Post in evidenza

AGGIORNAMENTO del programma del 13º Pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum #sumpont2024

Cari amici, a pochi giorni dall ’inizio de l  13º Pellegrinaggio  Populus Summorum Pontificum   a Roma da venerdì 25 a domenica 27 ottobre  ...

mercoledì 23 giugno 2010

L'Osservatore vaticano sui pasticci curiali

Una strana atmosfera invade le sfere della Curia romana.

Si potrebbero citare diversi esempi (l`anarchia surrealista della comunicazione vaticana, ad esempio) ma tre casi recenti, differenti fra loro, basteranno per darne un'idea.

1) Pensiamo in primo luogo al fatto che il Curato d`Ars non sia stato proclamato patrono di tutti i sacerdoti, in conclusione dell`anno sacerdotale, come invece previsto e annunciato. Di per sé, una tale decisione può giustificarsi facendo valere che un parroco diocesano francese del XIX secolo non è necessariamente un modello direttamente imitabile per dei religiosi, dei preti missionari.

Ma il danno considerevole prodotto da questa faccenda vien dal fatto che è sembrata un dietrofront repentino della curia romana di fronte a pressioni degli ultimi minuti. Poiché la decisione della proclamzione era conosciuta da tempo; il 16 marzo 2009, quando s`era tenuta la plenaria della Congregazione per il Clero, la Sala Stampa aveva dichiarato: "Durante questo Anno giubilare, il Papa Benedetto XVI proclamerà san Giovanni Maria Vianney Patrono di tutti i sacerdoti del mondo. Sarà ugualmente pubblicato un Repertorio per i Confessori e Direttori spirituali, nonché una raccolta di testi del Papa sulle questioni fondamentali della vita e della missione sacerdotali all`epoca attuale".

In un'intervista concessa dal cardinal Hummes, il 17 giugno 2009, all`Avvenire, il Prefetto della Congregazione per il Clero, ripeteva la notizia, che si è poi diffusa in tutto il mondo per un anno, senza mai essere smentita. L`8 giugno, tre giorni prima dell'evento, la Radio Vaticana confermava. "L`11 giugno il Papa celebrerà una Messa solenne, durante la quale proclamerà il Curato d`Ars patrono de sacerdoti".

Ora, la vigilia, 10 giugno, l`agenzia IMedia smentiva: il Curato d`Ars non sarebbe stato proclamato patrono dei sacerdoti di tutto il mondo.

Il blog, Vu de Rome, di Frédéric Mounier (corrispondente del giornale La Croix), bene informato sulle manovre e sui manovrieri , spiegava: " Il Vaticano ascolta le Chiese locali" che non trovano Jean-Marie Vianney abbastanza rappresentativo del prete contemporaneo. E Padre Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, laconico:" Ci sono molte altre figure di sacerdoti che possono servire d`ispirazione e di modello per coloro che compiono altre forme di ministero sacerdotale".

2) Praticamente nello stesso tempo si svolgeva il secondo episodio della faccenda di Thiberville. Senza rifare la storia di questa vicenda francese, ricordiamo che nella diocesi di Evreux, una delle più sinistrate di Francia, Mons. Nourrichard, vescovo-curatore di fallimento (chiese chiuse, catechismi disertati, vocazioni scoraggiate, finanze a secco..) aveva deciso di sopprimere l`insieme parrocchiale di Thiberville (14 campanili) e di destituire l'abbé Francis Michel che manteneva chiese piene, catechismi, tantissimi chierichetti, confraternite, confessioni, vocazioni....

Venuto sul posto per ottenere la resa di questo parroco troppo "Summorum Pontificum", il vescovo si è urtato alla rivolta violenta dei parrocchiani esacerbati. Ne seguirono una serie di "appelli" giudiziari a Roma.

Sembrava evidente a tutti che la Santa Sede avrebbe ammesso, come minimo, che la faccenda era stata "mal gestita" dal vescovo e che, supponendo che non si fosse stimato opportuno di invalidare puramente e semplicemente la sua decisione mortifera, si sarebbero trovate delle soluzioni di compromesso.

Invece, in soli tre mesi, i tre primi ricorsi del parroco e dei suoi parrocchiani son stati semplicemente rigetatti dalle Congregazioni adite, quando affari di quel genere normalmente domandano diversi anni per essere esaminati.

È evidentemente disastroso l`effetto, per la Roma di Benedetto XVI, e alla fine dell`anno sacerdotale, di cancellare in quel modo l`ultimo insieme vivo e missionario di una diocesi e di buttare a mare il suo parroco.

Il meno che si possa dire è che quel dossier, concernente la Francia, dove ormai si discute né più né meno della soppressione di intere diocesi (Mende), non è stato propriamente "seguito".

3) Non meno calamitoso l`annuncio, quasi concomitante, del "rifiuto" del card. Pell.

La nomina dell`arcivescovo di Sydney, uno dei dei più solidi ratzingeriani del Sacro Collegio, come Prefetto della Congregazione dei Vescovi, in sostituzione del card. Re, era aspettata da un giorno all`altro; il cardinal Pell si era già visto attribuire un appartamento in via Rusticicci, quando - coup de théâtre - il blog spagnolo di Francisco José Fernández de la Cigoña, annunciava l`8 giugno che il cardinale di Sydney si dava per malato e rinunciava alla sua nomina.

In verità, alcune accuse di "cattiva gestione" di un`affare di pedofilia, conosciute da tempo, orchestrate da articoli di giornali irlandesi, e che fino ad allora non erano state giudicate inquietanti dalla Segreteria di Stato, erano appena state opportunamente ripescate, nei primi giorni di giugno, in seno alla stessa Segreteria di Stato da parte, si dice, della Sezione degli Affari generali (il Sostituto Filoni).

Malgrado questa successione di fiaschi molto dannosi per l`immagine e l`autorità della macchina curiale, l`effetto Benedetto XVI, continua a diffondersi, in un panorama cattolico occidentale sempre più devastato, e la ratzingerìa romana a prosperare.

Ma le occasioni mancate di un risollevamento pastorale si accumulano.

Possiamo evocare il caso determinante delle nomine episcopali: è evidente che il personaggio chiave in questo campo, il nunzio apostolico, diplomatico di formazione, di funzione e quasi di anima, per ben disposto che sia, non prenderà mai delle decisioni di designazioni che si contrappongano al fronte degli episcopati nazionali, se non si sa sostenuto e coperto da una Segreteria di Stato determinata. O ancora, un Prefetto di Congregazione un pò timido non si impegnerà in azioni coraggiose e difficili se sente che sarà abbandonato alla più piccola difficoltà, e lascerà allora, per la maggior parte delle questioni, i suo subordinati agire secondo le loro sensibilità e appartenenze.

La necessità per il Santo Padre di risparmiare le sue forze, ad esempio riducendo drasticamente il numero delle udienze private, le attenzioni vigili con cui è circondato, ma che sono altrettanti filtri (da due mesi, ad esempio, il numero delle persone -fino ad allora un centinaio - che salutava alla fine delle udienze pubbliche è stato ridotto ad una semplice fila di sedie), il peso del suo intenso lavoro intellettuale solitario, la necessaria concentrazione sulle decisioni, maturate a lungo, e che dipendono solo da lui, fanno che l`esigenza di un vero "primo ministro" sarebbe vitale.

Qualunque siano le critiche che potevano essere loro rivolte, uomini come il Sostituto Benelli, il Segretario di Stato Casaroli, o il suo successore Sodano, occupavano fortemente il terreno curiale, imprimevano a quel pesante e complesso organismo una linea, certo altamente discutibile, ma leggibile .

Invece, è tutto il contrario di un Richelieu che occupa oggi il posto di Segretario di Stato.


Fonte: Osservatore Vaticano

53 commenti:

  1. <span>In definitiva ci sono troppe persone che invece che fare Chiesa fanno lobby. Ha proprio ragione il nostro amato BXVI.</span>

    RispondiElimina
  2. PARENTESI: Questa mattina in tangenziale nord, mi sorpassa un furgoncino verde che sul portellone posteriore esibiva un vistoso adesivo con la seguente frase " GRAZIE A DIO SONO CATTOLICO ".
    Alla faccia dell'ecumenismo e del politicamente corretto.

    RispondiElimina
  3. Se padre Lombardi è un surrealista, Navarro Vals era un dada!

    RispondiElimina
  4. Mettere il Crocifisso sulla porta di casa, non gli adesivi sull'auto. Una patacca che parla di Dio appiccicata al paraurti è una professione di imbecillità, degna di un popolo che vive di calcio, furberie e americanate.

    RispondiElimina
  5. e poi....
                         un conto è dirlo, un conto è esserlo:
    e soprattutto sapere che cosa significa cattolicesimo, problema non piccolo di IDENTITA' PERDUTA,
    come è stato evidenziato bene da Gnocchi e Palmaro, nel thread precedente,
    laddove si è messo in rilievo "<span><span>il comune pensare di gran parte dei fedeli per i quali un minareto vale più o meno come un campanile."</span></span>  
    (perdita di identità denunciata e lamentata da molti anni, da illustri uomini di Chiesa, tra i quali il card. Biffi).

    RispondiElimina
  6. Per riprendere il timone della barca di San Pietro il Santo Padre dovrebbe comportarsi come IL Suo predecessore Pio XII che alla Segreteria di Stato  lasciò per parecchio tempo vacante  il posto di Segretario di Stato e nominò due Sostituti che rispondevano sempre e comunque solo al Papa.

    RispondiElimina
  7. Ah ! Questo Blog è sempre pieno di saccenti saputelli criticoni che sanno tutto di tutti.
    Ma cosa ne sai tu se quel signore in casa non ne abbia 100 di crocefissi ?
    Uno che ha il coraggio di esporre a tutti la propria convinzione religiosa merita rispetto !
    Tu invece ti riempi la bocca di critiche e magari ti vergogni a farti il Segno della Croce in pizzeria prima di consumare il pasto !

    RispondiElimina
  8. Se ho ben capito, Pell è saltato per colpa di Filoni?

    RispondiElimina
  9. <span>Ma cosa ne sai tu se quel signore in casa non ne abbia 100 di crocefissi ? </span>

    In una casa di cinque stanze... 20 per stanza... *DONT_KNOW*
    Da T.S.O.

    D'accordo sul coraggio.

    RispondiElimina
  10. se prima degli interventi si contasse: uno...due... tre.

    RispondiElimina
  11. <span>Io la ritengo invece una gustosa boutade da "catholic pride" (per rimanere su Gnocchi e Palmaro), non la vedo proprio come professione di imbecillità. Non vedo come una cosa (l'adesivo) debba escludere l'altra (il Crocifisso sulla porta): anzi, non so se tutti coloro che tengono un Crocifisso in casa siano pure animati da questo spirito "apologetico"..ma temo proprio di no.  
    In Germania, nel grande deserto ateo, agnostico, islamico e luterano (in quest'ordine), vidi in biblioteca un ragazzo con una maglietta strepitosa con la scritta "Unam Sanctam Catholicam" a caratteri cubitali, disposta a cerchio attorno all'emblema della Santa Sede.  
    Inutile dire che abbiamo fatto subito conoscenza; si può dire che con quella maglietta abbia "raccolto" ragazzi e ragazze in università per la Katholische Jugendbewegung, un gruppo di giovani (universitari e non) vicini alla FSSPX.. Una professione di imbecillità? Sarà..</span>

    RispondiElimina
  12. La migliore!!!!! :-D :-D :-D :-D :-D

    RispondiElimina
  13. Mons.Principe Vescovo23 giugno 2010 alle ore 10:38

    <span><span><span>Questo estratto deve farci riflettere sula situazione che stiamo attualmente vivendo, che Dio abbia pietà di noi.</span></span></span>
    <span><span></span></span>
    <span><span>Stralcio del Messaggio del 13 ottobre 1973 ad Akita in Giappone (Apparizione approvata dal vescovo locale e dalla Santa Sede)

    "Mia cara figlia, ascolta bene ciò che ho da dirti. Ne informerai il tuo superiore". Dopo un attimo di silenzio la Madonna continua dicendo: (.....) L’opera del diavolo si insinuerà anche nella Chiesa in una maniera tale che si vedranno cardinali opporsi ad altri cardinali, vescovi contro vescovi. I sacerdoti che mi venerano saranno disprezzati e ostacolati dai loro confratelli…chiese ed altari saccheggiati; la Chiesa sarà piena di coloro che accettano compromessi e il Demonio spingerà molti sacerdoti e anime consacrate a lasciare il servizio del Signore. Il demonio sarà implacabile specialmente contro le anime consacrate a Dio. Il pensiero della perdita di tante anime è la causa della mia tristezza. Se i peccati aumenteranno in numero e gravità, non ci sarà perdono per loro.
    </span></span>

    RispondiElimina
  14. Francamente mi sfugge il senso della frase finale..
    Ok, si dice che l'attuale Segretario di Stato non è capace di imprimere una linea forte alla Curia, di fare da "orologiaio".
    Non capisco però la stoccata di quel "Richelieu".. è sarcasmo da contrappasso? Allude alle leggendarie macchinazioni del personaggio letterario?.. oppure che?

    RispondiElimina
  15. La collocazione del sacro fuori contesto è un nonsenso, non solo inutile ma anche dannoso. La pubblicità non è uno strumento, ma un'ideologia, una cultura (c'è tutta una letteratura sul punto, a partire dal classico di Packard The waste makers - per Cajétan AG che sa la mia lingua Die grosse Verschwendung). Cultura - entartere Kultur, ho detto - sono le ole, le chitarre folk, la microfonomania, i cori da stadio... E' già imbarazzante intrattenersi sulle cose sacre in un blog. Figuriamoci procedere a suon di bumper sticks e di T-shirts. Se siamo in vena di trovatine all'americana (non mi riferisco a lei, Cajétan, che ci propone sempre interventi intelligenti) facciamoci bastare le T-shirts con l'"Adolf Hitler's European Tour 1939-1945" (1939 Warsaw, 1940 Paris...). Quanto all'imbecillità, caro Cajétan, di questi tempi zone franche non ce ne sono.

    RispondiElimina
  16. 1... 2... 3... Un italiota con cento crocifissi in casa? Possibile. Si suggeriva comunque di esporlo (anche) sull'uscio di casa il Crocifisso.

    RispondiElimina
  17. ...No ma veramente non ci samo proprio. Questo mi conta le stanze di casa e fa il calcolo...siamo arrivati al punto di prendere alla lettera una battuta e di fare filippiche su un adesivo (per me) simpatico !
    Gente ci vuole del gran Valium.

    RispondiElimina
  18. Mantovano, guardi che quella di cesare era solo una simpatica battuta.
    Quanto al fatto che lei trovi l'adesivo una cosa simpatica è del tutto legittimo, come è del tutto legittimo che a qualcun altro esso sembri una stupidaggine. C'è gente a cui i cori dei ragazzi in piazza San Pietro ("Beee-ne-det-to") aprono il cuore verso l'Assoluto. Io li trovo decettivi, al limite del deleterio. Magari al Santo Padre piacciono, chissà...

    RispondiElimina
  19. Stavolta la faccina sortita per errore (a proposito, Redazione, com'è questa faccenda degli smiles che divorano le parentesi?) casca a fagiolo.

    RispondiElimina
  20. Lieber Wilhelm, in termini di reine Vernunft, concordo perfettamente con Lei. Ganz und gar.
    In termini di praktische Vernunft, la sua analisi non fa una piega ed è condivisibilissima.. mi riserbo tuttavia un approccio diverso, diciamo, meno "severo"..
    Sicuramente, tempo permettendo, mi avventurerò in Packard.. comunque qualcosa a proposito di "pubblicità-ideologia" mi viene in mente da Baudrillard, per esempio nel magistrale e (per certi versi) profetico "La société de consommation".. 
    Ha ragione.. non ci sono zone franche.. Ma è pur vero che siamo subissati di simboli, stemmi, bandiere. Immagino conosca le reltà urbane tedesche..salvo Baviera, Baden-Württenberg e qualche altra "oasi" tipo Braunschweig o Osnabrück.. quanti Kopftücher, quanti islamici che vestono, a gennaio a Berlino, come vestirebbero ad agosto a Teheran.. uno stuolo di kebabberie.. bandiere di queso, bandiere di quello, del partito, della banca, dei gay, della squadra di calcio..Ad Amburgo campeggiano più bandiere e cartelloni Nivea e Haspa che cartelli stradali.. A Berlino, non ne parliamo: tutto chiama al "nuovo", al "futuribile" (ha presente l'inguardabile Postdamer Platz..?) L'uomo che crea, l'uomo che genera. l'Uomo-dio di un "kosmos" caotico e alienante, antropocentrico senza esser antropomorfo.
    Un ragazzo che ha il coraggio (eh sì..) di "sbattere" in faccia a tutto questo un messaggio, un grido, sia pure scritto su una t-shirt.. è una cosa che mi rallegra la giornata. Se poi, segue pure la sostanza (il KJB, la S. Messa..), meglio ancora.

    RispondiElimina
  21. ...ma dirlo può essere già un passo verso l'esserlo.
    Fra tanta gente che dovrebbe esserlo e si vergogna di dirlo....

    RispondiElimina
  22. Nobis quoque peccatoribus23 giugno 2010 alle ore 12:34

    E allora i Card. Mazzarino e Alberoni?

    Condivido la Riflessione di Cajetan AktienGesellschaft sulle cose tedesche. I nostri cari amici d'oltralpe hanno una pericolosa tendenza a scambiare per formidabili progressi le piu' turpi e pericolose fandonie, cavalcandole con tutta l'energia di cui sono capaci: un tempo la Riforma luterana, l'altro ieri l'idealismo hegeliano, ieri il nazismo, oggi il neopaganesimo e la resa all'Islam (non si accorgono nemmeno del vero significato dei Kopftuecher che si vedono in giro).

    FdS

    RispondiElimina
  23. <span>Vi è del vero in quanto lei afferma, Cajétan. L'identità tedesca vive una profonda, forse irreversibile crisi (anche perché il "Tour 1939-1945" finì alquanto ingloriosamente). Per rendersene conto basta prendere visione delle regie che la lobby del posteriore riesce a imporre nelle produzioni liriche di tutta la Germania, e con particolare compiacimento nello spazio già inviolabile di Bayreuth. Ho presente l'inguardabile Postdamer Platz, che fa rimpiangere i tempi non felici in cui la Fernsehturm troneggiava partim sul vuoto e partim sulla disseminazione di Betonklotze sovietizzanti. Non mi ci faccia pensare...  
    </span>

    <span>Forse lei ha ragione, forse anche la piccola, e in quel contesto coraggiosa, testimonianza di quel ragazzo riesce ad avere un senso. D'istinto viene anche a me di considerarla con simpatia. Ma riflettendoci, è difficile non coglierla come uno dei punti in cui la sinusoide di un piano inclinato si rileva. Può apparire come un riscatto, come una nota positiva, ma a me pare giocata nei termini del piano che intenderebbe costrastare. E' un po' come quando i preti si misero a frequentare i dibattiti televisivi (o le discoteche...): sulle prime, forse, facevano venire in mente il Buon Pastore, che, se la pecora è in fondo a un fosso zeppo di deiezioni, scende nel fosso a recuperarla; poi, però, abbiamo finito per ritrovarci con quegli omg che sono gli odierni telepreti. E l'identità perduta - quella della Germania, e tanto più quella del Cattolicesimo - non si recupera tanto facilmente.
    </span>

    <span>Colgo l'occasione per ringraziare Mantovano per il suo commento, che ha offerto l'occasione per agitare questo tema, davvero fondamentale.</span>

    RispondiElimina
  24. P.S. Le ho menzionato il mainstream delle regie teatrali tedesche, perché lì vede sistematicamente all'opera la dissacrazione - in forma di profanazione etica ed estetica - in un terreno non strettamente religioso. Come dire: il fenomeno dilaga.

    RispondiElimina
  25. <span>Mah, che dire. Sono molto perplesso oltre che amareggiato. Se davvero il Papa va piegandosi ad ogni spiffero le conseguenze da trarne son tragiche.  
    C'è da chiedersi, tuttavia, quante di queste rinunce siano vere e quante inventate. Ad es.: siamo davvero sicuri che il papa ha voluto e scritto di suo pugno un documento per  la proclamazione del S. Curato d 'Ars a protettore di tutti i sacerdoti? E chi l'ha scritto, lo ha fatto su designazione pontificia o è stata una scelta autonoma? Esistono prove credibili? O ci si basa esclusivamente sul presupposto rappresentato dalla  ripetuta proposizione del santo curato a modello?  
    Il mondo vaticano è sempre più un misterioso labirinto, in cui mi smarrisco. Ringrazio Dio che mi conserva la Fede.</span>

    RispondiElimina
  26. Forse da un punto di vista tradizionale si sbaglia a caricare  Benedetto XVI di intenzioni che egli veramente nn ha.
    Diciamo  inoltre che dal concilio in avanti la figura del papa si e' svuotata di valore in se', per assumere un valore soggetivistico in campo mediatico-mondano-politico  e a tutto vantaggio dei vescovi.
    Credo infine che  Benedetto XVI pur essendo animato da buone intenzione nn ha  voglia di mettere in discussione certe conquiste  della nuova Chiesa conciliare ed in piu' e' circondato da gente di nn grande vaolre come  Bertone.

    Forse dovrebbe fare scelte piu' nette. Ma forse queste scelte corrispondo al massimo possibile che gli e' concesso.

    A me pare cmq evidente che si spinga fin dove sia possibile e poi lo obbligano a retromarcie, come nel caso del vescovo cingalese, rispedito in Asia.

    Ha inoltre a che fare con un clero scadentissimo, ignorante e ribelle. Egli da' la comunione in ginocchio e i suoi preti ridono, e continuano a martellare x fare la comunione sulla mano.  Sono quasi l'unico di una parrocchia a presentarmi, rifiutando la comunione sulla mano.
    Inutile dire che sono un soggetto "pericoloso". e da' ridicolizzare appena sara' possibile....  ma me ne frego.

    Umanamente c'e' poco da fare.

    RispondiElimina
  27. Scriveva qualche giorno fa l'ingiustamente emarginato Mons. Williamson:

    "Umanamente parlando la Chiesa è finita.             
    Ma non divinamente."

    RispondiElimina
  28. "Umanamente parlando la Chiesa è finita" mi ricorda qualcuno.
    Questa frase, mi pare, fu pronunciata da un importante ecclesiastico francese ( un cardinale mi pare) in punto di morte, era da poco terminata la prima sessione del Concilio Vaticano II.
    Mi fare che la frase venne detta a mo' di sfida estrema contro l'Eterno ( dicono che il cardinale morente fosse appartenuto ad un'organizazione nemica della Santa Chiesa ).
    " Ma non divinamente" fu la spontanea risposta del frate-confessore presente al decesso.
    Chi mi sa dire di più su questo fatto ?

    RispondiElimina
  29. Redazione di Messainlatino.it23 giugno 2010 alle ore 14:13

    Parentesi e faccine? Un baco del programma. E non avendo noi il DDT...
    Comunque, ha i suoi vantaggi: talvolta nella più seriosa e apocalittica intemerata di qualche commentatore si infila la sorridente faccina, con un divertente effetto dissacratore: un po' come la Gioconda coi baffi di Duchamp (visto che avete evocato il dadaismo).

    RispondiElimina
  30. Il diclorodifeniltricloroetano no, per carità! Meno insetticidi organici usiamo meglio è... Piuttosto lasciamo germinare le faccine, che per di più sortono quasi sempre sorridenti.

    RispondiElimina
  31. Redazione di Messainlatino.it23 giugno 2010 alle ore 14:29

    Il testo è di Osservatore vaticano, quindi non abbiamo l'interpretazione autentica.
    Ma dal contesto si arguisce facilmente: Richelieu (quello vero, più che l'antieroe di Dumas, anche se questo ha soppiantato quello nell'immaginario) fu spregiudicato e forse immorale, ma certamente molto abile. La frase non sembra dunque un complimento.

    RispondiElimina
  32. <span>"Questa frase, mi pare, fu pronunciata da un importante ecclesiastico francese ( un cardinale mi pare) in punto di morte, era da poco terminata la prima sessione del Concilio Vaticano II."</span>

    Se così fosse sarebbe interessante sapere anche se la frase sia stata pronunciata dalò morente prima o dopo l'elezione di Paolo VI che, se non erro, avvenne proprio dopo la fine della prima sessione.

    RispondiElimina
  33. <span><span>A tratti viene davvero da pensare che le cose stiano così, sia come ipotizza Dante Pastorelli sia come osserva l'Ospite sia come sentenzia il troppo frettolosamente liquidato Williamson. Mah, insomma, il fatto è che viviamo in un periodo difficile, oltre che complesso. Resta il fatto che se ci troviamo qui è segno che il nostro compito, la nostra missione, deve compiersi qui. Forti della Tradizione, dobbiamo guardare avanti con coraggio: </span></span>Nur der blickt heiter, der nach vorwärts schaut, solo chi guarda avanti ha lo sguardo lieto.

    RispondiElimina
  34. Lo disse il card. Lienart, uno dei massimi esponenti del progressismno devastatore, sul letto di morte.

    RispondiElimina
  35. Ingiustamente emarginato??? Non fa ridere...

    RispondiElimina
  36. credo si alluda a quello stesso cardinale che avrebbe svelato, sempre in hora mortis e in sede di Confessione, gli scenari raccapriccianti e le nubi oscure che rumoreggiavano attorno alle sessioni del CVII..

    Quand'anche l'avesse detto, nessun timorato di Dio avrebbe potuto rendere pubbliche tali affermazioni, giacchè pronunciate in Confessione da un moribondo.. chiunque violasse il sacro segreto confessionale, sarebbe ispo facto scomunicato. Ci vogliamo fidare lo stesso?..

    RispondiElimina
  37. Troppo frettolosamente liquidato? E poi lei era quello che se la prendeva con la Civiltà della Pubblicità... Le interviste ne fanno piena parte, sa?
    Tra l'altro, l'assioma: "I sinistri parlano della Shoah, dunque dev'essere una esagerazione", è semplicemente idiota.
    Aggiungo al nostro "camerata germanico": condivido le sue critiche al modo di vita odierno basato sull'apparenza, ma ci trovo un tantino di puzza sotto al naso nei confronti degli Italiani, che non fa onore né a lei come persona né alla sua intelligenza. Credo che i suoi connazionali ubriaconi non siano più ammirevoli degli Italiani sbracati (e le assicuro che non tutti gli Italiani lo sono).
    A proposito: che pensa del modo in cui Bismarck unificò la Germania?

    RispondiElimina
  38. colui che parlò in quel modo, con quella <span>certezza</span> che qualcosa di vitale nella Chiesa fosse già avviato alla distruzione (almeno dalla prospettiva dello sguardo umano, che vede la <span>fysis </span>degli accadimenti), esprimendo tale amara consapevolezza al termine della prima sessione, sapeva bene allora a quale declino e "fine" avevano condotto certi comportamenti tenuti dalla sua "parte", evidentemente !

    RispondiElimina
  39. <span>Argomenti (se ne è capace, ovviamente).</span>

    RispondiElimina
  40. Non voglio difendere Williamson. Ma la sassaiola prodottasi nei suoi confronti è stata impressionante. Su certi temi in Europa i margini di opinione sono a zero. L'assioma di cui parla lei è indubbiamente un'esagerazione e non fa onore a chi la professa. In molte cose i tedeschi non sono meglio degli italiani e viceversa. Sono popoli complementari, forse i più complementari d'Europa. Un tempo si diceva che i tedeschi amano gli italiani ma non li rispettano e che gli italiani rispettano i tedeschi ma non li amano (ma i miei nonni credo si amassero e rispettassero biunivocamente).
    Bismarck? Mia nonna diceva che la spina dorsale della Germania è il Reno e il cuore a Bingen. E quando sentiva parlare di Sassonia, le veniva da starnutire. L'antipatia per gli anglo-sassoni me l'ha trasmessa lei...

    RispondiElimina
  41. Redazione di Messainlatino.it23 giugno 2010 alle ore 16:08

    Pregherei tutti di evitare i toni "da derby" e di restare in topic. Grazie.

    RispondiElimina
  42. <span>Non c'è alcun bisogno di scrutare in un eventuale segreto di confessione, per sapere che cosa "è andato storto" nel CVII.</span>

    RispondiElimina
  43. Non necessariamente in confessione, ciò che è detto dopo o prima non è foro sacramentale

    RispondiElimina
  44. Se qualcuno oggi volesse davvero sapere come  si svolsero i  lavori dentro il Concilio, e volesse provare a dissipare certe nubi oscure, e cominciare a  capire donde trae origine il sopruso che mantiene tuttora il veto effettivo del potere modernista sulla celebrazione della Messa antica, (essendo tale potere stabilmente insediato da 45 anni), dovrebbe cominciare a leggere alcune pagine presenti nel web, che riportano narrazioni circa gli accadimenti interni ai lavori conciliari, comininciando ad es. da questo breve riferimento di Mons. Gherardini, dove si accenna ai nuovi teologi "che <span>Pio XII  aveva messo a tacere e<span><span> che </span></span><span><span>Giovanni XXIII volle invece ai vertici delle commissioni conciliari, praticamente consegnando loro il Concilio..." <span>(il buon giorno che si vede dal mattino....); e passare poi a leggere questa, dove si indica un fattore di confusione:  nell'aver adottato "<span>negli schemi il criterio discorsivo e fu escluso il metodo delle proposizioni semplici, stringate per l’affermazione delle verità o per la netta condanna degli errori.";  <span>e nella stessa, si procede più avanti a dar conto di un vero golpe modernista, con la rottura della legalità conciliare; ivi prendiamo<span><span> atto di un triste momento storico, in data <span><span>13 ottobre 1962</span></span><span>, giornata di cui ci dà la cronistoria R. Amerio, riferendo<span> quel sopruso che si dovrebbe considerare un vero colpo di mano commesso dallo  schieramento modernista, e che fu l'inizio di tutta la serie successiva di soprusi, (comprendenti la riforma del Messale e l'abolizione di fatto della Messa di S. Pio V).</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span>

    RispondiElimina
  45. Non voglio scandalizzare nessuno, in questo articolo si dice che il Santo Padre deve risparmiare le forze, ma il Santo Padre potrebbe risparmiare le sue forze nelle cose di second ordine, cioè che riguardano poco la nostra Fede (esempio tate visite inutili a sinagoghe o a chiese protestanti), e potrebbe concentrarsi di più su cosa preme maggiormente alla Santa Chiesa: preparare santi e dotti sacerdoti ripristinando veri seminari e non facoltà di modernismo. Valutare se il motu proprio sulla Messa Tridentina è applicato o contrariamente troppo spesso ostacolato dai vescovi. Insomma concentrarsi di più su tutto ciò che porta alla salvezza le anime, il resto è vanità. Il Santo Padre oltre ad avere dalla sua parte Gesù, la Madonna e tutti gli angeli e i santi, ha anche il potere concreto di sanzionare chi non obbedisce, chi si comporta male, chi fa l'antipapa, etc. Nessuno è obbligato a fare dei dietrofront ogni qualvolta ci sia qualche pressione esterna, o interna,  figuriamoci se è obbligato il Papa.  Se il bastone di cui ha parlato ultimamente non inizia ad usarlo saranno sempre tempi duri per la salvezza delle anime che non hanno più chiara da più di 40 anni quale sia la Via, La Verità e la Vita.

    RispondiElimina
  46. a seguire, dopo quella storica data:
    ....un sopruso ai danni del card. Ottaviani, avvenuto il 30 ottobre 1962, e narrato da un testimone, p. R. Wiltgen: "<span>Il cardinal Ottaviani intervenne per protestare contro le modifiche radicali che si proponeva di far subire alla Messa: «Stiamo cercando di suscitare il disorientamento e lo scandalo nel popolo cristiano, introducendo delle modifiche in un rito così venerabile, che è stato approvato lungo tanti secoli e che è ora divenuto così familiare? </span><span>Non si può trattare la Santa Messa come se fosse un pezzo di stoffa che si rimette seguendo la moda, secondo la fantasia di ciascuna generazione</span><span>». Parlando senza testo, a motivo della sua parziale cecità, superò i dieci minuti, che tutti avevano accettato di aspettare […] Dopo che il cardinale aveva parlato per quindici minuti, il cardinal Alfrink suonò il suo campanello....." ecc.</span>
    (letto su http://vandeano2005.splinder.com/tag/card+ottaviani)

    Forse, seguendo tali penose e confuse vicende del Concilio 21.mo, i lettori di quei fatti, soprattutto i più giovani e per nulla informati, cominceranno a intravedere il bandolo di quel groviglio che ci tiene tutti avviluppati, offuscando la Chiesa Cattolica, con la sua Dottrina e la sua Fede, da oltre 45 anni, e svela giorno dopo giorno nuovi pasticci e lati oscuri e indecifrabili, imponendoci come unica risorsa un rinnovato Atto di Fede e di Speranza nella Provvidenza che ce ne voglia liberare....

    RispondiElimina
  47. ddè che se parla?

    RispondiElimina
  48. non può usare il bastone, perchè contraddirebbe la conciliare "medicina della misericordia"; e intanto i tiranni usano il bastone con le pecore già sottomesse e ignare di tutto ciò che riguarda la rinascita della Fede e della Chiesa disastrata....

    RispondiElimina
  49. Se non ricordo male il cardinale Ottaviani soleva dire durante il  Vaticano II : << Spero di morire prima della fine del Concilio, così sarò ancora cattolico! >>.

    RispondiElimina
  50. Più che non può, Ospite, cè da pensare che non voglia usarlo questo benedetto bastone.

    RispondiElimina
  51. appunto: non vuole contraddire la "medicina"-panacea inaugurata dal Concilio !
    Tutto si può contestare, ma il Concilio non si tocca....

    RispondiElimina
  52. Prima o poi crollerà anche questo muro, perchè grazie al cielo la Chiesa è ancora in mano a Gesù e ha come potente ausiliatrice, la Madonna. Sarà questione di tempo, poi come tutte le eresie anche questa crollerà!

    RispondiElimina