di Sandro Magister
ROMA, 28 maggio 2010 – Benedetto XVI si appresta a concludere l'Anno Sacerdotale, da lui voluto per ridare vigore spirituale ai preti cattolici in un'epoca difficile per l'intera Chiesa. Intanto però un cardinale famoso e tra i più vicini al papa, l'arcivescovo di Vienna Christoph Schönborn, continua a battere il chiodo di un "ripensamento" della disciplina del celibato del clero latino.
Schönborn è persona di buona cultura, ex alunno di Joseph Ratzinger professore di teologia. Negli anni Ottanta collaborò alla scrittura del catechismo della Chiesa cattolica. Ma come uomo di governo, da quando è alla testa di una Chiesa sbandata come l'austriaca, si mostra più attento alle pressioni dell'opinione pubblica che ai suoi doveri di guida.
A metà maggio, appena un vescovo suo connazionale, Paul Iby, di Eisenstadt, disse che "i preti dovrebbero essere liberi di scegliere se sposarsi o meno" e che "la Santa sede è troppo timida su tale questione", prontamente il cardinale Schönborn chiosò: "Le preoccupazioni espresse dal vescovo Iby sono le preoccupazioni di tutti noi".
E questa è stata solo l'ultima – per ora – di una serie incessante di sortite analoghe. Di Schönborn e di altri cardinali e vescovi di tutto il mondo, per non dire di esponenti del clero e del laicato. Il "superamento" della disciplina del celibato è da tempo il basso continuo della musica dei novatori.
Di questa musica, ciò che ordinariamente viene udito e capito sono un paio di cose.
La prima è che il celibato del clero è una regola imposta in secoli recenti al solo clero latino.
La seconda è che ai sacerdoti cattolici dovrebbe essere consentito di sposarsi "come nella Chiesa primitiva".
Il guaio è che queste due cose fanno entrambe a pugni con la storia e con la teologia.
Alla radice dell'equivoco c'è anche una cattiva comprensione del concetto di celibato del clero.
In tutto il primo millennio e anche dopo, nella Chiesa il celibato del clero era propriamente inteso come "continenza". Cioè come completa rinuncia, dopo l'ordinazione, alla vita di matrimonio, anche per chi si fosse precedentemente sposato. L'ordinazione di uomini sposati, infatti, era una prassi comune, documentata anche dal Nuovo Testamento. Ma nei Vangeli si legge che Pietro dopo la chiamata ad apostolo "lasciò tutto" (Matteo 19, 27). E Gesù disse che per il Regno di Dio c'è chi lascia anche "moglie o figli" (Luca 18, 29).
Mentre nell'Antico Testamento l'obbligo della purità sessuale valeva per i sacerdoti solo nei periodi del loro servizio al Tempio, nel Nuovo Testamento la sequela di Gesù nel sacerdozio è totale e investe l'intera persona, sempre.
Che fin dall'inizio della Chiesa preti e vescovi fossero tenuti ad astenersi dalla vita di matrimonio è confermato dalle prime regole scritte in materia. Esse compaiono a partire dal secolo IV, dopo la fine delle persecuzioni. Con l'aumento impetuoso del numero dei fedeli aumentano anche le ordinazioni, e con esse le infrazioni alla continenza.
Contro queste infrazioni, concili e papi intervengono ripetutamente a riaffermare la disciplina da essi stessi definita "tradizionale". Questo fanno il Concilio di Elvira, nel primo decennio del secolo IV, che sanziona il mancato rispetto della continenza con l'esclusione dal clero; altri concili di un secolo dopo; i papi Siricio e Innocenzo I; e poi ancora altri papi e Padri della Chiesa, da Leone Magno a Gregorio Magno, da Ambrogio ad Agostino a Girolamo.
Per molti secoli ancora la Chiesa d'Occidente continuò a ordinare degli uomini sposati, sempre però esigendo la rinuncia alla vita matrimoniale e l'allontanamento della sposa, previo il consenso di questa. Le infrazioni erano punite, ma erano molto frequenti e diffuse. Anche per contrastare questo, la Chiesa cominciò a scegliere di preferenza i suoi sacerdoti tra i celibi.
In Oriente, invece, dalla fine del secolo VII in poi la Chiesa tenne fermo l'obbligo assoluto della continenza solo per quanto riguarda i vescovi, scelti sempre più spesso tra i monaci invece che tra gli sposati. Col basso clero accettò che gli sposati continuassero a condurre vita matrimoniale, con obbligo di continenza solo "nei giorni di servizio all'altare e di celebrazione dei sacri misteri". Così stabilì il secondo Concilio di Trullo del 691, un concilio mai riconosciuto come ecumenico dalla Chiesa d'Occidente.
Da allora a oggi è questa la disciplina in vigore in Oriente, così come nelle Chiese di rito orientale tornate in comunione con la Chiesa di Roma dopo lo scisma del 1054: continenza assoluta per i vescovi e vita matrimoniale consentita al basso clero. Fermo restando che l'eventuale matrimonio deve sempre precedere la sacra ordinazione e mai seguirla.
La tolleranza adottata dalle Chiese d'Oriente per la vita matrimoniale del basso clero fu agevolata – secondo gli storici – dal particolare ordinamento di queste Chiese, costituite in patriarcati e quindi più portate a decisioni autonome sul piano disciplinare, con un ruolo preminente svolto dall'autorità politica.
In Occidente, invece, alla grande crisi politica e religiosa dei secoli XI e XII la Chiesa reagì – con la riforma detta gregoriana dal nome di papa Gregorio VII – proprio combattendo con vigore i due mali che dilagavano tra il clero: la simonia, cioè la compravendita degli uffici ecclesiastici, e il concubinato.
La riforma gregoriana riconfermò in pieno la disciplina della continenza. Le ordinazioni di uomini celibi furono preferite sempre più a quelle di uomini sposati. Quanto al matrimonio celebrato dopo l'ordinazione – da sempre vietatissimo sia in Oriente che in Occidente – il Concilio Lateranense II del 1139 lo definì non solo illecito, ma invalido.
Anche le successive crisi della Chiesa d'Occidente hanno visto in primo piano la questione del celibato del clero. Tra i primi atti della Riforma protestante ci fu proprio l'abolizione del celibato. Al Concilio di Trento vi fu chi spinse per una dispensa dall'obbligo del celibato anche per i preti cattolici. Ma la decisione finale fu di mantenere integralmente in vigore la disciplina tradizionale.
Non solo. Il Concilio di Trento obbligò tutte le diocesi a istituire dei seminari per la formazione del clero. La conseguenza fu che le ordinazioni di uomini sposati diminuirono drasticamente, fino a scomparire. Da quattro secoli, nella Chiesa cattolica i preti e i vescovi sono nella quasi totalità celibi, con le sole eccezioni del basso clero delle Chiese di rito orientale unite a Roma e degli ex pastori protestanti con famiglia ordinati sacerdoti, provenienti per lo più dalla Comunione anglicana.
Dalla percezione che i preti cattolici sono tutti celibi si è diffusa l'idea corrente che il celibato del clero consista nella proibizione di sposarsi. E quindi che il "superamento" del celibato consista sia nell'ordinare preti degli uomini sposati consentendo loro di continuare a vivere la vita matrimoniale, sia nel permettere ai preti celibi di sposarsi.
Dopo il Concilio Vaticano II entrambe queste richieste sono state avanzate ripetutamente nella Chiesa cattolica, anche da vescovi e cardinali. Ma sia l'una che l'altra sono in palese contrasto con l'intera tradizione di questa stessa Chiesa, a partire dall'età apostolica, oltre che – per quanto riguarda la seconda richiesta – con la tradizione delle Chiese d'Oriente e quindi col cammino ecumenico.
Che poi un "superamento" del celibato sia la scelta più appropriata per la Chiesa cattolica di oggi è sicuramente un'idea per nulla condivisa dal papa regnante. Stando a ciò che Benedetto XVI dice e fa, la sua volontà è opposta: non superare ma confermare il celibato sacerdotale, come sequela radicale di Gesù per il servizio di tutti, tanto più in un passaggio cruciale di civiltà come il presente.
Proprio a questo mira l'Anno Sacerdotale da lui indetto, col santo Curato d'Ars come modello: umile curato di campagna che visse il celibato come dedizione totale per la salvezza delle anime, una vita tutta consumata all'altare e nel confessionale.
ROMA, 28 maggio 2010 – Benedetto XVI si appresta a concludere l'Anno Sacerdotale, da lui voluto per ridare vigore spirituale ai preti cattolici in un'epoca difficile per l'intera Chiesa. Intanto però un cardinale famoso e tra i più vicini al papa, l'arcivescovo di Vienna Christoph Schönborn, continua a battere il chiodo di un "ripensamento" della disciplina del celibato del clero latino.
Schönborn è persona di buona cultura, ex alunno di Joseph Ratzinger professore di teologia. Negli anni Ottanta collaborò alla scrittura del catechismo della Chiesa cattolica. Ma come uomo di governo, da quando è alla testa di una Chiesa sbandata come l'austriaca, si mostra più attento alle pressioni dell'opinione pubblica che ai suoi doveri di guida.
A metà maggio, appena un vescovo suo connazionale, Paul Iby, di Eisenstadt, disse che "i preti dovrebbero essere liberi di scegliere se sposarsi o meno" e che "la Santa sede è troppo timida su tale questione", prontamente il cardinale Schönborn chiosò: "Le preoccupazioni espresse dal vescovo Iby sono le preoccupazioni di tutti noi".
E questa è stata solo l'ultima – per ora – di una serie incessante di sortite analoghe. Di Schönborn e di altri cardinali e vescovi di tutto il mondo, per non dire di esponenti del clero e del laicato. Il "superamento" della disciplina del celibato è da tempo il basso continuo della musica dei novatori.
Di questa musica, ciò che ordinariamente viene udito e capito sono un paio di cose.
La prima è che il celibato del clero è una regola imposta in secoli recenti al solo clero latino.
La seconda è che ai sacerdoti cattolici dovrebbe essere consentito di sposarsi "come nella Chiesa primitiva".
Il guaio è che queste due cose fanno entrambe a pugni con la storia e con la teologia.
Alla radice dell'equivoco c'è anche una cattiva comprensione del concetto di celibato del clero.
In tutto il primo millennio e anche dopo, nella Chiesa il celibato del clero era propriamente inteso come "continenza". Cioè come completa rinuncia, dopo l'ordinazione, alla vita di matrimonio, anche per chi si fosse precedentemente sposato. L'ordinazione di uomini sposati, infatti, era una prassi comune, documentata anche dal Nuovo Testamento. Ma nei Vangeli si legge che Pietro dopo la chiamata ad apostolo "lasciò tutto" (Matteo 19, 27). E Gesù disse che per il Regno di Dio c'è chi lascia anche "moglie o figli" (Luca 18, 29).
Mentre nell'Antico Testamento l'obbligo della purità sessuale valeva per i sacerdoti solo nei periodi del loro servizio al Tempio, nel Nuovo Testamento la sequela di Gesù nel sacerdozio è totale e investe l'intera persona, sempre.
Che fin dall'inizio della Chiesa preti e vescovi fossero tenuti ad astenersi dalla vita di matrimonio è confermato dalle prime regole scritte in materia. Esse compaiono a partire dal secolo IV, dopo la fine delle persecuzioni. Con l'aumento impetuoso del numero dei fedeli aumentano anche le ordinazioni, e con esse le infrazioni alla continenza.
Contro queste infrazioni, concili e papi intervengono ripetutamente a riaffermare la disciplina da essi stessi definita "tradizionale". Questo fanno il Concilio di Elvira, nel primo decennio del secolo IV, che sanziona il mancato rispetto della continenza con l'esclusione dal clero; altri concili di un secolo dopo; i papi Siricio e Innocenzo I; e poi ancora altri papi e Padri della Chiesa, da Leone Magno a Gregorio Magno, da Ambrogio ad Agostino a Girolamo.
Per molti secoli ancora la Chiesa d'Occidente continuò a ordinare degli uomini sposati, sempre però esigendo la rinuncia alla vita matrimoniale e l'allontanamento della sposa, previo il consenso di questa. Le infrazioni erano punite, ma erano molto frequenti e diffuse. Anche per contrastare questo, la Chiesa cominciò a scegliere di preferenza i suoi sacerdoti tra i celibi.
In Oriente, invece, dalla fine del secolo VII in poi la Chiesa tenne fermo l'obbligo assoluto della continenza solo per quanto riguarda i vescovi, scelti sempre più spesso tra i monaci invece che tra gli sposati. Col basso clero accettò che gli sposati continuassero a condurre vita matrimoniale, con obbligo di continenza solo "nei giorni di servizio all'altare e di celebrazione dei sacri misteri". Così stabilì il secondo Concilio di Trullo del 691, un concilio mai riconosciuto come ecumenico dalla Chiesa d'Occidente.
Da allora a oggi è questa la disciplina in vigore in Oriente, così come nelle Chiese di rito orientale tornate in comunione con la Chiesa di Roma dopo lo scisma del 1054: continenza assoluta per i vescovi e vita matrimoniale consentita al basso clero. Fermo restando che l'eventuale matrimonio deve sempre precedere la sacra ordinazione e mai seguirla.
La tolleranza adottata dalle Chiese d'Oriente per la vita matrimoniale del basso clero fu agevolata – secondo gli storici – dal particolare ordinamento di queste Chiese, costituite in patriarcati e quindi più portate a decisioni autonome sul piano disciplinare, con un ruolo preminente svolto dall'autorità politica.
In Occidente, invece, alla grande crisi politica e religiosa dei secoli XI e XII la Chiesa reagì – con la riforma detta gregoriana dal nome di papa Gregorio VII – proprio combattendo con vigore i due mali che dilagavano tra il clero: la simonia, cioè la compravendita degli uffici ecclesiastici, e il concubinato.
La riforma gregoriana riconfermò in pieno la disciplina della continenza. Le ordinazioni di uomini celibi furono preferite sempre più a quelle di uomini sposati. Quanto al matrimonio celebrato dopo l'ordinazione – da sempre vietatissimo sia in Oriente che in Occidente – il Concilio Lateranense II del 1139 lo definì non solo illecito, ma invalido.
Anche le successive crisi della Chiesa d'Occidente hanno visto in primo piano la questione del celibato del clero. Tra i primi atti della Riforma protestante ci fu proprio l'abolizione del celibato. Al Concilio di Trento vi fu chi spinse per una dispensa dall'obbligo del celibato anche per i preti cattolici. Ma la decisione finale fu di mantenere integralmente in vigore la disciplina tradizionale.
Non solo. Il Concilio di Trento obbligò tutte le diocesi a istituire dei seminari per la formazione del clero. La conseguenza fu che le ordinazioni di uomini sposati diminuirono drasticamente, fino a scomparire. Da quattro secoli, nella Chiesa cattolica i preti e i vescovi sono nella quasi totalità celibi, con le sole eccezioni del basso clero delle Chiese di rito orientale unite a Roma e degli ex pastori protestanti con famiglia ordinati sacerdoti, provenienti per lo più dalla Comunione anglicana.
Dalla percezione che i preti cattolici sono tutti celibi si è diffusa l'idea corrente che il celibato del clero consista nella proibizione di sposarsi. E quindi che il "superamento" del celibato consista sia nell'ordinare preti degli uomini sposati consentendo loro di continuare a vivere la vita matrimoniale, sia nel permettere ai preti celibi di sposarsi.
Dopo il Concilio Vaticano II entrambe queste richieste sono state avanzate ripetutamente nella Chiesa cattolica, anche da vescovi e cardinali. Ma sia l'una che l'altra sono in palese contrasto con l'intera tradizione di questa stessa Chiesa, a partire dall'età apostolica, oltre che – per quanto riguarda la seconda richiesta – con la tradizione delle Chiese d'Oriente e quindi col cammino ecumenico.
Che poi un "superamento" del celibato sia la scelta più appropriata per la Chiesa cattolica di oggi è sicuramente un'idea per nulla condivisa dal papa regnante. Stando a ciò che Benedetto XVI dice e fa, la sua volontà è opposta: non superare ma confermare il celibato sacerdotale, come sequela radicale di Gesù per il servizio di tutti, tanto più in un passaggio cruciale di civiltà come il presente.
Proprio a questo mira l'Anno Sacerdotale da lui indetto, col santo Curato d'Ars come modello: umile curato di campagna che visse il celibato come dedizione totale per la salvezza delle anime, una vita tutta consumata all'altare e nel confessionale.
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La letteratura scientifica sul tema è vasta. Tra l'altro ha definitivamente accertato che è un falso storico il racconto che al Concilio di Nicea del 325 un vescovo di nome Paphnutius sostenne e fece approvare la libertà per le singole Chiese di consentire o no ai preti la vita matrimoniale. Così come è stata accertata la manomissione ad opera del secondo Concilio di Trullo del 691 dei canoni dei concili africani dei secoli IV e V, da esso citati a sostegno della vita matrimoniale per i preti: manomissione dimostrata già nel Cinquecento dal coltissimo cardinale Cesare Baronio.
Ma di questa letteratura scientifica non c'è quasi traccia nel dibattito corrente e nemmeno nelle sortite di vescovi e cardinali favorevoli al "superamento" del celibato. Una eccellente sintesi storica e teologica della questione è in un piccolo libro del 1993 del cardinale austriaco Alfons Maria Stickler, morto a Roma nel 2007 all'età di 97 anni, all'epoca prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana.
[..]
Fonte: www.chiesa.espresso
Olte a concordare con Magister che riassume brillantemente la questione, vorrei sottolineare che Lumen Gentium 29, dove si riapre la via del cosiddetto "diaconato permanente", ha una particolare formulazione che doveva servire proprio a non contravvenire a quanto tradizionalmente tenuto nella Chiesa latina: "De consensu Romani Pontificis hic diaconatus viris maturioris aetatis etiam in matrimonio viventibus conferri poterit, necnon iuvenibus idoneis, pro quibus tamen lex coelibatus firma remanere debet". Il diaconato, dice il Concilio, potrà essere conferito a "uomini più maturi in età", cioè persone di una certa età più avanzata rispetto ai 24/25 anni delle ordinazioni dei celibi, anche sposati, ma si può intendere - secondo l'ermeneutica della continuità-: rimangano sposati sì, ma vivano come fratello e sorella... La riprova è che per i più giovani, anche se idonei, non si prevede che prima si sposino e poi, subito dopo siano ordinati, ma che si richieda il celibato anche se vogliono rimanere solo diaconi.
RispondiEliminaMa di questo poi si è persa traccia, pensando che la disciplina orientale fosse da prediligere. E' noto invece che in questa materia (come quella del divorzio e nuove nozze) è la chiesa latina che ha conservato l'originaria rigidità disciplinare delle origini. Ora, visto che tutti vogliono tornare alle origini, non vedo perchè si debba cambiare adesso quel poco che è rimasto originale!
Mah!
RispondiEliminaComplimenti per la dotta esposizione. Io però sono contento di essere Vetero Cattolico e di sapere che la mia Chiesa lascia piena libertà al Clero (diaconi, presbiteri e vescovi) di essere sposati o celibi ed anche di sposarsi dopo l'ordinazione o la consacrazione.
Non metto in dubbio la perfetta buona fede dell'aspirante al sacerdozio che intende "donare" la vita a Cristo e rimanere celibe; potrebbe però darsi il caso di sacerdote che, nel prosieguo della sua vita, cambi idea al riguardo e non mi pare giusto "punirlo" costringendolo al celibato nella migliore delle ipotesi, oppure a lasciare il sacerdozio o, più frequentemente ad avere rapporti sessuali con una o più donne.
Per parlare "terra terra" mi pare che la mia Chiesa lasci alle persone quella libertà che a ciascuno di noi è stata donata da Dio, questo è per me non importante ma importantissimo.
Dante
Tullia Zevi, presidente delle Comunità Ebraiche in Italia, sostenne che il celibato ecclesiastico era da considerarsi contro natura.
EliminaBenedetto XVI nella sua Enciclica "Deus Caritas Est", sostanzialmente pare della stessa opinione, allorché evidenzia nel cap.11 l'incompletezza dell'uomo senza della donna e cita la bibbia (Gn 2, 24) : "Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne". L'obbligo del celibato e connesso voto di castità diventa spessissimo un paravento dietro cui si celano : concubinato, omosessualità e - ahimè - pedofilia. Il prestigio simbolico che tale paravento rappresenta per la Chiesa Cattolica, di cui faccio parte, ha un risvolto del tutto negativo che sicuramente è il caso di rimettere seriamente in discussione, considerate anche le istanze che sempre più frequentemente provengono dal mondo religioso e laico.
Ho una copia del libro del grande cardinale Stickler con una sua dedica e benedizione personale. Il celibato ecclesiastico non è, come molti vanno dicendo in giro da decenni, una semplice legge ecclesiastica che il papa potrebbe cambiare in qualunque momento, bensì una legge divina. Il matrimonio dei preti orientali è stato tollerato dalla Chiesa di Roma per facilitare il loro rientro nella Chiesa; non si tratta di due tradizioni di pari dignità. La "chiesa" vetero-cattolica può lasciar liberi i propri adepti di far qualunque cosa, ma essa non può modificare la legge di Dio.
RispondiEliminaGrazie Filippo per la tua risposta.
RispondiEliminaConfesso la mia ignoranza ma non mi risulta però che il celibato sia una "legge di Dio". Cortesemente potresti darmi qualche riferimento? Grazie. Cordialmente
Dante
Caro Dante, partiamo da vocabolari diversi. Se per legge di Dio intendi solo la Sacra Scrittura, non sono un esperto, ma probabilmente si trovano solo accenni e consigli nel NT.
RispondiEliminaLa Chiesa Cattolica, come saprai, non accetta il luterano motto "sola scriptura", affriancando alla Scrittura anche la Sacra Tradizione: il Magistero della Chiesa.
Per un cattolico anche la Sacra Tradizione è legge di Dio.
Saluti.
Ahhhh sono sempre Schonborn e consorti... non è amico, ma nemico del Papa, anche se sottolinea sempre che è allievo del Prof. Ratzinger... beh... non è nemmeno questo vero a 100%, cioè con "allievo" si intendevano coloro che hanno scritto una tesi curata da Prof. Ratzinger... lui invece no, ha soltanto sentito qualche lezione per nemmeno 1 anno a Ratisbona... ma a parte di questo:
RispondiEliminacome si sta comportando va sporporato ma subito!!!
si leggono anche delle cose interessantissimi nei siti austriaci: ha telefonato con Em. Bertone che ha proibito a Schoenborn di continuare ad insultare la Curia, che è arriabiatissima con lui.... quindi NON parteciperà alla rionione generale del Santo Ufficio mercoledì prossimo!
beh.... meno male così!!!
Un passo eloquente dalla Pascendi Dominicis grecis di san Pio X
RispondiElimina"..Pur nondimeno gli è da confessare che in questi ultimi tempi, è cresciuto oltre misura il numero dei nemici della croce di Cristo; che, con arti affatto nuove e piene di astuzia, si affaticano di render vana la virtù avvivatrice della Chiesa e scrollare dai fondamenti, se venga lor fatto, lo stesso regno di Gesù Cristo. Per la qual cosa non Ci è oggimai più lecito di tacere, seppur non vogliamo aver vista di mancare al dovere Nostro gravissimo, e che Ci sia apposta a trascuratezza di esso la benignità finora usata nella speranza di più sani consigli.
Ed a rompere senza più gl'indugi Ci spinge anzitutto il fatto, che i fautori dell'errore già non sono ormai da ricercarsi fra i nemici dichiarati; ma, ciò che dà somma pena e timore, si celano nel seno stesso della Chiesa, tanto più perniciosi quanto meno sono in vista.
<span>Alludiamo, o Venerabili Fratelli, a molti del laicato cattolico e, ciò ch'è più deplorevole, a non pochi dello stesso ceto sacerdotale, i quali, sotto finta di amore per la Chiesa, scevri d'ogni solido presidio di filosofico e teologico sapere, tutti anzi penetrati delle velenose dottrine dei nemici della Chiesa, si dànno, senza ritegno di sorta, per riformatori della Chiesa medesima; e, fatta audacemente schiera, si gittano su quanto vi ha di più santo nell'opera di Cristo, non risparmiando la persona stessa del Redentore divino, che, con ardimento sacrilego, rimpiccioliscono fino alla condizione di un puro e semplice uomo</span>..."
*DONT_KNOW*
Formidabile ed eccellente articolo.Ecco un siperlativo Magister.
RispondiEliminaLo ha dimostrato lo stesso Cardinale Alfons Maria Stickler.
RispondiEliminaHo trovato per caso questo articolo che parla di un novello Diacono sposato presto Sacerdote della Chiesa Ortodossa Russa. A me ha aperto il cuore e la mente. Ve lo consiglio. Ecco il link:
RispondiEliminahttp://cittanuova.it/contenuto.php?MM_ricerca=ricerca&testoricerca=Fjodor+Konjukhov&parole=1&autore=&TipoContenuto=&Canale_idCanale=&Argomento_idArgomento=&idSito=&a1=&a2=&v=Cerca&TipoContenuto=web&idContenuto=25479&origine=ricerca&name=1
Atti, cap.6: i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi trascuriamo la parola di Dio per il servizio delle mense. 3 Cercate dunque, fratelli, tra di voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di saggezza, ai quali affideremo quest'incarico. 4 <span>Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della parola</span>». Altro che dedicarsi alla moglie !
RispondiEliminaCornelio Fabro, "L'avventura della Teologia Progresssista" (1970), seconda parte - si può leggere on line da www.totustuus.org.
<p>
RispondiElimina</p><p>Alfons. M. Stickler
</p><p><span>Il celibato ecclesiastico.</span>
</p><p> La sua storia e i suoi fondamenti teologici
</p><p>
</p><p>http://www.haerentanimo.net/?p=127</p>
Magister dice che negli interventi di preti, vescovi e cardinali favorevoli all'abolizione del celibato non c'è traccia della letteratura scientifica da lui richiamata;
RispondiEliminae sfido io, ai neomodernisti mica interessa la letteratura, la scienza e la storia reale.
A loro interessa solo l'ideologia con la quale ricoprono tutto: letteratura, scienza e storia.
Dai, se resistiamo ancora un poco dei neomodernisti non resterà traccia se non nei libri di storia. E, ahinoi, nelle macerie fumanti che lasceranno ai posteri....
IMPLEBUNT RUINAS (Vulgata)
o, se si preferisce, (e suona ancora più duro e lugubre):
CUMULANTUR CADAVERA (neo Vulgata)
Sono finalmente approdato alla Chiesa Vetero Cattolica (essendo nato e cresciuto nel cattolicesimo romano) dopo un periodo transitorio di qualche anno nella Chiesa Ortodossa Russa.
RispondiEliminaQuivi ho conosciuto moltissimi fedeli originari dell'URRS e paesi satelliti. Orbene la stragrande maggioranza di coloro che sono stati da me interpellati al riguardo hanno affermato che nelle loro Parrocchie si preferiscono parroci CONIUGATI e si lasciano i monaci nei Monasteri.
Da notare che secondo la tradizione della venerabile Chiesa Ortodossa Russa il parroco viene ELETTO dalla comunità e successivamente ORDINATO dal vescovo, naturalmente se in possesso dei prescritti requisiti canonici.
Mi sembra una bella prova di democrazia e partecipazione che non trova, purtroppo, alcun riscontro nella Chiesa Cattolica Romana (è così invece anche nella Chiesa Vetero Cattolica che per me è il massimo!)
Cordialmente
Dante
maddaiiii questo è il libro intero???
RispondiEliminaGRAZIE!!!
l'avrei cercato già mille volte ma mai trovato :))))
Purtroppo molti di questi diaconi permamenti son preti mancati, per varie deficienze, non escluse, anzi!, quelle psico-sessuali.
RispondiElimina<span>Mi sembra una bella prova di democrazia e partecipazione che non trova, purtroppo, alcun riscontro nella Chiesa Cattolica Romana (è così invece anche nella Chiesa Vetero Cattolica che per me è il massimo!) </span>
RispondiEliminaPER GRAZIA DI DIO!
Questo peregrinar da una confessione all'altra, tutte eretiche e scismatiche, dopo l'abbandono dell'unica Chiesa di Cristo, è significativo.
Il celibato sacerdotale come unico modo di intendere il sacerdozio non e' altro che un ennesima invenzione squisitamente umana
RispondiEliminaE' triste vedere in quale peste di satanici errori si trovino avviluppate anime nate nella fulgida luce del Cattolicesimo.
RispondiEliminaIn modo-particolare tali tenebre coprono la sedicente chiesa vetero-cattolica che non e' chiesa e non e' cattolica. Ecco come ci si riduce quando si nega anche un solo dogma del Cattolicesimo, anche lo iota unum.
Chiudo con una delle proposizioni condannate dal Sillabo del beato Pio IX
<span>LX. L'autorità non è altro che la somma del numero e delle forze materiali.</span>
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<span>FdS</span>
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<span></span>
Prego...e grazie sopratutto a Google! :)
RispondiEliminaPiù che altro mi pare sia la stessa Chiesa vetero cattolica a peregrinar tra teorie e dottrine eretiche...
RispondiEliminaTe pareva. Non avevo dubbi. Decine di padri della Chiesa bruciati in un sol colpo. Continua così.
RispondiEliminaVeramente il mio peregrinare fatto insieme a mia moglie è stata ricerca lunga e sofferta sino ad arrivare, con l'aiuto di Dio, alla vera Chiesa
RispondiEliminaLaico......con tutto il rispetto che si puo' avere per i Padri della Chiesa......ma tu...dai piu' credibilita' a quello che dicono loro o a quello che dice il Signore????
RispondiEliminaSe uno dice una cosa e un altro dice l''opposto chi ha ragione???Il Signore o un uomo che nella sua limitatezza di creatura la pensa in modo diverso????
La Chiesa e' una....quella CATTOLICA cioe' UNIVERSALE.
RispondiEliminaNON esistono piu' chiese....non ce n'e' una meglio e una peggio....dal momento che si e' battezzati e ci si sottomette alla signoria di Cristo si entra a far parte della Sua Chiesa
A si? I Padri della Chiesa hanno detto qualcosa contraria al mandato del Signore?
RispondiEliminaGrazie per aver illuminato secoli di storia di buia in cui nessuno se n'era accorto.
Perchè il Signore non ha detto di lasciare tutto, mogli comprese per seguirlo, no...ha detto ammogliatevi se volete venire dietro di me, no?
RispondiEliminaMi sorge il dubbio che oltre a non aver mai aperto un Padre della Chiesa, non sapere nemmeno l'abc del catechismo, tu abbia difficoltà anche coi passi più conosciuti della scrittura.
Il vero mandato del Signore lo ha ovviamente riscoperto la "chiesa" vetero-cattolica che è nata ieri. E' una chiesa di Illuminati.
RispondiEliminaMa le inventi tu o le leggi da qualche parte? Ti rendi conto dell'assurdità che dici? A parte il problema teologico c'è un problema di rispetto dell'altro. Negare le differenze significa negare l'individualità, tanto la mia di cattolico quanto quella di Dante vetero-cattolico.
RispondiEliminaIl "siamo tutti uguali: peace and love" ha già dimostrato con la storia l'orrore generato.
Che nessuno se n'e' accorto e' falsissimo.....se ne sono accorti in tanti...ma alcuni hanno preferito creare uno scisma piuttosto che sopportare pazientemente le persecuzioni dei cristiani....alla faccia di "che tutti siano una cosa sola"
RispondiEliminaSe e' per questo ha detto di lasciare anche madri e figli.....quindi secondo te Gesu' era contro la famiglia????
RispondiEliminaO molto piu' ragionevolemente Gesu' diceva di abbandonare tutti coloro che si frapponevano tra loro e il Regno dei Cieli?????
Gli eretici quindi erano illuminati dallo Spirito, i Padri della Chiesa dei liberi pensatori in palese errore contro il dettame di Cristo, giusto?
RispondiEliminaNon ho detto nemmeno questo....ho detto in modo chiaro che lo Spirito Santo non e' monopolizzato.......ne' dagli "eretici" ne dai Padri
RispondiEliminaNon sto negando le differenze....le differenze se e' per questo ci sono anche da parrocchia a parrocchia......veniamo accumunati dalla volonta' di renderci strumento nelle mani del Signore.
RispondiEliminaSiamo accumunati dal fatto di essere servi inutili
Il sorger di falsi profeti è stato preannunciato a chiare lettere.
RispondiEliminaNé dalla Chiesa cattolica?
RispondiEliminaIlluminati da chi?
RispondiEliminaOh no...lo Spirito Santo non abbandona la Chiesa e quindi i battezzati che la compongono.
RispondiEliminaAncora a fare differenze tra chiese???Tra puri e impuri???
RispondiElimina"<span>Oh no...lo Spirito Santo non abbandona la Chiesa"</span>
RispondiEliminaQuale Chiesa? Quella Cattolica con a capo il Vicario di Cristo? O la "chiesa dei battezzati"?
Non si tratta di purezza, ma di Verità.
RispondiEliminaC'è una Chiesa che possiede il deposito della fede, la Verità tutta intera, e tale Chiesa sussiste nella Chiesa Cattolica Apostolica Romana con a capo il Sommo Pontefice successore di Pietro, Vicario di Cristo in terra, e poi ci sono altre chiese in cui della Verità sono rimasti solo i brandelli non distrutti dagli scismi e dalle eresie.
Questa è la nostra fede, affermata per secoli e confermata anche dal Concilio Vaticano II. Riproposta, per ultimo, dalla Dominus Iesus (Giovanni Paolo II regnante).
La Chiesa e' una!!!!!LA Chiesa potrebbe sussitere senza il Battesimo????
RispondiEliminaNon è il battesimo che fa la Chiesa ma l'Eucaristia. Laddove c'è l'Eucaristia ci sono tutti gli altri sacramenti, c'è una comunità (chiesa) che adora l'Unico Dio realmente presente in mezzo a loro, c'è unione tra il terreno e l'ultraterreno.
RispondiEliminaLaddove l'Eucaristia manca, tutto inesoralbimente crolla.
Mille battezzati non sono capaci di fare nemmeno una particola di Corpo e Sangue di Cristo, una goccia del Sangue di Cristo riscatta migliaia di anime.
E aggiungo. La Chiesa viene definita come Corpo di cui Cristo è il capo. Ma il vero Corpo di Cristo è presente solo nell'Eucaristia, quindi la Chiesa sussiste solo se vive del Corpo di Cristo e della Parola che il Signore ci ha trasmesso. In una sola parola: la Santa Messa, fonte e culmine della vita della Chiesa.
RispondiEliminaMa Gesu' ci ha dato un modo infallibile per riconoscere questi lupi vestiti da pecora......da I FRUTTI DI CONVERSIONE che portano li riconosceremo
RispondiEliminaMi trovo bene da lupus perché mi pare che quasi tutti questi commenti siano fatti da pecoroni che si rifanno all'ipse dixit, senza aver approfondito alcuno studio critico, senza manco essersi accorti di quanto le comunità primitive abbiano distorto perfino molte parabole, dopo che la Chiesa con Costantitno è diventata potere e politica. Il celibato è imposto perché altrimenti i cospicui beni della chiesa avrebbero potuto disperdersi fra i figli " legittimi" dei preti. I quali danno in genere tutti se stessi all'opera di salvezza, salvo quando non violentano i bambini. Cosa che sarebbe per lo meno più difficile se avessero moglie.
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