Ma quando finiranno gli anni Settanta?
Dopo il coro della chiesa tocca all'abolizione delle processioni con le statue lungo le vie della frazione. E i fedeli insorgono in difesa delle tradizioni. Il parroco di Sant'Urbano, don Stefano Manni, dopo aver sciolto il coro perché proponeva canti troppo complicati durante le liturgie, qualche giorno fa ha comunicato alla comunità di voler eliminare 3 delle 7 processioni annuali. Quella di Sant'Urbano organizzata ogni 25 maggio e risalente al 1700, quella di San Giovanni Bosco in programma ogni anno il 31 gennaio e infine quella della Madonna del Carmelo, ormai prossima venerdì 16 luglio.
«Questa decisone - spiega don Stefano - deriva da una valutazione condivisa con i membri del consiglio pastorale e si basa sulla mia esperienza di 4 anni a capo della parrocchia, dove ho constato che queste 3 processioni sono poco partecipate dai fedeli. La celebrazione di queste feste religiose, comunque, non verrà eliminata ma si ridurrà a delle semplici messe». «Ritengo giusto "sfoltire" un po' il credo per non rimanere troppo legati a statue e devozioni del passato ormai non più partecipate. Ad esempio quella di San Giovanni Bosco che si basa su un tradizione orale e di cui non vi sono documenti scritti» dice don Stefano.
La decisone del parroco, però, ha suscitato parecchio scontento fra i residenti di Sant'Urbano che hanno deciso di rompere il silenzio mantenuto durante la vicenda del coro. «È più facile far cadere un paese che eliminare una tradizione - commenta Antonio Neri -. Le processioni fanno parte della nostra tradizione, soprattutto quella del patrono del paese. Sono occasioni di unione. Non ci sentiamo rappresentati dal consiglio pastorale perché tutti i membri sono stati scelti dal parroco e non dalla comunità». Aggiunge Rosanna Piana: «Non mi piace la decisone del parroco di eliminare le processioni. Anche se sono poche le persone che vi partecipano è giusto continuare a farle per loro. In questo modo sta disgregando la frazione. A partire dalla vicenda del coro. Molte persone se ne sono già andate in altre parrocchie». «Le processioni sono una delle tradizioni più belle - afferma Stefano Santuliana - e non è giusto privare il paese di qualcosa a cui è devoto ed affezionato».
Conclude Bepi Peron, l'anziano organista della frazione e membro dell'ex coro, che torna sulla vicenda dello scioglimento del gruppo: «Non sono stati i coristi, in sede di discussione, ad andarsene sbattendo la porta. Bensì il parroco. L'ex direttore del coro ha sempre scelto canti sulla base dei suggerimenti liturgici».
Fonte: Il Giornale di Vicenza
«Questa decisone - spiega don Stefano - deriva da una valutazione condivisa con i membri del consiglio pastorale e si basa sulla mia esperienza di 4 anni a capo della parrocchia, dove ho constato che queste 3 processioni sono poco partecipate dai fedeli. La celebrazione di queste feste religiose, comunque, non verrà eliminata ma si ridurrà a delle semplici messe». «Ritengo giusto "sfoltire" un po' il credo per non rimanere troppo legati a statue e devozioni del passato ormai non più partecipate. Ad esempio quella di San Giovanni Bosco che si basa su un tradizione orale e di cui non vi sono documenti scritti» dice don Stefano.
La decisone del parroco, però, ha suscitato parecchio scontento fra i residenti di Sant'Urbano che hanno deciso di rompere il silenzio mantenuto durante la vicenda del coro. «È più facile far cadere un paese che eliminare una tradizione - commenta Antonio Neri -. Le processioni fanno parte della nostra tradizione, soprattutto quella del patrono del paese. Sono occasioni di unione. Non ci sentiamo rappresentati dal consiglio pastorale perché tutti i membri sono stati scelti dal parroco e non dalla comunità». Aggiunge Rosanna Piana: «Non mi piace la decisone del parroco di eliminare le processioni. Anche se sono poche le persone che vi partecipano è giusto continuare a farle per loro. In questo modo sta disgregando la frazione. A partire dalla vicenda del coro. Molte persone se ne sono già andate in altre parrocchie». «Le processioni sono una delle tradizioni più belle - afferma Stefano Santuliana - e non è giusto privare il paese di qualcosa a cui è devoto ed affezionato».
Conclude Bepi Peron, l'anziano organista della frazione e membro dell'ex coro, che torna sulla vicenda dello scioglimento del gruppo: «Non sono stati i coristi, in sede di discussione, ad andarsene sbattendo la porta. Bensì il parroco. L'ex direttore del coro ha sempre scelto canti sulla base dei suggerimenti liturgici».
Fonte: Il Giornale di Vicenza
Dello stesso pretonzolo, pubblichiamo questa letterina di protesta contro (eh sì!) il progetto del Comune di mettere una croce nella piazza del municipio:
In merito alla posa di una croce sul piazzale del municipio di Montecchio Maggiore sento il bisogno - essendo anche stato sollecitato ad intervenire al riguardo da più parti - di esprimere tre semplici considerazioni:
1) La croce se diventa simbolo solo di un'idea contro un'altra, di un modo di pensare contro un altro, perde totalmente di significato. Si impugna la croce - come si faceva ai tempi delle crociate - per darla sulla testa di quelli che non sono come noi. Mi pare allora che la croce posta davanti al municipio non c'entri nulla con le croci piantate dai nostri padri ai crocicchi delle strade, tra le nostre contrade, sui nostri colli. Non usiamo la croce per compiere semplici azioni politiche.
2) Prima di manifestare pubblicamente i nostri valori cristiani piantando croci, cerchiamo di viverli questi valori cristiani, magari accogliendo un po' di più quelle persone che, a causa della fame e della guerra, sono costrette a lasciare le proprie terre. Non dobbiamo dimenticare che sono poche le nostre famiglie che non hanno avuto, anche in un recente passato, parenti e amici emigrati all'estero per mancanza di lavoro e spinti dalla miseria. Abbiamo davvero la memoria corta.
3) Come cristiani praticanti e non solamente di facciata dobbiamo far sentire la nostra voce di disappunto quando la croce, segno distintivo della nostra appartenenza a Cristo, viene usata in maniera polemica contro le persone. Quando la croce viene usata così, essa non rappresenta più il patibolo sul quale è morto il Signore, ma solo due pali di legno messi insieme, come mi sembrano essere quelli posti fuori del nostro municipio.
Fonte: FB
Come mai il Comune ha deciso di mettere una croce sul piazzale del Municipio?
RispondiEliminaLe motivazioni del Parroco non mi sembrano poi tanto campate in aria.
Ho sempre pensato e detto che l'abolizione delle devozioni tradizionali NON E' affatto un buon modo di applicare la riforma liturgica. Le devozioni possono e devono essere, dove necessario, corrette e depurate da elementi spurii e antievangelici, ma nello spirito di un loro ristabilimento e di una maggior efficacia pastorale, non di una abolizione. Chiaramente una devozione non più sentita può anche essere, al limite, abolita, ma bisogna chiedersi che cosa è stato fatto, prima, per rivivificarla o al contrario per gettarla il più possibile nel dimenticatoio.
RispondiEliminaI membri del consiglio pastorale? Eliminiamo il consiglio pastorale e non le processioni, le parrocchie ci guadagnerebbero! Il Santo Curato d'Ars aveva un consiglio pastorale a cui sottomettersi? Ma basta con queste assemblee democratiche, la Chiesa non è una democrazia! Cari sacerdoti ricominciate ad essere responsabili della vostra parrocchia e delle anime che vi sono state affidate e mandate il consiglio pastorale a zappare la terra!
RispondiEliminaSe alcune processioni sono poco partecipate (e nella frazione ce ne sono ben 7 l'anno) è giusto che vengano abolite. Se gli abitanti sono così devoti incomincino a parteciparvi.....
RispondiEliminasono d'accordo sul fatto che la croce non deve essere un simbolo da tirare sulla testa di chi in essa non si identifica. sono d'accordo sul fatto che non si deve essere cristiani di facciata, ma rispondo per le rime a questo parroco conciliare che non si deve essere parroci di facciata, e allora si all'accoglienza (nel rispetto delle regole e quindi no ai clandestini in quanto violano la legge penale per il fatto stesso di essere clandestini) ma affiancare ad essa ogni più ampio tentativo di evangelizzare chi non conosce l'unico DIO VIVO E VERO, far capire l'errore nel quale vivono gli immigrati non cristiani e non cattolici. e tuttavia: basta con le prediche da 4 soldi di questi preti conciliari: io vivo in prov di Chieti, per lavoro ho assistito una donna marocchina (quindi un'infedele) madre di un bimbo di soli 3 anni. aveva uno sfratto esecutivo. doveva lasciare la casa e non sapeva dove dormire: sono andato in diocesi a Chieti (quella di Bruno Forte) a chiedere aiuto. "Chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto" dice il Verbo che si è fatto carne. Ho chiesto aiuto per questa donna e per questo bambino, ho bussato ma mi hanno solo aperto la porta, di aiuto neanche l'ombra. La diocesi non ha trovato neanche un riparo temporaneo per questa donna e per questo bambino di tre anni che sono stati abbandonati al loro destino. Ecco questi sono i fatti con i quali ci si deve misurare quando si bussa alla porta di chi è bravo solo a predicare bene e a razzolare pessimamente. complimenti alla diocesi retta da Bruno Forte. vergogna, vergogna, vergogna
RispondiEliminaSe il parroco avesse a cuore la parrocchia, vedrebbe di farli tornare i fedeli alle processioni. La "actuosa partecipatio" non vale solo per i fedeli, ma anche per i sacerdoti: ognuno partecipi attivamente alla vita della Chiesa secondo i suoi doveri!
RispondiEliminaSulla cacciata del coro e l'abolizione delle processioni perchè "c'è poca gente", non mi esprimo.. sono solo amareggiato.
RispondiEliminaMa sulla Croce, beh, il don chichì potrebbe anche (sottolineo "potrebbe" e sottolineo"anche") avere ragione quando dice: se la croce se diventa simbolo solo di un'idea contro un'altra, di un modo di pensare contro un altro, perde totalmente di significato...mi pare allora che la croce posta davanti al municipio non c'entri nulla con le croci piantate dai nostri padri ai crocicchi delle strade, tra le nostre contrade, sui nostri colli.. non usiamo la croce per compiere semplici azioni politiche.. prima di manifestare pubblicamente i nostri valori cristiani piantando croci, cerchiamo di viverli questi valori cristiani..
Io sono d'accordo SE la Croce è SOLO simbolo di una idea, di "radici" e tradizioni.. tanto vale metterci una pizza o una polenta. Più che segno di devozione e richiamo alla preghiera, al raccoglimento e ai novissimi, diventa niente più niente meno che un "marcare" il territorio, issarla in piazza perchè ormai è scomparsa dai cuori..
Don chichì.. POTREBBE ANCHE aver ragione.. ma dipende solo da lei. L'amministrazione comunale può piantare e spiantare quel che vuole (ce ne fossero di più che metton croci, o preferisce quelle che istituiscono registri anagrafici per le coppie di fatto)..ma LEI è il sacerdote in mezzo a quella gente: sta a lei far si che quella Croce diventi invito alla conversione e alla preghiera PER TUTTI e non rimanga solo un tristo specchietto per allodole buono in tempo di assegnazione di poltrone..
Certo che, se comincia a buttar fuori cori e ad abolire processioni, non mi sembra sulla buona strada.. chissà, forse il Sindaco si sarà sentito in dovere di controbilanciare il suo apostolato "vandalico"..
La Chiesa da sempre ha concesso le processioni dopo attento esame, e mai nel passato si potevano moltiplicare a piacimento. Andate a vedere nelle diocesi del Nord Italia l'applicazione borromea del concilio di Trento...quante processioni scomparvero nonostante le lamentele del popolo. Anche lunghi pellegrinaggi molto partecipati furono aboliti e sostituiti con pratiche più adatte a favorire un'autentica vita cristiana. Non c'è peggior nemico della Tradizione che il Conservatorismo. Tutti i preti conservatori, che si guardano bene di celebrare la messa tradizionale, stanno moltiplicando le processioni, senza alcun permesso vescovile. Attenta Redazione, a non fare un "minestrone" dannoso alla Tradizione, quella autentica.
RispondiEliminammmm.... per me la vera vergogna non è quella di una diocesi che -magari- ci ha anche provato senza riuscirci a dare riparo alla donna marocchina col suo bimbo di cui parli.
RispondiEliminaNo, la vera vergogna è quella di una chiesa che rinunciando alla propria identità e ruolo nella società si è camaleontizzata in un ente vagamente dispensatore di una sottospecie generica di buonismo filantropico...
Le case, in pieno centro di Roma, si trovano "a tamburo battente" solo per Bertolaso & C.
RispondiEliminanon poteva aspitarli lei o qualche parente o fedele amico? la Chiesa non è statalista...la Carità è personale
RispondiEliminaE chi le dice che non lo abbia fatto?
RispondiEliminaSenza contare il fatto che, nell'ambito dei consigli pastorali, in genere, astutamente si inseriscono i più stolidi fra gli "yesmen" (o "yeswomen") che si possano trovare in circolazione, al fine di surretiziamente deresponsabilizzare il sacerdote "novatore", ammantando (come giustamente rileva Annarita) di un più che discutibile abito democratico le sue ancor più discutibili decisioni ...
RispondiElimina<span>Senza contare il fatto che, nell'ambito dei consigli pastorali, in genere, astutamente si inseriscono i più stolidi fra gli "yesmen" - o "yeswomen" - che si possano trovare in circolazione, al fine di surretiziamente deresponsabilizzare il sacerdote "novatore", ammantando (come giustamente rileva Annarita) di un più che discutibile abito democratico le sue ancor più discutibili decisioni desacralizzanti... </span>
RispondiEliminami complimento con lei
RispondiEliminaLa verità è che i consigli pastorali non sono assemblee democratiche (perché, come si capisce dall'articolo, il popolo non condivide la scelta del consiglio), bensì oligarchiche, cioè la forma di governo meno "progressista" che esista (incredibile eterogenesi dei fini per i modernisti!) preoccupata principalmente del mantenimento dello status quo, nel caso specifico di quello postconciliare.
RispondiEliminaCHISSA' COSA SI INTENDE PER<< POCO PARTECIPATE>> TOLTE QUESTE PIE TRADIZIONE L'ALTERNATIVA E' IL NIENTE. LA VERITA' E' RITIENE LE PROCESSIONI COSE DEL PASSATO E FORSE LA VOGLIA DI LAVORARE NON LO DIVORA PIU' DI TANTO....
RispondiEliminaAbbiamo i "consigli pastorali", decisamente uno dei reagli più "belli" della primavera della fede degli ultimi quarant'anni.
RispondiEliminaE purtroppo ci tocca di tenerceli stretti. E mediamente sono delle congreghe di modernisti.
Tempora bona veniant, Tempora Christi veniant!
Buona Festa di Maria SS. Regina del Carmelo a tutti, amici.
Al di là di ogni altra considerazione di più attento merito sulle specifiche questioni, mi parrebbe emergere più che evidente l'attitudine riprovevolmente secolarizzatrice del parroco in questione, il quale parrebbe addirittura volersi mettere in concorrenza (nella migliore delle ipotesi, per risultare più alla moda) con le più radicali tendenze desacralizzatrici che offuscano la società contemporanea.
RispondiEliminaA fronte di ciò, nel mio modesto parere, assai poco rileva l'eventualità, più o meno remota, di un senso non del tutto proprio di quei motivi dell'interno volere che possano aver determinato l'erezione di una Croce od il vaglio dei fondamenti, "strictu sensu" legali, circa la genesi di quell'atto consuetudinario che ha concretamente fondato il presupposto di legittimità dello svolgersi di una processione; anzi, queste minute distinzioni personalmente mi suscitano quello stesso sentimento di acuta insofferenza che, nella pratica forense, non mancano mai di evocarmi tutti quegli speciosi espedienti procedurali, troppo spesso utilizzati dagli avvocati che si trovino a dover difendere nella causa dei clienti assolutamente privi alcuna ragione sostanziale.
Qui da me le processioni rispetto a qualche decina di anni fa sono diminuite: non si fa nemmeno al Corpus Domini; solo alle patronali.
RispondiEliminaE pensare che fino a prima del Concilio si faceva la processione Pievana del Corpus Domini, una roba che sarà durata almeno 4 ore, per una strada molto lunga, facendo stazione in ogni paesello e lì raccogliendo i fedeli del luogo. I più vecchi (ma poi non così tanto, basta gente di 65 anni) se la ricordano bene. Inoltre era un mirabile esempio di collaborazione tra parrocchie (oltretutto i parroci erano tutti canonici del capitolo della Pievana) di cui oggi si sproloquia solo (infatti pochissimi sono i capitoli sopravvissuti e di quei pochi molti miseramente languono)... quest'anno alla Patronale (in cui si fa processione Eucaristica secondo una antica tradizione) non hanno nemmeno voluto più portare il baldacchino e con quali motivi? "Ma sì, quest'anno cambiamo!" Notevole per profondità di speculazione teologica e pastorale. (Bastava insistere sul fatto che è un po' rovinato per trovare un motivo veramente valido!)... ma no, qui si procede così, non c'è una linea. Ci si alza al mattino e si fa la prima cosa che viene in mente...
<span>Qui da me le processioni rispetto a qualche decina di anni fa sono diminuite: non si fa nemmeno al Corpus Domini; solo alle patronali.
RispondiEliminaE pensare che fino a prima del Concilio si faceva la processione Pievana del Corpus Domini, una roba che sarà durata almeno 4 ore, per una strada molto lunga, facendo stazione in ogni paesello e lì raccogliendo i fedeli del luogo. I più vecchi (ma poi non così tanto, basta gente di 65 anni) se la ricordano bene. Inoltre era un mirabile esempio di collaborazione tra parrocchie (oltretutto i parroci erano tutti canonici del capitolo della Pievana) di cui oggi si sproloquia solo (infatti pochissimi sono i capitoli sopravvissuti e di quei pochi molti miseramente languono)... quest'anno alla Patronale (in cui si fa processione Eucaristica secondo una antica tradizione) non hanno nemmeno voluto più portare il baldacchino e con quali motivi? "Ma sì, quest'anno cambiamo!" Notevole per profondità di speculazione teologica e pastorale. (Bastava insistere sul fatto che è un po' rovinato per trovare un motivo veramente valido!)... ma no, qui si procede così, non c'è una linea. Ci si alza al mattino e si fa la prima cosa che viene in mente...</span>
Si complimenti, eventualmente, con 'Ospite' quando ci farà sapere come ha risolto il problema.
RispondiElimina"Nello spirito di un loro ristabilimento e di una maggior efficacia pastorale". Quando la finiremo di usare queste vuote espressioni in "ecclesialese" post-conciliare? Questo lugubre lessico razionalista è segno fortissimo della scomparsa del sacro, anche nel linguaggio.
RispondiEliminaSì. I consigli pastorali sono finte assemblee democratiche, in realtà se votano le decisioni del parroco, allora lavorano bene..., se lo contraddicono allora si torna a dire che la Chiesa non è una democrazia e che il parroco deve tornare a governare.. che ipocrisia
RispondiEliminaLa croce se diventa simbolo solo di un'idea contro un'altra
RispondiElimina3) Come cristiani praticanti e non solamente di facciata dobbiamo far sentire la nostra voce di disappunto quando la croce, segno distintivo della nostra appartenenza a Cristo, <span>viene usata in maniera polemica contro le persone</span>
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??????????????????????????????????
vorrei sapere, con le prove, quando il Crocifisso sia stato usato in "maniera polemica CONTRO LE PERSONE" *DONT_KNOW*
L'ignoranza sulla nostra FEDE è lampante nelle parole di questo sacerdote, ragioniamo:
1) Occorre fare differenza fra LA CROCE E IL CROCEFISSO.... con la Croce indubbiamente possiamo discuternee l'uso alle Crociate, usata quale SIMBOLO di una GIUSTA battaglia, quando infatti la Croce venne ancora usata nella IV Crociata che prese un altra direzione, il Papa condannò tale Crociata....
2) LA CROCE VUOTA E' IL SIMBOLO CRISTIANO (ed è usata largamente infatti dal protestantesimo), IL CROCEFISSO E' IL SEGNO DELLA NOSTRA FEDE CATTOLICA sul quale la PERSONA RIPRODOTTA E' QUESTO SEGNO....un sacerdote che non specifichi queste differenze quando è interpellato proprio su questo, è preoccupante... Ergo: si vuole innalzare in piazza UNA CROCE VUOTA O UN CROCIFISSO? sul Crocefisso C'E' UNA PERSONA CHE NON E' UN SIMBOLO, MA E' VIVA ED E' DIO! sulla Croce vuota NO, ed esprimiamo IL SIMBOLO stesso DEL CROCEFISSO RISORTO....
Se non si fa questa dovuta distinzione siamo all'IDOLATRIA del Crocefisso visto esclusivamente come SIMBOLO AL PARI DELLA CROCE VUOTA VOLENDO RIDIMENSIONARE VOLUTAMENTE LA MORTE DI CROCE, come di fatto è accaduto nella Messa: l'eliminazione del Calvario!
3) far sentire la nostra voce di disappunto su che cosa dunque? Su UNA MENZOGNA? da quando IL CROCEFISSO viene usato CONTRO LE PERSONE? Non sarà forse ancora quel SENSO DI COLPA ingiustificato del "Mea Culpa" per le Crociate e che dunque hanno giustificato L'ELIMINAZIONE DEL CROCEFISSO DAGLI ALTARI?
4) La Croce, IL CROCEFISSO è senza dubbio LO SCANDALO PER CHI NON CREDE.... un sacerdote che dice: " La croce se diventa simbolo solo di un'idea contro un'altra " dimentica lo scandalo che questo SEGNO E' CHIAMATO A DARE AL MONDO..... non si tratta certo di ingaggiare battaglie contro le persone, MA CONTRO LE IDEE DEL MONDO SULLA SORTE E SULLA VERITA' DELL'UOMO SI! La Croce, il Crocefisso E' SCANDALO!!
Infine:
senza dubbio il sacerdote HA RAGIONE quando mette in guardia dalla strumentalizzazione delle giunte comunali sull'uso di tale SEGNO e simbolo, ma la soluzione NON è vietarne la messa in piazza, quanto PREDICARE E SPIEGARE CATTOLICAMENTE E DOTTRINALMENTE IL SIGNIFICATO DI QUELLA PRESENZA....
Oggi, davanti alle difficoltà, la più grande tentazione è quella di RIMUOVERE CIO' CHE NON SI E' PIU' CAPACI DI PREDICARE E SPIEGARE....l'ostacolo così diventa la Verità a vantaggio delle proprie opinioni e in nome di un pacifismo da 4 soldi!...
Cari Sacerdoti, istruitevi dai Santi per spiegare le ragioni della nostra Fede, ma non arrampicatevi sui muri per seminare una falsa verità offuscando LA VERITA'...
:-[
Nn si è mai visto un parroco contro una croce. La croce è sempre una cosa bella, giusta e vera.
RispondiEliminaP.S.
RispondiEliminaricordo a questo Sacerdote che la Croce o il Crocefisso sono per lui i segni distintivi DELLA SUA IDENTITA' PRESBITERIALE....
non ricorra dunque alle strumentalizzazioni politiche per eliminarlo, ma si attivi perchè il significato autentico di QUESTA PRESENZA REGALE sia compreso da tutti.... ;)
Anche quelle del KKK?
RispondiEliminaHo chiesto solo di conoscere le motivazioni della Giunta comunale.
Il parroco, di fronte al comune intenzionato ad erigere una croce, avrebbe dovuto fare apostolato, cioè spiegare, con pacatezza e serenità che la croce di pietra piantata in mezzo alla piazza deve ricordarci l'amore che ci ha portato Colui che vi morì sopra; avrebbe dovuto prendere spunto da quel pezzo di pietra per spiegare che il cristiano la croce deve portarla nel cuore.
RispondiEliminaInsomma avrebbe dovuto approfittare dell'occasione per fare apostolat, per "catechizzare" coloro che magari han voluto piantare la croce con intenzioni politiche o culturali.
Avrebbe dovuto fare il pastore, cioè guidare i fedeli alla giusta e corretta comprensione di quel gesto.
E invece che ha fatto?
Ha stroncato l'iniziativa pur usando argomentazioni valide.
E' il classico comportamento neomodernista: anzichè raddrizzare ciò che è storto preferiscono spezzarlo. E in questo modo non fanno però altro che esasperare gli animi, acuire le contrapposizioni, scavare ulteriori fossati.
Stesso discorso per le processioni.
Ci va poca gente?
Benissimo, è un'ottima occasione per darsi da fare e chiamare più gente. Invece si segue la via più breve: si abolisce!
Così si scontentano anche quei pochi che alle processioni ci andavano!
Le processioni degenerano in atteggiamenti paganeggianti o comunque poco cristiani?
Ottimo motivo per rimboccarsi le maniche e iniziare una attenta, serena e incisiva "catechizzazione" che raddrizzi le storture.
Invece anche qui si segue la via più breve e più dannosa: abolire tutto.
Il problema è sempre quello: il prete che non fa il pastore ma il coordinatore.
in una pesino che frequento d'estate una quindicina di anni fa è stata restaurata na chiesetta diroccata da decenni. Il parroco che fa?
Organizza un triduo in onore di san Filippo (patrono della chiesetta) e si da alla predicazione pe invitare i fedeli a imitare le virtù dei santi?
No, sapete che fa?
incoraggia i fedeli a costituire un comitato che organizzi una festa con tanti di suoni, balli, buffet, vino e birra a fiumi.
E che diamine, bisogna pur fare comunità!
Oggi, dopo 15 anni il nuovo parroco non sa come fare per riportare sui binari dei festeggiamenti degenerati quasi in baccanali.
Se interviene d'imperio avrà tutti contro, e allora lascia degenerare sempre più la festa.
Quando ci sarà un parroco che prenderà di petto la situazione succederà il finimondo.
E la colpa di chi sarà? degli stessi preti che 15 anni prima hanno incoraggiato il "fare comunità" anziché chiamare a recitar rosarii.
Altro spunto, dice questo sacerdote:
RispondiElimina<span>2) Prima di manifestare pubblicamente i nostri valori cristiani piantando croci, cerchiamo di viverli questi valori cristiani, magari accogliendo un po' di più quelle persone che, a causa della fame e della guerra, sono costrette a lasciare le proprie terre. Non dobbiamo dimenticare che sono poche le nostre famiglie che non hanno avuto, anche in un recente passato, parenti e amici emigrati all'estero per mancanza di lavoro e spinti dalla miseria. Abbiamo davvero la memoria corta.</span>
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forse abbiamo la memoria corta, ma il Vangelo e san Paolo dice un altra cosa, dice di predicare nei momenti OPPORTUNI E INOPPORTUNI, ossia SEMPRE!
Quest'altra TENTAZIONE di BARATTARE la nostra fede a causa dei nostri peccati, è una pastorale sbocciata dopo il Concilio....se i Santi del passato avessero dovuto aspettare che il loro gregge fosse sdiventato perfetto PRIMA....non avrebbero MAI predicato il Crocefisso!
San Carlo Borromeo usando IL ROSARIO, spinse il popolo analfabeta e peccatore, A VENERARE IL CROCEFISSO, ad averne DAVANTI L'IMMAGINE proprio per correggersi dagli errori e dai difetti...
Pertanto, barattare la presenza del Crocefisso in una piazza, ossia mettere la Croce SOLO DOPO...aver fatto, è fuorviante, non è GRATUITA', NON E' CARITA'....
c'è invece questa tendenza a sostituire i segni e simboli con una presenza ESCLUTIVISTA CHE ALBERGHEREBBE DENTRO DI NOI, DUNQUE INVISIBILE, MA ATTIVISTA....
Non si baratti la Croce con il NON fare di alcune persone che si dicono Cristiane....
SI PIAZZI PRIMA LA CROCE, LA SI ACCOMPAGNI CON PREDICHE VERAMENTE CATTOLICHE e vedrà il prete i frutti come cadranno dal cielo!!
;)
Non ci ribolle abbastanza il nostro sangue per questi contnui attentati contro la Regalità di Nostro Signore e contro la Tradizione della Chiesa ?
RispondiEliminaE' necessario che si costituisca un organismo nazionale capace di polarizzare almeno l'opionione pubblica su questi scempi.
La lotta si fa sempre più cruenta e noi dobbiamo reagire con i fatti !
probabilmente sono poco partecipate perchè in questi anni molti, per vari motivi, o sono stati allontanati o hanno perso la voglia di andare alle celebrazioni di quella parrocchia poichè più che a delle omelie capitava di assistere a commenti politici o comunque venivano trattati argomenti non religiosi (vedi la storia dei centesimi) che con la spiegazione del vangelo non centravano niente.credo che qualcuno ora debba farsi un esame di coscienza se l'opera di unificazione delle due parrocchie non è riuscita e la chiesa va via via svuotandosi.i cambianti posso anche essere fatti ma vanno discussi e non imposti.
RispondiEliminaE' il Montecchio Maggiore di cui si parla, questo? Quello dove deliberano di erigere un croce (simbolo cristiano) nella piazza del Municipio?
RispondiElimina"...Pasta alla zucca, hamburger, insalata e frutta. Il menù delle mense delle scuole dell’infanzia, delle elementari e delle medie di Montecchio Maggiore ieri è stato assicurato a tutti (con le variazioni del caso per chi non può mangiare qualche pietanza), tranne ad alcuni alunni che si sono trovati sopra il tavolo una pagnotta e dell’acqua. Sono i figli di chi, pur sollecitato più volte, non ha pagato per un anno o più la retta per la refezione scolastica al Comune. Così, per 9 bambini da ieri è scattata la sospensione dalla mensa, che verrà ripristinata non appena le famiglie avranno provveduto a versare il dovuto al Comune. ...".
http://corrieredelveneto.corriere.it/notizie/cronaca/2010/23-marzo-2010/i-genitori-non-pagano-mensa-nove-bambini-pane-acqua-1602701893813.shtml
Se è lo stesso che si vergognino! Ha ragione il Parroco.
Mi perdoni, ma Lei è per caso un nostalgico del principio dell' "autoriduzione"? Oppure un sostenitore di quel modello sociale, strettamente succedaneo del primo criterio, che impone otto telefonini a famiglia, weekends fuori porta e vacanze all'estero (se no ci si sente degli emarginati e, fra l'altro, si perdono i doverosi contatti culturali con i Paesi d'origine), e che, di conseguenza, addossa gli altri costi del vivere a carico della comunità bue dell'inerme popolo contribuente?
RispondiEliminaQuando ero scolaro, costituiva pratica comune che ciascuno si portasse il mangiare da casa; esiste qualche regola che lo impedisca oggi a quelle famiglie che pretenderebbero, invece, di poter godere della refezione gratuita? Fra l'altro, nei casi di reale bisogno - oggi come ieri - sovvengono alla bisogna i patronati scolastici.
<span>Mi perdoni, ma Lei è per caso un nostalgico del principio dell' "autoriduzione"? Oppure un sostenitore di quel modello sociale, strettamente succedaneo del primo criterio, che impone otto telefonini a famiglia, weekends fuori porta e vacanze all'estero (se no ci si sente degli emarginati e, fra l'altro, si perdono i doverosi contatti culturali con i Paesi d'origine), e che, di conseguenza, addossa gli altri costi del vivere a carico della comunità bue dell'inerme popolo contribuente?
RispondiEliminaQuando ero scolaro, costituiva pratica comune che ciascuno si portasse il mangiare da casa; esiste qualche regola che lo impedisca oggi a quelle famiglie che pretenderebbero, invece, di poter godere della refezione gratuita? Fra l'altro, nei casi di reale indigenza - oggi come ieri - sovvengono istituzionalmente alla bisogna i patronati scolastici. </span>
<span>Mi perdoni, ma Lei è per caso un nostalgico del principio dell' "autoriduzione"? Oppure un sostenitore di quel modello sociale, strettamente succedaneo del primo criterio, che impone otto telefonini a famiglia, weekends fuori porta e vacanze all'estero (se no ci si sente degli emarginati e, fra l'altro, si perdono i doverosi contatti culturali con i Paesi d'origine), e che, di conseguenza, addossa gli altri costi del vivere a carico della comunità bue dell'inerme popolo contribuente?
RispondiEliminaQuando ero scolaro, costituiva pratica comune che ciascuno si portasse il mangiare da casa; esiste qualche regola che lo impedisca oggi a quelle famiglie che pretenderebbero, invece, di poter godere della refezione gratuita? Fra l'altro, nei casi di reale indigenza - oggi come ieri - sovvengono istituzionalmente alla bisogna i patronati scolastici. </span>
<span>E il Parroco, anziché sciogliersi in proclami intorno alle supposte volizioni di foro interno dei componenti la giunta del suo paese, perché non provvede direttamente lui al saldo delle pendenze, con ciò dimostrando la sua adesione ideale al modello degli otto telefonini, weekends e vacanze all'estero? </span>
Nella mia profondissima ignoranza, mi sembra di capire che il Parroco ha espresso solo delle "considerazioni" sull'idea di mettere la Croce. Non ha detto "no".
RispondiEliminaE in quelle considerazioni ha profondamente ragione. E benissimo ha fatto ad esprimerle.
La Croce è Salvezza donataci da Nostro Signore, non due pali di legno incrociati al servizio di una malsana e balzana ideologia.
Ce la meritiamo l'invasione islamica, oh se ce la meritiamo!
RispondiEliminaQuale flagello provvidenziale, per insegnare ai rammolliti europei che valore ha la libertà di metter due pali di legno incrociati sulla pubblica piazza! Grazie, Signore!
Le processioni, portano in se la saggezza della fede vissuta non con i proclami, ma con l'esperienza: il ritrovarsi insieme, il camminare, guardare il crocifisso che apre la strada, sentire la custodia del santo o della Madonna che chiude il corteo. Lasciamo durante le stesse, parlare il cuore, le canzoni del cuore, qualche preghiera, e non le ramanzine complicate di testi che forse neppure da seduti il cristiano medio riuscirebbe a capire: insomma la processione non vale per l'annuncio che dai radiomicrofoni stordiscono le orecchie e la pazienza dei pellegrini, ma per altri valori, non meno trascurabili. e poi il consiglio: vede. signor parroco: se voleva abolire una processione, la doveva lasciare morire di morte naturale, ma il,paese adesso la ringrazia, perchè proprio in forza del suo desiderio pigro di non uscire per 4 gatti, adesso i gatti potrebbero essere, viva Dio, tutto il paese...
RispondiEliminaforse della serie parroco d'assalto. Questo tipo di parroci o sacerdoti è molto impegnato in continue recriminazioni e polemiche politiche.
RispondiEliminaE poi prima di parlare di "malsana e balzana ideologia" bisognerebbe esaminare le motivazioni di chi vuole collocare sulla piazza la croce che scandalizza tanto il sacerdote.
Mi sembra che tutto vada alla rovecia:il bene diventa male ed il male bene.
No. Non ho partecipato ai movimenti del '68 né ai successivi fino alla fine degi anni '70. Mi erano totalmente estranei. Lavoravo. Aborro il modello sociale da lei richiamato. Spero però converrà con me sul fatto che "la comunità bue dell'inerme popolo contribuente" viene chiamata ad accollarsi da qualche tempo - se ne sarà accorto - non tanto i costi della refezione scolastica di BAMBINI DAI TRE AI CINQUE ANNI (il fatto che ci siano famiglie in grado di non poterli sostenere non la induce a nessuna riflessione?), ma quelli derivanti dal salvataggio governativo di chi ha portato il sistema economico al collasso.
RispondiEliminaNon credo comunque che il Parroco si riferisse a questa vicenda e non capisco quale sua frase, tra quelle sopra riportate, le consenta di associarlo a un qualsiasi "modello".
Ho dato un'occhiata su Internet: Sant'Urbano conta 293 abitanti; tolti neonati, invalidi e impediti vari, non è che i numeri militino a favore di manifestazioni affollatissime!
RispondiEliminaNo. Non ho partecipato ai movimenti del '68. Mi erano totalmente estranei. Aborro il modello sociale da lei richiamato. Spero però converrà con me sul fatto che "la comunità bue dell'inerme popolo contribuente" viene chiamata ad accollarsi da qualche tempo - se ne sarà accorto - non tanto i costi della refezione scolastica di BAMBINI DAI TRE AI CINQUE ANNI (il fatto che ci siano famiglie non in grado di poterli sostenere non la induce a nessuna riflessione?), ma quelli derivanti dal salvataggio governativo di chi ha portato il sistema economico al collasso.
RispondiEliminaNon credo comunque che il Parroco si riferisse a questa vicenda e non capisco quale sua frase, tra quelle sopra riportate, le consenta di associarlo a un qualsiasi "modello".
E' proprio vero, i conigli pastorali, formati per lo più da neomodernisti, sono come le preghiere dei fedeli nella NOM: aria fritta.
RispondiEliminaIn effetti se la Croce è piazzata come l'albero della libertà dei regimi rivoluzionari francesi allora ha fatto bene il parroco: magari la Croce viene difesa da gente che bestemmia di continuo e nemmeno va in chiesa ma che vuole solo indispettire l'opinione comune con un'iniziativa puerile e revival-crociate. Meno croci e più cristiani! (ma non meno croci e meno cristiani, mica sono un modernista!)
RispondiEliminama dico....come mai in quella e altre diocesi super-conciliariste non fanno altro che predicare la pastorale dei migranti e il "dovere cristiano di occuparsi delle problematiche sociali" e via dicendo, e rimbambiscono i fedeli di Vangelo= assistenzialismo sociale in tutte le salse e in tutte le omelie, finchè la gente non capisce più qual è il senso spirituale e trascendente della Redenzione ?....e poi nella realtà pratica danno siffatte dimostrazioni di coerenza ?
RispondiEliminaI consigli pastorali sono cosa di pochi, tant'è che non se ne parla mai e nessuno sa bene chi li compongano e quando si riuniscano. Sono la finzione di un organismo democratico.
RispondiEliminai conigli pastorali..... mi son piaciuti tantissimo ! :)
RispondiElimina... = quelli che hanno una paura folle di tornare alla Tradizione, in tutte le sue forme !
8-)
dimenticavo. Della serie parroci d'assalto:sempre molto impegnati a partecpare a manifestazioni, marce, veglie, processioni meno.
RispondiEliminaLei sì che la sa lunga...
EliminaGentile Cesare, la politica dello "sforamento di bilancio a (pretesi) fini sociali", motore primo dell'attuale collasso economico, data almeno dall'instaurazione della repubblica italiana e, in questo senso, già De Gasperi, nel suo secondo governo, aveva provveduto a dimissionare i "ministri tecnici" (a quell'epoca veramente tali) che avevano tentato di opporvisi (sul punto può utilmente consultarsi, fra gli altri, RICCI, Il Compromesso Costituente, ed. Bastogi, Foggia, 1999, spec. p. 151 ss.). Ad effettivamente deprecare la reale essenza di tale fenomeno, che io sappia, siamo sempre stati molto in pochi: i più si sono sempre sperticati a lodare convintamente l'attività bancarottiera di quei Governi, che (accumulando debiti vieppiù crescenti che ora, forse, siamo finalmente chiamati a dover pagare) avevano così permesso, anche alle classi meno abbienti: la lavapiatti, la 600 e le vacanze al mare e, quindi, secondo tale vulgata, avevano loro guadagnato il reale "status" della "dignità umana" (un giorno o l'altro dovrò proprio convincermi del fatto che, a me che non vado mai in vacanza, con tutta evidenza, questa posizione morale assolutamente non può competere).
RispondiEliminaQuanto ai pretesi "poveri", mi permetto di rifarmi a quanto pubblicamente denunziato, ad esempio, da un vecchio parroco del Nord Est e da me direttamente appreso durante la predica: su oltre quaranta segnalazioni di casi di bisognosi a lui pervenuti, solamente due potevano ritenersi veramente tali (e si trattava di persone anziane praticamente abbandonate), tutti gli altri erano rappresentati da soggetti che invocavano l'aiuto economico della Chiesa, per mantenersi l'insostituibile auto, il necessario telefonino o quant'altro. In questo stesso senso, quindi, la mia probabile ipotesi che l'eventuale aiuto di quel parroco veneto, se erogato, sarebbe valso a finanziare la persistenza del modello sociale di cui sopra, altresì valendo a costituirne un'efficace approvazione "per facta concludentia".
Ripeto, infine, quanto già asserito e che vale, indipendentemente dall'età dei soggetti coinvolti che non costituisce certo elemento idoneo a mutare la realtà dei fatti: I) se non si vuole pagare la refezione, il cibo a scuola lo si può agevolmente portare da casa; II) nei casi accertati di reale bisogno, provvedono istituzionalmente al saldo delle rette i patronati scolastici.
Cordialmente.
Pochi ma buoni, no?
RispondiEliminaFigurati se don Chichì pensa alle conversioni. Le religioni son tutte uguali. Scommetto che se in piazza avessero eretto un monumento a Che Guevara o a Martin Luther King sarebbe andato a benedirlo.
RispondiEliminaNon so perché l'amministrazione comunale abbia voluto quella croce: ma se dovessimo levar tutti i simboli religiosi dalle nostre strade e dalle nostre piazze sarebbe il deserto. In fondo anche il campanile di don Chichì è segno di divisione.
Nel paesino, in cui mi trovo, saremo, in estate, una trentina di anime più qualcuna dei casolari sparsi, ma si fa ancora la processione del Corpus Domini e quella della Patrona, l'Assunta. Non c'è più da molti anni il parroco, e la Messa vien celebrata, se va bene, una volta al mese da un prete dell'unità parrocchiale, sempre che se ne ricordi o non abbia qualcosa di più importante da fare. Ma quelle due processioni sono un momento di grande unità morale. E, se vogliamo, anche di identità, di radici.
RispondiEliminaHo a suo tempo letto che le famiglie dei bambini interessati non eran proprio indigenti e che, comunque, c'è stato chi ha provveduto. Da qualche parte ho anhe letto che alcuni genitori s'eran semplicemente dimenticati di pagar la mensa. Ovviamente relata refero.
RispondiEliminaLa croce è certamente il simbolo della nostra salvezza: è lì la più alta regalità di Cristo. E per questo sta bene alta nella piazza ad indicar la via, la verità, la vita ai singoli e a ricordar alle comunità i loro doveri pubblici verso Dio.
RispondiElimina...<span><span> ma no, qui si procede così, non c'è una linea. Ci si alza al mattino e si fa la prima cosa che viene in mente...</span></span>
RispondiEliminaE non provare a lamentartene perché esce subito il postcattolico di turno che ti dirà che sei una persona attenta solo alla forma e non alla sostanza.
Come dire che va bene tutto e il contrario di tutto purché ci sia l'intenzione di render lode a Dio. Con un eccezione: la liturgia "tridentina", cosa retrograda, per fissati e fatta non per unire ma per dividere.
non credo che codesta corretta analisi possa pero' estendersi a tutta l'Italia:ci sono realmente situazioni molto serie e spesso anche drammatiche, basta chiedere a più di UN parroco, intendendo per parroco uno che crede ancora in quel che fa e soprattutto in quello che è (sacramento e non ufficio come ha riaffermato il papa di recente).
RispondiEliminadi solito quelli che non pagano sono quelli che ne hanno di più... 8-)
RispondiEliminaal sacerdote che mi ha bacchettato dicendomi che avrei potuto ospitarla io gli dico: primo: a quella donna in quanto impossibilitata ho offerto assistenza legale graztis, ho pagato di tasca mia la tassa di iscrizione a ruolo e notifica del ricorso finalizzato (ahimè inutilmente) a sospendere l'esecuzione dello sfratto (circa 250 euro), secondo: quanto mano io, al contrario di bruno forte e compagnia bella, non mi sciacquo la bocca parlando di dovere di accoglienza a tutti i costi, terzo: io possiedo (con un mutuo da pagare per altri 17 anni) una unica abitazione al contrario della diocesi di chieti vasto la cui sola sede ospita decine di stanzoni in un edificio patrizio nel centro città. quindi la predicozza la faccia a sè stesso caro il mio sacerdote, vergogna ,vergogna , vergogna
RispondiElimina<span>Scommetto che se in piazza avessero eretto un monumento a Che Guevara o a Martin Luther King sarebbe andato a benedirlo.</span>
RispondiEliminaA professò! Ti piace vincere facile, eh! pon zi pon zi po po po!!!
http://www.agerecontra.it/public/press/?p=5080
RispondiEliminaLa solita melassa antistorica. Uno si dice non modernista, ma mostra di non comprendere che dove ci son più croci ci son anche più cristiani: ed ai cristiani che magari bestemmiano e non vanno in chiesa quelle croci stan lì come invito e monito.
RispondiEliminaE' facile trovar di simili preti.
RispondiEliminaPer errore ho cancellato un commento precedente. Dicevo che nel paesino di campagna dove sono, qui nella valle del Serchio, Rocca, che guarda caso è proprio a ridosso del Ponte del Diavolo, saremo si e no una trentina di persone, in estate qualcuna in più, e altre poche unità nei casolari sparsi. Da molti anni, in questa rettorìa, non c'è più il parroco, il servizio viene svolto da uno dei preti dell'unità parrocchiale di Borgo a Mozzano: la Messa, quando va bene, una volta al mese, sempre che i preti se ne ricordino o che non abbian cose più importanti da sbrigare. Ma alle due processioni più tradizionali, Corpus Domini e dell'Assunta, la Patrona, la popolazione non intende rinunciare. Alla seconda partecipano anche emigrati in anni lontanui (1950) in America o in Australia che tornan per le ferie e magari son alloggiati da parenti nei paesi vicini e meno vicini. In tali occasioni si ricrea un'unità morale che altrimenti andrebbe persa, ed anche, perché no, si riaffermano le prorpie radici e la propria identità.
RispondiElimina<span>Ho a suo tempo letto che le famiglie dei bambini interessati non eran proprio indigenti e che, comunque, c'è stato chi ha provveduto. Da qualche parte ho anhe letto che alcuni genitori s'eran semplicemente dimenticati di pagar la mensa. Ovviamente relata refero.</span>
RispondiEliminaHo letto pure che i genitori erano stati avvertiti.
Dunque, se i genitori fossero stati davvero indigenti avrebbero potuto rivolgersi a chi i competenza: nella scuola dei miei nipotini le famiglia pagan la retta per bambini extracomunitari bisognosi; in caso contrario si tratta di genitori che dei figli si occupan davvero molto poco.
E tu cosa sai di cosa faccian quel sacerdote e tutti gli altri che scrivon sul blog? Tu sbandieri la tua "carità": ma la sinistra deve saper quel che fa la destra?
RispondiEliminaE poi, cosa c'entra Forte con questo sacerdote? C'è nelle tue parole molta acredine e addirittura odio nei riguardi della Chiesa, tipica dei pauperisti modernisti. Alcuni episodi della vita di Gesù dovresti ripassarteli.
Gentile Ospite, non mi intendo di economia ma mi pare di capire che lei identifichi nello 'stato sociale' la causa del debito pubblico. Se così fosse mi spiega come mai dagli anni '90 ad oggi, anni in cui questo stato sociale è stato quasi completamente smantellato, anni in cui le 'classi meno abbienti' sono tornate al loro (giustamente?) infimo posto, e le tasse - che questi esseri disutili, proprio perchè geneticamente inferiori pagano fino all'ultimo centesimo - sono state portate oltre il livello di paesi che garantiscono servizi sociali che qui possiamo solo sognarci, il debito pubblico anziché diminuire è aumentato incommensurabilmente e continua ad aumentare vertiginosamente, fatto questo che lo rende - di fatto - inestinguibile?
RispondiEliminaNon sarà che, per caso, c'è qualche altra causa che - forse - ha un impatto maggiore? E che chissà perchè non viene pubblicizzata?
Riguardo all'ultima parte del suo post non conosco, evidentemente, le reali condizioni di quelle famiglie. Può darsi che qualcuno cerchi di fare il furbo, ma sappia che tanta gente, chi per per dignità, chi per vergogna, evita di richiedere aiuti ai quali avrebbe diritto. Si informi alla Caritas o, se ne avrà l'occasione, provi a fare un giro ai mercati generali della sua città poco prima della chiusura. Vedrà quante persone si aggirano tra le cassette contenenti gli scarti, alla ricerca di qualcosa di utilizzabile.
Anche quelli non vanno mai in vacanza, sa?
Gentile Cesare, che l'attuale baratro delle casse pubbliche discenda, per direttissima induzione proprio dalla cosiddetta "politica sociale" costituisce un dato di fatto che, oramai, non viene neppure più negato nemmeno dalle sinistre (per un lineamento analitico della normazione che, di fatto, ha dato sviluppo al fenomeno, mi permetterei di rimandare ad un mio vecchio saggio nel volume collettaneo - a cura di Danilo Castellano -, La Decadenza della Repubblica e l'Assenza del politico, Bologna, 1995) . In estrema sintesi, per perseguire questa politica economicamente dissennata, dapprima praticamente si spogliarono i cittadini meno sfortunati dei loro beni (si veda la politica in campo agrario e, in misura minore, in campo immobiliare, nonché il pratico divieto d'investimento dei capitali italiani sui mercati esteri - dove avrebbero trovato una giusta remunerazione finanziaria - per obbligare l'investitore all'acquisto dei titoli del debito di Stato e vedersi praticamente mangiata da svalutazione ed inflazione la rendita puramente nominale); ora che non è rimasto quasi più nulla da rapinare, non potendosi nemmeno ulteriormente aumentare le aliquote impositive già a livelli economicamente irragionevoli (ad esempio, un'azienda che pagasse realmente tutte le imposte, dirette ed indirette, si vedrebbe costretta a versare allo Stato circa il 110% dei guadagni effettuati nell'esercizio annuale) e non potendosi nemmeno dare luogo, per vincoli europei, ad ulteriori nazionalizzazioni, eccoci finalmente obbligati, dopo sessant'anni, a riportare i remi in barca.
RispondiEliminaNon creda, l' "infimo posto" (come Lei lo definisce) al quale dovrebbero tornare i meno abbienti è ancora molto lontano e, oltrettutto, per non creare rivolgimenti sociali, si provvederà contestualmente a ridurre ad analogo posizionamento sociale anche le "classi medie" e "medio-alte": non si possono abolire all'improvviso i milioni di posti inutilmente parassitari dell'impiego di Stato e "parastato", nè ridurre immediatamente a circa la metà i salari della mano d'opera agricola ed industriale e, quindi, si dovrà provvedere alla proletarizzazione diretta (blocco degli stipendi) ed indiretta (limitazioni degli sgravi fiscali, ritardo dei rimborsi d'Iva e quant'altro) di un vastissimo strato della popolazione.
Per parte mia, in senso assolutamente soggettivo, il rammarico di aver fatto parte di quella porzione dei cittadini che, dapprima è stata "rapinata a fini di solidarietà sociale", e che ora si troverà a dover ancora soffrire economicamente, per l'appianamento di un debito che non ha mai condiviso e dal quale non ha mai assolutamente tratto alcun beneficio. Null'altro se non un'ennesima dimostrazione del fatto che, in fondo, la giustizia non è cosa di questa terra.
Cordialmente.
P.S. E' praticamente impossibile che mi rechi mai alla Caritas che, nella mia opinione, rappresenta uno di quegli organismi assolutamente non cattolici che, alla Virtù della Carità, ha sostituito una nozione di "solidarietà" che assolutamente esorbita dall'area delle mie, certamente scarne, conoscenze della dottrina cattolica.
Senza contare che nessuna vieta a un devoto di San Giovanni Bosco (tanto per dirne uno del caso specifico, ma questo vale anche in generale) di partecipare a un processione dedicata a tal Santo anche se in una parrocchia diversa dalla propria. La Fede e la devozione non perdono valore fuori dai confini di una parrocchia o diocesi.
RispondiEliminaAl contrario, la croce va anche brandita e sollevata con possanza sopra la propria testa, pronta ad abbattersi su quelle di tutti coloro che provino a dileggiare Cristo. Come faceva don Camillo (quello vero, non la brutta copia che gira da 'ste parti) contro i comunisti!
RispondiEliminaA coloro che sono interessati ad imparare un po' di economia conisiglio questo libro:
RispondiEliminaLa Chiesa e il mercato di Thomas Woods
O se masticate di English: The Church and the Market
Il Dr. Woods mostra come la "solidarieta` sociale" non sia un dogma per i cattolici in quanto i mezzi utilizzati non sono in grado di ottenere i nobili fini. Insomma, aiutare i poveri va bene ma non attraverso la tassazione e la redistribuzione delle ricchezze operata dallo stato.
<span>E tu sai cosa fan quel sacerdote e tutti gli altri che scrivon sul blog? Tu sbandieri la tua "carità": ma la sinistra deve saper quel che fa la destra?
RispondiEliminaE poi, cosa c'entra Forte con questo sacerdote? C'è nelle tue parole molta acredine e addirittura odio nei riguardi della Chiesa, tipica dei pauperisti modernisti. Alcuni episodi della vita di Gesù dovresti ripassarteli.</span>
I consigli pastorali sono la più grande boiata inventata. E lo dico a ragion veduta visto che ne faccio parte :-P .
RispondiEliminacome ho già detto sopra io ne faccio parte ed effettivamente comandano i modernisti. I pochi che amano la tradizione devonno stare zitti e muti
RispondiEliminaSi,ci si vergogna (dicono) di mettere in piazza i propri averi! Per avere agevolazioni in genere bisogna fare l'ISEE, e da lì si scopre se uno ha soldi in banca, o proprieta,ecc.
RispondiEliminaNella diocesi di Vicenza questo prete come alcuni altri sono da incubo ma SI DIMENTICA di parlare del vescovo, una perla preziosa che Roma non si voleva tenere. Immaginate un puo che perla è !
RispondiEliminaLeggo oggi su La Nazione di Firenze che sarà presentato in Consiglio Comunale il nuovo regolamento relativo alle mense scolastiche. L'Amministrazione - di sinistra - si appresta a varare la norma che, dopo 4 pasti non pagati, scatta la sospensione dell'erogazione della refezione. Motivo? Da un'accurata indagine è emerso che non le famiglie davvero indigenti, con reddito minimo, ma molte famiglie che posson contar su redditi più sostanziosi hann'accumulato "debiti". Sembra che si tratti d'un provvedimento volto non a lasciare a stomaco vuoto i bambini, ma a responsabilizzare i genitori.
RispondiEliminadice Caterina, sconcertata:
RispondiElimina<span>vorrei sapere, con le prove, quando il Crocifisso sia stato usato in "maniera polemica CONTRO LE PERSONE" *DONT_KNOW* </span>
sottoscrivo e anch'io vorrei sapere in proposito da questo parroco com'è mai possibile che si coltivi questa paura, e che ci aiuti a prendere consapevolezza delle lontane ORIGINI DI QUESTO FALSO PROBLEMA, inconcepibile a mio avviso, fino al 1960-65!
Dunque, gli chiedo: da quando tale paura di uso polemico ha cominciato a paralizzare le devozioni tradizionali e le testimonianze pubbliche della Fede cattolica ?
In realtà, caro parroco, io vorrei tanto che tornasse quella Fede, così fortemente sentita e vissuta, che NON AVEVA PAURA NE' DI UNA PROCESSIONE,
NE' DELLA CROCE esposta in pubblico, NE' tantomeno del Crocifisso, posto in tanti luoghi pubblici e privati, oltre che nelle Chiese, sugli ALTARI !
....io vorrei tanto che tornasse quel modo e mondo della cattolicità espresso in questa mirabile scena che tanti ricordano, sia come film, sia come vita vissuta in quella lontana epoca in cui i sacerdoti e i fedeli amavano Gesù Cristo con tutto il cuore e non avevano alcuna paura a testimoniarlo E con le processioni E con il Crocifisso, portato trionfalmente davanti a TUTTI COLORO CHE FEDE NON AVEVANO PIU', ma <span>non in maniera polemica, </span>come TANTI succubi del politically correct dicono oggi -ahimè soprattutto tra il clero-, ma Croce esposta e venerata in maniera di TESTIMONIANZA E A SCOPO SALVIFICO, davanti alla vista di tutti quelli che vedendola si ricordano di "guardare a Colui che hanno trafitto" !
RispondiEliminasenza alcun rispetto umano !
.....e d'un tratto chi ha perso la Fede, rientra in sè e si ricorda del Salvatore, e s'inginocchia davanti a Lui e si toglie il cappello....
e la sua anima, forse, si risveglia a Vita nuova !
(come da famoso filmato qui sotto)
http://www.youtube.com/v/Jqb_r8Bm3oY" type="application/x-shockwave-flash" width="170" height="140
<span>...io vorrei tanto che tornasse quel modo e mondo della cattolicità espresso in questa mirabile scena che tanti ricordano, sia come film, sia come vita vissuta in quella lontana epoca in cui i sacerdoti e i fedeli amavano Gesù Cristo con tutto il cuore e non avevano alcuna paura a testimoniarlo E con le processioni E con il Crocifisso, portato trionfalmente davanti a sia a coloro che credono, sia a COLORO CHE FEDE NON AVEVANO PIU', ma <span>non in maniera polemica, </span>come TANTI succubi del politically correct dicono oggi (ahimè soprattutto tra il clero), ma Croce esposta e venerata in maniera di TESTIMONIANZA E A SCOPO SALVIFICO, davanti alla vista di tutti quelli che vedendola si ricordano di "guardare a Colui che hanno trafitto" ,
RispondiEliminasenza alcun rispetto umano !
.....e d'un tratto chi ha perso la Fede, rientra in sè e si ricorda del Salvatore, e s'inginocchia (nel cuore) davanti a Lui e si toglie il cappello....
e la sua anima, forse, si risveglia a Vita nuova !
</span>
http://www.youtube.com/v/mwA3u941trA&feature" type="application/x-shockwave-flash" width="170" height="140\r\n" });
Naturalmente coltivata.
RispondiElimina<p><span><span>Che il Concilio Vaticano II abbia rivalutato il ruolo dei laici nella Chiesa, non significa che i laici possano fare quello che vogliono senza seguire le direttive del parroco che resta sempre e comunque il pastore che guida la comunità cristiana. Il ruolo dei laici è importante e il servizio che svolgono è prezioso se è svolto, appunto, con spirito di servizio e umiltà, è un danno se diventa luogo per primeggiare, esibirsi, prevalere ecc. Sono molte le parrocchie dove i cori scelgono i canti per la Santa Messa sull'onda del "mi piace" e del "fai da te", mentre non sanno nulla della funzione liturgica del canto. Sono pochi i responsabili dei cori che hanno competenze serie in materia (se hanno titoli e meriti musicali, spesso non hanno la preparazione teologica o liturgica adeguata), sono molti quelli che si arrangiano in qualche modo. Spesso il risultato è un compromesso deludente perchè non basta aver partecipato a qualche incontro, ma è necessario creare nelle persone (nei coristi e nei direttori soprattutto) una mentalità liturgica. Molte volte coristi e direttori pensano di aver fatto chissà quale meraviglioso spettacolo. Questo va bene per un concerto. L'animazione della liturgia chiede ben altra cosa. Il canto nella liturgia non è un tappabuchi dei momenti morti. Il canto è preghiera che sale a Dio e nessuno deve esservi escluso per nessun motivo. A tutti coloro che si sono schierati contro il parroco e ai coristi chiedo: quanti di voi hanno studiato teologia o liturgia? Siete sicuri di essere veramente competenti e di avere le conoscenze necessarie prima di permettervi di muovere queste critiche e prima di pretendere che si faccia ciò che dite voi? Un sacerdote è una persona che è stata chiamata da Dio ad un ministero e per questo consacrata dallo Spirito Santo, e questo chiede prima di tutto un profondo rispetto e un onesto riconoscimento dei ruoli. In virtù del Battesimo siamo incorporati in Cristo e diventiamo così membra della Sua Chiesa. Se c'è una uguaglianza nella dignità tra tutti i Battezzati, c'è però una diversità di ruoli, di compiti, di carismi, di vocazioni. Sarebbe opportuno che i laici, per non cadere nel ridicolo ad opera delle loro stesse mani, imparassero per primi a valorizzare il loro ruolo, essendo disponibili a un'adeguata e seria preparazione. Le occasioni non mancano per chi prende sul serio il proprio servizio e il proprio ruolo nella Chiesa di Dio, così, pur nei limiti creaturali di ognuno, molti problemi sarebbero superati e finalmente le discussioni costruttive e lo scambio intelligente di opinioni prenderebbero il posto delle critiche sterili e degli errori dovuti all'ignoranza. Sonia Tonegato</span></span></p>
RispondiEliminaNoi difendiamo proprio la diversità dei ruoli, dei carismi ecc. E con tutto il cuore vorremmo che i sacerdoti fossero preparati a celebrare una liturgia dignitosa in ogni suo aspetto: si dovrebbe cominciar ad insegnar loro come ci si genuflette e come ci si inchina davanti al SS.mo, per non parlar della posizione di mani e braccia.
RispondiEliminaNon c'è bisogno d'esser musicisti per capir quando i canti sian appropriati e quando no. Abbiamo sufficiente esperienza di Messe NO per poter giudicare. Ed abbiamo sufficiente conoscenza di musica sacra, gregoriana o polifonica, per stabilir dei confronti. E i più vecchi, come me, ricordan gli antichi e negletti canti "popolari", che certo tali volevan essere e tali erano, ma che avevan una loro bellezza. Durante la Messa del Corpus Domini nel Duomo di Firenze, il nuovo coro, una volta mandata al macero la lunga stagione del vecchio e glorioso coro messo su in tanti anni d'impegno e di studio dal defunto mons. Sessa, organista di grande fama, sono stati eseguiti canti orribili, tra i quali il migliore in assoluto è risultato "Noi canteremo gloria a Te". Neppure un "T'adorian Ostia Divina" o un "Inni e canti". Nella tradizione musicale non c'è proprio altro?
Cara Sonia, in questo blog puoi trovare persone che han studiato teologia, diritto canonico ed anche musica, e addirittura preti e noti musicisti. Mi sa che il tuo alquanto saccente pistolotto ha sbagliato destinatari.
<span>Noi difendiamo proprio la diversità dei ruoli, dei carismi ecc. E con tutto il cuore vorremmo che i sacerdoti fossero preparati a celebrare una liturgia dignitosa in ogni suo aspetto: si dovrebbe cominciar ad insegnar loro come ci si genuflette e come ci si inchina davanti al SS.mo, per non parlar della posizione di mani e braccia.
RispondiEliminaNon c'è bisogno d'esser musicisti per capir quando i canti sian appropriati e quando no. Abbiamo sufficiente esperienza di Messe NO per poter giudicare. Ed abbiamo sufficiente conoscenza di musica sacra, gregoriana o polifonica, per stabilir dei confronti. E i più vecchi, come me, ricordan gli antichi e negletti canti "popolari", che certo tali volevan essere e tali erano, ma che avevan una loro bellezza.</span>
<span>Durante la Messa del Corpus Domini nel Duomo di Firenze, il nuovo coro, una volta mandata al macero la lunga stagione del vecchio e glorioso coro messo su in tanti anni d'impegno e di studio dal defunto maestro mons. Sessa, organista di grande fama, sono stati eseguiti canti orribili, tra i quali il migliore in assoluto è risultato "Noi canteremo gloria a Te". Neppure un "T'adoriam Ostia Divina" o un "Inni e canti", un tempo patrimonio comune. Nella tradizione musicale non c'è proprio altro?
Cara Sonia, in questo blog puoi trovare persone che han studiato teologia, diritto canonico ed anche musica, e addirittura preti e noti musicisti. Mi sa che il tuo alquanto saccente pistolotto ha sbagliato destinatari.</span>
è necessario creare nelle persone (nei coristi e nei direttori soprattutto) una mentalità liturgicama che significa esattamente mentalità liturgica ?e inoltre...ammessa la necessità di " creare " tale mentalità che -evidentmente- prima del Concilio non esisteva (..?..),come mai moltissimi potevano però attingere dalla S. Messa la Grazia e il nutrimento spirituale proficuo per crescere nella vita spirituale, tesi verso la santità ?
RispondiElimina<span>è necessario creare nelle persone (nei coristi e nei direttori soprattutto) una mentalità liturgica...</span>
RispondiElimina<span>- ma che significa esattamente mentalità liturgica ?</span>
<span>- e inoltre...ammessa la necessità di " creare " tale mentalità che -evidentmente- prima del Concilio non esisteva (..?..), come mai moltissimi potevano però attingere dalla S. Messa la Grazia e il nutrimento spirituale proficuo per crescere nella vita spirituale, sempre tesi verso la santità ?</span>
non risulta chiaro se il parroco abbia paura di dispiacere il demonio (noto avversario della Croce!). Oltre a togliere le processioni dei santi è finoto con l'essere contro la croce e quindi sta facendo il gioco del demonio... che tristezza... certo che era stato predetto a la Salette ma speravo non si avverasse.
RispondiEliminaInvece di approfittare della benedizione della croce per spiegare il significato della Croce di Cristo ha scritto un articolo al giornale per allinearsi al più banale intimismo relativista modernista
Eppoi: la "democrazia" è un metodo efficace per raggiungere la Verità? Io dubito addirittura che sia il migliore come sistema istituzionale...
RispondiEliminaE' il giochetto con cui il più forte (o in altro contesto i poteri forti) fan passare le SUE scelte (a pro suo) come "condivise" per poi far dileguare in evanescenti eziologie la causa dei disastri prodotti (ed è quello che è successo nella Chiesa con lo spiritodelconcilio).
<span>Eppoi: la "democrazia" è un metodo efficace per raggiungere la Verità? Io dubito addirittura che sia il migliore come sistema istituzionale...
RispondiEliminaE' il giochetto con cui il più forte (o in altro contesto i poteri forti) fa passare le SUE scelte (a pro suo) facendole apparire "condivise" per poi far dileguare in evanescenti eziologie la causa dei disastri prodotti (ed è quello che è successo nella Chiesa con lo spiritodelconcilio).</span>
"L'animazione della liturgia chiede ben altra cosa. Il canto nella liturgia non è un tappabuchi dei momenti morti. Il canto è preghiera che sale a Dio e nessuno deve esservi escluso per nessun motivo."
RispondiEliminaQuesto passaggio dell'intervento è nodale:
1) una liturgia che richiede d'esser animata è evidentemente priva d'anima: priva di quella capacità di elevare e sublimare le anime dei fedeli che vi assistono. Questa è la autodichiarata inferiorità del NOM.
2) che il "canto" o la musica d'organo non sia un tappabuchi è assolutamente evidente nella S.Messa iuxta Traditionem in cui tutto è assolutamente ponderato, previsto e ermetico a improvvisazioni d'avanspettacolo.
3) il canto è somma preghiera, giusto. E nessuno ne deve essere escluso, giusto. Ma teniam presente che ci possono essere varie forme di partecipazione a tale preghiera. Non necessariamente tutti devono cantare e cantare tutto: ci si può elevare grazie alla preghiera in musica ascoltando, adagiando l'anima sui suoni che come volute d'incenso s'innalzano al cospetto divino. Essendo spesso coinvolto in servizi musicali nella liturgia, personalmente sento addirittura come migliore e più piena la fruizione del canto altrui -soprattutto nel momento del ringraziamento dopo la S.Comunione: in questo caso si parteciopa meglio non agendo.
E poi non tutti sappiamo fare tutto bene: c'è chi celebra il Santo Sacrificio, c'è chi serve all'altare, c'è chi canta, c'è chi partecipa alla S.Messa grazie a questi servizi.
L'actuosa partecipatio (si legga quel che lo stesso GPII diceva a proposito) è stata fraintesa in un iperattivismo maniacale: tutti devono confusamente dir la loro, tutti devono far qualcosa e tutti -guarda un po'- devono cantare anche se emettono osceni conati da ruminanti bovini; e per tali "cantatori" ci vuole un repertorio parimente cornuto. Questa è stata la fine della musica sacra che oggi vediamo proditoriamente ma coerentemente espulsa dalle celebrazioni NOM in quanto appunto inadeguata.
....banale intimismo relativista modernista...cioè ?
RispondiEliminaAbbia pietà degli ignoranti come me e si spieghi.
Grazie
Lei continua a "sputare" sentenze senza avere la minima conoscenza dei fatti. Si legga bene il brano del Vangelo di oggi - 10 settembre 2010 - e poi, se vuole, la aiuto a togliere la trave che ha in entrambi gli occhi. Ogni bene.
RispondiEliminaCaterina63 1963 o 1863?
RispondiEliminaDisilluso.. ma va là, va..
RispondiEliminaSi, ci vado...là...ma solo insieme a te!
RispondiEliminaE anche sui suoi...
RispondiEliminaHo l'impressione che questo parroco pieno di buon senso non venga capito, o non lo si voglia capire. Quanti di coloro che criticano l'abolizione di 3 processioni su 7, alle processioni ci vanno? Sulle croci capisco bene le sue motivazioni: io, qui in Emilia, di croci... politiche ne vedo sempre piu' spesso. Bravo don Manni, bravi nel consiglio pastorale, poi si giudichi il parroco su cosa fa in positivo. Magari lo si ascolti.
RispondiEliminaLei parla di cose che non conosce...Si informi prima di sputare sentenze....
RispondiEliminaPerchè, allora, cara Gigia, non si ritira in buoin ordine ?
RispondiEliminaGli abitanti, al 31 dicembre 2010, sono 697. Pace all'anima sua, caro lei.
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