Nozioni, fini, effetti e disposizioni
I. Nozioni preliminari
Alcune nozioni dogmatiche:
La Messa è sostanzialmente lo stesso sacrificio della croce. E' diverso solo il modo dell'offerta (Denz. 940)
Essendo un vero sacrificio la Messa ne realizza in modo proprio le finalità: adorazione, ringraziamento, riparazione e petizione (Denz. 948 e 950).
Il valore della Messa è in se stesso rigorosamente infinito. Però i suoi effetti in quanto dipendono da noi non ci vengono applicati se non nella misura delle nostre interne disposizioni.
II. Finalità ed effetti della Santa Messa
La Messa ha gli stessi fini e produce gli stessi effetti del sacrificio della croce, che sono quelli del sacrificio in generale come atto supremo di religione, però di grado infinitamente superiore.
Adorazione.
Il sacrificio della Messa rende a Dio un'adorazione degna di Lui, rigorosamente infinita. Questo effetto è prodotto infallibilmente ex opere operato, anche se celebra un sacerdote in peccato mortale, perché questo valore latreutico o di adorazione dipende dalla dignità infinita del Sacerdote principale che lo offre e dal valore della Vittima offerta.
Con la Messa possiamo dare a Dio tutto l'onore che Gli è dovuto in riconoscimento della Sua infinita maestà e del Suo supremo dominio, nella maniera più perfetta possibile e in grado rigorosamente infinito. Una sola Messa glorifica più Iddio di quanto lo glorificheranno in cielo, per tutta l'eternità, tutti gli angeli, i santi e i beati insieme, compresa Maria Santissima.
Dio risponde a questa incomparabile glorificazione curvandosi amorosamente verso le Sue creature. Di qui l'immenso valore di santificazione che racchiude per noi il santo sacrificio della Messa.
Ringraziamento.
Gli immensi benefici di ordine naturale e soprannaturale che abbiamo ricevuto da Dio ci hanno fatto contrarre verso di Lui un debito infinito di gratitudine che possiamo saldare soltanto con la Messa. Infatti per mezzo di essa offriamo al Padre un sacrificio eucaristico, cioè di ringraziamento, che supera infinitamente il nostro debito; perché è Cristo stesso che, immolandosi per noi, ringrazia Iddio per i benefici che ci concede. A sua volta il ringraziamento è fonte di nuove grazie perché al benefattore piace la gratitudine. Questo effetto eucaristico è sempre prodotto infallibilmente ex opere operato indipendentemente dalle nostre disposizioni.
Riparazione.
Dopo l'adorazione e il ringraziamento non c'è dovere più urgente verso il Creatore che la riparazione delle offese che da noi ha ricevuto. Anche sotto questo aspetto il valore della Messa è assolutamente incomparabile, giacché con essa offriamo al Padre l'infinita riparazione di Cristo con tutta la sua efficacia redentrice.
Questo effetto non ci viene applicato in tutta la sua pienezza - basterebbe infatti una sola Messa per riparare tutti i peccati del mondo e liberare dalle loro pene tutte le anime del Purgatorio - ma ci viene applicato in grado limitato secondo le nostre disposizioni.
Tuttavia:
a) ci ottiene, per sé ex opere operato, se non incontra ostacoli, la grazia attuale necessaria per il pentimento dei nostri peccati. Lo insegna il Concilio di Trento: «Hujus quippe oblatione placatus Dominus, gratiam et donum paenitentiae concedens, crimina et peccata etiam ingentia dimittit» (Denz. 940).
b) rimette sempre, infallibilmente se non incontra ostacoli, almeno la parte della pena temporale che si deve pagare per i peccati in questo mondo o nell'altro. La Messa è quindi utile anche alle anime del Purgatorio (Denz. 940 e 950). Il grado e la misura di questa remissione dipende dalle nostre disposizioni.
Petizione.
Gesù Cristo si offre al Padre nella Messa per ottenerci con il merito della Sua infinita oblazione tutte le grazie di cui abbiamo bisogno. «Semper vivens ad interpelladum pro nobis» (Ebr. 7, 25), e valorizza le nostre suppliche con i Suoi meriti infiniti. La Messa di per sé, ex opere operato, muove infallibilmente Dio a concedere agli uomini tutte le grazie di cui hanno bisogno, ma il dono effettivo di queste grazie dipende dalle nostre disposizioni, la mancanza delle quali può impedire completamente che queste grazie giungano fino a noi.
III. Disposizioni per il Santo Sacrificio della Santa Messa.
Le disposizioni principali per la Santa Messa sono di due specie: esterne ed interne.
Disposizioni esterne
Il sacerdote che celebra dovrà osservare le rubriche e le cerimonie stabilite dalla Chiesa come se quella fosse la prima, l'ultima e l'unica Messa della sua vita.
Il semplice fedele assisterà alla Messa in silenzio, con rispetto e attenzione.
Disposizioni interne
La migliore disposizione interna è quella di identificarsi con Gesù Cristo che si immola sull'altare, offrendoLo al Padre ed offrendosi con Lui, in Lui e per Lui. ChiediamoGli che converta anche noi in pane per essere così a completa disposizione dei nostri fratelli mediante la carità. Uniamoci intimamente con Maria ai piedi della croce, con San Giovanni il discepolo prediletto, col sacerdote celebrante, nuovo Cristo in terra.Uniamoci a tutte le Messe che si celebrano nel mondo intero. La santa Messa celebrata o ascoltata con queste disposizioni è indubbiamente tra i principali strumenti di santificazione.
Tratto da: Antonio Royo Marin, Teologia della perfezione cristiana, ed. Paoline, 1987, pagg. 548-554
Fonte: Una Fides
I. Nozioni preliminari
Alcune nozioni dogmatiche:
La Messa è sostanzialmente lo stesso sacrificio della croce. E' diverso solo il modo dell'offerta (Denz. 940)
Essendo un vero sacrificio la Messa ne realizza in modo proprio le finalità: adorazione, ringraziamento, riparazione e petizione (Denz. 948 e 950).
Il valore della Messa è in se stesso rigorosamente infinito. Però i suoi effetti in quanto dipendono da noi non ci vengono applicati se non nella misura delle nostre interne disposizioni.
II. Finalità ed effetti della Santa Messa
La Messa ha gli stessi fini e produce gli stessi effetti del sacrificio della croce, che sono quelli del sacrificio in generale come atto supremo di religione, però di grado infinitamente superiore.
Adorazione.
Il sacrificio della Messa rende a Dio un'adorazione degna di Lui, rigorosamente infinita. Questo effetto è prodotto infallibilmente ex opere operato, anche se celebra un sacerdote in peccato mortale, perché questo valore latreutico o di adorazione dipende dalla dignità infinita del Sacerdote principale che lo offre e dal valore della Vittima offerta.
Con la Messa possiamo dare a Dio tutto l'onore che Gli è dovuto in riconoscimento della Sua infinita maestà e del Suo supremo dominio, nella maniera più perfetta possibile e in grado rigorosamente infinito. Una sola Messa glorifica più Iddio di quanto lo glorificheranno in cielo, per tutta l'eternità, tutti gli angeli, i santi e i beati insieme, compresa Maria Santissima.
Dio risponde a questa incomparabile glorificazione curvandosi amorosamente verso le Sue creature. Di qui l'immenso valore di santificazione che racchiude per noi il santo sacrificio della Messa.
Ringraziamento.
Gli immensi benefici di ordine naturale e soprannaturale che abbiamo ricevuto da Dio ci hanno fatto contrarre verso di Lui un debito infinito di gratitudine che possiamo saldare soltanto con la Messa. Infatti per mezzo di essa offriamo al Padre un sacrificio eucaristico, cioè di ringraziamento, che supera infinitamente il nostro debito; perché è Cristo stesso che, immolandosi per noi, ringrazia Iddio per i benefici che ci concede. A sua volta il ringraziamento è fonte di nuove grazie perché al benefattore piace la gratitudine. Questo effetto eucaristico è sempre prodotto infallibilmente ex opere operato indipendentemente dalle nostre disposizioni.
Riparazione.
Dopo l'adorazione e il ringraziamento non c'è dovere più urgente verso il Creatore che la riparazione delle offese che da noi ha ricevuto. Anche sotto questo aspetto il valore della Messa è assolutamente incomparabile, giacché con essa offriamo al Padre l'infinita riparazione di Cristo con tutta la sua efficacia redentrice.
Questo effetto non ci viene applicato in tutta la sua pienezza - basterebbe infatti una sola Messa per riparare tutti i peccati del mondo e liberare dalle loro pene tutte le anime del Purgatorio - ma ci viene applicato in grado limitato secondo le nostre disposizioni.
Tuttavia:
a) ci ottiene, per sé ex opere operato, se non incontra ostacoli, la grazia attuale necessaria per il pentimento dei nostri peccati. Lo insegna il Concilio di Trento: «Hujus quippe oblatione placatus Dominus, gratiam et donum paenitentiae concedens, crimina et peccata etiam ingentia dimittit» (Denz. 940).
b) rimette sempre, infallibilmente se non incontra ostacoli, almeno la parte della pena temporale che si deve pagare per i peccati in questo mondo o nell'altro. La Messa è quindi utile anche alle anime del Purgatorio (Denz. 940 e 950). Il grado e la misura di questa remissione dipende dalle nostre disposizioni.
Petizione.
Gesù Cristo si offre al Padre nella Messa per ottenerci con il merito della Sua infinita oblazione tutte le grazie di cui abbiamo bisogno. «Semper vivens ad interpelladum pro nobis» (Ebr. 7, 25), e valorizza le nostre suppliche con i Suoi meriti infiniti. La Messa di per sé, ex opere operato, muove infallibilmente Dio a concedere agli uomini tutte le grazie di cui hanno bisogno, ma il dono effettivo di queste grazie dipende dalle nostre disposizioni, la mancanza delle quali può impedire completamente che queste grazie giungano fino a noi.
III. Disposizioni per il Santo Sacrificio della Santa Messa.
Le disposizioni principali per la Santa Messa sono di due specie: esterne ed interne.
Disposizioni esterne
Il sacerdote che celebra dovrà osservare le rubriche e le cerimonie stabilite dalla Chiesa come se quella fosse la prima, l'ultima e l'unica Messa della sua vita.
Il semplice fedele assisterà alla Messa in silenzio, con rispetto e attenzione.
Disposizioni interne
La migliore disposizione interna è quella di identificarsi con Gesù Cristo che si immola sull'altare, offrendoLo al Padre ed offrendosi con Lui, in Lui e per Lui. ChiediamoGli che converta anche noi in pane per essere così a completa disposizione dei nostri fratelli mediante la carità. Uniamoci intimamente con Maria ai piedi della croce, con San Giovanni il discepolo prediletto, col sacerdote celebrante, nuovo Cristo in terra.Uniamoci a tutte le Messe che si celebrano nel mondo intero. La santa Messa celebrata o ascoltata con queste disposizioni è indubbiamente tra i principali strumenti di santificazione.
Tratto da: Antonio Royo Marin, Teologia della perfezione cristiana, ed. Paoline, 1987, pagg. 548-554
Fonte: Una Fides
Uniamoci intimamente con Maria ai piedi della croce, con San Giovanni il discepolo prediletto, col sacerdote celebrante, nuovo Cristo in terra.Uniamoci a tutte le Messe che si celebrano nel mondo intero. La santa Messa celebrata o ascoltata con queste disposizioni è indubbiamente tra i principali strumenti di santificazione.
RispondiElimina**************
quando a san Padre Pio alcuni suoi frati gli chiesero "come si deve intendere la santa Messa" san Padre Pio rispose: "semplice! è il MEMORIALE e noi, durante la Messa, ritorniamo VERACEMENTE ai piedi della Croce, di quell'unica Croce, con il Crocefisso, ma non siamo soli, siamo con Maria sua Madre e san Giovanni, il discepolo che Gesù amava e che gli rimase fedele ai piedi di quella Croce....Questa è la Messa, questo significa "RIVIVERE" quei momenti, il nostro atteggiamento è quello degli ADDOLORATI ma anche quello dei GRATI AL SIGNORE: Maria addolorata e Giovanni, grato al Signore! Non ci si può unire al Banchetto se prima non ci si è afflitti e addolorati, con gratitudine, per l'offerta che il Signore Gesù ha fatto di se stesso al Padre per la nostra salvezza..."
P.S.
RispondiEliminasi sottolinei che ERRONEAMENTE e da dopo il Concilio la santa Messa è insegnata come FIGURATIVA DELL'ULTIMA CENA....in questo modo, si scalza il CALVARIO il quale è invece il momento centrale della Messa, è il Memoriale che semmai UNITAMENTE ALL'ULTIMA CENA nella quale il Signore comanda questa ripetizione "fate questo", INTENDE PROPRIO LA SOSTA E IL MOMENTO DELLA SUA MORTE DI CROCE....
Si è inoltre erroneamente inoltrati in una catechesi che pone l'Ultima Cena in contrasto con il Calvario:
l'Ultima Cena è così vissuta come una interpretazione DELLE DANZE DI DAVIDE PRESSO IL TEMPIO E IL TABERNACOLO, dunque un incontro FESTOSO, facendo perdere alla Messa il senso del SACRIFICIO E DEL CALVARIO....
Al contrario, la sana Dottrina Cattolica BIMILLENARIA ha sempre insegnato l'Ultima Cena e il Calvario come un evento inseparabili: "fate questo", ossia IL MEMORIALE IL RIVIVERE (che avviene ora in modo incruento ) ciò che accadde AI PIEDI DELLA CROCE...
;)
ma se la Chiesa docente, da 45 anni NON si fa un dovere primario di CORREGGERE queste catechesi fuorvianti che portano fatalmente all'eresia, in fatti e parole, COME SPERIAMO che le storture si raddrizzino ?
RispondiEliminainfatti, le vediamo peggiorare di giorno in giorno !
Se da 45 anni la parola MEMORIALE, assorbita dalla coscienza dei fedeli non-formati alla Tradizione significa nient'altro che COMMEMORAZIONE, ricordo (più o meno noioso e sbiadito) di una persona che fu, fece qualcosa....dio un fatto che ACCADDE in un tempo passato e lontano da noi....
....se nessuno ci dà mai l'esatta spiegazione di una parola che da sè si impone col suo riferimento a COSE PASSATE, che vengono solo RIEVOCATE COME IN UN FILM, o in una RECITA O RAPPRESENTAZIONE, (peraltro brevissima, come un flash....)
COME SPERIAMO che costoro, a milioni ormai, possano più pensare e credere che Gesù è lì, sull'altare, realmente Presente e si sta immolando, per espiare i nostri peccati ?
:(
la parola MEMORIALE,
RispondiEliminatutta da spiegare,e sempre meno compresa !
<span>ma se la Chiesa docente, da 45 anni NON si fa un dovere primario di CORREGGERE queste catechesi fuorvianti che portano fatalmente all'eresia, in fatti e parole, COME SPERIAMO che le storture si raddrizzino ?
infatti, le vediamo peggiorare di giorno in giorno !
Se da 45 anni la parola MEMORIALE, assorbita dalla coscienza dei fedeli non-formati alla Tradizione significa nient'altro che COMMEMORAZIONE, ricordo (più o meno noioso e sbiadito) di una persona che fu, fece qualcosa....dio un fatto che ACCADDE in un tempo passato e lontano da noi....
....se nessuno ci dà mai l'esatta spiegazione di una parola che da sè si impone col suo riferimento a COSE PASSATE, che vengono solo RIEVOCATE COME IN UN FILM, o in una RECITA O RAPPRESENTAZIONE, (peraltro brevissima, come un flash....)
COME SPERIAMO che costoro, a milioni ormai, possano più pensare e credere che Gesù è lì, sull'altare, realmente Presente e si sta immolando, per espiare i nostri peccati ?
:( </span>
<span>la parola MEMORIALE,
RispondiEliminatutta da spiegare,e sempre meno compresa !
<span>ma se la Chiesa docente, da 45 anni NON si fa un dovere primario di CORREGGERE queste catechesi fuorvianti che portano fatalmente all'eresia, in fatti e parole, COME SPERIAMO che le storture si raddrizzino ?
infatti, le vediamo peggiorare di giorno in giorno !
Se da 45 anni la parola MEMORIALE, (che appare ormai l'essenza della Messa NOM), assorbita dalla coscienza dei fedeli non-formati alla Tradizione significa nient'altro che COMMEMORAZIONE, ricordo (più o meno noioso e sbiadito) di una persona che fu, fece qualcosa....di un fatto che ACCADDE in un tempo passato e lontano da noi....
....se nessuno ci dà mai l'esatta spiegazione di una parola che da sè si impone col suo riferimento a COSE PASSATE, che vengono solo RIEVOCATE COME IN UN FILM, o in una RECITA O RAPPRESENTAZIONE, (peraltro brevissima, come un flash....)
COME SPERIAMO che costoro, a milioni ormai, possano più pensare e credere che Gesù è lì, sull'altare, realmente Presente e si sta immolando, per espiare i nostri peccati ?
:( </span></span>
Guardate oggi la S. Messa a Lecce....su Rai 1.........................!!!!!!!!! Preti che si piazzano sul Altare Grande...con il Santissimo dietro!!!! E' uno spettacolo unico!!!! Parlare di sacrificio???? A loro manca UMILTA'!!!!!!!!!!!!!!!!Vergogna!!!!!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaC'è poco da discutere; il Papa dovrebbe fare un atto coraggioso: abrogare il NOM.
RispondiElimina<span>Il male della nuova Messa non sta nel modo più o meno degno in cui viene celebrata, o dagli abusi, ma dal rito in se stesso, da quel nuovo offertorio in particolare e dall'insieme che distrugge il concetto stesso di sacerdozio, oltre che di sacrificio</span>. Pertanto il NOM <span>deve essere proibito come sacrilegio gravissimo favens haeresiam che alcuni sostituirono all'unica messa in vigore. BXVI faccia quest'atto eroico, a costo del martirio: la ricompensa in Cielo sarà grande!
</span>
In generale consiglio la lettura e la meditazione del "Trattato" da cui è tratto lo scritto, utile soprattutto a chi ha a che fare con le anime. E' in commercio per le Paoline, collana reprint. Vale tutto il suo prezzo!
RispondiEliminaBuona Domenica!
Andrea, sem.
ma è importante. Diffondete l'iniziativa: http://www.dueminutiperlavita.eu/Campagna_Sigo.html
RispondiEliminaanche se "legalmente valido," come si è visto, il NOM porta alla progressiva desacralizzazione del culto e alla perdita della Fede nella Presenza di Gesù nel Santissimo Sacramento, e quindi, a mancarGli di rispetto,...
RispondiEliminaperchè tanto, -si è portati a pensare- se lì non c'è che un simbolo di Qualcuno lontano nel tempo e nello spazio, che viene rievocato in un memoriale (fare memoria, si dice) che male c'è a fare il comodo nostro, tutti in cerchio, con l'umano al centro di tutto lo spettacolo commemorativo ?
Una piccola precisazione: il primo tentativo riuscito di separazione tra l'Ultima Cena e il Sacrificio del Venerdì Santo è pre-conciliare.
RispondiEliminaInfatti, nell'Ordo Hebdomadae Sanctae instauratus (1955 - 1956) viene espunto dal Passio nella liturgia del Lunedì, Martedì e Mercoledì della Settimana Santa il passaggio dell'istituzione dell'Eucarestia nell'Ultima Cena.
"Fino ad allora la Tradizione aveva voluto che la narrazione della Passione dei Sinottici avesse sempre incluso l'istituzione dell'Eucarestia che con la separazione sacramentale del Corpo e del Sangue di Cristo è l'annuncio della Passione" (S. Carusi).
Chi faceva parte della Commissione incaricata della riforma liturgica? Due nomi su tutti:Padre Annibale Bugnini e Padre Carlo Braga che definì tale riforma la "testa d'ariete che è penetrata nella fortezza della nostra liturgia ormai statica".
Chi vuole saperne di più legga l'ottimo articolo di don Stefano Carusi pubblicato su Disputationes Theologicae.
Gesù quando ha istituito il Sacrificio lo ha fatto "celebrandolo" da solo e non ha per nulla "concelebrato". Propio quello che avviene nel rito antico, dove non è prevista concelebrazione ( e nei due soli casi in cui è prevista distingue bene e separa il celebrante dal o dai concelebranti) ma dove l'unicità del sacerdote celebrante richiama ed esprime l'unicità dell'altare, l'unicità del Sacrificio, l'unicità della Vittima, e anche l'unità di Dio!
RispondiEliminaIn questa luce si vede quanto clericale sia l'opinione (presente negli stessi documenti conciliari) secondo la quale la concelebrazione esprime l'unicità del sacerdozio!
La messa nuova viene quindi usata in maniera strumentale per mettere in mostra il sacerdozio ministeriale, i sacerdoti e la loro unità!!!
Tale opinione, che ha clericalizzato la liturgia in un modo inaccettabile, è certamente tra le prime cose da correggere e che la Chiesa correggerà nei decenni e nei secoli a venire.
Cristo ha istituito il Sacrificio alla sola presenza degli Apostoli, senza cioè la presenza di laici. Ciò avrà pure un significato.
Ed è semplicissimo: ad avere il potere di sacrificare ed offrire è il solo sacerdote, non i fedeli laici, i quali si uniscono certamente al sacerdote celebrante ed offrono certamente essi stessi ma lo possono fare solo ed esclusivamente per mezzo del celebrante. Insomma il sacerdote celebrante è mediatore tra Dio e gli uomini perché così ha voluto Cristo stesso.
E anche questo elemento di verità brilla e risplende nel rito antico mentre poco o nulla si manifesta nel rito nuovo e nel concetto ad esso correlato di "assemblea celebrante"; concetto non presente nei documenti conciliari ma ben presente nel nuovo catechismo.
Meravigliosa pagina di p. Royo Marin .La migliore e l'unica risposta alle assurdità di Kiko e i suoi fratelli !
RispondiEliminaottima precisazione, Sagmarius !
RispondiEliminaè ora che cominciamo a renderci conto di TUTTI i precedenti storici inoppugnabili che stanno a monte di questa sciagurata riforma liturgica, affinchè apriamo gli occhi davvero sul fatto che l'antico Edificio era di origine divina, scaturito dalle mani e della volontà stessa di Nostro Signore, ed essendo Divino Edificio, NON DOVEVA in alcun modo essere manomesso, figuriamoci poi "fatto a pezzi" !
Sia riscritta per intero con onestà la storia di tutto il crollo, fin dai suoi interventi preparatori !
<span>ottima precisazione, Sagmarius !
RispondiEliminaè ora che cominciamo a renderci conto di TUTTI i precedenti storici inoppugnabili che stanno a monte di questa sciagurata riforma liturgica, affinchè apriamo gli occhi davvero sul fatto che l'antico Edificio era di origine divina, scaturito dalle mani e dalla volontà stessa di Nostro Signore, ed essendo Divino Edificio, NON DOVEVA in alcun modo essere manomesso, figuriamoci poi "fatto a pezzi" !
Sia riscritta per intero con onestà la storia di tutto il crollo, fin dai suoi interventi preparatori !</span>
e poi mi vengano a dire che il nuovo catechismo è affidabile quanto quello di Pio X !
RispondiElimina<span>La Messa è quindi prima un Sacrificio e solo dopo comunione.
RispondiEliminaE nel rito antico questo è meravigliosamente espresso.</span>
Ho assistito alla celebrazione della Santa Messa nella Cappella della FSSPXin Roma.
RispondiEliminaSono rimasto edificato dalla compostezza dei fedeli,dalla bellezza dei canti.
La Cappella è troppo piccola e piange il cuore al pensiero che in Roma ci sono centinaia di chiese vuote alcune affidate addirittura ad ortodossi(es.San Teodoro al Palatino o i Santi Vincenzo ed Anastasio a Trevi) e il Papa non trova un posto degno da donare ai fedeli per celebrare con devozione ed amore la Messa di sempre.
La carità cristiana è diventata a senso unico e mi spiace dirlo ma ...non cercatela a Roma.
Parole sante, Caterina! Hai centrato il bersaglio ... Purtroppo molti dei nostri sacerdoti trascurano il Sacrificio della Croce a favore del banchetto. Questo però non l'ha voluto il Concilio ... è la solita opera di quei fumi di cui parlava Paolo VI.
RispondiEliminaPer fortuna ci sono molit sacerdoti giovani che si stanno riappropriando della sana dottrina sulla Messa.
La Messa è realmente il Sacrificio Pasquale, non va dimenticato quest'aspetto, riducendo tutto al mistero della crocifissione, ma includendo l'intero mistero della Pasqua, morte e risurrezione. Lo stesso Canone Romano, nella parte dopo la consacrazione, lo ricorda in modo esplicito. Per quanto concerne la concelebrazione, il Vaticano II l'ha estesa ma non in modo esagerato come molti tendono a fare. Anzi dice esplicitamente, che è permessa quando l'utilità dei fedeli non richieda celebrazioni singole. Comunque c'è una disciplina da osservare che molti sacerdoti purtroppo dimenticano.
RispondiEliminaUna domanda da ingorante... e la concelebrazione degli orientali?
RispondiEliminameglio agli ortodossi che ad altra gentaglia... ;)
RispondiEliminaPer J...sono d'accordo con te!
RispondiEliminaLa Grande Chiesa Ortodossa ha conservato intatto il mirabile patrimonio liturgico di San Giovanni Crisostono e integro il patrimonio della fede .
Onore a loro!
In fondo oggi la Chiesa Ortodossa costituisce la speranza dei veri cristiani...
Reverendo, lei intende l'acclamazione "Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell'attesa della tua venuta"?
RispondiEliminaPerché se intende questo, oserei farle notare che non è parte del canone romano, ma è stata brutalmente inserita nel canone colla riforma liturgica (così come le altre acclamazioni)...
Ho visto celebrare, a Milano, il Metropolita...uff come si chiama...responsabile delle relazioni esterne del Patriarcato di Mosca...
RispondiEliminauno splendore!!
Alcune cose come la litania, ricordavano poi il caro vecchio rito ambrosiano...
<span>"e nei due soli casi in cui è prevista distingue bene e separa il celebrante dal o dai concelebranti"</span>
RispondiEliminaScusate l'ignoranza...quando era prevista nel VO?
E' vero! Tempo fa ho letto le prescrizioni a riguardo, sono molto restrittive!
RispondiElimina@ J
RispondiEliminaCredo si riferisca a " <span>In questo sacrificio, o Padre, noi tuoi ministri e il tuo popolo santo celebriamo il memoriale della beata passione, della risurrezione dai morti e della gloriosa ascensione al cielo del Cristo tuo Figlio e nostro Signore"</span>
P.S. in Lodate a Dio con Arte Ratzinger afferma come non sia sbagliato (Anzi!) sostituire l'acclamazione "Annuncuamo..." col Benedictus...e argomenta molto bene il perché. Invito tutti a leggerlo!
<span>In questo sacrificio, o Padre, noi tuoi ministri e il tuo popolo santo celebriamo il memoriale della beata passione, della risurrezione dai morti e della gloriosa ascensione al cielo del Cristo tuo Figlio e nostro Signore</span>
RispondiEliminaalle ordinazioni sacerdotali ed episcopali...(anche alla benedizione dell'abate? non ricordo)
RispondiEliminaCaterina, evidenzia pure che Gesù sulla croce ha detto: - Donna, ecco il tuo figlio. Poi disse al discepolo: - Ecco la tua madre.
RispondiEliminahttp://www.vivailconcilio.it/images/website/documenti/doc0000029.pdf
RispondiEliminaPenso che l'ultima edizione 'incorrotta' del Messale sia quella del 1920, e tale rimasta fino all'inizio degli anni '50. Sbaglio o la riforma della Settimana Santa fu introdotta dapprima 'sperimentalmente'?
RispondiEliminaAL SOLITO: VUOTO SPINTO.
RispondiEliminaSono d'accordo.
RispondiEliminaSenza tacere che le riforme effettuate sotto Papa Pio XII (nuovo rito della Settimana Santa e ancor prima l'ammissione della messa vespertina con conseguente modificazione della millenaria regola del digiuno eucaristico dalla mezzanotte) sono state di importanza ben maggiore di quelle successivamente fatte da Giovanni XXIII che, in definitiva, a parte le ulteriori modifiche da lui apportate (una a caso: la modifica della preghiera per gli ebrei), altro non fece nel Messale del '62 che recepire quelle già in atto.
bè, per esempio nel messale del '62 sparisce miracolosamente l'ottava del corpus domini...non mi sembra un'idea genialissima
RispondiElimina(insieme alle 1000 altre)
Sono d'accordo solo in parte.
RispondiEliminaIl N.O.M. può non piacerci ma se vogliamo continuare (almeno noi, malgrado tutto) a dirci Cattolici DOBBIAMO riconoscerne la validità.
Non considerarlo quindi sacrilego ma, come ben dice 'fatti e parole' un rito che - malgrado ogni buona intenzione - inevitabilmente "<span>porta alla progressiva desacralizzazione del culto e alla perdita della Fede nella Presenza di Gesù nel Santissimo Sacramento". In sostanza al protestantesimo nelle sue infinite forme.</span>
Ciò è sotto gli occhi di tutti.
Il Papa però continua, imperterrito, a celebrare solo secondo questa, diciamo, forma.
Consiglio per l'approfondimento il libro del caro e indimenticabile p. Enrico Zoffoli C.P., Questa è la Messa. Non altro! Contro arbitri, errori e profanazioni. Edizioni Segno, 1994, pp. 120.
RispondiEliminae per integrare un altro profondo libro del p. Zoffoli, Eucaristia o nulla. Edizioni Segno 1994, pp. 132
RispondiEliminaE' così: fu introdotta in via sperimentale tanto che Giovanni XXIII nel 1959 nella sua celebrazione del Venerdì santo a Santa Croce in Gerusalemme celebrò seguendo le pratiche tradizionali, dando prova di non condividere le incongruenze da poco introdotte e prendendo atto della natura sperimentale di quei cambiamenti (Stefano Carusi - Disputationes theologicae).
RispondiEliminaNon intendo questa, bensì: "Unde et memores Domine, nos servi tui, sed et plebs tua sancta eiusdem Christi Filii tui Domini nostri, tam beatae Passionis, necnon et ab inferis resurrectionis, sed et in coelos gloriosae ascensionis, etc
RispondiEliminaA proposito di NOM, ricordo le folle oceaniche dei papa-boys che partecipavano alle Messe di GPII. La Redazione ha idea delle vocazioni sacerdotali sorte tra questi giovani? Sarei molto curioso di sapere se oltre ai canti e i balli c'é anche sostanza.
RispondiEliminaPerfetto... chiedo scusa per l'incomprensione...
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=wrlew2G6nvA
RispondiEliminaAggiungo ancora una battuta, non sulla discussione circa il Sacrificio Pasquale bensì sull'abuso della concelebrazione, per sottolineare che se un sacerdote ha già celebrato la Messa non può concelebrare ad un'altra Messa (fatto salvo il giorno di Natale). Un sacerdote della mia diocesi, ormai deceduto, (che chiamavamo scherzosamente "Di Pietro") il quale era fedelissimo alla Tradizione, soleva dire che i preti che concelebravano erano com,e gli ubriachi che dopo aver mangiato e bevuto dicevano: "Andiamo ancora a berne un bicchiere in quell'altra osteria!". Saràò una battuta irriverente, ma non si distanzia troppo da molte realtà esistenti!
RispondiEliminaNell'Unde et memores il canone romano non accomuna Passione, Resurrezione e Ascensione, ma nettamente e sottilmente distingue:
RispondiEliminaTAM beatae passionis, NECNON et ab inferis resurrectionis, SED ET in coelos etc. etc.
Sono completamente d'accordo sulla necessità di comprendere adeguatamente - ed adeguatamente insegnare - l'esatta nozione di Mistero Pasquale (passione, morte, risurrezione, ascensione del Signore): soprattutto perché - per ragioni che sarebbe interessante indagare - va sempre più diffondendosi l'idea che il Mistero Pasquale consista esclusivamente nella risurrezione, sganciandola completamente dalla passione e dalla morte in croce, sicché la morte risulterebbe solo la premessa necessaria della risurrezione, vista come l'unico fatto significativo - come se il Mistero Pasquale potesse mantenere tutto il suo significato anche se il Signore fosse morto per ordinarie cause naturali, come Lazzaro. In questo modo, peraltro, ci si trova nella difficoltà di dover giustificare - o quantomeno spiegare - la morte in croce, che, nella prospettiva incentrata solo sulla risurrezione, rischia di risultare, in definitiva, un'inutile assurdità. Così si sostiene che il Signore sia morto in croce per "solidarietà" con i peccatori, per umiltà, per scegliere la morte più infamante ecc. ecc.; e si finisce comunque per ridimensionare - se non per negare o respingere - il carattere sacrificale della Croce. Le conseguenze sulla comprensione della natura della S. Messa sono evidenti: se ci si concentra esclusivamente sulla risurrezione, ha poco senso pensare la S. Messa come rinnovazione del Calvario; e poiché non può essere pensata come rinnovazione della risurrezione, non può essere che il festoso ricordo, la giubilante commemorazione di quel lontano e irripetibile evento glorioso. Da qui, mi pare, l'idea così diffusa che la S. Messa sia una festa, un evento gioioso, ecc. ecc..
RispondiEliminaCordialità,
ms
La traduzione italiana del canone invece presente nel messale nuovo fa propio questo: riunisce assieme accomunando senza distinguere sia la beata passione che la resurrezione e l'ascensione.
RispondiEliminaSi fa, insomma, dell'erbe tutt'un fascio.
<span><span>A propostio avete letto l'ultima notizia? <span><span><span>Impazza il prete sullo skateboard </span></span></span> </span></span>
RispondiElimina<span><span>Lezioni di skateboard per incoraggiare i giovani della sua parrocchia a frequentare la chiesa. E' la bizzarra idea di un prete ungherese, padre Zoltan Lendavi, le cui performance sulla tavola impazzano ora su YouTube. Un video sul noto sito lo immortala infatti mentre in abiti talari si cimenta sullo skateboard di fronte a un pubblico entusiasta di adolescenti, fuori dalla propria chiesa, a Redics, in Ungheria. E sebbene ci sia già qualcuno che storce il naso di fronte all'insolito modo di attrarre nuovi fedeli, padre Lendavi risponde di essere stato ispirato dagli insegnamenti di san Giovanni Bosco, che usava il gioco per insegnare ai bambini il cristianesimo. "Ci sono tanti modi in cui lo skateboard può aiutare a portare le persone più vicino a Dio", ha detto il sacerdote quarantacinquenne in un'intervista al quotidiano britannico "The Telegraph". Finora le lezioni di skateboard hanno già procurato alla parrocchia di Redics tre nuovi chierichetti. </span><span><span>Guarda il video</span></span></span>
Concordo.
RispondiEliminaAggiungo una nota: nella Chiesa post-conciliare si è posto l'accento sull'effetto redentivo del sacrificio di Cristo, velando il momento espiativo (dei peccati originale e attuali, passati, presenti e futuri degli uomini ) che ristabilisce in eterno l'equilibrio della bilancia della giustizia divina.
Solo questa infinita espiazione del Figlio di Dio poteva riparare l'offesa inferta al Padre dal peccato e produrre la redenzione dell'uomo peccatore aprendogli le porte del Paradiso (divinizzandolo).
Il momento che ha salvato il genere umano è dunque la Passione e la Morte - innocente vittima sacrificale - di Cristo, Figlio di Dio, sul Calvario.
La sua Resurrezione ne è la conseguenza necessaria.
Chi vuole saperne di più legga STAT VERITAS di R. Amerio.
Prete sullo skateboard?
RispondiEliminaLo fa in chiesa e a messa?
No, lo fa fuori di chiesa.
E allora l'iniziativa è lodevolissima.
http://www.dici.org/multimedia/diaporama-la-premiere-messe-de-labbe-sten-sandmark/
RispondiEliminaVorrei aggiungere anche un altra cosa, nei Sacramenti del Nuovo Testamento c'è uno schema analogo in quelli dell'Antico, in modo particolare per la Santissima Eucarestia dove ci sono tre momenti:
RispondiEliminaAntico Testamento:
1 Banchetto Pasquale profetico dell'Evento di Salvezza (Passaggio attraverso il Mar Rosso)
2 Realizzazione dell'Evento di Salvezza (Mar Rosso)
3 Memoriale lungo delle generazioni delle'Evento di Salvezza (non del banchetto pasquale).
Nuovo Testamento
1 Cena Pasquale profetica del Calvario
2 Calvario
3 Memoriale cioè Messa che è memoriale non di ciò che prepara e preannuncia (Ultima Cena) ma della realizzazione della Salvezza (Morte e Resurrezione del Signore)
Gli stessi Ebrei non si sognerebbero mai di celebrare il memoriale del banchetto, ma il memoriale della liberazione!!!
gli eventi sono distinti, ma il mistero pasquale è unico: Cristo è morto, risorto, asceso al cielo per donare la salvezza dal peccato e dalla morte, e intercedere sempre a nostro favore. Non si fa di tutte l'erbe un fascio, ma semplicemente si celebra il Mistero Pasquale in tutti i suoi aspetti. Questo non lo dice il sottoscritto: è sufficiente leggere il catechismo della chiesa cattolica. Le ricordo che è stato scritto dall'allora Card. Ratzinger, che non era certo un superficiale che faceva di ogni erba un fascio.
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