico per essere stato scritto da un vescovo. In ogni caso, è difficile trovare uomini di chiesa che si espongano così tanto.
RispondiEliminaA me sembrava abbastanza ovvio che fosse uno pseudonimo...
RispondiEliminaSignori: SVEGLIA!!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaAvete mai sentito parlare di "pseudonimo"?
La firma di questa lettera è un evidente "pseudonimo"; peraltro uno pseudonimo assai brillante e molto intelligente che la dice lunga sulla personalità dell'anonimo scrittore...un anonimato dietro cui si cela, ne sono sicuro, un personaggio (un ecclesiastico? penso di sì)senz'alto molto dotto in fatto di Musica Sacra ma anche molto ben introdotto nelle "questioni romane" (e non da ieri!)... e ciò non fa che accrescere l'interesse dello scritto.
Rlativamente al poblema delle Cappelle Papali, io credo che si potrebbe veramente risolvere il poblema qualora si procedesse ad una radicale riforma del Rito della Messa papale, magari costituendo un Rituale proprio ed esclusivo. Le "grandi innovazioni" di Mons. Marini junior (cui va in ogni caso la nostra riconoscenza) si limitano alla scrupolosa applicazione del "Coerimoniale Episcoporum" del 1984. E' tutto.
Ma vi pare possibile che la Messa del papa soggiaccia alle norme comuni a tutti i Vescovi?!? Andiamo!! E ci ostiniamo a chiamare queste normalissime celebrazioni "Cappelle papali"?!?
Riconosco i progressi ripetto alla precedente amministrazone. Credo tuttavia che un po' di coraggio in più non guastrebbe. Non parlo solo di paramenti (nei quali comunque continua a prevalere un gusto pienamente conciliare, seppur moderato, vale a dire casule, casule, casule,...); parlo soprattutto delle sacre cerimonie e della Musica.
Anche a me sembra un argutissimo pseudonimo, che aumenta il valore dello scritto.
RispondiEliminaSi tratterà di qualche ecclesiastico di livello, di una certa età, che non vuole o non può esporsi.
Nella generazione ultrasettantenne qualche prelato che ne capiva di musica e di liturgia ci deve essere, perbacco!
dovremmo fondare un "Eleuteriofavella's fun club"
caro Ospite, nel gioco della "finzione letteraria", alla "Pepito Sbazzeguti" di guareschiana memoria, anche i titoli e le eccellenze possono starci, no? :) ...in ogni caso, cosa sia una syn-opsis lo so, forse da docente di Vangeli dovrei saperne qualcosa... :-P
RispondiEliminaSecondo me l'autore - che dev'essere una persona molto più arguta di quanto già non sembri, e avrà quasi settant'anni - ha colto nel segno soprattutto quando ha parlato dei falsettisti, su cui non si è soffermato forse per evitare di fare un discorso troppo tecnico. A mio modesto avviso l'errore principale di Mons. Liberto (sono d'accordo quando il Nostro sottolinea che il suo stile può piacere o meno ma comunque è di buona pasta!) sta proprio nell'aver snaturato questo coro appesantendolo di voci bianche: insomma, sono in 10 tra bassi, "baritoni" (sic) e tenori, a fronte di 40 - dicasi 40 - bambini! Da qui l'effetto "onda" del coro: non erano stupidi i nostri antenati ad usare castrati e falsettisti (sempre presenti assieme) e non bambini, quando è ovvio e indiscutibile che la voce dei bambini è di per sé meno "timbrata" e per ragioni fisiologiche meno potente (hanno i polmoni della loro età!). I bambini possono servire a "riempire", ma l'input deve venire dal falsettista, che non a caso nei cori d'Inghilterra per assodata tradizione esiste e gode di un certo rispetto musicale.
RispondiEliminaMa cos'è questa pagliacciata di Eleuterio Favella? neanche se lo vedo sul passaporto credo esista uno che si chiama così...
RispondiEliminaConcordo, ma solo per precisazione la Sistina ha 20 voci virili (divise in 4 sezioni) e 35 pueri.
RispondiEliminaMmm... di questi tempi la componente infantile andrebbe alleggerita anche per motivi di ordine morale, vista l'insana tendenza degli ambienti clericali a scivolare nel vizio greco.
RispondiElimina<span>
RispondiEliminaIl fatto che il Papa abbia altre beghe a cui pensare è indiscutibile. Ma anche questo è un notevole, anzi fondamentale problema all’interno della scena musicale e interamente culturale della Santa Chiesa. I fraintendimenti dei documenti del Concilio Vaticano II hanno portato all’oblio ciò che rendeva la SS. Messa alta e bella, nel vero senso della parola. Concordo pienamente con l’Eminentissimo Eleuterio Favella nel suggerire Mons. Miserachs Grau come futuro direttore della Sistina. Egli è valido compositore e superbo direttore e conoscitore del repertorio gregoriano puro. Quindi la Sistina avrebbe quello di cui ha più bisogno: un approccio moderno ma nello stesso tempo antico; innovare, ma nello stesso tempo riscoprire. Personalmente, ritengo sia arrivato il momento di dare a ogni cosa e persona il suo posto e il suo giusto contesto all’interno della Chiesa. In circa 40 anni si è pressocchè distrutto tutto ciò che è stato costruito prima (e per prima mi riferisco al lavoro di quasi 2 millenni!). Forse per l’impossibilità di portare avanti con coscienza e cultura ciò che si stava facendo? In tal senso si spiegherebbe un tale stravolgimento dei documenti del Concilio. Risultato? Sacerdoti che non conoscono il Latino, che non sanno quello indossano nè dicono; in poche parole, non conoscono i mezzi che essi stessi usano per servire Dio. E lo stesso vale per la musica. Credo in questo momento storico, la musica e l’arte sacre debbano seguire il disegno e il movimento delle guglie gotiche: tendere verso l’alto.
Concludo il mio breve intervento, facendo notare un altro elemento spiacevole, di livello veramente basso: spesse volte (sarà capitato anche ai lettori) nell’obiettare a qualcuno nell’ambito artistico ecclesiastico delle imperfezioni , si corre il rischio di sentire questa risposta: "Ma io lo faccio per il Signore, Egli sa che lo faccio per lui e mi perdonerà gli errori". Questo è un luogo comune di una gravità inaudita a mio parere, sinonimo di una superficialità di fondo. Se proprio dovessi rispondere a questa gente, io direi che il Signore vuole il BELLO, visto che Egli stesso ci ha dato gli strumenti giusti per produrlo, e se al giorno d’oggi siamo arrivati a questo sfacelo, è anche grazie a questo modo di pensare, a mio modesto parere. Vi ringrazio della vostra attenzione.
Padre Ignatio
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avresti preferito si firmasse Coco Chanel? a me sembra il nome di qualche presule cattolico, ma di rito orientale, e poi se avete letto Magister dice che viene dal sud levantino (in Calabria e in Puglia ci sono tante comunità di rito greco e albanese)
RispondiEliminaAlla fine saremo costretti a seguire i concerti in play back
RispondiEliminanella mia città, alcune parrocchie hanno il registratore comandato dall'altare: nè organista, nè coro alla Messa..... vi lascio immaginare.
RispondiEliminaCi vorrebbe in ogni diocesi almeno uno come mons. Favella che, con il suo ironico garbo, possa dirne più di quattro a questi parroci con le chitarre, con i dati alla mano
Eleuterios in greco significa "libero", la "favella" in italiano arcaico è l'atto del parlare o linguaggio o voce, "sinossi" in greco significa "sguardo d'insieme"... Avete bisogno di altri chiarimenti, per capire che si tratta di uno pseudonimo? Il nostro competente amico è un uomo che conosce bene i fatti e che si esprime liberamente, ma mantiene l'anonimato perché evidentemente la sua "posizione" non gli consente di esporsi...
RispondiEliminaè commovente vedere come taluni zelanti/zeloti commentatori di questo blog, sempre pronti a farsi scudo di nomi tanto altisonanti quanto incongrui (dall'Asburgo che mi invitava a mangiare i sorbetti al difensore dell'Alcazar e via dicendo), non siano stati in grado di comprendere che nome e qualifica del sottoscrittore di questa lettera siano uno scherzoso pseudonimo (= falso nome).
RispondiEliminaDetto questo, passiamo al sodo.
1. Il salesiano in oggetto è un tipico prodotto dell'UPS (= Università Pontificia Salesiana), luogo zeppo di carrieristi tanto opportunisti quanto ignoranti. Uno di costoro - che parlava male alle spalle dei laici che sapevano il latino e che cedevano il passo alle signore, tanto per dire lo stile sciatto che impera da quelle parti - sosteneva che don Bosco era stato proclamato santo nel... 1950! Il medesimo, quando gli fu fatta presente l'opportunità di una qualche forma di riparazione per le squallidezze del Gay Pride, rispose: "E perché?" (e non rispose così perché fosse... dell'altra sponda, anzi, semmai faceva il galletto con le ragazze). Sorvolo - si fa per dire - sul fatto che quelli dell'UPS prendevano in giro l'allora cardinale Ratzinger e che, quando egli è stato eletto Papa, la prima cosa che hanno fatto è stata un volume sul CVII (cui peraltro Ratzinger partecipò). Sui manifesti nella basilica del Sacro Cuore in cui si invita al Coro Interuniversitario, da qualche tempo c'è scritto che vi si canta polifonia: inutile specificare che trattasi di aggiunta recente (e, a quanto pare, non disinteressata), dato che una decina di anni fa i salesiani si facevano un baffo della liturgia tradizionale.
2. Complimenti alla Redazione per l'articolo sul 20 settembre, articolo ineccepibile (e lo dico da Romano e da devoto di PIO IX, di cui mi interessavo da bambino negli anni Ottanta quando non ne parlava più nessuno).
Aggiungo: per coloro che fantasticano di un paradiso terrestre asburgico in Lombardia, mi limito a ricordare che la Lombardia era la terra dell'Impero austriaco più tassata (ricorda qualcosa?). Non parliamo poi dell'"asburgica" Trieste, una delle città più secolarizzate e massoniche. Il cattolicesimo lombardo, veneto e trentino era preesistente e non deve nulla agli Asburgo (del resto in Austria la religione era una mera funzione dello Stato, non certo un qualcosa di profondo: non a caso Marco d'Aviano, che salvò Vienna, era italiano).
3. Per Caterina: non ho detto che Ratzinger/Benedetto XVI non creda che quella di Loreto sia la Santa Casa: ho detto che non crede che siano stati gli angeli del cielo a trasportarla.
Pseudonimo o vera identità, stà di fatto che dietro quella firma si cela uno che conosce la situazione benissimo, da lungo tempo, è in possesso di una cultura liturgica e musicale non comune, ha una ottima padronanza della scrittura e una dimestichezza con il latino, ormai quasi rara. Propendo per un uomo anziano - meglio se ecclesiastico - che si fa aiutare nei rapporti con il web da qualche giovane segretario o figlio, o nipote. In ogni caso parole sante! E poi, anche se fosse un giovane, cosa cambierebbe? Parole ancora più sante, perchè comunque conosce molte cose e le dice con sapienza e criterio, oltre che con garbata ironia
RispondiEliminaAh, dimenticavo: al vescovo ci si rivolge con "Eccellenza", non "Sua Eccellenza" (questo va bene solo se è il soggetto di una frase, non un vocativo - prof. Pastorelli, confermi! -, a meno che a parlare non sia un anglofono oppure Gad Lerner, che una volta si rivolse a un cardinale dicendogli: "Sua Eminenza, ci dica...").
RispondiEliminaQuesto vescovo''sinottico'' chi è? Guardate, uno che nel '34 era a cantare in Basilica dubito che sappia oggi scrivere ed inviare via internet. Spero sia uno scritto scherzoso, ma di contenuto valido.
RispondiEliminaIl contenuto è validissimo e lo scritto non è affatto scherzoso: espone verità sacrosante.
RispondiEliminaUna mia consorella che per lungo tempo a Napoli conosceva i Salesiani, suppone di aver individuato anche l'autore, in un anziano Salesiano, dalla cultura prodigiosa, che dovrebbe aver superato abbondantemente gli 80 anni. Che in qualche Istituto SDB si celi una cellula di resistenza, magari fatta da un vegliardo sapiente e qualche giovanissimo aspirante esperto del web..... in barba agli Ispettori modernisti, molinisti, qualunquisti, terroristi, comunisti e giù di lì....
I FILIPPINI, ORATORIANI, DELLA PROVINCIA C. O. INGLESE, ALLA QUALE APPARTIENE PADRE LANG, SONO INCREDIBILMENTE UNICI, CELEBRANO IN RITO ANTICO REGOLARMENTE SONO UN'UNICA MOSCA BIANCA.
RispondiEliminaSì ma qui si tratta dei Salesiani italiani, una delle Congregazioni che in materia liturgica ha consumato incredibili scempi a partire dagli Anni 70, sotto l'equivoco della pastorale giovanile. Alcuni anni fa quando seguivo un convitto universitario femminile, accompagnai le ragazze ad un raduno di giovani presso un istituto salesiano del Meridione: rimasi sconcertata per le cose che sentii (musica degna di una sagra, anche durante la Messa, alla cui fine fu cantata una canzone ...... di Vasco Rossi). Se Palombella ha bazzicato tali ambienti, come potrà spiritualmente condividere l'impostazione di mons. Marini? lo farà solo per opportunismo e piaggeria. Ma così non si serve la Chiesa e meno ch mai il Papa. Mons. Favella ha ragione: a questo punto resti Liberto
RispondiElimina...al difensore dell'Alcazar e via dicendo....
RispondiEliminaSe costui allude al mio nickname, forse non sa che esso non è ispirato a un difensore dell'Alcazar; mavvabbè, un tanto al chilo; tanto per dir qualcosa anche perché il sottoscritto non aveva certo dubbi sulla simpatica mimesi dell'autore dell'articolo, tra l'altro assai apprezzabile e apprezzato;
Cerchiamo di non confondere però questo interessante argomento con un gioco di ruolo alla ricerca di identità. Andiamo ai contenuti, lo consiglierei....
...e ancora a costui: non comprendo la necessità di concentrare in un intervento vari argomenti conditi da qualche punta di livore; forse un caso di evacuazione incontinente...di idee. Ci sono comunque dei rimedii, coraggio.
RispondiEliminaMi spiace dirlo.. ma i salesiani oggi fanno paura persino agli scout. E io che pensavo che "noi" (...io mi ci escluderei volentieri!) scout avessimo toccato il fondo: poi ho conosciuto i salesiani e "l'opera salesiana", e mi sono rallegrato.. se noi ci limitiamo a toccare il fondo, loro scavano.
RispondiElimina..dai salesiani ho visto COSE CHE NOI UMANI...
RispondiEliminaLa messata col "vocalist" e i cartelloni.. "tutti insieme! non vi sentoooo!!!"
.. se ci ripenso, mi riparte un vomito a idrante.
Persino i "miei" scout sono inorriditi.
Un'unica nota sullo stile.. SPLENDIDO.
RispondiEliminaNon entro nel merito dell'articolo e nemmeno nella discussione sull'enigmatico pseudonimo.
Ma dico che così come Stendhal leggeva qualche pagina del Code Napoléon al giorno, prima di scrivere, così "pour prendre le ton".. Io leggerei questo testo altre infinite volte.. veramente delizioso.
Lo fanno anche col papa : " Sua Santità, siamo felici di essere qui...."
RispondiEliminaAl vescovo bisognerebbe rivolgersi con un " Vostra Eccellenza "
Acqua, acqua...
RispondiEliminaSe la redazione con "acqua, acqua" si riferiva alle indicazioni della mia consorella che, stamane, aveva pure dato un nome al possibile salesiano autore dello scritto (ormai quasi novantenne, a sentire i suoi calcoli), mi astengo dal profferirlo. Concordo con Cajetan sullo stile splendido dello scritto: dovrebbe impararlo il delegato alle Comunicazioni sociali della mia diocesi che dopo il soggetto, il verbo e un solo complemento (diretto) va nel pallone......
RispondiEliminaE allora...rivogliamo i castrati!
RispondiEliminaChe per inciso dicono che avessero una voce straordinaria, ossia diafana come quella di un bambino e potente come quella di un uomo.
Sono convinto che l'identità di Mons. Eleuteio Favella è tanto vera quanto la sua, carissima Suor Eufrasia.
RispondiElimina....Giungere poi a pensare che sia un vescovo di rito greco è il parossismo!!!
Immagino come dovrà sentirsi il nostro autore nel leggere i commenti del Blog...aveva proposto un'interessantissima riflessione storico-cristica circa i movimenti musicali alla Sisitina e si ritrova decine di commenti che discutono circa la verità o la falsità della sua identità!...e dire che aveva concluso l'articolo con il noto detto "INTELLIGENTI PAUCA"!!!!!!
Una amica che segue il blog e vive in Puglia sostiene di aver riconosciuto nell'ottimo mons. Favella, un prete pugliese che è in Vaticano da molti anni, addetto ad un importante ufficio di Curia e dotato di cultura musicale notevole, oltre che laureato in diritto canonico
RispondiEliminaFuochino... ma solo una scintilla.
RispondiEliminaDovremmo iniziare sul serio a preoccuparci per una nomina che è assolutamente cruciale, se davvero abbiamo a cuore il ritorno del senso del sacro nella Liturgia Cattolica Romana: stiamo parlando nientemeno che del successore di Giovanni Pierluigi da Palestrina. Con tutto quel che, materialmente ed idealmente, significa ed implica la successione del genio che, ispirato dallo Spirito Santo, ha creato la grande tradizione della Polifonia Sacra Romana.
RispondiEliminaPer capire quanto sia fondamentale tenere alto il dibattito su questo punto, non è necessaria l'indiscutibile competenza musicologica dell'autore dello scritto: è sufficiente il minimo sindacale di buon gusto e di amore per Cristo. Non mi soffermo sulla eventuale nomina di don Palombella, perché il Monsignor Favella ha già detto tutto; ma l'incredibile assurdità di non considerare del tutto ovvia la nomina di Miserachs, obiettivamente non può spiegarsi, se non con squallidi giochi e giochetti che con Nostro Signore hanno ben poco a che fare. Con un tocco di umorismo, giusto per esser chiari, schietti ed a tutti comprensibili, e sperando di non apparire irriverenti, per comprendere l'assurdità della mancata nomina di Miserachs si potrebbe pensare alla mancata chiamata di Cassano in Nazionale. Metaforicamente, speriamo che stavolta le cose finiscano in maniera ben diversa, sia per il giocatore che per la Nazionale...
Tornando alla seretà che la situazione impone, preghiamo con fervore lo Spirito Santo affinché illumini le menti dei preposti alla nomina, portandoli a ben più sagge decisioni.
Cosa, tra l'altro, vietatissima
RispondiEliminaConcordo in pieno con l' "Eminentissimum ac Reverendissimum" Mons. Eleuterio Favella..
RispondiEliminaProponiamo come direttore della Cappella Sistina Mons. MISERACHS-GRAU.. Uno dei pochi che, in questo momento, sa cosa è veramente la MUSICA SACRA!!
In Domino Iesu
La nomina di Palombella è l'ennesimo sgambetto dei curiali modernisti o semi tali all'opera restauratrice di Benedetto XVI : evidentemente hanno cominciato a capire che è meglio iniziare a fare terra bruciata intorno al S.Padre, infatti mons.Miserachs-Grau è certamente piu' vicino al Papa e quindi senz'altro piu' idoneo a ricoprire quest'incarico prestigioso senza nulla togliere per questo alle qualita' musicali di Palombella, ma che comunque non sono in sintonia con l'attuale pontificato.
RispondiEliminaIn Xto Rege.
Ecco è bastato restare a Roma 48 ore per perdermi tutta questa querelle!!!
RispondiEliminaIl pezzo del rev.mo mons. Favella è un vero capolavoro: di sapienza, di conoscenza dei fatti, di sardonica ironia.
auspicherei che soggetti del genere (laici o ecclesiastici che siano; a proposito avete scoperto chi sia? per conto mio è un avvocato o un magistrato) divenissero Officiali delle Congregazioni romane dove oggi, spesso, vagano ancora persone che sarebbe meglio mandare a zappare!!!
La vergognosa nomina di Palombella che (insieme ad altre, fra cui l'arcivescovo di Torino) verrà pubblicata oggi - salvo cause di forza maggiore - è l'ennesima macchia sbrodolata dagli inetti collaboratori del Pontefice, sulla magnificenza di questo pontificato.
Perchè un giovane salesiano che - se ha le carte in regola, musicalmente parlando - poteva fare ancora vent'anni di gavetta e ripulirsi, e non Miserachs che ha servito la S. Sede e la Chiesa con impegno, lealtà e competenza (come ha giustamente osservato mons. Favella) e potrebbe ottenere quella direzione per un tempo necessario a raddrizzare la Sistina, avvilita d aLiberto, fino ad una pensione agli 80 anni? ci sarebbero più di 15 anni mi pare e allora si potrebbe vedere se è il caso di metterci un Palombella....
Ah, dimenticavo.
RispondiEliminaAdesso con Palombella alla Sistina, prenderanno fiato i vari Parisi e Frisina.
Speriamo almeno che mons. Marini, da cui pare che Palombella sia stato (inspiegabilmente) favoritom(a Marini ha visto come celebrano i Salesiani? come si canta nelle loro chiese? ha deciso di convertirli partendo da Palombella?) possa raddrizzarlo sufficientemente. Ho i miei dubbi.
Tutt'alpiù gli farà riprendere un pò di Palestrina e da Vittoria, senza tutto il resto.
Che dire dello stile compositivo di Palombella.....
Forse sarebbe stato meglio nominare direttore della Sistina mons. favella, che le competenze le ha, e lo abbiamo visto tutti!
Ecco il giorno della vergogna!
RispondiEliminaScusate se ancora mi ripeto (l'indignazione mi ha fatto andare di traverso la colazione e meno male che avevo già celebrato dalle suore alle 6,45, altrimento che Messa avrei detto!!!!): mi auguro che Palombella, se diverrà direttore, abbia il buon senso e il buon gusto di consigliarsi con Bartolucci, visto che è vivente, poichè mi avevano detto che ha cercato - non so con che esito, però - di ingraziarselo (forse per accreditarsi quale successore di Liberto).
RispondiEliminaE mi auguro che Bartolucci lo benefichi, ottenendone gratitudine, contrariamente a Miserachs che da qual che dice mons. Favella) è stato ripagato con una bella moneta.
Ora vi devo salutare, perchè devo andare a scuola, ma mi auguro - comunque vadano le cose - di leggere ancora i meravigliosi scritti di mons. Favella. Che Dio lo benedica!
Ancora una ultima cosa, prima di uscire (altrimenti scoppio stamattina!).
RispondiEliminaIl numero enorme di trasmissioni televisive dalla Basilica di S. Pietro rende, ormai da 40 anni, le cerimonie papali una sorta di prototipo per tutte le chiese locali.
Questo è noto - e lo accennava mons. Favella - dai tempi di Paolo VI, e pertanto si destrutturò il cerimoniale papale (giusto o sbagliato non lo so) per sottolineare alcune peculiarità spirituali del Pontefice.
Allora, se è vero che il S. Padre ha questioni ancora più gravi ed urgenti a cui pensare in campo dottrinale, gerarchico, morale, sociale, è pur vero che è una ammirevole attenzione di Benedetto XVI la riforma della riforma liturgica e il ripristino di una dignità e splendore del culto, ormai quasi ovunque dimenticata (vorrei farvi vedere il mio Vescovo come celebra, soprattutto d'estate, con le braccia irsutissime che spuntano da un larghissimo camice in terital su cui pone una stoletta, la croce pettorale attaccata alla catenella, e una mitra fiabesca....).
Allora le Messe papali devono offrire il meglio dell'esempio: anche il servizio musicale deve concorrere a aumentare tale splendore, sia tecnicamente, sia moralmente.
Riuscirà Palombella in tale compito? io ne dubito.
E saremo alle solite: i commentatori giornalistici continueranno a dire che il coro del Papa è una schifezza (soprattutto in confronto a realtà musicali estere)..... su questo punto bisogna imparare dagli Anglicani (il Sigonore mi perdoni!)....
Cara Redazione,
RispondiEliminaqual'è la scintilla? che è prete o che è pugliese? o che è laureato in diritto canonico?
Parole sante.
RispondiEliminaInvito tutti a pregare fervorosamente lo Spirito Santo, ed a mantenere alta l'attenzione sulla questione. Magari questo potrà ispirare ai preposti alla nomina quantomeno quella santa virtù cardinale che è la prudenza, facendo loro prender tempo, prima di avventurarsi dissenatamente in una nomina così vitale per la Chiesa di Cristo.
Signori, un amico ben informato mi avvisa che la nomina di don Palombella è stata pubblicata nella mattinata....
RispondiEliminaPreghiamo il Signore per la Sua S. Chiesa e per il S. Padre.
Invito ed auspico l'ecc.mo mons. Favella a far sentire nuovamente la sua voce alta e competente.
Non mi sembra che vi sia la nomina pubblicata dalla S. Sede o sul sito della cappella sistina.
RispondiEliminasperiamo ancora fino all'ultimo che qualche intervento dello Spirito Santo possa bloccare questa manovra.
Io la devo dire alla Redazione: mons. Favella è per caso mons. prof. Cosimo Fonseca, già rettore dell'Università di Potenza?
Chi è più esperto, mi spieghi dove intendono mandare Liberto visto che, contrariamente da Bartolucci che aveva 80 anni quando fu cacciato, mi pare che abbia una sessantina d'anni. Che fanno lo rispediscono in Sicilia? o lo sistemano in un altro ufficio a non fare niente? Temo invece che mons. Miserachs rimanga seriamente disgustato da questa manovra. Possibile che nemmeno S. Madre chiesa possa premiare i servi fedeli?
RispondiEliminaIo spero che, se la nomina di Palombella dovesse disgraziatamente essere pubblicata, le cose vadano così: la presidenza di Miserachs al PIMS scade a fine anno e potrebbe subentrargli il coetaneo Liberto (entrambi hanno 67 anni). Contestualmente Miserachs potrebbe passare all'erigendo organismo pontificio di controllo sulla musica liturgica. Oremus...
RispondiEliminaSono appena tornato da un pellegrinaggio a Santiago de Compostela, Fatima, Oviedo, Coimbra e Lisbona e ritrovo, finalmente su questo blog, la firma di Mons. Favella da me invocato in qualche post precedente.
RispondiEliminaCome sospettavo, e già dicevo in quell'altra occasione, mi pare che aquesto Monsignore sappia qualcosa in più sulla musica e sulle "manovre di Palazzo". Compiaciuto e arricchito del contenuto della di lui missiva, non posso fare altro che sostenere il suo pernsiero, e pregare perchè "se direttor si deve cambiare, Mons. Miserachs devono nominare".
Un caro saluto a suor Eufrasia, Altamurano, don Magnifico, ed in modo particolare a suor Concettina, postulatrice emerita per la canonizzazione di S. Soppressata.
W il Papa!
W il Papa e W Cristo Re!
RispondiEliminaMa la Redazione non vuole soddisfare la curiosità mia e della mia consorella, circa la vera identità di mons. Favella?
Bentornato al Prefetto, reduce da un così bel pellegrinaggio.
Se la nomina non è stata ufficializzata fino ad ora, ho il dubbio che slitti ad altra data, e se così fosse potremmo ancora sperare? Io prego che mons. Favella, dall'alto seggio "sinottico" che così degnamente occupa, possa fare qualcosa presso il S. Padre.
Liberto al Pontificio? non mi sembra proprio una ipotesi agevole. In questi anni mi pare non ha mai varcato la porta dell'Istituto. veniva più corteggiato dai Conservatori dove (concordo con mons. Favella) di musica sacra non si capisce più nulla
RispondiEliminasvegliatevi...e' lo stesso miserachs che ha scritto quell'articolo!..
RispondiEliminaDi ritorno da una missione in terra straniera dalla quale ci era impossibile seguire gli sviluppi della situazione romana, abbiamo acceso il computer e per nostra somma gioia abbiamo scorto, e quindi letto accuratamente, l'invocato intervento del nostro amato Mons. Favella. Vorremmo subito sgombrare il campo da allusioni travianti: non crediamo affatto che dietro di lui si celi il grande M° Miserachs. Egli infatti è uomo di animo nobilissimo e schietto e non avrebbe certo bisogno di celarsi dietro uno pseudonimo per esprimere opinioni e giudizi; del resto chiunque ha assistito a qualche sua conferenza in giro per il mondo sa bene ciò perché ha potuto riscontrarlo.
RispondiEliminaDetto ciò ci rallegriamo per l'intervento del nostro e per l'attenzione che ha suscitato in rete e non solo, molti che lavorano tra le mura leonine ne sono già venuti a conoscenza. Ciò che è scritto basterebbe a far comprendere a chiunque che la scelta di Palombella serebbe una scelta infelice. Infatti crediamo che sarà molto difficile ribattere con sincerità e sempre nel solco della Verità all'erudita ed accorata analisi del Vescovo Titolare di Sinossi.
Ciò che ci fa ancora sperare è il ritardo che accompagna l'ufficializzazione della nomina annunciata. Che queste nostre riflessioni e le preghiere stiano facendo meditare chi di dovere? Vedremo.
Quello che però ci sentiamo di chiedere umilmente, da indegno figlio, a Sua Santità é un grande gesto di risolutezza. Se è vero che molti posti sono già stati assegnati a uomini di buona linea, la direzione della Cappella Sistina non può essere considerata di minore importanza. Come abbiamo già avuto modo di dire, essa rappresenta un punto cruciale nella "riforma della riforma liturgica" sapientemente avviata sin dall'inizio del suo pontificato dal Vicario di Cristo. Non osiamo chiedere atti alla Sisto V, e cioè visite improvvise e sotto mentite spoglie per controllare la moralità del clero oppure distruzione di crocefissi, dopo aver fatto profondo atto di fede, per verificare l'autenticità o meno di eventi straordinari; ma solo un pò più di fermezza.
Ci rimane sempre, però, la totale e sconfinata fiducia nel progetto divino. E per ciò chiediamo anche l'aiuto di San Giuseppe...
Possano le nostre orecchie tornare ad ascoltare il vero splendore di codesta veneranda istituzione e così aiutare i cuori a giungere in alto, al trono dell'Altissimo, perché come ricordava San Tommaso d'Aquino: <span>«Sebbene alcuni fedeli non capiscano ciò che cantano, capiscono tuttavia perché si canta, cioè per dare lode a Dio; e ciò basta ad eccitare la devozione»</span><span>.</span>
Si vergogni soltanto a pensarlo! Lei, che pur sostiene di aver capito, evidentemente non conosce Miserachs
RispondiEliminaVorrei controbattere ancora a quello che dice di aver capito (dietro cui mi viene il dubbio esservi don Palombella, o qualche suo famulo): perchè non legge gli scritti di Miserachs (ce ne sono molti di pubblicati e in rete)? a meno che non è un ignorante matricolato si renderà presto conto che la prosa di Miserachs (spagnolo, seppur quasi naturalizzato italiano) non arriva alle proprietà di linguaggio ed alla costruzione fluente di mons. Favella. Quest'ultimo - di cui le competenze musicali sono innegabili - è ancor più padrone della lingua italiana e quindi è indiscutibilmente un italiano che scrive come raramente oggi si vede, pur tra addetti ai lavori.
RispondiEliminaSono andato infatti a leggermi alcuni articoli di Miserachs raccolti in una pubblicazione di un paio d'anni fa (Excitabo auroram): i concetti sono gli stessi, ma la forma è completamente diversa e poi Miserachs non è affatto un polemista (qualche rara recriminazione a ipotetici avversari la fa sempre con una educazione estrema), mentre mons. Favella è abituato a darvi sotto di fioretto, affondando fendenti anche pericolosi, seppur con una grande signorilità.
RispondiEliminaMa con egual consumata perizia, oserei dire, forense.....
Le nostre preghiere stanno funzionando? La nomina è stata bloccata? Fides et Forma si era sbagliato?
RispondiEliminaLa Redazione non ha soddisfatto le nostre curiosità.
Peccato avremmo voluto capire chi si cela dietro la penna di mons. Favella.
sei proprio fuori strada
RispondiEliminaOggi sarà la giornata cruciale per questa faccenda: il Vaticano o si salva in corner, sospendendo la nomina di Palombella (almeno) o macchierà la storia della riforma liturgica di Papa Benedetto XVI con una inopportuna promozione, fatta con la grossolana superficialità salesiana (di oggi) unita alle incomprensibili trame curiali.
RispondiEliminaPreghiamo ancora il Signore che illumini chi di dovere, e speriamo che mons. Favella che (in questi giorni sembra quiescente, ma forse sta agendo oltre le mura vaticane) possa fare qualcosa.
Auguriamoci che, nella peggiore delle ipotesi, Liberto resti al suo posto.
Caro Uno che la sa lunga,
RispondiEliminatu hai detto di essere allievo di Miserachs: puoi porgergli i miei sentimenti di stima e ammirazione. Io non lo conosco di persona, ma un mio caro amico frate è stato allievo al PIMS e lo ricorda come suo Preside, quale sacerdote dalla grande gentilezza e musicista dalle idee chiare e illuminanti. Grazie e, comunque vadano le cose, onore a Valentino Miserachs!!!
Carissimi, sono appena ritornata da un viaggio e quindi ho letto solo ora tutto quello che sta accadendo!
RispondiEliminaSono pienamente d'accordo con tutto ciò che dice mons. Favella e sottoscrivo pienamente l'intervento del Beato Igumeno.
Il Santo Padre, uomo di straordinaria finezza intellettuale, deve impedire che accada questo scempio, la cappella Sistina è la cappella Sistina e NON un'aula magna universitaria!
Ognuno con umiltà e servizio deve stare al proprio posto e permettetemi, da quanto ho capito, Palombella non è certo da "Cappella Sistina", forse va bene per i cori universitari, ma di certo non ha l'esperienza e non è allo stesso livello di gente come il M° Miserachs.
Mi domando nella mia ingenuità, quali doti ha il sig. Palombella tali da poter ricevere una nomina di così grande spessore?!
Confidiamo nell'aiuto del Signore, e preghiamo affinchè questa nomina non arrivi!
BEATA BADONA!
Le doti di don Palombella sono racchiuse nella sigla della Congregazione salesiana........
RispondiEliminaMi pare che la nomina nemmeno stamane è pubblica. Preghiamo ancora che lo Spirito Santo abbia ..... letto mons. Favella
Al di là di tutto quello che si possa scrivere e pensare, ritengo che il Santo Padre debba continuare a utilizzare la "politica della continuità"; e con questo voglio dire che l'uffficio di direttore della Sistina spetta (in forza di questa visione!) a Mons. Valentin Miserachs Grau!
RispondiEliminaHo avuto modo di conoscere personalmente Mons. Miserachs e addirittura di cerane insieme: ho potuto constatare la sua altissima preparazione in campo liturgico e musicale e il suo amore per la Tradizione; nonchè la sua umiltà e gentilezzanei rapporti interpersonali. Non spetta a me elencare i suoi titoli accademici.
Palombella chi è? cosa fà?donde viene?dove va?
Ma fermiamoci un attimo: ci rendiamo conto che la nomina di Palombella sarebbe un'altro grande guaio per tutta la Chiesa? Le celebrazioni papali sarebbero ancora un valido esempio da imitare poi nelle nostre parrocchie?
Come potremmo proporre ai nostri parroci la Buona Musica Liturgica se poi alla Sistina non vi è Mons. Miserachs?
Ricordate cosa è successo nelle nostre chiese quando Mons. Piero Marini chiese ai preti di prendere ad esempio le celebrazioni papali da lui "orchestrate"? Uno sfacelo: Balletti, paramenti arcobaleno, Battimani, ecc.ecc..
Come potremo conciliare la esemplare direzione di Mons. Guido Marini con la musica di Palombella?
est, est,est. Mah!
Forse le nostre preghiere stanno avendo effetto: nemmeno oggi la paventata nomina sembra pubblicata.
RispondiEliminaLa Redazione non ha ancora soddisfatto la nostra curiosità (monacale), circa l'identità di mons. Favella.
Comunque, anche se vorrà tenerci sul filo, il valore della lettera che ha innescato il dibattito resta tutto intero.
Concordo con Prefetto: forse con Palombella alla Sistina si sentirà qualche mottetto in più di Palestrina, ma tutto sarà una sorta di rivisitazione "retrò" senza che l'esempio del servizio musicale delle cerimonie papali possa fungere da stimolo alla periferia.
Ripetiamo ancora: se non va Miserachs alla direzione della Cappella pontificia, si lasci mons. Liberto.
E continuiamo a pregare che il Signore ascolti le nostre fervide preghiere, e gli organi di Curia si ricredano, pure all'ultimo momento.
Pure oggi è passato senza che la nomina di Palombella sia stata pubblicata.
RispondiEliminaPreghiere e intercessioni hanno il loro effetto.
Forse mons. Favella non si è limitato a scrivere, ma sta muovendosi nei Sacri Palazzi, per scongiurare la sconsacrazione (mi si passi il termine) con la nomina di Palombella.
Ritengo che anche il nostro tenere alta l'attenzione su questa faccenda stia tenendo a freno la dissennata manovra, nonostante questi giorni la bufera sullo IOR catalizzava l'attenzione di tutti e la cosa poteva passare più inosservata del solito.
Per questo invito tutti i lettori a non far mancare osservazioni e commenti, assieme a preghiere affinchè il nostro S. Padre possa liberarsi dei consiglieri infidi e dei collaboratori doppiogiochisti.
Che insomma liberi la Chiesa dalle angustie dell'ora presente.
La Tradizione deve poter avvalersi di un direttore della Sistina capace e competente.
Abbiamo fatto ciò che è giusto: ora continuiamo a preghare perchè il Signore illumini il Papa per scongiurare la brutta figura di avere Palombella alla Sistina.
RispondiEliminaA proposito, la Redazione non ci dice se abbiamo indovinato, circa l'identità di mons. Favella.
Con ritardo leggo la splendida requisitoria di mons. Favella, nutrita di argomenti tecnici, storici, musicologici che hanno squarciato il velo delle pure polemiche dei mesi scorsi, e tutti i commenti.
RispondiEliminaritengo che con i tempi che corrono la Cappella Sistina deve offrire il meglio al servizio musicale delle cerimonie papali, come esempio per tutte le chiese.
Ma è possibile pensare che si tratti di argomento così marginale? forse fino agli anni Quaranta poeva considerarsi cosa che riguardava solo Roma e dintorni, dove insomma era solito andare il Papa, ma oggi che le Messe di S. Pietro sono trasmesse in tutto il mondo.....???!!!
Allora, come dice eleuterio Favella, si cerchi il meglio, per sostenere la Tradizione più alta a servizio della Chiesa e la riforma liturgica benedettiana solo con personalità di livello come mons. Miserachs può averne linfa vitale.
Speriamo veramente in un convincimento sul nome di Miserachs, visto che da quanto leggo la nomina paventata non è stata più pubblicata.
Che una eventuale modifica delle ventilate ipotesi serva di esempio anche ai Vescovi.
E serva di esempio a farli meditare sulla questione liturgica, così bistrattata.
Nella mia città viene sistematicamente boicottato il tentativo di far partire una Messa in forma straordinaria, mentre le più strvaganti sconcezze si sentono a ogni spron battuto (non vi dico alla parrocchia dei Salesiani...... confratelli di Paolombella....).
Grazie
Con vero piacere vedo che la paventata nomina di Palombella è bloccata da 48 ore.
RispondiEliminaO Fides et Forma aveva avuto notizie scorrette (ma anche altri lettori mi sembra avessero confermato, oltre altri siti) oppure anche questa volta la polemica ha fermato nuovamente l'iter, come a gennaio scorso.
Speriamo che maturino i tempi perchè il Signore illumini chi deve nominare il nuovo direttore.
E poi vorrei chiedere a chi è più inforamto: è necessario questo cambio alla guida della Sistina? mons. Liberto deve andare in pensione? non mi sembra proprio decrepito e, di fronte al Palombella, sarebbe certo preferibile farlo rimanere nel suo servizio.
Pover'uomo! ha avuto la sfortuna di venire dopo l'immenso Bartolucci, e ha fatto quella che poteva in un momento di generale scadimento delle istitutzioni ecclesiastiche: anche mons. favella mostra una certa simpatia per l'attuale direttore, sebbene non lesini anche a lui qualche sciabolata da spadaccino.
In ogni modo, io continuo ad auspicare che il M° Miserachs venga promosso a quell'incarico.
Il tempo è galantuomo, forse ci aiuterà.......
Dobbiamo ringraziare Mons. Favella se Palombella per il momento non c'è! Poi gli faremo un monumento se viene nominato Mons. Miserachs, o una targa ricordo se rimane mons. Liberto.
RispondiEliminaSantità, La supplichiamo di avere a cuore la questione della Sistina.
Preghiamo affinchè non avvenga l'irreparabile!
Saluti alla redazione.
P.S.: Ho l'impressione che Suor Eufrasia stia giocando...
Non sto affatto giocando!
RispondiEliminaQui in monastero, dove siamo assidue lettrici del blog, ci siamo appassionate talmente a scoprire chi è mons. Eleuterio Favella, perchè alcune consorelle anziane hanno fatto qualche elucubrazione e, dopo le frammentarie indicazioni della Redazione, propendevamo per mons. Cosimo Fonseca.
Ma pare che la Redazione non voglia darci soddisfazione. érendetela per curiosità femminea, ma gradiremmo conoscere di persona mons. Favella, ovvero lo scrittore del bellissimo articolo.
Lo inviteremmo a farci un corso di formazione.
Certo che poter apprendere altre cose da una persona così sapiente, sarebbe una gran fortuna.
Concordo sul fatto che Palombella ritardato di 72 ore è già un successo per tutti noi, per la Chiesa ed è da ritenerlo un merito di Eleuterio Favella: comunque vada, monumento, targa o menzione d'onore, egli resta un nostro eroe!
Preghiamo il Signore che a Roma lo ascoltino.
Non è assolutamente obbligatorio rimuovere Liberto: la nomina era scaduta sì, ma mi pare che si dica "donec aliter provideatur", e non credo ci siano scadenze inderogabili
RispondiElimina...e che magari lo promuovino alla porpora!!!
RispondiEliminaPrefetto!
RispondiEliminatutt'al più "che lo PROMUOVANO"..... PER FAVORE!
Altrimenti dicono i modernisti che iTradizionalisti nella loro idolatria del latino, dimenticano le lingue vive!
Prendiamo esempio da mons. Favella.
Se poi lo fanno cardinale, tanto meglio!
al prossimo Conclave - fra 100 anni s'intende! vita e salute a Benedetto Pontefice romano - potremmo avere un secondo Papa Sarto: mi sa che glieli taglia e cuce bene addosso a ttutti i vestiti il Nostro ecc.mo Presule....
Ancora un giorno senza la pubblicazione.
RispondiEliminaSono fiducioso in un segno di resipiscenza della Segreteria di Stato: non è umanamente possibile che mons. Miserachs venga scavalcato da un Palombella qualsiasi, solo perchè l'ala bertoniana copre l'intera congregazione salesiana, e particolarmente quella parte più squalificata......
Voci di corridoio ad esempio mi indicano il fresco rettore della Lateranense (salesiano) già preconizzato vescovo!
Se non vogliono gareggiare con il papato dei due Borgia (Callisto III e Alessandro VI, di ff.mm.), in segreteria di Stato almeno arretrino sul nome di Palombella!
Preghiamo e aspettiamo.
Io non mi faccio illusioni.
RispondiEliminaHo suonato a Roma nel mese di giugno, per la chiusura dell'anno sacerdotale, e già circolava la voce che Palombella avesse in tasca la Sistina.
Credo che questo scempio dei salesiani ad ogni posto disponibile non finirà presto.
Chiaro che non ho nulla contro i salesiani, ma lo spettacolo che la Segreteria di Stato ha dato negli ultimi due-tre anni è avvilente.
Penso poi che il livello generale dei salesiani, sia sceso moltissimo negli ultimi anni e anche quelli usciti dall'UPS, come dovrebbe essere don Palombella, non brillano affatto.
I pasticci della chiusura dell'Anno sacerdotale ve li ricordate? la proclamazione del Curato d'Ars a patrono dei sacerdoti? tutto orchestrato dalla Segreteria per mettere in imbarazzo il Papa. I vertici di quel dicastero sono inquietanti (che Dio mi perdoni)
RispondiEliminaIo non so che pensare.
RispondiEliminada musicista mi auguro vivamente che Miserachs possa essere nominato.
da cattolico spero nel profondo del cuore che qualcosa si muova e, anche queste polemiche, possano far qualcosa.
A volte però rimango esterrefatto di come la gerarchia remi contro il magistero del S. padre
Chiedo poerdono a tutti gli amici di questo blog per l'ingiustificabile errore di grammatica nel mio post precedente, ma possso assicurare che è di "battitura".
RispondiEliminaSpero Suor Eufrasia saprà usare misericordia verso la mia imbarazzatissima persona!
...ma non con Palombella. Sia chiaro!
Vorrei chiedere a unochelasalunga:<>
Negli ambienti musicali seri Palombella a roma non ha alcun credito.
RispondiEliminaCon l'anticlericalismo che c'è solo di Miserachs avrebbero un pò di rispetto, guadagnando alla Chiesa una certa simpatia. Liberto pure è stato in gran parte snobbato.
Possibile che nemmeno questi ragionamenti pedestri facciano in Segreteria di Stato? Non si chiede mica di nominare Arvo Part! Da prete debbo invitare tutti a pregare (ma a volte la voglia di menare legnate è forte.... fortissima)....
Intanto, in tutto questo bel popò di polemica, voglio dichiarare tutta la mia vicinanza al M° Mons. Valentin Miserachs-Grau, che da gran signore qual'è sta dimostrando tutta la sua umiltà in questa inqualificabile vicenda.
RispondiEliminaM° Miserachs, anche se la Segreteria di Stato non mostra apprezzamenti verso la persona, Lei resti il galantuomo che è, e non si lasci influenzare da questi sporchi giochi di palazzo.
Inoltre, vorrei confermare la notizia di don Magnifico circa la preconizazzione a vescovo di Dal Covolo.
Dio mi perdoni, ma questa segreteria di stato è una vera schifezza!!!!!!!!
La nomina mi risulta sia cosa fatta... questione di giorni la sua pubblicazione.
RispondiEliminaMiserachs è realmente un signore, ed ora come ora penso che rimarrà li dov'è (presidenza PIMS).
A Castel Gandolfo si mormora di un nuovo parroco... guardacaso salesiano.
passo e chiudo
Ahimè, i parroci salesiani a Castelgandolfo sono di lungo corso.....
RispondiEliminaCaro Unochelasalunga, tutti ci auguriamo che mons. Miserachs almeno resti al Pontificio, ma abbiamo il serio dubbio che, collocato a riposo, decida di ritirarsi a vita privata e il posto sarà a disposizione di qualche altro salesiano, finora docente di Triccheballacche in qualche studentato sdb che sforna mentecatti perlopiù destinati a non arrivare nemmeno al sacerdozio........
Per ora sono quasi 96 ore che Palombella è al Palo..... grazie a mons. Favella!
Ho appena celebrato con l'intenzione che il S. Padre scopra la faccenda in tempo: sono convinto che - come per la rimozione di bartolucci, Giovanni Paolo II si dice fosse ingaro delle trame di Marini il Vecchio e si sia meravigliato la prima volta che vide Liberto - così oggi Benedetto XVI non è informato della faccenda.
Comunque vada, scriveva un commentatore avantieri, onore alla signorilità di Valentino Miserachs, che non ha fatto emettere alcun comunicato in nessuna occasione, non ha manifestato alcun rammarico o (giusta) indignazione, e rimane lì a servire la Chiesa con pazienza e umiltà.
Pretacci! Prendete esempio!
Speriamo ancora veramente!
RispondiEliminaLe parole di mons. Favella possono aver indignato qualcuno in Vaticano? il mio amico frate alunno del PIMS mi dice che quest'anno avrebbero festeggiato il centenario. Se danno a Miserachs questo benservito, bell'onore che fanno all'istituto di musica sacra!
Questo è l'esempio di quanto la Segretaria di Stato consideri la questione liturgica di .... vitale importanza!
RispondiEliminaVedete invece come si sono affrettati a far ricevere Gotti Tedeschi dal Papa, nel giro di 2 giorni, perchè la musica che piace in Segreteria è quella del denaro che tintinna nello IOR e non certo il servizio liturgico da S. Pietro all'ultima parrocchia della Papuasia!
Che in tutta questa querelle che si trascina da mesi avessero consultato qualche personalità musicale che aprisse loro gli occhi (non parliamo di laici, per carità, perchè ci si sciaqua solo la bocca della compartecipazione dei laici nella "gestione" della Chiesa, ma la clericalizzazione dell'apparato, che ormai non ha quasi nulla da governare, diciamolo chiaramente!!!!): perchè non sentire qualche ecclesiastico che si occupa di musica in modo serio?
Non di certo, perchè nessuno avrebbe indicato Palombella!
Qualcuno avrebbe detto di guardare all'Estero, dove ci sono fior di maestri di musica cattolici, laici e religiosi, e i più, per quelle stesse stesse ragioni che mons. Favella mise in chiaro la settimana passata, avrebbero inequivocabilmente indicato Miserachs.
L'idea di un concorso internazionale, che un lettore ipotizzò, non è nel genoma della Chiesa, ma premiare il merito cristianamente e con serietà era consuetudine di un apparato eccelsiastico, dove non sono mai mancati carrierismi e cordate.
Ma ogni pazienza ha un limite!!!!
Si dice anche che al peggio non c'è limite!
RispondiEliminaLo IOR nei guai era la manna dal cielo per far passare ancora più inosservata la questione Sistina.
eppure non hanno provveduto.
Spirito Santo? S. Cecilia? Benedetto XVI? mons. Favella? vedremo
La questione avrà risposta, penso, in tempi brevi.
RispondiEliminase la nomina di Palombella non viene pubblicata oggi, la cosa è sospesa come fu a gennaio.
Preghiamo
Grande don Magnifico: "Pretacci! Prendete esempio!"
RispondiEliminaAvete letto su Settimo Cielo cosa scrive Magister? una bella disamina delle nomine di Papa Ratzinger.
RispondiEliminaSe notate, l'articolo si apre e si chiude con brevi rifermenti alla Cappella Sistina e si conclude che per salvarla ci vorrà un miracolo.
Magister sa che è tutto pronto ormai?
Ancora oggi non c'è la nomina pubblicata e Plombella è ufficalmente "fra color che son sospesi".
Invochiamo lo Spirito Santo ancora, affinchè visiti le menti dei responsabili di questa nomina e li orienti al bene della Chiesa.
<p><span><span><span>Gli Italiani sono soliti lamentarsi della pseudo crisi che ci circonda in questi periodi, a livello economico, culturale e di politiche. La vera chiave del problema è che spesso e volentieri, a mio parere, la crisi parte proprio da chi la denota. Si fa di tutto per promuovere l’arte sacra, riforme, riforme delle riforme, riforme delle riforme delle riforme. Ma diciamo che questo aspetto “noumenico”, ovvero che va oltre quello che noi vediamo, non coincide con un fenomeno alquanto desolante. Mi chiedo il motivo per cui la gestione di determinate attività venga messa nelle mani di persone talvolta non adeguate, quando davanti agli occhi abbiamo persone di solenne professionalità come Mons. Miserachs, che è un uomo che SA quello che fa e quello che dice; tuttavia stiamo andando sempre più verso il declino. Controprova? Chi sono i migliori studenti di Latino? I TEDESCHI. Chi sono i migliori interpreti di Gregoriano, e di maggior diffusione<span> </span>attualmente? I RUSSI. Questo la dice lunga. Persone appartenenti a radici diverse,<span> </span>e se vogliamo in parte a un sapere differente da quello “omerico”, nel senso più primordiale del termine, hanno monopolizzato ciò che è NOSTRO!</span></span></span>
RispondiElimina</p><p><span><span><span>Invito a rileggere tutti i propositi della Chiesa rispetto l’arte sacra. Signori miei, quanta corrispondenza c’è con il reale? Apriamo un attimo gli occhi, e anzicchè trovare, all’italiana maniera, la risoluzione del problema nel lamentarci di esso, RISOLVIAMOLO! Anche se il Vaticano è uno stato estero,<span> </span>ciò che in gran parte lo circonda e lo compone è Italia. E’ questo il motivo per cui mi esprimo in questi termini.</span></span></span>
</p><p><span><span><span></span></span></span>
</p><p><span><span><span> Padre Ignatio</span></span></span></p>
Nessuna nomina pubblicata nemmeno stamattina.
RispondiEliminaQuesto mons. Favella di cui la Redazione non spiffera nulla, deve saperla lunga....
Che sia riuscito ad incontrare il Papa a Castelgandolfo prima che il S. Padre torni in Vaticano dopo le ferie estive?
W il Papa, W il M° Miserachs, W mons. Favella
Certo che gli atei e gli agnostici e gli anticlericali se la ridono e danno addosso al S. Padre con questa masnada di collaboratori che si ritrova: se alla Cappella Sistina verrà mandato Palombella, di cui solo i Conservatori e i salesiani sono soddisfatti (ma non è affatto un merito), il Pontificato di Benedetto XVI sarà macchiato indelebilmente e tutti se ne accorgeranno con la televisione.
RispondiEliminaConcordo con Mons. favella: se non è Miserachs, lascino Liberto al suo posto.
La Dottoressa
Sembra che Ospite avesse ragione.
RispondiEliminaNulla si è mosso sul fornte di oggi.
Qualche speranza la possiamo coltivare, seppure io sia un pessimista di natura.
Vorrei vivamente che non si riservasse a Miserachs una infamia simile.
Concordo con padre Ignazio: se non ci togliamo dalla testa i sistemi all'italiana, rimarremo un Paese arretrato. Ma è possibile che la Chiesa, sempre più universale, si debba ridurre a simili beghe? per aver adottato una prassi così superficiale? Mah!
Evviva la Dottoressa
RispondiEliminaQuesto strano silenzio può preludere a qualcosa.
RispondiEliminaNel gennaio scorso la disputa che sorse quando trapelò l'imminente nomina di Palombella fermò la mano della Segreteria. E ora? che succederà? forse sono tutti occupati a tamponare la questione IOR che impazza su tutti i giornali ed hanno messo Palombella a binario morto.
Se qualche giornalista andasse ad intervistare il povero Liberto....?!?!?
Chissà quale alto concetto del suo successore sdb avrà....
Miserachs non direbbe nulla nemmeno in tali frangenti.
Ma vi ricordate con quale garbo dovette rabberciare l'imbarazzante "uscita" del suo predecessore al PIMS, padre Baroffio che, in aperta polemica con le direttive liturgico-musicali nella woitiljana Roma dei primi anni Novanta non solo lasciò l'Istituto, ma dopo lasciò anche la vita religiosa (se non sbaglio era stato anche abate, in un monastero del sud Italia) e dopo ancora finì per sposare una allieva coreana, quando la crisi d'identità, partita dal campo musicale in cui era bravissimo, aveva coinvolto ogni aspetto della sua concezione di Chiesa cattolica?
Non entro ulteriormente nel merito di quella singolare vicenda, che però fu lo specchio di un periodo, ma ricordo come mons. Miserachs si sobbarcò a ricucire uno strappo quasi scandaloso, con amore per la Chiesa e per la musica sacra.
Dopo ci fu la cacciata di Bartolucci: e 2!
Adesso vogliono mandare via Liberto - che potrebbe rimanere tranquillamente - e mettere un Palombella alla Sistina.
E 3!
Non fatevi illusioni.
RispondiEliminaQuesto silenzio è solo il metodo curiale per far decantare le cose: fra qualche giorno uscirà dal cilindro il coniglio Palombella.
La magia è ben nota. D'altronde i salesiani hanno il Mago Sales!
A proposito perchè non lo mettono alla presidenza dello IOR al posto di Gotti Tedeschi: forse eventuali magagne contabili potrebbero ..... sparire come per magia!
...dignum et iustum est..don Camillo le legnate le menava, eccome!!! :-D
RispondiEliminaCari amici, tutto tace sul fronte sistino, ma a Roma i rumori in molti ambienti musicali seri sono sempre alti e criticano fortemente l'operato dei capi-in-testa della Segreteria.
RispondiEliminaIn ambienti poi così lontani dalla Chiesa, del mondo cattolico e fortemente intrisi da anticlericalismo e cultura radical-chic, vagamente New Age e neomodernismo, ovviamente il Papa è il bersaglio più facile da colpire.
L'attenta analisi del Beato Igumeno è una buona lettura di tutto lo sfacelo dell'ultimo qurantennio.
Sul punto di questa nomina, però, mi permetto di aggiungere che c'è anche un'anima curiale che non è mai morta: la cordata degli amici, e degli amici degli amici, e degli amici degli amici degli amici.
Se poi tutti questi amici provengono da una unica congregazione religiosa, allora il piano è chiaro: crearsi consenso negli ambienti accademici e curiali, presso i dicasteri, riempire l'episcopato universale di persone proclivi ad alcune scelte, favorire la promozione alla porpora di soggetti provenienti da tale episcopato.
Allora preghiamo il Signore che conservi Benedetto XVI sul soglio di Pietro almeno fino a qualche anno in più del Suo predecessore Leone XIII di f.m.
Solo così la ciurma che sta mettendo in piedi questa brutta faccenda, sarà andata in pensione!
Dimenticavo di aggiungere: se però ancora oggi salta la spubblicazione di Palombella, forse qualcosa si è mosso.
RispondiEliminaProbabilmente il rumore che ha fatto la lettera di mons. Favella (che ho visto ripresa da molti blog e siti cattolici e no) ha creato un pò di imbarazzo in Vaticano.
Preghiamo e facciamoci sentire!!!!
AVETE VISTO!!!!
RispondiEliminaMagister ha modificato il cappello alla lettera di mons. Favella su SettimoCielo!!
Ha tolto "attempato" o anziano, come aveva scritto.....
Allora questo Favella non deve essere un vecchione!
Le mie consorelle sono tutte in fermento, allora è certo che non si tratta di mons. Fonseca che, con rispetto parlando, è molto incartapecorito....
Suor concettina propende per un prete giovane (40/45 anni)...
Ma insomma Redazione! Dateci qualche indicazione?
a maggior ragione lo ptremmo invitare per un corso di formazione.....
Sia chi sia l'illustre autore del brano una cosa e' certa: siamo allo sfacelo musicale con questa nomina, se si fara'.
RispondiEliminaE a questo punto possiamo aspettarci di tutto: un qualsiasi salesiano un po' zelante potrebbe diventare qualunque cosa.
Mi pongo una domanda: chi sara' il successore di Palombella? il direttore (con tutto rispetto per lui!) di una qualunque banda salesiana?
Piuttosto che preoccuparsi che il bello musicale splenda nella liturgia, mi sa che qui (Berto & Co spa.) pensano sempre a giocare al mercante in fiera tra fondoschiene e poltrone!
Che pena!
Se proprio si vuol mettere uno senza alcun titolo ed esperienza, piuttosto che Palombella, allora meglio il direttore del Coro Guida Mater Ecclesiae! Non avra' esperienza, non avra' curriculum, sara' un perfetto Signor Nessuno, ma almeno sa cosa sia la musica liturgica e soprattutto conosce lo stile della Scuola Romana e lo apprezza! Soprattutto vive nell'umilta' francescana e non cerca di certo la carriera!
...E chi sarebbe questo perfetto sconosciuto ovvero il direttore del Coro Guida Mater Ecclesiae?
RispondiEliminaNon mi ricordo il suo nome, ma so che e' un frate francescano. Ho avuto modo di incontrarlo solo alcune volte alle Cappelle Papali e scambiare alcune idee su liturgia e musica. Mi ha fatto un'ottima impressione, per la modestia e lo spirito di servizio! Ma, tranquillo Prefetto, la mia era solo una boutade.
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Non è un uomo: se non sbaglio si tratta di sr Gabriella Stiz (al secolo Maria Cecilia) della congregazione paolina delle Pie Discepole del Divin Maestro (che al paese mio chiamano con altro nome). Si diplomò a Frosinone e dal 1977 guida il coro guida (scusate il bisticcio) in S. Pietro. Mons Favella ha accennato a questo coro nella lettera (se era lei a dirigere già il coro guida per l'Incoronazione,per modo di dire, di Papa Luciani in p.zza S. Pietro, ricordo pure alcune stecche, perchè ero giovanissimo seminarista; ma comunque poverina deve avere a disposizione del materiale umano degno di una qualunque parrocchia, qualche prestito di seminari, cantori rabberciati da qualche coro in pellegrinaggio eccetera).
Certo, Liberio Crisostomi ha ragione, ma sarebbe un pò difficile vedere una suora alla direzione dalla Sistina (ritengo che ci siano difficoltà tecniche ad insegnare la vocalità agli uomini etc etc) e poi la verità sta tutta nella prima parte del suo commento
<span></span>
Ritengo che la vergognosa nomina venga trattenuta perchè dovranno pur dare una onesta sistemazione a mons. Liberto.
RispondiEliminaSe del Maestro Miserachs non se ne impipano nemmeno, vorranno salvare la faccia almeno piazzando Liberto, che ha servito il Papato per 13 anni, sorbendosi di tutto (incapace, incompetente, e così via), con qualche ufficio di prestigio, seppure inutile.
Forse in queste ore è proprio questo l'ostacolo e direbbe il fluente mons. Favella che "SALUTEM EX INIMICIS NOSTRIS", sebbene di Liberto deve avere una qualche simpatia, mentre il trio Palombella-Frisina-Parisi ne esce veramente malconcio dalla requisitoria della settimana scorsa (pure io penso ad un magistrato: non ci sono più in giro preti o vescovi capaci di scrivere quelle cose! e men che mai può essere Miserachs che sarà pure un buon musicista, ma come scrittore non è un granchè).
A meno che non vogliano pure dare uno schiaffo a Liberto, e allora il livello sarebbe proprio arrivato a gradi mai visti: nemmeno nel secolo della pornocrazia si arrivava a tanto.
Mi dispiace per il Papa, circondato da una congrega di mercanti, ma potrebbe pure cacciare qualcuno!
Mi dispiace per la Cappella Sistina e per la musica sacra.
Tutto è frutto dei tempi.....
Sante
RispondiEliminaparole (scusate)
RispondiEliminaStrano... :-D dalla voce e dall 'apetto fisico non avrei mai detto che fosse una suora :)
RispondiEliminaBattute a parte, chiedo scusa, ma mi permetto di insistere, anche se non e' mia abitudine farlo: credo che la suora abbia lasciato la direzione del Coro guida da quanche tempo.
Ora e' diretto da un religioso francescano, che dirige anche l'assemblea e che vedo dirigere da quasi due anni ogni qual volta vado in Basilica alle Messe col Papa.
Potra' anche verificarlo al seguente indirizzo ove trova l'ordine di servizio per la celebrazione della Pasqua 2009/2010:
http://www.pccs.it/tj/easter/2009/ordine_Pasqua.pdf
http://www.pccs.it/tj/easter/2010/Ordine_Easter_2010.pdf
Dove e' riportato anche il nome del Religioso.
Si comunque ripeto, la mia era una battuta, che deriva dall'ottima impressione che ho avuto del frate in questione.
Quello che mi preoccupa davvero e' che per cercare di accontentare qualcuno, si rischi di scontentare un po' tutti, obliterando non solo l'ottimo ma anche il buono ed il mediocre.
Credo che tutti siamo concordi sul fatto che ci voglia qualcuno dall'esperienza certa, un valido musicista che sia anche una persona con uno spiccato senso della liturgia, in comunione col S. Padre. Una persona che sappia realizzare un servizio solenne e degno di una Sacra Liturgia. Certo, e' buona cosa se riesce ad inserirsi anche nel solco della scuola romana.
Immagine profetica?
RispondiEliminaHo letto un po' gli ultimi commenti, questo ritardo ci fa sperare e come ci ricorda san Paolo :"Spe salvi facti sumus", per questo auspico qualcosa di migliore, chissà forse le nostre preghiere saranno esaudite, o forse tutto questo "rumore" ha creato qualcosa di positivo rallentando la nomina. Fatto sta che concordo pienamente con quello che ha scritto il beato Igumeno, sono una giovane, non ho notato nè vissuto personalmente tutta quella che è stata l'evoluzione della chiesa dal Concilio ad oggi, però vedo quello che accade oggi nelle parrocchie, e tutto ciò che accade non ha nulla a che fare con la chiesa cattolica, non ha nulla a che fare con la fede, ormai alcune parrocchie sono diventate dei centri sociali, dove la messa è soltanto l'unica preghierina della giornata; i cori parrocchiali ormai cantano canzoni di SanRemo, avendo abbandonato del tutto un certo repertorio "cattolico"; noto che tutto ciò è accaduto perchè il modernismo è entrato nelle nostre chiese, dove ormai non si difende più la Verità, non si insegna più la sana dottrina, ma dove i preti per far colpo sui giovani si sono dati al Secolo!!
RispondiEliminaProprio per iniziare a dire basta a tutte queste scelleratezze, per fermare l'eccessivo modernismo che ormai ha distrutto tutto, bisogna avere l'esempio da Roma!
Come possiamo riprendere a cantare nelle nostre chiese Bartolucci, Perosi, Palestrina etc etc, se alla Sistina un Palombella ci suona "Vola colomba bianca" stila Nilla Pizzi?!
Dobbiamo davvero riflettere, e capire che le cose devono cambiare, devono ritornare allo stato iniziale, la chiesa deve davvero essere maestra di Splendore, quello splendore vero che vien da Cristo!
Allora chiedo scusa.
RispondiEliminaSono in arretrato con le celebrazioni a S. Pietro .....
Di questo santo frate bisognerà chiedere a mons. Favella che sicuramente è più informato di me...
BRAVISSIMO!
RispondiEliminaImpariamo, pretacci (questa volta mi ci metto pure io) dalla voce della Gioventù!
RispondiEliminaAncora una giornata senza Palombella!!!
RispondiEliminaW il Papa, W il M° Miserachs, W mons. Eleuterio
Mi sono amaramente sbagliato: don Dal Covolo non è vescovo preconizzato, ma è vescovo titolare eletto di Eraclea e sarà ordinato in S. Pietro il prossimo 9 ottobre.
RispondiEliminaIndovinate chi lo ordina?
Chi potrebbe essere se non sua Em.za il Cardinal Mons. Bertone!?!
RispondiEliminaMi piacerebbe sapera ccosa ne pensa il Sig. Liberio Crisostomi, in merito alla sua delle 14.32, del M°Miserachs-Grau alla direzione della Sistina.
RispondiEliminaBeata Badona concorodo pienamente con tutto quello che dici.. Le parrocchie di oggi sono un qualcosa di indescrivibile..Ma tutto questo accade perchè vengono ordinati sacerdoti persone che forse neanche sanno cosa sia una pianeta (per assurdo) o che non sanno fare una messa cantata (non assurdo perchè si possono contare sulle dita di una mano i sacerdoti che sanno cantare una messa).. E' anche vero che le nuove melodie sono una emerita schifezza..
RispondiEliminaSpero che palombella stia il più lontano possibile da quella fantstica cappella quale è la Sistina.. Vogliamo sentire ancora BARTOLUCCI, PALESTRINA, PEROSI e anche MISERACHS..
In Domino Jesu
Anche io mi unisco a suor Eufrasia e a tutte le anziane consorelle del mio e del suo ordine per implorare l'elezione a direttore della Cappella Sistina il Maestro Miserachs e non don Palombella, il quale conosco personalmente e che di cultura musicale liturgica ne sa ben poco, sia nel dirigere che nel comporre. Altro che Armonia di voci da lui pubblicato! Quando ci riuniamo in coro per cantare l'uffizio divino e la Santa Messa siamo solite usare l'ineguagliabile manuale di canti sacri "Il parrocchiano cantore" oppure "Preci e canti".
RispondiEliminaSiamo quindi tutte frementi per questa mancata (per ora) nomina la quale porterà le sorti della musica sacra nelle Cappelle Pontificie. A quando ad una fausta notizia?
Rev. suor Isapia,
RispondiEliminala fausta notizia non c'è, ma ugualmente non c'è la nomina di Palombella.
Inviterei Unochelasalunga, che ritengo vicino agli ambienti dei Ss Palazzi, di darci qualche novità, magari riferendoci pure degli umori di Liberto che, umanamente parlando, è un pò la vittima di questa faccenda (sostituito da un Palombella.....).
Dimenticavo di comunicarvi che d. Silvio Mantelli sdb (alias il Mago Sales evocato qualche giorno fa) è preconizzato Preside dell'Accademia Ecclesiastica, l'istituto che forma i Nunzi apostolici ed il personale diplomatico del Vaticano.
Mi unisco al Rev. do don MAgnifico, chiedendo a Unochelasalunga gli umori di Mons. Liberto e qualche notizia in più su tutta la faccenda.
RispondiEliminaInoltre, ribadisco: si lasci Mons. Libeto al suo posto!
Anzi faccio un appello: M° Liberto, non si faccia schiacciare da questi inqualificabili giochi di palazzo e faccia sentire la sua voce contro la nomina di Palombella! Resti Lei alla Sistina; e non accetti regali e promozioni...
Potrebbe essere un valido sostituto di Liberto, se proprio vogliamo cambiarlo. Del resto e' nei dintorni della Sistina da prima di Palombella: prior in tempore, potior in jure...
RispondiEliminaUn anziano canonico romano (non vaticano) proprio ieri sera relativamente alla questione Palombella-Sistina mi ha detto che lui Palombella ce lo vede bene, ma al Sistina, il teatro di Garinei e Giovannini, di Alberto Sordi e delle Gemelle Kessler... fate voi....
A proposito di....
RispondiElimina;) Mi comunicano che al posto della Banda musicale della Guardia Svizzera Pontificia, in vaticano starebbero vagliando la seguente terna:
la Banda Musicale salesiana Cardinal Cagliero di Varazze (SV)
la Banda Musicale dell'Oratorio Salesiano Don Bosco di Trieste
la Banda Marcial Colegio Salesiano del Leon XII di Bogota' (Colombia) :-D
Alla fine convinceranno anche lui, non illudetevi, forse gli troveranno un incarico prestigioso ma vuoto e senza alcuna missione e, fra qualche anno, lo rispediranno in Sicilia.
RispondiEliminaMa frattanto, chi dico io è già alle soglie della pensione. O i cardinali rimangono a capo del dicastero fino agli 80 anni? se così fosse, non solo Palombella, Amato, dal Cavolo, Sales..... tutti salesiani saranno messi a ricoprire i posti vacanti delle altre congregazioni.
Se non si sbrigano a trovarsi un patrono o protettore i domenicani e i gesuiti si vedranno nominare il Maestro e il Preposito generale dalla Segreteria di Stato, scelti fra i membri dell'UPS o, meglio, della Pisana.......
Palombella al Sistina è una bella boutade! degna del sornione umorismo romano....
RispondiEliminaPensandoci meglio, il canonico se ne intende (forse, data l'età, conoscerà mons. Favella), e sa in che stato da circo equestre versano gli organi centrali della Chiesa.
Povero Papa.... preghiamo per Lui
Vi dirò di più: Povero Papa... preghiamo per Lui!
RispondiEliminaNiente pubblicazione della nomina oggi.
RispondiEliminaPalombella starà sui carboni ardenti ....
Sicuramente. Che buon pro gli faccia!
RispondiEliminaStanno solo aspettando che si calmino le acque... Magari Venerdi' o Sabato arriva il botto.
RispondiEliminaSecondo me, pero', se teniamo alta la corda, fanno fatica a saltarla.
Intanto ancora una giornata guadagnata.
RispondiEliminaW il Papa, W il M° Miserachs, W mons. Favella
A proposito: desideriamo che il presule venga a farci una catechesi liturgico-musicale.
Se è anziano - visto che la Redazione ci lascia sempre nel dubbio - , siamo disposte a prenderlo con i mezzi nostri.
Se è giovane, tanto di guadagnato: può venire con i piedi suoi....
Credo anch'io che stiano preparando qualcosa.
RispondiEliminaForse insedieranno Palombella per la messa in cui verrà ordinato Vescovo Dal Covolo.
Dovranno sicuramente cantare "Sapientiam" nella versione trascritta da .... Miserachs!!!
Sapientiam! Il brano di Lasagna? certo, perchè ci sarà una grande mangiata.... :-D
RispondiEliminaLa buona Suor Eufrasia si sbilancia....
RispondiEliminaSanta allegrezza monastica
Non sapevo che Don Palombella fosse un ex compagno del PCI...
RispondiEliminaPalombella rossa la trionferààààààà!!! Palombella rossa la trionferààààààà!!!
A parte gli scherzi CHE DIO CE NE SCAMPI. Questo silenzio però al posto che suscitare speranza, desta in me e nelle mie anziane consorelle devoto sospetto monacale e cupa tredazione, tipico degli intarlazzi curiali pre-nomina... Sarò pessimista ma confido comunque nel buonsenso di certi (pochi) prelati, come Mons. Eleuterio, che sanno il fatto loro sulla muscia sacra. Il Papa sarà al corrente di questa scelta e si sarà consultato con suo fratello? Se è vero, come si dice, che a volere Palombella sia proprio Mons. Marini la frittata è fatta.
ho capito quindi Palombella sarebbe più all'altezza di Cilia...: mi sa che ce siamo bevuti il cervello qui...
RispondiEliminaCilia è un ottimo musicista, e un valido compositore.
Ha solo un difetto: NON E' UN ARRIVISTA!
E poi don Magnifico dice che sono io a scherzare!!!
RispondiEliminaSuor Eusapia sì che se ne intende.
Mons. Marini alla fine non è molto benvoluto dagli ambienti curiali, per quanto sappia.
Forse gli stanno imponendo Palombella, anche per spiazzarlo.
Può essere anche che lui lo preferisca, dovendo Palobella solo obbedire e non proporre (ci mancherebbe! dovrà baciare i piedi a tutti coloro che lo mettono al posto di Palestrina.....)
Comunque, questi giorni di vuoto sono forse dovuti ai movimenti del buon Eleuterio Favella.
RispondiEliminaUn lettore diceva: se teniamo la corda alta non la salteranno.
Allora teniamola alta: anzi facciamone un cappio ed agitiamola.... (che Dio mi perdoni....)
Vorrei correggere Crucifixus: il 9 ottobre pontificherà (si fa per dire) l'Em.mo Bertone e non il S. Padre, per cui non canterà la Cappella Sistina. Sicuramente, trattandosi quasi di una festa salesiana, ci sarà Palombella con il coro interuniversitario.
RispondiEliminaSuor Eufrasia si sbilancia sempre più......
Se fossi io confessore di quella comunità, ne avrei di penitenze da comminare....!
Se Mons. Marini avvalla la nomina di Palombella, cominerò a diffidare anche da mia madre!
RispondiEliminaIo ho un amico di nome Mauro...
RispondiEliminaL'inizio del ministero di Palombella potrebbe essere previsto dopo la fine del Sinodo, evneto durante il quale dirigera' ancora Liberto. Con buona stima direi che si potrebbe parlare dei Primi vespri di Avvento per la prima uscita pubblica di Palombella, sempre che nomina sia...
RispondiEliminaSu Mons. Marini che avvalla avrei qualche dubbio: mi sa che sara' costretto a fare buon viso a cattivo gioco, come e' tipico della sua santa obbedienza ed umilta'.
Per l'Ordinazione Episcopale del 9 ottobre nulla ancora si sa ufficialmente della partecipazione del Coro Interuniversitario. Potrebbe magari anche esserci la Cappella Giulia... (speranza ultima a morire)
Tuttavia nelle prove del Coro Interuniversitario di ieri sera sono stati dati "avvisi per i prossimi impegni" (Fonte: http://www.corointeruniversitario.it/coro/news/provedelcoroeavvisi)
RispondiEliminaSig. Bardelli, allora la nominiamo nostro osservatore in Vaticano.
RispondiEliminaSperiamo riesca a riconoscere mons. Favella.
Ancora niente pubblicazione.
W il Papa, W Miserachs, W Favella
Ancora una giornata di silenzio!
RispondiEliminaAllora è vero che tenendo alta l'attenzione li teniamo sul "chivive"!
L'amico Bardelli è molto addentro alle questioni vaticane, come Unochelasalunga.
Perchè non ci riferiscono gli umori di Liberto, Marini e del frate che dirige il Coro guida, che avrebbe sostituito suor Cecilia Stiz, evocato nei giorni scorsi?
Un amico che fa l'organista in un paio di chiese importanti della Roma storica, mi riferisce che preti, monache e religiosi hanno un basso concetto di Palombella.
Ma perchè non si fa come è stato fatto nel Novecento, e come abbiamo desunto dalla accurata trattazione di mons. Favella: da quanto leggevo Perosi fu affiancato al suo predecessore, e Bartolucci fu sostituto di Perosi. Allora che problema c'è, eventualmente, ad affiancare Palombella a LIberto? Qualcosa Palomeblla imparerà dal pur non eccelso Liberto.
O forse fra un paio d'anni intendono affiancare a Palomeblla un sostituto.... salesiano?!?
Con piacere vedo che cotinua a macinare commenti questo post! Mi sono arrivati per gustosissime amicizie comuni i saluti da S.E. Eleuterio Favella. Quanto è piccolo questo "mondo" eh!
RispondiElimina<p><span><span>Ma non avevamo risolto il problema? Sembrava tutto tacesse, tutto si fosse risolto al meglio invece, sotto le ceneri<span> </span>scoppiettavano i carboncini! Chi<span> </span>avrebbe mai detto che il Palomba sarebbe uscito come un baffuto ratto dai tombini dei sacri palazzi?!! Si dice che sponsorizzi gli elicotteri da guerra, che il bell’Angiolotto di Melozzo da Forlì sia stato sostituito con il logo dell’Alenia “35 LiGHTNING II” e campeggi in bellavista sulle partiture dei coristi –ben pagati- e con la scusa del “Rosaio col papa”, intanto, fa pubblicità ai mercanti di morte, con lauti introiti …OHhhh quando Prosperina - la mia cara amica del piano di sotto-<span> </span>me l’ha spifferato per poco non mi prende un accidente! Per tutti gli dei dell’Olimpo!</span></span>
RispondiElimina</p><p><span><span>La Sacra musica, sacrificata come ariete al dio Marte! Povera musica sacra, che simile al vello d’oro giace ai piedi di un drago perennemente insonne. Egregio Eleuterio Favella, novello Giasone, noi con lei, temerari Argonauti difenderemo - purché la morte ci trovi “ancora in vita”- <span> </span>il coro della Sistina da un simil pestilenziale fiato che la minaccia</span><span><span></span></span></span>
</p><p><span><span>.</span></span>...</p>
Diciamo che l'affiancamento di Palombella con liberto, anche se non ufficiale, è già avvenuto da un anno e mezzo circa: puntualmente lo si vedeva gironzolare in san Pietro, ad ogni cappella papale, aggirarsi verso la tribuna dei cantori sistini non si sa per che motivo (dato che non aveva incarichi in merito). Lo faceva per far agitare Liberto? chissà... comunque la sua bramosia in merito è arcinota, i suoi riconoscimenti accademici un po' meno.
RispondiEliminaVogliamo spiegare ai nostri lettori come mai è docente di un fantomatico corso di musica sacra al conservatorio di Novara? chi si occupa di insegnamento nei conservatori sa che si entra per titoli o per concorso, e il novello Palestrina non ha gli uni, ne ha sostenuto l'altro. Si tratta di nuovo della sua particolare arte di arrampicarsi e intrufolarsi: ai tempi in cui gironzolava ancora attorno a Miserachs, ha tenuto in mano l'organizzazione di un fantomatico "Corso accademico di II livello di Musica Sacra" che è nato con la collaborazione del Pontificio Istituto di Musica Sacra, in cui poi si è ritagliato un posto come insegnante di composizione sacra. Ma cosa può insegnare uno che la musica non la sa scrivere??? Piuttosto mi è sembrato abile ancora una volta ad approfittarsi della figura di Mons. Miserachs per creare l'ennesimo inciucio che potesse portargli visibilità.
strepitosa Medea... se sei qualcuno che lavora alla III loggia... datti da fare, lotta anche per noi!!
RispondiEliminaPurtroppo non tutto può essere scritto in questa bacheca.. sarebbe utile attivare qualche canale diplomatico per tentare di porre rimedio a questa sciagura. Tutto il mondo musicale si è scandalizzato alla notizia di questa nomina!
Sulla questione della presenza di Palombella in Vaticano presso la Sistina credo possa dare qualche spiegazione queste righe prese dal sito del Coro Interuniversitario:
RispondiEliminaScuola d’Opera Lirica (curata dalla prof.ssa Annabella Rossi, docente di Canto al Conservatorio di Musica “Licinio Refice” di Frosinone e dal M° Ermenegildo Corsini, cantore della Cappella Musicale Pontificia detta “Sistina”)
La Scuola di Opera Lirica e' connessa al Coro Interuniversitario, si veda il sito....
Per quanto riguarda l'umore del M. Liberto, credo sia quello di uno che sa o presuppone o attende la cosiddetta (nessuno si scandalizzi)"trombatura".
Monsignor Guido Marini, come il precendente omonimo a capo dello stesso ufficio, che piaccia o no, non ha competenze musicali, ne mi risulta essere un musicofilo.
RispondiEliminaComunque una parola di rincrescimento anche per mons. Guido Marini, mi rendo conto che è "creatura" di Bertone, tuttavia la liturgia, che vorrebbe rendere sempre più bella, necessita di persone competenti! Mi rendo conto che le pompe pontificie (ori, onori, fotografi, luci, ribalte, ecc) danno alla testa, ma alla fine moriremo "nudi" e l'aver ceduto ai compromessi nel proprio campo "pastorale" con le relative pompe davanti al tribunale di Dio contano ma alla ROVESCIA!
RispondiEliminaInsomma caro Mons, l'aver rimesso i pizzi o le pianete o i crocefissi sull'altare non conta se poi ci si rende complici di chi vuole "con dolcezza" continuare a devastare il CULTO DI DIO!
Spero che all'indomani della nomina tanto dolorosamette attesa il Mons. genovese dia le dimissioni e torni a fare il prete a Genova, sempre se dietro non ci sia proprio lui che tirare le fila della "marionetta", del resto fu il Marini (quello brutto) ad aggiornare secondo lo "spirito" del V2 la cappella sistina, quindi...
Credo che stavolta Liberto sia stato incastrato per bene, e non possa rifiutarsi di andarsene. In un impeto di orgoglio non ha accettato la presidenza della supercommissione di Musica Sacra che gli era stata offerta, ma a questo punto dei giochi pare che non possa opporsi alle decisioni prese su di lui.
RispondiEliminaCome al solito il Rev.do don Camillo quando spara le cannonate, fa un macello ma colpisce il segno. In tutta questa vicenda il Monsignorino genovese non se la può cavare liscia come ha fatto in altre occasioni dove nell'incertezza di certe scelte liturgiche (chierichette, altari-astronavi, benedizioni con uomini vestiti da vescovi che dicono di essere "primati della chiesa anglicana, ecc.) si è preferito dare la colpa o alla Segreteria o a Bertone (perchè infondo Guido "ci piace perchè mette i pizzi sopra la sottana del PAPA", nevverò?), ora la responsabilità se la deve prendere, e tutta la valanga di mer** che investirà i "sacri palazzi" apostolici trascinerà ANCHE LUI sotto la gogna mediatica! Se le canzonete di Palombella gli fanno scendere una lacrima magari ricordando i tempi in cui le propinava a Bertone nella cattedrale a Genova, faccia le valige e magari con Bertone ritornino a Genova!
RispondiEliminaA pensare che mi stava simpatico, mi rendo conto che apparte quanche novità le celebrazioni sono sempre più tristi e spente... e poi è vero quel che dice don Camillo, in diverse circostanse confidenzialmente ha sempre detto che la musica di Palombella era proprio bella (ma gli ricordo che le canzoni belle che ha sentito da Palombella erano tutte prese dal repertorio di Miserchs, felicemente regnante!)...
RispondiEliminaUn'altro giorno senza la nomina di don Palombella!!!
RispondiEliminaMa che sarà mai questo silenzio claustrale in quella che è considerata la curia che non tiene giù neanche l'acqua del battesimo??? Se la nomina fosse già confermata lo saprebbero anche la mie anziane consorelle Suor Leonarda e suor Giambertilla, della veneranda età di 89 e 93 anni che passano tutto il giorno in cella a recitar giaculatorie mentre ricamano splendide trine (da una settimana stanno concludendo un fantastico corredo per una prima messa in punto venezia)!!!
Nel nostro convento si cita ancora il vecchio proverbio che chi tace acconsente, e che col tempo e con la paglia maturano anche le nespole... quindi non disperiamo che la provvidenza farà il suo corso.
W IL PAPA, W PEROSI, W BARTOLUCCI, W SANTA CECILIA.
anch'io sono un pò deluso dal Meaestro Marini Guido...
RispondiEliminaBuonasera alla reverenda suor Isapia che dai commenti che ho potuto leggere pone grande attenzione alla musica liturgica sacra. Concordo con lei sul fatto che la nomina di Palombella alla direzione della Cappella Sistina non sia la scelta più consona per come vediamo or ora le messe papali. Monsignor Maestro credo non sia completamente al corrente della cose, anche perchè sappiamo bene quali sono i suoi gusti in merito a musica liturgica. Sicuramente la reverenda sorella insieme alle altre consorelle sapranno pregare ferventemente il Signore affinchè questo cambiamento non avvenga. Altra cosa non conoscevo esistesse un punto venezia, ma fate anche cotte o camici di quel tipo. auguro a tutti i buonanotte.
RispondiEliminaPer le ordinazioni episcopali non ci sarà la Venerabile Cappella Giulia, ma il Coro degli eterni universitari (eh si! guardate l'età...!!!) diretto da Colombina.
RispondiEliminaEhm pardon scusate tanto :-$ Palombinabella
oooops chiedo venia.... Colombella? Piccioncella? Tortorella? Rondinella?
Oh mio Dio.... ahhhhhh
Palombella...!
Scusate avevo sbagliato .... uccello...!
Miserachs è troppo buono.
RispondiEliminaE' un grande musicista ma ha una grossa pecca: si circonda di gente inetta!
Don Camì... e datte 'na calmata... tanto ormai è vicino il 2012....
RispondiEliminaMarini Nepote, a differenza di Marini il Vecchio, non comanda un'autentica mazza da baseboll: egli è semplicemente un esecutore di ordini. E non dimenticate che è una pedina (pur buona) dell'Eminenza grigia salesiana!
RispondiEliminaIl guaio è che al Pontificio Istituto di Musica Sacra andranno o Frisina o Palombella.
RispondiEliminaGià il pericolo Frisina fu scampato nel 95-95.
Era già tutto deciso: all'indomani del "caso Baroffio" Frisina era il grande sponsorizzato per la presidenza del PIMS.
Quella volta lo Spirito Santo funzionò... aiutato da Baroffio in persona, il quale fece valere la sua voce in Congregazone e chiese ed ottenne che il suo posto fosse preso da Miserachs, del quale ha sempre stimato e riconosciuto le doti musicali.
Ma anche Palombella aspira alla Presidenza del Pims.
Di questo passo anche la CEI sponsorizzerà Heater Parisi...
Sentite... se proprio deve andare Palombella.... io direi piuttosto GEN ROSSO GEN VERDE....
RispondiEliminaAllora diamoci da fare: una mia consorella che lavora in Vaticano sostiene che mons. Marini non ha letto nulla di questo putiferio mediatico che la lettera di mons. Favella (che Dio lo benedica!) ha scatenato.
RispondiEliminaC'è qualcuno che potrebbe fare le copie di tutti questi post e farli pervenire sub secretissimo al rev.mo Mons. Maestro.
capirà che qui si sta giocando la reputazione che si è guadagnato in 3 anni e mezzo.
Se è vero che non è complice cercherà almeno di fermare.... la mano assassina!
Signori miei! Che fiammata! Altro che tenere alta la corda, qui stiamo creando un caso diplomatico!
RispondiEliminaSe si potesse creare un canale alternativo con Unochelasalunga e Don Camillo, sarebbe la soluzione, unitamente all'amico che dovrebbe stare in III loggia, per cercare di mettere qualche ordigno al punto giusto.
Noto allora che Palombinella già bazzica i banchi della Sistina e che Bardelli ci riferisce delle cointeressenze con il Coro Interuniversitario.
Il M° Ermenegildo Corsini, in religione Gildo, ottima voce di tenore-controtenore-falsettista è una brava persona, purtuttavia con problemi umani evidenti.
I cantori eterni studenti sono i Professori che il benemerito mons. Favella aveva indicato nel memoriale che ha sturato tutta questa ondata.
Noto che don Camillo ha riconosciuto persino mons. Favella: bravo! Chissaà come saranno deluse le consorelle di Suor Eufrasia.....
Amici, Romani, concittadini: questa è dunque l'ultima trincea per cercare di fermare questo pasticciaccio brutto in cui, spiace dirlo, ma sembra complice mons. Marini Guido da noi apprezzato e più volte benedetto per le ripuliture del cerimoniale ormai indegno ereditato dal suo ponteissimo predecessore.
Lui non avrà i poteri di Marini vecchio, ma qualcosa potrà fare..... se vuole.
Io dico, ricordando l'ultima carica di cavalleria del Savoia cavalleggeri nel '42, e memore delle bertonate recenti del 20 settembre scorso: AVANTI SAVOIA!!!!!
Il monsignorino genovese ha le pompe, le sagrestie piene di ben di Dio, comanda come una mestrina a scuola, e, non protetto, ma super protetto da tutti i generali rossi per il suo "basso profilo" da conservatore minimale che ha saputo propinare con la "dolcezza" amata dal pastore tedesco... e adesso, secondo voi tira fuori le unghie per opporsi ad un anomina che dopo tutto approva solo per far trionfare la giustizia di Dio oltre che la competenza musicale e la Tradizione?
RispondiEliminapoveri illusi!
CREDO CHE IL MODERATORE DOVREBBE INTERVENIRE IN QUESTI MOMENTI...SIAMO PROPRIO ARRIVATI AGLI INSULTI..OGNUNO DEVE AVERE LE PROPRIE IDEE,MA SU UN SITO CATTOLICO NON SI POSSONO LEGGERE CERTI COMMENTI! VERGOGNATEVI!
RispondiEliminaQualche giorno di problemi di connessione e ritrovo un ca...... pandemonio (scusate!).
RispondiEliminaVorrei solo significare che il fatto che Palombella insegni in qualche Conservatorio è assolutamente marginale: negli utlimi 10 anni nei conservatori insegnano ormai cani e porci.
Anzi, molte persone competenti e veri artisti, ne sono tenuti rigorosamente fuori dal vergognoso mercimonio di cattedre, supplenze, corsi sperimentali di quella fantomatica riforma mai terminata, che i Direttori gestiscono perlopiù in maniera scandalosa.
Ho diversi amici fra la Puglia, la Campania, la Basilicata e la Calabria che mi riferiscono cose raccapriccianti.
Poi cè anche una generale degenerazione dei costumi lì dentro.....
Leggendo alcune cose su mons. Marini, rimango anch'io di stucco: peccato per lui, peccato per la riforma benedettiana, peccato per la Chiesa.
Mi auguro solo che, come disse Suor Eufrasia qualche giorno fa, stia solo dando sponda alla Segreteria per avere in Sistina un docile strumento da comandare a bacchetta.
Miserachs sarebbe troppo autorevole, come musicista e come prete.
Un amico che frequentava molto tempo fa il conservatorio di Matera lo ebbe come docente: ne ha un ricordo splendido. Anche di quel suo sigaro a volte spento, a volte acceso.
Preghiamo il Signore che illumini qualcuno che possa intervenire in alto loco.
Ooooohhhhhh, chi sarà codesto sdegnato punto nell'orgoglio? pro marini il genovese o pro Palombella il torinese????
RispondiEliminaa me sempra che più che insulti si fanno forse "spietate" ma evidenti costatazioni che possono essere viste e ascoltate per televisione e per radio!
La censura non cancellerà la vergogna che vi ha sommerso!
Non c'è bisogno del moderatore, in questi casi.
RispondiEliminaSi dovrebbe badare a dire le cose con garbo e con franchezza.
La buona educazione serve a tutti, ma se non si potesse dire il proprio pensiero nemmeno qui, allora lasciamo perdere.
E le trame oscure avranno ancora buon gioco.....
Non illudeteviiiii!
RispondiEliminaSe a giugno la nomina circolava come sicura negli ambienti musicali a Roma, significa che Liberto è stato messo in condizioni di lasciare..... e prima o poi ciò avverrà!
Ora forse sta cercando di incassare il prezzo più vantaggioso e forse i tempi lunghi sono dovuti alla sua sistemazione.
Il povero Miserachs dovrà contentarsi di dirigere il PIMS ancora per un pò, la schola di S. Maria Maggiore gliela lasceranno per un altro pò di tempo, poi deciderà lui se tornarsene in Spagna o rimanere a Roma.
Certo il basso profilo di Palombella è l'unico dato assoluto di questa vergognosa vicenda.
La Chiesa potrà liberarsi un giorno di tali scorie? i balocchi del Concilio sono finiti, ora c'è solo il cascame!
Preghiamo che il Papa tenga duro almeno sulla questione della Messa antica e sulla linea del MP.
W il Papa, W Cristo Re
Anzi, ritengo che mons. Favella sia stato troppo buono con Liberto.
RispondiEliminaForse se alcune libertinaggini non ci fossero state la Sistina avrebbe vita più serena
<p><span>Ehmm…cosa odono le mie orecchie da quassù? Chi è costui che invoca soccorso al moderatore??!!! Ma...con quale ardire!</span>
RispondiElimina<span>TRAGEDIA! Quì ci troviamo dinnanzi ad una tregedia senza precedenti: la morte del glorioso coro della Sistina, la morte della musica sacra!! EUTERPE, <span> </span>musa ispiratrice delle sacre melodie è sdegnata e incacchiatissima, sta sbraitando da ore mettendo in subbuglio l’intero Olimpo, <span> </span>furente di rabbia!! La sento urlare , gridare a gran voce -“la passione generata nell’Essere Umano per la musica aulica, sacra, quella del dolce flautare dell’organo possente, che trasforma in divino un essere umano che riesce ad entrare in relazione con le armonie dell’universo ridotta a cosa?? Un mero, sacrilego, deprimente, solfeggio e le sacre musiche di Bartolucciana, memoria? Accantonate, dimentiche, scaraventate nell’orrido puzzolente stige! Si vaticina l’arrivo di un incapace inverecondo scribacchino di bassa lega...ohhh qual sciagura!!!”- grida EUTERPE a gran voce. Arrabbiata nera scaglia fulmini e saette! La musica sacra! struttura capace di coinvolgere e manipolare le emozioni dell’Essere Umano e trasformarlo, barattata col mostro nero che la ragione e il calcolo ha posto a guardia dei suoi confini: manipolazioni “genetiche” , oscurantismo senza speranza….fatale luciferina involuzione, incapacità, cortezza di vedute oh…qual morbo è entrato nel sacro regno dell’olimpo trasportino! Eleuterio Favella i dioscuri invocano la sua saggezza, le cingono il capo del sacro alloro</span><span>, tutti i musicisti invocano a perdifiato un vostro lodevole intervento per porre alla tragedia che incombe il sigillo con su scritta la parola “fine” !</span>
<span>MEDEA DI EURIPIDE!<span></span></span>
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