"Sancte Míchaël Archángele, defénde nos in proélio: contra nequítias et insídias diáboli esto praesídium. Imperet illi Deus, súpplices deprecámur: tuque, Prínceps milítiae coeléstis, Sátanam aliósque spíritus malígnos, qui ad perditiónem animárum pervagántur in mundo, divina virtúte, in inférnum detrúde."
(San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia: sii nostro presidio contro la perfidia e le insidie del diavolo. Che Dio lo soggioghi: supplici lo domandiamo; e tu, principe della milizia celeste, grazie alla potenza divina, ricaccia nell’inferno Satana e gli altri spiriti maligni che a perdizione delle anime vagano per il mondo).
Se non sbaglio, questa preghiera fa parte dell'ottima eredità di Leone XIII
RispondiEliminaAMEN
RispondiEliminaViva San Michele!
RispondiElimina....a tutti i paracadutisti per la Festa del loro Patrono.
RispondiElimina...........e' il patrono del mio paese.............Gimino d' Istria......Ora Pro Nobis!!!!
RispondiElimina...dilapidata da Paolo VI.
RispondiEliminaVI o mesto? [perdonatemi la battuta, ma prendiamola a ridere, sennò dovremmo piangere sempre]
RispondiEliminaPaolo VI non fu nè mesto, nè dilapidatore. Un po' di rispetto per colui che fu comunque il Vicario di Cristo!
RispondiEliminaLa preghiera a S. Michele esiste ancora (non nel Messale) e nel mio gruppo la recitiamo sempre.
Sancte Michaele Arcangele, defende nos in proelio, ut non pereamus in tremendo iudicio.
Evvia, e ridi un pochino! Si tratta di una innocente battuta che non offende nessuno.
RispondiEliminae dica Arpad, secondo lei,
RispondiEliminaPERCHE' Paolo VI ha voluto abolire quella preghiera al Grande Custode della Chiesa, così importante per la difesa contro i suoi nemici, voluta dal suo predecessore<span> con un preciso buon fine</span> ?
a chi dava fastidio quella preghiera nella Santa Messa ?
secondo lei, può avere buone conseguenze decidere di cacciar via il custode dal suo posto di guardia ad un Deposito aureo o contenente valori inestimabili ?
Sante domande! Ma chi del clero potrà mai dare a queste una risposta?
RispondiElimina"La preghiera a S. Michele esiste ancora (non nel Messale) ..."
RispondiElimina:-D :-D :-D eggrazietante!
Più che rispetto, faresti bene a chiedere per la sua anima tante preghiere.
RispondiEliminaTante, ma proprio tante.
Ma San Michele ora difenderà la FSSPX, non hanno il copyright anche su di lui?
RispondiEliminaIl Papa al limite lo può chiedere in prestito...
Chi è Don Gabriele Nanni?
RispondiElimina<span>Dalla sentenza di assoluzione di P.Andrea D'Ascanio:
</span>“Don Gabriele Nanni nacque il 9 marzo 1959 a Forlì. Dopo gli studi medio-superiori entrò nel seminario diocesano di Bologna, ma dopo circa un anno ne uscì. Laureato in Storia della Filosofia a Bologna. Dopo una crisi interiore si riavvicinò alla pratica religiosa e voleva diventare sacerdote in una congregazione mariana e missionaria. Nel 1987 conobbe il P. Andrea D'Ascanio e diventò membro dell'«Armata Bianca». Nel 1990 si trasferì da Modena a L'Aquila per dedicarsi completamente all' «Armata Bianca» e per ottenere il Baccellierato in Teologia presso la Pontificia Università Lateranense, in vista della sua futura ordinazione sacerdotale.
Ebbe con la Dott.ssa Alessia Zimei alcuni episodi sentimentali. Anche se formalmente era uno dei candidati dell'«Armata Bianca» al sacerdozio (quando ciò sarebbe stato possibile), in realtà, vi erano delle reciproche perplessità sulla sua vocazione e idoneità. Finalmente, in occasione di una missione a Mosca (autunno 1993), intrapresa di sua iniziativa e per conto dell' «Armata Bianca» (per studiare il russo, asserendo che la conoscenza di questa lingua sarebbe poi tornata utile per l'apostolato nell'Est), decise di lasciare formalmente l' «Armata Bianca» (…)”
A Mosca infatti incontra due suore della Congregazione Pro Deo et Fratribus (ora Famiglia di Maria) che operano a Novosibirsk in Siberia, e va in aereo a trascorrere il periodo natalizio con loro. In breve decide di lasciare definitivamente l’Armata Bianca e si trasferisce in Slovacchia, nella casa di formazione teologica della Pro Deo et Fratribus:
<span>Dalla sentenza di assoluzione:</span>
“Incorporato alla «Pro Deo et Fratibus» in Slovacchia (inizi marzo 1994), vi rimase fino al 13 dicembre 1994, data in cui si trasferì alla sede della «Pro Deo et Fratibus» di Civitella del Tronto (Teramo-I) e dove rimase fino alla sua uscita definitiva (verso la fine di novembre 1996). Presso la «Pro Deo et Fratibus» non vi erano certezze sulla sua ordinazione sacerdotale (…)”
Il suo trasferimento a Civitella del Tronto, casa di probandato, è per lui una profonda umiliazione e ha il timore che in quella struttura difficilmente sarà ordinato sacerdote.
Non pensa minimamente che i superiori abbiano bloccato la sua ordinazione perché non idoneo al sacerdozio; si convince invece che tutto sia stato provocato da una ipotetica cattiva presentazione di Padre Andrea D’Ascanio. Comincia a covare nei suoi confronti un astio che nel tempo diventerà odio feroce che trasmette a tutte le donne alle quali “apre gli occhi”: da estimatrici diventano tenaci accusatrici di Padre Andrea D’Ascanio. Cominciando da Alessia Zimei.
La sua difficile situazione viene conosciuta in casa Zimei, il centro operativo del “pool” contro Padre Andrea D’Ascanio. Una delegazione aquilana va a trovarlo a più riprese nell’estate ’96 a Civitella del Tronto e gli lascia intravedere la possibilità di entrare nel seminario di L’Aquila. Il Vescovo Molinari si dichiara disponibile ad accoglierlo. E’ la soluzione a tutti i suoi problemi.
L’“esorcista” continua nella sua azione di diffamazione
RispondiElimina<span>E’ proprio vero quello che disse l’Arcivescovo Mons.Mario Peressin a Mons. Piero Vergari:</span> “Gabriele Nanni ha fatto scopo della sua vita distruggere Padre Andrea e l’Armata Bianca”.
Dopo 13 anni Don Gabriele Nanni continua la sua azione diffamatoria in qualunque parte del mondo lo porti la sua “carriera” di esorcista, con menzogne sempre più grandi, con calunnie sempre più pesanti. L’odio è duro a morire e si rafforza nel tempo.
Ma l’odio non è compatibile con il Sacerdozio.
Il Comitato Internazionale pro Padre Andrea D’Ascanio consiglia a Don Gabriele Nanni di ripensare seriamente alla sua ordinazione sacerdotale che “non voleva” e che non ha ricevuto con “intenzione retta”.
Il Comitato Internazionale pro Padre Andrea D’Ascanio si propone di rivelare al mondo l’altro volto della giustizia ecclesiale.
Cosa si potrebbe fare per far rimettere, da parte della Chiesa, la preghiera di San Michele alla fine della Santa Messa?
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